La campagna di vaccinazione itinerante anti-Covid della Asl Roma 6 fa tappa a Pomezia

Primo appuntamento lunedì 26 luglio a Torvaianica, in piazza Ungheria
Per ogni vaccinato un biglietto omaggio per i Musei cittadini

 

 

Il camper della Asl Roma 6 per i vaccini itineranti anti-Covid arriva a Pomezia. Tre gli appuntamenti nella nostra Città:

– Lunedì 26 luglio, dalle ore 17.00 alle ore 21.30, in piazza Ungheria a Torvaianica.

– Domenica 8 agosto, dalle ore 17.00 alle ore 21.30, in piazza Ungheria a Torvaianica.

– Sabato 28 agosto, dalle 9.00 alle 13.00, in piazza San Benedetto da Norcia (incrocio con via Orazio) a Pomezia.

 

 

Sarà utilizzato il vaccino monodose Janssen della J&J:

– Potranno vaccinarsi, senza prenotazione, tutti i cittadini maggiori di 18 anni non ancora vaccinati.

– Sarà sufficiente recarsi presso l’ambulatorio mobile portando con sé tessera sanitaria o il codice STP/ENI

“Siamo lieti di ospitare la campagna di vaccinazione itinerante della Asl Roma 6 – dichiara il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà – Abbiamo sostenuto fin dal principio tutte le iniziative volte a sensibilizzare la popolazione sul ruolo determinante dei vaccini nella battaglia alla pandemia. A tal fine, in occasione delle tre giornate dedicate alla vaccinazione nella nostra Città, regaleremo a ogni cittadino vaccinato un biglietto omaggio per uno dei nostri Musei – Lavinium e Città di Pomezia”.




Approvato in Consiglio Comunale sconto TARI per 3mila utenze non domestiche

Emergenza Coronavirus a Pomezia, approvato in Consiglio Comunale sconto TARI per 3mila utenze non domestiche
Sconto TARI per le attività commerciali che sono state chiuse o che hanno subìto restrizioni a causa della pandemia. Lo ha deciso il Consiglio comunale di Pomezia. La misura stanzia circa 2 milioni di euro che consentiranno di non pagare la seconda rata della tassa a circa 3mila utenze commerciali.
“Uno sconto senza precedenti per questo tipo di servizio – dichiara l’Assessore Stefano Ielmini – Una misura importante che aiuta le attività nella ripartenza dopo la crisi che speriamo di lasciarci alle spalle quanto prima. Si tratta di uno sconto d’ufficio, che verrà applicato senza fare alcuna richiesta; per le categorie che non sono rientrate in questa fascia ci sarà comunque la possibilità di usufruire dello sconto nel caso in cui ci sia stato un calo di fatturato”.
“La misura – conclude il Sindaco Adriano Zuccalà – si va ad aggiungere agli aiuti che abbiamo distribuito in questi mesi alle famiglie che hanno avuto maggiori difficoltà economiche: oltre 800mila euro di buoni spesa e pacchi alimentari con prodotti acquistati per la maggior parte da produttori locali, per un valore di 600mila euro, innescando un virtuoso meccanismo dove Pomezia aiuta Pomezia”.
COMUNICATO STAMPA



Pomezia ricorda le vittime di Covid-19

Quattro cipressi e una targa al Parco delle Rimembranze

Domenica mattina, ad un anno esatto dalla dichiarazione dello stato di emergenza per il Covid-19 del 31 gennaio 2020, l’amministrazione comunale ha voluto ricordare i cittadini di Pomezia che hanno perso la battaglia contro questo terribile virus e tutti coloro che ci hanno lasciati senza ricevere il conforto dei propri cari a causa delle restrittive misure di contenimento messe in atto per arginare il dilagare di questo invisibile e insidioso virus.

Presso il Parco delle Rimembranze a Pomezia sono stati messi a dimora quattro cipressi, simbolo di immortalità, e collocata una targa commemorativa sulla stele con i versi della poetessa inglese Emily Dickinson

Chi è amato non conosce morte

Il Sindaco Adriano Zuccalà, alla presenza di autorità militari e civili, ha espresso parole di vicinanza e commozione nominando, uno ad uno, i 20 pometini morti in solitudine per il Covid-19 e augurando una pronta guarigione a tutti coloro che in questo momento stanno ancora combattendo, in isolamento a casa o in un letto di ospedale.

