Caravaggio: tra luce e ombra

Introduzione

Michelangelo Merisi da Caravaggio, noto semplicemente come Caravaggio, è uno dei pittori barocchi più influenti e controversi della storia dell’arte.
Il suo stile innovativo, caratterizzato dalla maestria nell’uso della luce e dell’ombra, ha lasciato un’impronta indelebile sulla pittura del XVII secolo.

In questo articolo, esploreremo alcune delle sue opere più celebri, evidenziando la sua abilità tecnica e la sua capacità di affrontare temi complessi.

La Vocazione di San Matteo (1600)

Questa iconica opera è custodita nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Caravaggio cattura il momento in cui San Matteo, un pubblicano convertito in apostolo, riceve la chiamata divina da Gesù.

La luce proveniente da una finestra laterale illumina la scena, creando un drammatico contrasto tra l’oscurità circostante e il volto sorpreso di San Matteo.
La scelta di rappresentare un momento così profano in un contesto religioso rappresenta una delle audaci sfide di Caravaggio alla tradizione.

Amor Vincit Omnia (1601)

Questa piccola ma potente opera, nota anche come “Amore vince su tutto,” cattura l’attenzione con il suo mistero e la sua sensualità.

Un giovane Cupido, con le ali dorati, trionfa su una serie di simboli di potere umano, tra cui un elmo e una corona.
La resa dei dettagli e il realismo delle texture sono impressionanti.
L’opera solleva interrogativi sulla natura dell’amore e del potere e rimane un capolavoro enigmatico.

Giuditta e Oloferne (1599-1602)

Questa opera straordinaria è nota per la sua brutalità e il suo realismo crudo.
Raffigura Giuditta, una donna ebrea, mentre decapita il generale assiro Oloferne.

La luce che illumina il viso di Giuditta e la testa di Oloferne, appena recisa, crea un contrasto potente tra il bene e il male, il trionfo della virtù e la brutalità della violenza. Caravaggio sfida lo spettatore a confrontarsi con la violenza in modo crudo e inquietante.

Bacchino Malato (1593-1594)

Questa straordinaria opera raffigura un giovane Bacchino, dio del vino, in uno stato di malessere.
Il realismo con cui è dipinto il volto del giovane, con le sue ferite e il suo sguardo vitreo, è affascinante.
La rappresentazione della fragilità umana in contrasto con la divinità di Bacchino è un tema ricorrente nell’arte di Caravaggio.

Narciso (1597-1599)

L’opera di Caravaggio spesso esplora la natura dell’egoismo e dell’auto-amore, e “Narciso” è un esempio eloquente di questo tema.
Raffigura Narciso, il giovane mitologico innamorato della propria immagine riflessa nell’acqua.
La luce si riflette in modo magistrale sull’acqua e sul volto di Narciso, creando un’atmosfera di fascino e narcisismo che incanta lo spettatore.

Conclusione

Le opere di Caravaggio sono un testamento alla sua abilità tecnica straordinaria e alla sua capacità di catturare la complessità della condizione umana.

La sua rivoluzionaria manipolazione della luce e dell’ombra ha influenzato generazioni di artisti successivi, e la sua audacia nell’affrontare temi oscuri e controversi continua a suscitare riflessioni e discussioni.

Caravaggio rimane un maestro indiscusso dell’arte barocca, e le sue opere continuano a essere ammirate e studiate in tutto il mondo per la loro bellezza e profondità.

 




Il maestro delle luci e delle ombre: Caravaggio

Chi è che, in vita sua, non ha mai sentito parlare di Caravaggio?

Michelangelo Merisi da Caravaggio (detto, appunto, il Caravaggio) è sicuramente uno degli artisti più famosi di tutti i tempi.
Uomo dalla vita tormentata e oscura, Caravaggio nasce a Milano nel 1571 ed entra all’età di 13 anni nella bottega di Simone Peterzano, dove compie il suo apprendistato da pittore.

Di quel periodo, tuttavia, non si sa nulla.

 

Periodo romano

Nel 1594 si trasferisce a Roma. Molti pensano che abbia abbandonato Milano così presto poiché colpevole di omicidio, ma le storie attorno alla sua vita sono numerosissime ed è difficile distinguere la realtà dalla leggenda.

Le opere del periodo romano sono caratterizzate da toni più chiari, giallastri, come ad esempio la “Buona Ventura” e “Bacchino malato”.
E’ possibile vedere molte sue opere qui a Roma, gratuitamente, come nella Cappella Cerasi a Santa Maria del Popolo nella chiesa di San Luigi dei Francesi.

