Discarica di Albano, Raggi la riapre per i rifiuti di Roma

Ha firmato l’ordinanza per la riapertura della discarica di Albano Laziale (Roma) per dare una soluzione temporanea all’emergenza rifiuti della Capitale.

La sindaca Virginia Raggi formalizza con questo atto la riapertura dell’impianto nel territorio di Roma Capitale, per fronteggiare la problematica della gestione dei rifiuti, per un massimo di 180 giorni e fino a 1.100 tonnellate al giorno di scarti provenienti dagli impianti di trattamento, a tutela della salute pubblica per evitare un’emergenza sanitaria.

La discarica di Albano era tra le varie ipotesi emerse dai tavoli tecnici riunitesi presso il Ministero della transizione ecologica nei giorni scorsi ed è risultata essere la via più veloce rispetto alla realizzazione di un nuovo invaso che comporterebbe, ovviamente, un tempo molto più lungo.

Questo passaggio rientra nella ‘polemica infinita’ tra Comune di Roma e Regione Lazio per la gestione della spazzatura cittadina, un continuo ping pong di responsabilità che ha portato a questa situazione disastrosa, in una città unica che per ricchezza artistica e storica si merita più rispetto e attenzione soprattutto da parte delle istituzioni, considerando che prima di monumenti e opere d’arte il cittadino e il turista ‘vedono’ le montagne di immondizia che riempiono le strade, che spesso attirano animali saprofiti oltre a topi, gabbiani e cinghiali.

Per ciò che riguarda i cittadini, la situazione è veramente drammatica, con i passanti che devono fare lo slalom sui marciapiedi con spazzatura, puzza e roghi appiccati, e gruppi di persone che stanno pensando di fare una class-action. Massimiliano Borelli, sindaco di Albano, sostiene che impugnerà al Tar l’ordinanza della sindaca di Roma per la riapertura della discarica sul territorio di cui è primo cittadino, dopo aver partecipato fuori dal Campidoglio ad una risposta unitaria a tale decisione assieme ad altri sindaci interessati dal problema, non ammessi in Aula Giulio Cesare.

(Foto di Pexels da Pixabay)




Finisce l’era Cerroni? Forse no…

Il Lazio ed i rifiuti: un binomio che entrerà presto a far parte della nostra quotidianità a causa di una persistente pessima gestione dell’amministrazione regionale. 

Il 22 gennaio 2014 si è svolto alla Pisana un Consiglio Straordinario a seguito dell’arresto di Manlio Cerroni ed altre sei persone (avvenuto il 9 gennaio), conosciuto come “il re delle discariche”, nel quale i cittadini presenti (circa un centinaio) hanno assistito ad un discorso introduttivo (un misto di banalità e spot elettorali), fatto da un presidente di Regione forse più preoccupato a scaricare il barile che alla salute del territorio e di chi vi abita.

Tra i nomi illustri spiccano due nominati come Raniero De Filippis (che nel 2002 ha patteggiato 5 mesi a fronte delle accuse per abuso di ufficio e falso ideologico e condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale) e Luca Fegatelli (conosciuto anche come “l’uomo dai 10 incarichi”, anch’egli già indagato e che Zingaretti ha promosso da dirigente di seconda fascia a dirigente di prima fascia).

Le stravaganze di questa amministrazione non finiscono qui e gli interrogativi sono tanti: perché si è deciso di scorporare l’assessorato, formandone uno apposito per i rifiuti ed un altro per l’ambiente? Perché Manuela Manetti (ex dirigente della Provincia di Roma, già indagata) viene nominata direttore del dipartimento regionale del Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti? Per quale motivo il Vicepresidente Massimiliano Smeriglio ha firmato una delibera d’urgenza (a ferragosto) per il conferimento di 75.000 metri cubi di “tal quale” per una discarica gestita da EcoItalia87 (gruppo Cerroni)?

Tra l’immobilismo e la passività generale sulla delicata tematica, qualcuno in questi mesi, tra i banchi della Pisana, dopo essersi accorto di tali pericolose incongruenze, ha tentato di porvi rimedio: peccato che siano rimaste senza risposta le interrogazioni fatte dal Movimento 5 Stelle in Senato ed in Regione sulle intercettazioni telefoniche tra l’attuale assessore ai rifiuti Michele Civita e Cerroni, le interrogazioni sull’ampliamento della discarica dell’Inviolata di Guidonia e Monti dell’Ortaccio e Falcognana (a seguito dell’ipotetica chiusura del sito di Malagrotta), gli atti presentati sullo smaltimento dei CSS (combustibili solidi secondari), l’accesso agli atti legati alla costruzione e all’avviamento dell’inceneritore di Albano (documentazione negata nel tempo a ben dieci sindaci). Gli stessi consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, nella stessa sede dell’ultimo Consiglio Straordinario, hanno presentato una risoluzione che prevedeva la rivisitazione (ed eventualmente una sospensione cautelare) delle autorizzazioni delle società che attualmente operano nel settore dei rifiuti e che sono appartenenti o riconducibili a Cerroni: risoluzione ovviamente bocciata da PD e SEL pochi minuti dopo le meravigliose parole introduttive del presidente della Regione.
Roma tenterà ancora una volta di riversare i propri rifiuti presso i confini con altri comuni? L’accordo tra Zingaretti ed il sindaco Ignazio Marino sulla nomina di un commissario per i rifiuti di Roma, non lascia presagire nulla di buono per gli abitanti dell’hinterland, Pomezia inclusa.
Alla luce dei fatti, torna alla mente la parola utilizzata da Zingaretti in campagna elettorale: “Immagina”. Il governatore probabilmente aveva già compreso che un Lazio migliore, noi cittadini, avremmo potuto solo immaginarlo.

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