Riciclando un’altra vita

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Riciclando in giro per mercatini

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Pochi giorni fa ho avuto l’occasione di visitare un mercatino dell’usato. Si tratta di un luogo capace di aprire nuovi mondi, che sanno di carta ingiallita e vite da rispolverare. Perché parlarvi di questo? Per una molteplicità di aspetti.. Ma partiamo prima da quelli “positivi”. Comprare oggetti in un mercatino dell’usato significa prima di tutto riuso. In sostanza, è un’altra forma di riciclaggio e il riciclaggio è sempre una cosa positiva.
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In secondo luogo, posti del genere emanano una magia tutta loro: molte persone vi si recano alla ricerca di un qualche cimelio in particolare, come può essere un vinile, un vecchia macchina da scrivere o un gioco che rimanda all’infanzia passata. Tutto è da riscoprire agli occhi del ventunesimo secolo. Così anche una vecchia calcolatrice degli anni ’40 diventa un oggetto onirico, qualcosa che dovrebbe sapere di “vecchio” e invece sa di “nuovo”. Per questo -e per altro- il mercatino è un posto particolare, capace di farti diventare curioso di sapere e di conoscere.

Ma pensare che un mercatino dell’usato sia solo questo sarebbe troppo semplice. E anche troppo bello. Infatti, molte persone non sono alla ricerca di un vecchio proiettore o un quadro da collezione: in realtà, tante famiglie comprano vestiti, scarpe, cappelli e altro ad un prezzo stracciato, perché, come si dice sempre, c’è crisi. E mentre da un lato vi sono uomini disposti a comprare una vecchia cinepresa a fior di quattrini, dall’altro ce ne sono altri che cercano solo un maglioncino per l’inverno a un prezzo moderato. Questo ci permette di riflettere su quella grande dicotomia che si è creata in questo Tempo e che nel Tempo stesso continua a ripetersi. Diversi stili di vita si incrociano tra scaffali impolverati scomponendo la società stessa.

Ed è proprio questo che colpisce di questi posti, che sembrano così distanti ma anche così vicini. Che sanno di vita, ogni tipo di vita in ogni tipo di Tempo: passato, presente e futuro.

Ma, come in ogni mercato, si può sia vendere che comprare. Questo è il mio augurio: cercare di riciclare il più possibile vestiti, utensili, mobili, per dargli una nuova vita. Alla fine non costa nulla e a guadagnarne sarebbero sia venditori che compratori. In fondo, come ho detto, il riciclaggio è sempre una cosa positiva.




Abusi edilizi.L’Unità accusa,Fucci replica

L’Unità accusa l’Amministrazione comunale di Pomezia di aver sanato un abuso edilizio, la replica del Sindaco Fabio Fucci

In merito all’articolo apparso questa mattina in prima pagina sul quotidiano L’Unità dal titolo “A Pomezia i grillini sanano gli abusi edilizi”, il Sindaco Fabio Fucci replica:

“Ancora una volta il giornale al soldo del Partito democratico scrive falsità sul conto dell’Amministrazione comunale di Pomezia. L’articolo riporta evidenti menzogne, in primo luogo quella secondo cui il Consiglio comunale di Pomezia avrebbe operato una sanatoria sugli appartamenti oggetto dell’inchiesta. L’organo consiliare non può sanare alcun abuso, ma può esclusivamente intervenire sugli strumenti urbanistici di pianificazione territoriale. E’ falsa anche l’illazione che sia stata avvantaggiata la famiglia dell’Assessore Sbizzera, poiché l’appartamento in cui vive, da anni, non è tra quelli oggetto dell’indagine”.

“Fa bene L’Unità a ricordare che le vicende giudiziarie relative al comparto edilizio in oggetto risalgono al Governo cittadino guidato dal Partito democratico – conclude Fucci – Solo la prescrizione ha salvato ancora una volta quell’Amministrazione, su cui rimane però, come un marchio, la colpa degli illeciti urbanistici disastrosi che ha operato nella Città di Pomezia”.

 




I principi delle banche etiche

Ultimamente nei notiziari sentiamo una parola ricorrere frequentemente: le banche. Queste sono di nuovo sotto la luce dei riflettori dell’ennesimo scandalo finanziario. Non ci si dilungherà troppo su questo, ma certamente è un buono spunto per poter aprire un discorso, quello delle attività bancarie. La banca, come sappiamo, svolge la funzione di intermediario finanziario, trasferendo denaro dai soggetti che ne dispongono a coloro che invece non ne hanno. Si tratta di vere e proprie imprese private a scopo di lucro che operano nella società fornendo all’economia i mezzi di pagamento e raccogliendo e impiegando il risparmio. Ovviamente la loro attività non si limita solo a questo: vi sono molti altri servizi accessori con cui operano, applicando commissioni, interessi e spese trattenute di diverso tipo.

