Il 25 maggio riaprono le palestre e dal 29 maggio via alla stagione balneare.

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Sindaco di Pomezia

Aggiornamento Coronavirus, nuova ordinanza della Regione Lazio.
Il 25 maggio riaprono le palestre; dal 29 maggio via alla stagione balneare.

Nuova ordinanza del Presidente della Regione Lazio che dispone le misure per ulteriori riaperture in tutto il territorio regionale.

Consentite dal 19 maggio le attività delle strutture ricettive extralberghiere (guest house o affittacamere, ostelli per la gioventù, hostel o ostelli, case e appartamenti per vacanze, case per ferie, bed & breakfast, country house o residenze di campagna, rifugi montani, rifugi escursionistici, case del camminatore, alberghi diffusi) e l’attività escursionistica a piedi in natura e nell’aria aperta, anche a titolo professionale, a condizione del rispetto della distanza interpersonale di due metri tra i componenti del gruppo escursionistico.

Dal 25 maggio 2020 possono riaprire palestre e piscine; le attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno di centri e strutture sportive, centri ricreativi e culturali, fermo restando la sospensione degli eventi e delle competizioni sportive e la sospensione degli spettacoli aperti al pubblico. Riparte anche l’attività corsistica individuale (come scuole di musica, di danza, di pittura, di fotografia, di teatro, di lingue straniere ecc.).

Dal 29 maggio 2020 via alla stagione balneare: consentite le attività degli stabilimenti balneari e lacuali, sulle spiagge libere e altre attività a finalità turistico ricreativo che si svolgono sul demanio marittimo e lacuale. Possono riaprire anche i parchi tematici, parchi zoologici, parchi divertimento, lunapark e spettacolo viaggiante; campeggi, villaggi turistici e aree attrezzate per la sosta temporanea.

Tutte le attività dovranno svolgersi nel rispetto delle linee guida regionali e nazionali. Rimane valida la disciplina degli orari di apertura delle attività commerciali prevista per la Città di Pomezia dalle 6.00 alle 21.30, escluse le farmacie, parafarmacie, aree di servizio, esercizi di somministrazione di alimenti e bevande sul posto o da asporto, cui si aggiungono, con l’ordinanza regionale, le attività artigianali di prodotti alimentari (come pizzerie, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie ecc.), i negozi di alimentari, le attività commerciali su area pubblica di prodotti alimentari.

Teresa Di Martino
Ufficio Stampa
Città di Pomezia




Elezioni regionali 2018: a tu per tu con Valentina Corrado

Donna determinata e caparbia, ma allo stesso tempo dolce e di grande umanità: è Valentina Corrado, consigliere del Movimento 5 stelle alla Regione Lazio e candidata alla Presidenza nelle elezioni regionali del prossimo anno.

Valentina Corrado, consigliere 5 Stelle della Regione Lazio, ci dice qualcosa di lei: com’è nata la sua passione per la politica?

“Sono nata e cresciuta in Calabria, a Crotone. Una terra meravigliosa ma estremamente difficile. Ho sempre covato dentro di me la voglia di attivarmi e di fare qualcosa. Fin da bambina mi rifiutavo di accettare passivamente le prepotenze e le ingiustizie. Forse è nato lì il mio percorso che mi ha portato ora in Regione Lazio. Mi sono trasferita a Pomezia nel 2007 e in poco tempo iniziai a amare questo territorio, a sentirlo mio, a sentirlo casa. Ricordo ancora le parole di Beppe Grillo “Attivatevi…dedicate un po’ del vostro tempo alla collettività”. Questo messaggio mi risuonava in testa e mi ha spronato a cercare il modo per fare qualcosa in prima persona per la cosa pubblica. Cercai il meetup di Pomezia e proprio ad un banchetto conobbi Fabio Fucci, allora consigliere comunale neo eletto. Rimasi colpita dal fatto che un “politico” stava per strada a dare volantini e a parlare con le persone. Io non ne avevo mai visti così! Entrai così nel gruppo di Pomezia e capii che dietro quel giovane consigliere comunale c’erano tanti cittadini che, nonostante gli impegni di lavoro e di famiglia, si riunivano la sera non per piangersi addosso ma per ragionare su soluzioni da proporre all’Amministrazione. Mi sentivo a casa. Ho vissuto diversi momenti di difficoltà con la mia famiglia: i miei genitori da operai hanno cresciuto da soli 4 figlie e io, essendo la prima, sono stata responsabilizzata sin da piccola per dare una mano a loro che dovevano lavorare notte e giorno. Questo pragmatismo, che fin da bambina ho dovuto sviluppare, l’ho ritrovato nel gruppo dei Grilli Pometini. A cambiare era solo il contesto e da quel momento ci si prendeva cura di una famiglia più grande: la collettività. Scoprire di poter fare politica con entusiasmo, restando sé stessi, facendo tesoro del proprio bagaglio di vita, condividendo idee, progetti con persone che hanno a cuore il benessere altrui, mi ha fatto innamorare di questa politica”

Il suo impegno e la sua dedizione alla gestione della cosa pubblica sono fattori ormai noti anche alla Pisana: ci racconta una battaglia vinta nell’aula e una che sta portando avanti a cui tiene particolarmente?

