Giorgio De Chirico: nascita della Metafisica

Giorgio de Chirico, nato in Grecia nel 1888 e morto a Roma nel 1978, è il co-fondatore ed uno dei maggior esponenti della corrente artistica conosciuta come “Metafisica”.

Cosa vuol dire questo termine? Metafisica nasce con Aristotele nel IV secolo a.C. e significa “oltre la fisica” ovvero oltre le cose visibili.

Nel panorama italiano del primo Novecento spiccano per importanza due correnti artistiche: la prima è quella del Futurismo, fondata da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 e la seconda è la Metafisica fondata nel 1917 da Giorgio de Chirico e Carlo Carrà a Ferrara.

Lo scopo della Metafisica è quello di rappresentare l’essenza della realtà, ciò che va oltre l’esperienza sensibile dell’apparenza.

Metafisico è, inoltre, tutto ciò che è estraneo alla logica circostanziale in cui siamo abituati a vederlo. Per questo i quadri metafisici sono ricchi di elementi accostati tra di loro senza un’apparente logica, in ambienti del tutto generici e privi di vita umana.

Insieme a Giorgio de Chirico, gli altri esponenti della Metafisica sono suo fratello Andrea, ma meglio conosciuto come Alberto Savinio, Carlo Carrà e Giorgio Morandi.

In realtà risalgono al 1909 i primi esperimenti di Giorgio de Chirico in materia di metafisica; proprio lo stesso anno del Manifesto del Futurismo. Eppure, la Metafisica, è una concezione diametralmente opposta a quella Futurismo: dove là c’è dinamismo e velocità, la Metafisica contrappone staticità e

solidità; dove c’è caos e vitalità, lì c’è silenzio e vuoto.

Dunque, mentre il Futurismo parla il linguaggio dell’innovazione e della modernità, la Metafisica cerca di recuperare la tradizione pittorica della prospettiva, colorando il tutto di una triste nostalgia per il passato.

I quadri Metafisici, seppur nella loro concezione filosofica possono apparire tortuosi, sono di una semplicità disarmante.

Se ci troviamo di fronte ad un quadro, come per esempio Piazza d’Italia del 1913 di De Chirico, il nostro occhio a primo impatto non percepisce niente di strano.
Ci appare come una delle tante piazze italiane a noi note.

Ma poi piano piano iniziamo a renderci conto di vari elementi che vanno in contrasto con la nostra percezione comune di una piazza: in primo luogo le luci e le tinte.
Da un cielo verde nasce una luce irreale che allunga, deformandole, tutte le ombre; e così anche la prospettiva, così apparentemente rigida, è del tutto deformata, tanto da rendere lo spazio irreale.

E così, nel ciclo dechirichiano di Piazze di Italia – una serie iniziata nel 1910 – sono presenti tutti gli elementi ideologici e strutturali di cui abbiamo parlato fino ad adesso: il senso di solitudine, l’atmosfera irreale, la prospettiva esacerbata, le ombre lunghe, i portici e le statue classiche.

Il linguaggio artistico della Metafisica ha influenzato l’arte nata sotto il Fascismo, conosciuta come il “Ritorno all’ordine” per il suo caratteristico recupero della tradizione. Così, i portici con i numerosissimi archi a tutto sesto ordinati danno vita ad un monumento moderno come il Palazzo della Civiltà Italiana di Roma.

Ultimo, ma non meno importante, è il tema dei manichini.
I quadri di De Chirico sono ricchissimi di queste presenze antropomorfe ma immobili, statiche, senza vita.

E’ il caso di “Le Muse Inquietanti”, opera del 1917.
Ritroviamo tutti gli elementi sopracitati come la solitudine, le ombre lunghe e la prospettiva mentre sullo sfondo troneggia il castello estense di Ferrara.

Ma, nonostante il quadro sia abitato da numerose figure, queste non trasmettono alcun senso di vitalità.
Sono manichini deformati, con teste terribilmente piccole o terribilmente grandi, posizionate in modo casuale nello spazio di questa grande piazza fluttuante nel nulla.




