Inside Out 2, l’importanza di accettare ogni nostra sfaccettatura

Il sequel del famoso cartone animato firmato Pixar, Inside Out, è approdato nelle sale cinematografiche poco più di una settimana fa e vola già oltre i venti milioni di euro al box office italiano, raggiungendo il miglior incasso del 2024.

All’interno del film ritroviamo una Riley ormai cresciuta, che sta attraversando il periodo dell’adolescenza, notoriamente difficoltoso. Nel frattempo nella sua mente il quartier generale viene ristrutturato per far spazio a nuove emozioni: Imbarazzo, Ennui, Invidia, Ansia e, anche se per pochi secondi, Nostalgia. La giovane dovrà dunque imparare a gestire queste mentre, durante il Campus estivo di Hockey, cercherà di conquistare la coach di una nuova scuola.

Senza dubbio in questo caso non possiamo associare un volto ai personaggi, al contrario invece di una voce. Il cast dei doppiatori italiani, infatti, è particolarmente ampio e competente. Oltre agli attori che avevano già prestato le loro voci nel primo film: Stella Musy, Paolo Marchese, Melina Martello, Daniele Giuliani e Veronica Puccio, rispettivamente Gioia, Rabbia, Tristezza, Paura e Disgusto, sono stati chiamati altri nomi noti per le nuove emozioni di Riley. In particolare l’amata attrice Pilar Fogliati è Ansia, Deva Cassel, figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel, è Ennui, Marta Filippi è invidia, Federico Cesari è imbarazzo e la giovane Sara Ciocca è Riley.

Insomma, sicuramente avrete sentito parlare di almeno uno di questi attori o magari, chissà, persino provato, durante la visione, ad indovinare le loro voci.

Inside out 2, rispetto al primo film, è sicuramente più vicino ai giovani e permette loro di riconoscersi nei personaggi e in ciò che provano. L’adolescenza, infatti, è probabilmente la fase più travagliata della vita, quella fase in cui dobbiamo fare i conti con le nostre emozioni, che cambiano sempre di più senza che possiamo controllarle. Non a caso la protagonista di questo secondo capitolo è proprio Ansia, emozione che si presenta nelle nostre vite quando iniziano le preoccupazioni e i doveri della vita adulta.

Oltre ad insegnarci dunque quanto sia importante non farsi sopraffare dall’agitazione, che in molte circostanze può essere deleteria e portarci allo sfinimento, questo film, apparentemente per bambini, ci insegna ad accettare ogni nostra sfaccettatura. La vita è fatta di vittorie come di fallimenti ed entrambi formano il nostro carattere e ci permettono di crescere, ogni esperienza che facciamo ci lascia qualcosa e ci rende le persone che siamo.

È per questo che ognuno di noi dovrebbe guardare Inside Out 2, dai più piccoli ai più grandi, per imparare quanto è importante gestire le proprie emozioni, in quanto è concesso, a volte, cadere, per rialzarsi più forti e più determinati di prima.

Virginia Porcelli




The Outfit, nulla è come sembra

The Outfit, thriller del 2022 diretto da Graham Moore, è sbarcato solo nel mese maggio su Netflix, riscuotendo un particolare successo.

Il film, ambientato nella Chicago degli anni ’50, ci mostra le mosse astute del sarto Leonard per sopravvivere ad un gruppo di mafiosi in una fredda notte in bottega.

Senza dubbio gli attori protagonisti invogliano il pubblico alla visione. All’interno del cast vi sono infatti Mark Rylance, Zoey Deutch e Dylan O’Brien. Rylance ci strega con la sua interpretazione esemplare, mantenendo sempre un’aria inquietante a causa della sua estrema calma. In quanto agli altri due giovani attori, anch’essi non si smentiscono di certo.