“Davvero non saprei quale scegliere. Le battaglie sono state centinaia e le vittorie le abbiamo sudate millimetro dopo millimetro: l’istituzione del fondo per il Microcredito per le pmi dove il gruppo consiliare m5s ha versato gli accantonamenti del taglio delle indennità, il finanziamento della legge regionale sulle case circondariali, l’aumento degli stanziamenti destinati ai Comuni in dissesto, il finanziamento della legge regionale sul monitoraggio e la mitigazione del gas radon. Una battaglia in particolare mi ha commossa: quella per l’istituzione della Riserva Naturale della Sughereta. Nel programma comunale avevamo scritto che ci saremmo attivati per far sì che la Sughereta divenisse una Riserva Naturale Protetta e, mantenendo fede a questa promessa, in Regione presentai la proposta di legge. Da lì è iniziata la battaglia, insieme all’Amministrazione, al comitato promotore e alle associazioni che chiesi di ascoltare, per calendarizzare la legge nella competente commissione consiliare. Anche se ci eravamo riusciti però il percorso della legge si era fermato. Il Presidente della commissione ambiente chiese una conferenza tra  Comune, Regione e Città metropolitana a ratifica del progetto presentato. Grazie al lavoro di coordinamento tra Virginia Raggi, Fabio Fucci e gli uffici della Direzione ambiente regionale si giunse alla sottoscrizione di un documento condiviso.

Anche se questo ulteriore ostacolo era stato affrontato i lavori in commissione non decollavano. Per questo motivo lo scorso agosto durante una manovra omnibus ho così inserito la proposta di legge come proposta emendativa ad una legge più ampia che conteneva anche norme di carattere ambientale. Non dimenticherò mai quella seduta di aula: 25 lunghe ore di trepida attesa con la speranza di riuscire a convincere i miei colleghi di altri schieramenti della bontà e della necessità di quella approvazione, frutto della volontà di cittadini che avevano speso 25 anni della loro vita dietro a questo sogno. 

Non le nego di aver pianto lacrime di gioia quando ho sentito l’esito della votazione.

Altre battaglie rimangono in campo: una tra tutte quelle dell’abolizione dei vitalizi in erogazione per gli ex assessori ed ex consiglieri regionali. A gennaio 2018 la spesa aumenterà oltre i 20 milioni di euro: 1/3 del bilancio del consiglio regionale! Istituire un sistema contributivo, come accade per tutti i lavoratori, è una battaglia per ripristinare equità nei confronti dei cittadini in un contesto socio economico che non tollera più un privilegio anacronistico come quello del vitalizio”

Veniamo alla sua decisione di correre per la Presidenza della Regione Lazio alle ormai prossime elezioni: ci racconta come ha maturato questo importante passo?

“In questi anni di attività istituzionali e sui territori regionali, molti cittadini e attivisti mi hanno manifestato l’apprezzamento per il lavoro svolto e la speranza di una mia disponibilità per la candidatura alla Presidenza. Con l’avvicinarsi delle elezioni questi messaggi di stima sono aumentati. Non per ultimo il mio gruppo di Pomezia, vista l’esperienza maturata in questi anni in opposizione in Regione e la collaborazione insieme alla maggioranza e al Sindaco per il governo della Città, mi ha spronato a fare questo passo.

Durante la pausa estiva ci ho riflettuto perché sento tutto il peso e la responsabilità che questo ruolo impone. Sono cosciente delle difficoltà che esistono nel governare una macchina come quella Regionale, ma ho deciso di accettare la sfida perché penso che ciò che è stato realizzato a Pomezia, il metodo di lavoro e i risultati avuti possono essere portati in Regione Lazio e di conseguenza tradursi in risultati positivi per i cittadini del Lazio”

Il “modello Pomezia”. Come può essere esportato in Regione Lazio?

