5×1000 al Comune di Pomezia per aiutare le persone con disabilità

La possibilità di devolvere il 5 per mille della propria Irpef per finalità sociali venne introdotta per la prima volta nella legge finanziaria del 2006.

Insieme all’8 per mille rappresenta uno strumento di partecipazione diretta del cittadino al sostegno di attività socio/assistenziali e di interesse generale.

Ma meglio soffermarsi subito sulla principale differenza tra 8 e 5 per mille:

Attraverso la scelta di destinare l’8 per mille, si permette ad enti religiosi di destinare risorse finanziarie per scopi sociali e culturali, oppure si vincola lo Stato ad utilizzare parte delle imposte per interventi straordinari, per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali e per ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, di immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica.

Qualora non venisse fatta alcuna scelta, l’8 per mille sarebbe comunque devoluto sulla base della scelta fatta dagli altri contribuenti.

Il 5 per mille invece è destinato a sostegno degli enti del volontariato, al finanziamento della ricerca scientifica e dell’università, alle Onlus, alle associazioni di promozione sociale, al finanziamento agli enti della ricerca sanitaria, al sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche ed al sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza del contribuente.

ATTENZIONE: Nel caso in cui il contribuente non dovesse operare alcuna scelta sul 5 per mille, le somme rimarrebbero nella disponibilità dello Stato non vincolate per scopi sociali.

Il 5 per mille non e’ alternativo all’8 per mille e infatti si possono fare entrambe le scelte.

Il Comune di Pomezia, e’ iscritto di diritto come tutti gli altri comuni italiani nell’elenco dei soggetti che possono ricevere il finanziamento del 5 per mille dai propri contribuenti residenti.

Lo scorso 25 marzo 2015, la Giunta ha deliberato che la quota del 5 per mille spettante al Comune di Pomezia,  venga utilizzata per finanziare la spesa sociale a favore delle persone con disabilità: servizi di assistenza domiciliare e sociale; progetti per favorire la mobilità; azioni di miglioramento della qualità della vita.

Il Comune non ha sufficienti risorse finanziarie da destinare a sostegno delle attività sociali, infatti il Fondo nazionale per le politiche sociali, che lo Stato destina a tutti i Comuni, è stato fortemente ridimensionato.

La mancata sensibilizzazione da parte delle precedenti amministrazioni nel triennio 2009/2010/2011 (fonte Agenzia Entrate, dato 2012 non ancora disponibile) ha prodotto un numero molto basso di scelte, rispettivamente 344/311/300 contribuenti, portando nelle casse dell’ente solamente 10.161,76 euro per il 2009, 8.389,96 euro per il 2010 e 7.862,77 per il 2011.

La speranza è che il così basso numero di scelte, sia dovuto alla devoluzione del 5 per mille alle onlus operanti sul territorio e non alla scarsa informazione.

Come fare a scegliere di destinare al Comune di Pomezia il 5 per Mille?

Tramite i modelli predisposti dall’Agenzia delle Entrate (Certificazione Unica ex CUD – Mod. 730 – Mod. UNICO Persone Fisiche) firmando nel riquadro che riporta la scritta “Sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza”.

Tutte le informazioni sul sito del Comune di Pomezia

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Sosta selvaggia nel parcheggio 16 Pini: parla il direttore

A seguito dell’articolo riguardante il problema della sosta selvaggia nel parcheggio del centro commerciale 16 Pini di Pomezia, ho ritenuto utile ascoltare il parere del direttore della struttura.

Il giorno 9 marzo, sono stato ricevuto dal dott. Meoli, responsabile del centro commerciale dal 2011.
Consapevole del problema legato all’inciviltà di molti clienti, il direttore ha dato piena disponibilità per la risoluzione della questione.

Per quanto riguarda le soste non autorizzate sui parcheggi riservati ai disabili, data l’impossibiltà di assumere ulteriori vigilantes, attualmente si potrà intervenire con richiami in filodiffusione e con la distribuzione di volantini di sensibilizzazione.

L’intervento della Polizia Locale al momento non è consentito perché il centro commerciale risulta edificato su un terreno privato; il direttore dovrà quindi rivolgersi all’amministrazione di Pomezia al fine di ottenere un atto utile per il superamento di questo ostacolo burocratico.