Moore, tra l’altro, che aveva già vinto l’Oscar del 2015 per la sceneggiatura di The Imitation Game, ha affermato che la vicenda rappresentata è ispirata ad una storia vera, più precisamente alla storia di suo nonno, un medico che aveva tra i suoi tanti pazienti il noto mafioso Jerry Catena. Il film nasce allora dal fascino del regista nei confronti di questo singolare rapporto, che lo aveva incuriosito fin da piccolo. Inoltre Moore, aiutato da Johnathan McClain nella stesura della sceneggiatura, è partito proprio da un’indagine reale del 1956 durante la quale l’FBI installò una cimice in una sartoria ed ha proseguito nel creare il personaggio di Leonard visitando diversi negozi a Savile Row per capire più a fondo azioni e pensieri di sarti professionisti.

Dunque non c’è molto altro da dire se non che The Outfit è sicuramente da recuperare se si amano i Gangster Movies. Il film ci tiene con il fiato sospeso per tutto il tempo attraverso un ritmo incalzante e inaspettati colpi di scena, mostrandoci quanto in realtà nulla sia come sembra.

Virginia Porcelli




La madre della sposa, un matrimonio da sogno

Si sa, ormai le commedie romantiche sono tra le più di successo sulle piattaforme, trattandosi infatti di film relativamente corti e senza impegno. Ecco, “La madre della sposa”, uscita su Netflix lo scorso 9 maggio, è sicuramente tra queste.

Il film ci fa divertire con la storia di Emma, che invita la madre al suo matrimonio in Thailandia di lì a un mese. All’arrivo della donna al resort, tuttavia, si scoprirà che il padre dello sposo non è altro che il suo ex ai tempi del college.

La coppia madre-figlia in questo film è semplicemente strepitosa. Le due infatti sono interpretate da Miranda Cosgrove, che tutti gli adolescenti ricorderanno senza dubbio da iCarly e Brooke Shields, l’affascinante star degli anni ’80 protagonista di Laguna blu. Sebbene si tratti di un duo inaspettato, le attrici hanno una forte sintonia e portano sullo schermo la classica relazione madre-figlia, caratterizzata talvolta da incomprensioni e discussioni, ma soprattutto da affetto e amore.

Di sicuro uno dei punti a favore del film sono proprio le location da sogno della Thailandia. Phuket è stata infatti l’isola al centro delle riprese e il luogo perfetto per il matrimonio di Emma, con le sue spiagge dalle acque cristalline. La baia di Phang Nga gioca anch’essa un ruolo principale, essendo una delle meraviglie naturali della Thailandia. Per l’ambientazione inoltre, sono stati scelti due tra i migliori hotel della città: Anantara Mai Khao e Anantara Layan, resort di puro lusso.

Insomma, “La madre della sposa” non ha in effetti una trama particolarmente diversa da quella di tutte le altre Rom-Coms americane, ma rimane comunque un film piacevole che ruba poco tempo e fa sorridere. Presenta per giunta una morale significativa e piuttosto attuale, ossia quella di non farci influenzare dagli altri quando si tratta dei nostri desideri e delle nostre scelte, ma al contrario di assicurarci di esserne autori, non perdendo di vista il vero significato delle cose.

Si consiglia dunque la visione agli inguaribili romantici come me, che vogliano godersi una serata tranquilla guardando un’allegra storia d’amore e fantasticando sul proprio matrimonio da sogno.

Virginia Porcelli




Challengers, tra tennis e seduzione

Challengers, il nuovo film di Luca Guadagnino approdato lo scorso 24 aprile nelle sale cinematografiche, ha avuto e continua ad avere un successo incredibile, essendo in vetta al box office italiano.

A metà tra sportivo e romantico, il film ci presenta un triangolo amoroso all’interno del mondo del tennis. I due giovani promettenti Art Donaldson e Patrick Zweig infatti, compagni sul campo, diventano rivali nel conquistare la talentuosa Tashi Duncan. Attraverso diversi salti temporali il regista ci catapulta avanti e dietro nella storia, mostrandoci tra un servizio e l’altro le avventure presenti e passate dei protagonisti.

Zendaya, protagonista indiscussa, non passa di certo inosservata, dominando al contrario la scena con il fascino caratteristico del suo modo di fare. Guardandola, si rimane quasi ipnotizzati, dal suo modo di giocare, di vestire e di sedurre i due tennisti. L’attrice inoltre, per poter interpretare al meglio il suo personaggio, il più crudele della sua carriera secondo le sue parole, ha dovuto sottoporsi ad un allenamento di tre mesi, stupendo addirittura Guadagnino nel non dover quasi mai ricorrere a controfigure.