“Lavoro di squadra mirato al raggiungimento degli obiettivi condivisi e non personali. Questo è quello che è stato il lavoro a Pomezia in questi anni. Quando ci sono scelte difficili il nostro principio guida è stato sempre quello della valutazione degli effetti delle nostre scelte nei confronti dei cittadini. La scelta è sempre ricaduta su ciò che era meglio per la collettività. Questo è il modo di operare che vorrei venisse portato in Regione: si è rivelato vincente e Pomezia ne è la prova. Purtroppo il criterio che ha guidato le scelte di chi ci ha governato fino ad ora in Regione è stato tutt’altro che rivolto agli interessi dei cittadini”

 




I comuni di Ardea e Pomezia aderiscono al progetto “Lazio in Gioco”

La Legge Regionale n 5/2013 – Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico – definisce delle regole regionali in materia di gioco d’azzardo e prevede nello specifico l’attivazione di 51 sportelli (uno per ogni distretto di ogni provincia della Regione) aventi il compito di accogliere giocatori d’azzardo patologici in cerca di aiuto e i loro familiari, orientare ai servizi socio-sanitari sul territorio e svolgere attività di prevenzione territoriale.

Il Comune di Ardea, in sinergia con il Comune di Pomezia, con la collaborazione dell’Associazione Family Time Onlus, ha avviato le attività previste dal Progetto finanziato dalla Regione Lazio.

Venerdì 18 marzo, alle ore 10.00, presso la Sala Consiliare del Comune di Ardea si terrà l’evento “C’é Gioco e Gioco ” , un Incontro di presentazione del Progetto “Lazio in Gioco”

Lo Sportello sarà gestito da Psicologi e Psicoterapeuti Counselor, afferenti all’équipe psico-educativa del Centro Clinico Specialistico Family Time. Viene privilegiato l’ascolto e l’accoglienza, fornendo uno spazio di consultazione psicologica alla persona con problemi legati al gioco d’azzardo e ai familiari, con modalità diverse, individuate secondo necessità (colloqui individuali, colloqui di coppia, counseling al solo familiare).

Obiettivo dello Sportello è quello di accogliere empaticamente la persona per poi definire prassi di collaborazione con gli altri servizi territoriali più specificatamente vicini al cittadino in difficoltà ed alla sua famiglia.

Il Gioco d’azzardo patologico è una dipendenza del tutto simile a quella che si instaura con le droghe. Il giocatore patologico compromette gradatamente lavoro, relazioni, salute, spesso causando gravi problemi anche ai familiari. Secondo i dati del Ministero della Salute negli ultimi anni il G.A.P. sta crescendo.

I Professionisti di Family Time accoglieranno chi desidera avere maggiori informazioni e/o una consulenza più specifica nei seguenti giorni ed orari:

Sede di Family Time – Via Prato n° 12 a Martin Pescatore (Torvajanica)                                                                                    Venerdì dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 20.00

Sede del Centro Anziani – Via Lavinia n° 26 ad Ardea                                                                                                                    Giovedì dalle ore 15.30 alle ore 19.30

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi ai seguenti recapiti:                                                                                           Numero telefonico dedicato: 3924765359                                                                                                                                          Mail dedicata: info@associazionefamilytime.it




Contro i nuovi tagli nella Sanità

Riceviamo dalla Uil Fpl e pubblichiamo.

Mesi fa avevamo annunciato che i continui rinvii sui tagli in sanità erano solo un diversivo per arrivare al voto senza problemi. L’intesa che sancisce la riduzione di 2,352 miliardi di euro del fondo sanitario a decorrere dal 2015 ha ricevuto il via libera dai Governatori.

Lo dichiara in una nota il Segr.Generale UIL FPL Giovanni Torluccio

Nonostante le contenute dimensioni della spesa sanitaria (in rapporto al Pil e in valore assoluto), il Ssn è stato sottoposto negli ultimi anni a notevoli restrizioni (finanziarie, di personale, tecnologiche e strutturali), soprattutto nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro, che hanno contribuito a contenere la spesa ma che stanno producendo effetti preoccupanti sulla capacità di erogare i servizi e sul funzionamento stesso contribuendo ad alimentare le importanti disomogeneità presenti tra le varie Regioni e di conseguenza l’equità del sistema.
Crisi economica e restrizioni alla sanità pubblica stanno pregiudicando le condizioni di accesso ai servizi sanitari, soprattutto fra le categorie più deboli e nelle regioni più in difficoltà, aggravando le già importanti diseguaglianze sociali e territoriali esistenti nel Paese. Gli strumenti di governo della spesa sanitaria pubblica non possono prescindere dagli effetti sulle diseguaglianze nella tutela della salute.