Spesso ci si domanda come vengono impiegati i soldi gestiti da tali istituti , i quali non operano sempre nella completa trasparenza, finanziando aziende che forse sarebbe meglio non finanziare. Dopo questa breve introduzione possiamo parlare di una tipologia di banca particolare: la banca etica. Questo istituto bancario opera come gli altri, ma con criteri legati all’etica (come suggerisce il nome stesso). Offre gli stessi servizi delle altre banche, ma seguendo particolari principi. Opera nel microcredito, cercando di aiutare le persone disagiate che non possono permettersi un prestito con un’alta percentuale di interesse e intende garantire la trasparenza delle sue attività. Rinnega la possibilità di investire in settori che non possono essere considerati etici, come quelli in cui operano aziende che producono armi, aziende inquinanti, aziende che sfruttano i minori, aziende ad allevamento intensivo che non rispettano i criteri della certificazione biologica e molte altre. I settori in cui vengono impiegati gli investimenti sono, d’altronde, legati all’etica (come servizi sociosanitari, energie rinnovabili, gestioni di rifiuti e riciclaggio delle materie prime, aziende che producono prodotti biologici etc).

Nel rispetto del principio di trasparenza, i bilanci vengono pubblicati sul sito, in modo che ognuno abbia la possibilità di consultarli. Banca Etica ha anche dichiarato di non volere come clienti coloro che riportano nei confini nazionali denaro detenuto nei paradisi fiscali. L’obiettivo è quello di costruire “

Pomezia, presepe vivente in piazza

Domenica 27 Dicembre 2015 alle ore 16:30, presso i Giardini C.Petrucci in Piazza Indipendenza a Pomezia, si svolgerà la rappresentazione del Presepe Vivente Pomezia con oltre 100 figuranti consorti e mestieri, che vede la partecipazione di Associazioni, Comitati e Cittadini di Pomezia.

“IL PRESEPE VIVENTE NELLE TRADIZIONI STORICHE” lo slogan che racchiude un percorso turistico – culturale legato ai vari eventi storici, ed a una rivalutazione di tutti i presepi del territorio della Città di Pomezia.




Le feste sui social

Il 2015 giunge al termine, un po’ come il 2014 e l’anno prima ancora. Un po’ come finirà il 2016, con molta probabilità. Negli ultimi anni, le nostre vite vengono sempre più influenzate, positivamente e negativamente, dai social network. Diciamo che ormai possiamo parlare di una vera e propria dipendenza. Immaginare una vita senza smartphone o Facebook sembra impossibile. Ed è così. Il mondo cambia, la tecnologia avanza e noi siamo nell’occhio del ciclone di quella famosa “terza rivoluzione industriale” che ci trascina in questo vortice virtuale. Dai grandi ai piccoli, dai ragazzi alle ragazze, dai politici, i comici, le star, gli emarginati, chi più ne ha più ne metta: tutti cercano di adeguarsi a tali cambiamenti.

le informazioni circolano libere, dove possiamo esprimerci e dove possiamo evolverci, per l’appunto. Ma è anche vero che l’uomo necessita di sentirsi notato e apprezzato… E non ha importanza da dove questo provenga: quando il mondo è povero di anime ci si accontenta. Si spera che quest’anno ci si riesca a staccare un po’ da tale dimensione, facendo cose del tipo giocare a carte con i parenti, mangiare tanta cioccolata, guardare foto dei vecchi album impolverati dei nonni, invece di visualizzare quello di selfie proposto su Facebook. Bisogna semplicemente vivere un po’ di più.




A tu per tu con il consigliere Maurizio Battistelli

Dal ritorno in Consiglio alle prospettive future di Pomezia: faccia a faccia con il consigliere del Pd

 

Pomezianews, dopo l’intervista al Primo Cittadino Fucci, da’ voce all’opposizione e lo fa intervistando il consigliere del Partito Democratico Maurizio Battistelli.

 

Come nasce la sua passione per la politica?

“Ero bambino. Mio padre è stato il primo segretario del Partito Comunista Italiano in questo territorio, fondatore di una sezione a Martin Pescatore nello specifico”

Sono passati ormai più di sei mesi dal suo ritorno in Consiglio comunale: che ambiente ha trovato? 

“E’ la mia quarta consiliatura. Non nego che rientrare in Consiglio comunale per la morte dell’amico Corrado Capodimonti è stata un’esperienza devastante: tanto dolore ma anche tanta voglia di mettermi al servizio della Città e di chi ha votato il Pd. Il più grande problema che ho da subito notato è la mancanza di democrazia all’interno del Consiglio. Non vedo come si possa fare legittimamente opposizione, minoranza: ci siamo trovati, sin dall’inizio della consiliatura, con un cambiamento del regolamento del Consiglio comunale che ci ha devastato. Non possiamo entrare in Comune, non possiamo andare a vedere le carte, non possiamo nemmeno entrare all’interno degli uffici comunali. Primo perché c’è un clima  di terrore assurdo tra i dipendenti comunali e poi perché non abbiamo la possibilità concreta di controllare gli atti che girano all’interno del Consiglio. Non si riesce a parlare con chi fa gli atti e quindi non si riesce a comprendere le ragioni per cui determinati atti vengono fatti: tutto questo è paradossale, l’Amministrazione 5 stelle che fa della trasparenza uno dei suoi baluardi di principio si comporta in direzione completamente opposta”

La questione del gettone di presenza: un gesto e una battaglia che lei sta portando avanti. Si leggono tante cose, ma qual è la verità?