Accanto a lei troviamo poi Mike Faist e Josh O’Connor, attori promettenti e particolarmente abili con il ruolo di veri e propri burattini nelle mani di Tashi, che li manovra a suo piacimento dentro e fuori il campo. C’è da dire, d’altronde, che anche per il pubblico è difficile riuscire a scegliere tra i due!

L’abbigliamento in questo film gioca anch’esso un ruolo particolare. Jonathan Anderson infatti, direttore artistico di Loewe, ha vestito i personaggi disegnando i costumi sportivi che abbiamo visto sullo schermo.

Come non parlare poi della colonna sonora, composta da Trent Reznor e Atticus Ross, gli stessi di Bones and All. La melodia incalzante accompagna perfettamente scene di tensione e partite decisive sul campo, rendendo gli spettatori ancora più attenti ed agitati.

Challengers è dunque il film ideale per chi vuole immergersi in una dimensione di seduzione e sport. Tra una scena e l’altra, il coinvolgimento è tale da far scorrere le due ore e un quarto in un attimo, non riuscendo a staccarsi per un minuto dallo schermo. Guadagnino ci presenta l’amore da un lato e la carriera dall’altro, lasciando a noi giudicare quale riteniamo sia il più importante e tenendoci appesi fino all’ultimo momento in un campo in cui il premio è il cuore di una donna.

Virginia Porcelli




Fabbricante di lacrime, un adattamento deludente

“Fabbricante di lacrime”, il nuovo film tratto dal romanzo di Erin Doom, è sbarcato su Netflix solo pochi giorni fa e ha già ricevuto numerose critiche dal pubblico.

L’adattamento ci racconta la storia dell’amore proibito tra Nica e Rigel, che, seppure uniti da un’infanzia dolorosa, non riescono a sopportare l’un l’altra, finché qualcosa non cambia.

Per quanto la trama sia originale e intrigante, possiamo dire che il cast non è sicuramente all’altezza. Simone Baldasseroni, in arte “Biondo”, è senza dubbio infatti più portato per il canto che per la recitazione, risultando quasi fuori posto nel ruolo di Rigel, che interpreta in maniera forzata. Stesso si può dire per Caterina Ferioli, Nica, la quale in egual modo appare poco naturale e quasi buffa.

Nonostante il libro sia interamente ambientato in una cittadina del Minnesota, il regista, Alessandro Genovesi, ha deciso di spostare il set in Italia, più precisamente a Roma, il Grave è infatti il complesso del Buon Pastore. Vi sono però anche molte scene girate in Abbruzzo, come quella del ponte di ferro di Pescara. Ahimè, troviamo anche qui una regia poco attenta ai dettagli, a tal punto che nella ripresa all’interno degli studi di Cinecittà Word a Roma viene inquadrata persino l’entrata del parco divertimenti.

Insomma, agli occhi della critica questo film non può di sicuro essere definito come ben riuscito, in quanto si rivela a tratti addirittura ridicolo, anche se la trama è un punto a favore. L’idea di Erin Doom è infatti un successo, essendo stato il suo libro il più venduto del 2022 e amato dai giovani. Ciò che dunque non è del tutto di esito felice è proprio l’adattamento cinematografico del romanzo, che tuttavia suscita comunque curiosità tra fans del libro e non, rimanendo al primo posto nella classifica dei film più visti in Italia.

Esso ci commuove con la tenerezza di una storia romantica ma ci lascia anche per molti aspetti delusi per la sua banalità.

Virginia Porcelli




Irish Wish – Solo un desiderio, realtà o immaginazione?

Le commedie romantiche sono ormai, senza dubbio, tra le più amate dal pubblico ed è per questo che ne vediamo uscire sempre più, che sia sul grande schermo o sulle maggiori piattaforme.

