ANDREA DEL MONTE VINCE IL PREMIO “AUTORE DELL’ANNO” 

 

Andrea Del Monte è “Autore dell’anno”. Con il libro “Puzzle Pasolini” il giovane cantautore pontino vince questo riconoscimento speciale che ogni due anni l’Associazione “Artisti Lepini” assegna nell’ambito del Premio biennale letterario internazionale dei Monti Lepini. Riconoscimento, da precisare,  intitolato a Franco Caporossi, uno dei fondatori della stessa Associazione scomparso alcuni anni fa. All’inizio, tale Premio biennale era itinerante, ma da alcuni anni si svolge a Segni. Giunto alla diciannovesima edizione, ha dunque quarant’anni. È nato con lo scopo di incrementare e promuovere la letteratura italiana e dialettale, gli studi storici e la  saggistica. È aperto anche agli italiani residenti all’estero. Queste le sue sezioni:poesia  inedita, poesia in lingua edita, poesia dialettale edita e/o inedita, narrativa edita, narrativa inedita, saggistica storia e tesi di laurea triennale o magistrale. La premiazione dei vincitori si è svolta domenica scorsa. Patrocinato  dal Comune di Segni, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale e Compagnia dei Lepini. Il Premio è stato realizzato con la collaborazione della Banca di Credito Cooperativo di Roma e il periodico “Cronache Cittadine” di Colleferro.

Circa il libro “Puzzle Pasolini”, è composto da ventuno interviste, undici canzoni e tre racconti.  Pubblicato dalla Edizioni Ensemble, in occasione del centenario della nascita del poeta, quelli di Del Monte  sono contributi,  inediti e interessanti, di personaggi straordinari della cultura contemporanea che, come tessere di un puzzle per l’appunto, provano a ricostruire insieme l’immagine di uno degli intellettuali più controversi del Novecento.

È un libro “musicale” poiché le undici canzoni si possono ascoltare dal Qr code di Spotify posto nella bandella della quarta di copertina dello stesso libro o dai Qr code messi sotto i testi delle stesse canzoni. Canzoni che non sono altro che le poesie scritte da altrettanti poeti che Del Monte ha poi musicato e cantato. Alla realizzazione  delle musiche hanno collaborato John Jackson, che nei suoi trascorsi vanta una lunga collaborazione con Bob Dylan, e Roberto Cardinali, chitarrista nel film ‘Loro’ di Paolo Sorrentino.

Circa le interviste, sono state rilasciate da una quarantina fra scrittori, attori, registi e ricercatori, alcuni dei quali hanno conosciuto Pasolini personalmente o hanno lavorato con lui, altri invece lo hanno solo studiato per i suoi romanzi, per i suoi film o per i suoi ‘scritti corsari’. Le loro parole  lasciano sulle pagine del libro  tracce per approfondire e fare luce su questa icona della letteratura italiana.

Da precisare che il libro era uscito nel 2015, in occasione del quarantennale della morte di Pasolini, con un altro titolo.  Ora, oltre a essere stato rivisto, è stato arricchito con tre racconti: “Un uomo generoso” di Franco Tovo, “La sua passione per il calcio”  di Silvio Parrello e “La sua solitudine” di  Renzo Paris. Franco Tovo è stato  uno degli attori del film “Mamma Roma”, mentre Silvio Parrello  è “Er pecetto” del romanzo “Ragazzi di vita”. I tre ricordano in particolare i loro incontri con il poeta.

Si tratta, in definitiva, di un libro e di un album per capire meglio Pasolini perché a cento anni dalla sua nascita,  continua a rappresentare un enigma da risolvere, un rompicapo nella storia della cultura italiana, un “puzzle” i cui incastri sono resi difficoltosi dalla sua immagine sfaccettata e dai misteri che ha lasciato irrisolti.

