Caravaggio: tra luce e ombra

Introduzione

Michelangelo Merisi da Caravaggio, noto semplicemente come Caravaggio, è uno dei pittori barocchi più influenti e controversi della storia dell’arte.
Il suo stile innovativo, caratterizzato dalla maestria nell’uso della luce e dell’ombra, ha lasciato un’impronta indelebile sulla pittura del XVII secolo.

In questo articolo, esploreremo alcune delle sue opere più celebri, evidenziando la sua abilità tecnica e la sua capacità di affrontare temi complessi.

La Vocazione di San Matteo (1600)

Questa iconica opera è custodita nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Caravaggio cattura il momento in cui San Matteo, un pubblicano convertito in apostolo, riceve la chiamata divina da Gesù.

La luce proveniente da una finestra laterale illumina la scena, creando un drammatico contrasto tra l’oscurità circostante e il volto sorpreso di San Matteo.
La scelta di rappresentare un momento così profano in un contesto religioso rappresenta una delle audaci sfide di Caravaggio alla tradizione.

Amor Vincit Omnia (1601)

Questa piccola ma potente opera, nota anche come “Amore vince su tutto,” cattura l’attenzione con il suo mistero e la sua sensualità.

Un giovane Cupido, con le ali dorati, trionfa su una serie di simboli di potere umano, tra cui un elmo e una corona.
La resa dei dettagli e il realismo delle texture sono impressionanti.
L’opera solleva interrogativi sulla natura dell’amore e del potere e rimane un capolavoro enigmatico.

Giuditta e Oloferne (1599-1602)

Questa opera straordinaria è nota per la sua brutalità e il suo realismo crudo.
Raffigura Giuditta, una donna ebrea, mentre decapita il generale assiro Oloferne.

La luce che illumina il viso di Giuditta e la testa di Oloferne, appena recisa, crea un contrasto potente tra il bene e il male, il trionfo della virtù e la brutalità della violenza. Caravaggio sfida lo spettatore a confrontarsi con la violenza in modo crudo e inquietante.

Bacchino Malato (1593-1594)

Questa straordinaria opera raffigura un giovane Bacchino, dio del vino, in uno stato di malessere.
Il realismo con cui è dipinto il volto del giovane, con le sue ferite e il suo sguardo vitreo, è affascinante.
La rappresentazione della fragilità umana in contrasto con la divinità di Bacchino è un tema ricorrente nell’arte di Caravaggio.

Narciso (1597-1599)

L’opera di Caravaggio spesso esplora la natura dell’egoismo e dell’auto-amore, e “Narciso” è un esempio eloquente di questo tema.
Raffigura Narciso, il giovane mitologico innamorato della propria immagine riflessa nell’acqua.
La luce si riflette in modo magistrale sull’acqua e sul volto di Narciso, creando un’atmosfera di fascino e narcisismo che incanta lo spettatore.

Conclusione

Le opere di Caravaggio sono un testamento alla sua abilità tecnica straordinaria e alla sua capacità di catturare la complessità della condizione umana.

La sua rivoluzionaria manipolazione della luce e dell’ombra ha influenzato generazioni di artisti successivi, e la sua audacia nell’affrontare temi oscuri e controversi continua a suscitare riflessioni e discussioni.

Caravaggio rimane un maestro indiscusso dell’arte barocca, e le sue opere continuano a essere ammirate e studiate in tutto il mondo per la loro bellezza e profondità.

 




Vincent van Gogh: Un’Anima Inquieta nell’Arte

22

Vincent van Gogh è uno dei pittori più celebri e influenti del XIX secolo, noto per la sua vita tormentata e le opere d’arte iconiche che ha creato.

Nato il 30 marzo 1853 a Groot-Zundert, nei Paesi Bassi, Vincent ha vissuto una vita segnata da sfide personali e artistiche, ma è riuscito a lasciare un’impronta indelebile nel mondo dell’arte.
Questo articolo esplorerà la vita e le opere di uno dei maestri dell’arte postimpressionista.

La Gioventù e il Cammino verso l’Arte

Vincent van Gogh proveniva da una famiglia di artisti dilettanti, ma la sua carriera artistica non è iniziata fino a quando aveva 27 anni.