Ora al primo posto su Netflix c’è proprio Irish Wish – Solo un desiderio, uscito solo pochi giorni fa, ma già di grande successo tra gli abbonati. Maddie Kelly, editrice innamorata del suo autore Paul Kennedy, si ritroverà a dover fare da damigella al matrimonio di questo con la sua migliore amica in Irlanda, ma pochi giorni prima esprime un desiderio che stravolgerà tutto.

Nei panni di Maddie troviamo un volto piuttosto familiare, quello di Lindsay Lohan, attrice che iniziò la sua carriera già da bambina e che continua a farci divertire sullo schermo. Sempre sorridente ci coinvolge nelle bizzarre vicende raccontate in una trama per molti aspetti familiare a molte donne: fantasticare su un uomo che poi si rivela l’opposto di ciò che si era immaginato.

Ciò però che rende il film ancora più magico sono di sicuro i paesaggi tipici irlandesi, con location mozzafiato che ci fanno vivere in una vera e propria favola e sognare di prenotare il primo volo per poterli ammirare dal vivo. Il film, infatti, è stato girato più precisamente tra Wicklow, sulla costa orientale, Dublino, le scogliere di Moher e il Lough Tay, l’incantevole lago in cui Maddie esprime il suo desiderio. Qui inoltre furono girati altri due grandi successi, quali Braveheart di Mel Gibson e la serie Vikings.

Irish Wish dunque, che può sembrare, e un po’ in effetti lo è, il solito cliché romantico, ci insegna che spesso la nostra testa crea un’idea di qualcosa, a cui ci aggrappiamo, ma che la maggior parte delle volte non corrisponde alla realtà. L’amore infatti non è qualcosa che si pianifica, ma al contrario qualcosa che accade quando meno lo si aspetta, senza forzature, solo in base al caso.

Ognuno di noi dovrebbe quindi prendere quest’insegnamento alla lettera, quelli che, lasciandosi affascinare dai sogni, perdono di vista la realtà delle cose, come anche i semplici amanti delle commedie romantiche che hanno voglia di vivere una favola per una notte.

Virginia Porcelli




La cerimonia degli Oscar, Oppenheimer trionfa

Finalmente il momento tanto atteso è arrivato: ieri sera si è tenuta la celebre cerimonia degli Oscar di quest’anno, che ha visto trionfare il film Oppenheimer con ben sette statuette vinte su tredici nominations.

La 96esima edizione, tenutasi al Dolby Theatre e tramessa in Italia a partire dalle 23.30 di ieri, ha visto come presentatore il noto comico Jimmy Kimmel e, come ogni anno, ha premiato 23 categorie.

Per quanto riguarda l’Oscar per il miglior film, è stato proprio Oppenheimer a vincere, come molti già sospettavano, a cui si accompagnano il premio per il miglior regista a Chistopher Nolan, per il miglior attore non protagonista a Robert Downey Jr., quello per il miglior montaggio, la miglior colonna sonora e la miglior fotografia e infine per il miglior attore protagonista al talentuoso Cillian Murphy, che ha portato a casa la statuetta alla sua prima nomination dedicando il premio a coloro che portano la pace nel mondo.

Dunque, a questo punto, ciò che è certo è che questo film non ha deluso e rimarrà sempre nella storia del cinema, come anche in quella degli Oscar!

Altra pellicola che ha conquistato la scena è senza dubbio Povere creature, con un Oscar per la migliore attrice protagonista a Emma Stone, dopo la sua ultima statuetta per La La Land, uno per il miglior trucco e acconciature, uno per la miglior scenografia e un altro ancora per i costumi migliori.

In quanto al miglior film internazionale, le speranze italiane si sono invece dissolte a causa della mancata vittoria di Io capitano. Ad aggiudicarsi il premio per questa categoria è stato infatti il film La zona di interesse.

In seguito, il ruolo di miglior attrice non protagonista va a Da’Vine Joy Randolph per The Holdovers – Lezioni di vita, la quale ha ringraziato il pubblico per averla vista.

Al contrario, a guadagnare il premio come miglior cortometraggio d’animazione è War is over!, mentre quello per il miglior film d’animazione è Il ragazzo e l’airone.

