Annibale Carracci: un maestro del barocco italiano

Nel panorama della pittura italiana del XVII secolo, Annibale Carracci si erge come una figura centrale e influente.
Le sue opere, intrise di maestria tecnica e profondità emotiva, hanno lasciato un’impronta indelebile sulla storia dell’arte. In questo articolo, esploreremo alcune delle principali opere di questo geniale artista, analizzando il suo contributo alla pittura barocca italiana.

“Il Mangiafagioli” (1590)

Uno dei capolavori più celebri di Annibale Carracci è “Il Mangiafagioli,” un dipinto che cattura la vita quotidiana nella Roma del XVI secolo.
La scena ritrae un contadino intento a mangiare fagioli, simbolo di semplicità e umiltà. Carracci sfida gli stereotipi dell’arte aristocratica, conferendo dignità alla vita dei comuni cittadini.
La luce radente e il dettaglio minuzioso nelle espressioni dei personaggi conferiscono al dipinto un’atmosfera di autenticità e immediatezza.

“La Fuga in Egitto” (1603-1604)

“La Fuga in Egitto” è un’altra opera iconica di Carracci, che raffigura la Sacra Famiglia in fuga verso l’Egitto per sfuggire all’ira del re Erode.

Questo dipinto combina abilmente elementi del sacro e del profano. Carracci rende omaggio alla tradizione religiosa, ma allo stesso tempo, incorpora elementi paesaggistici naturalistici e animali curiosamente osservati.
Questa fusione di elementi sacri e terreni riflette l’approccio eclettico di Carracci alla pittura.

“L’Assunzione della Vergine” (1600-1601)

“L’Assunzione della Vergine” è un affresco che decorava la cupola della Chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.
In questa grandiosa composizione, Carracci dipinge la Vergine Maria che viene assunta in cielo, circondata da angeli e apostoli.
La cupola stessa sembra aprirsi per accogliere la Vergine.
Quest’opera è un esempio straordinario della capacità di Carracci di creare una sensazione di movimento e di trascendenza attraverso l’uso della prospettiva e della luce.

“Il Trionfo di Bacco e Arianna” (1597-1602)

Questo ciclo di affreschi, situato nella Galleria Farnese a Roma, è un’altra testimonianza dell’ampio repertorio artistico di Annibale Carracci.
La serie raffigura il trionfo del dio Bacco e la sua unione con Arianna, la principessa cretese. Carracci fonde elementi mitologici e allegorici in un caleidoscopio di colori e movimento.
Le figure sembrano danzare nell’aria, creando un senso di gioia e festa. Questo ciclo di affreschi è considerato uno dei vertici dell’arte barocca italiana.

Conclusioni

Annibale Carracci, con la sua versatilità e innovazione, ha contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’arte barocca italiana.
Le sue opere sono un esempio straordinario di come l’arte possa coniugare la tradizione con la modernità, il sacro con il profano.

La sua capacità di catturare la vita quotidiana con un’attenzione ai dettagli straordinariamente realistica e la sua abilità nel creare opere di grande impatto emotivo hanno ispirato generazioni di artisti successivi. Annibale Carracci rimarrà per sempre una figura iconica nella storia dell’arte italiana e mondiale.




Antonello da Messina: Il Genio Rinascimentale della Pittura

Antonello da Messina, uno dei più celebri pittori italiani del Rinascimento, ha lasciato
un’impronta indelebile nel panorama artistico con le sue opere iconiche che incarnano
l’essenza stessa dell’epoca.

La sua maestria nel dipingere ritratti e scene sacre ha
catturato l’attenzione di generazioni di ammiratori dell’arte.

Esaminiamo alcune delle sue principali opere, testimonianza di un talento straordinario che ha influenzato l’arte europea per secoli.

Ritratto d’uomo (1475-1476)
Questo ritratto è senza dubbio uno dei capolavori più celebri di Antonello da Messina.
Esprime la profonda conoscenza dell’anatomia umana e la padronanza nel catturare
l’espressione individuale.
Il soggetto, con uno sguardo penetrante e un volto illuminato da una luce soffusa, risplende come un’icona di eleganza e mistero.

Antonello ha sapientemente utilizzato la tecnica ad olio, una delle prime adottate in Italia, per creare una resa realistica e una profondità straordinaria.

Crocifissione(1454-1458)
Quest’opera, simbolo della spiritualità del Rinascimento, esemplifica la maestria di
Antonello nell’esplorare temi sacri.
La Crocifissione rappresenta il sacrificio di Cristo in modo potente ed emotivo.
L’uso abile della prospettiva e della luce conferisce all’opera una profondità tridimensionale, trasportando lo spettatore direttamente nella scena.