Prima di abbracciare la pittura, ha lavorato come predicatore, riflettendo la sua continua ricerca di un senso nella vita.
Nel 1880, decide di dedicarsi completamente all’arte, trasferendosi ad Anversa, in Belgio, per studiare presso l’Accademia reale delle belle arti.

Le prime opere di van Gogh riflettevano spesso la sua profonda empatia per i contadini e i lavoratori rurali.
Durante questo periodo, realizzò capolavori come “Mangiatori di Patate” e “Le Scarpe”, opere che rivelano il suo impegno a rappresentare la vita quotidiana in modo autentico e crudo.

La Vita di Vincent van Gogh

La vita di Vincent van Gogh è stata segnata da una serie di sfide personali e problemi di salute mentale.
Soffriva di depressione e fu ricoverato in un ospedale psichiatrico.
Nonostante questi ostacoli, il suo talento artistico continuò a fiorire, e fu in questo periodo che dipinse alcune delle sue opere più celebri, come “Notte stellata” e “La Camera da Letto ad Arles”.

Queste opere sono caratterizzate da pennellate audaci e colori vibranti, che rivelano la sua visione unica del mondo.

Vincent van Gogh ha anche avuto una complessa relazione con suo fratello Theo, che lo sostenne finanziariamente e moralmente per gran parte della sua vita.

La loro corrispondenza epistolare rivela l’affetto profondo che li legava e l’importanza della relazione di Vincent con la sua famiglia.

Il Periodo ad Arles e l’Orecchio Tagliato

Uno dei momenti più noti nella vita di van Gogh è il periodo trascorso ad Arles, nel sud della Francia, dove si trasferì alla ricerca della luce e dei colori del sud.

Durante questo periodo, Vincent dipinse alcuni dei suoi capolavori più iconici, tra cui “Il Girasole” e “Terrazza del Café la Nuit”.
Tuttavia, fu anche un periodo di crescente instabilità mentale.

Nel 1888, Vincent van Gogh, dopo una lite con il suo amico Paul Gauguin, tagliò parte del suo orecchio sinistro. Questo evento tragico simboleggia la sua lotta interiore e il suo tormento.

La morte misteriosa

Vincent van Gogh morì il 29 luglio 1890 a Auvers-sur-Oise, in Francia, all’età di soli 37 anni, a causa delle complicazioni di una ferita da arma da fuoco autoinflitta.

Nonostante la sua morte precoce, il suo impatto sull’arte moderna è immenso.
Le sue opere sono caratterizzate da una straordinaria espressione emotiva, pennellate audaci e colori vibranti che anticipano lo sviluppo dell’arte moderna.

Artisti successivi, come i fauvisti e gli espressionisti, furono influenzati dalle sue tecniche pittoriche e dal suo spirito ribelle.

In conclusione, Vincent van Gogh è una figura leggendaria dell’arte, la cui vita tumultuosa è stata permeata di passione e tormento.

Le sue opere, con la loro forza espressiva e la loro bellezza unica, continuano a ispirare e affascinare il mondo dell’arte.
La sua storia ci ricorda il potere dell’arte di trasmettere emozioni profonde e di resistere alle avversità, una testimonianza della straordinaria forza dell’anima umana.




Velázquez: Il Maestro della Luce e della Realismo Artistico

Nel vasto panorama dell’arte occidentale, pochi artisti possono vantare un impatto duraturo e influente come Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, noto semplicemente come Diego Velázquez.

Viveva nel Secolo d’Oro spagnolo, un’epoca di fervente creatività e sviluppo artistico, eppure si distingueva per il suo approccio innovativo e rivoluzionario alla pittura.

La sua abilità di catturare la luce, le sfumature emotive e la profondità della realtà lo ha reso un maestro senza tempo, le cui opere continuano ad ispirare e affascinare gli amanti dell’arte in tutto il mondo.

Diego Velázquez nacque il 6 giugno 1599 a Siviglia, Spagna.

Fin dalla giovane età, dimostrò un innato talento artistico, attirando l’attenzione dei suoi insegnanti e coetanei.

Fu ammesso nell’atelier del pittore Francisco Pacheco, dove acquisì solide basi artistiche e incontrò sua futura moglie, Juana Pacheco.

Nel corso dei suoi studi e delle prime opere, Velázquez dimostrò un interesse precoce per il realismo e la rappresentazione autentica della vita.

