Bridgerton, la terza stagione è all’altezza delle altre?

Si sa, Bridgerton è ormai tra le serie più di successo tra giovani e non, riuscendo a conquistare con ogni sua stagione milioni di spettatori in tutto il mondo. Nonostante la decisione di dividere la serie in due parti possa risultare per alcuni seccante, per altri non fa altro che aumentare la curiosità. La terza parte infatti, uscita tra maggio e giugno, ha raccolto un ampio numero di ascolti e si trova ancora tra i primi posti in classifica nazionale.

I protagonisti di questa stagione, attesa su Netflix da ben due anni, sono Penelope Featherington e Colin Bridgerton, i quali, dopo anni di sincera amicizia, iniziano per la prima volta a vedersi con occhi diversi.

I due personaggi sono rispettivamente interpretati da Nicola Coughlan e Luke Newton, accompagnati però, come di consueto, dai protagonisti delle stagioni precedenti e da volti nuovi che portano nuove vicende sullo schermo.

Per quanto riguarda le location invece, le riprese continuano ad avere luogo a Bath, ma con l’aggiunta di alcune ambientazioni, quali Osterley Park e Osterley House, di fine Cinquecento e Basildon Park, dove sono state girate le scene nel giardino dei Featherington.

Certo, questa stagione non è senz’altro la migliore finora, dal momento che presenta una trama lineare senza particolari capovolgimenti o numerose scene passionali caratterizzanti da sempre la serie, tuttavia rimane comunque piacevole da guardare se si amano le storie d’amore di un tempo e se si è ormai affezionati alla famiglia Bridgerton.

Inoltre, nonostante questa stagione sia uscita da appena pochi giorni, i fan già sperano di poter godere presto della quarta, di cui verosimilmente sarà protagonista Benedict. Eppure, sembra che non vedremo i nostri amati personaggi fino al 2026. Ma l’attesa ne varrà la pena?

Virginia Porcelli




Maxton Hall, il nuovo Teen Drama targato Prime Video

Maxton Hall, la nuova serie tedesca targata Prime video e tratta dal romanzo Save me di Mona Kasten, è uscita lo scorso 9 maggio su Netflix e ha già riscontrato un enorme successo tra gli adolescenti.
La serie, diretta da Tarek Roehlinger e Martin Schreier, ha come protagonista Ruby Bell, brillante studentessa borsista della Maxton Hall che si impegna duramente per entrare ad Oxford, la sua università dei sogni, finché un ragazzo di buona famiglia non scombina i suoi piani.

I due attori protagonisti, interpretati da Harriet Herbig-Matten e Damian Hardung, sono sicuramente volti nuovi per il pubblico, tuttavia sorprendenti. I due infatti hanno una chimica tale da far impazzire i giovani, sempre più attratti dalla classica trama “enemies to lovers” ormai presente in numerosi film e serie televisive.

Uno degli aspetti più avvincenti è sicuramente quello delle location, che si dividono tra Germania ed Inghilterra. Senza dubbio ciò che ci lascia più senza fiato è proprio la scuola privata Maxton Hall, che corrisponde nella realtà al Castello di Marienburg in Sassonia, oltre alle molte scene girate nelle città di Berlino, Londra e ovviamente Oxford.

Gli episodi sono solo sei, ma ricchi di avvenimenti che faranno divorare la serie agli spettatori. Nonostante anche in questo caso, come in quasi tutte le trame romantiche, si ricada nel già visto, Maxton Hall ci mostra attraverso due diverse famiglie quanto non sempre la ricchezza equivalga alla felicità, ma al contrario quanto l’amore sia ciò che conta davvero. Tra un episodio e l’altro trapela inoltre la gravità dei pregiudizi, non si dovrebbe infatti mai giudicare nessuno di cui non si conosce la vera storia, in quanto non si può mai sapere cosa quella persona, oltre le apparenze, sta affrontando.

Per la gioia dei fans, infine, a soli pochi giorni dall’uscita, la serie è già stata rinnovata per una seconda stagione ed essendo il romanzo da cui è tratta una trilogia, si spera anche in una futura terza.

Rivedremo quindi presto Ruby e James insieme, si spera con nuovi colpi di scena e, soprattutto, ad Oxford!

Virginia Porcelli




La madre della sposa, un matrimonio da sogno

Si sa, ormai le commedie romantiche sono tra le più di successo sulle piattaforme, trattandosi infatti di film relativamente corti e senza impegno. Ecco, “La madre della sposa”, uscita su Netflix lo scorso 9 maggio, è sicuramente tra queste.

Il film ci fa divertire con la storia di Emma, che invita la madre al suo matrimonio in Thailandia di lì a un mese. All’arrivo della donna al resort, tuttavia, si scoprirà che il padre dello sposo non è altro che il suo ex ai tempi del college.

