I baci sul pane, di Almudena Grandes

I BACI SUL PANE

Di Almudena Grandes

Ed. Guanda

 

 

 

Questa è la storia di molte storie, la storia di un quartiere di Madrid che si ostina a resistere, a restare uguale a se sesso anche nell’occhio del ciclone, al centro di una crisi che minacciava di travolgerlo e che invece non ci è ancora riuscita.

 

Leggere Almudena Grandes significa entrare a far parte di una storia, e il sentirsi protagonista di una storia è la soddisfazione forse più grande di chi ama la letteratura.

I baci sul pane è un romanzo corale dove le vite delle persone si incrociano, si allontanano, quasi fino a perdersi, per poi ritrovarsi.

Le voci narranti sono per lo più femminili, e le donne della Grandes sono eroiche, forti e deboli allo stesso tempo; sono donne giovani, vecchie, belle e brutte, ma tutte allo stesso modo capaci di rialzarsi dopo l’ennesima grave caduta.

La bellezza della scrittura di questa grande scrittrice sta nel fatto che i personaggi di questo quadro variopinto e mutevole, sono descritti in modo tale da risultare come se fossero nostri conoscenti o addirittura familiari. E come quindi non essere coinvolti? Come fare a non prendere le parti di uno piuttosto che dell’altro?

Leggiamo quindi, gioiamo, soffriamo e combattiamo al loro fianco per resistere a tempi difficili che nello specifico riguardano Madrid, ma che sono comuni a molte altre città e nazioni.

I baci sul pane è inoltre un romanzo sul ricordo, sulla solidarietà, sull’amicizia e sulla difesa dei diritti nel quale si parte da un gesto simbolico del baciare il pane per sottolineare come il ricordo del passato possa permettere a persone che rischiano di perdere tutto, di non abbattersi e di non perdere la propria dignità.

 

In Spagna, fino a trent’anni fa, i figli ereditavano la povertà, ma anche la dignità dei genitori, imparavano un modo di essere poveri senza sentirsi umiliati, senza perdere la dignità e senza smettere di lottare per il futuro.

Vivevano in un paese in cui la povertà non era motivo di vergogna, né tantomeno un pretesto per arrendersi.

 

Almundena Grandes è venuta a mancare quasi un anno fa dopo aver perso la sua battaglia contro il cancro, era una scrittrice intensa e passionale le cui storie lasciano un segno indelebile in chi le legge.

Dopo la Figlia ideale e Anni difficili, non ho potuto fare a meno di proporvi questo suo libro pubblicato quasi in sordina nel 2016, ma oggi molto attuale.

 

 

SINOSSI

 

Siamo in un quartiere al centro di Madrid dove persone, famiglie, giovani e anziani si ritrovano a dover affrontare una crisi lunga e pesante.

Amalia teme che il negozio delle cinesi che sta aprendo di fronte al suo; il bar di Pascual che diventa il crocevia di tanti destini e delle loro battaglie. Una dottoressa  combatte contro la chiusura del consultorio dove lavora mentre un uomo divorziato piange la sua solitudine.

Tante storie che si intrecciano e ci parlano di resistenza, coraggio, amicizia e amore.

 




Pasqua a tavola tra colombe, uova e…fave

Con l’arrivo della Pasqua e delle ricorrenze del 25 aprile e 1° maggio, aumentano le occasioni di stare a tavola in famiglia, o tra amici e gustare i piatti tipici di queste festività. A partire dalla colazione. Infatti a Roma, come nel centro Italia, i festeggiamenti pasquali iniziano già dalla prima mattina con una ricca colazione che prevede una tavola imbandita con uova, salame (la tipica corallina), colombe e uova di cioccolata, torte salate e la tradizionale “coratella con carciofi”, che assumono un significato simbolico di abbondanza e rinascita. Tanti cibi che non hanno nulla a che vedere con la colazione di tutti i giorni, solitamente formata da un caffè, latte, o cappuccino e cornetto consumati per lo più al bar.

