TETRA- una nuova casa editrice dedicata ai racconti

TETRA-
Quattro racconti – il Quattro del mese – a Quattro euro – per Quattro autori

 

 

TETRA- è una nuova casa editrice nata da un’idea di Danilo Bultrini e Luca Verduchi, gli editori di Alter Ego Edizioni, una casa editrice indipendente di Viterbo specializzata nella pubblicazione di narrativa italiana e straniera.

La direzione editoriale è affidata a Roberto Venturini, editor e scrittore candidato al Premio Strega 2021 con il romanzo “L’anno che a Roma fu due volte Natale“. (ne abbiamo parlato qui)

TETRA- ha scelto di aprirsi nel panorama editoriale indirizzandosi verso una forma particolare di letteratura, quella del racconto o short story, che meglio di altre sembra soddisfare le esigenze dell’epoca in cui viviamo e di avvicinarsi con maggiore attenzione alle nuove generazioni che prediligono una comunicazione veloce, immediata, a volte scarna ma non certo di parole.

E cosa di dire ne hanno di sicuro i quattro scrittori scelti per la prima uscita del 4 maggio: Andrea Donaera, Paolo Zardi, Emanuela Canepa e Valerio Aiolli.

Così come il nutrito elenco dei prossimi autori: Daniele Petruccioli, Romana Petri, Eduardo Savarese, Valeria Viganò, Ilaria Gaspari, Giorgia Tribuiani, Alfredo Palomba, Antonio Moresco, Demetrio Paolin, Alessandro De Roma, Irene Chias e tanti altri scrittori e scrittrici

La scelta del nome, TETRA-, racchiude in sé gli elementi distintivi dell’idea stessa visto che tetra significa quattro e Quattro saranno le uscite come per le stagioni, da Quattro scrittori diversi, al prezzo di Quattro euro, il Quattro del mese, e nella forma cartacea di un quadrato.

Anche per le illustrazioni di copertina si nota una grande cura e attenzione scegliendo la tecnica del collage “per rimarcare ciò che Tetra- si pone come obiettivo:unire le differenti voci del panorama letterario italiano e internazionale, per raccontare la complessità e il fascino del mondo contemporaneo.

Considerando che Quattro sono anche gli elementi fondamentali della vita attraverso i quali il microcosmo umano si unisce con quello naturale, c’è da aspettarsi grandi cose da questa esuberante iniziativa editoriale.

Mentre a noi lettori non resta altro che attendere il 4 maggio per leggere i racconti e augurare che il Fuoco, la Terra, l’Aria e l’Acqua siano sempre energia pura per l’intero team.

 

#gallery-1 { margin: auto; } #gallery-1 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 50%; } #gallery-1 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-1 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */




L’anno che a Roma fu due volte Natale di Roberto Venturini

Villaggio Tognazzi a Torvajanica protagonista del nuovo romanzo in tutte le librerie dal 4 febbraio

Quando un libro è ambientato in un territorio familiare sembra quasi che stia parlando proprio a te, a te che conosci quei luoghi, che sai esattamente come gira quella curva, che riconosci la forma delle due e sai perfettamente dove si trova Villaggio Tognazzi.

L’anno che a Roma fu due volte Natale di Roberto Venturini edito dalla casa editrice SEM, è un romanzo ambientato a Torvajanica ed esattamente all’interno di Villaggio Tognazzi.
È una storia che lega il passato al presente con la protagonista Alfreda, accumulatrice seriale che vive sommersa da vecchie riviste, insetti e oggetti di ogni tipo, la quale, insieme al figlio Marco, sopravvive giorno dopo giorno aspettando il momento di unirsi all’amato marito scomparso in modo misterioso nel mare davanti casa.

 

A forza di farsi scivolare le cose addosso, ad Alfreda si era impermeabilizzata l’anima. Però quella notte dell’anno in cui a Roma fu due volte Natale le formicolarono le emozioni, allora infilò una mano in un guanto irrigidito dal tempo e prese un paio di ciocchi di legno, li gettò nel braciere arrugginito che teneva in veranda e accese il fuoco.

 

La storia è rocambolesca e surreale e come tale va letta.

Perché è davvero paradossale pensare che Sandra Mondaini possa arrivare in sogno, chiedere di essere riunita al marito Raimondo Vianello sepolto al Verano, perché lei l’hanno sepolta a oltre 600 km di distanza a Milano; ed è ancora più paradossale pensare che il figlio Marco, aiutato da Er Donna, un transessuale amico/amica della coppia e da Carlo, l’amico luciaolo di Mario, il marito di Alfredo, possano davvero esaudire il desiderio della madre e avventurarsi di notte in visita al cimitero monumentale del Verano.

Eppure, per quanto tutto appaia così fuori le righe, la scrittura di Venturini è così avvincente e sincera che ci si ritrova a seguirne le vicissitudini senza più chiedersi se ciò sia possibile o meno.

L’anno che a Roma fu due volte Natale ci riporta le storie dei pescatori che per primi hanno abitato la costa di Torvajanica, ci ricorda i nomi di locali che ancora esistono e di altri che si sono persi nella memoria, ci fa fare un giro nella vita notturna e goliardica degli anni d’oro di Torvajanica quando i vip di Roma sceglievano di trascorrere le loro vacanze al Villaggio Tognazzi e quando il torneo lo Scolapasta d’Oro era un avvenimento sportivo super seguito.

L’anno che a Roma fu due volte Natale è di sicuro un libro che merita di essere letto anche solo per il fatto che parla di Torvajanica e del nostro bellissimo litorale.