Le otto montagne, storia di una grande amicizia

Le otto montagne, tratto dall’omonimo romanzo, si è aggiudicato il premio come miglior film dell’anno ai David di Donatello 2023, insieme alla miglior sceneggiatura adattata, fotografia e suono.

Diretto dai registi svedesi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, narra la storia di una grande amicizia nata tra due bambini, Pietro e Bruno, che una volta uomini si allontanano dai propri padri e, tra le mille difficoltà della vita, finiscono sempre per tornare alla loro casa sulle montagne.

    

I due protagonisti sono stati interpretati da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, due tra i migliori attori del cinema italiano e cari amici da diversi anni anche nella vita reale. Borghi ha infatti dichiarato che lui e Luca, come i loro personaggi, sono due persone diverse che cercano di entrare uno nell’altro, senza aver bisogno di dirsi nulla.

In quanto alle montagne invece, le vere protagoniste, ci lasciano sbalorditi a ogni ripresa. Si tratta dei monti della Valle d’Aosta, in particolare della Val d’Ayas, la più soleggiata e quella con i panorami più belli. Grande proposta di turismo, già messa in atto la scorsa estate, è l’organizzazione di tour nei luoghi del film, accompagnati da guide naturalistiche e alpine.

Quello che però molti si chiedono è se effettivamente la storia di Pietro e Bruno sia vera. La realtà è che il personaggio di Pietro è l’alter ego di Paolo Cognetti, autore del romanzo, il quale dopo l’adolescenza ha abbandonato la montagna per poi tornarci verso i trent’anni, trasferendosi proprio in Valle d’Aosta. Il personaggio di Bruno è invece inventato, ma ispirato a tutte le persone del posto che lo scrittore aveva incontrato.

Il film è veramente commovente e la fotografia, dai colori sbiaditi, riflette al meglio l’animo dei protagonisti. Il tutto poi è contornato da un suono struggente che rimane scolpito in noi.

Insomma, le otto montagne merita sicuramente il tanto ambito premio, in quanto rappresenta l’aspetto più importante della vita di tutti noi: l’amicizia, quella che resiste al tempo.

Virginia Porcelli

 




La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton

Oramai sappiamo bene che le nuove stagioni di Bridgerton sono sempre in testa alle classifiche di Netflix, motivo per cui questo spin-off sulla regina Carlotta, uscito lo scorso 4 maggio, non poteva certo essere di meno, dimostrandosi all’altezza delle sue aspettative.

La miniserie narra la storia d’amore tra la regina Carlotta e re Giorgio III, dal matrimonio alla malattia mentale del re. Si raccontano inoltre le vicende passate di due donne amiche della regina: Lady Danbury e Violet Bridgerton e, nel presente, la costante richiesta della regina di avere un erede da uno dei suoi figli.

La regista Shonda Rhimes, la stessa di Bridgerton e Grey’s Anatomy, ci regala ancora una volta una storia al massimo del romanticismo e della raffinatezza. Lo spin-off è stato infatti interamente girato in Inghilterra, tra sontuosi palazzi e giardini da favola, che arricchiscono, insieme ai magnifici abiti e ai numerosi balli, l’atmosfera romantica della serie. Il tutto inoltre è reso ancor più realistico dall’elegante accento inglese della versione originale.

I due protagonisti, il re e la regina, sono rispettivamente interpretati dai giovani attori emergenti Corey Mylchreest e India Ria Amarteifio, mentre, in quanto alla regina in età adulta, è stata Golda Rosheuvel ad impersonarla, riuscendo a descrivere perfettamente il dolore, la solitudine e la forza di una donna, il cui marito ormai la riconosce a malapena.

 

La musica è come sempre uno degli elementi principali e più apprezzati della serie, la serie è stata infatti accompagnata dall’uscita di due album in digitale, il primo contiene la colonna sonora originale, il secondo invece è composto da cover di canzoni pop reinterpretate come brani classici, come una nuova rivisitazione di “If I Ain’t Got You” della famosa cantante Alicia Keys.

