L’ Amministrazione presenta il P.L.U.S. – Pomezia

imageNel 2012 il Comune di Pomezia ha ottenuto un finanziamento da parte della Regione Lazio (con fondi comunitari) di oltre 11,6 milioni di euro nell’ambito dei P.L.U.S. – Piani Locali Urbani di Sviluppo – con l’obiettivo di riqualificare edifici e zone abbandonate, implementare l’offerta di maggiori servizi ed il potenziamento delle opere pubbliche e delle infrastrutture.

“Nuova Vita a Pomezia” condensa già nel titolo le finalità e lo spirito di un progetto importante per la riqualificazione e lo sviluppo della città. In sintesi, il progetto prevede molti interventi sia in termini di opere pubbliche che di opere di valenza socioeconomica, da realizzare prevalentemente nell’area target designata, il quartiere Nuova Lavinium.

Lunedì 31 marzo l’Aula Consiliare ha ospitato la conferenza stampa di presentazione ufficiale del progetto PLUS – Pomezia.

All’incontro hanno partecipato il Sindaco Fabio Fucci, la Vicesindaco Elisabetta Serra, gli assessori Veronica Filippone e Lorenzo Sbizzera, i dirigenti comunali coinvolti nel P.L.U.S., la d.ssa Daniela Cesarini Sforza, dirigente dell’Area Infrastrutture per lo Sviluppo Economico della Regione Lazio, il dott. Gaetano Mandarino della Regione Lazio, la dott.ssa Letizia Mastrostefano di Sviluppo Lazio, la dott.ssa Gaia Tiberi di Lazio Service, il dott. Marco Canale di AGEST srl.

L’Amministrazione ha voluto sottolineare che il progetto non prevede contribuiti da parte del Comune, essendo interamente finanziato coi fondi comunitari per mezzo della Regione Lazio ed ha anzitutto confermato che tutte le pratiche relative al progetto che erano rimaste in sospeso sono state riavviate e sono partiti i relativi cantieri.

Il progetto nella sua articolazione prevede uno stretto controllo dello stato di avanzamento lavori, che saranno comunicati alla cittadinanza con un filo diretto che l’amministrazione si è impegnata ad avere tramite gazebo e punti informativi, un sito dedicato (www.pluspomezia.it), applicazioni per smartphone e video 3D sul sito del Comune  con spot televisivi e radiofonici. Inoltre saranno inviati degli opuscoli informativi a tutte le famiglie del quartiere Nuova Lavinium e saranno  organizzati eventi per sponsorizzare gli interventi in atto.

L’intento, sia tramite il PLUS attuale, sia tramite i progetti futuri con finanziamenti nell’ambito del POR FERS 2014-2020 è, come definito dallo stesso Sindaco Fabio Fucci, “di rendere Pomezia una smart city, nel senso di città intelligente e sostenibile che sappia ascoltare e soddisfare le richieste e le esigenze dei cittadini”.

Gli interventi, presentati dagli assessori Veronica Filippone, Lorenzo Sbizzera e dalla Vicesindaco Elisabetta Serra sono multidisciplinari e riguardano opere pubbliche strategiche e opere con valenza socio-economica.

Opere pubbliche strategiche :

  • Un nuovo asilo nido per 60 bambini situato nell’ex Casale Balducci, struttura ecosostenibile, con impianti fotovoltaici, impianto solare termico, riciclo e recupero delle acque meteoriche.
  • Area verde antistante al casale: giochi per infanzia con area verde.
  • Apertura di una scuola materna utilizzando la struttura dell’edificio abbandonato a via De Gasperi per 75 bambini. Anche in questo caso un struttura completamente ecosostenibile.
  • Il completamento della strada di collegamento da via Fratelli Bandiera alla via del Mare. Tale opera non era stata adempiuta a convenzione nei confronti del comune e quindi non era stata realizzata e ora riparte grazie al plus e verrà affiancata da una pista ciclabile.
  • Realizzazione marciapiedi e abbattimento barriere architettoniche.
  • Recupero dell’area a via Pietro Nenni adiacente a Casale Balducci. Area di sosta  per 40 vetture, a servizio anche per il nido futuro, illuminazione a Led, chiosco ristoro da assegnare con bando pubblico.
  • Realizzazione di un parcheggio in via Don Sturzo, pari ad un’area di circa 1200 mq (28 posti auto)
  • Ampliamento della biblioteca con la realizzazione di spazi per servizi riservati a bambini con difficoltà nell’apprendimento.
  • Allestimento dei nuovi spazi in biblioteca in open space, con computer, stampanti, reti ADSL, videoproiettori.
  • Giardino di via De Gasperi, di prossima inaugurazione, con pavimentazione gommata antitrauma e la piantumazione di nuovi alberi.
  • Illuminazione e monitoraggio di tutte le zone plus con videosorveglianza: 45 telecamere collegate con fibre ottiche contro atti vandalici.
  • 25 punti hot spot di accesso  wi fi.