La coppia madre-figlia in questo film è semplicemente strepitosa. Le due infatti sono interpretate da Miranda Cosgrove, che tutti gli adolescenti ricorderanno senza dubbio da iCarly e Brooke Shields, l’affascinante star degli anni ’80 protagonista di Laguna blu. Sebbene si tratti di un duo inaspettato, le attrici hanno una forte sintonia e portano sullo schermo la classica relazione madre-figlia, caratterizzata talvolta da incomprensioni e discussioni, ma soprattutto da affetto e amore.

Di sicuro uno dei punti a favore del film sono proprio le location da sogno della Thailandia. Phuket è stata infatti l’isola al centro delle riprese e il luogo perfetto per il matrimonio di Emma, con le sue spiagge dalle acque cristalline. La baia di Phang Nga gioca anch’essa un ruolo principale, essendo una delle meraviglie naturali della Thailandia. Per l’ambientazione inoltre, sono stati scelti due tra i migliori hotel della città: Anantara Mai Khao e Anantara Layan, resort di puro lusso.

Insomma, “La madre della sposa” non ha in effetti una trama particolarmente diversa da quella di tutte le altre Rom-Coms americane, ma rimane comunque un film piacevole che ruba poco tempo e fa sorridere. Presenta per giunta una morale significativa e piuttosto attuale, ossia quella di non farci influenzare dagli altri quando si tratta dei nostri desideri e delle nostre scelte, ma al contrario di assicurarci di esserne autori, non perdendo di vista il vero significato delle cose.

Si consiglia dunque la visione agli inguaribili romantici come me, che vogliano godersi una serata tranquilla guardando un’allegra storia d’amore e fantasticando sul proprio matrimonio da sogno.

Virginia Porcelli




Irish Wish – Solo un desiderio, realtà o immaginazione?

Le commedie romantiche sono ormai, senza dubbio, tra le più amate dal pubblico ed è per questo che ne vediamo uscire sempre più, che sia sul grande schermo o sulle maggiori piattaforme.

Ora al primo posto su Netflix c’è proprio Irish Wish – Solo un desiderio, uscito solo pochi giorni fa, ma già di grande successo tra gli abbonati. Maddie Kelly, editrice innamorata del suo autore Paul Kennedy, si ritroverà a dover fare da damigella al matrimonio di questo con la sua migliore amica in Irlanda, ma pochi giorni prima esprime un desiderio che stravolgerà tutto.

Nei panni di Maddie troviamo un volto piuttosto familiare, quello di Lindsay Lohan, attrice che iniziò la sua carriera già da bambina e che continua a farci divertire sullo schermo. Sempre sorridente ci coinvolge nelle bizzarre vicende raccontate in una trama per molti aspetti familiare a molte donne: fantasticare su un uomo che poi si rivela l’opposto di ciò che si era immaginato.

Ciò però che rende il film ancora più magico sono di sicuro i paesaggi tipici irlandesi, con location mozzafiato che ci fanno vivere in una vera e propria favola e sognare di prenotare il primo volo per poterli ammirare dal vivo. Il film, infatti, è stato girato più precisamente tra Wicklow, sulla costa orientale, Dublino, le scogliere di Moher e il Lough Tay, l’incantevole lago in cui Maddie esprime il suo desiderio. Qui inoltre furono girati altri due grandi successi, quali Braveheart di Mel Gibson e la serie Vikings.

Irish Wish dunque, che può sembrare, e un po’ in effetti lo è, il solito cliché romantico, ci insegna che spesso la nostra testa crea un’idea di qualcosa, a cui ci aggrappiamo, ma che la maggior parte delle volte non corrisponde alla realtà. L’amore infatti non è qualcosa che si pianifica, ma al contrario qualcosa che accade quando meno lo si aspetta, senza forzature, solo in base al caso.

Ognuno di noi dovrebbe quindi prendere quest’insegnamento alla lettera, quelli che, lasciandosi affascinare dai sogni, perdono di vista la realtà delle cose, come anche i semplici amanti delle commedie romantiche che hanno voglia di vivere una favola per una notte.

Virginia Porcelli




L’ombra del giorno, l’amore ai tempi del fascismo

L’ombra del giorno, da poco su Netflix, è il famoso film del 2022 diretto da Giuseppe Piccioni che racconta una storia d’amore ai tempi del regime fascista. Luciano, simpatizzante del fascismo, è infatti proprietario di un ristorante di Ascoli Piceno e si ritrova un giorno ad assumere Anna, bisognosa di un lavoro stabile, che sconvolgerà la quotidianità dell’uomo e riporterà alla luce i suoi sentimenti più puri.