La sua abilità di cogliere la natura umana e di ritrarre le sfumature psicologiche dei suoi soggetti avrebbe caratterizzato tutta la sua carriera artistica.

Una delle caratteristiche distintive delle opere di Velázquez è la sua maestria nell’utilizzo della luce.
Egli aveva la capacità di catturare il gioco delle luci e delle ombre in maniera straordinariamente realistica.

Opere come “Las Meninas” (1656) testimoniano la sua abilità nel dipingere la luce in modo da dare profondità e vita alle sue creazioni.

Questa tecnica gli permise di creare ritratti vivaci e scene di corte che sembravano quasi fotografiche nella loro dettagliata rappresentazione.

Nel 1623, Velázquez ottenne il prestigioso incarico di pittore di corte per Filippo IV di Spagna.

Questa posizione gli consentì di dipingere una serie di ritratti del sovrano e della famiglia reale.

Tuttavia, Velázquez andava oltre il mero ritratto di corte: nelle sue opere, coglieva l’umanità e le emozioni dei suoi soggetti, sfidando le convenzioni dell’epoca.

Questo approccio lo rese un pioniere del realismo artistico.

Diego Velázquez rimane un’icona dell’arte occidentale, un artista che ha portato il realismo artistico a nuove vette e ha sfidato le convenzioni del suo tempo.

La sua capacità di catturare la luce, le emozioni e la realtà umana nelle sue opere continua ad affascinare e ispirare.

Attraverso la sua pittura, Velázquez ci ha donato una finestra unica nel mondo dell’anima umana e della bellezza intrinseca della vita.
La sua eredità rimarrà per sempre una testimonianza della potenza dell’arte nel catturare la complessità del mondo che ci circonda.




Courbet: l’artista della realtà

Gustave Courbet, nato nel 1819 a Ornans, Francia, è stato un artista del XIX secolo.

Con la sua audace visione artistica, Courbet è stato un pioniere del movimento realista, che ha sfidato le convenzioni artistiche del tempo e ha aperto la strada a una nuova forma di espressione.

Questo articolo esplorerà la vita e le opere di Courbet, evidenziando il suo impegno per la rappresentazione sincera e senza filtri della realtà.

I primi anni e l’influenza dell’ambiente nativo

Courbet è cresciuto in un contesto rurale nella regione di Franco-Comté, circondato da paesaggi naturali maestosi e dalla vita quotidiana dei contadini.

Questo ambiente ha avuto un impatto significativo sul suo sviluppo artistico, poiché Courbet ha sviluppato un’osservazione attenta e un amore per la bellezza semplice della natura e del lavoro umano.

Questa consapevolezza si riflette nelle sue opere future, in cui avrebbe esplorato temi come la vita rurale, il lavoro e la condizione umana.

La sfida alle convenzioni accademiche

Courbet ha studiato all’École des Beaux-Arts di Parigi, ma presto si è distanziato dalle tecniche e dai soggetti tradizionali insegnati nella scuola.

Il suo obiettivo era quello di dipingere la realtà come la vedeva, senza idealizzazioni o romanticismi.
Questa scelta di rappresentare la vita reale e i suoi aspetti più crudi ha suscitato controversie e critiche, ma ha anche attirato l’attenzione sul suo lavoro.”

Lo studio dell’artista e la celebrazione dell’autenticità

Una delle opere più famose di Courbet è “Lo studio dell’artista”, dipinto nel 1855.
Quest’opera rappresenta l’atelier di Courbet come un luogo di creazione, ma anche come uno spazio in cui si riflettono le contraddizioni dell’arte e della società.

Courbet rompe con le convenzioni accademiche, mostrando una varietà di soggetti, compresi i poveri, gli artisti e le figure che spesso erano ignorate nella pittura ufficiale dell’epoca.

Con questa opera, Courbet proclama l’importanza dell’autenticità e la necessità di rappresentare tutte le sfaccettature della realtà.

 

Ritratti e autoritratti: l’introspezione di Courbet

Courbet era noto anche per i suoi ritratti e autoritratti, che rivelano la sua capacità di catturare l’essenza dei suoi soggetti.

