Il Liceo Artistico ospita la tavola rotonda “L’alternanza scuola-lavoro nei Licei”

Mercoledì 11 febbraio 2015 dalle ore 10:00 il Liceo Artistico Pomezia-Anzio ospiterà una tavola rotonda sul tema “L’alternanza scuola-lavoro nei Licei”. Interverranno, tra gli altri, il Sottosegretario di Stato all’Istruzione Sen. Angela D’Onghia, il Direttore generale dell’Ufficio Scolastico regionale dott. Gildo De Angelis, esponenti di Confindustria e Confartigianato, del mondo dell’informazione e delle Forze armate. Saranno inoltre presenti le principali aziende del territorio.

Il convegno, che ha per sottotitolo “Scuola patrimonio dell’impresa” offre l’opportunità di ribadire una volta ancora la centralità della scuola in un percorso formativo integrato che unisca sempre di più il “sapere” al “saper fare”.

In questo senso risulta particolarmente coerente l’intervento del Sottosegretario D’Onghia, delegato proprio all’implementazione dei percorsi “scuola-lavoro”, che proviene dal mondo dell’Impresa.

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La città di sera

Io e la dirimpettaia ci incontriamo da alcuni mesi sul balcone. Il buio intorno ci ricopre e la sera ci aspetta per la sigaretta in solitudine. Io con me, lei con se stessa, distante per un po’ dalla sua famiglia.

Così alta e sottile, è ricoperta da una nube di capelli corvini. Non so chi sia, in verità, ma conosco ogni segmento dei suoi gesti, tanto che la riconoscerei anche tra cento balconi affollati. Usa muoversi molto ed è sempre piena di cose da fare. Non esce per stare immobile, come faccio io, esce accompagnata da mille faccende.

Io resto lì, fissata ad osservare l’aria del giorno che è andato. Mi guardo intorno e mi perdo nel buio, senza neanche distinguere il grigiore dell’area industriale. Abbandono per sempre i pensieri. Quelli inutili sul traffico isterico incontrato durante la giornata, sulle buche ampie come laghi che si sono impossessate delle strade di tutti i giorni, su ciò che non va e non funziona e si rompe, generando crepe sempiterne, sulle ore di lavoro piene di tensioni fisiche ed interiori, sulle preghiere che paiono inascoltate, sulle luminarie del Natale sempre poche o inadatte, che in ogni città destano discussioni e falliscono nel loro desiderio di voler piacere a tutti, sulla stanchezza che appare ogni giorno come una morte, sulle scelte che comportano crudeli rinunce, sugli amori che dolgono ed i rapporti che si dissipano, sull’oroscopo che decreta che Saturno ora è contro e basta, sulle polemiche che mai fonderanno dei punti d’incontro.

Ieri sera la dirimpettaia era di nuovo con me. Di fronte, coperta da una vestaglia imbottita, rapida nei suoi panni da ritirare, la sua sigaretta ad accompagnarla nel suo fare. Nel tempo in cui lei ha ingoiato quei fumi stanchi, io ero ancora a metà e mi ha lasciato sola nel balcone di tutte le volte.

Sono belle le sere, belli i balconi, belle le persone con cui m’incontro, anche solo per pochi minuti, e sempre per caso. Il bello è in tutte le cose e in quelle fragili sembra ancora più straordinario. Di sera è meglio. È tutto più forte e vero, più sbiadito e incantevole. La città appare per ciò che è in tutta la sua ombra estesa: un involucro ripieno di vite che pulsano e s’incontrano – se vogliono – sul balcone.




Job Meeting

Un piccolo contributo contro la crisi.

Ci sono molte ragioni economiche che portano un paese ad avere forti tassi di disoccupazione. La prima, di natura keynesiana, ovvero suggerita dal grande economista inglese John Maynard Keynes, postula una relazione tra la mancanza di domanda di beni e servizi da parte dei consumatori, mancanza che porta le imprese a ridurre la produzione e quindi il numero dei lavoratori. Un’ altra motivazione, ad esempio descrive il ruolo della tecnologia nel sistema economico.

Il cambiamento tecnologico aumenta la produttività dei lavoratori che a sua volta crea un incentivo a risparmiare sul fattore produttivo umano. Ci sono poi teorie che sottolineano l’influsso nefasto della tassazione che raggiunti livelli inaccettabili disincentiva l’attività economica e quindi la produzione delle imprese. A mio avviso quella più interessante è l’ultima che cito: ci sono economisti che pensano che la disoccupazione sia il prodotto del mancato incontro tra domanda di lavoro  (le imprese) e l’offerta di lavoro (i lavoratori). Questo disallineamento, in inglese “mismatching” non è imputabile solo a un mancato accordo sul salario o sullo stipendio, ma deriva soprattutto dal fatto che le imprese hanno bisogno di coprire funzioni organizzative o ruoli particolari, che non riescono a trovare nel mondo impiegatizio.