A fare da protagonisti a queste tristi vicende sono Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli, entrambi nomi ben noti dell’ambito del cinema italiano. I due infatti, non solo hanno una storia all’interno del film, ma anche fuori, essendosi innamorati proprio sul set. La relazione tra i due inoltre, nonostante una differenza di età di diciannove anni, sembra procedere da anni a gonfie vele, rivelatasi talmente forte da far chiudere le precedenti storie di entrambi. Scamarcio in effetti, dopo il lungo rapporto con la Golino, ha lasciato la manager Angharad Wood, come anche la Porcaroli con Michele Alhaiquee, regista conosciuto sul set di Baby.

Tuttavia, sorvolando le vite private degli attori, Piccioni decide di ambientare la storia d’amore tra Luciano e Anna in un periodo particolare della storia italiana, ossia quello dell’emanazione delle leggi razziali e della dichiarazione di guerra, periodo di tensione in cui ormai sembrava esser certo un eventuale nuovo conflitto e periodo in cui gli ebrei vivevano nascosti nella paura di essere deportati nei campi di sterminio.

Il film descrive quest’atmosfera di pericolo, seppur ambientato quasi interamente all’interno del ristorante, attraverso il sentimento dei due protagonisti, due anime sole che si trovano a riscoprire emozioni che credevano ormai perse.

Nonostante possa risultare a tratti lento per qualcuno, L’ombra del giorno è dunque una visione piacevole che ci riporta indietro nel tempo facendoci vivere un momento di terrore accompagnato però da dimostrazioni di bontà, altruismo e coraggio, che ci mostrano come anche in situazioni cosi tragiche l’amore rimane l’unico appiglio a cui aggrapparsi e, in fondo, l’unica cosa che ci salva.

Virginia Porcelli




One day, l’importanza di cogliere l’attimo

Di sicuro già familiare a molti per via del titolo, One day è la nuova serie romantica firmata Netflix uscita lo scorso 8 febbraio e ancora tra i primi posti nella classifica dei contenuti più visti in Italia.

Basata sull’omonimo romanzo di David Nicholls del 2009, il libro era già stato adattato nel 2011 in una pellicola con protagonisti Anne Hathaway e Jim Sturgess, con tema principale quello della storia d’amore lunga e travagliata tra Emma e Dexter.

I due si incontrano per la prima volta nel 1988 a una festa di laurea e trascorrono una notte insieme, prima di prendere strade diverse e affrontare il futuro. Da quel momento si danno appuntamento una volta l’anno per aggiornarsi sulle proprie scelte di vita, ambizioni e desideri.

La regista, Nicole Taylor, sceglie come protagonisti per questi 14 episodi, ognuno svolto a un anno di distanza dall’altro, Leo Woodall e Ambika Mod, giovani che puntata dopo puntata ci fanno sempre più commuovere per la storia d’amore dei loro personaggi, lasciandoci pertanto sempre appesi con la speranza della sua realizzazione.

Le riprese principali della serie hanno luogo tra Londra ed Edimburgo, ragion per cui veniamo catapultati in un’atmosfera romantica ma estremamente triste, con paesaggi dai colori spenti che fanno da specchio alla malinconia della storia di Emma e Dexter.

One day non è dunque la classica storia d’amore di cui ormai conosciamo ogni aspetto, è la storia di un amore vero, che va oltre il tempo e resiste ad esso, nonostante tutti i cambiamenti che la vita comporta. Presenta inoltre una morale straordinaria, offrendo un consiglio prezioso che ognuno di noi dovrebbe prendere alla lettera, ossia quello di non perdere tempo, di sfruttare al massimo ogni momento e correre rischi, non lasciandoci frenare da orgoglio o paura ma, al contrario, guidare dal desiderio di felicità.

Virginia Porcelli




The Lost City, nuova commedia senza impegno

È da poco uscito su Netflix “The Lost City”, affabile commedia d’azione del 2022 diretta da Adam e Aaron Nee che ha conquistato il pubblico, rimanendo per giorni al primo posto della classifica nazionale.

La scrittrice Loretta Sage descrive luoghi esotici nei suoi romanzi d’amore e d’avventura con un bel modello da copertina, Alan. Tuttavia, mentre è in tournée per promuovere il suo nuovo libro, viene rapita da un miliardario.

Sandra Bullock, Brad Pitt, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, solo leggendo questi nomi possiamo facilmente intuire il motivo di tanto hype intorno al contenuto. Gli attori, tra i più celebri dell’industria cinematografica, ravvivano senza dubbio la commedia, scatenando un’atmosfera simpatica anche se a tratti demenziale.

Il film, infatti, si potrebbe interpretare, a parere di chi scrive, come una copia mal riuscita di Indiana Jones. La comicità banale spinge i personaggi alla caricatura e tenta di mascherare il genere d’avventura, che presenta una trama povera e per nulla travolgente.