Antonello dimostra qui la sua abilità nell’interpretare soggetti religiosi con una raffinatezza e una precisione sorprendenti.

San Girolamo nello studio(1460)
Questo dipinto è un’opera emblematica di Antonello, che dimostra il suo impegno nell’evocare l’intelletto l’umanità attraverso l’arte.
La rappresentazione di San Girolamo, uno dei padri della Chiesa, è dettagliata e
profonda, riflettendo l’isolamento e la meditazione del santo.
Antonello è riuscito a trasmettere l’essenza dell’uomo nel suo ambiente di studio, con la luce che gioca su oggetti e tessuti, creando un’atmosfera vibrante e coinvolgente.

Annunciata(1474-1476)
Quest’opera, conosciuta anche come Annunciazione, è un esempio eloquente della
maestria di Antonello nel ritrarre temi religiosi. La rappresentazione dell’Angelo Gabriele e della Vergine Maria è delicata e raffinata. Antonello utilizza la luce in modo magistrale per delineare i dettagli e creare un’atmosfera di sacralità e misticismo.
I colori tenui e la composizione bilanciata enfatizzano la purezza e la grazia della scena.

Conclusioni
Antonello da Messina è stato un pioniere nel mondo della pittura rinascimentale italiana,
contribuendo in modo significativo all’evoluzione delle tecniche pittoriche e
dell’espressione artistica.
Le sue opere continuano a ispirare e ad affascinare gli
appassionati d’arte di tutto il mondo, attraverso la loro bellezza intrinseca e il loro richiamo emotivo. La profondità e la raffinatezza dei ritratti e delle opere sacre di Antonello da Messina rimangono un tesoro inestimabile nel panorama artistico, un’incantevole finestra sul Rinascimento italiano e sulla sua genialità creativa.




Giambattista Tiepolo: l’eleganza del Rococò

Giambattista Tiepolo, figura di spicco nel panorama della pittura barocca e rococò, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte con le sue straordinarie opere. Nato a Venezia nel 1696, Tiepolo sviluppò uno stile unico caratterizzato dall’eleganza, dalla vivacità cromatica e dalla maestria tecnica. Il suo talento era indiscusso, e ancora oggi le sue opere suscitano ammirazione e ispirazione in artisti di tutto il mondo.

“L’Apoteosi della Famiglia Pisani” (1761)

Una delle opere più celebri di Giambattista Tiepolo è “L’Apoteosi della Famiglia Pisani”, un affresco che decora la volta della villa Pisani a Stra, vicino a Venezia. Questa grandiosa composizione rappresenta l’apice della sua carriera artistica. L’affresco presenta una scena mitologica in cui la famiglia Pisani viene accolta tra gli dèi dell’Olimpo, celebrandone il prestigio e la grandezza.

Tiepolo dimostra la sua abilità nell’uso del colore e della luce, creando una vera e propria esplosione di tonalità luminose che conferiscono un senso di movimento e vitalità all’intera composizione. La prospettiva illusionistica e l’eleganza dei personaggi sono altre caratteristiche peculiari dell’opera di Tiepolo che qui raggiungono il massimo splendore.

“Il Trionfo di Venere” (1740)

Un’altra opera iconica di Giambattista Tiepolo è “Il Trionfo di Venere”, realizzata nel 1740 e conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma. Questo dipinto è un esempio straordinario del suo stile, che fonde il classicismo con elementi barocchi e rococò.

Tiepolo rappresenta Venere, dea dell’amore, circondata da altre divinità, creature mitologiche e putti. L’uso sapiente del colore e la padronanza della composizione conferiscono all’opera un’atmosfera di grazia e leggerezza, catturando la bellezza e l’armonia della divinità.

“Il Ciclo Affrescato di Würzburg” (1750-1753)

Tra le opere più imponenti e celebri di Tiepolo vi è il ciclo di affreschi realizzato nella Residenza di Würzburg, in Germania. Questo ciclo, commissionato dal principe vescovo Carl Philipp von Greiffenclau, rappresenta un punto culminante dell’arte barocca.

Le scene affrescate narrano storie della vita di Apollo e altri temi mitologici, mostrando la maestria di Tiepolo nel creare spazi architettonici illusionistici e nel rappresentare personaggi mitologici con grazia e dinamismo. L’uso vivace del colore e la prospettiva illusionistica rendono questo ciclo un esempio di eccellenza artistica.

Conclusione

Giambattista Tiepolo, maestro del barocco e rococò, ha lasciato un’eredità artistica che continua a ispirare generazioni di artisti. Le sue opere, con la loro vivacità cromatica, maestria tecnica ed eleganza compositiva, ci trasportano in un mondo di bellezza e armonia. L’abilità di Tiepolo nel catturare l’essenza della mitologia e della vita quotidiana è una testimonianza del suo genio artistico, che merita di essere celebrato e studiato ancora oggi.




