RIVOLUZIONE DIGITALE: LO STABILIMENTO PROCTER&GAMBLE DI POMEZIA È SEMPRE PIÙ 4.0 NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE

Lo storico sito produttivo prosegue la sua trasformazione digitale diventando uno dei poli manifatturieri e logistici di P&G tra i più avanzati d’Europa. Processi sincronizzati, robot intelligenti, magazzini ultra-moderni e investimenti nelle competenze del personale.

 

Pomezia, 13 luglio 2021 – La “casa” del Dash a Pomezia è sempre più 4.0. Automazione, digitalizzazione, sostenibilità e competenze avanzate sono i pilastri di una trasformazione epocale iniziata nel 2015. Innovazioni che contribuiscono ad accrescere l’importanza dello stabilimento di Procter & Gamble a livello globale.

Il sito di Santa Palomba, da cui Dash, il detersivo delle famiglie italiane, parte per raggiungere il Mediterraneo, può vantare una catena produttiva e logistica ad alta automazione che segue ogni fase delle attività, dall’ingresso dei materiali fino all’uscita del camion con la merce, con standard di sicurezza e qualità altissimi. L’ultimo intervento riguarda l’introduzione di una innovativa monorotaia che movimenta in maniera automatica e intelligente i bancali, dalla produzione al carico, posizionandoli a pochi metri dai veicoli di trasporto. Il processo è interamente sincronizzato e digitalizzato: dalle materie prime all’impaccaggio, dal tunnel di collegamento con il magazzino automatico all’ingresso nei mezzi, fino ai controlli di sicurezza e qualità.

 

Monorotaia

 

Il mix di nuovi strumenti e processi consente di rispondere in maniera più efficiente alle richieste dei consumatori dettate dal trend crescente dell’e-commerce e contraddistinte da ordini last minute, sempre più personalizzati in termini di quantità e qualità. Il tutto, con attenzione all’ambiente. Pomezia infatti si distingue per le buone pratiche di salvaguardia ambientale. Da anni ormai, lo stabilimento non invia rifiuti di produzione in discarica e rispetto all’anno di riferimento 2010, ha ridotto del 40% l’utilizzo di energia (il 65% dell’energia utilizzata dallo stabilimento è prodotta in casa e il rimanente proviene da fonti rinnovabili) e del 25% l’utilizzo di acqua, per unità di produzione.

Anche le emissioni di CO2 sono diminuite più del 60%. Un obiettivo, quello della sostenibilità, che viene ulteriormente perseguito a livello logistico anche con la strategia “No air in my truck”, ovvero massimizzando l’efficienza del trasporto con un maggior riempimento volumetrico dei camion, a cui si associa l’adozione di soluzioni di trasporto sempre più green.

Ma oltre ad essere un centro di distribuzione eccellente che spedisce ai clienti del centro-sud Italia tutte le categorie di prodotti P&G, Pomezia è anche la «casa» di Dash, un marchio che da sempre si impegna per generare un impatto positivo in termini ambientali, e che recentemente ha conquistato un posto nella Top Ten della categoria Best Sustainability Brand di Best Brands Italy 2021 oltre al primo posto nella classifica dei Best Product Brands. Dash si impegna, infatti, ad utilizzare materiale riciclato post-consumo (PCR) nei propri imballaggi (già oggi le bottiglie di Dash Liquido contengono fino al 50% di PCR) e punta alla riciclabilità totale dei propri imballaggi entro il 2022. Le Dash PODs, inoltre, garantiscono pulito impeccabile, anche a basse temperature, senza sprechi e sovradosaggi, e sono disponibili anche in un formato “bag” che riduce la plastica utilizzata per l’imballaggio.

 

Stabilimento P&G Pomezia

 

Ma la scommessa sul futuro del sito, da cui ogni anno partono centinaia di migliaia di tonnellate di prodotti, non ha a che fare solo con le tecnologie. Centrale è infatti il percorso avviato per il miglioramento delle competenze digitali della forza lavoro per rispondere alle sfide del futuro.

Senza dimenticare il rispetto delle diversità e l’inclusione, valori che contraddistinguono lo stabilimento che vanta oggi una presenza di oltre il 30% di donne a livello manageriale, tra cui Giuliana Farbo, direttrice dello stabilimento, con punte del 50% nei ruoli di leadership dei reparti operativi.

