FAB LAB a Pomezia … “bene, e poi a cosa serve ? ”

FabLab-Barcelaona03Nel mio precedente articolo ho brevemente descritto cosa sono i FAB LAB e per quali ragioni sono nati. In seguito a quel breve articolo ho ricevuto alcune mail che chiedevano:

Va bene la nuova “rivoluzione industriale” e l’autoproduzione ma, in pratica, cosa si fa’ in un FAB LAB e tanto più’ a Pomezia?

Devo dire che a volte le domande più semplici scatenano le più animate discussioni, discussioni magari non fatte in anticipo, o a volte, sospese per seguire l’euforia per le novità. In altre parole la domanda era:

“Fondiamo un FAB LAB a Pomezia, bene, e poi a cosa serve ?”

Se si vuole semplicemente “importare” dagli Stati Uniti si rischia di pensare che i FAB LAB siano dei posti “bellissimi” dove persone “incredibili” inventano delle cose “ultra fighe” con macchinari e tecnologie modernissime.

In realtà i macchinari che sono installati nei FAB LAB esistono da almeno trenta anni, la vera novità è che ora costano molto, ma molto meno e che quindi sono accessibili a tutti. Quest’aspetto che potrebbe sembrare secondario, diventa l’elemento principe su cui costruire un futuro, nel senso che il futuro non è nella tecnologia presente nei FAB LAB, ma nel fatto che questa tecnologia diventa utilizzabile da tutti.

In altre parole il focus non è sulle tecnologie, ma sul fatto che in un FAB LAB tutti possono imparare a usarle.

Un altro aspetto da rilevare è che i FAB LAB non sono luoghi di ricerca e tanto meno luoghi di ricerca finanziata, ma piuttosto luoghi in cui dar spazio alle proprie idee ed alle proprie passioni senza che queste vengano “legate” ad aspetti ed impegni di pura ricerca.

I FAB LAB sono luoghi di formazione dove più che creare dei prodotti si sviluppa la capacità di pensare, disegnare e progettare prodotti.  Anche in questo caso, suggerisco, di porre il focus non tanto sui prodotti realizzati, bensì sull’enorme possibilità di formare dei “produttori di prodotti”.

Chi imparerà a progettare nei FAB LAB imparerà a pensare, disegnare e realizzare prodotti, collaborando con altri, imparando i rudimenti sull’uso di macchine e tecnologie che prima non avrebbe avuto la possibilità di fare.

In altre parole i FAB LAB sono i luoghi dove far nascere dei makers più che dei products…

A pensarci bene l’Italia è un paese di makers, i makers ci sono sempre stati. Ai tempi dell’impero romano, i makers hanno inventato, progettato e realizzato cose che ancora oggi vengono usate. Nel cinquecento sono diventati degli “artigiani” dove nelle loro “botteghe” inventavano o realizzavano delle cose. Sono makers i vetrai di murano, lo sono gli orafi, lo sono tutti coloro che mettono la loro “testa” per pensare, disegnare, progettare delle cose.

Ecco, forse ora siamo abbastanza lontani dai FAB LAB statunitensi e molto prossimi a definire che cosa sono i FAB LAB italiani. Un nostro FAB LAB e’ una “bottega artigianale” dove le persone imparano oppure ri-imparano a fare le cose collaborando con altri, usando nuove tecnologie e nuove macchine controllate dai computers.

Forse rispetto al “disegno” statunitense dove sono nati si perde un po’ di fascino, però forse in questo modo si riesce a rilanciare delle capacità che hanno fatto si che l’Italia stesse “nel tempo” per tanto “tempo”.

Allora lo fondiamo un FAB LAB a Pomezia ?




Mi piacerebbe “arrotondare” …

Avete qualche piccolo lavoro da fare e non trovate mai il tempo di farlo? Vi piacerebbe configurare la vostra stampante, oppure la vostra linea ADSL però niente da fare… non funziona?! Dovete “pulire” una cantina, tagliare il prato, riparare una finestra, sistemare un motorino… però mille altre cose vi impegnano e non riuscite a farlo ? Sapete fare “qualcosa” e magari a “qualcuno” il vostro aiuto potrebbe servire ?

Bene, probabilmente i ragazzi di Tabbid hanno vissuto le stesse esperienze e hanno provato a trovare una soluzione realizzando un portale in cui… attenzione:

chi sa fare ed ha il tempo per farlo, incontra chi ha qualcosa da fare e non ha il tempo o le capacità per farlo”…

Potrebbe sembrare un gioco di parole però di fatto mette in comunicazione domanda ed offerta per piccoli lavori. Volendo proseguire, senza entrare nel merito di fidarsi o meno di chi accetta un lavoro da voi proposto, il portale funziona in modo molto semplice:

ci si registra, si indicano le categorie a cui si è interessati e poi si decide se pubblicare la propria offerta o proporsi per un lavoro.

