SERVIZI E UFFICI SEMPRE PIU’ ACCESSIBILI AL COMUNE DI POMEZIA PER I CITTADINI SORDI

#NoBarriere in Comune

 

#NoBarriere in Comune il nome del progetto che dal 1° novembre prende avvio presso il Comune di Pomezia per rendere accessibili gli uffici e gli sportelli comunali e facilitare la comunicazione tra cittadino sordo e Pubblica Amministrazione. “#NoBarriere in Comune” è un progetto selezionato da LAZIOcrea SPA e finanziato dalla Regione Lazio per la realizzazione di azioni rivolte all’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva. Il progetto è risultato il migliore tra i 19 progetti valutati, realizzato grazie alla collaborazione con Emergenza Sordi APS e la professionalità delle aziende VEASYT e Pedius.

Il Comune di Pomezia, grazie all’integrazione e all’uso delle nuove tecnologie e a campagne formative ed informative rivolte al personale e ai cittadini stessi, concretizza i concetti di accessibilità per tutti i cittadini sordi, sia segnanti (che preferiscono l’uso della lingua dei segni italiana, LIS) che oralisti (che preferiscono l’uso di sottotitoli e trascrizione testuale), rispondendo alle necessità di comunicazione.

“Dopo l’attivazione del servizio di pronto intervento della Polizia Locale per persone sorde tramite App Municipium, avviato a maggio scorso, continuiamo a lavorare per rendere il Comune di Pomezia sempre più accessibile – ha spiegato l’Assessore Giuseppe Raspa – Il progetto che presentiamo oggi vuole abbattere le barriere della comunicazione consentendo, tramite tecnologie all’avanguardia, ai cittadini sordi di relazionarsi con gli uffici comunali, sia telefonicamente che in presenza, in maniera totalmente autonoma”.

Il progetto favorisce infatti la comunicazione tra cittadini sordi e servizi comunali, con la possibilità per i cittadini sordi stessi di:

· contattare in modo autonomo gli uffici e sportelli comunali (URP, Ufficio Anagrafe, Ufficio Politiche Sociali, ecc) telefonicamente o in video-chiamata, per chiedere informazioni o prenotare un appuntamento. Scegliendo tra un servizio di riconoscimento e sintesi vocale, o di video-interpretariato in LIS. Il servizio è esteso anche a realtà culturali della città, le scuole e le farmacie comunali;

· essere supportati nel dialogo in presenza con il personale degli uffici e sportelli comunali da un servizio di video-interpretariato in LIS o di sottotitolazione automatica. Le stesse modalità di comunicazione sono disponibili presso le farmacie comunali.

“Un servizio che interesserà tutti i presidi comunali sul territorio: uffici, farmacie comunali, Musei e biblioteca – ha aggiunto l’Assessora Miriam Delvecchio – Tutte le informazioni sulle modalità di accesso al servizio sono già state comunicate alla Asl, ai medici e ai pediatri di base e saranno comunicate anche a tutte le scuole del territorio”.

“Pomezia si dimostra ancora una volta comune pioniere in materia di piena accessibilità – ha concluso il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà – Con il progetto #NoBarriere in Comune vogliamo non solo essere d’esempio per la creazione di una comunità che non lascia nessuno indietro, ma promotori nei confronti delle altre istituzioni pubbliche e dei soggetti privati affinché ognuno adotti i sistemi oggi a disposizione per dare piena accessibilità ai servizi e alla comunicazione per tutti. Voglio ringraziare il Presidente dell’Associazione Emergenza Sordi Luca Rotondi per la determinazione e la passione che mette in ogni progetto e i dirigenti e gli uffici comunali per lo spirito che impiegano in ogni nuova sfida per l’Ente e la cittadinanza”.

Il progetto prevede inoltre l’attivazione di una campagna di formazione a favore del personale del Comune sul tema della sordità, delle barriere della comunicazione, sulle modalità di accoglienza e comunicazione con i cittadini sordi e una campagna di comunicazione e coinvolgimento a favore della popolazione sorda, per far conoscere queste nuove opportunità e chiedere il supporto nel raccogliere feedback e valutazioni che permettano di migliorare ulteriormente i servizi.

Il servizio di video-interpretariato in LIS è garantito da VEASYT, spinoff dell’Università Ca’ Foscari Venezia, che consente di fruire dell’interprete di lingua dei segni (LIS) da computer, tablet o smartphone in videochiamata. Il video-interprete risponde entro pochi secondi ed è immediatamente disponibile a supportare il dialogo operatore-cittadino sordo.