Riguardo l’ipotesi di una seconda stagione, Shonda Rhimes si è detta aperta alla possibilità, nonostante abbia dichiarato che la storia di Carlotta e Giorgio sia specifica e chiusa e sebbene stia ancora lavorando alla terza stagione di Bridgerton. Non ci resta dunque che aspettare e sperare, deliziandoci nel frattempo con una nuova storia d’amore.

Virginia Porcelli




David di Donatello 2023, tutti i premiati

Ormai tre giorni fa si sono svolti i David di Donatello 2023, premio cinematografico considerato l’equivalente italiano degli Oscar e condotto quest’anno da Carlo Conti con l’attrice Matilde Gioli. A trionfare è stato il film Le otto montagne, che vede come protagonisti Alessandro Borghi e Luca Marinelli, il film si è infatti portato a casa ben quattro statuette: miglior film, sceneggiatura adattata, fotografia e suono. Altra pellicola ad aver riscontrato particolare successo è stata Esterno notte, anche questa vincitrice di quattro premi: miglior regia per Marco Bellocchio, ma anche miglior truccatore, miglior montaggio e miglior attore protagonista a Fabrizio Gifuni.

    

Parlando invece del miglior film internazionale, a vincere questa categoria è stato The Fabelmans, diretto da Steven Spielberg. Il film era tra i favoriti ai precedenti Oscar, con ben sette nomination, ma, ahimè, non era riuscito ad ottenere alcun premio.

Proseguendo con altre categorie, a vincere il premio come migliore attrice protagonista è stata Barbara Ronchi per La stranezza, film di cui è stata premiata anche la migliore sceneggiatura originale, scenografia, costumi e produzione.

Migliore attrice non protagonista è invece la comica Emanuela Fanelli in Siccità e miglior attore non protagonista Francesco Di Leva per Nostalgia. Inoltre Proiettili (ti mangio il cuore) ha vinto come miglior canzone originale, scritta e interpretata dalle cantanti Elodie e Joan Thiele.

Il premio Giovani di quest’anno è andato a L’ombra di Caravaggio, di Michele Placido e i David speciali al regista Enrico Vanzina, all’attrice Isabella Rossellini e alla produttrice Marina Cicogna. Infine il David dello spettatore, che va alla pellicola che più ha incassato nell’anno precedente, è stato conferito a Il grande Giorno, di Massimo Venier, con i tanto amati Aldo, Giovanni e Giacomo.

Detto ciò, di sicuro i grandi appassionati di cinema come me avranno un lungo weekend per recuperare tutte le pellicole non ancora viste, fare un rewatch delle proprie preferite o, ancora meglio, stilare una propria classifica.

Virginia Porcelli




George Clooney compie 62 anni

Ebbene sì, il tanto amato attore degli anni 90, George Timothy Clooney, compie oggi 62 anni, mantenendo la sua carriera, oltre che il suo fascino, ancora fiorente. 

L’attore nasce nel 1961 nel Kentucky e ha origini irlandesi, inglesi e tedesche, si laurea alla Augusta High School e si distingue nello sport. Non riuscendo a conseguire una laurea, dopo il liceo si dedica a svariati lavori e solo dopo ottiene piccoli ruoli all’interno di film e serie tv. Clooney raggiunge finalmente la popolarità, dopo tanto lavoro e determinazione, con il ruolo di Douglas Ross nella serie degli anni ‘90 E.R. – Medici in prima linea, interpretazione che provoca il lancio della sua carriera, impegnandolo per cinque anni. Da quel momento ottiene sempre più incarichi all’interno del mondo del cinema, tra cui Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco nel 2001, Good Night, and Good Luck nel 2005, e Syriana nel 2006, per cui vince un premio Oscar come migliore attore non protagonista.

Tutti questi successi hanno reso l’attore uno dei più conosciuti nel mondo della cinematografia, portandolo a vincere numerosi premi anche in carica di regista e produttore. Ancora oggi il suo ultimo film Ticket to Paradise, del 2022, ha incassato il tutto il mondo 165 milioni di dollari, confermando ancora una volta la sua validità e popolarità, conservatesi nel corso degli anni. Come se non bastasse, Clooney si impegna persino nell’ attivismo sociale, in quanto dal 2008 è uno dei messaggeri di pace delle Nazioni Unite, motivo per cui lo abbiamo visto occupato a risolvere conflitti e a fornire denaro per raccolte fondi.