Una colazione che lascia presagire a un ricco pranzo, nel rispetto delle tradizioni culinarie: cibi rituali come l’agnello che simboleggia la purezza e la redenzione nella Resurrezione, l’uovo che rappresenta la vita e il pane come simbolo di provvidenza. Sulla tavola trovano spazio tante prelibatezze tra cui lasagne, asparagi, carciofi, tortelli e paste ripiene, focacce, arrosti e la famosa colomba, con il suo forte valore di pace e amore. Un’ usanza, per la religione cristiana, che deriva probabilmente dal fatto che, dopo una quaresima di digiuno e di astinenza, la voglia di festeggiare la Resurrezione (quantomeno a tavola) di certo non era poca.

Questo è anche il periodo in cui si mangia la fava, meglio se con il pecorino, che accompagna non solo i pasti, ma anche le merende e le scampagnate fuori porta, tipiche delle giornate di Pasquetta e 1° maggio. Questo legume, però, deve essere evitato dalle persone che sono affette da favismo, un’ anomalia genetica che interessa un enzima contenuto nei globuli rossi e impedisce a chi ne è affetto di assumere le fave (o anche solo inalarne i pollini), ma anche piselli, alcuni farmaci tra antibiotici, antipiretici, antimalarici e sostanze particolari. Chi ne soffre ha una carenza dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi, G6pd, che è legato ai globuli rossi, essenziale per il funzionamento e la loro sopravvivenza e può subire una crisi emolitica, in pochi casi, molto grave.

Quest’anno, però, sulla tavola di Pasqua verrà servita anche la crisi, con un crollo dell’acquisto di colombe e uova pasquali per il 24% degli italiani (dati Coldiretti e Confesercenti).
E allora? Ridimensioniamo le spese (che non fa mai male) ma non la voglia di festeggiare e stare insieme a chi vogliamo, magari all’aperto, meteo permettendo!




Resilienza

Come affrontare il cambiamento.

Potrà sembrare un’affermazione cinica ma non c’è dubbio che i momenti di crisi con conseguenti difficoltà economiche e sociali, sono i periodi più fecondi per la riflessione e il ripensamento delle scelte passate. La forza della necessità apre le menti all’analisi e predispone al cambiamento dello status quo. Guardando all’economia e alla politica, le turbolenze derivate dallo scoppio della bolla speculativa sui mercati finanziari, hanno stimolato copiosi dibattiti a tutti i livelli, dal mondo accademico alle grandi conferenze internazionali. Tra gli argomenti più discussi per la vastità del fenomeno e per la varietà dei punti di vista vorrei brevemente sottolienare il discorso intorno al concetto di resilienza.

Che cosa è la resilienza?

E’ un concetto che si trova in molti contesti dall’agricoltura alla meccanica dalla psicologia all’ecologia per questo è difficile darne una definizione generica. Diciamo che la resilienza è la risposta che un’entità dà al cambiamento del proprio stato di equilibrio, una reazione che, prendendo atto che non si può ripristinare totalmente la condizione di partenza, tende a limitare i danni del cambiamento cercando un nuovo adattamento all’ambiente. Quindi adattamento e riduzione dei danni sono gli elementi fondamentali di un’azione resiliente.

Le implicazioni nel campo economico e politico sono molto importanti. Tra i primi governanti a menzionare la necessità di un cambiamento di mentalità in ottica resiliente è stato Barack Obama nei suoi discorsi di insediamento alla Casa Bianca. Il Presidente ha sottolineato la necessità di un’inversione di rotta della politica nazionale e internazionale perchè le sfide della modernità non sono più affrontabili con gli strumenti del passato. Il Word Economic Forum nell’ultimo incontro a Davos ha sottolineato che le crisi, le disuguaglianze sociali, il rapporto tra attività economica e preservazione dell’ambiente sono questioni dove l’approccio resiliente potrebbe dare il suo meglio. Anche in Italia l’argomento sembra aver fatto breccia nelle discussioni pubbliche, ne è una testimonanza la recente visita di Rob Hopkins uno dei fondatori del movimento «Transition Town Transition Network» che tra i suoi obiettivi si pone la trasformazione delle comunità locali in comunità resilienti. Cercando in rete il blog di Beppe Grillo ne ha parlato in questo post.

