Processionaria, alla larga dai bruchi … in fila indiana
In questo periodo possiamo incontrare, nei prati e nei parchi, bruchi lunghi 1-3 centimetri, di colore scuro con una fascia giallastra sul dorso, che appartengono al gruppo dei Lepidotteri. Si muovono in fila indiana, scendono dagli alberi, dove vivono e depongono le uova, e a livello larvale possono essere pericolosi per noi e per i nostri animali. Si muovono come se fossero in una processione, da qui il nome ‘processionaria’, che include molte specie, di cui la più famosa è quella del Pino (Thaumetopoea pityocampa). Nutrendosi degli aghi di pino, con le loro forti mandibole defogliano velocemente la pianta. Ogni femmina fa il tipico nido ‘a matassa’ di solito sulla chioma del pino, o dell’albero ospitante, che può contenere fino a 300 uova. Verso fine maggio i bruchi vanno a tessere il bozzolo in un luogo adatto, dove si interrano fino a quando a luglio ne escono da adulti, e diventano farfalle notturne o falene, assolutamente innocue. Per le persone il rischio maggiore è legato alla pelle, in quanto i peli rilasciati dall’insetto sono setole urticanti, che possono portare anche ad importanti eritemi, provocare reazioni allergiche e dermatiti, più o meno gravi; inoltre i peli che ‘svolazzano’ nell’aria, trasportati dal vento, possono diventare potenzialmente pericolosi. Purtroppo alcuni di noi sono incappati nella processionaria, riportandone ovviamente ricordi certamente non positivi come ad esempio la nostra concittadina Silvia: “Abito in una zona in campagna e abbiamo pini marittimi. Ogni anno di questi tempi lo sguardo va in alto tra quelle chiome in cerca di bozzoli bianchi. Una volta trovati, mio marito o mio padre tagliano quei rami ai quali i bozzoli si attaccano, per eliminarli prima che si schiudano ed evitare danni a persone e animali. Quando mio figlio era piccolo e ancora gattonava, entrò in contatto con la bava che questi bruchi lasciano sul terreno: ebbe una brutta reazione allergica che gli fece gonfiare i palmi delle manine. Consultai il pediatra che mi indicò di dargli del cortisone per sfiammare le parti colpite”. É bene evitare il contatto con occhi, mucosa nasale, bocca e vie respiratorie, sia per noi sia per gli animali. Nel caso di contatto, togliersi i vestiti indossati, lavare la parte, non grattarsi e rivolgersi ad un medico tempestivamente, o al veterinario nel caso si tratti di animali. Tra le precauzioni semplici da seguire: non sostare sotto le piante infestate, tenere i cani al guinzaglio nelle zone di presenza dei nidi, non far toccare le processionarie ai bambini, non cercare di distruggere i nodi col metodo ‘fai da te’ perché favorisce la diffusione nell’ambiente dei peli urticanti.
Dal 2008 in Italia la disinfestazione dei bruchi di processionaria è obbligatoria, regolamentata da un decreto ministeriale: “nelle aree in cui le strutture regionali individuate per le finalità di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214, competenti per territorio, hanno stabilito che la presenza dell’insetto minacci seriamente la salute delle persone o degli animali o la sopravvivenza del popolamento arboreo”. Incaricati per la rimozione dei nidi sono il Corpo forestale dello Stato o degli Enti locali. Il Comune di Pomezia con Ordinanza n. 11 del 22 marzo 2021 per la prevenzione dei rischi da processionaria del pino, ha disposto la chiusura straordinaria in via precauzionale dei parchi: Giardini Petrucci di piazza Indipendenza e Alda Federici di via Filippo Re, per effettuare interventi di disinfestazione dei pini. Se la pianta con processionaria è di proprietà privata, la disinfestazione è a carico del proprietario. Chi si imbatte in un gruppo di bruchi di processionaria dovrebbe informare le autorità competenti, e allontanarsi dalla zona. (Foto di Marc Pascual da Pixabay)