“Appena rientrato in Consiglio ho presentato una mozione per abolire il gettone di presenza, perché penso sia un gesto simbolico, ma importante. La mozione non è stata approvata e così ho deciso di scrivere una lettera nella quale a livello volontario propongo che il gettone di presenza non mi venisse erogato e che l’importo fosse messo a disposizione dei servizi sociali. Invece mi sono ritrovato con l’accredito nel mio conto corrente personale: è seguita così una mia diffida nei confronti dei dirigenti del Comune, perché io non voglio questo gettone. Possibile mai che l’unico modo di non farsi accreditare l’importo sia quello di non presenziare alle sedute del Consiglio, restando quindi al di sotto del minimo di presenze che è stabilito all’80%?” 

Passiamo alla Città:  a metà mandato dei 5 Stelle…ci sono cose che comunque ha apprezzato dell’operato del Sindaco Fucci? E cosa invece proprio non va?

“Hanno una grande sensibilità per i temi legati all’ambiente ed è una cosa che ci accomuna sicuramente: è anche il mio lavoro di Vigile del Fuoco che mi porta ad avere questa vocazione ambientalista. Non vedo però una grande apertura da parte dei 5 Stelle nei confronti della Città e dell’opposizione: capisco la loro natura che avversa tutto quello che c’è stato prima, ma questo non può voler dire che non bisogna confrontarsi. Non dimentichiamo che al primo turno nel 2013 i 5 Stelle hanno preso poco meno del 20% e solo al ballottaggio hanno staccato gli avversari perché in quel momento il Pd non era in condizioni di poter vincere. Di errori il mio partito ne ha commessi tanti, ma non per questo si può rifiutare un confronto serio con tutte le forze politiche: le buone idee per la Città possono trovarsi solo nell’ascolto di tutti. L’apertura alla Città non c’è stata: nonostante il loro grande operato nelle strade e nelle piazze alla fine le decisioni vengono prese a prescindere dai contributi altrui”

Costi della politica. E’ stato fatto abbastanza a Pomezia per ridurli? Cosa bisognerebbe ancora fare?

“Già con l’Assessore Maniscalco, nella passata Amministrazione, qualcosa era stato fatto: da lì è cominciata l’attività di recupero di risorse, 96 milioni di euro che hanno permesso a Pomezia di evitare il default. Secondo me non si tratta tanto di andare a tagliare gli stipendi degli Assessori e del Sindaco: il problema è ridurre il contorno, gli sprechi veri. Come sta provando a fare per la nostra Nazione Matteo Renzi, ad esempio con la riduzione delle partecipate”

A proposito di bilancio: come stanno le cose? Siamo di fronte ad una importante inversione di tendenza?

“Indubbiamente ci sono stati dei risparmi in questi due anni e mezzo: ma sono stati ridotti alcuni servizi alla persona, le mense scolastiche, è stata chiusa l’Università. Il problema vero poi è dato dalle entrate: se si prevede una certa cifra in entrata e poi a fine anno questi soldi non entrano effettivamente nelle casse comunali, il discorso è diverso. Sono stati previsti a settembre scorso 10 milioni di euro in entrata derivanti dal recupero dell’IMU: ad oggi non è entrato un euro. Come si fa a credere di poter recuperare questa grande cifra in pochissimi mesi? Inoltre, attraverso un artificio finanziario derivante da un provvedimento del Governo ci è stata data la possibilità di spalmare il nostro debito in 30 anni: così è stato possibile avere quell’avanzo di 4 milioni di euro, poi diventati 2. Gli spot sono belli, ma la verità è un’altra purtroppo: la verità è per esempio che le signore delle mense le abbiamo pagate l’ultimo giorno e iniziamo ad avere qualche problema a pagare l’elettricità ad Enel Sole. Nella passata Amministrazione potevamo avere un’anticipazione di cassa di 10 milioni di euro, ora siamo passati a 20. C’è una bella differenza. Spero comunque che questo mio sia un allarme che poi non avrà ripercussioni, ma ho forti dubbi”

La scorsa estate sul nostro litorale ci sono state diverse positive novità: le torrette di controllo e la raccolta differenziata sugli arenili liberi, ad esempio. Si poteva fare qualcosina in più?

“Le torrette già le avevamo prima dell’attuale Amministrazione a 5 Stelle: abbiamo solo avuto difficoltà ad individuare l’ente che ci potesse fornire il servizio di soccorso. Comunque sia, siamo tutti contenti che ci siano e che funzionino, perché penso che la sicurezza deve essere sempre al primo posto. Allo stesso tempo, però, dico che in occasione dello spettacolo di Maurizio Battista non ci fu una buona organizzazione: nella notte, infatti, per fortuna, quindi quando non c’era nessuno, il vento fece andar giù la struttura del palco…e poteva andare molto peggio. Quanto alla differenziata, a Torvaianica era già partita, ma dall’estate passata è diventata un buon servizio anche sugli arenili: l’unico problema è emerso nei fine settimana quando, in concomitanza con l’aumento dei fruitori delle spiagge, i secchi della raccolta si sono dimostrati sotto dimensionati rispetto  alle previsioni. Forse, per l’anno prossimo, pensare ad un turno di raccolta, nei weekend, anche durante il giorno, non sarebbe male e darebbe un senso vero a tutta l’iniziativa. E poi c’è la questione del distaccamento anagrafico e della P.M. del lungomare, chiuso ormai da tempo per una presunta questione di sicurezza, perché sarebbe pericolante: per me, tuttavia, c’è qualcos’altro sotto, perché non si capisce come fanno a rimanere nello stesso edificio, al piano di sopra, i bambini della casa famiglia. L’anagrafe e la polizia locale sono due servizi fondamentali : non si può pensare che una persona, per fare un certificato debba partire con la macchina e farsi una decina di chilometri, oltre che, dopo, una bella fila allo sportello perché lì troverà anche i cittadini di Pomezia. E Torvaianica non se lo merita, deve essere rilanciata, anche a livello di servizi al cittadino: o si riapre al più presto il distaccamento o si trovano altri locali”

Guardiamo al futuro, per concludere: pensiamo di essere nel 2018. Che scenario politico prevedi? E tu come ti vedi impegnato?