In mostra a Roma l’arte e la scienza

Fino al 27 febbraio 2022 il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita il progetto “Tre stazioni per Arte-Scienza”, articolato in tre diverse dimensioni: quello storico “La scienza di Roma. Passato, presente e futuro di una città”, quello artistico “Ti con zero” e quello della ricerca scientifica contemporanea con “Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro”, promosso da ROMA Culture e organizzato dall’Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione tra gli altri dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Accademia Nazionale dei Lincei e dalla Sapienza Università di Roma. L’iniziativa pone l’accento sul dibattito contemporaneo sul rapporto tra scienza e società, a partire dai cambiamenti climatici, la pandemia e il ruolo della possibilità che metodi e nuove istanze hanno determinato nella formazione e nelle nuove riflessioni scientifiche.Previste conferenze, lezioni e performance per stabilire un collegamento tra i vari saperi di scienza e arte, a favore della  partecipazione di diversi pubblici, a dimostrazione che la conoscenza non può fondarsi su certezze e separazioni disciplinari, ma deve praticare la dimensione della ricerca, luogo mobile, libero e incerto dove si incontrano scienza e arte.

Il titolo della mostra “Ti con zero”, tratto da un racconto di Italo Calvino, è una notazione matematica con cui si indica il momento iniziale di osservazione di un fenomeno ed è un punto di vista in cui possono incontrarsi conoscenza e immaginazione. I temi e i paradigmi dell’esposizione sono quelli della nostra contemporaneità: automatizzazione, riscaldamento globale, riconversione ecologica, modelli previsionali proposti da scienziati e istituti di ricerca che sfruttano le possibilità offerte dalla tecnologia, superando la contingenza della ricerca applicata con la forza immaginativa delle opere d’arte, per interpretare il futuro. Ed è proprio su scambio, dialogo e interazione tra questi due ambiti che gli artisti coinvolti nella mostra hanno fondato il loro percorso di ricerca: tra questi Tacita Dean, Agnes Denes, Giuseppe Penone, Adelita Husni-Bey, Albrecht Dürer, Nancy Holt.

Il percorso espositivo “La scienza di Roma Passato, presente e futuro di una città” evidenzia come la Capitale abbia dato spazio nel corso dei tempi a molteplici discipline attraverso scienziati del calibro di Galileo Galilei, Niccolò Copernico, Enrico Fermi, Guglielmo Marconi, Vito Volterra, per citarne solo alcuni; tra le discipline, aerospazio, agronomia, antropologia, astronomia, biologia, chimica, fisica, matematica, medicina. Obiettivo dell’esposizione è quello di raccontare la storia delle idee scientifiche e il loro impatto nella società attraverso i grandi scienziati che a Roma hanno lavorato e le grandi scoperte che qui sono state fatte.

Al centro della mostra “Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro” c’è il dubbio presentato al pubblico attraverso alcuni strumenti statistici e probabilistici che la scienza applica in vari ambiti: fisica, medicina, previsioni climatiche, ed anche sull’insicurezza sulla nostra vita, soprattutto in questa attualità pandemica. La mostra è suddivisa in sezioni tematiche che, attraverso dispositivi e installazioni multimediali, raccontano come la scienza intende comprendere la realtà e fare previsioni sui fenomeni naturali e sociali. In esposizione anche gli scritti di Galileo sul gioco dei dadi e una installazione immersiva attraverso cui il visitatore può conoscere da vicino il mondo delle particelle, uno dei concetti base della meccanica quantistica.

Per informazioni:https://www.palazzoesposizioni.it/




L’arte senza tempo di Antonio Canova: l’eternità scolpita nel marmo

Antonio Canova, nato nel 1757 a Possagno nel Veneto, è stato uno dei più celebri scultori neoclassici del XVIII e XIX secolo.

Le sue opere, intrise di grazia e perfezione, incarnano l’ideale estetico dell’epoca e continuano a esercitare un profondo impatto sull’arte scultorea moderna.
Il genio di Canova si esprime attraverso il marmo, trasformando la pietra in opere d’arte cariche di emozione e bellezza.

Il Capolavoro: “Amore e Psiche”

Tra le opere più celebri di Antonio Canova spicca “Amore e Psiche”, un capolavoro senza tempo che incarna l’elevata maestria e la sensibilità artistica dello scultore.
Quest’opera stupenda rappresenta il mito d’amore tra il dio Amore (Eros) e la bellissima principessa Psiche.

La scultura cattura l’essenza dell’amore in un abbraccio appassionato tra i due amanti, con Psiche che è dolcemente sostenuta dalle ali di Amore.