La telefonata assistita e il servizio di sottotitolazione automatica sono garantiti da Pedius, azienda specializzata in tecnologie di sintesi e riconoscimento vocale, che permette alle persone sorde di effettuare telefonate in autonomia e nel pieno rispetto della privacy, tutti i giorni, 24 ore su 24.

L’attività di formazione e informazione sul tema dell’accessibilità rivolta al personale del Comune e la realizzazione di video di comunicazione per i cittadini sordi sono realizzati da Emergenza Sordi APS, associazione di promozione sociale specializzata in azioni a favore dei cittadini sorsi.

Tutte le info su: https://www.comune.pomezia.rm.it/no_barriere_in_comune

 

COMUNICATO STAMPA




5×1000 al Comune di Pomezia per aiutare le persone con disabilità

La possibilità di devolvere il 5 per mille della propria Irpef per finalità sociali venne introdotta per la prima volta nella legge finanziaria del 2006.

Insieme all’8 per mille rappresenta uno strumento di partecipazione diretta del cittadino al sostegno di attività socio/assistenziali e di interesse generale.

Ma meglio soffermarsi subito sulla principale differenza tra 8 e 5 per mille:

Attraverso la scelta di destinare l’8 per mille, si permette ad enti religiosi di destinare risorse finanziarie per scopi sociali e culturali, oppure si vincola lo Stato ad utilizzare parte delle imposte per interventi straordinari, per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali e per ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, di immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica.

Qualora non venisse fatta alcuna scelta, l’8 per mille sarebbe comunque devoluto sulla base della scelta fatta dagli altri contribuenti.

Il 5 per mille invece è destinato a sostegno degli enti del volontariato, al finanziamento della ricerca scientifica e dell’università, alle Onlus, alle associazioni di promozione sociale, al finanziamento agli enti della ricerca sanitaria, al sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche ed al sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza del contribuente.

ATTENZIONE: Nel caso in cui il contribuente non dovesse operare alcuna scelta sul 5 per mille, le somme rimarrebbero nella disponibilità dello Stato non vincolate per scopi sociali.

Il 5 per mille non e’ alternativo all’8 per mille e infatti si possono fare entrambe le scelte.

Il Comune di Pomezia, e’ iscritto di diritto come tutti gli altri comuni italiani nell’elenco dei soggetti che possono ricevere il finanziamento del 5 per mille dai propri contribuenti residenti.

Lo scorso 25 marzo 2015, la Giunta ha deliberato che la quota del 5 per mille spettante al Comune di Pomezia,  venga utilizzata per finanziare la spesa sociale a favore delle persone con disabilità: servizi di assistenza domiciliare e sociale; progetti per favorire la mobilità; azioni di miglioramento della qualità della vita.

Il Comune non ha sufficienti risorse finanziarie da destinare a sostegno delle attività sociali, infatti il Fondo nazionale per le politiche sociali, che lo Stato destina a tutti i Comuni, è stato fortemente ridimensionato.

La mancata sensibilizzazione da parte delle precedenti amministrazioni nel triennio 2009/2010/2011 (fonte Agenzia Entrate, dato 2012 non ancora disponibile) ha prodotto un numero molto basso di scelte, rispettivamente 344/311/300 contribuenti, portando nelle casse dell’ente solamente 10.161,76 euro per il 2009, 8.389,96 euro per il 2010 e 7.862,77 per il 2011.

La speranza è che il così basso numero di scelte, sia dovuto alla devoluzione del 5 per mille alle onlus operanti sul territorio e non alla scarsa informazione.

Come fare a scegliere di destinare al Comune di Pomezia il 5 per Mille?

Tramite i modelli predisposti dall’Agenzia delle Entrate (Certificazione Unica ex CUD – Mod. 730 – Mod. UNICO Persone Fisiche) firmando nel riquadro che riporta la scritta “Sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza”.

Tutte le informazioni sul sito del Comune di Pomezia

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“Tu non puoi passare”

barriere architettonicheQuante persone al giorno d’oggi sono libere di uscire dalla propria abitazione per raggiungere il centro città, in piena sicurezza, senza l’utilizzo di un’automobile?

Certamente tante, ma non tutte. Molti addirittura si chiederanno che senso abbia questa domanda, semplicemente perché inconsapevoli di quei limiti che i loro occhi non riescono a percepire.

Questi limiti sono chiamati barriere architettoniche.

Generalmente siamo abituati ad associare la barriera architettonica ad uno o più gradini che non consentono alle carrozzelle di salire o scendere da piani posti a quote differenti; in realtà questo non è che uno tra i molteplici impedimenti in grado di sbarrare la via all’utenza debole che mette, inoltre, in risalto la scarsa informazione della cittadinanza su questa tematica.