I suoi ritratti erano privi di idealizzazioni, presentando le persone come erano realmente, con tutti i loro difetti e imperfezioni.
Inoltre, i suoi autoritratti sono affascinanti esempi di introspezione e autoesame, offrendo uno sguardo diretto sulla personalità complessa dell’artista.

 

L’eredità di Courbet e il suo impatto duraturo

L’influenza di Courbet sulla storia dell’arte è incalcolabile. La sua sfida alle convenzioni accademiche ha aperto la strada al movimento realista e ha ispirato molti artisti successivi.

Le sue opere sono caratterizzate da una profonda sincerità e da una rappresentazione diretta della realtà, che continua ad affascinare e stimolare il pubblico ancora oggi.
Gustave Courbet è stato un pioniere del movimento realista e un’importante figura nel panorama artistico del XIX secolo. Con la sua visione audace e la sua rappresentazione sincera della realtà, ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte.

Le sue opere continuano ad affascinare e ispirare, ricordandoci l’importanza di osservare e rappresentare il mondo che ci circonda in tutta la sua autenticità.
Courbet ci invita ad abbracciare la complessità e la diversità della vita e a cercare la bellezza anche nelle sue forme più umili.

 




Alla nascita del puntinismo: Signac

Paul Signac, figura centrale del puntinismo (“pointillisme”), ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte moderna con la sua rivoluzionaria tecnica pittorica.
Attraverso l’uso di piccoli punti di colore puri, ha dato vita a opere vibranti e luminose.
Questo articolo esplorerà la vita di Signac, l’importanza della corrente puntinista e alcuni esempi significativi delle sue opere.

Paul Signac nacque il 11 novembre 1863 a Parigi, in una famiglia borghese.
Inizialmente interessato all’architettura, decise di intraprendere la carriera artistica dopo un incontro con il maestro impressionista Claude Monet. Signac sviluppò un profondo interesse per la pittura en plein air, che lo portò a esplorare la luminosità e i giochi cromatici presenti nella natura. Durante la sua vita, intraprese numerosi viaggi, esplorando le coste francesi e mediterranee, dove trovò ispirazione per molte delle sue opere.

Signac fu uno dei pionieri del puntinismo, una corrente artistica che si sviluppò nel tardo XIX secolo come evoluzione dell’impressionismo.
I puntinisti si concentrarono sull’applicazione di piccoli punti di colore puro sulla tela, che, visti da lontano, si fondono nell’occhio dello spettatore creando un effetto di luce e vivacità.
Signac giocò un ruolo fondamentale nel definire e diffondere i principi del puntinismo, lavorando a stretto contatto con Georges Seurat.
Insieme, i due artisti scrissero il manifesto dell’estetica puntinista, delineando i principi tecnici e filosofici del movimento.

Tra le opere più celebri di Signac vi sono sicuramente i caldi e luminosi paesaggi: praterie, porti, montagne e colline.
Signac adorava dipingere all’aria aperta, e questo è dimostrato dai numerosissimi quadri di vedute.
Non mancano però anche opere in cui la figura umana è presente: come tipico dell’impressionismo, i temi rappresentati ruotano tutt’attorno alla borghesia e alla rappresentazione dei salotti in case silenziose e abitate da figure in solitudine.

Paul Signac ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo del puntinismo e ha contribuito a definire la pittura moderna.
La sua dedizione all’uso di punti di colore puri ha aperto nuove possibilità espressive nell’arte, permettendo la rappresentazione di lucentezza e vivacità senza precedenti.
Signac ha lasciato un’eredità duratura e le sue opere continuano a ispirare gli artisti di oggi.
Attraverso la sua ricerca artistica e la sua passione per la luce, Signac ha ampliato i confini dell’arte e ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell’arte moderna.




Luca Signorelli tra visioni celesti e potere umano

Luca Signorelli, pittore rinascimentale italiano del XV secolo, è celebre per le sue opere di grande impatto emotivo e potenza artistica.
L’arte di Signorelli è stata influenzata da diversi stili dell’epoca, spaziando dal Rinascimento all’influenza gotica.

Questo articolo esplorerà alcune delle sue opere più significative, evidenziando il suo talento eccezionale e la sua capacità di affrontare temi complessi e profondi.