Canova ha reso ogni dettaglio in modo impeccabile, dalle ali eteree all’espressione tenera dei volti, creando un’opera in cui il marmo sembra prendere vita, trasmettendo sentimenti e emozioni.

“Venere e Marte”: L’equilibrio della Passione

Un’altra opera emblematica di Canova è “Venere e Marte”, che cattura l’equilibrio tra passione e grazia.

La scultura rappresenta il dio della guerra, Marte, addormentato e disarmato, mentre Venere, dea dell’amore, lo osserva con tenerezza.
Quest’opera manifesta la capacità di Canova di creare sculture che narrano storie complesse e suscitano emozioni profonde.

“Le Tre Grazie”: L’Armonia del Corpo Femminile

Le Tre Grazie, conosciute come Aglaia, Eufrosine e Talia, erano considerate nella mitologia greca come le dee dell’incanto, della grazia e della bellezza.

Canova ha immortalato queste figure mitologiche in una scultura che incarna l’armonia e la bellezza del corpo femminile.
Le tre figure si abbracciano dolcemente, rappresentando l’unità e la grazia che solo l’amore e l’amicizia possono portare.

L’Eredità di Canova

Antonio Canova non ha solo lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte, ma ha anche influenzato generazioni successive di scultori.
Il suo stile neoclassico, caratterizzato da una ricerca della perfezione e una predilezione per soggetti mitologici e storici, ha ispirato numerosi artisti.

Canova ha dimostrato che la pietra può essere modellata per esprimere la bellezza e la grazia, consentendo all’arte di trascendere il tempo e toccare l’eternità.

In conclusione, Antonio Canova è stato un maestro nella scultura neoclassica, le cui opere continuano a incantare e a ispirare il mondo dell’arte.

Attraverso la sua abilità straordinaria e la sua sensibilità artistica, Canova ha creato opere senza tempo che parlano all’anima e ci invitano a riflettere sulla bellezza e sull’eternità.




Francesco Borromini: il genio dell’architettura barocca

L’arte e l’architettura barocca hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del mondo artistico, e uno dei maestri indiscussi di questo periodo è Francesco Borromini.

Nato nel 1599 a Bissone, in Svizzera, Borromini divenne uno dei principali architetti del XVII secolo, noto per il suo stile innovativo e visionario.
Questo articolo esplorerà le principali opere architettoniche di Borromini, rivelando il suo genio e la sua influenza duratura nell’ambito dell’architettura barocca.

Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane

Una delle opere più iconiche di Borromini è la Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, situata a Roma. Questa chiesa è un esempio straordinario del suo talento nell’uso della geometria e della luce per creare un ambiente unico e suggestivo.

La facciata della chiesa è una complessa fusione di curve e controc curve, con quattro fontane ai suoi angoli, da cui prende il nome.
L’interno della chiesa è altrettanto impressionante, con una cupola ellittica che sembra fluttuare nell’aria, grazie all’uso sapiente degli stucchi e delle aperture luminose. Borromini ha dimostrato qui la sua abilità nel creare spazi che invitano alla contemplazione e alla spiritualità.

 

Sant’Ivo alla Sapienza

Un’altra opera straordinaria di Borromini a Roma è la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza. Questo edificio è celebre per la sua cupola a spirale, unica nel suo genere. Borromini ha creato una struttura complessa e innovativa, che sfida la gravità e sembra danzare nel cielo romano.

La facciata della chiesa è ornata da una serie di simboli e dettagli intricati, che testimoniano la profondità del pensiero dell’architetto. Sant’Ivo alla Sapienza è un esempio di come Borromini abbia combinato l’architettura con la matematica e la simbologia per creare opere di straordinaria bellezza e significato.

Palazzo Barberini

Oltre alle chiese, Borromini ha lasciato un’impronta significativa anche nel mondo dell’architettura civile. Il suo lavoro più noto in questo campo è il Palazzo Barberini, che oggi ospita la Galleria Nazionale d’Arte Antica a Roma.

Il palazzo è un esempio straordinario di architettura barocca, con una facciata grandiosa e ornata. L’interno presenta una serie di sale magnificamente decorate, tra cui la famosa Sala delle Api. Borromini ha contribuito a creare uno spazio che combina l’opulenza e l’eleganza con un senso di grandezza e teatralità, tipico del periodo barocco.

Chiesa di San Giovanni in Laterano (Cappella Corsini)

Infine, la Chiesa di San Giovanni in Laterano ospita la Cappella Corsini, un’altra opera iconica di Borromini. Qui, l’architetto ha dimostrato il suo talento nel creare uno spazio sacro di rara bellezza.