“Mi piacerebbe vedere un nuovo Pd, anche perché senza Partito democratico questa Città non si governa: e sarà un partito nuovo, radicalmente rinnovato nella dirigenza e nei candidati al Consiglio comunale. Maurizio Battistelli non credo farà parte di tutto questo, ma il mio impegno per i prossimi due anni sarà proprio quello di trovare ragazzi e ragazze, con la faccia pulita, che abbiano voglia e passione di iniziare questa nuova avventura. Dobbiamo ripartire dalle cose buone che abbiamo fatto per questa Città e non ripetere gli errori commessi: sono in tutto e per tutto vicino al mio Segretario quando afferma che abbiamo bisogno di volti nuovi non riconducibili al passato. Da questo punto di vista, i 5 Stelle hanno tracciato la strada giusta: un vero cambiamento si può avere solo in presenza di un vero rinnovamento. E lo faremo” 

 

 

 

 




Parola chiave: Partecipazione

Intervista al Segretario del PD di Pomezia Stefano Mengozzi

Seicento giorni da Segretario, un leader giovane eppure molto conosciuto nel territorio, sia per radici che per la sua attività di giornalista a Pomezia e nel territorio Pontino. Incontro Stefano Mengozzi di primo mattino, è stato il Direttore del giornale per cui ho scritto, la confidenza è immediata e non c’è bisogno di preamboli. Un caffè al bar seduti in un tavolo all’aperto, per potersi consentire la prima sigaretta di una giornata che si preannuncia, a giudicare dalle telefonate che riceve, molto lunga. Poi spegne il telefono, è il segno che si può cominciare.

Stefano sei il Segretario del partito da 20 mesi, possiamo già fare un bilancio di questa esperienza? Ti sei pentito?

«No non sono pentito, assolutamente!» sorride della provocazione che forse si aspettava: «Una domanda che mi piace. È un’esperienza faticosa ma molto, molto bella. Quando ho iniziato sapevo che il percorso era di ricostruzione di una classe dirigente del partito, non solo a livello politico ma anche e soprattutto aggregativo, di voglia di condividere e di condivisione. Voglio aggiungere che è anche e soprattutto un’esperienza appassionante. Davvero. Il momento più bello è stata la “Festa de l’Unità” di quest’estate, dove ho ritrovato compagni storici che erano anni che non si affacciavano più alla politica e che ti ritrovi, di colpo, nelle cucine a servire ai tavoli e a collaborare con un entusiasmo nuovo, ritrovato. Che si sentono di nuovo parte di una comunità che vuole fare il bene di tutti.

Sei alla prima grande esperienza politica dopo esser stato osservatore e giornalista. La tua percezione della politica è diversa adesso rispetto a prima?

«Ti confesso che è quasi imbarazzante trovarmi dall’altra parte, con te che mi intervisti, dopo aver per tanto tempo fatto io il giornalista che faceva le domande e che non doveva rispondere. Fammi dire innanzitutto una cosa importante perché ci tengo: questa città ha un’ottima informazione e bravi giornalisti, che tra mille sacrifici, quotidianamente ci mettono passione e sanno andare oltre la semplice notizia. Per quanto mi riguarda, ti rispondo subito: l’essere giornalista è importante perché mi ha regalato la conoscenza del territorio. La sua complessità è evidente e grazie al fatto di essere stato sul campo per anni sai subito quali sono i problemi della gente e quelli di alcune zone del territorio che sono in sofferenza.

Parliamo delle elezioni 2013. Ha pesato per te la scelta di candidare Schiumarini? Quelle primarie hanno sancito forse uno strappo con l’elettorato di sinistra?

«Noi perdiamo nel 2013 per diverse ragioni: innanzitutto la proposta alternativa di Fabio Fucci e del Movimento 5 Stelle ha affascinato la città, è innegabile. Ma perdiamo soprattutto secondo me per la mancanza di fiducia maturata dalla precedente amministrazione. Ora, dire che è colpa di Schiumarini non è corretto, sarebbe troppo semplice. Hanno pesato e non poco invece le questioni giudiziarie e l’incapacità di comunicare quello che avevamo fatto di buono. Pensa soltanto ai fondi ottenuti dalla Regione e dall’U.E. con i “PLUS” (Piano Locale Urbano di Sviluppo n.d.r.) dove Pomezia con la giunta De Fusco arriva addirittura seconda tra i comuni del Lazio, proprio per la qualità del lavoro svolto a livello progettuale. Questo successo della precedente giunta ha consentito di incassare quei fondi di cui ti dicevo, a seguito dei quali quei progetti messi su carta dall’amministrazione De Fusco sono state inaugurate ora dal Sindaco Fucci».