Da questo libro lo stesso Del Monte ha poi ricavato l’omonimo spettacolo di letteratura, musica e teatro che, con il contributo della Compagnia dei Lepini, ha portato in tour sui Monti lepini. Andrea Del Monte è chitarrista, cantautore e compositore di Latina. Nel 2007, con il singolo “Il giro del mondo” (brano ispirato dal film “Il Grande Dittatore” di Charlie Chaplin) vince il Premio della critica al Festival “Il Cantagiro”. A luglio di quest’anno invece, presso il Campidoglio, gli è stato conferito il “Microfono d’Oro”, considerato l’oscar delle radio italiane. Al suo primo omonimo EP collabora John Jackson, storico chitarrista di Bob Dylan e l’etnomusicologo Ambrogio Sparagna. Con questo disco, raggiunge la Top 20 di iTunes.   Nel 2016, musica e canta la  poesia “Supplica a mia madre” di Pier Paolo Pasolini. Infine nel 2919, pubblica il disco-libro “Brigantesse – Storie d’amore e di fucile”, in cui l’album si apre con la lettura di una brano da parte di Sabrina Ferilli.




“Klimt. La Secessione e l’Italia”, in corso a Roma fino a fine marzo 2022

Alla scoperta del grande artista austriaco uno dei più significativi artisti della secessione viennese.

 

Gustav Klimt abita il nostro immaginario. Anche chi non è particolarmente esperto d’arte, al solo nome dell’artista sa evocare in sé immediatamente l’oro, la bidimensionalità, la passione, il talento, tutti elementi che lo contraddistinguono fortemente.

 

Gustav Klimt, Giuditta I
Foto da notiziarte.com

 

Precisiamo subito che la grandezza di Klimt trascende le immagini dorate che ne hanno decretato l’immensa fama e risiede soprattutto nel suo eclettico talento e nella sua instancabile ricerca del nuovo, che si esprimono in tutta la sua produzione, dai ritratti, alle allegorie, ai paesaggi, ai manifesti.

Certo, essere annoverati tra gli artisti più noti e “familiari” al grande pubblico non è poco, in quest’epoca di ricordi sommari e di memorie facilmente dilavabili in una sovrapposizione di immagini davvero velocissima.

Giova quindi fare quattro passi nel mondo di Klimt, la cui vicenda è incorniciata da Vienna, a cavallo tra fine ‘800 e inizi ‘900.

La città cambia volto proprio in quegli anni a opera dell’imperatore Francesco Giuseppe: fin dal 1857 egli avvia il progetto dell’abbattimento delle antiche mura – possente difesa contro i Turchi nel 1529 e nel 1683 – per costruire la grande strada alberata chiamata Ringstrasse, coronata dai più importanti edifici pubblici dell’intera Austria.
Il fermento è enorme e il centro storico è assai invitante per artisti attratti dai mille concorsi banditi per decorare le nuove architetture, con l’esplicito appoggio delle autorità. Vienna raggiunge in questi anni i due milioni di abitanti, è vivace e mondana, vive soprattutto una straordinaria fioritura culturale.

Tra caffè, circoli, sale da concerto, teatri, scuole e associazioni d’arte, circolano le idee più innovative e si celebra, non senza traumi, il tramonto di un’epoca e la nascita di un mondo nuovo.

Convivono e proliferano, in questo clima, personaggi come Freud, Wittgenstain, Mahler, Musil e moltissimi altri, che con le loro idee nutrono e stimolano la creatività degli artisti, e contribuiscono al montare della mareggiata che si abbatterà sulla sonnacchiosa “Austria felix” per dare voce a nuove, profonde, inconfessabili pulsioni.

L’Austria è in effetti come un giardino sopra un vulcano, metafora di grande successo per descrivere la situazione: covano fermenti sociali fatti di insoddisfazione, desiderio di rivalsa del mondo proletario, istanze politiche antiimperiali.