 

Le motivazioni delle scelta di questo evento nelle parole del primo cittadino:

«Abbiamo pensato di creare un luogo della memoria, un luogo fisico del ricordo dove condividere l’abbraccio della città ai famigliari delle persone scomparse che possa trasmettere un messaggio di speranza verso il futuro»

 

L’evento, trasmesso in diretta Facebook sulla pagina istituzionale del Comune di Pomezia, si è concluso con il brano Il silenzio, suonato dall’Associazione Nazionale Bersaglieri.




Pomezia, Consiglio comunale convocato in videoconferenza nel rispetto norme anti-Covid

Riceviamo e pubblichiamo Comunicato Stampa da Ufficio Stampa Comune di Pomezia

 

Pomezia, Consiglio comunale convocato in videoconferenza nel rispetto norme anti-Covid. Il Presidente del Consiglio Padula: “La salute e il rispetto delle regole sono per noi la priorità. Attivate postazioni in Comune per i Consiglieri che vogliono partecipare in presenza”

Convocato per giovedì 30 luglio il Consiglio comunale di Pomezia in videoconferenza. La riunione, trasmessa in streaming per consentire alla cittadinanza di assistere ai lavori, si svolgerà su piattaforma digitale in ottemperanza alle misure nazionali anti-Covid che prevedono il distanziamento sociale, il divieto di assembramento e invitano a prediligere, laddove possibile, la modalità telematica per lo svolgimento di riunioni e incontri di lavoro.

“Alcuni Consiglieri di minoranza hanno protocollato una nota in cui dichiarano di non avere a disposizione dispositivi multimediali per collegarsi – dichiara il Presidente del Consiglio comunale Stefania Padula – mi sono subito attivata per permettere, ai Consiglieri dai quali ho ricevuto comunicazione, di partecipare al Consiglio comunale tramite postazioni installate, in piena sicurezza, all’interno dell’edificio comunale, pertanto sarà loro assicurata la possibilità di partecipare ai lavori di Consiglio che si svolgerà ancora una volta su piattaforma digitale. Questo perché il mio ruolo mi impone il rispetto delle norme in vigore per il distanziamento sociale anche all’interno dei locali pubblici, che non possono essere garantite in aula consiliare e nemmeno nei locali alternativi proposti per le motivazioni che ho più volte esplicitato anche in altre occasioni: non si tratta soltanto di mantenere la distanza interpersonale, ma anche di tempi di permanenza nello stesso locale, modalità di svolgimento delle riunioni, utilizzo dei microfoni.

La modalità multimediale – aggiunge ancora – garantisce il normale svolgimento dei lavori di Consiglio che viene trasmesso in streaming per permettere ai cittadini di poter seguire la discussione come quando viene effettuato in presenza. Sono quindi inalterati e rispettati i principi di democrazia e trasparenza.

È evidente che è in atto una strumentalizzazione nei miei confronti ma ho il dovere di rispettare e far rispettare le norme in vigore per la tutela della salute al di là delle richieste protocollate o delle dichiarazioni che ho potuto leggere in questi giorni”.




Comunicato Stampa: Test sierologici al Comune di Pomezia, i chiarimenti dell’Amministrazione

Riceviamo dall’ufficio stampa Comune di Pomezia e pubblichiamo.

 

Test sierologici al Comune di Pomezia, i chiarimenti dell’Amministrazione

In merito all’articolo di stampa pubblicato su Il Corriere della Città – luglio 2020, p. 22, che titola “Covid, boom di positivi ai test sierologici. Risultati sorprendenti al Comune di Pomezia, 70 dipendenti su 150 positivi al test sierologico”, l’Amministrazione comunale chiarisce:

