La Santa Sofia di Costantinopoli

La Santa Sofia di Costantinopoli (oggi conosciuta come Hagia Sophia di Istanbul) è un complesso monumentale di infinita bellezza. Si trova al centro di Istanbul e rappresenta il simbolo e l’emblema della religione musulmana.

Ma quanti di voi sanno che in realtà la Santa Sofia nasce come basilica cristiana?
Fu, infatti, fondata dall’imperatore Costantino nel 330 e consacrata da suo figlio Costanzo II nel 360. Questa viene chiamata “Santa Sofia numero 1” … ora vedremo perché.

Tuttavia, era completamente diversa da come appare adesso: anzi, era una normalissima basilica a cinque navate con un grande atrio, se non fosse per le sue dimensioni a dir poco inarrivabili.
Purtroppo della costruzione costantiniana non ci è rimasto nulla, poiché nel 404 un’incendio la distrusse completamente.

Pochi anni dopo, nel 415, viene consacrata da Teodosio II la Santa Sofia numero 2.
Anche questa chiesa aveva la classica forma di una basilica, come la precedente: cinque navate e un atrio, di cui furono ritrovati i resti nel 1935 dall’archeologo tedesco Schneider.

Ma anche questa chiesa bruciò in un incendio: nel 532, durante la rivolta di Nika, il popolo infuriato diede fuoco a tutto il centro di Costantinopoli, che bruciò per giorni.

L’imperatore al potere al momento, Giustiniano, non si diede però per vinto e decise di far costruire la più grande e originale opera architettonica esistente.

Chiamò due grandi scienziati orientali, Antemio da Tralle e Isidoro da Mileto, i quali costruirono la magnifica chiesa ancora oggi esistente, nonostante le innumerevoli modifiche subite nei corsi dei secoli.

I due architetti progettarono una struttura mai vista: un’enorme cupola poggiante su quattro pilastri raccordati da quattro pennacchi (un elemento completamente nuovo!) circondata da gallerie e nicchie ed immersa nella luce.

Molto più tardi, nel 1849, i due fratelli Fossati furono incaricati dal sultano Abdulmecid I (infatti nel 1453 Costantinopoli fu invasa dall’impero ottomano e divenne una delle città più importanti della Turchia, Istanbul) di restaurare quella che era ormai diventata da tempo la moschea più famosa dell’impero.

I Fossati riportarono alla luce i mosaici bizantini e li documentarono attraverso preziosissimi acquerelli, per poi ricoprirli di intonaco. Infatti, per evitare la distruzione di questi importantissimi mosaici (la fede musulmana è aniconica, non permette dunque rappresentazioni grafiche di Dio) decisero di “mapparli” e poi nasconderli.

 

Tra i vari mosaici, spiccano per bellezza e tecnica quelli della calotta absidale: la Vergine in trono con il bambino e l’arcangelo Gabriele.

È possibile datare questi mosaici al IX secolo, quando, dopo un breve periodo di interruzione, chiamato “periodo iconoclasta” nel quale salirono al potere imperatori che condannavano le immagini di Dio e di Cristo, fu reintrodotto il culto ortodosso. Sbocciarono in numerose pareti della chiesa scintillanti mosaici raffiguranti la Vergine, Cristo, Giovanni Battista e anche imperatori!


Spesso, per offrire un omaggio al Cristo, si facevano rappresentare mentre offrivano doni al Salvatore, come nel caso del travagliato mosaico di Costantino IX Monomaco e la moglie Zoe, sul quale gli studiosi stanno ancora varando ipotesi: perché i loro volti sono stati danneggiati?

Furono asportati per essere venduti e poi reinstallati? Vi erano altri imperatori rappresentati prima di loro?

Santa Sofia nasconde tanti misteri e solamente le sue mura, in piedi da secoli, sarebbero in grado di dirceli tutti.

 




La Prima San Pietro

La Basilica di San Pietro, la più grande e imponente di Roma, è simbolo della città grazie alla sua enorme e famosissima cupola.
Tutti conoscono le Stanze Vaticane di Raffaello o la Cappella Sistina di Michelangelo.

Ma quanti sanno come nacque la prima basilica paleocristiana?

O meglio, cosa vi era ancora prima della costruzione della prima chiesa?

 

San Pietro, il Principe degli Apostoli, è noto per esser stato il primo Papa ed essere morto a Roma, in un periodo in cui la Roma Imperiale era ancora pagana.

 

Il primo nucleo dove furono custoditi i resti di Pietro fu presso l’”Ager Vaticanus”, ovvero il territorio che si estendevano alla destra del Tevere.

In quelle zone si estendeva un circo, andato in disuso, sormontato con il tempo da una vasta necropoli.

E proprio all’interno di quella necropoli, vi erano i resti del santo.

Piano piano, la fama delle reliquie del santo andò a diffondersi e  furono effettuati  vari interventi sulle mura della necropoli per isolare la tomba di Pietro.
Il resto archeologico più importante è il cosiddetto “Trofeo di Gaio”, un’edicola che serviva a proteggere una parte del muro rosso dove si credeva fossero conservati i resti dell’apostolo.

 

Ma la svolta avvenne con l’imperatore Costantino, il quale decise di far ergere, dopo la sua vittoria su Massenzio, la prima basilica cristiana di Roma.

E quale luogo scelse?
Proprio la necropoli nella quale vi erano i resti di San Pietro.

 

 

La necropoli fu rasa al suolo e fu livellata in modo che l’abside della chiesa coincidesse perfettamente con la tomba del santo, che stava proprio là sotto.

Ovviamente non dobbiamo immaginare la basilica così com’è adesso.
Ne sappiamo veramente poco. Era sicuramente imponente, dalle vaste misure, eppure aveva probabilmente il tetto il legno e cinque navate divise da colonne di reimpiego.

 

 

Più esattamente, quasi tutti gli elementi utilizzati per costruire la basilica erano pezzi di spoglio.
Ma la fama di questa chiesa crebbe giorno dopo giorno, grazie alla preziosa tomba di San Pietro, simbolo della potenza papale, che giaceva lì sotto. Ogni Papa, nel corso del secolo, donò il suo contributo: chi restaurò il tetto, chi il pavimento, chi la facciata.

Tuttavia, la storia di Roma non fu facile.

Il periodo di occupazione longobarda cedette il posto al Sacro Romano impero, seguirono poi periodi costellati di sacchi e barbarie.

Alla fine del XVII secolo era necessario, dunque, un restauro totale.

E così, con i restauri effettuati da Carlo Maderno, da Michelangelo e successivamente da Bernini, nacque la basilica di San Pietro così come noi la conosciamo oggi.