L’interno della cappella è decorato con stucchi elaborati e una cupola decorata con affreschi che raffigurano la gloria di Sant’Andrea Corsini. Borromini ha creato un ambiente che evoca una sensazione di sacralità e devozione, trasportando i visitatori in un mondo di spiritualità e bellezza.

In conclusione, le opere architettoniche di Francesco Borromini rimangono tra le pietre miliari dell’architettura barocca. Il suo genio nell’uso della geometria, della luce e della simbologia ha lasciato un’impronta duratura nel mondo dell’arte e dell’architettura.

Visitare le sue creazioni è un’esperienza straordinaria che ci permette di immergerci nel mondo affascinante e complesso del barocco, grazie alla visione e al talento di un grande maestro come Borromini.




L’espressione della passione e del movimento: Gianlorenzo Bernini

Gianlorenzo Bernini, figura preminente del barocco italiano, è celebre per le sue straordinarie opere scultoree che hanno segnato un’epoca e continuano a ispirare gli amanti dell’arte in tutto il mondo. Tra le sue opere più iconiche spiccano “Apollo e Dafne”, “Il ratto di Proserpina” e “Il David”, ciascuna rappresentante del suo straordinario talento nel catturare l’essenza del movimento e delle emozioni umane.

Apollo e Dafne: Un Momento di Trasformazione Eterna

La scultura di “Apollo e Dafne” di Gianlorenzo Bernini, realizzata tra il 1622 e il 1625, cattura l’intenso momento di trasformazione mitologica tra Apollo e Dafne. Nella mitologia greca, Apollo, dio della luce e delle arti, si innamora della ninfa Dafne, che per sfuggire al suo amore indesiderato si trasforma in un albero di alloro. Questa metamorfosi è magistralmente rappresentata da Bernini, che dà vita a questa storia attraverso il marmo.

La scena è dinamica e carica di energia, con Apollo insegue Dafne mentre lei si trasforma. Gli sguardi intensi, le pose fluide e le texture dettagliate creano un senso di movimento palpabile. La pelle di Dafne si trasforma in corteccia, e le foglie spuntano dai suoi arti, un’illusione resa così realistica che si avverte quasi il profumo dell’alloro.

Il Ratto di Proserpina: Un Capolavoro di Emozione e Dettaglio Anatomico

L’opera “Il ratto di Proserpina” è un capolavoro intriso di drammaticità e maestria tecnica. Realizzata tra il 1621 e il 1622, questa scultura cattura il momento in cui Plutone, dio degli Inferi, rapisce Proserpina, figlia di Cerere, per farne la regina degli Inferi. La scena è pervasa da un’intensa emozione, con Proserpina che esprime terrore e sorpresa mentre è trascinata via.

Bernini dimostra la sua abilità nel modellare la pietra, rendendo il marmo così vivido che sembra fluire come il tessuto. L’attenzione ai dettagli anatomici, alle pieghe dei vestiti e all’espressione dei volti è straordinaria. Questa combinazione di maestria tecnica e intensità emotiva rende “Il ratto di Proserpina” un’opera che continua a toccare il cuore degli spettatori.

Il David: Forza, Bellezza e Tensione

Il “David” di Gianlorenzo Bernini è una reinterpretazione unica del celebre soggetto biblico. Questa scultura in marmo bianco rappresenta Davide nel momento precedente il combattimento con Golia. Bernini cattura il momento di tensione e concentrazione, in cui Davide stringe la fionda, pronto a sfidare il gigante.

La forza e la bellezza fisica di Davide sono esaltate attraverso la maestria nel modellare la pietra. Le venature e i muscoli del marmo sembrano vibrare di energia. Il volto concentrato di Davide e la sua postura determinata evocano il senso di coraggio e determinazione. L’opera incarna la lotta tra il bene e il male, la forza e la debolezza, catturando un momento cruciale e iconico nella storia biblica.

In conclusione, le opere scultoree di Gianlorenzo Bernini, quali “Apollo e Dafne”, “Il ratto di Proserpina” e “Il David”, rappresentano la maestria e la genialità di un artista il cui lavoro ha sfidato il tempo. Attraverso il marmo, Bernini è riuscito a catturare l’essenza del movimento, dell’emozione e della bellezza umana, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’arte. Le sue opere continuano a ispirare e ad affascinare il pubblico anche oggi, dimostrando la potenza senza tempo dell’espressione artistica.




Appuntamenti Museo Civico Archeologico Lavinium

Il Museo Civico Archeologico Lavinium La informa Che Tutti i martedì pomeriggio,da Ottobre 2021 a Marzo 2022,il biglietto d’ingresso al Museo e all’Area Archeologica sarà gratuito !