L’Italia sempre più vecchia

L’Istat ha recentemente pubblicato un Report sugli indicatori demografici del 2020 (https://www.istat.it/it/files/2021/05/REPORT_INDICATORI-DEMOGRAFICI-2020.pdf) che ha confermato il calo demografico e l’invecchiamento del Paese.

I residenti sono 59 milioni 258 mila, 383 mila in meno rispetto a un anno prima, dato dovuto soprattutto al divario tra nascite e decessi:  ogni 100 decessi vi sono state 54 nascite. Il rapporto tra la popolazione dai 65 anni e più e gli under 15 è cresciuto, passando dal 33,5% del 1951 a quasi il 184% all’inizio del 2021. La speranza di vita alla nascita scende a 82 anni, l’età media degli italiani è di 46 anni e il numero medio di figli per donna è 1,24, il più basso dal 2003. La popolazione è in calo in quasi tutto il territorio nazionale: ad eccezione del Trentino-Alto Adige, dove si registra una variazione annuale della popolazione pari a +0,4 per mille, tutte le regioni sono colpite dal fenomeno soprattutto al Sud rispetto al centro-nord, con Molise e Basilicata le regioni più colpite. Un colpo forte al ricambio demografico lo ha dato la pandemia da Covid-19: non solo ha prodotto effetti sulla mortalità, ma anche sulla mobilità residenziale interna e con i Paesi esteri che ha avuto ripercussioni su comportamenti riproduttivi e nuziali. Il lockdown ha portato anche a inevitabili ripercussioni sui trasferimenti di residenza, -12% all’interno, con dati riferiti all’estero che hanno fatto toccare il valore più basso degli anni 2000. Per il Sistema di sorveglianza nazionale integrata dell’Istituto superiore di sanità, nel corso del 2020 sono stati registrati 75.891 decessi attribuibili in via diretta a Covid-19. Anche se l’incremento assoluto dei decessi per tutte le cause di morte sull’anno precedente è stato pari a +112 mila,  c’è da considerare, oltre alle morti legate al virus, anche decessi causati da altre patologie letali che non è stato possibile trattare con le modalità necessarie. La mortalità indotta direttamente/indirettamente da Covid-19 ammonta a 99mila decessi, un livello che può considerarsi come limite minimo. Nei primi due mesi del 2020 i decessi sono stati 6.877 in meno rispetto agli stessi mesi del 2019. Quindi si può ipotizzare che senza la pandemia i rischi di morte sarebbero stati inferiori. Il 2020 registra un’ulteriore riduzione delle nascite: dal 2008 si è passati dai 577mila nati agli attuali 404mila, ben il 30% in meno che porta verso un solo figlio a coppia. La fecondità si mantiene più alta al nord, 1,27 figli per donna, ma in calo rispetto a 1,31 del 2019; nel Mezzogiorno scende da 1,26 a 1,23 e a al Centro passa da 1,19 a 1,17. Un andamento, quello della natalità, influenzato da due fattori: uno strutturale e l’altro comportamentale. Il primo ha una forte componente inerziale che deriva dalla dimensione delle generazioni che transitano nell’arco delle età riproduttive, includendo anche i flussi migratori con popolazione giovane, se mettono al mondo figli; il secondo è collegato ai modelli riproduttivi, non solo legati agli incentivi per le coppie stabili e la fecondità degli autoctoni, ma anche al contributo degli immigrati. (Foto di Susanne Palmer da Pixabay).




I circhi e lo sfruttamento di animali

Ancora legali nel 2016

Ormai sempre più persone si dichiarano contrarie alle attività circensi che fanno uso di animali per i propri spettacoli. Infatti, la sensibilità nei confronti di questo tema è notevolmente aumentata e attualmente la maggioranza della popolazione (stando ai dati, circa il 63% del popolo italiano) è d’accordo sull’abolizione dello sfruttamento degli animali all’interno dei circhi.