Un orgoglio del popolo italiano è, inoltre, il matrimonio con l’avvocatessa Amal Alamuddin nel 2014 a Venezia, dopo circa un anno di fidanzamento. Nel 2017 l’attore è poi diventato padre di due gemelli. 

Auguriamo quindi al nostro George un felice compleanno in compagnia dei suoi cari e molti altri anni di successi, sperando di rivederlo presto in tv.

Virginia Porcelli




Inception, un film degno di nota

Diretto da uno dei migliori registi di oggi, Christopher Nolan, Inception rimane uno dei film migliori degli ultimi decenni. Sappiamo che il regista è solito realizzare film particolarmente complessi dal punto di vista della trama e della tecnica, basti pensare ad Interstellar, Tenet o The Prestige, ognuno diverso dall’altro, ma soprattutto ognuno più bello dell’altro.

Uno dei film più amati dal regista rimane comunque Inception, che esce nel 2010 e attraverso cui esplora la malleabilità del tempo e il mondo dei sogni.

Il protagonista è Dominic Cobb, esperto nella tecnica dell’estrazione, che consiste nell’insinuarsi nella mente di chi dorme per prelevarne segreti nascosti. Il magnate giapponese Saito, allora, lo ingaggia per inserire nella mente del figlio del suo rivale in affari l’idea di disgregare il suo impero economico, missione in cui Cobb sarà accompagnato da una squadra di altre quattro persone.

Sicuramente uno dei punti a favore di Inception è proprio il suo cast internazionale, capitanato da Leonardo DiCaprio, accompagnato da Joseph Gordon-Levitt, Tom Hardy, Marion Cotillard, Cillian Murphy e molti altri, tutti attori brillanti che insieme rendono il film ancora più speciale e imperdibile.

 

Un altro elemento fondamentale della pellicola, che sicuramente non passa inosservato, è la colonna sonora, Time, creata appositamente dal talentuoso Hans Zimmer, famoso compositore e autore di colonne sonore cinematografiche, quali ad esempio quella di Interstellar, Il gladiatore e Dune. La canzone a dir poco mozzafiato non solo fa venire la pelle d’oca allo spettatore, ma rende anche la scena finale ancor più ricca di suspense, scena finale che è una tra le più controverse degli ultimi anni e che è stata a lungo dibattuta, ma che purtroppo non sta a me svelarvi.

Sceneggiatura e scenografia non sono di meno, in quanto per la prima ci vollero dieci anni di studi, dopo i quali fu subito comprata dalla Warner Bros e per la seconda furono costruite numerose strutture estremamente costose e tecnologiche.

Il film guadagnò infine 836 milioni di dollari in tutto il mondo e vinse quattro premi Oscar: fotografia, effetti speciali, sonoro e montaggio sonoro, motivo per cui, a parere di chi scrive, è un film in cui immergersi completamente, con la mente e con il cuore.

Virginia Porcelli




Murder Mystery 2, un ritorno col botto

Adam Sandler e Jennifer Aniston tornano finalmente con il sequel di Murder Mystery, tipica commedia americana esilarante e senza impegno.

Nick e Audrey Spitz, ormai investigatori privati a tempo pieno, accettano l’invito di un amico a partecipare al suo matrimonio su un’isola privata, tuttavia, a seguito del rapimento di quest’ultimo, si ritrovano al centro di una nuova indagine. Seguiamo quindi i due coniugi fino a Parigi, dove daranno del filo da torcere ai temibili criminali grazie alla loro astuzia e gioco di squadra.

 

Il film ci lascia fino all’ultimo con la suspense e il desiderio di scoprire il colpevole del rapimento, tensione accompagnata dal tipico mal di pancia che una commedia come si deve dovrebbe provocare. Il cast infatti è più che competente e i due attori protagonisti insieme formano ancora una volta una coppia buffa ma affiatata, che proprio per la sua comicità appassiona tanto il pubblico.