La Cappella di San Brizio: La Visione dell’Apocalisse

Una delle opere più celebrate di Luca Signorelli è la straordinaria decorazione della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, completata tra il 1499 e il 1504.

Questa cappella è un capolavoro che rappresenta la fine dei tempi secondo il Libro dell’Apocalisse.

Signorelli ha dipinto un ciclo di affreschi di straordinaria bellezza e dettaglio, rappresentando il Giudizio Universale e le visioni apocalittiche. Le figure umane sono dipinte con maestria, mostrando la capacità di Signorelli di raffigurare espressioni emozionali e anatomia accurata.

Resurrezione dei Morti

Uno dei momenti più spettacolari nella Cappella di San Brizio è la rappresentazione della Resurrezione dei Morti.

Signorelli dipinge con grande realismo corpi che si risvegliano dalle tombe, con movimenti vigorosi e spontanei.
Il contrasto tra le figure vivide e i teschi spettrali evidenzia il tema della resurrezione e della rinascita.

La Crocifissione

Un’altra opera degna di nota è la Crocifissione presente nella stessa cappella. Signorelli affronta questo tema cruciale del Cristianesimo con grande pathos e drammaticità.

Le figure dei partecipanti al tragico evento, dai dolenti discepoli a Maria, sono rappresentate con una profonda intensità emotiva.

Madonna e Santi

Oltre alle visioni apocalittiche, Signorelli eccelle anche nel dipingere opere più serene e contemplative. Un esempio è la “Madonna con i Santi” (1477-1480), che mostra la sua abilità nel ritrarre la grazia e la dolcezza delle figure sacre.

La composizione equilibrata e la delicatezza dei dettagli testimoniano la maestria tecnica di Signorelli.

Conclusione

Luca Signorelli è stato un artista straordinario del Rinascimento, la cui opera continua a ispirare e affascinare gli amanti dell’arte in tutto il mondo.

La sua capacità di affrontare temi profondi, la sua abilità tecnica e la sua sensibilità emotiva lo rendono un’icona indimenticabile nell’ambito della pittura rinascimentale.
Le sue opere, con la loro potenza espressiva e la loro bellezza intramontabile, sono un tributo duraturo al genio artistico dell’umanità.

 




Antonello da Messina: Il Genio Rinascimentale della Pittura

Antonello da Messina, uno dei più celebri pittori italiani del Rinascimento, ha lasciato
un’impronta indelebile nel panorama artistico con le sue opere iconiche che incarnano
l’essenza stessa dell’epoca.

La sua maestria nel dipingere ritratti e scene sacre ha
catturato l’attenzione di generazioni di ammiratori dell’arte.

Esaminiamo alcune delle sue principali opere, testimonianza di un talento straordinario che ha influenzato l’arte europea per secoli.

Ritratto d’uomo (1475-1476)
Questo ritratto è senza dubbio uno dei capolavori più celebri di Antonello da Messina.
Esprime la profonda conoscenza dell’anatomia umana e la padronanza nel catturare
l’espressione individuale.
Il soggetto, con uno sguardo penetrante e un volto illuminato da una luce soffusa, risplende come un’icona di eleganza e mistero.

Antonello ha sapientemente utilizzato la tecnica ad olio, una delle prime adottate in Italia, per creare una resa realistica e una profondità straordinaria.

Crocifissione(1454-1458)
Quest’opera, simbolo della spiritualità del Rinascimento, esemplifica la maestria di
Antonello nell’esplorare temi sacri.
La Crocifissione rappresenta il sacrificio di Cristo in modo potente ed emotivo.
L’uso abile della prospettiva e della luce conferisce all’opera una profondità tridimensionale, trasportando lo spettatore direttamente nella scena.

Antonello dimostra qui la sua abilità nell’interpretare soggetti religiosi con una raffinatezza e una precisione sorprendenti.

San Girolamo nello studio(1460)
Questo dipinto è un’opera emblematica di Antonello, che dimostra il suo impegno nell’evocare l’intelletto l’umanità attraverso l’arte.
La rappresentazione di San Girolamo, uno dei padri della Chiesa, è dettagliata e
profonda, riflettendo l’isolamento e la meditazione del santo.
Antonello è riuscito a trasmettere l’essenza dell’uomo nel suo ambiente di studio, con la luce che gioca su oggetti e tessuti, creando un’atmosfera vibrante e coinvolgente.