Le condizioni degli animali utilizzati per questo tipo di spettacoli non sono più un mistero da molto tempo. Nei circhi, infatti, essi sono costretti a “vivere” in gabbie strettissime, a volte senza dar loro cibo o acqua e costantemente scossi dai continui viaggi che sono costretti a compiere. Cresciuti in un ambiente completamente diverso da quello naturale, non conoscono che il terrore, la violenza e la paura. I metodi con cui vengono addestrati sono a dir poco terrificanti, costretti a compiere azioni totalmente innaturali solo per un insensato divertimento dell’uomo-padrone. Questi poveri animali riportano i segni, sia fisici che psicologici, del continuo maltrattamento a cui, purtroppo, sono stati abituati. Moltissimi di questi sono, inoltre, in via di estinzione. Tigri, elefanti, leoni, rettili, orsi e animali acquatici sono solo alcune delle specie che vi si trovano più frequentemente.

In Italia le attività circensi che fanno utilizzo di animali vengono riconosciute dalla legge del 18 marzo del 1968, da allora rimasta immutata nonostante il crescente dissenso nel confronti di tali spettacoli. Citando la legge, “lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”. Inoltre, non esiste un registro pubblico che indichi il numero di animali detenuti dai circhi, senza contare che queste attività possono contare su alcuni finanziamenti pubblici erogati dal specifiche strutture del Ministero dei Beni culturali, Spettacolo e Turismo.

Molti Paesi d’Europa hanno vietato lo sfruttamento di animali (anche se alcuni solo parzialmente) da diverso tempo. E’ arrivato il momento che anche in Italia si operi a favore di queste povere vittime, costrette alla subordinazione e ridicolizzate per un semplice “divertimento” dell’uomo. Organizzazioni come la LAV e L’OIPA stanno cercando di eliminare i finanziamenti destinati a tale scopo ed operano per vietare l’impiego di animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti.




Arriva il 2016…finalmente!

Ultimo giorno del 2015: Pomezianews prova a fare un breve bilancio dell’anno che sta terminando.

Un anno, purtroppo, caratterizzato soprattutto da tensioni e terrore causati dalla strategia folle dello Stato Islamico.

Iniziamo con il mese di gennaio, quando il mondo piange le 12 vittime, a Parigi, dell’attentato alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo; pochi giorni dopo, sempre nella Capitale francese, all’interno di un negozio di alimentari kosher, un altro attentato e altre 4 vittime.

Sempre nello stesso mese si contano almeno altri tre attentati terroristici di matrice islamica, questa volta in Nigeria, dove i fondamentalisti di Boko Haram compiono stragi nei mercati.

Intanto, da noi, Giorgio Napolitano lascia la carica di Presidente della Repubblica (verrà poi eletto Sergio Mattarella) e, in Grecia, Alexis Tsipras vince le elezioni.

Il mese di febbraio vede l’avanzata dei miliziani dello Stato islamico con la conquista della città libica di Sirte.

Marzo vede la distruzione di molteplici siti archeologici di interesse internazionale in Iraq da parte dell’Isis, ma anche il disastro aereo (150 vittime) del volo Germanwings 9525, che viene fatto precipitare dal copilota sulle Alpi dell’Alta Provenza, in Francia.

E’ anche il mese dell’annuncio di Papa Francesco del Giubileo straordinario della Misericordia.

Ad aprile iniziano le stragi degli immigrati in mare: nel canale di Sicilia un’imbarcazione con quasi 900 migranti al largo delle coste libiche impatta incidentalmente con la nave King Jacob. Pochissimi i sopravvissuti.

Il 1° maggio viene ufficialmente aperto l’Expo a Milano e, nello stesso mese, la città siriana di Palmira viene conquistata dai miliziani dell’Isis.

L’11 giugno l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti torna sulla Terra dopo 200 giorni nello spazio, diventando così la prima donna al mondo ad aver trascorso più giorni in orbita.