Ci torneremo più tardi alla questione dei PLUS, si sente che è un argomento che Mengozzi vorrebbe sviscerare meglio, per il momento rimaniamo però sulla questione politica del partito.

Sempre a proposito di Schiumarini, e delle Primarie che lo candidarono: tra due anni prevedi il ricorso ancora a quello strumento per decidere chi sfiderà il M5S?

Le primarie del 2013 furono purtroppo una resa dei conti all’interno del partito, non un forte confronto aperto agli elettori. Io lo dico sempre, non è lo strumento delle primarie in se ad esser giusto o sbagliato, ma come lo si usa. Al momento non mi interessa e non mi appassiona sapere se le faremo o no, mi interessa che ci sia “partecipazione” al progetto. Questa deve essere la parola chiave! L’ho detto prima e lo ribadisco. Ci siamo dati un obiettivo : restituire proprio partecipazione e condivisione altrimenti non si vincerà la sfida con il Movimento 5 Stelle».

Si accende un’altra sigaretta e continua sul tema che più gli è a cuore: «negli ultimi anni il PD di fatto era un veicolo buono solo per il periodo delle elezioni. Diciamoci la verità. Il confronto e la discussione politica e programmatica avveniva solo in quelle occasioni. Io ho cercato e sono riuscito, lo dico senza indugio, di farlo diventare di nuovo un punto di aggregazione vero e vivo e di questo posso ritenermi soddisfatto».

Non credi che ci sia bisogno di forze nuove nel partito? Pensi che le prossime elezioni possano esser l’occasione per il PD, ma anche per tutte le altre liste ora all’opposizione, di un cambio generazionale profondo al proprio interno?

«La mia idea è proprio di dare vita ad un radicale rinnovamento all’interno, anche su chi si candiderà nelle liste del mio partito. Se sarà una linea condivisa da tutti lo scopriremo al congresso nel 2017, proprio poco prima delle elezioni comunali. Siamo convinti, come direzione, che solo con una nuova proposta programmatica e con volti nuovi saremo capaci di tornare al governo di questa città».

In questo progetto rivedi un compattamento delle forze di Sinistra o correrete da soli?

La domanda lo sorprende, si prende qualche secondo per rispondere… «vedi, le cose si decidono sempre in due. O comunque insieme. Noi adesso dobbiamo fare un lavoro dentro al nostro partito, è questo il nostro obiettivo assoluto e prioritario per il momento, non quello di cercare alleati. Se proprio però devo pensare ad una coalizione che vada insieme alle elezioni del 2017, non posso non pensare alle forze di sinistra, certamente. Si potrebbe, anzi si dovrebbe ricreare però un gruppo che sia in assoluta sintonia sui grandi temi e sulle sfide ancora irrisolte della città, allora si che ci sarebbe coalizione. Vedremo, è presto per parlarne».

Abbiamo finito, ma Stefano Mengozzi ha ancora qualcosa da puntualizzare. Vuole tornare sull’argomento che gli sta a cuore, quello delle opere realizzate e inaugurate dall’attuale governo della città, le avevamo accennate poco prima parlando dei PLUS.

«Si perché vedi, questa cosa voglio proprio dirla: la vicenda dei plus ha mostrato il lato più basso di questa amministrazione. Peggio della vecchia politica. Fucci ha invitato addirittura Di Battista e Di Maio ad inaugurare un’opera resa possibile dall’Europa e dalla Regione Lazio, gli stessi enti contro cui M5S si scaglia quotidianamente. Ma la questione più importante a mio parere è un’altra: queste opere sono state realizzate appunto a fronte di progetti realizzati e messi in gara dalla passata amministrazione, proprio quello che chi governa la città non sta facendo adesso. Questa situazione è preoccupante perché fa emergere soprattutto la mancanza di progettazione per il futuro. Mi chiedo, dove sono i progetti per far arrivare nuovi fondi Europei o Regionali? Cosa troverà la prossima amministrazione cittadina»?

Mauro Valentini




Il Piccolo Principe – il film

Il 1 Gennaio 2016 uscirà al cinema in tutte la sale italiane il “Piccolo principe”, cartone d’animazione diretto da Mark Osborne e tratto dall’omonimo e famosissimo libro. Tutto ebbe inizio otto anni fa, quando i produttori francesi hanno avuto il via libera dalla Fondazione del patrimonio Saint-Exupéry per poter procedere alla realizzazione di questo ambizioso progetto. Il libro è riuscito a conquistare il cuore di tutti proiettandoci in un universo del tutto nuovo e abitato da strani personaggi, ognuno con un significato ben preciso. Ciascuno di noi, a modo suo, ha instaurato un legame forte e personale con il protagonista, un bambino dai capelli color dell’oro che vive su un piccolo asteroide insieme alla sua rosa.

Il film d’animazione non racconta, però, semplicemente la storia che noi tutti conosciamo, ma mostra il racconto dal punto di vista di una bambina che vive la propria vita in modo rigido, programmato e freddo… Proprio come un’adulta. Una bambina troppo matura per la sua età, abituata dalla madre a vivere programmando il proprio futuro, senza pensare mai al presente o avere tempo per giocare con gli amici. L’incontro con il nuovo vicino di casa, un “bizzarro” (per citare qualche parola del film) aviatore, le farà scoprire l’importanza di essere piccoli. Attraverso la storia del Piccolo Principe la protagonista riscoprirà il proprio “bambino interiore”, quello che la maggior parte degli adulti dimenticano crescendo.