La Buona Ventura è un’opera dipinta probabilmente nel periodo in cui Caravaggio frequentava la bottega del Cavalier d’Arpino a Roma.
Il quadro rappresenta una zingara che, mentre legge la mano ad un giovane, gli ruba l’anello dal dito.


E’ una scena di vita quotidiana: una graziosa zingarella, con il pretesto di leggere la mano a un ingenuo giovane di buona famiglia, catturando la sua attenzione col suo sguardo malizioso, gli sfila abilmente un anello dal dito. Qualcosa che si può vedere ogni giorno al centro di Roma!

La tradizione vuole che Caravaggio avesse scelto per modella una vera zingara che vide passare davanti al suo studio e come ci dice il Bellori, la condusse in studio per ritrarla così, al momento.
L’indagine radiografica del 1985 ha messo in luce un dettaglio che oggi, nonostante i restauri, non è più ben visibile, ovvero le dita della zingara che sfilano l’anello all’ingenuo giovane ben vestito.

 

I numerosi viaggi

Nel 1606, però, durante una rissa, Caravaggio uccise Rinuccio Tommasoni.
Condannato alla pena di morte, Caravaggio cercò di fuggire, spostandosi prima a Napoli, poi a Malta e in Sicilia, per tornare infine di nuovo a Napoli, in una costante ricerca di protezione.

Le opere di questo periodo – della maturità – sono permeate dalla paura della morte, come la “Decollazione di San Giovanni Battista” ma soprattutto il bellissimo “Davide con la testa di Golia”.

 

Nel volto di Golia è rappresentato tutto il tormento e la paura che Caravaggio visse in quel periodo: è, infatti, il suo autoritratto.
Le due figure emergono dalle ombre, in questa tecnica che sarà poi caratteristica di Caravaggio.
Sono figure corrose dalla luce, che lottano per venire a galla dall’oblio che le circonda.

Come le statue di Michelangelo che venivano fuori dal marmo, così anche le figure di Caravaggio.

Nel disperato tentativo di tornare a Roma e chiedere aiuto al papa, Caravaggio intraprese un viaggio, il suo ultimo.
Morì infatti nel 1610 a soli 38 anni, senza sapere che il papa aveva inviato una settimana prima un messaggero con il condono papale per assolverlo dai suoi crimini.




Il brand di Caravaggio

IL BRAND DI CARAVAGGIO

 

Cos’è il brand?

E che c’entra Caravaggio, il grande pittore vissuto tra il 1571 e il 1610, col concetto di brand?

 

Conversione di San Paolo, Caravaggio.
Foto cosafarearoma.it

 

Brand

Brand è una parola del tedesco antico e vuol dire “fuoco”, evoca l’immagine del “marchiare a fuoco”.

È evidente il collegamento con il termine “marca”. E con il termine “marchio”.

Nel mondo commerciale e imprenditoriale, “brand” è la combinazione di elementi come nome, logo, slogan, storia, valori, comunicazione, reputazione di un’azienda.

Una combinazione costruita in modo consapevole, su cui si gioca la maggiore o minore fidelizzazione del “consumatore”, del cliente.

Brand risponde al concetto di “marca”, che è qualcosa di diverso dal “marchio”.

 

Il marchio si deposita

Il marchio, come sappiamo, è un oggetto molto concreto, che si formula come risultato finale e simbolico di un percorso creativo relativo alla commercializzazione di un prodotto o di un servizio e infine si deposita,

allo scopo di tutelare l’originalità e la proprietà dell’idea, del prodotto, del servizio.

 

Brand e marca sono intangibili

Invece, “brand” e “marca” sono elementi intangibili.

Hanno a che fare con l’immagine che si costruisce di sé, della propria attività, della propria affidabilità, della propria storia, dei propri valori.

Hanno bisogno di molto tempo di sedimentazione e sono in continua evoluzione.

 

Anche tu esprimi un brand

Ora, proviamo a uscire dal piano esclusivamente commerciale e consumistico.

Se mettiamo la questione sul piano squisitamente umano, ti do una notizia: anche tu, sì, proprio tu che leggi, esprimi un brand, che tu lo sappia o no.

E già, perché, umanamente parlando, potremmo dire che in ogni tuo modo di essere, in ogni tuo comportamento, esprimi la tua “sostanza”, i valori in cui credi, come vuoi che ti percepiscano gli altri.

In altre parole, esprimi il tuo “brand”, forse inconsapevole, cioè l’immagine che trasmetti agli altri, la tua credibilità, la tua reputazione.

 

Brand è anima

In ultima analisi, brand è anima.