Nel mese di luglio 2015 gli Stati Uniti pongono fine all’embargo con Cuba, ristabilendo le loro relazioni diplomatiche dopo 54 anni, con la riapertura delle proprie ambasciate nelle rispettive capitali.

Dopo altri due attentati terroristici, prima a Baghdad e poi a Bangkok ad agosto, il 9 settembre, con 63 anni, 7 mesi e 3 giorni di regno, Elisabetta II d’Inghilterra eguaglia il primato della sua trisavola Vittoria: il suo regno è il più lungo di tutta la storia britannica e il più lungo in assoluto di una regina.

Ottobre purtroppo vede di nuovo un disastro aereo a funestare un anno già duramente segnato da stragi: il volo 9268 della compagnia aerea russa Metrojet, partito da Sharm-el-Sheikh viene abbattuto dall’Isis, precipitando nel Sinai e provocando la morte di più di 200 persone.

Il 13 novembre una serie di attacchi terroristici colpisce nuovamente il centro di Parigi e purtroppo si contano ancora tantissime vittime, 130.

L’8 dicembre viene aperto ufficialmente il Giubileo straordinario dedicato alla Misericordia.

Che dire?

Abbiamo affrontato e ripercorso un anno, sapendo già che di esso non porteremo alcun ricordo positivo, ma provando comunque a riflettere su quanto accaduto, nella speranza che il 2016 porti a tutti noi serenità, pace e un mondo davvero migliore.

Pomezianews ringrazia tutti i lettori che anche nel 2015 ci hanno dimostrato di gradire quel che facciamo, o tentiamo di fare: un’informazione di approfondimento attenta sia alla realtà locale che globale.

Questo rimane il nostro buon proposito per il nuovo anno: migliorarci e dare voce a tutti.

Auguri!

 

 




Elezioni Europee 2014 : come si vota?

imageIl 25 maggio 2014 i cittadini italiani voteranno per il rinnovo del Parlamento Europeo, unico organo dell’Unione europea eletto direttamente dai cittadini.

I deputati sono eletti ogni cinque anni dagli elettori di tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea e le consultazioni 2014 eleggeranno un totale di 751 deputati di cui 73 verranno eletti nel nostro paese, con legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4%, e rappresenteranno i cittadini italiani al Parlamento Europeo.

Le elezioni europee saranno anche il banco di prova per la politica interna e per i partiti in quanto le percentuali dei consensi che riceveranno da queste consultazioni potrebbero influenzare gli attuali equilibri di governo.

Come si vota?

Gli elettori italiani voteranno il 25 maggio 2014 dalle 7.00 alle 23.00. Si voterà esclusivamente nella giornata di domenica.

Potranno votare i cittadini italiani che avranno compiuto 18 anni di età entro il giorno delle elezioni.

Potranno votare in Italia anche i cittadini di altri Paesi membri Ue iscritti nell’apposita lista elettorale del comune italiano di residenza.

Gli elettori troveranno nella scheda elettorale sulla sinistra una serie di riquadri con i simboli delle liste candidate e dovranno quindi tracciare un segno sul simbolo della lista prescelta, sulla destra invece troveranno tre righe per indicare altrettante preferenze.
Si potranno esprimere quindi da una a tre preferenze.

Attenzione alla rappresentanza di genere: nel caso in cui si vorranno indicare tutte e tre le preferenze, una dovrà essere di sesso differente dalle altre due, pena l’annullamento della terza preferenza, quindi o due uomini e una donna o due donne e un uomo.

Si potrà scrivere il solo cognome del candidato ma in caso di omonimia nella stessa lista sarà necessario indicarne nome e cognome.

Tutti i dati utili alla corretta espressione di voto saranno obbligatoriamente esposti nel manifesto appeso fuori dalla sezione elettorale.

Gli elettori dovranno esibire la tessera elettorale ed un documento valido.