Il Comune di Pomezia ha adottato tutte le misure di prevenzione indicate dai protocolli di sicurezza per i dipendenti della Pubblica Amministrazione e dalle linee guida per l’accesso agli Uffici Pubblici. In relazione ai dipendenti, a partire dal 10 marzo scorso, la maggior parte dei dipendenti comunali sono stati abilitati allo smart working, tuttora in vigore, in maniera alternata alla presenza in sede per i servizi indifferibili. Tutte le sedi comunali sono state sanificate, sono state messe a disposizione postazioni per l’igienizzazione delle mani e consegnate mascherine a tutti i dipendenti in sede. Inoltre, è stata data la possibilità ai dipendenti comunali, su base volontaria, di sottoporsi a test sierologico per valutare la presenza nel sangue di anticorpi IgG (infezione passata) e IgM (infezione presente). I test sono tuttora in corso. La procedura prevede, nel pieno rispetto della privacy, che esclusivamente il dipendente interessato riceva, direttamente dal laboratorio di analisi convenzionato, il risultato del test e che, in caso di positività a uno dei valori, lo trasmetta al proprio medico curante che valuta la necessità di sottoporlo al tampone. In caso di tampone positivo, così come previsto dal protocollo sanitario, la Asl attiva tutte le misure necessarie per l’isolamento domiciliare e l’indagine sui contatti avuti.

“Non possiamo sapere, proprio perché esiste la legge sulla privacy, se e quanti dipendenti comunali abbiano ricevuto un risultato positivo ai test sierologoci – dichiara il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà – Non posso quindi in alcun modo confermare il dato riportato nell’articolo di stampa. Quello che posso dire con certezza è che ad oggi non risultano dipendenti attualmente positivi al Covid-19. Nel caso in cui la Asl dovesse comunicarci un caso, attiveremo tutte le procedure previste, inclusa l’ulteriore sanificazione degli uffici. Voglio quindi rassicurare la cittadinanza: il Comune di Pomezia sta adottando tutte le misure di prevenzione e contenimento del contagio previste, come fatto in questi mesi”.




La resilienza ai tempi della pandemia

Se ne è parlato tanto negli ultimi tempi, ma ancor di più in questo periodo di emergenza sanitaria da Covid-19. Siamo stati chiusi in casa per oltre due mesi, con la paura di ammalarci, di avere familiari colpiti dal virus e di perdere il lavoro (purtroppo in tanti lo hanno perso). Nelle giornate difficili che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, ci ha salvato e ci salva facendoci volgere lo sguardo al futuro, ad una possibile ricostruzione della nostra vita. Si tratta della resilienza, dal latino ‘resilire’ che significa rimbalzare, risalire, vale a dire quella capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici e reagire alle sfide della vita. Chi è resiliente non si fa piegare dagli ostacoli della vita, fronteggia le avversità, va avanti nel proprio obiettivo, guardando al futuro senza lasciarsi sopraffare. Non è una semplice resistenza, ma un processo dinamico che porta a una trasformazione personale. Si reagisce a traumi,  delusioni e frustrazioni. Ci si piega al dolore, ma non ci si spezza. Nel linguaggio marinaro ‘resalgo’ indica il risalire nella barca dopo un urto o una forte onda che ci ha fatto finire in acqua.

Inizialmente il termine è stato utilizzato dalla fisica dei materiali per indicare la capacità di un corpo a riprendere la propria forma iniziale dopo una deformazione causata da un impatto. Poi è stato usato in altri ambiti come ingegneria, informatica, biologia e psicologia, dove indica la capacità di tirarsi fuori dalle esperienze difficili, che non avremmo mai voluto vivere, ma che ci sono capitate come una malattia, la perdita di un lavoro o la conclusione di un rapporto sentimentale. Per R.L. Collins (2009) la resilienza è la “capacità di adattarsi o riprendersi dopo delle avversità e sfide e connota la forza interiore, la competenza, l’ottimismo e la flessibilità”. Elementi genetici e innati predispongono la persona alla resilienza. E’ una qualità che tutti noi abbiamo ereditato dalla nostra evoluzione di primati. Se però non la coltiviamo e non la valorizziamo, rimane solo ‘in nuce’ dentro di noi, non si sviluppa; coltivandola, saremo sempre in grado, in caso di difficoltà, di superare al meglio la situazione e rafforzarci per vivere anziché sopravvivere. La resilienza può essere riparazione ma anche cambiamento, opportunità come la tecnica del “Kintsugi”, l’arte del restauro praticata in Giappone per riparare un vaso rotto. Non vengono nascosti i danni, ma si rimettono i cocci con una resina speciale mista a oro che rende visibili le crepe che vengono valorizzate nell’idea di rendere il vaso più bello di come era origine. Alcune piccole abitudini si possono sviluppare per potenziare la resilienza personale e ripartire come farsi guidare dallo stupore; meravigliarsi delle cose; sviluppare la creatività per esprimere se stessi; curare i rapporti interpersonali; magari solo con una chiacchierata telefonica; imparare cose nuove; praticare la flessibilità; prendersi la responsabilità di azioni ed emozioni; allenare il senso dell’umorismo, ottimo per alimentare l’ottimismo.