Tutto sta per sfaldarsi, ma si mantiene un clima sonnolento, ignaro di tutto quanto sta per accadere in un prossimo futuro che si rivelerà drammaticamente bellico e rivoluzionario.

Questo è l’ambiente in cui cresce Klimt, dotato di uno spiccato talento naturale, anche grazie al clima familiare determinato da un padre orafo e da due fratelli con i quali Gustav frequenta la Scuola di Arti e Mestieri, entrando in forte sodalizio con tanti artisti.

Sono giovani artisti tutti diversi, ma tutti accomunati da una prepotente voglia di infrangere le barriere del già noto, della tradizione, dell’ufficialità. Un’ufficialità che vuole fare dell’arte una sorta di porto sicuro, confortante, rassicurante.

Klimt intanto eccelle nella ritrattistica, con una cura del dettaglio quasi fotografica e la capacità di rinnovarsi continuamente e diventa ben presto celebre e molto richiesto.

Gustav Klimt, Ritratto di signora
foto da katarte.it

Accoglie completamente l’idea della Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale, concetto wagneriano che vede l’arte esprimersi in ogni forma, senza disdegnare nulla, dalle architetture alle scenografie, dagli oggetti ai mobili, dal vasellame ai gioielli.

L’arte sposa così anche il design, la grafica, la scenografia: non è più privilegio delle classi più elevate, ma si rivolge a ogni livello della società.

In verità, il mondo politico e l’ufficialità contemporanea sembrano riservare attenzione e dar voce alle nuove espressioni artistiche.

Il motto è “a ogni tempo la sua arte” e Klimt e compagni vengono inizialmente molto coinvolti in creazioni artistiche influenzate dai forti venti incrociati dell’Art Nouveau e del Simbolismo, che circolano in Europa.

Si fa spazio l’istanza erotica, diventata, con Freud, chiave di lettura quasi universale per ogni vicenda. È un’istanza che emerge nell’arte come motivo espressivo sempre più esplicito. Certo, le autorità non possono che approvare che trapelino le novità espressive, condite con un che di erotismo. Il problema è che l’arte deve per loro restare pur sempre fondata sulle solide basi tradizionali, in particolare attraverso il rassicurante uso dell’allegoria classica e storica. Dunque, esprimersi, sì… ma mai in modo esplicito!

Ben presto matura una prepotente ribellione a tale atteggiamento ufficiale e nasce giocoforza la Secessione viennese, sorella di altri movimenti europei di ribellione artistica alle forme e agli stili classici, come la Secessione di Monaco e quella di Berlino.

La fondazione della Secessione viennese avviene il 3 aprile del 1897 per opera di un gruppo di artisti che nominano ben presto Klimt come presidente. Il manifesto da lui disegnato resta ancora oggi tra le immagini più eloquenti del movimento: Teseo combatte contro il Minotauro; il nuovo abbatte il vecchio.

Ma su questo manifesto cala una vera e propria censura che costringe Klimt a nascondere la zona genitale di Teseo dietro tronchi e cespugli.

Ecco di seguito i due manifesti, prima e dopo la censura.

 

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Nel frattempo Klimt viaggia, incontra l’Italia, il Lago di Garda, Trieste, Venezia, Firenze, Pisa, Roma, ma soprattutto Ravenna e i suoi mosaici. Ammira la maestosa eternità delle figure a due dimensioni e gli sfondi dorati. Ecco: uscire dalla tridimensionalità è la chiave per ribellarsi all’imperante naturalismo dell’arte tradizionale e per cercare nuove strade espressive che diano vita a immagini iconiche.

Le figure di Klimt “alloggiano” e si affacciano da sfondi preziosi e dorati, rese immortali dalla loro estraneità rispetto al mondo reale, dalla loro iconicità.

 

Gustav Klimt, Il fregio di Beethoven (particolare)
foto da skandorinasdiary.com

 

Grazie alla Mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia”, in corso a Roma fino a fine marzo 2022, possiamo sperimentare di persona la complessità e la ricchezza di questa fase artistica viennese, che ebbe forti influenze anche nel mondo artistico italiano.