 

 

La sceneggiatura è dunque geniale, in quanto unisce scene di agitazione e drammaticità, tipiche dei film gialli, a scene spassose e a tratti assurde, ma nonostante questa sia sempre firmata da James Vanderbilt, la regia è invece cambiata tra i due film. Kyle Newacheck, infatti, ha lasciato il posto a Jeremy Garelick, il quale ha inserito all’interno della pellicola più elementi d’azione quali spettacolari effetti speciali, evoluzione che può essere apprezzata come non, ma che è sicuramente evidente ai nostri occhi.

 

Significativa è inoltre la lezione che il film ci dà, ossia che non bisogna solamente conoscere a memoria tutte le nozioni che un’occupazione richiede per eccellere in un determinato lavoro, poiché quello che ci rende unici è la passione e l’amore che ci mettiamo, unito in questo caso ad una grande intesa tra i due coniugi, che credono sempre nelle loro potenzialità, non arrendendosi mai.

La pellicola ha ovviamente riscontrato un enorme successo, essendo ancora, a quasi un mese dall’uscita, nella top dieci dei film più visti da Netflix. Numerosi anche i rewatch del primo film, tornato in classifica nelle prime settimane a distanza di quattro anni.

Si può quindi affermare che il sequel sia sicuramente all’altezza del primo film e speriamo di incontrare di nuovo Nick e Audrey in una nuova avventura all’insegna del mistero e della comicità.

Virginia Porcelli

 

 

 




Close, un film sull’anima dei giovani

Close, film drammatico diretto dal belga Lukas Dhont, racconta la storia di due tredicenni: Léo e Rémi, amici d’infanzia profondamente legati l’uno all’altro. I due entreranno in crisi dopo un commento dei compagni di scuola, che, fraintendendo il loro rapporto, ritengono che ci sia qualcosa in più di una semplice amicizia. 

Oltre alle candidature come miglior film straniero agli Oscar e ai Golden Globes 2023, il film ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel maggio del 2022, riscuotendo un notevole successo.

Sorprendente per la loro giovane età l’interpretazione dei due attori protagonisti, in particolare di Eden Dambrine, Léo, candidato agli European Film Award come miglior attore. Léo è quello che viene maggiormente scosso dall’intervento dei suoi coetanei, motivo per cui arriva persino a vergognarsi del rapporto con Rémi, passando dal trascorrere intere giornate con lui all’allontanarsene sempre di più. Al contrario Rémi viene più segnato dal distacco dall’amico che dal commento in sé e finisce per soffrire enormemente e chiudersi nel suo dolore.

La pellicola dunque è divisa in due, la prima parte è occupata dal valore dell’amicizia tra i due ragazzi e dalla gioia che provano nello stare insieme, la seconda invece fa spazio alla tristezza e ciò è reso evidente dalla fotografia, per i colori che pian piano sbiadiscono e perdono la loro iniziale luminosità. 

 

Oltre a delineare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, il film tocca anche, seppur con estrema delicatezza, la tematica LGBT, che fa riflettere il pubblico e permette ad esso di immedesimarsi nelle storie dei protagonisti e di soffrire con loro. 

Nonostante sia straziante e difficile da accettare, l’opera trasmette inoltre una morale significativa, quella di misurare le proprie parole per non ferire gli altri ed è per questo che tutti, in particolare i giovani, dovrebbero vederlo. 

Virginia Porcelli




Ciak d’oro Serie tv: Mare fuori e Massimiliano Caiazzo trionfano

Proprio ieri Massimiliano Caiazzo, protagonista della tanto acclamata serie tv Mare fuori, ha annunciato la notizia sul suo profilo Instagram: Ciak d’oro per miglior attore e miglior serie pubblico under 30, ringraziando i fan per l’amore dimostrato al progetto e ai personaggi.