Senza dubbio la resilienza è un’ottima strategia per superare paura, ansia e tristezza di questi ultimi mesi e ritornare in forma a livello fisico e psicologico.

 




Fare impresa al tempo del Covid-19

Intervista a Daniele Santini di Velletri e la sua idea della Domus Pinsa Frost.

In un periodo così difficile come il lock down per il Covid-19 diventa difficile pensare che ci sia anche chi riesca a ingranare e, addirittura, dar vita ad una nuova realtà imprenditoriale. Nel momento in cui tutto il comparto della ristorazione si trova costretto a chiudere i propri locali, a mettere in cassa integrazione i dipendenti e a fermarsi sul divano in attesa degli eventi ecco che emergono figure come quella di un imprenditore di Velletri: Daniele Santini.

Imprenditore da generazioni, Daniele Santini ha di sicuro la ristorazione nel DNA. Titolare e founder del marchio registrato Domus Pinsa, con tre locali dislocati tra Roma e Velletri, ha avuto la tempra non solo di non abbattersi ma di modificare le sorti della propria azienda.

Come ha avuto l’idea di iniziare una nuova avventura proprio quando tutto era fermo?

Credo che tutti gli imprenditori abbiano più di una idea nel cassetto che, per svariati motivi, non sono sono stati in grado di attivare. La stessa cosa è capitata a me. Circa due anni fa avevo pensato di ampliare la distribuzione della Domus Pinsa attraverso il canale del gelo ma ciò significava nuovi investimenti, ampliamento della produzione e l’incognita del risultato. Tutte variabili che mi avevano, al momento, fatto desistere.

Si potrebbe affermare che per lei il Covid-19 è stato l’impulso per una nuova realtà imprenditoriale?

Certamente sì. Restando sul divano ho iniziato a rimuginare su cosa avrei potuto fare per rispondere alle esigenze del mercato in piena Corona Virus, soddisfare il desiderio dei miei clienti di continuare a mangiare la Domus Pinsa e inventarmi qualcosa per ridurre l’enorme perdita subita per il Covid-19.

Cosa potevo inventarmi? Così, pensa e ripensa, ho ritirato fuori un’idea di qualche anno fa e mi sono messo a sperimentare. Sentivo che per Domus Pinsa Frost poteva essere il momento giusto.

Ci presenta la Domus Pinsa Frost?

La Domus Pinsa Frost è una pinsa precotta, abbattuta a -40 gradi, sigillata e etichetta che ha bisogno solo di circa 10 minuti di cottura nel forno di casa per sprigionare tutto il sapore e il profumo della pinsa gustata nei nostri locali.

In pratica segue le stesse fasi di produzione della classica Domus Pinsa: preparazione dell’impasto con un mix di farine selezionate rigorosamente no OGM, una laboriosa e lunga lavorazione fino a 72 ore, lavorazione manuale del panetto per essere steso e farcito. Il segreto è stato studiare e valutare il tempo perfetto nei nostri forni affinché, sommato al tempo di cottura nei forni di casa, il risultato non togliesse nulla alle pinse servite da noi.

Ottimo. E quali canali ha utilizzato per promuovere la Domus Pinsa Frost?

Nella fase iniziale ho consegnato personalmente il prodotto a parenti, amici e clienti affezionati: avevo assolutamente bisogno di un riscontro sincero della qualità della pinsa nella versione Frost

Ho raccolto le loro critiche come una ricchezza, e solo quando mi sono sentito soddisfatto del risultato ho proseguito con promuoverla sui canali social. Per fortuna da anni ho sempre investito nel digital marketing e questo mi ha permesso di avere una community attenta e attiva, soprattutto su Facebook.

E il successo non si è fatto attendere.