La UIL FPL – prosegue Torluccio – è pronta ad offrire il suo contributo per evitare tagli continui. Secondo noi si possono trovare soluzioni alternative attraverso:

lo sviluppo di politiche per la prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio sulla vita e sulla salute di un ambiente contaminato, insalubre e poco sicuro può ridurre in modo significativo i costi sociali ed economici (compresi quelli sanitari);

la lotta ai tanti sprechi partendo dall’ eliminazione delle tante, troppe stazioni appaltanti, carrozzoni inutili che generano solamente costi;

Il miglioramento dell’informatizzazione e le nuove tecnologie digitali che consentono anche un monitoraggio maggiore e migliore rispetto ai tanti sprechi in sanità oltre a contribuire alla semplificazione, snellimento e unificazione dei percorsi per ottenere le prestazioni, in particolare per le persone con malattie croniche o non autosufficienti (a partire dagli ausili per l’assistenza a domicilio delle persone non autosufficienti), gran parte a costo zero;

la sospensione di eventuali nuovi aumenti tickets che provocano il solo effetto di spostare la percentuale di pagatori verso il privato, il quale offre gli stessi servizi a tempi ridotti. Ricordiamo che in molte Regioni la percentuale di esenzione supera il 65% dei cittadini (si pensi alla Regione Lazio);

lo sblocco il turn over che ha provocato una riduzione dei servizi ed un aumento del precariato;
il potenziamento dei Pronto Soccorso oggi al collasso a causa della carenza di personale e dei continui tagli dei posti letto. Nonostante l’Italia abbia una dotazione di posti letto totali (3,4 per 1000 ab.) sistematicamente inferiore alla media dei paesi Oecd e a quella dei maggiori paesi europei: La Germania dispone di un numero di posti letto per 1000 abitanti che è circa il doppio di quello dell’Italia, sia in totale sia per gli acuti. Anche la dotazione della Francia è superiore a quella italiana, ancorché per valori più contenuti;

azioni concrete volte alla riduzione dei tempi di attesa; ricordiamo l’indagine Censis secondo il quale il 75% delle famiglie che sono ricorse a visite specialistiche o a esami diagnostici a pagamento lo hanno fatto per i tempi eccessivamente lunghi delle liste d’attesa. Tutto questo genera anche rinunce da parte dei cittadini con reddito medio-basso a visitarsi; sino a quando ci saranno persone che rinunciano ad effettuare visite specialistiche, esami diagnostici o a cicli di riabilitazione per motivi economici, non possiamo ritenerci un paese libero e democratico. Nel 2013, l’11% della popolazione ha dichiarato di aver rinunciato, pur avendone bisogno, ad almeno una prestazione sanitaria; il 5,6% ha indicato i problemi economici come motivo della rinuncia. Ciò significa che oltre 3 milioni di italiani hanno rinviato il ricorso all’assistenza sanitaria a causa delle crescenti difficoltà economiche;

un Piano straordinario di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie potrebbe costituire un volano per l’occupazione e la crescita;

la lotta ai “centri di potere” troppo spesso cor¬responsabili di fenomeni corruttivi e di condizionamenti impropri, compresi quelle della criminalità organizzata, sempre più diffusamente infiltrata – ad esempio ¬ negli appalti di servizi e nell’edilizia sanitaria. l’Italia, in tal senso, non ha ancora dedicato adeguata attenzione alla corruzione, né a livello generale né nel settore sanitario.

In Italia nel 2012 la spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) è scesa al 9,2% del Pil contro il 9,4% del 2009. Le risorse per la salute hanno evidenziato una crescita reale negativa del 3,5% nel 2011 e del 2,8% nel 2012.
Le regioni stanno quindi risparmiando più di quanto è stato loro imposto dalle manovre governative, per evitare di provvedere alla copertura di eccessi di spesa con finanziamenti a carico dei bilanci regionali. E’ ora di smetterla di adottare provvedimento prendendo a riferimento il rapporto salute/ Pil. Ricordiamo che il Pil è un aggregato che misura solo la spesa sanitaria ma non dice nulla né sui livelli di salute della popolazione né sulla qualità delle cure. Occorre esaminare il contributo della sanità alla crescita economica (non solo attraverso la produzione di beni e servizi sanitari, ma anche attraverso gli effetti indiretti su tutti gli altri settori) e soprattutto sull’apporto della sanità allo sviluppo umano.

Una cosa è certa – conclude Torluccio -, la continua rincorsa, negli ultimi anni, al rispetto dei vincoli di finanza pubblica e dei budget hanno messo in crisi il sistema che è entrato in una fase di profonda sofferenza e di crisi strutturale. Non sviliamo la nostra sanità tra le migliori al mondo.

Roma, 2 Luglio 2015




Pomezia: approvata la mozione sul Registro Tumori

Con una mozione presentata il 31 luglio dalla consigliera comunale del Movimento 5 Stelle Francesca Stefanutti, votata favorevolmente da tutti i consiglieri di maggioranza ed opposizione presenti in aula, è stato dato mandato al sindaco di promuovere presso la Regione Lazio l’avvio delle procedure necessarie per istituire il Registro Tumori; di cosa si tratta esattamente?

