Svolta nella questione Pettirosso, ecco la proposta del giudice

Si intravede la luce in fondo al tunnel per le numerose famiglie coinvolte nel fallimento della società Immobiliare Pettirosso che da anni attendono di conoscere il futuro dei loro immobili, costruiti come residence ma venduti ai malcapitati acquirenti come civili abitazioni.

La Regione Lazio recentemente ha sancito l`impossibilità di operare il cambio di destinazione d`uso come richiesto dal Comune.

Nell`udienza dello scorso 16 giugno, il giudice, alla luce della relazione da cui si evince l’insussistenza dei presupposti per concedere il mutamento della destinazione d’uso degli immobili, ha formulato una proposta conciliativa che consentirebbe agli attuali detentori il mantenimento delle proprie abitazioni.

La proposta prevede la rinuncia agli atti da tutte le parti di causa a condizione che convenuti e intervenuti in solido ovvero con eventuale previsione di pagamento a carico di una sola o alcune delle parti convenute o intervenute corrispondano al Comune la somma forfettaria di euro 220,00 al metro quadro con riferimento all’immobile di causa, con compensazione delle spese.

Ha concesso un breve rinvio per riflettere sulla proposta all’udienza dell’8 luglio 2014 ore 14:00.

A questo punto dovrebbero essere le parti convenute o intervenute ad accordarsi su modalità solidità o parziarietà del pagamento e mettere fine una volta per tutte ad una delle pagine più brutte della storia di Pomezia.




“Tu non puoi passare”

barriere architettonicheQuante persone al giorno d’oggi sono libere di uscire dalla propria abitazione per raggiungere il centro città, in piena sicurezza, senza l’utilizzo di un’automobile?

Certamente tante, ma non tutte. Molti addirittura si chiederanno che senso abbia questa domanda, semplicemente perché inconsapevoli di quei limiti che i loro occhi non riescono a percepire.

Questi limiti sono chiamati barriere architettoniche.

Generalmente siamo abituati ad associare la barriera architettonica ad uno o più gradini che non consentono alle carrozzelle di salire o scendere da piani posti a quote differenti; in realtà questo non è che uno tra i molteplici impedimenti in grado di sbarrare la via all’utenza debole che mette, inoltre, in risalto la scarsa informazione della cittadinanza su questa tematica.

Cos’è quindi una barriera architettonica? Generalmente con questo termine si indicano tutti gli ostacoli che non permettono una completa e sicura mobilità alle persone in condizioni limitate di movimento; di conseguenza esse costituiscono un problema anche per coloro che per vari motivi, non sono in grado di muoversi liberamente (ad esempio bambini, anziani, cardiopatici, gestanti).
Sorvolando l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”) e senza soffermarsi sulle diverse norme che dagli anni ’60 agli anni ’90 si sono succedute con il fine di regolamentare la materia, uno sguardo alla più recente legge D.P.R. 503/96 è sufficiente a riassumere brevemente il tutto.

Essa integra alla legge 236/89 il concetto di barriera negli spazi pubblici e all’articolo 1 descrive in maniera precisa il significato di barriera architettonica:
Art.1 Definizione ed oggetto​
1. Le norme del presente regolamento sono volte ad eliminare gli impedimenti comunemente definiti “barriere architettoniche”.
2. Per barriere architettoniche si intendono:

  • gli ostacoli fisici che sono fonte di disagi o per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
  • gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti;
  • la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

Focalizzando l’attenzione solamente su questa prima parte dell’ articolo 1, possono esser presi in considerazione due casi di disabilità: quella motoria e quella della vista. Nel primo caso, un suolo pubblico che non mostra una continuità altimetrica regolare (quali gradini, rampe o superfici con pendenze eccessive, buche, interruzioni, dissesti) è considerato una barriera fisica, in quanto non permette ad una carrozzella il passaggio.

Nel secondo caso, la mancanza di idonei ausili informativi (ad esempio una pavimentazione provvista di codice LOGES), ausili acustici (in prossimità dei semafori) o la presenza di ostacoli (segnaletica stradale, pali dell’illuminazione, alberi) è considerata una barriera percettiva, la quale rende difficile e pericolosa la mobilità dei non vedenti.