Nel frattempo il dott. Meoli ha tentato di riposizionare, avanzandoli di qualche metro, i dissuasori di cemento situati davanti le giostre dell’entrata est con il fine di scoraggiare gli automobilisti a sostarvi di fronte. Nonostante la carreggiata ristretta, il tentativo è risultato inutile tanto da render necessario il ricollocamento dei dissuasori nella posizione originaria.

Ciò testimonia che la maleducazione e la mancanza di senso civico di molti clienti sono la causa principale del problema; la buona volontà e lo spirito di iniziativa della direzione sono segnali incoraggianti in attesa che le leggi a tutela dei diritti dell’utenza debole (e non solo) possano esser rispettate esattamente come in altri luoghi pubblici.




5 per mille: a cosa serve e come funziona ?

5per1000La possibilità di devolvere il 5 per mille della propria Irpef per finalità sociali venne introdotta per la prima volta nella legge finanziaria del 2006.

Insieme all’8 per mille rappresenta uno strumento di partecipazione diretta del cittadino al sostegno di attività socio/assistenziali e di interesse generale.

Ma meglio soffermarsi subito sulla principale differenza tra 8 e 5 per mille:

Attraverso la scelta di destinare l’8 per mille, si permette ad enti religiosi di destinare risorse finanziarie per scopi sociali e culturali, oppure si vincola lo Stato ad utilizzare parte delle imposte per interventi straordinari, per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali e per ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, di immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica.

Qualora non venisse fatta alcuna scelta, l’8 per mille sarebbe comunque devoluto sulla base della scelta fatta dagli altri contribuenti.

Il 5 per mille invece è destinato a sostegno degli enti del volontariato, al finanziamento della ricerca scientifica e dell’università, alle Onlus, alle associazioni di promozione sociale,  al finanziamento agli enti della ricerca sanitaria, al sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche ed al sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza del contribuente.

ATTENZIONE: Nel caso in cui il contribuente non dovesse operare alcuna scelta sul 5 per mille, le somme rimarrebbero nella disponibilità dello Stato non vincolate per scopi sociali.

Il 5 per mille non e’ alternativo all’8 per mille ed infatti si possono fare entrambe le scelte.

Il Comune di Pomezia, e’ iscritto di diritto come tutti gli altri comuni italiani nell’elenco dei soggetti che possono ricevere il finanziamento del 5 per mille dai propri contribuenti residenti.

Lo scorso 12 marzo 2014, il Sindaco e la Giunta hanno deliberato la destinazione della quota del 5 per mille spettante al Comune di Pomezia, come ha precisato l’Assessore Emanuela Avesani, per finanziare la spesa sociale in favore di attività a sostegno dei disabili, intervenendo in maniera prioritaria nei servizi di assistenza domiciliare e sociale nonché in progetti che favoriscono la mobilità dei soggetti diversamente abili che vivono nel territorio. 

Il Comune non ha sufficienti risorse finanziarie da destinare a sostegno delle attività sociali, infatti il Fondo nazionale per le politiche sociali, che lo Stato destina a tutti i Comuni, è stato fortemente ridimensionato.

La mancata sensibilizzazione da parte delle precedenti amministrazioni nel triennio 2009/2010/2011 (fonte Agenzia Entrate, dato 2012 non ancora disponibile) ha prodotto un numero molto basso di scelte, rispettivamente 344/311/300 contribuenti, portando nelle casse dell’ente solamente 10.161,76 euro per il 2009,  8.389,96 euro per il 2010 e  7.862,77 per il 2011.

La speranza è che il così basso numero di scelte, sia dovuto alla devoluzione del 5 per mille alle onlus operanti sul territorio e non alla scarsa informazione.

Come fare a scegliere di destinare al Comune di Pomezia il 5 per Mille?

Tramite i modelli predisposti dall’Agenzia delle Entrate (CUD – Mod. 730 – Mod. UNICO Persone Fisiche) firmando nel riquadro che riporta la scritta “Sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza”.

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Tutte le informazioni sul sito del Comune di Pomezia 

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Paolo Moscogiuri e “La città fragile”

 copertina la citta fragileSabato 15 febbraio 2014 a Pomezia, presso il centro culturale Spazio Durango, Paolo Moscogiuri ha presentato il suo libro: “LA CITTÁ FRAGILE“. All’evento, che ha riscosso un grande successo di pubblico, hanno partecipato il sindaco Fabio Fucci e una nutrita rappresentanza dell’Amministrazione Comunale.