Il Registro Tumori è un archivio nel quale sono raccolte le informazioni riguardanti le persone affette da tumore in una determinata area geografica (città, provincia o regione), al fine di poter analizzare ed interpretare la diffusione di determinate neoplasie che si sviluppano nel tempo. Oltre all’apporto scientifico e ad una constatazione di carattere quantitativo, l’attenta osservazione di questi dati (che sono georeferenziati) è in grado di offrire indicazioni circa la prevenzione del cancro e favorire una ricerca epidemiologica e clinica.
Comprendere se una patologia tumorale è più frequente rispetto ad un’altra, se la sua diffusione risulta elevata in una specifica zona urbana e se le relative cure risultano più o meno efficaci nel tempo è di fondamentale importanza nella lotta contro un male che in Italia registra quasi 370.000 nuovi casi ogni anno (dati AIRTUM del 2013).
L’importanza di questo archivio è stato riconosciuto nella legge n. 221 del 2012, la quale specifica che le Regioni possono istituire registri di tumori e di altre patologie, di mortalità e di impianti protesici di rilevanza regionale e provinciale diversi da quelli già previsti.
Il Registro Tumori è riconosciuto quindi come valido supporto allo screening e dovrebbe essere uno strumento adottato da gli enti regionali al fine di salvaguardare e migliorare la qualità della vita della popolazione e di pianificare una valida risposta in campo medico sanitario.
Nel dicembre 2013, la proposta di legge n. 108 presentata dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle aveva come oggetto l’istituzione del registro tumori della popolazione della Regione Lazio, ma da allora questo progetto non ha avuto seguito.

L’augurio è che la Regione Lazio, grazie anche a questa iniziativa partita da Pomezia, non perda ulteriore tempo e si accinga al più presto a fornire questo fondamentale servizio ai cittadini, troppo spesso vittime di una sanità pubblica inefficiente.




L’ Amministrazione presenta il P.L.U.S. – Pomezia

imageNel 2012 il Comune di Pomezia ha ottenuto un finanziamento da parte della Regione Lazio (con fondi comunitari) di oltre 11,6 milioni di euro nell’ambito dei P.L.U.S. – Piani Locali Urbani di Sviluppo – con l’obiettivo di riqualificare edifici e zone abbandonate, implementare l’offerta di maggiori servizi ed il potenziamento delle opere pubbliche e delle infrastrutture.

“Nuova Vita a Pomezia” condensa già nel titolo le finalità e lo spirito di un progetto importante per la riqualificazione e lo sviluppo della città. In sintesi, il progetto prevede molti interventi sia in termini di opere pubbliche che di opere di valenza socioeconomica, da realizzare prevalentemente nell’area target designata, il quartiere Nuova Lavinium.

Lunedì 31 marzo l’Aula Consiliare ha ospitato la conferenza stampa di presentazione ufficiale del progetto PLUS – Pomezia.

All’incontro hanno partecipato il Sindaco Fabio Fucci, la Vicesindaco Elisabetta Serra, gli assessori Veronica Filippone e Lorenzo Sbizzera, i dirigenti comunali coinvolti nel P.L.U.S., la d.ssa Daniela Cesarini Sforza, dirigente dell’Area Infrastrutture per lo Sviluppo Economico della Regione Lazio, il dott. Gaetano Mandarino della Regione Lazio, la dott.ssa Letizia Mastrostefano di Sviluppo Lazio, la dott.ssa Gaia Tiberi di Lazio Service, il dott. Marco Canale di AGEST srl.

L’Amministrazione ha voluto sottolineare che il progetto non prevede contribuiti da parte del Comune, essendo interamente finanziato coi fondi comunitari per mezzo della Regione Lazio ed ha anzitutto confermato che tutte le pratiche relative al progetto che erano rimaste in sospeso sono state riavviate e sono partiti i relativi cantieri.

Il progetto nella sua articolazione prevede uno stretto controllo dello stato di avanzamento lavori, che saranno comunicati alla cittadinanza con un filo diretto che l’amministrazione si è impegnata ad avere tramite gazebo e punti informativi, un sito dedicato (www.pluspomezia.it), applicazioni per smartphone e video 3D sul sito del Comune  con spot televisivi e radiofonici. Inoltre saranno inviati degli opuscoli informativi a tutte le famiglie del quartiere Nuova Lavinium e saranno  organizzati eventi per sponsorizzare gli interventi in atto.