Cogliamo l’occasione per invitarLa a partecipare agli appuntamenti della settimana:

VISITE GUIDATE ALL’AREA ARCHEOLOGICA
Martedì e giovedì: appuntamento al Museo alle ore 9:00 e alle ore 15:00
Sabato, domenica e festivi: appuntamento al Museo alle ore 10: 00 e alle ore 15:00
Costo visita guidata: 3 € + biglietto di ingresso

Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente

 

10 OTTOBRE – GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE AL MUSEO F@Mu 2021
Il Museo Civico Archeologico Lavinium aderisce alla Giornata Internazionale delle Famiglie al Museo del F@Mu, con visite guidate e attività gratuite per famiglie al Museo e all’Area Archeologica.

Domenica 10 ottobre: appuntamento al Museo alle ore 10:00 e alle ore 15:00

I bambini con i loro genitori potranno partecipare alle visite guidate con alcuni versi dell’Eneide di Virgilio incentrati sui sogni di Enea.
L’attività si concluderà con un laboratorio, nel quale le famiglie potranno disegnare e descrivere i loro, utilizzando valigette “porta sogni” e balloon forniti dagli operatori.
Ci divertiremo tutti insieme a postare i nostri sogni con gli hashtag #famu2021, #famigliealmuseo, #MuseoLavinium e a taggare il Museo!

Per l’occasione le visite guidate e le attività saranno gratuite per le famiglie.
Attività consigliate per bambini dai 6 anni in su.

Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente

PER INFO E PRENOTAZIONI:
0691984744
museoarcheologicolavinium@gmail.com

Ricordiamo che l’ingresso alle strutture museali è garantito solo presentando il Green Pass con documento di riconoscimento.




La vita dipinta di Franco Fontanella

Inaugura il 6 ottobre la mostra antologica per i 50 anni dell’artistica marchigiano

 

L’essenza dell’arte di Franco Fontanella in tutte le sue espressioni si trova nell’unicità del suo punto di vista.
La sua grandezza sta infatti nell’innata capacità di cogliere la bellezza disseminata nella realtà e di esaltarla attraverso le luci e le ombre della sua arte.

 

Mercoledi 6 ottobre alle ore 17 presso il Pio Sodalizio dei Piceni, nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro a Roma, verrà inaugurata “La vita dipinta di FRANCO FONTANELLA” Mostra Antologica per i 50 anni di attività dell’Artigiano dell’Arte marchigiano, che proseguirà a Roma fino al 1 novembre per poi spostarsi alla Mole Vanvitelliana di Ancona dall’8 dicembre al 6 gennaio 2022.

 

 

La mostra, promossa dalla Regione Marche con il patrocinio del Ministero della Cultura, ricostruisce i primi 50 anni di attività dell’artista osimano e si propone di raccontare come è nato e si è sviluppato nel tempo il suo talento attraverso l’esposizione di circa 90 dipinti e l’ausilio di diverse video installazioni.

Un racconto in cui immergersi, che parte dagli esordi con le influenze cubiste, passa per l’amore verso l’arte del Rinascimento italiano e per la tecnica dell’affresco, per la realizzazione di copie d’autore, di decorazioni murali, fino ad arrivare alle opere ispirate alla classicità e all’iperrealismo, soprattutto nature morte e paesaggi marchigiani, con particolare predilezione per le vedute della Riviera del Conero.

 

Curatori della mostra sono il prof. Stefano Papetti e il prof. Gino Troli, con la partecipazione del prof. Vittorio Sgarbi e del prof. Francesco De Melis, che propone per l’occasione un’opera di video arte dedicata al gesto dell’Artista all’opera sull’affresco.

 

 

Nella presentazione al catalogo della mostra, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli sottolinea: «Franco Fontanella ha il merito di creare con la sua arte, anche un valore che va oltre la cultura del paesaggio e dei luoghi della nostra meravigliosa regione. Le sue opere infatti diventano veicolo di forti emozioni che creano testimonianza ed esaltano la bellezza della nostra terra. Questo è, tra i tanti meriti, quello che si è guadagnato con tanti anni di attività, una sapienza unica che imprime per sempre nelle sue opere la straordinarietà della nostra regione e che lo pone come custode in questa epoca di una bellezza infinita».

 

 

ORARIO APERTURA MOSTRA

Dal lunedì al sabato 10 – 13 / 16 – 19
Piazza San Salvatore in Lauro 15, Roma
Ingresso libero dal 6 al 30 ottobre 2021

INFO
mostra@francofontanella.it
www.francofontanella.it
facebook @francofontanellaaffreschiedipinti

 

Comunicato Stampa




Lo sguardo di Gulvin

Sarà ospitata dal 25 settembre al 24 ottobre 2021 a Roma, presso la Chiesa Episcopale San Paolo entro le Mura, Via Nazionale 16 A, “Ritratti d’Autori”, la mostra personale di un artista italiano, nome d’arte GulVin, che attraverso 17 dipinti, acquerello e inchiostro, di poeti e scrittori italiani e internazionali, racconta il mondo emotivo che ‘emerge’ dai volti degli autori selezionati.