Un intero regolamento circa i parametri standard da adottare nell’edilizia e nei lavori pubblici è quindi disponibile oramai da diversi anni e di conseguenza una domanda nasce spontanea: per quale motivo, dopo diciotto anni da queste (ulteriori e precise) indicazioni legislative, gran parte delle città mostrano ancora evidenti lacune nell’abbattimento delle barriere architettoniche?

Probabilmente le amministrazioni locali, considerando ciò un problema di “serie C” o forse un optional più che una necessità, hanno avuto un ruolo determinante nella pessima gestione della mobilità garantita; spesso impreparati nel reperire i numerosi fondi messi a disposizione (fondi regionali o europei), o addirittura incapaci di controllare che i lavori di ammodernamento o manutenzione rispettino le normative vigenti, i comuni italiani non si distinguono certamente per il rispetto di questi diritti e di queste leggi.
Pomezia non è esente da queste problematiche, le quali si sono moltiplicate nel tempo con l’espandersi della città e nessuno in questi anni è stato in grado di rimediare agli errori di progettazione commessi: ad esempio percorrendo il perimetro di un paio di isolati del quartiere Nuova Lavinium (tra i più recenti della città) per una lunghezza totale di circa 1500 metri, ci si imbatte in più di una cinquantina di macroscopiche barriere architettoniche, alcune delle quali ostacolano addirittura il passaggio di soggetti senza alcuna difficoltà motoria.

Marciapiedi stretti e cosparsi di ostacoli, assenza di rampe lungo gli attraversamenti pedonali, rampe con pendenza irregolare, dissesti nella pavimentazione e dislivelli di vario genere sono solo alcune delle barriere che non permetterebbero a gran parte dell’utenza debole di uscire di casa e muoversi nel proprio quartiere in sicurezza. Di conseguenza, raggiungere il centro storico autonomamente è quasi un’utopia.

A queste barriere fisiche e percettive descritte, si aggiunge infine l’inciviltà di molti altri cittadini che occupando irregolarmente i parcheggi riservati ai disabili e sostando davanti alle rampe degli attraversamenti, rendono ulteriormente complicata la situazione, mettendo in pericolo l’incolumità di coloro che sono costretti ad aggirare l’ostacolo.
Per quanto ancora nel nostro Paese saremo costretti ad assistere a situazioni del genere? Com’è possibile che nel 2014 delle città moderne non sono in grado di garantire un diritto fondamentale a tutta la sua cittadinanza?
Senza il rispetto delle leggi da parte delle amministrazioni (le quali dovrebbero garantire una regolarità dei lavori pubblici) per nuove opere e per l’abbattimento, dove possibile, delle barriere architettoniche, e senza un’adeguata sensibilizzazione ed educazione civica, tali problemi sono destinati ad aumentare, demolendo di fatto il diritto di uguaglianza tra tutti i cittadini.




L’ Amministrazione presenta il P.L.U.S. – Pomezia

imageNel 2012 il Comune di Pomezia ha ottenuto un finanziamento da parte della Regione Lazio (con fondi comunitari) di oltre 11,6 milioni di euro nell’ambito dei P.L.U.S. – Piani Locali Urbani di Sviluppo – con l’obiettivo di riqualificare edifici e zone abbandonate, implementare l’offerta di maggiori servizi ed il potenziamento delle opere pubbliche e delle infrastrutture.

“Nuova Vita a Pomezia” condensa già nel titolo le finalità e lo spirito di un progetto importante per la riqualificazione e lo sviluppo della città. In sintesi, il progetto prevede molti interventi sia in termini di opere pubbliche che di opere di valenza socioeconomica, da realizzare prevalentemente nell’area target designata, il quartiere Nuova Lavinium.

Lunedì 31 marzo l’Aula Consiliare ha ospitato la conferenza stampa di presentazione ufficiale del progetto PLUS – Pomezia.

All’incontro hanno partecipato il Sindaco Fabio Fucci, la Vicesindaco Elisabetta Serra, gli assessori Veronica Filippone e Lorenzo Sbizzera, i dirigenti comunali coinvolti nel P.L.U.S., la d.ssa Daniela Cesarini Sforza, dirigente dell’Area Infrastrutture per lo Sviluppo Economico della Regione Lazio, il dott. Gaetano Mandarino della Regione Lazio, la dott.ssa Letizia Mastrostefano di Sviluppo Lazio, la dott.ssa Gaia Tiberi di Lazio Service, il dott. Marco Canale di AGEST srl.