Ciak d’oro è infatti il primo grande premio italiano di serialità deciso direttamente dal pubblico e in gara vi erano i titoli usciti dal gennaio 2022 al febbraio 2023, inoltre Sky Tg24 ospiterà lo speciale sulla premiazione il 9 Aprile alle 21.

L’attore è dunque ora uno dei più influenti sulla scena. Nato nel ‘96 a Vico Equense, dopo un diploma di liceo scientifico decide di dedicarsi completamente alla recitazione, debuttando per la prima volta in televisione nel 2016 nel film “Furore” e vincendo poi nel 2020 il premio Giovani Rivelazioni al Festival di Venezia. Raggiunge la massima popolarità con Mare fuori e torna poi sul grande schermo con il film “Piano Piano”, arrivato nelle sale a marzo.

Per la gioia dei fan, le riprese di Mare fuori 4 inizieranno tra solo un mese a Napoli, cosa che sicuramente attirerà fan da tutta Italia, ansiose di scattare una foto con i loro personaggi preferiti.

La terza stagione, infatti, è uscita a febbraio 2023 su Rai Play, riscontrando un enorme successo e le prime due si trovano ancora nella top ten delle serie più viste su Netflix.

La serie narra le storie di detenuti e membri del personale dell’IPM, carcere minorile di Napoli e Carmine (Massimiliano Caiazzo) e Filippo (Nicolas Maupas) sono i protagonisti. Uno nato in una famiglia camorrista, l’altro in una benestante, i due si ritroveranno entrambi rinchiusi in carcere, dove diventeranno inseparabili.

La serie ha spopolato in Italia, guadagnando per la terza stagione circa 300.000 nuovi abbonati a Rai Play, ma è da poco sbarcata anche in più di 20 paesi, distribuita all’estero da Beta Film con il titolo “The sea beyond”.

Insomma, possiamo dire che la vittoria dei Ciak d’oro sia dunque più che meritata, considerando il successo della serie e la bravura del protagonista e non possiamo far altro che augurarci di rivederlo presto sullo schermo e nei panni del nostro amato Carmine Di Salvo.

Virginia Porcelli

 




Elvis, un bel film fuori dall’Oscar

Nonostante le otto candidature agli Oscar di quest’anno, Elvis è purtroppo e, a parer mio, ingiustamente, tornato a casa senza alcun premio. 

Il film ci racconta la vita del celebre cantante Elvis Presley e del suo rapporto con il manager Tom Parker, il quale ha lanciato la carriera del ragazzo, ma, allo stesso tempo, ne è stato un freno. Da un lato la sua storia ci mostra l’ascesa di un grande personaggio del mondo della musica e il suo grande successo, dall’altro invece come un semplice ragazzo con la passione per la musica sia stato rovinato da quel successo, avvicinandosi alle droghe e allontanandosi dalla famiglia per fare da macchina da palcoscenico. Dietro l’Elvis che tutti conoscevano e amavano c’era infatti un uomo che soffriva e che fu vittima della propria solitudine.

Particolarmente impressionante il trucco e il parrucco, che ha curato ogni dettaglio e  reso Austin Butler spaventosamente somigliante a Elvis, a dir poco incredibile anche l’interpretazione dello stesso Austin, per il quale ha ottenuto una nomination agli Oscar come migliore attore. La moglie di Elvis Priscilla e la figlia Lisa Marie hanno infatti dichiarato di aver provato un’emozione unica guardando Butler impersonare Presley, giungendo persino a non riuscire a distinguere l’uno dall’altro. 

Come non parlare inoltre della musica, essendo presenti nel film alcune tra le più belle canzoni di Elvis, che ancora oggi tutti, dai giovani agli adulti, cantano a squarciagola.

La pellicola, dunque, rende perfettamente omaggio alla carriera del celebre cantante e, nonostante la durata di quasi tre ore, tiene il pubblico attaccato alla tv per tutto il tempo, facendolo immedesimare nella storia del personaggio.

La validità del regista Baz Luhrmann, lo stesso di “Il grande Gatsby”, “Australia” e “Moulin Rouge”, ci viene quindi confermata, regalandoci quello che, secondo me, è uno dei film più ben fatti del 2022.