Annunciata(1474-1476)
Quest’opera, conosciuta anche come Annunciazione, è un esempio eloquente della
maestria di Antonello nel ritrarre temi religiosi. La rappresentazione dell’Angelo Gabriele e della Vergine Maria è delicata e raffinata. Antonello utilizza la luce in modo magistrale per delineare i dettagli e creare un’atmosfera di sacralità e misticismo.
I colori tenui e la composizione bilanciata enfatizzano la purezza e la grazia della scena.

Conclusioni
Antonello da Messina è stato un pioniere nel mondo della pittura rinascimentale italiana,
contribuendo in modo significativo all’evoluzione delle tecniche pittoriche e
dell’espressione artistica.
Le sue opere continuano a ispirare e ad affascinare gli
appassionati d’arte di tutto il mondo, attraverso la loro bellezza intrinseca e il loro richiamo emotivo. La profondità e la raffinatezza dei ritratti e delle opere sacre di Antonello da Messina rimangono un tesoro inestimabile nel panorama artistico, un’incantevole finestra sul Rinascimento italiano e sulla sua genialità creativa.




Giambattista Tiepolo: l’eleganza del Rococò

Giambattista Tiepolo, figura di spicco nel panorama della pittura barocca e rococò, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte con le sue straordinarie opere. Nato a Venezia nel 1696, Tiepolo sviluppò uno stile unico caratterizzato dall’eleganza, dalla vivacità cromatica e dalla maestria tecnica. Il suo talento era indiscusso, e ancora oggi le sue opere suscitano ammirazione e ispirazione in artisti di tutto il mondo.

“L’Apoteosi della Famiglia Pisani” (1761)

Una delle opere più celebri di Giambattista Tiepolo è “L’Apoteosi della Famiglia Pisani”, un affresco che decora la volta della villa Pisani a Stra, vicino a Venezia. Questa grandiosa composizione rappresenta l’apice della sua carriera artistica. L’affresco presenta una scena mitologica in cui la famiglia Pisani viene accolta tra gli dèi dell’Olimpo, celebrandone il prestigio e la grandezza.

Tiepolo dimostra la sua abilità nell’uso del colore e della luce, creando una vera e propria esplosione di tonalità luminose che conferiscono un senso di movimento e vitalità all’intera composizione. La prospettiva illusionistica e l’eleganza dei personaggi sono altre caratteristiche peculiari dell’opera di Tiepolo che qui raggiungono il massimo splendore.

“Il Trionfo di Venere” (1740)

Un’altra opera iconica di Giambattista Tiepolo è “Il Trionfo di Venere”, realizzata nel 1740 e conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma. Questo dipinto è un esempio straordinario del suo stile, che fonde il classicismo con elementi barocchi e rococò.

Tiepolo rappresenta Venere, dea dell’amore, circondata da altre divinità, creature mitologiche e putti. L’uso sapiente del colore e la padronanza della composizione conferiscono all’opera un’atmosfera di grazia e leggerezza, catturando la bellezza e l’armonia della divinità.

“Il Ciclo Affrescato di Würzburg” (1750-1753)

Tra le opere più imponenti e celebri di Tiepolo vi è il ciclo di affreschi realizzato nella Residenza di Würzburg, in Germania. Questo ciclo, commissionato dal principe vescovo Carl Philipp von Greiffenclau, rappresenta un punto culminante dell’arte barocca.

Le scene affrescate narrano storie della vita di Apollo e altri temi mitologici, mostrando la maestria di Tiepolo nel creare spazi architettonici illusionistici e nel rappresentare personaggi mitologici con grazia e dinamismo. L’uso vivace del colore e la prospettiva illusionistica rendono questo ciclo un esempio di eccellenza artistica.

Conclusione

Giambattista Tiepolo, maestro del barocco e rococò, ha lasciato un’eredità artistica che continua a ispirare generazioni di artisti. Le sue opere, con la loro vivacità cromatica, maestria tecnica ed eleganza compositiva, ci trasportano in un mondo di bellezza e armonia. L’abilità di Tiepolo nel catturare l’essenza della mitologia e della vita quotidiana è una testimonianza del suo genio artistico, che merita di essere celebrato e studiato ancora oggi.