Riciclando un’altra vita

<!--

Riciclando in giro per mercatini

-->
Pochi giorni fa ho avuto l’occasione di visitare un mercatino dell’usato. Si tratta di un luogo capace di aprire nuovi mondi, che sanno di carta ingiallita e vite da rispolverare. Perché parlarvi di questo? Per una molteplicità di aspetti.. Ma partiamo prima da quelli “positivi”. Comprare oggetti in un mercatino dell’usato significa prima di tutto riuso. In sostanza, è un’altra forma di riciclaggio e il riciclaggio è sempre una cosa positiva.
<–RiciclandoFiera–>
<!-- <h2 Riciclando magia -->

In secondo luogo, posti del genere emanano una magia tutta loro: molte persone vi si recano alla ricerca di un qualche cimelio in particolare, come può essere un vinile, un vecchia macchina da scrivere o un gioco che rimanda all’infanzia passata. Tutto è da riscoprire agli occhi del ventunesimo secolo. Così anche una vecchia calcolatrice degli anni ’40 diventa un oggetto onirico, qualcosa che dovrebbe sapere di “vecchio” e invece sa di “nuovo”. Per questo -e per altro- il mercatino è un posto particolare, capace di farti diventare curioso di sapere e di conoscere.

Ma pensare che un mercatino dell’usato sia solo questo sarebbe troppo semplice. E anche troppo bello. Infatti, molte persone non sono alla ricerca di un vecchio proiettore o un quadro da collezione: in realtà, tante famiglie comprano vestiti, scarpe, cappelli e altro ad un prezzo stracciato, perché, come si dice sempre, c’è crisi. E mentre da un lato vi sono uomini disposti a comprare una vecchia cinepresa a fior di quattrini, dall’altro ce ne sono altri che cercano solo un maglioncino per l’inverno a un prezzo moderato. Questo ci permette di riflettere su quella grande dicotomia che si è creata in questo Tempo e che nel Tempo stesso continua a ripetersi. Diversi stili di vita si incrociano tra scaffali impolverati scomponendo la società stessa.

Ed è proprio questo che colpisce di questi posti, che sembrano così distanti ma anche così vicini. Che sanno di vita, ogni tipo di vita in ogni tipo di Tempo: passato, presente e futuro.

Ma, come in ogni mercato, si può sia vendere che comprare. Questo è il mio augurio: cercare di riciclare il più possibile vestiti, utensili, mobili, per dargli una nuova vita. Alla fine non costa nulla e a guadagnarne sarebbero sia venditori che compratori. In fondo, come ho detto, il riciclaggio è sempre una cosa positiva.




Ricicla i tuoi vecchi abiti da H&M e sostieni il pianeta

H&M, uno dei colossi della moda low cost, sta promuovendo già dallo scorso anno una campagna etica ed eco-sostenibile, che ha l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della propria produzione tessile e di sensibilizzare i clienti ad una forma di acquisto più responsabile. Nei punti vendita dislocati in tutto il mondo è infatti possibile usufruire di sconti, se ci si presenta alla cassa consegnando, oltre ai nuovi acquisti, anche vestiti di tutti i brand, che non si usano più.

Secondo quanto dichiarato dall’azienda, nel 2014 le è stato possibile riutilizzare 7,6 mila tonnellate di fibra tessile, pari all’equivalente di 38 milioni di t-shirt: le materie prime non sono state attinte da risorse nuove, sottratte a quanto il nostro pianeta ha disponibile ed è in grado di offrire, ma provengono da prodotti finiti riutilizzati e rigenerati. Ciò significa, in termini industriali, la chiusura del ciclo di produzione e si traduce nella significativa diminuzione dello sfruttamento delle risorse idriche e delle emissioni dannose alla Terra, dovute proprio ai processi di produzione e allo smaltimento dei rifiuti non riciclati.

La sintesi del concetto del re-use (riuso) è donare nuova vita a ciò che altrimenti sarebbe destinato a morire e restituire una vita più lunga e salubre al pianeta che ci ospita. H&M sintetizza il suo messaggio pubblicitario nel mini filmato “Close the loop”, dimostrando che: “Non esistono regole nella moda, a parte una: ricicla i tuoi abiti”.