Virginia Porcelli




Outer Banks 3

Esattamente a un mese dall’uscita, la terza stagione di “Outer Banks” è ancora tra le prime dieci più viste sulla piattaforma Netflix.

Ciò che, a parer mio, rende una serie tv ancora più interessante, è la quantità di domande e la forte curiosità che lascia nel pubblico il finale di stagione; questo è quello che induce le persone ad attendere con ansia il capitolo successivo della storia e questo è quello che Outer Banks ha sempre scatenato in me.

Per questo, dopo due anni, sono stata felicemente appagata dalla terza stagione, che, indubbiamente, si conferma sempre all’altezza delle precedenti.

Fuggiti da Outer banks, i Pogues, John B, Sarah, Kiara, JJ, Pope e Cleo, si ritrovano su un’isola deserta, che ribattezzano con il nome di Poguelandia, tuttavia sono poi costretti a lasciare quel posto idilliaco per risolvere un nuovo mistero e trovare un altro tesoro, andando incontro a numerosi pericoli. L’unico modo per sopravvivere sarà lottare restando sempre uniti, perché “un Pogue è per la vita”.

 

Il cast è come sempre molto valido ed è evidente quanto i sei attori protagonisti siano profondamente legati, non solo ai loro personaggi, ma soprattutto tra di loro, essendo cari amici anche nella vita reale, nonostante la triste rottura tra Madelyne Cline e Chase Stokes ci abbia lasciato tutti senza parole.

La serie, inoltre, lascia lo spettatore in un clima di tensione e di mistero, che lo invoglia a continuare a guardare un episodio dopo l’altro fino a terminare l’intera stagione in tempi brevissimi e senza nemmeno accorgersene.

Tuttavia, l’aspetto più commovente di Outer Banks, è il messaggio che trasmette, quello del forte valore dell’amicizia e dell’amore, per cui si rischia e ci si sacrifica, non abbandonando mai l’altro.

I Pogues, infatti, partendo per pericolose avventure, arrivano a mettere a rischio la scuola, il rapporto con la propria famiglia e persino la propria vita, solo per aiutarsi a vicenda e questo è il tipo di legame che non si spezza facilmente.

Con grande entusiasmo, posso inoltre annunciare che rivedremo presto i nostri cari personaggi, essendo stata la serie rinnovata da Netflix per una quarta stagione.

Dunque quello che ci chiediamo è: “Riusciranno i sei ragazzi a trovare il tesoro o si trattava solo di una leggenda”? Si formeranno nuove coppie come molti speravano? Avremo il ritorno di alcuni personaggi”? Vi basterà premere play e potrete avere tutte le risposte e, credetemi, ne varrà davvero la pena!




La notte degli Oscar

Finalmente la scorsa settimana si è svolto l’evento tanto atteso dai cinefili, gli Oscar 2023, presentati dal famoso conduttore televisivo Jimmy Kimmel.

Con mia grande delusione, tuttavia, lo storico red carpet quest’anno è stato sostituito da uno “champagne carpet”, colore che avrebbe consentito di creare “l’effetto notte”, nonostante la cerimonia si tenesse di giorno. Il conduttore, infatti, ha dichiarato che su questo colore non si sarebbe versato sangue, riferendosi all’iconico schiaffo di Will Smith a Chris Rock dell’anno prima.

Tra i film favoriti quest’anno “All Quiet on the Western Front” (Niente di nuovo sul Fronte Occidentale), con bel 9 nomination e 4 premi vinti e “Everything Everywhere All At Once”, con 11 nomination e 7 premi vinti.

Mentre è comprensibile come il primo abbia ricevuto tanti riconoscimenti, trattandosi di un film sulla prima guerra mondiale con strabilianti effetti speciali, purtroppo non riesco ancora ad accettare il grande successo del secondo, non essendo una particolare amante del genere fantascienza, che però sta sempre più diventando parte della nostra realtà.