Per passare dalla teoria astratta alla pratica come dovrebbero cambiare i comportamenti dei cittadini, delle aggregazioni sociali e delle istituzioni per essere in linea con la nuova filosofia?

Il primo mutamento di mentalità ce lo suggerisce il professor Alberto Sangiovanni Vincentelli che sprona la nostra società a non aver paura di assumere i rischi derivanti dalle innovazioni. Il fattore psicologico è fondamentale. L’apertura mentale, la tolleranza, la cultura dell’inclusione delle minoranze sono tutti fattori essenziali per affrontare i cambiamenti e le incertezze del futuro. Società più solidali sono società che possono addattarsi nel miglior modo possibile all’ambiente caotico, immerso nell’instabilità perpetua. Per quanto riguarda il ruolo delle istituzioni, le politiche dovrebbero incentivare e favorire l’accumulazione di capitale umano e la flessibilità dei sistemi produttivi. I  governi non dovrebbero mai sottovalutare l’importanza degli investimenti nella ricerca scientifica, nella tutela del territorio, nell’arte e nella cultura in generale. Infine gli enti locali dovrebbero favorire il più possibile la cultura della condivisione e della cooperazione. Esempi di cooperazione sono i gruppi di acquisto solidale (vedi il mio post precendente), programmi di risparmio energetico e di riciclo dei materiali di scarto.

Per concludere, vivremo in un mondo sempre di più instabile, più interdipendente e iperconnesso, se vogliamo sopravvivere degnamente dovremo imparare ad adattarci e cambiare velocemente, prima ne prendiamo atto e meglio è.




G.A. e G.A.S

Piccoli rimedi contro la crisi.

L’onda d’urto della crisi economica mondiale, iniziata con il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers, continua a mietere le sue vittime. Disoccupazione, ristagno dei redditi e incertezza verso il futuro, spingono molte famiglie a fare un uso oculato delle proprie disponibilità finanziarie soprattutto al momento degli acquisti di generi alimentari. Le famiglie del ceto medio-basso ogni giorno devono ingegnarsi per cercare di ottenere qualità a prezzi modici.

Un buon sistema per raggiungere l’obiettivo sembra essere l’organizzazione di un G.A. (Gruppo di Acquisto). Un GA è semplicemente un insieme di cittadini consumatori che spontaneamente decidono di unirsi per cercare di spuntare davanti a grossisti e produttori un prezzo di favore. Alla base di questo tipo di aggregazioni c’è la volontà di ridurre i livelli di intermediazione commerciale, causa primaria della lievitazione dei prezzi finali, mettendo faccia a faccia produttori e acquirenti. Questo tipo di consorzi sociali sono facili da organizzare perchè hanno bisogno di poche regole e un basso livello di formalità burocratiche.

Le attività sociali possono essere riassunte in due fasi. La prima è la ricerca del prodotto, mentre la seconda consiste nella presentazione della merce ai soci. All’interno della categoria dei GA, si sta sviluppando sempre più velocemente un tipo particolare di coordinamento dei consumatori, i GAS (Gruppi d’acquisto Solidali). La differenza tra un generico GA e i GAS è che questi ultimi non solo si prefiggono l’obiettivo dell’economicità degli acquisti, ma si fanno carico di motivazioni di natura etica. Al centro del sistema valoriale di un generico aderente ai Gas c’è la consapevolezza del consumo critico e responsabile. Si consuma per soddisfare bisogni primari e non per alimentare i profitti delle aziende. Si consuma con la consapevolezza che i prodotti acquistati siano il risultato di scelte aziendali rispettose della dignità dei lavoratori e della sostenibilità ambientale. Si consuma, infine, cercando di salvaguardare tradizioni storiche, agricole e gastronomiche. La solidarietà quindi è un elemento essenziale dei GAS, perché  solo alimentando la necessità di stabilire legami forti e sinceri con l’ambiente circostante si può migliorare la qualità della vita.

