The Merry Gentlemen, la prima di una lunga serie di commedie natalizie

È finalmente arrivato quel periodo dell’anno in cui pensiamo solo a metterci sotto le coperte, con una tazza di cioccolata calda in mano, a guardare l’ennesima commedia romantica dalla trama banale ma divertente. Ecco, The Merry Gentlemen è sicuramente una di queste.  

Siamo appena entrati nel mese di dicembre, ma è già da settimane che Netflix ci regala mille nuovi film natalizi, ognuno con una storia romantica diversa, e siamo solo all’inizio!
Tra i più gettonati finora spiccano sicuramente Appuntamento a Natale, Hot Frosty, Our Little Secret e proprio The Merry Gentleman, che hanno letteralmente conquistato il pubblico. Ad oggi, dei dieci film più visti su Netflix, sei sono di Natale. 

The Merry Gentlemen in particolare racconta il tentativo di Ashley, ex ballerina di Broadway, di salvare il locale notturno di famiglia ormai sull’orlo del fallimento, organizzando insieme al tuttofare Luke un piccante spettacolo natalizio tutto al maschile. 

Nel cast troviamo Britt Robertson, volto particolarmente conosciuto per altri film romantici di cui è protagonista, come La risposta è nelle stelle o Cosa mi lasci di te e Chad Michael Murray, che tutte le ragazze ricorderanno in One Tree Hill e Gilmore Girls.

La commedia natalizia presenta, d’altronde come tutte le altre del suo genere, una trama alquanto banale, tuttavia rimane piacevole per una serata di svago. Non solo il film strappa qualche risata allo spettatore, ma propone anche alcuni temi che ci stanno particolarmente a cuore, come l’importanza della famiglia e la difficile scelta tra amore e carriera. Ashley, infatti, sempre troppo concentrata sul suo lavoro, rimane per anni lontana dalla propria famiglia e dalla propria città natale, non riconoscendone abbastanza il valore. Solo quando tornerà a casa e troverà l’amore, riuscirà però a rendersi conto che fare il lavoro dei propri sogni non conta nulla se non si ha qualcuno accanto.

Nonostante ciò, guardando questo e gli altri film appena usciti, è inevitabile chiedersi che fine abbiano fatto le commedie romantiche di vent’anni fa. Ormai le pellicole di oggi sono l’una la copia dell’altra e presentano argomenti futili, seppur divertenti. Pensando al cinema  di prima, invece, ci vengono in mente milioni di film di Natale indimenticabili: Love Actually, L’amore non va in vacanza, per non parlare poi di Elf, Grinch e Mamma, ho perso l’aereo.

Per quanto i film di oggi possano divertire per una serata e far sognare gli inguaribili romantici, ahimè, non ce n’è ancora uno all’altezza dei precedenti.

Non possiamo quindi far altro che goderci, per ora, le nuove uscite e stare attenti a non finirle tutte prima di Natale! 

Il periodo più magico dell’anno è alle porte, chissà se ci regalerà delle sorprese.


Virginia Porcelli




Beetlejuice Beetlejuice, Tim Burton colpisce ancora

Proprio lo scorso 5 settembre Beetlejuice Beetlejuice, diretto da Tim Burton e sequel del celebre Beetlejuice degli anni Ottanta, ha fatto il suo ingresso nelle sale cinematografiche, subito dopo aver inaugurato questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Inoltre, da poco superati i 100 milioni di incassi in America nella prima settimana, anche in Italia il film ha finalmente raggiunto il primo posto al box office, battendo Cattivissimo Me 4.

In seguito a un’improvvisa tragedia, la famiglia Deetz torna nella casa a Winter River, che, tuttavia, si scopre essere ancora infestata dallo spirito di Beetlejuice.

A 36 anni di distanza molti attori riprendono i ruoli originali, quali Michael Keaton nei panni di Beetlejuice, Winona Ryder in quelli di Lydia Deetz e Catherine O’Hara in quelli di Delia Deetz, a cui si aggiungono però anche nuovi membri, come Jenna Ortega, Monica Bellucci e Willem Dafoe. 

Si sa, Tim Burton è senza dubbio tra i registi più geniali del suo e del nostro tempo, è una garanzia di qualità. Egli accoglie infatti il rischio di realizzare il remake di uno dei film più di successo degli anni ‘80 e il risultato è un contenuto ancora più ben riuscito: una commedia horror che inquieta e allo stesso tempo diverte il pubblico e che mostra, di sicuro, un regista più maturo e moderno. Nonostante, infatti, il genere di thriller eccentrico possa non piacere a molti, non si può non riconoscere il suo valore, la sua originalità; originalità di cui il film è pervaso. 