Come ovviare a questo tipo di fenomeno? Ci sono interventi che hanno bisogno di molto tempo come la riforma della scuola e del sistema formativo nazionale e piccoli interventi che possono limitare i danni nel breve periodo. Un provvedimento che un’istituzione pubblica può prendere, tra l’altro senza grandi coperture economiche, è l’organizzazione dei “job meeting”. Un job meeting è un evento pubblico dove imprese e cittadini in cerca di lavoro, soprattutto studenti delle scuole superiori e dell’università, possono incontrarsi, dialogare e quindi abbattere le distanze, ma soprattutto possono ridurre il gap di informazioni. Uno studente ad esempio potrebbe scoprire che applicarsi nella conoscenza di un determinato software potrebbe aprirgli una carriera in un’azienda locale.

Per passare dall’astratto al concreto, mi permetto di suggerire all’Amministrazione Fucci di prendere in seria considerazione l’idea di organizzare questo tipo di incontri nei locali del ex-Campus Universitario. Si potrebbero coinvolgere le aziende grandi e piccole del territorio e gli istituti scolastici, in particolare gli istituti tecnici. Ogni azienda potrebbe allestire uno stand dove accogliere i presenti cercando di raccontare un po’ della propria vita produttiva. Sempre le aziende potrebbero raccogliere curricula e gestire dei colloqui preselettivi di possibili risorse umane candidate all’assunzione. Ancora, potrebbero essere animati convegni sul mondo del lavoro con esperti del settore, o corsi di aiuto alla ricerca dell’impiego. Il tutto inoltre potrebbe essere finanziato con il contributo del privato, che potrebbe essere interessato al miglioramento della propria immagine e il proprio prestigio sociale a Pomezia e dintorni.

In tempi di austerity, le amministrazioni pubbliche devono imparare ad ottenere il massimo dell’impatto sociale, con il minimo sforzo finanziario. Il job meeting potrebbe rivelarsi uno strumento utile che va in questa direzione. Inoltre i sindaci non hanno il compito di trovare personalmente un’occupazione al cittadino x, o a quello y, ma hanno l’obbligo morale di creare le condizioni affinché a tutti i cittadini possa essere data l’opportunità di dimostrare le proprie capacità professionali.
Speriamo che prima o poi anche Pomezia possa dare un calcio al pessimismo, smentendo nei fatti le cassandre del declino.




La media del Pollo

 E’ di oggi la notizia che il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha deciso di innalzare il salario minimo dei nuovi assunti nell’amministrazione federale portandolo da 7,25 dollari l’ora a 10,10 dollari, pari ad un aumento del 39%, e lo farà con un decreto apposito scavalcando a piè pari il Congresso, sfidandolo in pratica a lavorare uniti per rilanciare consumi ed economia e far approvare una legge che punti allo stesso risultato anche per i contratti in essere ed infine indicizzare il salario orario all’inflazione. In pratica introducendo quello che in Italia era stato abolito dal ’92, la cosiddetta “scala mobile”, che serviva a mantenere i salari al passo con l’inflazione per preservare il potere d’acquisto degli italiani.

 Questa azione si integra quindi in un progetto dell’amministrazione americana volto ad una più ampia serie di riforme sociali ed economiche, ad esempio sul fisco, sull’immigrazione, sul possesso di armi da fuoco e così via.

 trova le differenze

E in Italia?

 Secondo l’Istat le retribuzioni medie nel 2013 sono cresciute solo dell’1,4%, che corrisponde al tasso più basso registrato dal 1982. Il tutto aggravato del fatto che a fine dicembre, sempre secondo l’Istituto di Statistica, erano in attesa di rinnovo del contratto oltre sei milioni di lavoratori, ovvero quasi la metà dei dipendenti tra pubblici e privati in Italia!

Queste cifre non fanno che fotografare la realtà allarmante in cui si trova il mondo del lavoro nel nostro Paese. A titolo di esempio basti ricordare la questione Electrolux. L’azienda, infatti, minaccia di spostare la produzione in Polonia (dove il costo del lavoro è inferiore) a meno che i lavoratori non accettino una diminuzione delle loro retribuzioni. Di quanto? C’è il solito balletto di cifre che oscillano da metà dello stipendio a “solo” 130 euro al mese in meno.

 Come non ricordare, poi, lo studio di Bankitalia pubblicato pochi mesi fa secondo cui nel biennio che va dal 2010 al 2012 lo stipendio medio dei lavoratori dipendenti è diminuito di oltre 800 euro l’anno, con una flessione del -5%, mentre il costo della vita saliva aumentando il divario tra i redditi ed il potere d’acquisto per le famiglie?

 Ci piace guardare all’estero per trarre esempio da migliore qualità della vita, migliori servizi, ma ci dimentichiamo di guardare uno dei punti essenziali: tali servizi sono pagati ANCHE dai maggiori introiti fiscali (in valore assoluto) dati da RETRIBUZIONI PIU’ ALTE, che le aziende possono permettersi di dare ai loro dipendenti grazie a costi del lavoro complessivamente più bassi.

 Naturalmente si parla sempre di valori medi. Come il famoso “pollo” di Trilussa, che statisticamente toccava metà per uno, mentre in realtà sono sempre più le persone, almeno in Italia, il cui piatto resta vuoto.