La miglior sceneggiatura originale è vinta poi da Anatomia di una caduta, per cui sul palco l’affiatata coppia di registi ha raccontato di aver scritto il film a casa nel periodo del lockdown. Miglior sceneggiatura non originale invece, per American Fiction, premio ritirato da Cord Jefferson, che afferma il fatto che nessuno gli abbia mai dato fiducia, essendo il film stato girato in pochissimo tempo.

Come ultime categorie trionfa Godzilla Minus One nei migliori effetti speciali, The Last Repair Shop  nel miglior cortometraggio documentario, La migliore storia di Henry Sugar nel miglior cortometraggio e 20 days in Mariupol nel miglior documentario, il quale racconta i primi giorni dell’invasione russa in Ucraina e la distruzione della città di Mariupol di due anni fa.

In quanto infine al sonoro si aggiudica il premio di miglior canzone originale What was I made for? – Barbie, di Billie Eilish e il fratello Finneas O’Connell e quello di miglior sonoro La zona di interesse.

Di conseguenza, anche quest’anno la notte magica, piena di gioie, ansie e speranze si è conclusa nel migliore dei modi. Ogni film presentato è unico nel suo genere, ricco di significato e frutto di un duro lavoro, meritevolmente premiato.

Non vediamo quindi l’ora di vivere un altro anno ricco di contenuti da guardare e riguardare, per poi dare un nostro giudizio alle prossime premiazioni; perché, in fondo, cosa c’è di più bello del cinema?

Virginia Porcelli




Damsel, il film perfetto per la festa della donna

È proprio il giorno della festa della donna, l’8 marzo, che esce su Netflix il nuovo film “Damsel”, diretto da Juan Carlos Fresnadillo e con protagonista Millie Bobby Brown.

Elodie accetta di sposare un bel principe per volere di suo padre, matrimonio che tuttavia si trasformerà poi in una vera e propria lotta per la sopravvivenza quando la giovane verrà offerta in sacrificio ad un feroce drago.

Ebbene sì, per il ruolo da protagonista il regista ha scelto Millie Bobby Brown, mostratasi decisamente all’altezza. L’attrice prodigio, di soli vent’anni, ci aveva già mostrato il suo enorme talento con l’interpretazione di Undici nella celebre serie Stranger Things, ma in Damsel si è sicuramente superata. La Brown porta infatti sullo schermo non una semplice damigella che attende di essere salvata, ma una donna forte, determinata e, più di tutto, coraggiosa; una donna che non si arrende di fronte alle difficoltà ma che al contrario lotta per salvare sé e le persone che ama. Ci fa inoltre immedesimare completamente in Elodie, facendoci vivere le sue emozioni come se le stessimo provando noi stessi e si pone come modello da seguire.

Fresnadillo ci regala dunque un avvincente film d’azione con spettacolari effetti speciali, tenendo lo spettatore incollato allo schermo in costante tensione.

Questo film affronta per giunta tematiche significative, quali l’emancipazione femminile, l’amore familiare e la solidarietà tra donne, che legate tra loro fanno da spunto di riflessione e conferiscono alla pellicola una notevole carica sentimentale.

Insomma, Damsel si dimostra senza dubbio all’altezza delle aspettative, se non addirittura superiore, motivo per cui ogni donna dovrebbe vederlo, per farsi forza nei momenti difficili e capire il proprio valore, in quanto ogni giorno è l’otto marzo, ogni giorno una donna conta.

Virginia Porcelli




Spaceman, merita davvero tutto questo successo?

Spaceman, il nuovo sci-fi romantico diretto da Johan Renck e uscito lo scorso primo marzo, è ora il secondo film più visto su Netflix, ma merita davvero tutto questo successo?

Presentato al Festival del Cinema di Berlino, ci racconta una storia che ha come protagonista l’astronauta Jakub Procházka, il quale, dopo sei mesi di missione nello spazio, affronta la crisi del suo matrimonio grazie a una misteriosa creatura a bordo della navicella.

Il ruolo principale, sebbene inaspettatamente, è ricoperto dall’amato attore americano Adam Sandler, che ci sorprende con un’interpretazione particolarmente drammatica nonostante la sua nota fama da comico. È quasi insolito, infatti, vederlo recitare senza scoppiare in un mare di risate ad ogni battuta, ma, a prova della sua bravura, notiamo quanto egli sappia adattarsi ad ogni tipo di ruolo, dal più al meno serio.