A Pomezia sono 49 le sezioni in cui si voterà il 25 maggio 2014 dalle 7.00 alle 23.00. Gli scrutatori sono stati sorteggiati il 30 aprile 2014 tramite sorteggio pubblico e telematico.

Tutti coloro che avessero esaurito gli spazi di vidimazione sulla tessera elettorale o la stessa risulti deteriorata, potranno ricevere un nuovo esemplare del documento previa presentazione di un’ apposita domanda e consegna dell’originale deteriorato o completo.

In caso di smarrimento si dovrà richiedere il rilascio di una nuova tessera.

L’ufficio a cui rivolgersi è l’Ufficio Elettorale di Pomezia, Piazza San Benedetto da Norcia al Palazzo Anagrafe, oppure presso la Delegazione di Torvaianica, Lungomare delle Sirene, 109.

Presentarsi presso l’Ufficio Elettorale muniti di documento di riconoscimento.




L’occasione mancata della ricerca medica in Italia

Leggere ‘Il bagnino e i samurai’ di Daniela Minerva, giornalista scientifica e di Silvio Monfardini, oncologo di fama internazionale, accende emozioni e stati d’animo molto diversi tra loro, come sdegno, rabbia, combattività e speranza. Nel libro, a partire dal titolo, tali sentimenti tratteggiano due posizioni antitetiche, protagoniste del mancato sviluppo della ricerca medica in Italia negli anni ’60.
Da una parte, sdegno e rabbia verso una classe politica rapace e ignorante e imprenditori miopi che, tra mazzette ed errori gestionali, non hanno raccolto le sfide della grande industria in grado di fare ricerca biomedica, rinunciando così ad entrare nella modernità.
Dall’altra, la combattività dei samurai, i sette giovani ricercatori che, circa 50 anni fa e sotto la guida di Gianni Bonadonna dell’Istituto Tumori di Milano, fecero le prime sperimentazioni della chemioterapia: Mario De Lena, Emilio Bajetta, Gabriele Tancini, Gianni Beretta, Pinuccia Valagusa e Silvio Monfardini, l’autore del libro. Scoprirono l’adriamicina, molecola tutta italiana (il nome è ispirato al Mar Adriatico), che si impose poi in tutto il mondo per curare diverse forme di cancro, a partire da quello al seno. I samurai raccolsero la sfida statunitense capeggiata dal presidente R. Nixon di fare guerra al cancro ma che poi si fermò lì, collocandoci così fuori dal gotha del mercato farmaceutico mondiale (che vale oltre mille miliardi di dollari e che cresce dell’8% l’anno).
Il personaggio scelto dagli autori per rappresentare il sistema Paese, è Carlo Sama, il bagnino, playboy sulle spiagge romagnole poi sposato ad Alessandra, rampolla Ferruzzi. Amministratore delegato di Montedison, l’azienda che poteva divenire un colosso nazionale delle medicine, nel 1993 Sama vende Farmitalia-Carlo Erba agli svedesi della Kabi Pharmacia per 2 mila miliardi di lire, per evitare il tracollo finanziario del gruppo industriale, dopo anni di tangenti e gestione dissennata.
Il quadro è desolante: pochi investimenti nella ricerca (1,2%del Pil, metà di Germania e Stati uniti, e un terzo di Giappone e Corea) e tanti farmaci comprati all’estero perché le aziende farmaceutiche hanno scelto il co-marketing, accordandosi con quelle internazionali per assicurarsi i profitti sui farmaci.
Il messaggio finale degli autori è di fiducia e passa anche attraverso le parole di Ignazio Marino (medico e sindaco di Roma) e del prof. Umberto Veronesi. L’incitamento è di puntare ancora sulla ricerca biomedica, in sinergia con politici e industriali, con una nuova mentalità e un’opinione pubblica più ottimista nei confronti della scienza.
Marina Landolfi
Titolo: Il bagnino e i samurai
Autore: Daniela Minerva, Silvio Monfardini
Editore: Codice edizioni
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 293
Prezzo: 16,90