 

Possiamo così approfondire la conoscenza di Klimt, uno spirito sempre in ricerca, capace di ribellarsi in ogni circostanza della sua vita d’artista, rischiando in prima persona e contribuendo a operare quel passaggio rivoluzionario che ha traghettato l’Europa fin dentro un secolo tormentato, il Novecento, i cui echi risuonano ancora fortemente, come a voler risvegliare questo nostro assopito presente.

 

di Maria Cristina Zitelli

 




inQuiete Festival di scrittrici a Roma

Dal 29 ottobre al 1° novembre presso il Cinema Avorio e la biblioteca Goffredo Mameli nel quartiere del Pigneto

 

La quinta edizione di inQuiete festival di scrittrici a Roma, dal 29 ottobre al 1° novembre nel quartiere romano del Pigneto, vede anche quest’anno un ricco programma di incontri per descrivere il mondo con le parole delle donne.

Tra gli appuntamenti in programma racconti e letture di Loredana Lipperini, Nadia Fusini, Chiara Valerio, Francesca D’Aloja, Annalena Benini, Claudia Durastanti che rendono omaggio a grandi scrittrici del passato, da Virigina Woolf alla prima donna a vincere il premio Pulitzer nel 1921, Edith Warton, passando per Camille Claudel, Dorothy Parker fino ad arrivare a Fleur Jaeggy.

 

 

Si racconteranno Nadeesha Uyangoda e Marina Lalovic, giornaliste rispettivamente di origine singalese e serba, confrontandosi sul tema delle dinamiche razziste ancora presenti in Italia, mentre intorno alla maternità e al suo rapporto con i desideri, i limiti e le scelte delle donne saranno coinvolte Donatella Di Pietrantonio, Francesca Marciano, Michela Marzano e Maddalena Vianello; rimanendo in tema maternità Gaia Manzini e Carmen Totaro dialogheranno intorno a Raccontare l’indicibile. Tra madri e figlie, quindi di violenza sulle donne parleranno Viola Ardone, Antonella Lattanzi, Valentina Mira e Carlotta Vagnoli.

Dopo cinque edizioni, inQuiete continua a dare voce alle donne nel mondo, tessendo relazioni con autrici internazionali: genere e identità sarà il focus dell’incontro con la giovane scrittrice francese di origine algerina Fatima Daas, mentre di testimonianze e narrazioni africane postcoloniali parleranno le scrittrici Maaza Mengiste, vincitrice del Premio von Rezzori 2021, Mackda Ghebremariam Tesfau, Ayesha Arruna Attah e Igiaba Scego, quest’ultima protagonista anche del dialogo con la giornalista e scrittrice Andrea Abreu, autrice di Pancia d’asino, storia di un’amicizia tutta al femminile.

Ci sarà anche Annalisa Camilli che proporrà il reading Limoni, il racconto di Genova vent’anni dopo. Le poete traducono poete con Silvia Bre, Rosaria Lo Russo e Laura Pugno, e ancora Giulia Caminito, vincitrice del Premio Campiello 2021, dialoga con Chiara Gamberale. Saranno presenti anche Bianca Pitzorno, Lidia Ravera, Simona Vinci, impegnata in un reading in anteprima tratto dal suo nuovo romanzo.

Spazio anche alla premiazione di Lettera Futura, fellowship letteraria nazionale riservata alle scrittrici esordienti e volta a facilitare l’accesso delle donne nel panorama editoriale italiano, ideata dall’associazione Mia, in partenariato con la casa editrice Solferino e realizzato in collaborazione con BPER Banca. 104 le proposte arrivate da donne di tutte le età che vivono sul territorio nazionale e in Europa, 5 le finaliste (Giulia Gadaleta, Valeria La Rocca, Elisabetta Maurutto, Rita Pugliese Rossella Scialla), la vincitrice verrà premiata dalla presidente di giuria Loredana Lipperini e vedrà la propria opera pubblicata dalla casa editrice Solferino entro marzo 2022 a cui seguirà un tour promozionale.