In tema di lavoro e solidarietà, l’impianto di Pomezia ospiterà al proprio interno una nuova Aula 162, il progetto di inclusione sociale e lavorativa dedicato a persone svantaggiate promosso dall’Associazione Next con il sostegno di Procter & Gamble e la collaborazione di Manpower Group, Fondazione Human Age Institute e organizzazioni come Croce Rossa Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Caritas ed altre ancora, nato per favorire l’inserimento all’interno delle aziende di persone svantaggiate attraverso un percorso di formazione professionale. Un’iniziativa parte del programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, con cui P&G realizza progetti concreti di sostenibilità ambientale e sociale nel nostro Paese.

 

«Lo stabilimento di Pomezia è un polo logistico e produttivo di eccellenza mondiale nella famiglia P&G, per competenza, passione e capacità di anticipare il cambiamento. La spinta su digitale che sta affrontando ne è una ulteriore dimostrazione. Siamo convinti che Pomezia continuerà a distinguersi anche in futuro per l’innovazione e la qualità del servizio che saprà offrire, sostenuta dallo spirito di squadra unico delle sue persone» – ha dichiarato Paolo Grue, Presidente e Amministratore Delegato P&G Italia.

 

«Persone e tecnologie: questo è l’approccio con cui P&G ha ripensato lo stabilimento di Pomezia. L’abbiamo fatto con la consapevolezza che il futuro dell’industria sarà sempre più automatizzato e, di conseguenza, più efficiente e sostenibile. Obiettivi che possiamo raggiungere solo combinando gli investimenti in macchinari avanzati con quelli nella formazione specialistica e nelle competenze. Tutto questo ci permetterà di accrescere la nostra competitività, rispondendo alle nuove sfide di Industria 4.0 e dell’eCommerce. Ringrazio tutti coloro che ci stanno accompagnando in questa straordinaria trasformazione e che con le loro capacità, con la loro determinazione e il loro impegno, consentiranno a Santa Palomba di diventare, ogni giorno di più, un’eccellenza a livello mondiale» – ha commentato Giuliana Farbo, Plant Director dello stabilimento P&G di Pomezia.

 

 

«E’ un grande orgoglio per la nostra Città ospitare un polo produttivo e logistico di eccellenza come quello di P&G – ha dichiarato la vice Sindaco di Pomezia Simona Morcellini – La stretta collaborazione tra il tessuto produttivo del territorio e l’Amministrazione comunale vede la sua più concreta realizzazione nel POINT (Pomezia Open Innovation Team), uno spazio, di cui P&G fa parte, dove le aziende del territorio fanno rete e dialogano con le Istituzioni, con l’obiettivo di promuovere la cultura della connessione come valore strategico. Al Presidente Paolo Grue e alla Direttrice Giuliana Farbo auguro buon lavoro, con la certezza che lo scambio virtuoso già creato possa valorizzare sempre più gli sviluppi futuri del territorio insieme al successo del polo dell’innovazione che abbiamo a Pomezia».

 

 

COMUNICATO STAMPA
Ufficio stampa Procter & Gamble




Associazione CPPS Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali

Prosegue il progetto del nostro magazine per far conoscere le Associazioni e i Comitati di Quartiere del Comune di Pomezia con le risposte ricevute dall’Associazione Amici di Singen.

 

Oggi diamo spazio alla Associazione CPPS Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali

 

 

  1. Quando è nata Associazione CPPS e quali sono gli obiettivi che vi siete preposti?

 L’Associazione CPPS Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali è l’evoluzione storica del vecchio Comitato Promotore del Parco della Sughereta nato, di fatto, il 6 dicembre 1992, su iniziativa di Giampiero Castriciano, al tempo Assessore all’Ambiente della Provincia di Roma. Lo scopo, che era quello di promuovere una legge a tutela di questa importante area, fu raggiunto con la legge n. 12/2016 della Regione Lazio, grazie all’impegno della consigliera regionale Valentina Corrado. Dopo ben 24 anni difficilissimi, innumerevoli battaglie e vicende, finalmente fu creata la Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia. Realizzato l’obiettivo, il Comitato Promotore si è sciolto il 22 maggio 2019 nello stesso giorno in cui fu formalizzata la costituzione dell’Associazione CPPS che eredita dal Comitato l’esperienza, la storia e perfino il logo e l’acronimo CPPS.