L’intento, sia tramite il PLUS attuale, sia tramite i progetti futuri con finanziamenti nell’ambito del POR FERS 2014-2020 è, come definito dallo stesso Sindaco Fabio Fucci, “di rendere Pomezia una smart city, nel senso di città intelligente e sostenibile che sappia ascoltare e soddisfare le richieste e le esigenze dei cittadini”.

Gli interventi, presentati dagli assessori Veronica Filippone, Lorenzo Sbizzera e dalla Vicesindaco Elisabetta Serra sono multidisciplinari e riguardano opere pubbliche strategiche e opere con valenza socio-economica.

Opere pubbliche strategiche :

  • Un nuovo asilo nido per 60 bambini situato nell’ex Casale Balducci, struttura ecosostenibile, con impianti fotovoltaici, impianto solare termico, riciclo e recupero delle acque meteoriche.
  • Area verde antistante al casale: giochi per infanzia con area verde.
  • Apertura di una scuola materna utilizzando la struttura dell’edificio abbandonato a via De Gasperi per 75 bambini. Anche in questo caso un struttura completamente ecosostenibile.
  • Il completamento della strada di collegamento da via Fratelli Bandiera alla via del Mare. Tale opera non era stata adempiuta a convenzione nei confronti del comune e quindi non era stata realizzata e ora riparte grazie al plus e verrà affiancata da una pista ciclabile.
  • Realizzazione marciapiedi e abbattimento barriere architettoniche.
  • Recupero dell’area a via Pietro Nenni adiacente a Casale Balducci. Area di sosta  per 40 vetture, a servizio anche per il nido futuro, illuminazione a Led, chiosco ristoro da assegnare con bando pubblico.
  • Realizzazione di un parcheggio in via Don Sturzo, pari ad un’area di circa 1200 mq (28 posti auto)
  • Ampliamento della biblioteca con la realizzazione di spazi per servizi riservati a bambini con difficoltà nell’apprendimento.
  • Allestimento dei nuovi spazi in biblioteca in open space, con computer, stampanti, reti ADSL, videoproiettori.
  • Giardino di via De Gasperi, di prossima inaugurazione, con pavimentazione gommata antitrauma e la piantumazione di nuovi alberi.
  • Illuminazione e monitoraggio di tutte le zone plus con videosorveglianza: 45 telecamere collegate con fibre ottiche contro atti vandalici.
  • 25 punti hot spot di accesso  wi fi.

 Opere con valenza socio-economica:

  • Pedibus riservato ai bambini che fanno tragitto casa scuola e viceversa con comitiva guidata da adulti. L’obiettivo è servire circa il 50% dei bambini che vanno a scuola, educare alla mobilità sostenibile, ad uno stile di vita salutare, favorire socializzazione e aggregazione, quindi l’autostima, ridurre l’inquinamento. Target è la scuola Don Bosco (succursale) previsto attualmente un tragitto di circa 1 km, servito da 4 linee diverse, composte da 20-25 scolari ognuna.
  • Contributo in conto capitale per piccole e medie imprese che operano nell’area target con progetti di riqualificazione. Previsto un contributo pari al 50% del totale dell’investimento per un massimo di 25.000 euro (nuovi impianti, riconversione, ammodernamento, riqualificazione).
  • Tirocini formativi in convenzione comune-centro per l’impiego
  • Progetto Casa di Tutti: assistenza con attività sistemiche per la prevenzione ed il recupero dell’insuccesso scolastico rivolto alle scuole primarie. L’accoglienza dei bambini potrebbe essere nel nuovo spazio in biblioteca o direttamente nelle scuole. L’obiettivo fondamentale è offrire un momento di crescita, recupero del rapporto genitore figlio e migliorare la partecipazione delle famiglie alla vita del quartiere e della città.
  • Voucher asili nido erogato direttamente alle famiglie: prevista una erogazione per il 2013-2014 di quasi 250 mila euro di cui nel 1 trim oltre 50 mila già erogati. L’intervento si pone come obiettivo l’abbattimento delle liste di attesa, attualmente di oltre 250 bambini. Con i voucher si è calcolato che si riduce la lista di attesa del 60%, percentuale che con l’apertura del nuovo nido cresce fino ad arrivare ad una copertura del’84% delle liste di attesa attuali.

Al termine della presentazione sono state rivolte alcune domande da parte di cittadini e della stampa e l’Amministrazione ha potuto confermare che il progetto è a costo zero per il Comune, in quanto trattasi di finanziamenti comunitari ricevuti erogati tramite la Regione Lazio, che le opere sono tutte strettamente a norma, pena la decadenza dei requisiti per accedere ai finanziamenti di cui sopra.
Il presidente del CdQ Nuova Laviunium, Francesco Di Ruocco, ha inoltre chiesto di poter prevedere la realizzazione di una strada di collegamento tra il quartiere e la Pontina, per sgravare il nodo di Via Cincinnato – Via Virgilio e rendere più agevole la mobilità e l’accesso al quartiere, mentre l’Architetto Paolo Moscogiuri ha voluto sensibilizzare l’amministrazione nel prevedere dei percorsi formativi dedicati all’aggiornamento dei soggetti preposti alla realizzazione delle opere sui temi della mobilità e sulle normative relative all’abbattimento delle barriere architettoniche.