Partendo dalla domanda “Come restituire dignità alla città e ai suoi cittadini?” Paolo Moscogiuri, architetto che vede la sua professione più legata alla sociologia che alla tecnica, ha dato vita ad un’interessante presentazione in cui ha illustrato la sua ricerca sulle nuove metodologie urbanistiche ed architettoniche per l’attuazione di regole di progettazione attente ad ogni categoria di persona, affinché gli interventi su una città non siano solo di tipo tecnico ma capaci di trasformare la stessa in una città vivibile per tutti.

Paolo MoscogiuriUn progetto possibile se si pone al centro delle progettazioni la conoscenza “del materiale umano”, a cui le opere sono destinate e potenziando il legame fra cittadino e città, con particolare attenzione a fattori come età, sesso, grado di mobilità ed in particolar modo alla cosiddetta Utenza Debole.

I fattori che rendono una città fragile sono molteplici, strettamente connessi tra loro, ed hanno una matrice comune nella crescita edilizia incontrollata, spesso votata alla speculazione, con Piani Regolatori poco incentrati sul controllo del territorio e con la perdita di ogni motivazione del potere politico nel creare consenso anche attraverso l’abbellimento della città.

Una conseguenza diretta a questo boom edilizio è il capovolgimento del concetto di strada, che da “area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, degli animali e dei veicoli” (art. 2 del Codice della Strada) è diventata ormai ad uso esclusivo delle automobili, a totale discapito delle categorie più deboli.

Un altro elemento che incide negativamente è la trasformazione dell’organizzazione familiare in funzione del lavoro, che ha portato il decadimento della città italiana da luogo relazionale ad agglomerato di spazi di transito e dormitorio. Un decadimento accelerato dalla crisi economica, che ha inciso sulla qualità della vita delle famiglie, non solo dal punto di vista economico, ma anche sullo sviluppo psico-sociale del bambino, che spesso vede ridotto il tempo che almeno un genitore può dedicargli, per vivere gran parte della sua giornata a scuola, dai nonni o in casa, riducendo così il tempo per poter frequentare quegli spazi cittadini più idonei alle relazioni e al gioco.

La città viene quindi abbandonata dal cittadino e gli spazi relazionali si trasformano in spazi di transito e parcheggio, creando impedimento alla mobilità autonoma ai pedoni e in particolare alle categorie più fragili, come i bambini, gli anziani e alle persone con disabilità.

È fragile una città che fa perdere, non ponendo in essere interventi e soluzioni che garantiscono un’adeguata mobilità, l’accesso autonomo ai luoghi ai disabili. Impedendo la mobilità ai disabili si impedisce loro una vita autonoma e dignitosa, infatti, un disabile non è fragile se gli vengono messi a disposizione i mezzi per muoversi liberamente, ma è la città, con le sue carenze, a renderlo tale.

Gli esempi possono essere tantissimi, dai marciapiedi stretti, con pali della luce, alberi, cartelli pubblicitari piantati nel mezzo, automobili parcheggiate sulle strisce pedonali, occupazione impropria dei parcheggi destinati ai disabili, cassonetti posizionati sui marciapiedi, griglie dei tombini posizionate nel senso del camminamento, barriere architettoniche eliminate con incompetenza, rampe realizzate da un lato della strada ma non dall’altra, spesso con pendenze pericolose, piastrelle del codice Loges per non vedenti posizionate al ciglio del marciapiede e tantissimi altri esempi che tutti i giorni rendono le città italiane, a differenza di quelle del nord Europa, invivibili ed ingestibili.

Migliorare è possibile partendo da una conoscenza approfondita del comportamento del cittadino nella città intesa non come semplice spazio architettonico, ma come spazio esistenziale. Lo spazio architettonico deve essere in funzione di quello esistenziale e prima di prendere decisioni urbanistiche ed infrastrutturali occorre tener conto del “contenuto umano” delle città. Le moderne impostazioni urbanistiche oggi offrono soluzioni già sperimentate in tanti paesi del nord Europa da almeno un ventennio: dalle isole ambientali, alla moderazione del traffico, al car sharing, al car pooling, all’intermodalità, alla ciclabilità, ecc.

Per ottenere risultati occorre una sinergia tra amministrazioni locali e cittadini, perché oltre all’eliminazione fisica delle barriere attuabile con le leggi, è necessaria un’eliminazione delle barriere culturali per attuare una riqualificazione degli spazi pubblici di una città e trasformarli da semplici luoghi di transito a veri e propri spazi relazionali.