L’Amministrazione ha voluto sottolineare che il progetto non prevede contribuiti da parte del Comune, essendo interamente finanziato coi fondi comunitari per mezzo della Regione Lazio ed ha anzitutto confermato che tutte le pratiche relative al progetto che erano rimaste in sospeso sono state riavviate e sono partiti i relativi cantieri.

Il progetto nella sua articolazione prevede uno stretto controllo dello stato di avanzamento lavori, che saranno comunicati alla cittadinanza con un filo diretto che l’amministrazione si è impegnata ad avere tramite gazebo e punti informativi, un sito dedicato (www.pluspomezia.it), applicazioni per smartphone e video 3D sul sito del Comune  con spot televisivi e radiofonici. Inoltre saranno inviati degli opuscoli informativi a tutte le famiglie del quartiere Nuova Lavinium e saranno  organizzati eventi per sponsorizzare gli interventi in atto.

L’intento, sia tramite il PLUS attuale, sia tramite i progetti futuri con finanziamenti nell’ambito del POR FERS 2014-2020 è, come definito dallo stesso Sindaco Fabio Fucci, “di rendere Pomezia una smart city, nel senso di città intelligente e sostenibile che sappia ascoltare e soddisfare le richieste e le esigenze dei cittadini”.

Gli interventi, presentati dagli assessori Veronica Filippone, Lorenzo Sbizzera e dalla Vicesindaco Elisabetta Serra sono multidisciplinari e riguardano opere pubbliche strategiche e opere con valenza socio-economica.

Opere pubbliche strategiche :

  • Un nuovo asilo nido per 60 bambini situato nell’ex Casale Balducci, struttura ecosostenibile, con impianti fotovoltaici, impianto solare termico, riciclo e recupero delle acque meteoriche.
  • Area verde antistante al casale: giochi per infanzia con area verde.
  • Apertura di una scuola materna utilizzando la struttura dell’edificio abbandonato a via De Gasperi per 75 bambini. Anche in questo caso un struttura completamente ecosostenibile.
  • Il completamento della strada di collegamento da via Fratelli Bandiera alla via del Mare. Tale opera non era stata adempiuta a convenzione nei confronti del comune e quindi non era stata realizzata e ora riparte grazie al plus e verrà affiancata da una pista ciclabile.
  • Realizzazione marciapiedi e abbattimento barriere architettoniche.
  • Recupero dell’area a via Pietro Nenni adiacente a Casale Balducci. Area di sosta  per 40 vetture, a servizio anche per il nido futuro, illuminazione a Led, chiosco ristoro da assegnare con bando pubblico.
  • Realizzazione di un parcheggio in via Don Sturzo, pari ad un’area di circa 1200 mq (28 posti auto)
  • Ampliamento della biblioteca con la realizzazione di spazi per servizi riservati a bambini con difficoltà nell’apprendimento.
  • Allestimento dei nuovi spazi in biblioteca in open space, con computer, stampanti, reti ADSL, videoproiettori.
  • Giardino di via De Gasperi, di prossima inaugurazione, con pavimentazione gommata antitrauma e la piantumazione di nuovi alberi.
  • Illuminazione e monitoraggio di tutte le zone plus con videosorveglianza: 45 telecamere collegate con fibre ottiche contro atti vandalici.
  • 25 punti hot spot di accesso  wi fi.

 Opere con valenza socio-economica:

  • Pedibus riservato ai bambini che fanno tragitto casa scuola e viceversa con comitiva guidata da adulti. L’obiettivo è servire circa il 50% dei bambini che vanno a scuola, educare alla mobilità sostenibile, ad uno stile di vita salutare, favorire socializzazione e aggregazione, quindi l’autostima, ridurre l’inquinamento. Target è la scuola Don Bosco (succursale) previsto attualmente un tragitto di circa 1 km, servito da 4 linee diverse, composte da 20-25 scolari ognuna.
  • Contributo in conto capitale per piccole e medie imprese che operano nell’area target con progetti di riqualificazione. Previsto un contributo pari al 50% del totale dell’investimento per un massimo di 25.000 euro (nuovi impianti, riconversione, ammodernamento, riqualificazione).
  • Tirocini formativi in convenzione comune-centro per l’impiego
  • Progetto Casa di Tutti: assistenza con attività sistemiche per la prevenzione ed il recupero dell’insuccesso scolastico rivolto alle scuole primarie. L’accoglienza dei bambini potrebbe essere nel nuovo spazio in biblioteca o direttamente nelle scuole. L’obiettivo fondamentale è offrire un momento di crescita, recupero del rapporto genitore figlio e migliorare la partecipazione delle famiglie alla vita del quartiere e della città.
  • Voucher asili nido erogato direttamente alle famiglie: prevista una erogazione per il 2013-2014 di quasi 250 mila euro di cui nel 1 trim oltre 50 mila già erogati. L’intervento si pone come obiettivo l’abbattimento delle liste di attesa, attualmente di oltre 250 bambini. Con i voucher si è calcolato che si riduce la lista di attesa del 60%, percentuale che con l’apertura del nuovo nido cresce fino ad arrivare ad una copertura del’84% delle liste di attesa attuali.

Al termine della presentazione sono state rivolte alcune domande da parte di cittadini e della stampa e l’Amministrazione ha potuto confermare che il progetto è a costo zero per il Comune, in quanto trattasi di finanziamenti comunitari ricevuti erogati tramite la Regione Lazio, che le opere sono tutte strettamente a norma, pena la decadenza dei requisiti per accedere ai finanziamenti di cui sopra.
Il presidente del CdQ Nuova Laviunium, Francesco Di Ruocco, ha inoltre chiesto di poter prevedere la realizzazione di una strada di collegamento tra il quartiere e la Pontina, per sgravare il nodo di Via Cincinnato – Via Virgilio e rendere più agevole la mobilità e l’accesso al quartiere, mentre l’Architetto Paolo Moscogiuri ha voluto sensibilizzare l’amministrazione nel prevedere dei percorsi formativi dedicati all’aggiornamento dei soggetti preposti alla realizzazione delle opere sui temi della mobilità e sulle normative relative all’abbattimento delle barriere architettoniche.




Richiesta di un incontro pubblico con il Sindaco su P.L.U.S. e oneri PEEP

Proprio un mese fa su queste pagine scrivevamo di “Pomezia cambia”, ovvero del progetto presentato alla Regione Lazio per realizzare quanto previsto nei P.L.U.S. (Piani Locali Urbani di Sviluppo) che nel 2012 ha ottenuto un finanziamento di oltre 11,6 milioni di euro con l’obiettivo di riqualificare edifici e zone abbandonate, implementare l’offerta di maggiori servizi e il potenziamento di opere pubbliche e infrastrutture.

Il progetto, giova ricordarlo, prevede molti interventi da realizzare nel quartiere Nuova Lavinium, che era stata identificata come “area target”. Un nuovo asilo nido e un’area verde pubblica presso l’ex Casale Balducci, la riqualificazione dell’area ex Pettirosso con una nuova scuola materna presso lo stabile in via Alcide De Gasperi, una nuova strada di collegamento tra via Fratelli Bandiera e la via del Mare, sono solo alcune delle opere previste e che dovranno essere realizzate, o sono in corso di realizzazione.

Sempre su queste pagine abbiamo affrontato il problema delle 3000 famiglie della zona 167 che, dopo le delibere 84 e 170 del Consiglio e della Giunta Comunale del 2012, attendono una risposta dall’attuale Amministrazione riguardo agli oneri di riscatto del diritto di superficie degli immobili in regime PEEP con una ridefinizione della stima dei valori dei terreni e, dopo la recente modifica alla Legge di Stabilità nel comma 392 che concede facoltà ai Comuni di abbattere del 50 per cento il valore venale (ovvero commerciale o corrente) degli appartamenti in aree PEEP oggetto di riscatto, chiedono di sapere se l’Amministrazione intende avvalersi di questa facoltà.

Allo scopo di informare i cittadini del quartiere, il CdQ Nuova Lavinium ha richiesto all’Amministrazione un incontro pubblico nel quale illustrare i vari progetti e lo stato di avanzamento dei lavori.