 

Come ogni anno, una parte della programmazione è dedicata a bambine e bambini, con laboratori, presentazioni e letture presso la Biblioteca Goffredo Mameli, tra questi anche un incontro di formazione sul tema delle relazioni e del consenso con Monica Martinelli, Sara Marini e Cristina Obber, un laboratorio di acquerello e autorappresentazione con l’illustratrice MariaChiara Di Giorgio, una presentazione di racconti dedicati all’antichità greca e romana con Anna Chiaiese e Elisabetta Serafini.

 

Ad animare gli spazi del Festival anche le affissioni pubbliche di Inaudite percorso condiviso e collettivo di indagine sul tema dei non detti.

 

Gli incontri saranno accompagnati dalle fotografie di Lara Abreu, Indu Antony, Elle de Bernardini, Claudia Borgia, Flaminia Celata, Juliana Dos Santos, Chiara Ernandes, Flavia Fasano, Tania Franco Klein, Rasha Kahil, Maila Iacovelli, Sara Palmieri, Aminta Pierri, Eleonora Scoti Pecora, Francesca Tilio.

 

Inoltre, Chiara Pasqualini, da sempre fotografa del Festival, realizzerà durante questa edizione di inQuiete un progetto fotografico dal titolo ManuTenere.

 

Gli eventi presso il Cinema Avorio sono prenotabili su Eventbrite e disponibili in streaming sui canali social di inQuiete, tutti gli altri sono a ingresso libero fino a esaurimento posti. Il programma è disponibile sul sito www.inquietefestival.it.

Il progetto, promosso da Roma Culture, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 –2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.




Maker Faire Rome 2021 al Gazometro Ostiense

Passato e Futuro si incontrano in uno spazio espositivo mai aperto al pubblico

 

Si è appena conclusa la IX Edizione del Maker Faire Rome che ha visto la presenza di oltre 21000 visitatori nel rispetto di tutte le normative anti Covid.
Dopo l’edizione del 2020, che si è tenuta esclusivamente sulla piattaforma digitale, quella del 2021 si è sviluppata in una doppia veste, in presenza e da remoto con i tantissimi appuntamenti dal palco del Main Stage che ha permesso a tutti di scoprire e conoscere le tantissime novità nel campo dell’innovazione.

E di novità ce ne sono state tantissime visti i temi rilanciati dalla fiera: agritech, foodtech, digital manufacturing, robotica, intelligenza artificiale, mobilità, economia circolare, salute, IoT, recycling, data scienze e moda, oltre alla rappresentazione di arte, musica, scienza e tecnologia nelle sezioni Maker Art e Maker Music.

La Maker Faire Rome torna ad essere un punto di incontro fondamentale, «un eco sistema virtuoso» come lo ha definito il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti dove sono stati coinvolti maker, scuole, università, centri di ricerca, imprese e appassionati.

 

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Fast Forward. The future in the making. Questa la parola d’ordine scelta che non è stata solo una frase messa lì tanto per, ma ha rappresentato davvero lo stato d’animo palpabile nella passione degli oratori, nell’entusiasmo dei giovani maker presenti, che si percepiva negli speaker che sono saliti sul palco e che era visibile nello sguardo gioioso ed estasiato dei tantissimi visitatori.

Maker Faire Rome, anche quest’anno, si è rivelata come un grandissimo parco dei balocchi per tutti i sognatori e visionari che hanno ancora l’ardire di fermarsi a guardare le idee degli altri con ammirazione e stupore. Un enorme contenitore senza limite alcuno dove è ancora possibile lasciarsi sorprendere e guardare il mondo futuro con gli occhi di un bambino.