Strameritato invece il premio come migliore attore vinto da Brendan Fraser per “The whale”; una grande interpretazione per un film altrettanto commovente e dal significato particolarmente profondo. L’attore mi è sembrato inoltre il più commosso per aver ricevuto il premio, con le lacrime agli occhi e la voce che tremava ha reso evidente il suo amore per il cinema, cosa che purtroppo è sempre più rara tra i mille volti costruiti del giorno d’oggi.

Altrettanto commossa Michelle Yeoh, migliore attrice protagonista per “Everything Everywhere All At Once”, la quale, con il suo discorso, ha lanciato il magnifico messaggio di credere sempre nei propri sogni e di non arrendersi mai.

Giusta anche l’attribuzione del premio di miglior sonoro per “Top Gun: Maverick”, di migliori costumi per “Black Panther: Wakanda Forever” e di migliori effetti speciali per “Avatar 2”.

Inoltre, nonostante molti possano non essere d’accordo, ritengo meritata anche la vittoria di “Naatu Naatu” come miglior canzone originale, scelta molto criticata, essendo la canzone in competizione con artiste come Rihanna e Lady Gaga. Tuttavia, il motivo dell’incredibile successo di Naatu Naatu è la sua vitalità e originalità, componente fondamentale per un premio di questo tipo.

Dunque, per riassumere, questi Oscar non ci hanno deluso nemmeno quest’anno, anzi, ci hanno ricordato ancora una volta il potere del cinema, quello di trasmettere messaggi che possano unire le persone e farle riflettere su quanto le circonda, sia reale che virtuale.

Virginia Porcelli




AVATAR- La via dell’acqua

Torna finalmente al cinema, dopo 13 anni di attesa, il sequel di Avatar: Avatar- la via dell’acqua. L’ex marine Jake Sully è ormai diventato, sul pianeta Pandora, capoclan del popolo dei Na’vi, a fianco della sua compagna Neytiri. Nell’arco di pochi anni i due crescono insieme quattro figli: Kiri, Neteyam, Lo’ak, Tuktirey e il loro migliore amico umano Spider, il quale presto entrerà anch’egli a far parte della famiglia.

Per molti anni la pace regna su Pandora e sui suoi abitanti, fino a quando gli umani vi fanno ritorno per colonizzarla.

A capo degli uomini del cielo vi è il clone Na’vi del defunto colonnello Miles Quaritch, il quale lo aveva incaricato di vendicare la sua morte uccidendo Jake Sully.

Per proteggere la loro famiglia, Jake e Neytiri decidono dunque di lasciare la foresta per trovare ospitalità presso i Metkayina: una tribù della barriera corallina. Il capo Tonowari, sua moglie Ronal e i loro tre figli, aiuteranno poi la famiglia di Sully ad adattarsi a questa nuova cultura, insegnando loro a vivere nell’acqua.

All’interno di questa trama apparentemente complessa, vi sono inoltre numerose tematiche molto attuali. La prima, dal punto di vista ambientale, è quella dello sfruttamento della natura da parte degli umani. Viene infatti rappresentato come gli uomini del cielo, con il loro insediamento, calpestino la natura di Pandora, alterando l’equilibrio dell’isola. Un’altra tematica è quella, invece, dell’accoglienza di un popolo diverso in un paese. Le due famiglie presentano infatti differenze evidenti non solo fisiche, ma anche culturali, tuttavia, nonostante ciò, si aiutano sempre l’un l’altra.

Concludo dunque con il dire che l’attesa ne sia valsa sicuramente la pena. Avendo avuto più anni per lavorarci, James Cameron ha reso il secondo film, a mio parere, di gran lunga superiore al primo da un punto di vista tecnico, rendendolo ancora più realistico e ricco di strepitosi effetti speciali. Un film, insomma, da vedere obbligatoriamente sul grande schermo di un cinema, per vivere un’esperienza indimenticabile. Non posso infine non menzionare, in qualità di grande fan, il brano inedito di The Weeknd: “Nothing is lost”, presente al termine del film, che ha tenuto me e molti altri incollati alle poltrone, coronando perfettamente questo magnifico progetto, da cui siamo rimasti piacevolmente stregati.

Virginia Porcelli