Festival di Cannes 2023, i vincitori

Lo scorso 27 maggio si è conclusa la 76ª edizione del Festival di Cannes, uno degli eventi cinematografici più attesi dell’anno e, se Chiara Mastroianni è stata la madrina del Festival, la madre, Catherine Deneuve, ne è stata certamente il volto. Sulla locandina vi era infatti una sua foto scattata nel ’68, quando l’attrice aveva 25 anni.

Questa edizione, inaugurata con la proiezione di “Jeanne du Barry- La favorita del re” e chiusa dal film d’animazione Pixar “Elemential”, è stata inoltre caratterizzata da molti cambiamenti, tra cui sicuramente l’aumento di pellicole trattanti il tema della diversità e un programma con titoli provenienti da buona parte del mondo.

La giuria, presieduta dal regista svedese Ruben Ostlund, vincitore della precedente edizione, ha assegnato la Palma D’Oro di quest’anno al film “Anatomie d’une Chute”, thriller legale della francese Justin Triet. Per la terza volta nella storia del Festival è quindi una donna a vincere il riconoscimento più importante, mentre il secondo più importante, il Grand Prix, è stato attribuito a “The zone of interest”, ambientato durante l’olocausto e acclamato dalla critica. I due film vedono inoltre come protagonista la stessa attrice: Sandra Hüller, la quale ha senza dubbio confermato la sua bravura. Miglior interpretazione femminile, tuttavia, è stata quella di Merve Dizdar in “About Dry Grasses”, mentre, per quella maschile, è stato Koji Yakusho per il film “Perfect Days” a vincere il premio. Degni di nota anche Tran Anh Hung per “La passion de Dodin Bouffant”, premio alla regia, e Yuji Sakamoto per il film “Monster”, miglior sceneggiatura. Infine il premio della giuria è stato assegnato alla commedia sentimentale “Les feuilles mortes” di Aki Kaurismaki.

 

Purtroppo l’Italia, rappresentata dai registi Bellocchio, Moretti e Rohrwacher, non ha invece ottenuto alcun riconoscimento, nonostante le pellicole siano state comunque molto apprezzate.

Possiamo dunque dire che anche questa edizione del Festival di Cannes sia giunta al termine, ora non ci resta solo che aspettare due mesi per il tanto atteso Festival di Venezia.

Virginia Porcelli




Le otto montagne, storia di una grande amicizia

Le otto montagne, tratto dall’omonimo romanzo, si è aggiudicato il premio come miglior film dell’anno ai David di Donatello 2023, insieme alla miglior sceneggiatura adattata, fotografia e suono.

Diretto dai registi svedesi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, narra la storia di una grande amicizia nata tra due bambini, Pietro e Bruno, che una volta uomini si allontanano dai propri padri e, tra le mille difficoltà della vita, finiscono sempre per tornare alla loro casa sulle montagne.

    

I due protagonisti sono stati interpretati da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, due tra i migliori attori del cinema italiano e cari amici da diversi anni anche nella vita reale. Borghi ha infatti dichiarato che lui e Luca, come i loro personaggi, sono due persone diverse che cercano di entrare uno nell’altro, senza aver bisogno di dirsi nulla.

In quanto alle montagne invece, le vere protagoniste, ci lasciano sbalorditi a ogni ripresa. Si tratta dei monti della Valle d’Aosta, in particolare della Val d’Ayas, la più soleggiata e quella con i panorami più belli. Grande proposta di turismo, già messa in atto la scorsa estate, è l’organizzazione di tour nei luoghi del film, accompagnati da guide naturalistiche e alpine.

Quello che però molti si chiedono è se effettivamente la storia di Pietro e Bruno sia vera. La realtà è che il personaggio di Pietro è l’alter ego di Paolo Cognetti, autore del romanzo, il quale dopo l’adolescenza ha abbandonato la montagna per poi tornarci verso i trent’anni, trasferendosi proprio in Valle d’Aosta. Il personaggio di Bruno è invece inventato, ma ispirato a tutte le persone del posto che lo scrittore aveva incontrato.

Il film è veramente commovente e la fotografia, dai colori sbiaditi, riflette al meglio l’animo dei protagonisti. Il tutto poi è contornato da un suono struggente che rimane scolpito in noi.

Insomma, le otto montagne merita sicuramente il tanto ambito premio, in quanto rappresenta l’aspetto più importante della vita di tutti noi: l’amicizia, quella che resiste al tempo.

Virginia Porcelli