Naturalmente, il “budget” è deciso dall’utente che pubblica l’offerta e la regolazione del pagamento avviene tra privati nel modo che meglio credono. A Tabbid, chi ha ottenuto un appalto deve dare un contributo del 1% sul lavoro effettuato al prezzo concordato via Tabbid oppure non versare il contributo ma semplicemente esporre un “pop up” sul proprio profilo Facebook.

Una domanda, a questo punto, viene spontanea: “Ma non si tratta di lavoretti in nero?”. La legge stabilisce che tra privati è possibile fare queste prestazioni purché venga rilasciata una sorta di ricevuta. Se l’importo è superiore ai 77,46 euro, bisogna mettere una marca da bollo di 1,81 euro”. Un successivo sviluppo del portale permetterà, a breve, di registrarsi come utenti Tabbid Pro in modo da qualificarsi come utenti specializzati in determinati lavori e dunque avere più possibilità di trovare dei lavoretti da fare.

Vi racconto di Tabbid perché’ mi sembra un altro interessante modo per  permettere a qualcuno di collaborare con qualcun altro … dando inoltre delle possibilità di lavoro anche a chi in questo momento lavoro non ne ha.

Tabbid




Fondiamo un FAB LAB a Pomezia …

Fab Lab

Fab Lab

In un famoso film, un altrettanto famoso attore, parlando dell’Italia post-bellica diceva : “c’e’ fermento…” … oggi, come allora intorno alle iniziative Fab Lab, “c’é molto fermento”.

Purtroppo “questo fermento”, che in alcune realtà straniere si sta trasformando in una vera e propria nuova “rivoluzione” industriale, in Italia tra le mille difficoltà lotta per manifestarsi e crescere.

Facciamo un passo indietro: si chiamano Fab Lab (Fabrication Laboratories) e sono dei laboratori in scala ridotta dove è possibile fabbricare qualsiasi cosa, o quasi. Nei Fab Lab si possono trovare gli strumenti necessari per realizzare progetti di “digital fabrication” nel senso che si possono trovare gli strumenti per trasformare le proprie idee ed i propri disegni in oggetti reali.

I macchinari messi a disposizione sono quelli che potremmo descrivere come gli strumenti di un “moderno” artigiano e vanno dalle stampanti 3d per la prototipazione, alle frese numeriche, ai tagliatori laser, per finire con le  varie schede elettroniche open source tipo Arduino.

In realtà, tutto è iniziato, come sempre, negli Stati Uniti qualche anno fa’ dove dalla teoria del “come costruire qualsiasi cosa” si è passati alla pratica aprendo i primi “laboratori del prototipare o del fare”.  In ogni Fab Lab  chiunque si poteva cimentare nel trasformare le proprie idee in oggetti reali, molto spesso avvalendosi anche della collaborazione con altri Makers. Oggi solo negli Stati Uniti  esistono poco meno di 300 Fab Lab e senza “temere nessuno” ne esistono almeno 40 anche in Italia.

Nonostante le difficoltà, questi laboratori ad alto contenuto tecnologico basano la loro esistenza non solo sulle macchine ma soprattutto sulle persone. In questo gioco di collaborazione tra Makers si vengono a creare le condizioni per inventare, disegnare, progettare ed infine realizzare oggetti e prodotti innovativi. Moltissime iniziative nate nei Fab Lab sono oggi alla base di nuovi prodotti e di vere e proprie aziende.

Alcuni paesi stanno cogliendo in modo determinato questa nuova opportunità di trasformazione Industriale, investendo in modo rilevante risorse e soldi al fine di favorire la nascita e la crescita di nuovi Fab Lab finalizzati a creare nuove aziende ed occupazione. A titolo d’esempio l’amministrazione Obama ha proposto di investire 1 miliardo di dollari per innovare il sistema manifatturiero nazionale.

Tornando alla nostra realtà nazionale ed ancora di più alla nostra realtà locale, credo che non si possa ignorare questo “movimento” ed adeguarsi, sia in termini di iniziative, che in termini di processi industriali a quanto sta’ avvenendo e sta crescendo ovunque. Personalmente nutro poca fiducia nella possibilità di essere “finanziati” dal pubblico, ma confido fortemente sullo spirito di iniziativa che gli italiani possono avere e sul ruolo che possono ritagliarsi in questo contesto di riferimento produttivo.

Fab Lab … vorremmo farne anche uno anche Pomezia, qualcuno ci aiuta ?