Diciamo che sono soddisfatto della risposta dei clienti che hanno compreso da subito i vantaggi della Domus Pinsa Frost.

Quali sono i punti di forza della Domus Pinsa Frost?

Averla nel congelatore significa risolvere la cena quando si è stanchi e non si ha idea di cosa mangiare oppure, meglio ancora, soddisfare il desiderio di una pinsa ogni volta che si vuole e non sottostare sempre agli orari e ai giorni di apertura dei nostri locali. Una Domus Pinsa Frost ti permette di pinsare quando vuoi!

Quale consiglio si sente di dare ai suoi colleghi ristoratori?

Ciascuno di noi è diverso e bisognerebbe contestualizzare la realtà di ciascuno ma sono convinto che il vero imprenditore ha un istinto naturale di riuscire a guardare al domani anche sotto angolazione che gli altri, in quel momento, non vedono.
Il consiglio che mi permetto di dare è quello di studiare ciò che succede attorno, comprendere le esigenze e le difficoltà del mercato e pensare ciò di cui il mercato stesso ha bisogno.


In poche parole non stancarsi mai di osservare e di mettersi in gioco.




Riaprono i mercati settimanali di Campo Ascolano e Torvaianica.

Comunicato Stampa del Comune di Pomezia

Da domenica 17 maggio riapre il mercato settimanale di Campo Ascolano e da martedì 19 quello di Torvaianica. Il Sindaco Adriano Zuccalà ha appena firmato un’ordinanza che ne disciplina la riapertura come previsto dalla normativa.

Disposte altresì una serie di misure di sicurezza: divieto di assembramenti e di consumo di alimenti davanti ai banchi; obbligo di distanziamento sociale di almeno un metro tra le persone e due metri tra i banchi; guanti e mascherine per gli operatori.

“Grazie agli accordi intrapresi con gli operatori del settore – spiega il Primo Cittadino – siamo in grado di riaprire in assoluta sicurezza il mercato della domenica e dalla prossima settimana anche quello del martedì. Come già disciplinato in precedenza con il mercato del giovedì di Campagna Amica, gli accessi ai banchi saranno controllati e contingentati, al fine di mantenere le distanze di sicurezza ed evitare assembramenti. Quanto al mercato del sabato, abbiamo proposto più volte agli operatori di spostarsi a via Fratelli Bandiera e poter svolgere la loro attività in piena sicurezza, ma al momento hanno preferito mantenere la chiusura”.




Made in Pomezia – Amministrazione Comunale vicina ai produttori locali

In piena Fase2 della pandemia Covid-19 l’Amministrazione Comunale lancia “Made in Pomezia” una piattaforma di beni e servizi locali per la tutela delle produzioni del territorio pometino attraverso l’utilizzo di un marchio dedicato.

L’idea è importante perché mai come in questo momento di rinascita si rivela vincente puntare sul territorio e sulla capacità di fare sistema tra gli imprenditori. Per rialzarsi non c’è soluzione migliore se non quella di attingere a ciò che già esiste sul territorio per sostenerlo, rafforzarlo e incrementarlo.

Dal profilo istituzionale Facebook del Comune di Pomezia le parole del vice Sindaco Simona Morcellini affermano come «Durante gli incontri che stiamo facendo con le realtà del territorio è emersa l’esigenza di creare una vera e propria piattaforma dove poter far dialogare tutti i produttori di beni e servizi locali. È nostra intenzione tutelare il tessuto produttivo del territorio e supportarlo al meglio durante questo delicato momento di riavvio economico. Da qui l’idea di creare un marchio dedicato, “Made in Pomezia”, al fine di dare valore a quanto creato nella nostra città.» Dichiarazione che evidenzia il lavoro di ascolto e attenzione che l’amministrazione comunale sta attivando verso il tessuto imprenditoriale della città.

Ascoltare e fare sistema sono due elementi essenziali affinché questa Fase2 possa riattivare la capacità produttiva dell’intero territorio.

Di sicuro tutti stiamo aspettando la firma del tanto discusso Decreto Rilancio senza il quale, purtroppo, sia gli imprenditori che i commercianti e anche le Pubbliche Amministrazioni, restano fermi in stand-by.  Nel frattempo, però, noi cittadini abbiamo la possibilità di attivare piccole mosse quotidiane che, aggiunte le une alle altre, possono fare la differenza oggi e nel prossimo futuro.