Pubblichiamo copia della lettera inviata al sindaco Fabio Fucci da Francesco di Ruocco, presidente del CdQ Nuova Lavinium:

Alla cortese attenzione del Sindaco

Gentile Sindaco, in rappresentanza dell’ Ass. Comitato di quartiere Nuova Lavinium Le chiedo gentilmente un incontro per discutere i seguenti argomenti:

P.L.U.S. – Piani Locali Urbani di Sviluppo della Regione Lazio con il progetto “Pomezia Cambia”.
Considerando il notevole l’impatto che il complesso delle progettazioni avranno sulla trasformazione urbana e sociale del quartiere, il Direttivo del Comitato chiede alla SV di prendere visione dei progetti per poter dare il nostro apporto d’idee e per far sì che la città ed in special modo i cittadini del quartiere Nuova Lavinium (area target designata) abbiano la piena conoscenza degli interventi previsti, inoltre, il Comitato di quartiere sollecita alle SV di organizzare, in tempi ragionevoli, un convegno nel quale illustrarne lo sviluppo;

Cessioni in proprietà delle aeree PEEP già concesse in diritto di superficie ai sensi dell’art.35 della Legge 865/71 e s.m.i.
Argomento sconcertante che ha destato grave preoccupazione e che necessità di trovare un punto di incontro tra il Comune e abitanti della zona 167.

Nell’augurarle un proficuo lavoro per il bene della Città ed in attesa di un eventuale incontro, Le giungano i nostri più cordiali saluti.
A nome e per conto dell’Ass. Comitato di quartiere Nuova Lavinium, ​
​ Il Presidente ​ ​Francesco Di Ruocco

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Nuova Vita a Pomezia

Progetto PLUS – Pomezia Cambia

Nuova vita a Pomezia“Pomezia cambia” è il nome dato al progetto presentato alla Regione Lazio per realizzare quanto previsto nei P.L.U.S. – Piani Locali Urbani di Sviluppo e che nel 2012 ha ottenuto un finanziamento di oltre 11,6 milioni di euro con l’obiettivo di riqualificare edifici e zone abbandonate, implementare l’offerta di maggiori servizi ed il potenziamento delle opere pubbliche e delle infrastrutture.

Nel dettaglio, il progetto prevede molti interventi da realizzare nel quartiere Nuova Lavinium, ovvero un nuovo asilo nido e un’area verde pubblica presso l’ex Casale Balducci, la riqualificazione dell’area ex Pettirosso con una nuova scuola materna presso lo stabile in via Alcide De Gasperi, una nuova strada di collegamento tra via Fratelli Bandiera e la via del Mare. Poi marciapiedi, l’abbattimento di barriere architettoniche e un sistema di videosorveglianza sempre nel quartiere Nuova Lavinium, un nuovo parcheggio in via don Sturzo, l’attivazione del servizio Pedibus “Mi accompagno a scuola”.

Inoltre prevede il completamento dei locali della biblioteca comunale da destinare a progetti di inclusione sociale, l’installazione di punti wi-fi gratuiti, uno sportello Front Office per le imprese, la valorizzazione della Sughereta, tirocini formativi, voucher di servizi per l’infanzia, contributi alle PMI.

PROGETTO-PLUS-INTERO

“Pomezia cambia” si prefigura come un progetto importante e di grande livello che permette (e promette) di riqualificare e valorizzare zone ed edifici abbandonati o trascurati da anni e per dare quindi corpo alle opere pubbliche e ai servizi che i cittadini attendono da anni.

Il tutto e non è poco, visto il periodo di crisi economica che stiamo attraversando, senza alcuna spesa da parte del Comune.

 I vari lavori ed attività dovranno essere realizzati nel periodo che va a partire dal 2013 per concludersi entro il 31 dicembre 2015, ed è notizia di questi giorni che sono state aggiudicate le gare per la realizzazione dell’Asilo Nido nell’ex Casale Balducci e della Materna negli stabili ex Pettirosso, per un totale di circa 2,15 milioni di euro.

Sono inoltre iniziati i lavori previsti per adeguare ed ampliare la Biblioteca Comunale attraverso la chiusura del porticato esterno in modo da realizzare spazi da adibire, secondo quanto programmato, al servizio sperimentale di assistenza scolastica ed educativa “La Casa di Tutti”, rivolto a quei bambini che sono a rischio di dispersione scolastica.




Nuova Lavinium e il ri(s)catto delle case PEEP

Quanti abitanti di Nuova Lavinium sanno, o ricordano, che la loro casa, acquistata con anni di sacrifici, in realtà non ė totalmente loro? E quanto vale quella casa?