A dir poco affascinante è, ad esempio, la rappresentazione del mondo dei morti, luogo in cui i personaggi vivono una seconda vita parallela a quella dei vivi, insieme a molti altri dettagli fuori dal comune che caratterizzano inequivocabilmente lo stile del regista.

Beetlejuice Beetlejuice è, dunque, il film perfetto in vista di questo Halloween, per vivere una notte all’insegna del terrore e della comicità. 

Virginia Porcelli




La madre della sposa, un matrimonio da sogno

Si sa, ormai le commedie romantiche sono tra le più di successo sulle piattaforme, trattandosi infatti di film relativamente corti e senza impegno. Ecco, “La madre della sposa”, uscita su Netflix lo scorso 9 maggio, è sicuramente tra queste.

Il film ci fa divertire con la storia di Emma, che invita la madre al suo matrimonio in Thailandia di lì a un mese. All’arrivo della donna al resort, tuttavia, si scoprirà che il padre dello sposo non è altro che il suo ex ai tempi del college.

La coppia madre-figlia in questo film è semplicemente strepitosa. Le due infatti sono interpretate da Miranda Cosgrove, che tutti gli adolescenti ricorderanno senza dubbio da iCarly e Brooke Shields, l’affascinante star degli anni ’80 protagonista di Laguna blu. Sebbene si tratti di un duo inaspettato, le attrici hanno una forte sintonia e portano sullo schermo la classica relazione madre-figlia, caratterizzata talvolta da incomprensioni e discussioni, ma soprattutto da affetto e amore.

Di sicuro uno dei punti a favore del film sono proprio le location da sogno della Thailandia. Phuket è stata infatti l’isola al centro delle riprese e il luogo perfetto per il matrimonio di Emma, con le sue spiagge dalle acque cristalline. La baia di Phang Nga gioca anch’essa un ruolo principale, essendo una delle meraviglie naturali della Thailandia. Per l’ambientazione inoltre, sono stati scelti due tra i migliori hotel della città: Anantara Mai Khao e Anantara Layan, resort di puro lusso.

Insomma, “La madre della sposa” non ha in effetti una trama particolarmente diversa da quella di tutte le altre Rom-Coms americane, ma rimane comunque un film piacevole che ruba poco tempo e fa sorridere. Presenta per giunta una morale significativa e piuttosto attuale, ossia quella di non farci influenzare dagli altri quando si tratta dei nostri desideri e delle nostre scelte, ma al contrario di assicurarci di esserne autori, non perdendo di vista il vero significato delle cose.

Si consiglia dunque la visione agli inguaribili romantici come me, che vogliano godersi una serata tranquilla guardando un’allegra storia d’amore e fantasticando sul proprio matrimonio da sogno.

Virginia Porcelli




The Gentlemen, pura adrenalina tra azione e commedia

Sappiamo tutti che ormai le serie hanno superato molti film in termini di ascolti e popolarità. Tra queste c’è senza dubbio “The Gentleman”, otto puntate con data d’uscita 7 marzo su Netflix, create da Guy Ritchie come spin-off dell’omonimo film di Ritchie stesso.

Durante la sua missione in Siria, Edward Horniman eredita la tenuta di 15.000 acri e il titolo di Duca di Halstead a seguito della morte del padre. Tuttavia, quest’eredità nasconde una sorpresa: una vasta coltivazione di marijuana all’interno della proprietà, parte di un impero criminale.

Nel ricostruire la sua storia, il regista gioca prima di tutto sul cast, brillante e pienamente azzeccato. Il volto familiare di Theo James infatti, apparentemente non invecchiato di un anno dai tempi di Divergent, sarà quello del protagonista. L’attore, con il suo solito charm, incarna perfettamente il ruolo del ricco ereditario determinato, impavido e giusto.

James è poi affiancato da un altro personaggio pubblico piuttosto popolare, Kaya Scodelario, conosciuta soprattutto come Teresa in Maze Runner. L’attrice interpreta anch’essa il ruolo di una donna forte e risoluta, Susie Glass, che sa comandare ed è anche spietata nel farlo, persino più di Edward.