Il progetto artistico propone gli autori preferiti di GulVin, quelli che ne hanno accompagnato l’adolescenza e la giovinezza, come Pier Paolo  Pasolini, Oscar Wilde, Sandro Penna, Salvatore Quasimodo, e quelli che sono nati da una continua e dettagliata ricerca biografica e fotografica. L’aspetto affettivo è stato ben amalgamato con quello della tecnica pittorica, maturata nel corso degli ultimi anni dall’artista, che ha focalizzato la sua attenzione direttamente dalla posa fotografica dell’epoca in cui sono stati ritratti gli autori. GulVin coglie e racconta come le emozioni, che traspaiono dai lineamenti e dall’espressione del volto nel ritratto dei vari poeti e scrittori, trovino dimora nei testi dei loro scritti, come tratti espressivi delle loro personalità. Un volto, dunque, come dimensione privilegiata per raccontarne sentimenti e caratteristiche. Per conoscere meglio questo progetto, intervistiamo GulVin, ringraziandolo per la disponibilità.

Come nasce l’idea di questa mostra?

Molti di voi ricorderanno l’ingombrante volume chiamato ‘Antologia di Letteratura Italiana’ che dalle scuole medie eravamo costretti a portare appresso. Ecco, io ho sempre trattato quel libro come una scatola di preziosi incontri tra grandi scrittori. Soprattutto quelli del Novecento, che adoravo. Nelle pagine spesso c’erano solo bei versi senza immagini, e raramente la faccia dello scrittore. Dare un volto a questi ‘grandi’ e farli dialogare tra loro è stata una bella esperienza… Possono ancora fare tanto rumore!

 

Ai giorni d’oggi le interazioni sociali e gli incontri tra persone sono sempre più virtuali, anche a causa della pandemia. Che contributo può dare questa sua realizzazione artistica che pone al centro l’analisi di emozioni e sguardi, anche se di autori famosi?

Non posso avere la presunzione di dire che questa mostra avvicinerà le persone. Confido però nel fatto che la riflessione e il confronto permettano l’incontro e il riconoscersi, e questo sarebbe già un bel successo per me.

 

Cosa si sente di dire a chi vuole visitare la sua “Ritratti d’Autori”?

Semplicemente di cercare nei ritratti una qualche emozione e se essa risuona in voi, allora il gioco è fatto. Lasciatevi sorprendere. Grazie.

 

 

Ingresso con prenotazione: Whatsapp 342/1453241;email:gulvin@me.com

 

 

 

 




V° Centenario anno di Siciolante sui Lepini

al via la prima iniziativa: Trekking urbano;  “Passeggiate d’autore” con  Siciolante.

 

Si è realizzata ieri a Sermoneta, con successo di partecipazione e gradimento la prima iniziativa turistica culturale con un itinerario guidato nel centro storico di Sermoneta dal titolo: “Passeggiate d’autore” con Siciolante sui Lepini in occasione dell’anno di celebrazione per i 500 anni dalla nascita di Girolamo Siciolante, promossa dalla Compagnia dei Lepini e i Comuni di Sermoneta, Cori e Bassiano e il coordinamento scientifico di Vincenzo Scozzarella e Ferruccio Pantalfino.

 

Un “trekking urbano”, alla scoperta delle opere dell’artista e della città nel tempo, tra saperi e sapori, con una visita guidata, curata da Roberto Perticaroli Guida Turistica e coordinatore del progetto “Slow Food Travel Monti Lepini”.

La storica dell’arte Laura Panetti ha illustrato le tre importanti opere del “Sermonetano”, cosi come veniva chiamato il pittore lodato, ancora in vita, dal Vasari, a partire dalla cd. “Pala di Valvisciolo presso il Castello Caetani, passando per “L’incoronazione della Vergine” presso il Museo Diocesano e l’affresco nella Cappella Caetani presso la Chiesa di San Giuseppe. Uno dei principali protagonisti del Manierismo romano e autore di importanti opere conservate oltre che nel territorio lepino anche in importanti musei, palazzi e chiese di tutto il mondo. Ma è stata anche l’occasione di conoscere e raccontare le tante altre opere, monumenti e storie della città con una passeggiata “slow” nel centro storico per rivivere racconti, saperi e sapori che Sermoneta conserva dal passato ad oggi.