Da giovedì 7 maggio, per esempio, è stato riaperto il mercato di Coldiretti in piazza San Benedetto da Norcia, autorizzata esclusivamente per la vendita di generi alimentari, e predisposta con le dovute misure di sicurezza di distanziamento che ci permette di acquistare i prodotti locali direttamente dal produttore. Un appuntamento settimanale del giovedì da non perdere.

Inoltre, tutti i giorni, sono aperti piccoli negozi di carne, pesce, alimentari, frutta e verdura e di pasta fresca che non solo ci permettono di mangiare prodotti di qualità ma che hanno bisogno del nostro sostegno per combattere la diffusione della grande distribuzione.

Non dimentichiamoci che entrare in una bottega e sentirsi chiamare per nome ha un valore tale da rendere la città una comunità e un luogo vivibile per noi e i nostri figli. Senza la ripresa delle piccole attività commerciali non avremo neanche più le città.

E per finire una nota: negli ultimi post Facebook del Comune di Pomezia, sono apparsi dei nuovi hashtag: #Pomeziariparte #Torvaianicariparte

Emblematici e di buon auspicio. Usiamoli perché si riparte sempre tutti insieme per vincere.

 

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Per essere inserito nel portale Made in Italy vai sul sito http://www.comune.pomezia.rm.it/madeinpomezia e segui le istruzioni riportate, basta una mail.

L’elenco sarà pubblicato sul nostro sito istituzionale e sarà costantemente aggiornato in base alle richieste pervenute.




Fase 2: responsabilità civile

Per quanto la fase 1 ci abbia trovati impreparati visto che a memoria d’uomo nessuno di noi aveva mai vissuto un periodo di isolamento sociale così duro e duraturo, noi italiani abbiamo trovato la forza di rispondere compatti restando buoni buoni ciascuno nella propria casa pur di combattere uniti la pandemia del Covid-19.

 

Siamo stati bravi, è vero. Da tutto il mondo ci hanno guardato con ammirazione ma, in fondo, non è stato così difficile: dovevamo solo restare chiusi in casa. Ci siamo incoraggiati ricordando l’ultima guerra mondiale e consolandoci nel capire che, invece di mandarci in prima linea, a noi veniva solo chiesto di combattere seduti sui nostri divani, leggendo un libro o guardandoci l’ennesima serie televisiva, imparando a preparare il pane o mettendo ordine nei cassetti di casa.

E noi italiani lo abbiamo fatto. Abbiamo obbedito ad un ordine e per farci forza siamo anche usciti fuori dalle nostre finestre e dai nostri balconi per cantare l’inno nazionale contaminandoci l’un l’altro gridando che tutto sarebbe andato bene. Abbiamo applaudito a chi tornava vincitore dalla terapia intensiva e abbiamo inneggiato agli eroi di medici e infermieri. Abbiamo pianto ogni sera l’elenco dei caduti come fossero parte di noi. Siamo stati bravi: abbiamo coraggiosamente vissuto ogni singolo giorno della Fase 1 della pandemia restando, semplicemente, a casa.

 

Ma ora tutto cambia. Stiamo entrando nella Fase 2 e non abbiamo più l’obbligo di restare chiusi in casa. Il nuovo decreto ministeriale porterà milioni di lavoratori di nuovo al lavoro, vedremo attività commerciali in dilazionata apertura, potremo tornare a fare una passeggiata e a incontrare i nostri congiunti. E questa è la fase più difficile da attuare perché è il momento di dimostrare davvero la forza del popolo italiano.

Ora sta a noi tutti, singolarmente e come nazione, prendere atto di quanto abbiamo imparato in oltre 60 giorni di isolamento sociale e nutrirci di una grande responsabilità civile

 

Perché deve essere la responsabilità civile e un profondo senso di civiltà, a farci mantenere le distanze minime prescritte, a uscire sempre con guanti e mascherina, a non organizzare grandi riunioni di famiglia, a fare una passeggiata senza creare assembramenti, a prendere i mezzi pubblici se non strettamente necessario, a concederci piccoli e brevi boccate d’aria nel rispetto di chi è a più rischio di noi, a non alzare la voce perché questo silenzio, questa bellezza che abbiamo vissuto ci ha reso davvero migliori e non dobbiamo rovinare tutto esultando alla vittoria prima del tempo.