Le scene tratte dal libro vengono realizzate in stop motion, un bellissimo omaggio che tanto ricorda i disegni originali di Exupéry. Insieme alla bambina riviviamo i momenti più belli della storia: dalla rosa sotto una campana di vetro, all’incontro con l’uomo d’affari, al segreto della volpe. E’ difficile essere all’altezza di un capolavoro del genere, così ricco di sensibilità. Nonostante l’estensione della trama, il film riesce bene nel suo intento e evidenzia i due grandi insegnamenti che la storia vuole trasmettere: il primo è che l’essenziale è invisibile agli occhi e il secondo è che non bisogna mai dimenticare il bambino che c’è in noi (che attenzione, non significa non diventare adulti!). Grazie alla creazione di una società indipendente è stato possibile sviluppare un progetto senza vincoli. In questo modo riscopriamo di stupirci di nuovo per un aquilone che vola nel cielo o nel guardare le stelle la notte , immaginando che in una di esse ci sia un piccolo bambino che si prende cura della propria rosa vanitosa.

tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano




“Fatti non foste a viver come bruti”

750 anni dopo la nascita di Dante Alighieri

750 anni fa nasceva uno dei capisaldi della letteratura italiana, unico ed inimitabile: Dante Alighieri. Quest’anno ricordiamo il suo anniversario di nascita tramite eventi organizzati in tutta Italia. Nonostante siano passati così tanti secoli da quell’epoca così distante a noi quale è il Medioevo, ritroviamo ancora temi di grandissima attualità all’interno delle sue opere.

Dante è sempre stato un uomo di cultura e non solo: era appassionato di politica, innamorato della filosofia e un uomo esiliato e condannato. Egli fu uno dei primi ad interessarsi allo studio della lingua e dei dialetti, definendo anche l’italiano che parliamo oggi. Fu il creatore della famosa “donna angelo” e il primo a coniare i termini “bello stilo” e “stilnovismo”, corrente letteraria di cui lui stesso sarà uno dei massimi esponenti. Fu anche un uomo di Chiesa, ma capace di condannare gli stessi papi che hanno abusato del loro potere.

Superbo, insicuro, combattuto. Insomma, fu un uomo in ogni senso e visse una vita tormentata, tra passione e dolore. Nella sua più grande opera, Dante esprime se stesso, la sua evoluzione e ascensione.Analizza l’amore lussurioso, provocato dalla stessa letteratura, definendolo primordiale e peccaminoso. Amore che si contrappone a quello spirituale e di elevazione. Condanna anche se stesso, mettendosi così in discussione. Condanna i corrotti, i politici e gli ecclesiastici.

Ecco come magicamente tutto si ricollega in quelle pagine, capaci di farci scorgere i fili conduttori che collegano la storia, tutta la storia, letteraria e non. Per questo motivo ci sentiamo tanto coinvolti nelle celebri terzine della “Divina Commedia”: possiamo rivederci ed identificarci in esse. Oggi forse più che mai, un passo in particolare ci coinvolge maggiormente, ossia quello del canto XXVI dell’inferno. Le parole di Ulisse, il cui spirito arde nella bolgia dei consiglieri fraudolenti, sono così d’impatto tanto da non poter essere mai dimenticate. Perché nella vita ci vuole curiosità, ci vuole passione, ci vuole coraggio. Bisogna viaggiare, conoscere e avere sete di sapere. Bisogna avere uno sguardo capace di puntare più in là dell’orizzonte, ma al contempo bisogna essere consapevoli dei propri limiti.

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza




Il Sindaco di Pomezia si racconta, intervista a Fabio Fucci (seconda parte)

Continuiamo l’intervista fatta al Primo Cittadino pometino.

Parliamo di partecipazione, un tema a voi caro: quello che si nota a Pomezia è un ritrovato impegno civico. Semplici cittadini che si interessano sempre più attivamente alle questioni della propria città. Questo anche grazie ad una evoluzione positiva della vostra comunicazione: non più solo attraverso la rete e gli incontri di strada, ma sfruttando anche gli spazi televisivi e radiofonici. Siete poi andati oltre e avete approvato un regolamento ad hoc sulla partecipazione. Ci sono già dei risultati?

 “Si, noi ci siamo resi conto che la partecipazione si può concretizzare sotto varie forme: in alcuni casi potrebbe essere la volontà di concorrere alla formazione di una proposta di delibera o di una proposta di legge; in altri – e a Pomezia questo succede spesso –  il desiderio di partecipare fattivamente per realizzare qualcosa in favore della collettività. Sin dall’inizio della consiliatura siamo stati impressionati dalle numerose richieste di collaborazione gratuita per operare concretamente, ad esempio prendendosi cura di un giardino o ridipingendo l’aula di una scuola. Richieste che, all’inizio del nostro mandato, non potevamo soddisfare proprio mancava uno strumento che consentisse ai nostri cittadini di partecipare attivamente e di condividere con noi esperienze fattive in sicurezza e secondo norma. Con l’approvazione del regolamento sulla cittadinanza attiva abbiamo quindi colmato questa carenza e colto l’occasione di dare ai nostri cittadini un motivo di orgoglio in più di appartenere a questa comunità. Allo stato attuale ci sono già dei progetti che sono partiti, legati per lo più al decoro urbano, per esempio con l’Associazione Retake o con il Comitato di quartiere “Roma 2″ che si è preso cura del giardino di Santa Palomba coinvolgendo anche gli immigrati richiedenti asilo che sono ospitati nel vicino residence. In questo modo sono stati raggiunti due risultati positivi e cioè il ripristino del decoro urbano e l’inclusione sociale. Altri progetti stanno per partire”.