 

E se Siciolante è stato il principale protagonista di questo “Trekking urbano”, l’altro tema e filo conduttore dell’itinerario è stato il Cibo; un viaggio originale tra “bellezza e gusto” curato dalla locale “Comunità di Slow Food”.  Laddove il tema del gusto, della storia del cibo, che ieri come oggi tappe fondamentali della trasformazione del territorio lepino e della piana pontina, è stato svolto attraverso la narrazione ma anche con momenti materialmente vissuto attraverso una degustazione lungo il percorso, con il coinvolgimento di alcuni produttori locali, tra quelli, oltre cinquanta in tutti i Monti Lepini, compresi gli operatori turistici e altre associazioni, che compongono la nuova “comunità ospitale” di “Slow Food Travel Monti Lepini”.

Il tutto esaurito e le tante richieste di partecipazione pervenute inducono gli organizzatori ad alcune repliche del Trekking di Sermoneta, seppure con alcune differenti modalità, nei giorni di venerdi 13 e 20 agosto prossimi.

 

Ricordiamo infine che altre “Passeggiata d’autore con Siciolante sui Lepini”
si svolgeranno anche a Bassiano e Cori,
rispettivamente il 28 agosto e 25 settembre.

 

Per informazioni e per le prenotazioni obbligatorie, fino al raggiungimento del numero massimo consentito, telefonare o inviare un messaggio WhatsApp al numero: 351 672 9094. Ulteriori informazioni sulle pagine web, social e l’App della Compagnia dei Lepini.

 

Comunicato Stampa




Associazione Culturale TEMA-ESPERIA

Conoscere Pomezia attraverso le Associazioni e i Comitati di Quartiere del territorio

Pomezianews ha pensato di dare spazio alla conoscenza delle tantissime associazioni e comitati di quartiere esistenti nel territorio di Pomezia.

Il loro contributo, su base volontaria e senza scopo di lucro, arricchisce di valore la città incrementando il senso di comunità, migliorando e favorendo la crescita armonica di un positivo tessuto sociale indispensabile affinché una città non sia solo un luogo dove dormire.

Iniziamo con il presentarvi l’Associazione culturale TEMA-Hesperia attraverso una breve intervista alla quale ha gentilmente risposto la vice presidente Giovanna Alfeo.

 

  1. Quando è nata l’Associazione TEMA-Hesperia e quali sono gli obiettivi che vi siete preposti?
    TEMA-Hesperia è apparentemente un’associazione culturale giovane, nata nel 2019, ma in realtà scaturisce dalla fusione di due realtà associative (TEMA ed Hesperia) presenti sul territorio da molto più tempo, entrambe con la stessa passione per l’arte nelle sue diverse espressioni: teatro, arte figurativa, musica e danza. Le due associazioni negli ultimi anni condividevano già lo spazio fisico della sede, ma la formale fusione ha inevitabilmente permesso di ampliare l’offerta delle attività per poter accogliere le esigenze di un numero maggiore di persone, dando così la possibilità a tutti di esprimersi nelle proprie passioni con guide preparate e affidabili. La presenza di una sede associativa ci permette di organizzare serate a tema (musica, cinema, presentazione di libri) in cui poter socializzare al di là dei laboratori specifici.
  2. Di quanti membri è formata l’Associazione TEMA-Hesperia?
    L’anno associativo 2020-2021 conta circa 120 membri.
  3. In che modo un cittadino può entrare a far parte dell’Associazione TEMA-Hesperia?
    Può venire direttamente a trovarci, nella nostra sede in via Spaventa 24/B, in cui siamo presenti principalmente nelle ore pomeridiane/serali. Si diventa membri dell’associazione tramite la sottoscrizione di una tessera annuale.
  4. Quale, tra i progetti che avete realizzato finora, vi rappresenta di più?
    Saranno sicuramente i prossimi, dato che è l’entusiasmo, la determinazione e la tenacia ciò che ci rappresenta maggiormente.
  5. Quali piattaforme social utilizzate per comunicare le vostre iniziative?
    Abbiamo un gruppo su FB: Associazione Culturale TEMA-Hesperia; partecipando a bandi pubblici, inevitabilmente, tramite i loro canali di comunicazione. Amiamo comunque la divulgazione attraverso l’affissione di locandine, comunicati su stampa locale e l’efficacissimo passa parola.
  6. Qual è il progetto al quale state lavorando ora?
    Abbiamo risposto ad un bando comunale presentando due spettacoli teatrali (uno con protagonisti adulti e l’altro bambini). Parte integrante del primo spettacolo sarà anche una esposizione di opere pittoriche ideate e plasmate sul testo teatrale, in totale integrazione con lo spettacolo.

 

 

Se vuoi far conoscere la tua associazione o Comitato di Quartiere scrivi a redazione@pomezianews.it