Tempo scaduto per il paesaggio laziale

Senza proroga del PTPR c’e’ il rischio di cementificazione del territorio.

 “Oggi nel Lazio ci sono 29 piani per la tutela del territorio. E’ una babele che ha prodotto ritardi e anche illegalità. Saranno sostituiti da un piano unico, lo scriveremo insieme al Ministero dei beni culturali perché vogliamo regole chiare per difendere la ricchezza più grande che abbiamo, il nostro territorio

Sul Piano territoriale paesaggistico regionale del Lazio, che risale al 2007, pesano ben 20mila osservazioni: 4 o 5mila di queste riguardano aree sensibili.

Abbiamo deciso di intervenire e siamo al lavoro per un nuovo Piano territoriale paesaggistico regionale che valga per tutto il territorio: sarà approvato entro il 2014 e lo scriveremo con la collaborazione del Ministero dei Beni Culturali

Vogliamo eliminare la burocrazia, rendere più semplici le procedure e dare certezze sulla tutela delle aree di particolare valore paesistico e naturalistico. In questo modo evitiamo discrepanze e acceleriamo i tempi perché se i Comuni adotteranno il Piano non ci sarà più il passaggio di verifica della Regione.

È un esempio concreto della nostra azione per favorire la semplificazione e lo sviluppo del Lazio valorizzando e proteggendo il territorio”.

Questo è ciò che il giorno 11 dicembre 2013 dichiarava il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti sul suo blog. Parole che, se tramutate in fatti, darebbero considerevole lustro all’intero territorio, orfano di una politica di tutela efficace e spesso vittima di sconsiderati scempi urbanistici e ambientali (vedi il caso Cerroni).

Poco più di un mese dopo, precisamente negli ultimi giorni del gennaio 2014, diversi abitanti della regione (in particolare i capitolini) hanno scoperto a proprie spese, a seguito delle alluvioni dovute alle forti piogge, che l’importanza dei vincoli non giova solamente agli “amanti della natura” e agli “appassionati di archeologia”, bensì ad ogni singolo cittadino che rischia la casa, l’automobile e la vita stessa ogniqualvolta viene sorpreso da una pioggia torrenziale. Il 31 gennaio è bastato sfogliare i maggiori quotidiani nazionali per leggere: “Gente sui tetti a Prima Porta. Un corso d’acqua minore è esondato a Prima Porta costringendo alcuni cittadini a cercare rifugio sui tetti”, “Una frana ha interessato il raccordo anulare, dove il traffico sta vivendo momenti di grande difficoltà. Il punto maggiormente colpito è quello che riguarda gli svincoli di Casal del Marmo e la Cassia”, oppure le dichiarazioni del primo cittadino di Roma: “Quello che è accaduto a Roma può succedere ovunque se c’è edilizia spontanea a cui segue una cementificazione dei canali delle acque. Questo determina dissesto idrogeologico, non ci vuole un grande scienziato”.

A rigor di logica, questi episodi drammatici, oltre ad esser l’ennesimo campanello di allarme di una situazione ormai critica, avrebbero dovuto esortare il governatore e la sua giunta ad interventi cautelativi di prevenzione, rapidi e mirati ad arginare in maniera decisa l’abusivismo e l’urbanizzazione selvaggia, puntando magari su una politica finalizzata all’incremento dei vincoli paesaggistici.

Ancora una volta, alle meravigliose dichiarazioni della maggioranza, non sono seguiti i fatti.

L’imminente scadenza, prevista per domani 14 febbraio, del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) e le mancate risposte dell’assessore Michele Civita (assente) alle domande dei consiglieri David Porrello e Gaia Pernarella (Movimento 5 Stelle), sono il preludio di una potenziale devastazione del territorio laziale. Per quale motivo? Il PTPR è lo strumento di pianificazione nel quale sono indicate le azioni volte alla conservazione, alla valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi che devono essere applicate dall’amministrazione regionale. Questa definizione di “Paesaggio” è contenuta nella Convenzione Europea del Paesaggio, legge 14/2006 ed il PTPR è stato adottato dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, ai sensi dell’art. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/98.

