I soldi dei pometini tra errori di comunicazione ed orrori di stampa

Il giorno 15 gennaio sono stati divulgati dai mass media i dati relativi alle spese effettuate dai comuni italiani pubblicate dal SIOPE (sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici che rileva le spese effettuate dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche italiane) tra i quali spiccava Pomezia.
Sono immediatamente state evidenziate, dato il cospicuo importo, da televisioni, giornali e spazi web, le spese di cancelleria pari a 1.427.238,75 euro (il doppio rispetto Roma, per fare un esempio) effettuate nell’anno 2014.

Il comunicato di rettifica è arrivato il giorno seguente dal dirigente ai Servizi Finanziari, Dott. Ugoccioni, il quale ha precisato che: “Nel caso di Pomezia, il software di contabilità non ha aggiornato i codici relativi agli impegni di spesa esistenti precedentemente all’introduzione della classificazione SIOPE. Nel 2014 l’Amministrazione comunale, utilizzando i fondi relativi al DL 35, ha proceduto al pagamento di debiti pregressi il cui codice SIOPE non era stato quindi aggiornato, causando errori nella comunicazione delle singole voci di spesa. Dalla revisione effettuata sui pagamenti risulta che la spesa effettuata nel 2014 per il codice SIOPE 1201 “Carta, cancelleria e stampati” risulta pari a € 164.504,91 di cui soltanto € 54.722,91 relativi all’anno di competenza 2014. Si è trattato quindi di un errore legato al mancato aggiornamento dei suddetti codici”.
Ne deriva che i valori divulgati dal SIOPE e ripresi dalla stampa sono stati erroneamente aumentati di oltre venticinque volte il reale dato effettivo: da 54.722,91 euro a 1.427.238,75 euro.

Alquanto anomalo che un comune a rischio dissesto finanziario fino a qualche mese fa abbia potuto permettersi uscite milionarie per risme di carta, penne, timbri , toner, matite e temperini; anomalo inoltre che una cittadina di circa sessantamila abitanti spenda venti volte di più rispetto a Firenze, cinque volte di più rispetto a Napoli o quasi otto volte di più di Bologna; non certo anomalo che tali discrepanze non abbiano inculcato dei dubbi ai giornalisti che hanno pubblicato e trasmesso questi numeri.

Possibile che nessun giornalista (in particolar modo locale) si sia preoccupato di verificare la veridicità di un dato “abbastanza equivoco”, magari con una telefonata all’ufficio stampa? Ingenuità o ricerca dell’ennesimo titolo ad effetto contro l’amministrazione? Nel comune dello scandalo merendine la risposta sembra scontata, anche se stavolta il sindaco Fucci ringrazierà tutti i mezzi di informazione che hanno dato la possibilità di parlare delle spese affrontate dall’Ente e dei risparmi registrati. Il primo cittadino nel comunicato ha evidenziato che: ”… il Comune di Pomezia ha ridotto in questi mesi tutte le spese e ha provveduto al pagamento dei fornitori che attendevano soldi da parte del Comune da anni. In particolare, l’azione dell’Amministrazione è stata volta fin dal nostro insediamento alla riduzione delle spese legate alla cancelleria, alla carta, alla rappresentanza. Abbiamo centralizzato le stampanti in tutti gli edifici comunali, abbiamo ridotto l’uso della carta attraverso la progressiva digitalizzazione dei documenti, abbiamo eliminato la carta stampata con gli abbonamenti ai giornali on line (la spesa per “Pubblicazioni, giornali e riviste” è scesa da € 11.334,20 del 2013 a € 929,74 nel 2014). Riduzione che risulta evidente anche nella voce incriminata: del totale della spesa di cancelleria nel 2014, la somma realmente spesa per l’annualità appena conclusa non arriva a 55 mila euro, la somma restante è da addebitare al pagamento di debiti pregressi”.