In aggiunta, anche se da un film di questo genere ci si aspetterebbe grandi effetti speciali, il regista sceglie invece di ambientarlo maggiormente in spazi emotivi, concentrandosi sulla mente e sulla sensibilità del protagonista. Jakub infatti, considerato “l’uomo più solo al mondo” si ritrova a porsi delle domande profonde sulla sua vita e in particolare sulla relazione con la moglie, aiutato da un ragno gigante che di certo metterebbe a dura prova chiunque soffra di aracnofobia, come la sottoscritta. Seguiamo quindi la solitudine del protagonista e proviamo empatia per questo, osservando le sue giornate all’insegna della noia e della stremante ripetitività. Benché però la realtà che il film descrive sia particolarmente attuale e immedesimabile e dunque l’idea sia brillante, non si può dire altrettanto sulla sua riuscita.

A parere di chi scrive, infatti, il film risulta assai noioso e difficile da seguire, ma soprattutto a tratti nauseante, ciò a causa delle varie scene con il ragno Hanuš che potrebbero urtare particolarmente lo spettatore o addirittura disgustarlo.

Per quanto quindi possa forse adescare i fan della fantascienza o, più verosimilmente, quelli di Adam Sandler, stento ancora a comprendere il tanto successo avuto negli ultimi giorni, essendo personalmente uno dei film che meno ho apprezzato quest’anno.

Virginia Porcelli




Dune 2, il nuovo kolossal che vince al botteghino

Dune: Parte due, celebre sequel della saga fantascientifica diretto da Denis Villeneuve e tratto dai  romanzi di Frank Herbert, è da appena una settimana nelle sale italiane e si trova già tra i titoli più visti dell’anno, arrivando a sfiorare finora i 3,7 milioni di euro nella nostra nazione e i 178 milioni in tutto il mondo. Non era certo una sfida semplice quella di tenere testa ad un film vincitore di sei oscar, tuttavia, in base all’opinione di molti spettatori, il sequel avrebbe addirittura superato la prima parte, con gli incassi maggiori a prova di ciò.

Nel ruolo di protagonista ritroviamo il giovane Timothée Chalamet, perfetto per interpretare Paul Atreides e dar voce alla sua ambizione come anche alla sua fragilità e attore ormai sempre più conosciuto dal pubblico dopo il suo recente successo nel film Wonka, uscito nelle sale due mesi fa. Oltre a Chalamet ritroviamo anche la talentuosa Zendaya, che in questo capitolo ha di sicuro un ruolo meno limitato rispetto al primo. I volti nuovi di quest’anno sono invece altri attori di fama internazionale quali Florence Pugh e Austin Butler, quest’ultimo specialmente elogiato dalla critica per la sua interpretazione pazzesca.

La parola che meglio descrive Dune: Parte due è sicuramente spettacolarità, essendo Villeneuve stato in grado di adattare allo schermo una storia di per sé estremamente complessa che richiede un’attenzione particolare da parte degli spettatori. Il film è infatti pensato in grande dal regista e dalla sua squadra tecnica, talmente maestoso da mozzare il fiato e da rivoluzionare il genere fantascientifico.

Ancora una volta inoltre, come già per il primo capitolo, è il compositore tedesco Hans Zimmer ad aver realizzato, da grande fan dei romanzi, la colonna sonora che facesse da sfondo alla storia d’amore tra Paul e Chani, che egli stesso ha affrontato come una continuazione di quella del primo film. Zimmer è infatti in grado, con ogni sua creazione, di creare un’atmosfera quasi onirica, in grado di lasciare il pubblico come ipnotizzato.

In merito a un terzo capitolo invece Villeneuve ha confermato il suo sviluppo, dichiarando solo che decreterà la conclusione del suo lavoro e che sarà “il miglior film di sempre”.

Non ci resta dunque che aspettare!