La struttura organizzativa dei gruppi solidali d’acquisto è leggermente più ricca rispetto ad un generico GA. Una rete di relazioni con associazioni, cooperative e mondo del No Profit è essenziale per il raggiungimento dello scopo etico delle iniziative messe in campo. Per la gestione delle attività di un GAS esistono degli utilissimi software gestionali. Dando uno sguardo alla dimensione giuridica del fenomeno, attualmente il nostro sistema legislativo è in fase di adeguamento alle esigenze della società. Esiste un chiaro riferimento normativo ai GAS, questo è l’articolo 1, comma 266 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 che li definisce “soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico, esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale, in diretta attuazione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendita.

Dal punto di vista bibliografico esistono sull’argomento diverse fonti tra le quali:

  • Saroldi A. (2001).”Gruppi di acquisto solidali”, Edizioni EMI, Bologna;
  • Valera L., (2005), GAS. Gruppi di Acquisto Solidale, Edizioni Terre di Mezzo, Milano.

Per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente  la questione, può trovare altre informazioni a questi indirizzi :




Banchieri – Federico Rampini

Federico Rampini è forse uno dei giornalisti italiani con la maggiore esperienza in paesi esteri. Editorialista de La Repubblica, già Vicedirettore de Il Sole24ore, ha passato gran parte della sua carriera professionale in giro per il mondo, ma sono le sue corrispondenze dagli Stati Uniti d’America e dall’Asia, in particolare dalla Cina, che lo hanno reso noto ai lettori. La sua notorietà è cresciuta notevolmente nel 2007 con la pubblicazione del libro L’Impero di Cindia, a mio avviso, una delle narrazioni dei nuovi giganti del futuro, Cina e India, più complete e avvincenti che abbia mai letto. Attualmente Rampini vive a New York, da lì scrive l’interessantissimo blog Estremo Occidente, analisi sintetica ma punturale dell’America delle opportunità, dei cambiamenti repentini ma anche quella delle contraddizioni e delle ingiustizie sociali. Per chi volesse dare un’occhiata, questo è il link  http://rampini.blogautore.repubblica.it.

L’ultima fatica letteraria di Federico Rampini, uscito in libreria in questo ultimo mese, è Banchieri, edito da Mondadori, 180 pagine, prezzo consigliato 16,50 euro. Come si intuisce dalla copertina, il sottotitolo non lascia dubbi: “Storie dal nuovo banditismo globale”, quest’opera è una sorta di invettiva nei confronti dei grandi banchieri americani, ma direi anche europei, che secondo l’autore sono i veri responsabili della crisi iniziata nel 2008. Una crisi superata negli Stati Uniti, solo nelle statistiche, ma che ancora oggi lascia una scia di disagio sociale, di nuove e vecchie povertà ma principalmente di prospettive di nuovo sviluppo economico, compromesse per molto tempo. L’autore quindi, non si sottrae dal manifestare chiaramente le sue opinioni. Le sue tesi, corrette, o errate che siano, sono ben in vista. Comunque il nostro autore, non si lascia mai tentare dalla denuncia sterile, in ogni suo libro, si trovano sempre suggerimenti sull’iniziative da prendere per cercare di migliorare la situazione economica e politica. Inoltre la scelta di raccontare storie veramente accadute, testimonianze attuali rende la narrazione sempre ancorata alla realtà, tante volte i discorsi troppo astratti rischiano di allontanare la gente pratica dalla lettura. Chi legge Rampini sui giornali sa che l’astrattismo è un’accusa che non gli può essere mossa, tante volte per trasmettere il senso di quotidianità di certi problemi, racconta esperienze personali, vissute cioè in prima persona dal cittadino Federico e dalla sua famiglia.