La scelta delle location è altrettanto intelligente. L’imponente Halstead Manor, ad esempio, è in realtà la casa medievale presso la Badminton Estate, abitazione autentica e vissuta. Situata nel Gloucestershire, è infatti la dimora del Duca e della Duchessa di Beaufort e, nonostante rimanga una casa privata, ospita spesso eventi e funge da location per feste e produzioni cinematografiche, come Bridgerton e Queen Charlotte.

La serie dunque è il mix perfetto di violenza, azione e commedia. Ricca di sparatorie, inseguimenti e risse, tiene il pubblico incollato allo schermo puntata dopo puntata, tra tensione e curiosità ed è per questo consigliato a chi non resiste all’adrenalina e vuole sentirsi un gangster per un giorno.

Virginia Porcelli

 




Irish Wish – Solo un desiderio, realtà o immaginazione?

Le commedie romantiche sono ormai, senza dubbio, tra le più amate dal pubblico ed è per questo che ne vediamo uscire sempre più, che sia sul grande schermo o sulle maggiori piattaforme.

Ora al primo posto su Netflix c’è proprio Irish Wish – Solo un desiderio, uscito solo pochi giorni fa, ma già di grande successo tra gli abbonati. Maddie Kelly, editrice innamorata del suo autore Paul Kennedy, si ritroverà a dover fare da damigella al matrimonio di questo con la sua migliore amica in Irlanda, ma pochi giorni prima esprime un desiderio che stravolgerà tutto.

Nei panni di Maddie troviamo un volto piuttosto familiare, quello di Lindsay Lohan, attrice che iniziò la sua carriera già da bambina e che continua a farci divertire sullo schermo. Sempre sorridente ci coinvolge nelle bizzarre vicende raccontate in una trama per molti aspetti familiare a molte donne: fantasticare su un uomo che poi si rivela l’opposto di ciò che si era immaginato.

Ciò però che rende il film ancora più magico sono di sicuro i paesaggi tipici irlandesi, con location mozzafiato che ci fanno vivere in una vera e propria favola e sognare di prenotare il primo volo per poterli ammirare dal vivo. Il film, infatti, è stato girato più precisamente tra Wicklow, sulla costa orientale, Dublino, le scogliere di Moher e il Lough Tay, l’incantevole lago in cui Maddie esprime il suo desiderio. Qui inoltre furono girati altri due grandi successi, quali Braveheart di Mel Gibson e la serie Vikings.

Irish Wish dunque, che può sembrare, e un po’ in effetti lo è, il solito cliché romantico, ci insegna che spesso la nostra testa crea un’idea di qualcosa, a cui ci aggrappiamo, ma che la maggior parte delle volte non corrisponde alla realtà. L’amore infatti non è qualcosa che si pianifica, ma al contrario qualcosa che accade quando meno lo si aspetta, senza forzature, solo in base al caso.

Ognuno di noi dovrebbe quindi prendere quest’insegnamento alla lettera, quelli che, lasciandosi affascinare dai sogni, perdono di vista la realtà delle cose, come anche i semplici amanti delle commedie romantiche che hanno voglia di vivere una favola per una notte.

Virginia Porcelli




The Lost City, nuova commedia senza impegno

È da poco uscito su Netflix “The Lost City”, affabile commedia d’azione del 2022 diretta da Adam e Aaron Nee che ha conquistato il pubblico, rimanendo per giorni al primo posto della classifica nazionale.

La scrittrice Loretta Sage descrive luoghi esotici nei suoi romanzi d’amore e d’avventura con un bel modello da copertina, Alan. Tuttavia, mentre è in tournée per promuovere il suo nuovo libro, viene rapita da un miliardario.

Sandra Bullock, Brad Pitt, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, solo leggendo questi nomi possiamo facilmente intuire il motivo di tanto hype intorno al contenuto. Gli attori, tra i più celebri dell’industria cinematografica, ravvivano senza dubbio la commedia, scatenando un’atmosfera simpatica anche se a tratti demenziale.

Il film, infatti, si potrebbe interpretare, a parere di chi scrive, come una copia mal riuscita di Indiana Jones. La comicità banale spinge i personaggi alla caricatura e tenta di mascherare il genere d’avventura, che presenta una trama povera e per nulla travolgente.

Nonostante ciò la pellicola ha comunque riscosso un discreto successo. Dopo le riprese, svoltesi nella Repubblica Dominicana nel 2021, è stato distribuito nelle sale l’anno successivo, incassando complessivamente 190 844 029 dollari e ottenendo diverse candidature e un premio MTV come miglior cattivo a Daniel Radcliffe, per quanto ci riesca difficile non vederlo nei panni del nostro amato Harry Potter.