Parliamo di litorale. L’estate appena trascorsa ha presentato parecchie novità, due su tutte: le torrette di controllo e la raccolta differenziata sugli arenili liberi. State pensando anche ad altro per rilanciare un’area strategica come quella di Torvaianica? 

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Raccolta differenziata a Torvaianica

“Alcune iniziative partite quest’anno le ripeteremo sicuramente anche per il prossimo, perché hanno dato buoni frutti. La nostra intenzione è quella di potenziare la raccolta differenziata a Torvaianica per dare ancor più decoro al nostro litorale, tenendo presente anche l’incremento di popolazione in concomitanza della bella stagione. Sono prossimi a partire interventi di ammodernamento dell’arredo urbano, dalle panchine ai giardini e, il prossimo anno, alla piazza; inoltre è partito pochissimi giorni  fa un cantiere sul Lungomare delle Sirene per la manutenzione straordinaria della strada.  Dall’estate appena trascorsa è stata poi potenziata una linea di depurazione che negli anni passati era in manutenzione e, quindi, l’intero sistema, composto da ben tre depuratori, è tornato efficiente e a pieno regime.  Infine, a breve partirà un intervento di riqualificazione dell’ex stabilimento balneare New Las Vegas Beach. Il 2016 – posso dirlo – sarà l’anno di Torvaianica: tanti interventi che abbiamo dovuto rinviare, a causa del mancato arrivo di finanziamenti, saranno realizzati facendo ricorso anche ad investimenti di fondi comunali se sarà necessario”.

Dal prossimo anno il governo Renzi abolirà la TASI: avete già pensato a misure alternative per far fronte ai mancati introiti?

“Se tale abolizione non porterà squilibri nel bilancio comunale, come è stato più volte affermato dallo stesso Presidente del Consiglio, il problema non si pone:se dal Governo arriveranno erogazioni di pari importo non dobbiamo temere nulla. Dalle entrate derivanti da TASI e IMU, non lo dimentichiamo mai, si ricavano i fondi per la realizzazione di tante opere a favore della collettività. Sono convinto che i cittadini siano anche ben disposti a pagare le tasse, purché vedano un ritorno in opere e servizi. Ci siamo accorti che il solo aumentare del senso di fiducia dei cittadini in favore dell’Amministrazione comunale ci ha permesso di recuperare un 5% di evasione: è bastato poco, un’Amministrazione seria ed onesta che con massima trasparenza fa vedere alla collettività che i soldi delle tasse vanno esclusivamente a finanziare opere e servizi”.

Sindaco, come vede Pomezia alla fine del suo mandato nel 2018? Come immagina la sua Città e cosa vorrebbe sentirsi dire dai suoi concittadini?

“Alla fine del mandato immagino la fine di gran parte dei problemi più critici che abbiamo ereditato dalle passate gestioni. Alcuni li abbiamo già risolti: tra tutti il Consorzio dell’Università e la ristrutturazione della Pomezia Servizi. Ma mi aspetto anche una Pomezia ancora più ordinata, più pulita, con servizi più efficienti, che si avvicini ad una Città europea. Se pensiamo, ad esempio, che prima del nostro arrivo la raccolta differenziata era al 5% e oggi siamo al 23% , è lecito aspettarsi il 50% quando, a breve, copriremo l’intero territorio comunale. Immagino la mia Città, inoltre, ancora più vicina a chi è in disagio economico e ancor più rispettosa delle regole: penso per esempio al fatto che abbiamo già riportato regolarità e legalità nell’assegnazione delle case popolari. Mi piacerebbe che questo enorme sforzo che stiamo facendo ci fosse riconosciuto: abbiamo dovuto far fronte ad un arretrato pazzesco su tutti i settori. E questo sempre con onestà, trasparenza e capacità. Fare il Sindaco di Pomezia, per me, è un grandissimo impegno, ma anche estremamente gratificante perché ho l’onore e il piacere di lavorare per la mia Città e per i miei Cittadini e perché i primi importanti positivi risultati cominciano a vedersi”.

Un’ ultima battuta. Con la fine di questa consiliatura, lei avrà raggiunto il limite dei due mandati. Che impegno immagina per lei successivamente?  

Io mi sento più determinato che mai e ho il desiderio di mettere a disposizione l’esperienza politica e di governo fatta in questi anni. Ho dimostrato che alla onestà ho saputo accompagnare la competenza che mi sta consentendo di amministrare un comune complesso come Pomezia e risollevare l’immagine della Città. E’ presto per parlarne. Vedremo…




Il Sindaco di Pomezia si racconta, intervista a Fabio Fucci (prima parte)

Il Sindaco Fucci e la sua prima metà di mandato,

tra i ricordi degli esordi in politica e le prospettive future della Città

 

La redazione di Pomezianews ha incontrato il Sindaco Fucci, che parla dei suoi esordi in politica, analizzando quello che è stato fatto e quelli che sono i progetti per la Città di Pomezia da qui alla fine della consiliatura.