Sono circa 3.000 le famiglie proprietarie di immobili dell’area PEEP di Pomezia, o zona 167, idealmente compresa in “orizzontale” tra via Singen e via Sturzo e in “verticale” tra via F.lli Bandiera e il nuovo quartiere della Sughereta e Parco della Minerva, che oggi dovrebbero chiedersi quanto costa riscattare la loro casa.

La zona è composta prevalentemente da palazzi e dai villini di via casa Serena, costruiti in edilizia economica e popolare su terreni di proprietà del Comune di Pomezia tramite convenzioni stipulate con i costruttori, tra la fine degli anni ’70 e gli anni 90. I proprietari di tali immobili sono quindi “superficiari” ed in quanto tali legati ai vincoli stabiliti dalle singole convenzioni.

Il vincolo più limitante e’ quello del prezzo massimo di cessione, ovvero gli immobili devono essere venduti a prezzo di convenzione,in sostanza, un immobile il cui valore di mercato attuale si aggira intorno ai 160.000/200.000 euro, andrebbe invece venduto a prezzo di convenzione ovvero circa 80.000/100.000 euro! Questo vincolo é stato ribadito dal Comune di Pomezia nel 2012 con le delibere 84 del Consiglio Comunale e 170 della giunta che accolgono le normative in materia risalenti agli anni ’90, dove si é iniziato a disciplinare il riscatto degli immobili sulle aree PEEP e l’eliminazione del vincolo massimo di cessione degli stessi.

Il tutto potrebbe essere visto come un’opportunità per i proprietari della zona 167, ma al di la del fatto che ci si chiede come mai si é atteso così tanto tempo, il passaggio da proprietà superficiaria a proprietà piena non è certo indolore! Gli oneri per il riscatto e  ‘eliminazione dei vincoli di prezzo di vendita degli immobili risultano, infatti, troppo alti e sono pochissimi i proprietari che hanno aderito alla proposta del comune. Facciamo un esempio, per un immobile di circa 85 mq in via Ugo la Malfa i costi si aggirano attorno ai 20.000 euro, e se si aggiunge il fatto che si tratta di edilizia economica e popolare di tipo intensivo in palazzi di più di 30 anni, gli oneri appaiano quanto mai eccessivi e penalizzanti.

Ma il vero sconfitto da questa decisione di mantenere oneri così sproporzionati per la trasformazione della zona PEEP in zona di proprietà è proprio lo stesso Comune di Pomezia, ed i numeri parlano chiaro. Nel precedente bilancio, infatti, erano stati stimati incassi da riscatto della zona 167 per ben 1.500.000 di euro ma dopo un anno dalla delibera sono stati incassate solo poche decine di migliaia di euro, segnale evidente che gli oneri dovrebbero essere ritoccati a ribasso, anche perché riscattare la proprietà del suolo ed eliminare i vincoli è una facoltà dei proprietari e non un obbligo, e le convenzioni hanno una durata di 99 anni rinnovabili per altri 99 su richiesta dei proprietari!

Si spera che questa utopistica cifra di 1.500.000 euro non sia stata riportata nel bilancio di previsione dall’attuale amministrazione comunale a fronte di un dato a consuntivo così scoraggiante. Solo la decisione, infatti, di rivedere le tariffe per il riscatto del terreno, tenendo conto della peculiarità del territorio e del tipo edilizia popolare intensiva e non certo residenziale, può attrarre un maggior numero di proprietari che in questo modo contribuirebbero a risanare le casse del comune in modo volontario, oltretutto la zona 167 diventerebbe zona di proprietà. Si rimetterebbe così in moto un mercato immobiliare ormai fermo in un’intera zona della città, cosa che ha ulteriormente danneggiato l’erario per le mancate imposte sulle compravendite degli immobili.

Il comitato di quartiere Nuova Lavinium ha dimostrato in questi mesi un impegno attivo nel sollecitare l’attuale amministrazione nel trovare un punto di incontro tra il Comune e abitanti della zona 167 per delle soluzioni che porterebbero degli effetti positivi sulle disastrate casse comunali, rispetto all’attuale situazione di stallo creatasi. Lo stesso Comitato si rende disponibile a fornire chiarimenti ai cittadini interessati.