Come il progetto di un gruppo di giovanissimi di Milano, LessCo2 con il loro macchinario per eliminare anidride carbonica dal Pianeta e la possibilità di partecipare con un piccolissima quota. (Ovviamente ho contribuito); gli occhiali di Inail per simulare lo stato di ubriachezza o l’effetto di stupefacenti; il progetto di DelfiLife per ridurre le interazioni tra i delfini e l’attività di pesca professionale costiera; l’app di Acea per il monitoraggio dell’acqua dei rinomati nasoni di Roma che, in questo modo, diventano intelligenti. Sono alcuni, così, a memoria tra gli oltre 250 espositori che hanno riempito e arricchito l’evento.

 

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E, nell’edizione 2021 della Maker Faire Rome c’è stato molto di più dello sguardo verso il futuro: c’è stata la possibilità di osservare e ammirare anche il passato visto che è stata scelta l’area del Gazometro Ostiense.

Una magnifica area, simbolo dello skyline di Roma, voluta dal sindaco di Roma Ernesto Nathan, realizzata dall’allora Società Italgas, ora Eni, nel 1909. Uno spazio che rappresenta la volontà all’innovazione del secolo scorso e che ben si è innestata nel principio base di sguardo al futuro di questa eclettica edizione del Maker Faire Rome. Come a ricordare che nulla del passato è da dimenticare ma, al contraro, serva da solido sostegno per andare avanti.

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Una tre giorni da ricordare dove il protagonista assoluto è e resta l’ingegno umano, la sua voglia di osare, di immaginare e guardare avanti verso un futuro sempre più presente.




Nel quartiere Monti a Roma si inaugura la Libreria Panisperna 220

Ora una libreria c’è

 

In un periodo in cui siamo abituati a vedere le saracinesche dei negozi chiudere, vedere chi ha l’audacia di andare controcorrente e aprire i battenti fa sicuramente notizia.

Un grande plauso a Masud Kia, direttore del nuovo spazio culturale Libreria Panisperna 220 che ha inaugurato venerdì 8 ottobre con un orario no-stop dalle 10 alle 23, per far capire, fin dalle prime battute, cose vuole dire creare un luogo di condivisione e di inclusione.

 

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«Ora una libreria c’è» recita la bandiera esterna perché l’esigenza di avere luoghi dove incontrarsi, dove poter dialogare con il libraio, dove poter essere consigliato e indirizzato verso la lettura di un libro è una vera e proprio missione che ogni lettore anela di incontrare e che le grandi catene di distribuzione, purtroppo, hanno diminuito sempre più lasciando il lettore solo soletto tra una moltitudine di libri.

L’idea di Libreria Panisperna 200 rientra in un progetto ancora più grande e ambiziosa. Parliamo del progetto delle Librerie Scatenate. Attualmente ne sono state aperte già sei in diverse zone d’Italia:

Libreria Ultima Spiaggia a Ventotene e Camogli
L’Amico Ritrovato e L’Amico Immaginario a Genova
Libreria Centofiori a Milano
Nutrimenti Bookshop a Procida

 

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L’idea di fondo del progetto delle Librerie Scatenate è molto semplice e si basa sul principio che un libro migliora la qualità della vita, genera benessere e, tra i beni di consumo di tipo culturale, rappresenta il più diffuso e economico, capace di creare crescita personale, e relazioni sia personali che sociali.

 

Dalla pagina Facebook si legge:

«Sei meravigliose librerie nate in momenti diversi, da diverse esperienze editoriali, commerciali e territoriali e con diversi assetti societari che si sono ritrovate negli anni accomunate dalla stessa visione:

– la centralità della figura del libraio altamente specializzato;
– l’assoluta autonomia di ciascun punto vendita;
– l’esigenza di garantire sempre la bibliodiversità, differenza e pluralismo, senza cedere all’omologazione commerciale»

 

Come non essere d’accordo con questo pensiero?

