Il Bikini compie 75 anni

Tanti auguri ad un capo d’abbigliamento che non teme l’età

 

Chi lo avrebbe mai detto che il bikini ha già 75 anni? Eppure è proprio così. Un indumento must dell’estate, indossato da milioni di donne in tutte il mondo, ha una vera e propria data di battesimo.

Era il 5 luglio del 1946 quando Louis Réard, un ingegnere automobilistico francese, fece sfilare a bordo piscina a Parigi il primo costume da bagno due pezzi così succinto da mostrare l’ombelico. Non fu facile trovare la modella perché tutte si rifiutarono di indossare in pubblico un tale indumento, tanto che alla fine Réard optò per una spogliarellista, la signorina Micheline Bernardini.

 

Bikini di Louis Réard

 

Ad essere precisi, il primo costume a due pezzi fu creato dal couturier parigino Jacques Heim nel 1932 con il tuo Atome, considerato allora “il costume da bagno già piccolo del mondo“ sebbene coprisse totalmente l’ombelico, anche se  poi fu l’ingegnere francese a realizzare il vero bikini come lo consideriamo noi.

 

Atome di Jacques Heim

 

Louis Réard aveva notato sulle spiagge della Costa Azzurra come le donne arrotolassero i propri costumi pur di abbronzarsi e dato che da qualche anno aveva rilevato dalla madre un’attività di lingerie, la creazione del Bikini fu davvero un passo breve.

Il nome venne scelto perché in quel periodo gli Stati Uniti stavano facendo testi nucleari per indagare sugli effetti delle bombe nucleari nell’atollo di Bikini nell’oceano Pacifico.

Réard era convinto che l’introduzione del bikini avrebbe rivoluzionato la moda femminile e che, quindi, poteva essere assimilata allo scoppio di una bomba atomica.
In effetti tutto ciò è avvenuto, sebbene non nei tempi che Réard sperava.

All’inizio nessuna donna ebbe il coraggio di indossare il bikini. Anzi venne anche osteggiato da alcuni Stati e dal Vaticano e si parlò di nuovo del bikini solo quando attrici e modelle iniziarono a indossarlo.

Tra le prime ricordiamo la grande attrice Rita Hayworth anche se dobbiamo attendere Brigitte Bardot sul set del film E dio crea la Donna nel 1956 per consacrare il bikini come un vera e proprio indumento sexy che tutte volevano avere!

 

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C’è da ricordare anche le giovanissime Lucia Bosé in Miss Italia nel 1947 e Sofia Loren con Miss Eleganza nel 1950, due bellissime e coraggiose attrici che sfilarono, appunto, con un due pezzi,

Ci vuole tempo affinché un indumento diventi di uso comune, facente parte del vivere e negli anni ’60 il costume a due pezzi divenne simbolo della rivoluzione sessuale di quegli anni e praticamente tutte le ragazze sulle spiagge indossavano solo ed esclusivamente il ridottissimo bikini.

È cambiato il millennio, sono cambiate mode e tendenze, eppure ogni anno il bikini torna a spopolare sulle spiagge di tutto il mondo.

Ecco cosa vuol dire avere 75 anni e portarseli benissimo.

 

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Foto prese da web




La gonna, il must per l’estate 2017

Le gonne sono le protagoniste dell’estate 2017: da quelle lunghe da indossare anche con un paio di sneakers a quelle in tulle, effetto ballerina. Senza dimenticare che dietro questo indumento c’è Coco Chanel, che rivoluzionò la moda ad inizio Novecento, e l’emancipazione della donna

È il capo d’abbigliamento femminile per eccellenza che nel corso dei tempi ha cambiato colore, lunghezza e tessuto, andando di pari passo con le conquiste della donna.È la gonna, un must nel guardaroba di ognuna di noi: dalle mamme alle single, dalle manager alle adolescenti, dalle zie alle nonne. È immancabile con le sue forme a trapezio, con volant, di jeans, di raso e a balze, ma anche ‘personalizzata’ secondo i gusti personali.
Con l’estate alle porte la gonne è un ‘must have’, come proposto nelle passerelle dagli stilisti: sono lunghe, ampie, over e maxi con spacchi, a fiori, con trasparenze in tulle, come le ballerine. Ma c’è posto anche per le gonne sporty, con laccio in vita che si possono anche indossare con le sneaker, quelle morbide e leggere da portare con sandali e blusa e l’immancabile gonna lunga animalier, da sfoggiare sia con una canotta in pelle per un look ‘aggressivo’ sia con una maglia più casual. Un’altra forte tendenza direttamente dalle sfilate sono le gonne con bottoni laterali o centrali, con spacchi, strette e con orli asimmetrici.
Anche i colori hanno la loro importanza: vanno dalle tonalità pastello a quelle più intense, colorate e leggere.
Dietro questo indumento si cela una lotta di emancipazione della donna e della moda. Nel Novecento, con l’avvento dei movimenti per l’indipendenza femminile, vennero abbandonate le strutture da indossare sotto la gonna e gli oggetti demoniaci che il bon ton imponeva, come corsetti strettissimi e soffocanti. Se all’inizio la gonna doveva solo coprire, poi è diventato un capo per esaltare la femminilità, senza trascurare la comodità.
L’emblema di questa emancipazione dalla moda fu Gabrielle Chanel, più nota a tutti come Coco Chanel, che rivoluzionò il modo di vestire delle donne, introducendo le varianti femminili degli smoking maschili molto in voga nei primi anni del secolo scorso, tramutandoli in tailleur raffinati e femminili. Il suo stile rivoluzionario fu uno stile di vita, che vide mescolare con istinto e passione luce, colore, eleganza, classe, leggerezza e personalità.
Chanel ha voluto rendere la donna indipendente e moderna portando avanti molte battaglie, insieme alle donne dell’epoca, per toglierle di dosso le vesti angeliche e farla divenire una cittadina portatrice di diritti.
Da quegli anni Trenta, fino a giungere al nuovo millennio, sono le varie fogge dalle minigonne alle caviglie, dal vintage al revival, ad evidenziare sempre nuovi dettagli e invenzioni che legano la gonna inequivocabilmente alla cultura del suo tempo.
Indossarla per un cocktail con le amiche, come divisa da lavoro, per una cena intima o per il veglione di fine anno, rappresenta sempre lo status symbol della femminilità. Anche se negli anni è stato sfatato dai tagli di pantalone da donna, rimane pur sempre un intramontabile capo da indossare, a partire dalla prossima estate.