VIOLETA di Isabelle Allende

VIOLETA

Di Isabelle Allende

Ed. Feltrinelli

 

 

Se avete fatto caso alla foto di copertina, potete già intuire la portata della mia “relazione” con questa famosissima scrittrice d’oltremare.

Ho conosciuto la Allende che ero poco più di un’adolescente con il romanzo Eva Luna, al quale poi è seguito Eva Luna racconta e soprattutto La casa degli spiriti con il quale la folgorazione ha raggiunto il suo apice.

Non ho mai mancato gli appuntamenti con le sue pubblicazioni, fino a quest’ultimo segnato a caratteri cubitali sulla mia agenda: “ 3 febbraio 2022 – Violeta”.

Le donne di Isabelle Allende descritte nei sui libri, rappresentano le diverse sfaccettature del suo carattere, della sua vita, del suo stile letterario.

Sono donne passionali, sono matriarche, sono portatrici di storie, amori, dolori e segreti. Violeta non è da meno; leggendo poi mi sono resa conto di quanto le sue protagoniste siano collegate tra di loro da un filo seppur sottilissimo.

 

Venni anche a sapere che la nonna Nivea, la madre di mia madre, era morta decapitata in uno spaventoso incidente d’auto e che la sua testa si era persa in un campo; che era esistita una zia che sapeva parlare con gli spiriti e che c’era stato un cane cresciuto fino a raggiungere le dimensioni di un dromedario.

 

Chi, scorrendo queste righe, non ricorda per la scena del film con Meryl Streep e Jeremy Irons, in cui si vede volare quella testa?

Isabelle Allende ci regala un altro straordinario ritratto di una donna speciale e del suo clan, attraverso un secolo denso di sconvolgimenti politici, economici e calamità.

Le sue frasi fluide ma non scevre da concetti importanti, ci consegnano la vita di una donna centenaria che ha visto la luce quando il mondo veniva aggredito dall’influenza spagnola e che termina il suo cammino ai giorni nostri sotto il flagello del Covid-19.

Violeta è un personaggio coraggioso, dal forte senso della giustizia, che non getta la spugna di fronte agli ostacoli che la vita le pone davanti.

A quasi ottant’anni Isabelle Allende ci regala la potente voce narrante della cilena Violeta Del Valle che dona i suoi ricordi al nipote Camilo ripercorrendo gli eventi più importanti del XX secolo.

La forte narrazione in prima persona ha poi l’eccezionale risultato di avere la sensazione di trovarci veramente di fronte a lei.

Andate in libreria e aprite la prima pagina, vi troverete di fronte ad un incipit che rappresenta il preludio per un altro romanzo straordinario.

 

 

Sono venuta al mondo un venerdì di tempesta del 1920, l’anno del flagello.

 

 

SINOSSI

Violeta nasce in una notte tempestosa, prima femmina dopo 5 maschi. La sua vita è segnata fin da subito da avvenimenti mondiali come il virus dell’influenza spagnola e la Grande depressione che comprometterà l’elegante stile di vita della famiglia e la obbligherà all’esilio.

Violeta racconta la sua storia al nipote Camilo cui consegna il testimone dopo una vita condotta all’insegna del coraggio e dell’impegno per la lotta dei diritti delle donne.




LA DONNA ABITATA di Gioconda Belli

LA DONNA ABITATA

di Gioconda Belli

ed. e/o

 

 

Cos’ è una Donna abitata? Il titolo di questo romanzo ci pone già da solo tante domande; poi la primissima frase, breve e misteriosa:

 

All’albeggiare emersi

 

Non è facile agganciare un lettore con solamente sei parole, eppure Gioconda Belli ci riesce benissimo: immediatamente ci cattura e ci trasporta in un mondo lontano ferito da invasioni e dittature.

La donna abitata è un romanzo a due voci, con due protagoniste nate e cresciute in epoche diverse ma accomunate dal vivere un’appassionante storia d’amore e dal combattere contro l’oppressione.

Gioconda Belli ci parla d’amore e ribellione come facce della stessa medaglia, una medaglia che in qualunque modo cada, è simbolo di passioni forti.

Le pagine scorrono sotto i nostri occhi con un crescendo inesorabile; le fluide frasi della Belli ci descrivono la donna albero che ricorda, vigila e penetra con il succo delle sue arance e il profumo delle zagare, un’altra donna che emerge dal limbo dorato dov’era sempre vissuta.

Il Nicaragua è un Paese i cui abitanti sono quasi avvezzi alla violenza, ma che la violenza non accettano.

 

Per quanto si eviti di vedere la violenza, la violenza viene a cercarti.

Qui ne abbiamo tutti una dose assicurata per diritto di nazionalità.

Uno o la subisce o la fa.

O comunque, se a te non fanno niente, la fanno ad altri, ed è lì che interviene la coscienza.

Perché se uno permette che la facciano ad altri diventa, dichiaratamente o no, complice.

 

I contrasti di questa nazione che balzano agli occhi sono netti e duri e accentuano il realismo che permane lo stile di questo romanzo.  Di quando in quando però, parentesi magiche ne fanno un vero gioiello della letteratura sudamericana.

Un fatto curioso mi è successo mentre leggevo le prime frasi di questo libro: mi sono resa conto che pochissimi giorni fa avevo letto e qui recensito, L’isola degli alberi scomparsi, anche qui una delle voci narranti è rappresentata da un albero, in questo caso una pianta di fico. Tra i libri c’è sempre un legame che unisce le storie, più o meno visibile.

La donna abitata è un libro poco conosciuto, da condividere e da leggere a voce alta.

 

 

SINOSSI

 

Itzà è una guerriera india che rivive come linfa di un albero di arance che cresce nel giardino di Lavinia, donna moderna di nobili origini che si ritrova a combattere contro il regime dittatoriale sandinista.

Sullo sfondo di un Paese pieno zeppo di contrasti, sfruttato da feroci conquistatori e dilaniato da guerre civili, si snodano due appassionanti, ma non scontate, storie d’amore.