Ben vengano le librerie indipendenti, la loro libertà di scegliere di promuovere e far conoscere le piccole e medie case editrici, di dare spazio agli autori esordienti, di creare un tessuto sociale diverso divenendo un luogo di incontro, un punto certo del quartiere. Un luogo dove i libri non siano solo degli oggetti su delle mensole.

Anche gli orari che propongono fanno capire come si voglia andare incontro al lettore. Orario continuato dalle 10 alle 20 e, per due giorni la settimana, libreria aperta fino alle 23. Perfetto per poter passeggiare nelle viuzze di Monti per poi infilarsi con stupore tra le copertine dei libri, scoprire autori sconosciuti e fare due chiacchiere con il libraio come se fosse un amico.

Perché un libro è un amico, sempre!

 

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Libreria Panisperna 220
Via Panisperna 220 – Tel. 06 88372870

Lunedì martedì e mercoledì 10 – 10
Giovedì’ e venerdì ore 10 – 23
Sabato 10 – 20
Domenica chiuso




La vita dipinta di Franco Fontanella

Inaugura il 6 ottobre la mostra antologica per i 50 anni dell’artistica marchigiano

 

L’essenza dell’arte di Franco Fontanella in tutte le sue espressioni si trova nell’unicità del suo punto di vista.
La sua grandezza sta infatti nell’innata capacità di cogliere la bellezza disseminata nella realtà e di esaltarla attraverso le luci e le ombre della sua arte.

 

Mercoledi 6 ottobre alle ore 17 presso il Pio Sodalizio dei Piceni, nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro a Roma, verrà inaugurata “La vita dipinta di FRANCO FONTANELLA” Mostra Antologica per i 50 anni di attività dell’Artigiano dell’Arte marchigiano, che proseguirà a Roma fino al 1 novembre per poi spostarsi alla Mole Vanvitelliana di Ancona dall’8 dicembre al 6 gennaio 2022.

 

 

La mostra, promossa dalla Regione Marche con il patrocinio del Ministero della Cultura, ricostruisce i primi 50 anni di attività dell’artista osimano e si propone di raccontare come è nato e si è sviluppato nel tempo il suo talento attraverso l’esposizione di circa 90 dipinti e l’ausilio di diverse video installazioni.

Un racconto in cui immergersi, che parte dagli esordi con le influenze cubiste, passa per l’amore verso l’arte del Rinascimento italiano e per la tecnica dell’affresco, per la realizzazione di copie d’autore, di decorazioni murali, fino ad arrivare alle opere ispirate alla classicità e all’iperrealismo, soprattutto nature morte e paesaggi marchigiani, con particolare predilezione per le vedute della Riviera del Conero.

 

Curatori della mostra sono il prof. Stefano Papetti e il prof. Gino Troli, con la partecipazione del prof. Vittorio Sgarbi e del prof. Francesco De Melis, che propone per l’occasione un’opera di video arte dedicata al gesto dell’Artista all’opera sull’affresco.

 

 

Nella presentazione al catalogo della mostra, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli sottolinea: «Franco Fontanella ha il merito di creare con la sua arte, anche un valore che va oltre la cultura del paesaggio e dei luoghi della nostra meravigliosa regione. Le sue opere infatti diventano veicolo di forti emozioni che creano testimonianza ed esaltano la bellezza della nostra terra. Questo è, tra i tanti meriti, quello che si è guadagnato con tanti anni di attività, una sapienza unica che imprime per sempre nelle sue opere la straordinarietà della nostra regione e che lo pone come custode in questa epoca di una bellezza infinita».

 

 

ORARIO APERTURA MOSTRA

Dal lunedì al sabato 10 – 13 / 16 – 19
Piazza San Salvatore in Lauro 15, Roma
Ingresso libero dal 6 al 30 ottobre 2021

INFO
mostra@francofontanella.it
www.francofontanella.it
facebook @francofontanellaaffreschiedipinti

 

Comunicato Stampa