Un brevetto da pilota, un diploma da perito aeronautico e un passato recente da programmatore informatico: Sindaco, chi gliel’ha fatto fare di impegnarsi in politica a Pomezia?

“E’ stato un percorso bizzarro: ho iniziato ad occuparmi di politica per necessità, nel 2007, quando sono arrivato in questa Città e ho da subito notato i problemi e le anomalie che c’erano. Potevo scegliere la via più semplice, quella di iniziare a lamentarmi in maniera sterile; invece ho iniziato a pensare di cambiare Pomezia in modo costruttivo, insieme a degli amici, cominciando a fare proposte. E’ così che nel 2007 nasce il Meetup di Beppe Grillo, a seguire le prime proposte sulle piste ciclabili e sulla raccolta dei rifiuti. Siamo poi arrivati alla candidatura nel 2011, ripetuta con la vittoria nel 2013”.

In una recente intervista radiofonica, l’hanno più volte definita, ironizzando, “una brutta persona” perché ha portato il bilancio in attivo, invertendo la tendenza dopo anni di rosso e perché finalmente Pomezia sta ripartendo. Si sente davvero una voce fuori dal coro?

“Beh, qualcosa è sicuramente cambiato.  A livello di sentire politico, con l’avvento del Movimento 5 stelle, le persone comuni si sono riavvicinate alla politica. Ma la forza di questo Movimento si è subito dimostrata grande: in pochissimi anni siamo passati a governare in 16 Città italiane, contiamo parecchi esponenti in Parlamento, nei Consigli regionali e in quelli comunali e siamo accreditati ad essere una delle forze politiche che può diventare la guida del Paese. Il vero punto di svolta, a mio parere, è stato quello di aver saputo rompere i vecchi schemi della politica riportando, soprattutto, legalità, utilizzo coerente e di buon senso delle risorse pubbliche e trasparenza”.

Quasi due anni e mezzo di mandato sono andati: mi dice qual è la cosa che avete fatto per Pomezia di cui va più fiero e la cosa invece che avreste voluto fare subito, ma non siete ancora riusciti a realizzare?

“Vado fiero sicuramente del modo in cui utilizziamo le risorse pubbliche, seguendo i canoni del buon senso e delle reali necessità del territorio. Personalmente mi ha fatto molto riflettere la questione acqua a Santa Palomba, perché, nonostante fosse un problema aperto da decenni, è bastato poi davvero poco per risolverlo: mi chiedo allora come mai le amministrazioni che ci hanno preceduto non siano riuscite a fare quel piccolo passo che serviva a dirimere la matassa e a dare un servizio primario a tanti cittadini.Giunta Fucci

Voglio ricordare inoltre la cancellazione delle spese di affitto improduttive, che abbiamo realizzato trasferendo gli uffici comunali al Selva dei Pini. Sono, infine, orgoglioso dei risparmi fatti bandendo nuove gare pubbliche, un risparmio che – ipotizziamo – possa essere di circa due milioni di euro l’anno. In questo modo, invece di tagliare i servizi ne abbiamo incrementato il livello: un esempio su tutti è quello della raccolta differenziata che oggi, rispetto al passato, ci costa un milione di euro in meno, ma con una qualità di servizio maggiore.

Ma è solo l’inizio… Entro il 2018 abbiamo programmato lo sviluppo della rete idrica in quasi tutto il territorio comunale e intanto oggi siamo riusciti a quadruplicare gli stanziamenti per la manutenzione stradale: risparmiamo tanto e con questo risparmio riusciamo ad investire anche in opere pubbliche. Cosa avremmo voluto fare subito e ancora non siamo riusciti? Sicuramente altre opere per cui i finanziamenti, per lo più regionali, sono stati concessi ma non ancora erogati: interventi soprattutto mirati per Torvaianica. In generale, sono i tempi della burocrazia che stanno frenando tante nostre iniziative: faccio sempre l’esempio del rifacimento di una strada…per asfaltare una strada ci vogliono 6 mesi, perché questi sono i tempi di espletamento di una gara e dell’arrivo di tutti i documenti. Comunque noi la macchina l’abbiamo messa in moto e pian piano si andrà a regime”.

 Sempre in questi 30 mesi: alcune polemiche strumentali, qualche gossip, il rischio di cadere nel personale o peggio ancora nel banale. C’è qualcosa, Sindaco, che l’ha ferita in modo particolare, come uomo e come Amministratore?

“Come uomo, ci sono stati alcuni commenti, che ho letto su un giornale locale, che avevano da ridire sul mio ruolo di padre…e francamente un giornale che ha la pretesa di valutare Fabio Fucci nel suo ruolo genitoriale non mi pare di grande qualità. Politicamente, nulla di particolare: è il nostro ruolo di amministratori che ci espone quotidianamente a critiche e ad apprezzamenti. Gli apprezzamenti ci fanno sicuramente piacere, ma anche le critiche sono importanti per capire se occorre pianificare meglio investimenti ed interventi. In generale siamo molto soddisfatti del lavoro fatto finora e anche i cittadini mi sembra che abbiano compreso che tutto a tutti e subito non è una politica sostenibile: una delle novità introdotte dalla nostra Amministrazione è proprio quella di programmare con trasparenza gli interventi”.




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