I sette consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno posto all’attenzione del consiglio regionale del 12 febbraio l’urgenza di prorogare il PTPR dal momento che, in assenza di esso, sarà possibile edificare in zone vincolate (non solo costruzioni residenziali ma anche impianti biogas ad esempio), modificare l’urbanistica di centri storici, aumentare le cubature degli immobili, stravolgere l’assetto attuale del territorio agricolo e delle zone di interesse naturalistico ed archeologico. Basterebbe anche un solo giorno lavorativo di “vuoto legislativo” tra la scadenza e l’eventuale proroga per far approvare centinaia (se non migliaia) di progetti bloccati da vincoli attualmente depositati negli uffici urbanistici di tutti i comuni della regione.

Dopo non aver ricevuto risposte, i sette consiglieri hanno deciso di occupare l’aula consiliare fino a quando il Presidente del Consiglio Daniele Leodori non garantirà la convocazione di un nuovo consiglio dove potrà esser affrontato (e forse risolto, a seconda delle votazioni) il problema. Dopo più di 18 ore ininterrotte, una notte ed una mezza giornata chiusi dentro l’aula, i consiglieri del Movimento 5 Stelle non hanno ottenuto ancora nessuna risposta in merito: maggioranza e opposizione latitano compatte, ma di questo pochi oramai si stupiscono. Cittadini, parlamentari, associazioni attendono risposte fuori dal palazzo di via della Pisana, mentre speculatori e palazzinari incrociano le dita nella speranza che nessuna proroga venga concessa almeno fino a lunedì sera.

Dov’è quindi la sbandierata “protezione del territorio”? Evaporata dopo la campagna elettorale esattamente come la “politica verde sui rifiuti”?

Dice il proverbio che “tra il dire ed il fare, c’è di mezzo il mare”, ma la giunta Zingaretti dimostra che “tra il dire ed il fare il contrario di ciò che si è detto, c’è di mezzo…niente”. Vedremo se ancora una volta, la vecchia politica si dimostrerà l’alleata numero uno di mattoni e cemento.




Nuova Vita a Pomezia

Progetto PLUS – Pomezia Cambia

Nuova vita a Pomezia“Pomezia cambia” è il nome dato al progetto presentato alla Regione Lazio per realizzare quanto previsto nei P.L.U.S. – Piani Locali Urbani di Sviluppo e che nel 2012 ha ottenuto un finanziamento di oltre 11,6 milioni di euro con l’obiettivo di riqualificare edifici e zone abbandonate, implementare l’offerta di maggiori servizi ed il potenziamento delle opere pubbliche e delle infrastrutture.

Nel dettaglio, il progetto prevede molti interventi da realizzare nel quartiere Nuova Lavinium, ovvero un nuovo asilo nido e un’area verde pubblica presso l’ex Casale Balducci, la riqualificazione dell’area ex Pettirosso con una nuova scuola materna presso lo stabile in via Alcide De Gasperi, una nuova strada di collegamento tra via Fratelli Bandiera e la via del Mare. Poi marciapiedi, l’abbattimento di barriere architettoniche e un sistema di videosorveglianza sempre nel quartiere Nuova Lavinium, un nuovo parcheggio in via don Sturzo, l’attivazione del servizio Pedibus “Mi accompagno a scuola”.

Inoltre prevede il completamento dei locali della biblioteca comunale da destinare a progetti di inclusione sociale, l’installazione di punti wi-fi gratuiti, uno sportello Front Office per le imprese, la valorizzazione della Sughereta, tirocini formativi, voucher di servizi per l’infanzia, contributi alle PMI.

PROGETTO-PLUS-INTERO

“Pomezia cambia” si prefigura come un progetto importante e di grande livello che permette (e promette) di riqualificare e valorizzare zone ed edifici abbandonati o trascurati da anni e per dare quindi corpo alle opere pubbliche e ai servizi che i cittadini attendono da anni.

Il tutto e non è poco, visto il periodo di crisi economica che stiamo attraversando, senza alcuna spesa da parte del Comune.

 I vari lavori ed attività dovranno essere realizzati nel periodo che va a partire dal 2013 per concludersi entro il 31 dicembre 2015, ed è notizia di questi giorni che sono state aggiudicate le gare per la realizzazione dell’Asilo Nido nell’ex Casale Balducci e della Materna negli stabili ex Pettirosso, per un totale di circa 2,15 milioni di euro.

Sono inoltre iniziati i lavori previsti per adeguare ed ampliare la Biblioteca Comunale attraverso la chiusura del porticato esterno in modo da realizzare spazi da adibire, secondo quanto programmato, al servizio sperimentale di assistenza scolastica ed educativa “La Casa di Tutti”, rivolto a quei bambini che sono a rischio di dispersione scolastica.