Virginia Porcelli




L’ombra del giorno, l’amore ai tempi del fascismo

L’ombra del giorno, da poco su Netflix, è il famoso film del 2022 diretto da Giuseppe Piccioni che racconta una storia d’amore ai tempi del regime fascista. Luciano, simpatizzante del fascismo, è infatti proprietario di un ristorante di Ascoli Piceno e si ritrova un giorno ad assumere Anna, bisognosa di un lavoro stabile, che sconvolgerà la quotidianità dell’uomo e riporterà alla luce i suoi sentimenti più puri.

A fare da protagonisti a queste tristi vicende sono Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli, entrambi nomi ben noti dell’ambito del cinema italiano. I due infatti, non solo hanno una storia all’interno del film, ma anche fuori, essendosi innamorati proprio sul set. La relazione tra i due inoltre, nonostante una differenza di età di diciannove anni, sembra procedere da anni a gonfie vele, rivelatasi talmente forte da far chiudere le precedenti storie di entrambi. Scamarcio in effetti, dopo il lungo rapporto con la Golino, ha lasciato la manager Angharad Wood, come anche la Porcaroli con Michele Alhaiquee, regista conosciuto sul set di Baby.

Tuttavia, sorvolando le vite private degli attori, Piccioni decide di ambientare la storia d’amore tra Luciano e Anna in un periodo particolare della storia italiana, ossia quello dell’emanazione delle leggi razziali e della dichiarazione di guerra, periodo di tensione in cui ormai sembrava esser certo un eventuale nuovo conflitto e periodo in cui gli ebrei vivevano nascosti nella paura di essere deportati nei campi di sterminio.

Il film descrive quest’atmosfera di pericolo, seppur ambientato quasi interamente all’interno del ristorante, attraverso il sentimento dei due protagonisti, due anime sole che si trovano a riscoprire emozioni che credevano ormai perse.

Nonostante possa risultare a tratti lento per qualcuno, L’ombra del giorno è dunque una visione piacevole che ci riporta indietro nel tempo facendoci vivere un momento di terrore accompagnato però da dimostrazioni di bontà, altruismo e coraggio, che ci mostrano come anche in situazioni cosi tragiche l’amore rimane l’unico appiglio a cui aggrapparsi e, in fondo, l’unica cosa che ci salva.

Virginia Porcelli




OSCAR 2024, novità e ciò che c’è da sapere prima del 10 marzo

Mancano ormai sempre meno giorni agli Oscar 2024, evento più atteso dell’anno per i veri cinefili ed ecco che, essendosi concluse le votazioni dei membri dell’Academy, arrivano i primi annunci al riguardo.

Sembra innanzitutto che Ryan Gosling si esibirà dal vivo in “I’m Just Ken”, canzone all’interno di Barbie che ha spopolato appena dopo la sua uscita. La notizia, confermata dal Daily Mail, sembra infatti essere vera, avendo sia l’attore sia la canzone una nomination agli Academy Awards. Altra grande rivelazione è sicuramente quella sui presentatori della serata, al fianco nuovamente di Jimmy Kemmel, per cui si è parlato di Zendaya, Michelle Pfeiffer, Nicolas Cage e Al Pacino, come anche di Brendan Fraser, migliore attore l’anno scorso per il film The Whale e di Michelle Yeoh, Ke Huy Quan e Jamie Lee Curtis, protagonisti di Everything Everywhere All at Once. Ad annunciare ciò sono stati il produttore esecutivo e showrunner Raj Kapoor e i produttori esecutivi Molly McNearney e Katy Mullan.

 

Come già sappiamo la diretta dal Dolby Theatre avrà luogo il 10 marzo alle ore 19.00 italiane, presentata dunque da Jimmy Kimmel, il quale aveva già condotto negli anni 2017, 2018 e 2023 e si è mostrato entusiasta all’idea di una quarta volta. La novità degli Oscar 2024 riguarda invece la sua trasmissione. La gestione della cerimonia, infatti, era sempre stata affidata a Sky, mentre quest’anno sarà nelle mani di Rai 1 e dunque accessibile in seguito tramite RaiPlay per chi la volesse recuperare o, perché no, guardare una seconda volta.

Virginia Porcelli