 Opere con valenza socio-economica:

  • Pedibus riservato ai bambini che fanno tragitto casa scuola e viceversa con comitiva guidata da adulti. L’obiettivo è servire circa il 50% dei bambini che vanno a scuola, educare alla mobilità sostenibile, ad uno stile di vita salutare, favorire socializzazione e aggregazione, quindi l’autostima, ridurre l’inquinamento. Target è la scuola Don Bosco (succursale) previsto attualmente un tragitto di circa 1 km, servito da 4 linee diverse, composte da 20-25 scolari ognuna.
  • Contributo in conto capitale per piccole e medie imprese che operano nell’area target con progetti di riqualificazione. Previsto un contributo pari al 50% del totale dell’investimento per un massimo di 25.000 euro (nuovi impianti, riconversione, ammodernamento, riqualificazione).
  • Tirocini formativi in convenzione comune-centro per l’impiego
  • Progetto Casa di Tutti: assistenza con attività sistemiche per la prevenzione ed il recupero dell’insuccesso scolastico rivolto alle scuole primarie. L’accoglienza dei bambini potrebbe essere nel nuovo spazio in biblioteca o direttamente nelle scuole. L’obiettivo fondamentale è offrire un momento di crescita, recupero del rapporto genitore figlio e migliorare la partecipazione delle famiglie alla vita del quartiere e della città.
  • Voucher asili nido erogato direttamente alle famiglie: prevista una erogazione per il 2013-2014 di quasi 250 mila euro di cui nel 1 trim oltre 50 mila già erogati. L’intervento si pone come obiettivo l’abbattimento delle liste di attesa, attualmente di oltre 250 bambini. Con i voucher si è calcolato che si riduce la lista di attesa del 60%, percentuale che con l’apertura del nuovo nido cresce fino ad arrivare ad una copertura del’84% delle liste di attesa attuali.

Al termine della presentazione sono state rivolte alcune domande da parte di cittadini e della stampa e l’Amministrazione ha potuto confermare che il progetto è a costo zero per il Comune, in quanto trattasi di finanziamenti comunitari ricevuti erogati tramite la Regione Lazio, che le opere sono tutte strettamente a norma, pena la decadenza dei requisiti per accedere ai finanziamenti di cui sopra.
Il presidente del CdQ Nuova Laviunium, Francesco Di Ruocco, ha inoltre chiesto di poter prevedere la realizzazione di una strada di collegamento tra il quartiere e la Pontina, per sgravare il nodo di Via Cincinnato – Via Virgilio e rendere più agevole la mobilità e l’accesso al quartiere, mentre l’Architetto Paolo Moscogiuri ha voluto sensibilizzare l’amministrazione nel prevedere dei percorsi formativi dedicati all’aggiornamento dei soggetti preposti alla realizzazione delle opere sui temi della mobilità e sulle normative relative all’abbattimento delle barriere architettoniche.




Paolo Moscogiuri e “La città fragile”

 copertina la citta fragileSabato 15 febbraio 2014 a Pomezia, presso il centro culturale Spazio Durango, Paolo Moscogiuri ha presentato il suo libro: “LA CITTÁ FRAGILE“. All’evento, che ha riscosso un grande successo di pubblico, hanno partecipato il sindaco Fabio Fucci e una nutrita rappresentanza dell’Amministrazione Comunale.

