L’arte del mosaico

Storia dei mosaici

 

L’arte bizantina è stata una delle più importanti e influenti forme d’arte nel mondo occidentale. Tra le sue espressioni più raffinate, ci sono i mosaici, che adornavano le chiese e i palazzi dell’impero bizantino.
Ricordiamo in special modo i bellissimi mosaici della Santa Sofia di Costantinopoli.

I mosaici bizantini erano realizzati con tessere di vetro, oro e pietre preziose, posizionate con grande cura e maestria per creare immagini di grande bellezza e ricchezza. I colori brillanti e vivaci dei mosaici rendevano gli edifici decorati con essi ancora più luminosi e magnifici.

I soggetti rappresentati nei mosaici bizantini spaziavano dai ritratti degli imperatori e dei santi, alle scene della vita di Cristo e della Madonna.

Gli artisti bizantini utilizzavano la tecnica del chiaroscuro per creare una sensazione di profondità e tridimensionalità nelle loro opere.

Un esempio celebre di mosaico bizantino è quello della Basilica di San Vitale a Ravenna, dove le immagini dell’imperatore Giustiniano e dell’imperatrice Teodora sono state create con tessere d’oro e argento, rendendo i loro ritratti ancora più sontuosi.

Ma l’arte dei mosaici bizantini non è stata confinata all’impero bizantino.

Anche in Italia, a Venezia, si possono ancora ammirare i mosaici della Basilica di San Marco, che rappresentano le immagini sacre in uno stile bizantino di grande eleganza e bellezza.

 

 

Creazione di un mosaico…

 

 

La creazione di un mosaico richiede una buona dose di pazienza, ma anche di creatività e precisione. Ecco i passaggi principali per realizzare un mosaico:

  1. Preparazione del supporto: il primo passo è scegliere il supporto sul quale si andrà a realizzare il mosaico.
    Si può optare per una superficie rigida come una tavola di legno o un vaso di terracotta.
    È importante che la superficie sia pulita!
  2. Scelta dei materiali: i materiali utilizzati per i mosaici possono variare, ma i più comuni sono le tessere di vetro, ceramica, pietre naturali o smalti. Si può optare per una gamma di colori e texture per creare il disegno desiderato.
  3. Disegno del modello: prima di iniziare a posare le tessere, è necessario disegnare il modello che si vuole creare sul supporto.
    Si può fare un semplice schizzo a matita o utilizzare un cartamodello.
  4. Taglio delle tessere: una volta deciso il disegno, è il momento di tagliare le tessere nei vari formati. Si possono utilizzare pinze per il taglio preciso.
  5. Posizionamento delle tessere: con l’uso di colla specifica, si inizia a posizionare le tessere sulla superficie del supporto seguendo il disegno precedentemente creato. È importante avere molta attenzione per mantenere l’allineamento e la corretta disposizione delle tessere.
  6. Finitura: una volta completata la posa delle tessere, è necessario attendere il tempo necessario per far asciugare bene la colla. Successivamente, si può passare alla pulizia del mosaico e alla stesura di una finitura protettiva.

Realizzare un mosaico richiede tempo e dedizione, ma il risultato finale può essere un’opera d’arte unica e di grande bellezza.

 

 




Il Mosaico della Navicella di Giotto

Forse non tutti sanno che l’opera per cui Giotto divenne famosissimo nell’antichità è un mosaico oggi perduto.
Si tratta del cosiddetto Mosaico della Navicella, commissionato dal cardinale Jacopo Stefaneschi (esatto, lo stesso del Polittico Stefaneschi) per la basilica di San Pietro in Vaticano.

Questo enorme mosaico si trovava nel portico della basilica, visibile al momento dell’uscita della chiesa, quando si attraversa il portico per tornare indietro ed uscire, e misurava 10x15m.
Una dimensione incredibile per una sola scena testamentaria!

Ma qual era il tema di questa Navicella?
Troviamo la nostra risposta nel Vangelo di Matteo (Mt., 14, 22-23) dove viene raccontato il momento in cui Cristo salva l’apostolo Pietro, il quale convinto da Gesù di raggiungerlo camminando sulle acque, cede all’incredulità ed inizia ad affondare.


Tutta la parte sinistra è occupata da una nave con sopra gli Apostoli, e sulla destra, in primo piano, spiccano invece San Pietro e Cristo.

Quest’opera divenne famosissima sin dal momento della creazione.
Per ci rimangono tante illustrazioni e copie, anche se non tutte fedelissime. Anzi, forse proprio per la troppa premura nel cercare di conservare questo capolavoro fu la sua rovina: fu spostato dal portico all’aperto in cui si trovava e fu trasportato sopra la fontana di fianco il palazzo papale.
Ma era sempre all’aperto, e molti artisti – tra cui Bernini – non condividevano questa scelta, perciò fu nuovamente segato per trasportarlo.

 

Per paura di danneggiare o perdere qualcosa, fu fatta realizzare una copia in scala 1:1 su disegno di Cosimo Bartoli ed eseguita da Francesco Berretta; essa fu posizionata nella chiesa dei Cappuccini dove rimase fino al 1925.

Gli unici resti di questo enorme mosaico sono solo due clipei con angeli.
E qui sorge un piccolo problema: nessuna copia a noi pervenuta riproduce degli angeli! Probabilmente, quindi, appartenevano alla cornice.

 

Questi due elementi, molto diversi tra di loro per lo stato di conservazione, sono oggi conservati nella Reverenda fabbrica di San Pietro e in San Pietro Ispano a Boville Ernica.

 

Anche sulla datazione c’è qualche dubbio: le ipotesi sono principalmente tre.
Alcuni critici la collegano al giubileo del 1300 (cosa improbabile perché Bonifacio VIII si sarebbe fatto raffigurare se fosse stato lui il committente); altri invece spaziano dal 1307 al 1312 in base a dei documenti personali di Giotto e alla figura del pescatore, sulla sinistra, motivo presente anche negli affreschi della Basilica inferiore di Assisi.

Se per la datazione molti storici non concordano, sull’attribuzione invece sì: Giotto non fu probabilmente l’esecutore materiale.
Lui realizzò il progetto su carta, forse anche il disegno preparatorio sulla malta, ma la realizzazione del mosaico fu affidata ad una bottega di mosaicista di Roma.