Insomma, “The Lost City” non è sicuramente il miglior film d’avventura degli ultimi anni, ma, in sua difesa, è una piacevole commedia senza impegno che ci porta in luoghi magnifici strappandoci qualche risata e animando le nostre serate autunnali.

Virginia Porcelli




Il Don Giovanni di Mozart

La figura del Don Giovanni nasce nel 1630 a opera del commediografo Tirso de Molina (1579-1648) nella sua opera in versi El burlador de Sevilla y convidado de piedra e fu creata “come nient’altro che un opera edificante, e svolto senza molta arte, né profondità”.

Il suo Don Giovanni non è tanto il seduttore di cui parleremo in seguito, quanto più un burlador, un ingannatore, un abbindolatore, intento solo a godere “il materiale e momentaneo possesso di questa o quella”.

Il fulcro di quest’opera ruota attorno alla caduta di Don Giovanni culminante nella cena con la statua di pietra, che terminerà con la sua morte.

L’intento morale è chiaro: l’uomo che non si pente dei propri peccati è destinato alla dannazione.

Nel 1787 Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) compose Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, un dramma-giocoso su libretto di Lorenzo da Ponte.

E sarà dunque Mozart ad analizzare e meglio interpretare la figura di Don Giovanni, non più “libertino” pentito come abbiamo visto in Tirso de Molina, bensì diabolus, ovvero colui che separa, che divide.

Ed è proprio in questo atto della separazione che risiede il potere demoniaco di Don Giovanni. Egli tiene separati i suoi nemici, soggiogandoli alla propria volontà, ma è qui che risiede anche la sua debolezza.

Come vedremo più avanti, sarà l’unione dei personaggi sue vittime a segnare la sua rovina.

L’opera è divisa in due atti: nel primo atto Don Giovanni, con l’aiuto del servo Leporello (nelle opere precedenti Sganarello) dopo essersi introdotto nella casa di Donna Anna per sedurla, cerca di scappare via furtivamente ma viene scoperto dal padre di lei, il Commendatore, e scontrandosi a duello con esso, lo uccide.

Donna Anna, insieme al fidanzato Don Ottavio, allora giurano vendetta per la morte dell’uomo.

Successivamente entra in scena Donna Elvira, la moglie abbandonata di Don Giovanni, che dopo aver scoperto la vera natura di Don Giovanni attraverso la famosissima Aria del Catalogo cantata da Leporello decide si impegnarsi affinché egli si penta e si redima.

Nel frattempo, Don Giovanni si imbatte nella festa di nozze di Masetto e Zerlina e decide di sedurre quest’ultima.
Donna Elvira, giunta tempestivamente, salva Zerlina.

Durante il funerale del Commendatore, avviene una disputa tra Donna Elvira e Don Giovanni, e Donna Anna riconosce la voce del suo assalitore in esso.

L’atto si conclude con una festa, dove tutti i personaggi, insieme alla stessa Zerlina, riescono a smascherare la vera natura di Don Giovanni. Da qui in poi sarà per lui la rovina.

Il secondo atto, molto più frammentario, comincia con un inganno teso a Donna Elvira da un Leporello travestito dal padrone, il quale la seduce e la conduce in un posto isolato per approfittarsi di lei. Tuttavia, viene smascherato e accusato dei crimini commessi dal Don Giovanni, che nel frattempo, travestito dal servo, incontra il contadino Masetto e lo picchia.

Entrambi i personaggi riescono a scappare dalle situazioni in cui si vengono a trovare e si ritrovano al cimitero, dove Don Giovanni in tono scherzoso invita la statua, posta sulla tomba del Commendatore, a cena.

Da questo momento comincia ciò che nella tradizione costituiva la parte del Convitato di pietra ovvero il finale dell’opera: la statua si presenta veramente la sera a casa di Don Giovanni, deciso a ricambiare l’invito e di portarlo con sé all’Inferno, se non si pente.

E così sarà.

La casa prende fuoco e viene scossa da terremoti e Don Giovanni muore inghiottito dalle fiamme degli inferi.

Tutti gli altri personaggi accorrono attorno al corpo morto ed insieme cantano un’ultima volta, ma poi si dividono. Ma sappiamo che è proprio nella separazione degli altri che Don Giovanni, il diavolo, vince.

Tuttavia, il finale non sempre ha convinto i critici dell’eterna malvagità che persiste nell’opera anche dopo la morte del protagonista e preferiscono riconoscere nella sua morte il tanto atteso e predicato ritorno a Dio.