Ora è il momento di dimostrare quanto siamo stati bravi a vincere la pandemia del secolo.

Immagine in evidenza opera di Georges Seurat, Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte (1883-85)




Indicazioni su Covid-19 per i pazienti oncologici

I suggerimenti degli esperti per affrontare l’emergenza Coronavirus sono rivolti a tutta la popolazione, ma in maniera particolare alle persone più a rischio come immunodepressi, anziani e chi ha malattie importanti, tra cui i pazienti oncologici che in Italia sono circa 3 milioni e mezzo (dati 2019 Associazione italiana di oncologia medica). Le regole igienico-comportamentali suggerite dalle autorità istituzionali per contenere il rischio di contagio, lavarsi spesso le mani con sapone senza toccarsi occhi, naso e bocca, disinfettare le superfici, attenersi ai protocolli indicati dal Ministero della salute per segnalare eventuali problematiche, sono fondamentali per tutti, ma soprattutto per chi è più vulnerabile.

La Fondazione per la ricerca sul cancro (Airc) ha interpellato tre esperti per raccogliere raccomandazioni per chi ha un cancro. Gli specialisti sono Giovanni Maga, direttore del laboratorio di virologia molecolare dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, Francesco Perrone che dirige l’Unità sperimentazioni cliniche dell’Istituto nazionale tumori di Napoli e Michele Milella, direttore del Dipartimento di oncologia dell’Università di Verona. Tutti e tre hanno condiviso l’invito alla cautela, in quanto le conoscenze del Covid-19 cambiano velocemente.

I malati oncologici sono sempre più esposti a infezioni ed eventuali complicanze, non solo quindi per il Covid-19, che però è nuovo: ogni paziente va valutato caso per caso, in base alla patologia, alla storia e condizione generale della persona e al tipo di terapia seguita. “Le terapie immunosoppressive, che riducono l’efficienza del sistema immunitario, espongono a un maggiore rischio di contrarre qualunque infezione. Non vi sono indicazioni che un paziente oncologico sia più a rischio di infettarsi specificamente con Covid-19” afferma Giovanni Maga. “Inoltre, verosimilmente, maggiore è la gravità del tumore sottostante e maggiore sarà il rischio di andare incontro a un decorso dell’infezione da Covid-19 più grave rispetto a una persona sana”. Per Perrone non esistono dati certi sui rischi di contrarre il Coronavirus durante la chemio. “Tuttavia è ragionevole pensare, per analogia con quanto accade nel caso dell’influenza stagionale, che in presenza di immunosoppressione da chemioterapia ci possano essere più complicanze e che il loro andamento clinico possa essere peggiore”. Per quanto riguarda il legame tra radioterapia o terapia ormonale. “La terapia ormonale non agisce direttamente sul sistema immunitario, mentre la radioterapia lo influenza meno della chemioterapia, quindi presumiamo che si possa stare più tranquilli”.

In caso di infezione da Covid-19 di un malato oncologico, non ci sono ragioni che giustifichino l’interruzione della terapia oncologica. “Ci si comporta come in caso di polmonite di origine batterica, il trattamento diventa cioè prioritario rispetto a quello del cancro, come d’altronde avviene per tutte le malattie acute” spiega Michele Milella. “L’unica ragione che potrebbe portare a una decisione di questo tipo potrebbe essere il rischio sanitario connesso al luogo dove vengono effettuate le cure. In questo caso vorrebbe dire che il reparto della struttura di riferimento è stato esposto all’infezione da Coronavirus”.

Indicazioni sono rivolte anche a chi assiste i malati, che possono essere un facile mezzo di infezione. “Chi si prende cura di un malato di tumore, specialmente se è in chemioterapia, deve porre massima attenzione a non entrare in contatto con soggetti che presentino sintomi quali febbre e tosse”, aggiunge Perrone. In caso di infezione respiratoria “si raccomanda di mantenere le distanze dal malato e osservare tutte le raccomandazioni contenute nel decalogo diffuso dal Ministero della salute”, conclude Milella.