Nonostante ciò la pellicola ha comunque riscosso un discreto successo. Dopo le riprese, svoltesi nella Repubblica Dominicana nel 2021, è stato distribuito nelle sale l’anno successivo, incassando complessivamente 190 844 029 dollari e ottenendo diverse candidature e un premio MTV come miglior cattivo a Daniel Radcliffe, per quanto ci riesca difficile non vederlo nei panni del nostro amato Harry Potter.

Insomma, “The Lost City” non è sicuramente il miglior film d’avventura degli ultimi anni, ma, in sua difesa, è una piacevole commedia senza impegno che ci porta in luoghi magnifici strappandoci qualche risata e animando le nostre serate autunnali.

Virginia Porcelli




La finestra di fronte, il valore dei ricordi

È da soli pochi giorni che il film del 2003 di Özpetek, “La finestra di fronte”, è tornato su Netflix e ha subito riacquisito il successo iniziale, piazzandosi subito tra i contenuti più visti. La straziante pellicola romantica ci presenta la vicenda di Giovanna, la quale si ritrova a prendersi cura di un uomo anziano smarritosi per un vuoto di memoria. Cercando di indagare sulla sua identità, avrà anche lei modo di riscoprire sé stessa e i suoi sentimenti.

La scelta dei protagonisti da parte del regista è senza dubbio appropriata. I nomi di Giovanna Mezzogiorno e Raoul Bova, infatti, non ci sono per nulla nuovi. I due sono tra i migliori attori del cinema italiano e insieme sono semplicemente sensazionali, in particolare la Mezzogiorno rappresenta perfettamente le emozioni e i dubbi di una donna infelice e insoddisfatta della propria vita. Per non parlare di Filippo Nigro e Massimo Girotti, anch’essi grandi attori.

Il tutto è coronato dal romantico sfondo che presta la città di Roma, tra i luoghi più celebri, come il ghetto e i quartieri più intimi e nascosti. Altro elemento che di certo non passa inosservato è il commovente estratto della colonna sonora: “Gocce di Memoria” di Giorgia. La canzone, infatti, era stata pubblicata nel 2003 per il film e aveva avuto un incredibile successo. Anche a distanza di anni è conosciuta da tutti, ma solo chi ha visto il film può, a parere di chi scrive, capirla a pieno ed apprezzarla ancora di più.

Nel brano, dedicato al grande amore dell’artista, Alex Baroni, è racchiuso l’intero significato del capolavoro di Özpetek, ossia il valore dei ricordi. Ogni persona importante che ha fatto parte della nostra vita, infatti, ci lascia qualcosa, un insegnamento che porteremo sempre con noi. Il film è l’intreccio di due storie, è il racconto di un amore impossibile, da cui impariamo a non accontentarci mai di sopravvivere sacrificando noi stessi, ma al contrario a vivere seguendo le proprie passioni e la propria felicità.

Virginia Porcelli

 




Love at First Sight, e voi credete nel destino?

“Love at first sight”, tradotto in italiano “La probabilità statistica dell’amore a prima vista”, è il nuovo film romantico uscito di recente su Netflix, che ha subito balzato le classifiche rimanendo per molto tempo nella top ten dei film più visti sulla piattaforma. 

La regista, Vanessa Caswill, ci racconta la storia di Hadley e Oliver, due giovani che si conoscono casualmente in aeroporto e che, dopo essersi innamorati su un volo New York- Londra, sono costretti a separarsi una volta arrivati.

Il film ha come protagonisti Haley Lu Richardson, la co-star di Cole Sprouse in “A un metro da te” e Ben Hardy: Roger Taylor nel celebre biopic “Bohemian Rapsody”. I due, oltre ad essere attori talentuosi nonostante la giovane età, hanno una sintonia pazzesca sullo schermo e formano una coppia molto affiatata, che ci lascia sognare in ogni momento.

L’ambientazione del film, inoltre, è sicuramente un punto a favore, essendo  interamente girato nella meravigliosa Londra e nei suoi quartieri più nascosti.

L’unico dettaglio che può probabilmente infastidire gli spettatori è, tuttavia,  la presenza di una narratrice che commenta la storia rivolgendosi al pubblico. Nonostante infatti possa essere vista da molti come un’aggiunta gradevole e creativa, per altri rende il film più bambinesco, compromettendolo e distraendo dalla storia principale. 

Insomma, questa commedia romantica è perfetta per gli inguaribili romantici che credono nell’amore a prima vista e che sperano di trovare un giorno la propria anima gemella, ma soprattutto per quelli che credono nel destino e nel suo potere di unire due destini in uno solo.

Virginia Porcelli