Partendo dalla domanda “Come restituire dignità alla città e ai suoi cittadini?” Paolo Moscogiuri, architetto che vede la sua professione più legata alla sociologia che alla tecnica, ha dato vita ad un’interessante presentazione in cui ha illustrato la sua ricerca sulle nuove metodologie urbanistiche ed architettoniche per l’attuazione di regole di progettazione attente ad ogni categoria di persona, affinché gli interventi su una città non siano solo di tipo tecnico ma capaci di trasformare la stessa in una città vivibile per tutti.

Paolo MoscogiuriUn progetto possibile se si pone al centro delle progettazioni la conoscenza “del materiale umano”, a cui le opere sono destinate e potenziando il legame fra cittadino e città, con particolare attenzione a fattori come età, sesso, grado di mobilità ed in particolar modo alla cosiddetta Utenza Debole.

I fattori che rendono una città fragile sono molteplici, strettamente connessi tra loro, ed hanno una matrice comune nella crescita edilizia incontrollata, spesso votata alla speculazione, con Piani Regolatori poco incentrati sul controllo del territorio e con la perdita di ogni motivazione del potere politico nel creare consenso anche attraverso l’abbellimento della città.

Una conseguenza diretta a questo boom edilizio è il capovolgimento del concetto di strada, che da “area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, degli animali e dei veicoli” (art. 2 del Codice della Strada) è diventata ormai ad uso esclusivo delle automobili, a totale discapito delle categorie più deboli.

Un altro elemento che incide negativamente è la trasformazione dell’organizzazione familiare in funzione del lavoro, che ha portato il decadimento della città italiana da luogo relazionale ad agglomerato di spazi di transito e dormitorio. Un decadimento accelerato dalla crisi economica, che ha inciso sulla qualità della vita delle famiglie, non solo dal punto di vista economico, ma anche sullo sviluppo psico-sociale del bambino, che spesso vede ridotto il tempo che almeno un genitore può dedicargli, per vivere gran parte della sua giornata a scuola, dai nonni o in casa, riducendo così il tempo per poter frequentare quegli spazi cittadini più idonei alle relazioni e al gioco.

La città viene quindi abbandonata dal cittadino e gli spazi relazionali si trasformano in spazi di transito e parcheggio, creando impedimento alla mobilità autonoma ai pedoni e in particolare alle categorie più fragili, come i bambini, gli anziani e alle persone con disabilità.

È fragile una città che fa perdere, non ponendo in essere interventi e soluzioni che garantiscono un’adeguata mobilità, l’accesso autonomo ai luoghi ai disabili. Impedendo la mobilità ai disabili si impedisce loro una vita autonoma e dignitosa, infatti, un disabile non è fragile se gli vengono messi a disposizione i mezzi per muoversi liberamente, ma è la città, con le sue carenze, a renderlo tale.

Gli esempi possono essere tantissimi, dai marciapiedi stretti, con pali della luce, alberi, cartelli pubblicitari piantati nel mezzo, automobili parcheggiate sulle strisce pedonali, occupazione impropria dei parcheggi destinati ai disabili, cassonetti posizionati sui marciapiedi, griglie dei tombini posizionate nel senso del camminamento, barriere architettoniche eliminate con incompetenza, rampe realizzate da un lato della strada ma non dall’altra, spesso con pendenze pericolose, piastrelle del codice Loges per non vedenti posizionate al ciglio del marciapiede e tantissimi altri esempi che tutti i giorni rendono le città italiane, a differenza di quelle del nord Europa, invivibili ed ingestibili.

Migliorare è possibile partendo da una conoscenza approfondita del comportamento del cittadino nella città intesa non come semplice spazio architettonico, ma come spazio esistenziale. Lo spazio architettonico deve essere in funzione di quello esistenziale e prima di prendere decisioni urbanistiche ed infrastrutturali occorre tener conto del “contenuto umano” delle città. Le moderne impostazioni urbanistiche oggi offrono soluzioni già sperimentate in tanti paesi del nord Europa da almeno un ventennio: dalle isole ambientali, alla moderazione del traffico, al car sharing, al car pooling, all’intermodalità, alla ciclabilità, ecc.

Per ottenere risultati occorre una sinergia tra amministrazioni locali e cittadini, perché oltre all’eliminazione fisica delle barriere attuabile con le leggi, è necessaria un’eliminazione delle barriere culturali per attuare una riqualificazione degli spazi pubblici di una città e trasformarli da semplici luoghi di transito a veri e propri spazi relazionali.