Infatti, nel mondo aziendale, i brand che funzionano meglio sono quelli più “sinceri”, quelli che riescono a “parlare” al consumatore dei valori, dei più alti obiettivi di un’impresa.

I brand che funzionano meglio sono quelli che esprimono brillantemente l’anima dell’uomo, della donna, delle donne e degli uomini che guidano l’azienda, che ne portano avanti le idee.

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio

Se brand è anima, allora possiamo accorgerci del brand di Caravaggio.

Pictor praestantissimus, ovvero, il pittore più prestante della sua epoca, è un artista estremamente riconoscibile e non solo per i suoi cultori.

La vita di Caravaggio fu un succedersi di vicende maledette,

ma anche di fortunati incontri con veri e propri mecenati, affascinati dalla sua arte.

Eppure né l’adulazione, né le avversità, né gli eccessi, né la fuga cui fu costretto negli ultimi anni della sua vita, inseguito dalla pena di morte, riuscirono mai a distrarlo dal suo rigore pittorico, geniale e rivoluzionario.

Avrebbe potuto, per interesse o per disperazione, seguire strade espressive molto più comuni e tirate via.

Ma il suo brand si è imperiosamente imposto su ogni necessità.

Gli era impossibile venir meno all’istanza profonda di dare sempre voce all’autenticità, cercando l’equilibrio tra l’esplosione creativa e la disciplina pittorica.

Se ti fai un minimo di occhio, riconoscerai un quadro di Caravaggio tra mille.

 

Come nel set di un film

 

La vocazione di Matteo, Caravaggio.
Foto cosafarearoma.it

 

Il tempo di Caravaggio era il tempo della Controriforma, di una Chiesa che commissionava quadri di storia sacra capaci di elevare gli animi e suscitare sentimenti commoventi.

L’artista rispose a tale richiesta senza mai adagiarsi su moduli espressivi già noti.

Si oppose così all’accademismo corrente, generando una pittura diretta, rivoluzionaria, espressa dal vero, con un naturalismo che ti coinvolge, come il set di un film drammatico, qualsiasi età tu abbia.

Non è solo stile, ma rigorosa scelta pittorica, felice immediatezza “fotografica”, immersione fulminea, brutale, senza concessioni o abbellimenti dentro scene nutrite dell’anima di Caravaggio, della sua esperienza, fatta di contrasti e di travagli, di intensa ricerca di sapore, odore, colore, piacere e dannazione.

 

Come uno scatto rubato

L’effetto di ogni suo quadro somiglia allo scatto di una foto ante litteram, lo scatto rubato nel momento più significativo del dramma in atto, con una inedita trattazione della luce, ottenendo effetti drammatici per mezzo del chiaroscuro, con un violento contrasto di ombre e luci quale si trova solo nelle cantine o alla luce artificiale.

L’effetto, inoltre, era spesso dissacrante: i contenuti sacri dovevano riflettersi in azioni vere e rispecchiare la vita popolare, fatta di piedi sporchi, espressioni di dolore, luci oblique.

Caravaggio dipingeva “alla prima”, senza analitici disegni preparatori, con la visione completa maturata nell’intimo e fissata di getto sulla tela.

Riuscì così a rigenerare l’arte del suo tempo.

Tale intenso realismo, così diverso dal metodo pittorico allora in voga, ebbe una portata enorme in tutta l’Europa.

 

Ritratto di Caravaggio, Ottavio Leoni.
Foto aboutartonline.com

 

Se sei a Roma…

 

La Madonna dei Pellegrini, Caravaggio.
Foto cosafarearoma.it

 

Se sei a Roma, non ti sarà difficile seguire le orme di Michelangelo Merisi da Caravaggio, specchiandoti in molti suoi capolavori, esposti in chiese e musei.

Per citare solo le chiese, ecco il tuo facile itinerario.

Nella chiesa di San Luigi dei Francesi, vicino a Piazza Navona, c’è la Cappella Contarelli, con tre dipinti: la “Vocazione di San Matteo”, il “Martirio di San Matteo” e “S. Matteo e l’Angelo”.
Alla fine di Corso Rinascimento, dalla parte di Piazza delle Cinque Lune, trovi la Chiesa di Sant’Agostino, dove è la “Madonna dei Pellegrini”, conservata nella prima cappella a sinistra, proprio vicino all’ingresso.
Presso la Basilica di Santa Maria del Popolo, a Piazza del Popolo, ti aspetta la Cappella Cerasi, dove sono la “Conversione di S. Paolo” e la “Crocifissione di S. Pietro”.