Cos’è quindi una barriera architettonica? Generalmente con questo termine si indicano tutti gli ostacoli che non permettono una completa e sicura mobilità alle persone in condizioni limitate di movimento; di conseguenza esse costituiscono un problema anche per coloro che per vari motivi, non sono in grado di muoversi liberamente (ad esempio bambini, anziani, cardiopatici, gestanti).
Sorvolando l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”) e senza soffermarsi sulle diverse norme che dagli anni ’60 agli anni ’90 si sono succedute con il fine di regolamentare la materia, uno sguardo alla più recente legge D.P.R. 503/96 è sufficiente a riassumere brevemente il tutto.

Essa integra alla legge 236/89 il concetto di barriera negli spazi pubblici e all’articolo 1 descrive in maniera precisa il significato di barriera architettonica:
Art.1 Definizione ed oggetto​
1. Le norme del presente regolamento sono volte ad eliminare gli impedimenti comunemente definiti “barriere architettoniche”.
2. Per barriere architettoniche si intendono:

  • gli ostacoli fisici che sono fonte di disagi o per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
  • gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti;
  • la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

Focalizzando l’attenzione solamente su questa prima parte dell’ articolo 1, possono esser presi in considerazione due casi di disabilità: quella motoria e quella della vista. Nel primo caso, un suolo pubblico che non mostra una continuità altimetrica regolare (quali gradini, rampe o superfici con pendenze eccessive, buche, interruzioni, dissesti) è considerato una barriera fisica, in quanto non permette ad una carrozzella il passaggio.

Nel secondo caso, la mancanza di idonei ausili informativi (ad esempio una pavimentazione provvista di codice LOGES), ausili acustici (in prossimità dei semafori) o la presenza di ostacoli (segnaletica stradale, pali dell’illuminazione, alberi) è considerata una barriera percettiva, la quale rende difficile e pericolosa la mobilità dei non vedenti.

Un intero regolamento circa i parametri standard da adottare nell’edilizia e nei lavori pubblici è quindi disponibile oramai da diversi anni e di conseguenza una domanda nasce spontanea: per quale motivo, dopo diciotto anni da queste (ulteriori e precise) indicazioni legislative, gran parte delle città mostrano ancora evidenti lacune nell’abbattimento delle barriere architettoniche?

Probabilmente le amministrazioni locali, considerando ciò un problema di “serie C” o forse un optional più che una necessità, hanno avuto un ruolo determinante nella pessima gestione della mobilità garantita; spesso impreparati nel reperire i numerosi fondi messi a disposizione (fondi regionali o europei), o addirittura incapaci di controllare che i lavori di ammodernamento o manutenzione rispettino le normative vigenti, i comuni italiani non si distinguono certamente per il rispetto di questi diritti e di queste leggi.
Pomezia non è esente da queste problematiche, le quali si sono moltiplicate nel tempo con l’espandersi della città e nessuno in questi anni è stato in grado di rimediare agli errori di progettazione commessi: ad esempio percorrendo il perimetro di un paio di isolati del quartiere Nuova Lavinium (tra i più recenti della città) per una lunghezza totale di circa 1500 metri, ci si imbatte in più di una cinquantina di macroscopiche barriere architettoniche, alcune delle quali ostacolano addirittura il passaggio di soggetti senza alcuna difficoltà motoria.

Marciapiedi stretti e cosparsi di ostacoli, assenza di rampe lungo gli attraversamenti pedonali, rampe con pendenza irregolare, dissesti nella pavimentazione e dislivelli di vario genere sono solo alcune delle barriere che non permetterebbero a gran parte dell’utenza debole di uscire di casa e muoversi nel proprio quartiere in sicurezza. Di conseguenza, raggiungere il centro storico autonomamente è quasi un’utopia.

A queste barriere fisiche e percettive descritte, si aggiunge infine l’inciviltà di molti altri cittadini che occupando irregolarmente i parcheggi riservati ai disabili e sostando davanti alle rampe degli attraversamenti, rendono ulteriormente complicata la situazione, mettendo in pericolo l’incolumità di coloro che sono costretti ad aggirare l’ostacolo.
Per quanto ancora nel nostro Paese saremo costretti ad assistere a situazioni del genere? Com’è possibile che nel 2014 delle città moderne non sono in grado di garantire un diritto fondamentale a tutta la sua cittadinanza?
Senza il rispetto delle leggi da parte delle amministrazioni (le quali dovrebbero garantire una regolarità dei lavori pubblici) per nuove opere e per l’abbattimento, dove possibile, delle barriere architettoniche, e senza un’adeguata sensibilizzazione ed educazione civica, tali problemi sono destinati ad aumentare, demolendo di fatto il diritto di uguaglianza tra tutti i cittadini.