Tornando a Banchieri, la parte che secondo me va letta con molta attenzione è la quarta, intitolata il Danno Sociale. Forse il fatto che io sia politicizzato mi rende sensibile al racconto dei mutamenti degli stili di vita delle vittime della crisi, ma vi assicuro che colpirà anche voi, anche perchè nessuno dei cittadini comuni può considerarsi al sicuro da fenomeni di questo tipo. La scrittura di Rampini è sempre semplice e scorrevole, anche la struttura del libro ed in particolare delle pagine, rende la lettura piacevole. Capitoli brevi, dimensione del carattere e una abbondante interlinea possono essere un buon incentivo a leggerlo la sera prima di andare a dormire o durante la giornata in un attimo di riposo.

BIBLIOGRAFIA DI FEDERICO RAMPINI tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Rampini

  • “La comunicazione aziendale. All’interno dell’impresa, nel contesto sociale, nel quadro europeo“, Milano, ETAS libri, 1990. ISBN 88-453-0404-3
  • “Il crack delle nostre pensioni“, Milano, Rizzoli, 1994. ISBN 88-17-84362-8
  • “Imprenditori italiani nel mondo. Ieri e oggi“, con Duccio Bigazzi (a cura di), Milano, Libri Scheiwiller, 1996. ISBN 88-7644-241-3
  • “Germanizzazione. Come cambierà l’Italia“, Roma, Laterza, 1996. ISBN 88-420-4909-3
  • “Kosovo. Gli italiani e la guerra“, intervista a Massimo D’Alema, Milano, Mondadori, 1999ISBN 88-04-47302-9
  • “Per adesso. Intervista con Carlo de Benedetti“, Milano, Longanesi, 1999. ISBN 88-304-1473-5
  • “New economy. Una rivoluzione in corso“, Roma, Laterza, 2000. ISBN 88-420-6110-7
  • “Dall’euforia al crollo. La seconda vita della new economy“, Roma, Laterza, 2001. ISBN 88-420-6821-7
  • “Effetto euro“, Milano, Longanesi, 2002. ISBN 88-304-1934-6
  • “Le paure dell’America“, Milano, Longanesi, 2003. ISBN 88-420-7167-6
  • “San Francisco-Milano“, Roma, Laterza, Laterza 2004. ISBN 88-420-7441-1
  • “Tutti gli uomini del presidente. George W. Bush e la nuova destra americana“, Roma, Carocci, 2004. ISBN 88-430-3013-2
  • Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo“, Milano, Mondadori, 2005. ISBN 88-04-54482-1
  • “L’impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e mezzo di persone“, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-55130-5
  • “L’ombra di Mao. Sulle tracce del grande timoniere per capire il presente di Cina, Tibet, Corea del Nord e il futuro del mondo“, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-56048-7
  • “La speranza indiana. Storie di uomini, città e denaro dalla più grande democrazia del mondo“, Milano, Mondadori 2007. ISBN 88-04-57298-1
  • “Centomila punture di spillo. Come l’Italia può tornare a correre“, con Carlo De Benedetti e Francesco Daveri, Milano, Mondadori 2008. ISBN 88-04-58366-5
  • “Con gli occhi dell’Oriente“, Milano, A. Mondadori scuola, 2009.
  • “Le dieci cose che non saranno più le stesse. Tutto quello che la crisi sta cambiando“, Roma, Gruppo editoriale L’Espresso, 2009.
  • “Slow Economy. Rinascere con saggezza. Tutto quello che noi occidentali possiamo imparare dall’Oriente“, Milano, Mondadori 2009. ISBN 978-88-04-59368-3
  • “Occidente estremo. Il nostro futuro tra l’ascesa dell’impero cinese e il declino della potenza americana“, Milano, Mondadori 2010. ISBN 978-88-04-60333-7 [1]
  • “San Francisco-Milano. Un italiano nell’altra America”, Laterza, 2011. ISBN 978-88-420-9517-0
  • “Alla mia sinistra”, Mondadori, 2011 ISBN 978-88-04-61372-5
  • “Non ci possiamo più permettere uno Stato sociale”. Falso!coll. IdòlaLaterza, 2012 ISBN 978-88-420-9502-6
  • “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo. Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro”, Mondadori, 2012 ISBN 978-88-04-62518-6
  • “Banchieri. Storie dal nuovo banditismo globale” Mondadori, 2013 ISBN 978-88-04-63350-1