Sebastião Salgado. Amazônia (al MAXXI, Roma fino al 25 aprile)
Sebastião Salgado. Amazônia
Un pellegrinaggio immersivo
tra le braccia della grande Madre
La mostra fotografica “Amazônia” è ospitata presso il MAXXI, in via Guido Reni a Roma.
Vi sono esposti, con un effetto di grande suggestione, gli scatti potenti di Sebastião Salgado, grandissimo fotografo e ricercatore che per più di 6 anni ha viaggiato nell’Amazzonia brasiliana, per documentare un mondo vivo e palpitante, primordiale e fragile.
La mostra è stata prorogata fino al 25 aprile 2022.
Una buona ragione per non perdervela, se non ci siete già stati.
Piomberete in un’atmosfera straniante, ancestrale e avvolgente, lasciando per strada la luce romana ed entrando tra le curve pareti del MAXXI per raggiungere la Galleria 4.
Nella penombra, grandi foto in bianco e nero pendono dal soffitto e sembrano segnalare un percorso al visitatore. Oppure no…
Sceglierete di non seguire alcun percorso e vi lascerete condurre in modo destrutturato all’interno di un mondo estatico.
Sogno di un paradiso non ancora perduto, il percorso si fa anche sonoro, con un sommesso e pervasivo concerto di suoni reali, raccolti nella foresta stessa da Jean-Michel Jarre.
Frusciano alberi, cantano uccelli e verseggiano moltitudini di animali, accompagnati dal fragore delle acque che scendono dalla cima delle montagne.
È maestoso e fragilissimo, questo immenso ambiente naturale, un ecosistema al quale siamo legati come da un cordone ombelicale.
Per poter cogliere le reali dimensioni della foresta, che occupa un terzo del continente sudamericano, ci soccorre l’osservazione dallo spazio.
E siamo al cospetto di un vasto manto verde, sottilmente ricamato dal corso di lenti fiumi dalle linee curve e sinuose.
Il Rio delle Amazzoni attraversa la foresta e costituisce il 20% dell’acqua dolce di tutta la Terra con i suoi circa 1.100 affluenti, riversandosi infine nell’Oceano Atlantico.
Per milioni di anni, qui, un potente ciclo naturale ha perpetuato se stesso e la vita sul pianeta.
E, come silenziosi custodi, gli indigeni popolano l’ambiente e respirano con noi in questa mostra, presenti in fotografie davvero iconiche.
Straordinaria, tra le mille suggestioni offerte dalle didascalie, è l’immagine dei cosiddetti “fiumi volanti” o “fiumi atmosferici”.
Sono veri e propri fiumi, ma volano. Sono “fiumi aerei” carichi di umidità, che si estendono su gran parte del continente sudamericano, garantendo un magico equilibrio biologico .
La Foresta appare come un “Oceano verde” e l’infinità dei fenomeni che la abitano è in grado di influenzare i modelli climatici dell’intero pianeta.
Purtroppo, il fenomeno tutto umano della deforestazione sta minando l’immensa foresta pluviale, soprattutto ai suoi margini.
All’interno, le terre indigene e i parchi nazionali restano per ora più protetti.
Come in un pellegrinaggio immersivo quanto artificiale, proviamo a immaginarci nell’abbraccio di questa grande Madre, amorevole e selvaggia.
È il momento del rispetto, del silenzio, del risveglio, una volta per tutte.