Attualmente, l’Associazione ha come obiettivo principale quello di sollecitare una corretta gestione e conservazione della Riserva, anche attraverso iniziative e progetti didattici, in grado di far conoscere ai cittadini questo immenso patrimonio naturale. Solo così crediamo che si possa promuovere una coscienza civile e culturale quale principale strumento per garantire la sopravvivenza del bosco e delle sue ricchezze.

Altri nostri obiettivi primari sono quelli che riguardano la costituzione di nuove aree protette, la salvaguardia dell’ambiente naturalistico, storico ed archeologico, la riduzione del consumo di suolo, il razionale sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche, la riduzione dei rifiuti, il riciclaggio e il riutilizzo dei materiali.

 

  1. Di quanti membri è formata l’Associazione CPPS?

L’Associazione conta al momento circa 40 soci ma ci proponiamo di raddoppiarli in meno di un anno.

 

  1. In che modo un cittadino può entrare a far parte dell’Associazione CPPS?

Possono far parte dell’Associazione tutti i cittadini adulti ed anche i minori. La modalità da seguire è molto semplice: basta compilare e sottoscrivere la relativa domanda di adesione che può essere anche scaricata dal nostro sito web all’indirizzo www.associazionecpps.it. Oppure inviando una mail al seguente indirizzo: segnalazioni@associazionecpps.it.

 

  1. Quale, tra i progetti che avete realizzato finora, vi rappresenta di più?

Il progetto che sicuramente ci caratterizza di più e per il quale tutti ci conoscono è sicuramente quello di aver creato la Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia.

 

  1. Quali piattaforme social utilizzate per comunicare le vostre iniziative?

Disponiamo di un nostro sito web molto visitato (www.associazionecpps.it) e siamo presenti su Facebook con una nostra pagina (CPPS – Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali) e con un gruppo denominato Amici della Riserva Naturale della Sughereta di Pomezia.

 

  1. Qual è il progetto al quale state lavorando ora?

Abbiamo in cantiere diversi progetti. Il 19 giugno 2021 ci sarà il primo di sei appuntamenti mensili del nostro progetto “I segreti del bosco e le sensazioni perdute” inserito nell’importante calendario dell’Ente Parco Castelli Romani Cose mai Viste. Si tratta di escursioni nella Sughereta dove un ecologo, uno specialista in Scienze Naturali ed una filosofa accompagneranno i visitatori alla scoperta delle meraviglie nascoste del bosco e del rapporto di ascolto, comprensione e connessione dell’uomo con la natura. (PomeziaNews ne ha parlato qui)

Il secondo progetto, già in corso di svolgimento, riguarda un’azione di informazione della cittadinanza sulle regole di comportamento da tenere presenti quando si visita un’area protetta. Tali norme sono in parte codificate dalle leggi vigenti di tutela dei parchi e delle riserve naturali ed altre riguardano semplicemente il buon senso e derivano dalla consapevolezza che queste aree non sono semplici giardini urbani ma veri e propri contenitori di meraviglie naturali, di autentiche rarità spesso a rischio di estinzione che vanno amate e rispettate perché parte integrante dell’ambiente da cui gli stessi esseri umani derivano.

Il terzo progetto, “Storia e Memorie della Sughereta” partirà a settembre 2021, verrà realizzato anche in collaborazione con le scuole e riguarderà la ricostruzione storica della Riserva della Sughereta dal punto di vista sociale, naturalistico ed ambientale.

Il quarto progetto, probabilmente già attivo entro quest’anno, riguarderà un percorso di visita accessibile, e quindi un sentiero agevole, percorribile anche dalle persone con disabilità motoria.




Gli eventi nella Riserva della Sughereta di Cose Mai Viste

Ricchissimo calendario del Parco dei Castelli Romani

 

La Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia fa parte dell’Ente Parco Castelli Romani e anche quest’anno parteciperà all’evento Cose mai viste, un programma di visite guidate con un ricco calendario da giugno fino a novembre che potrete consultare interamente scaricando il programma in pdf (scarica)

Emanuela Angelone, direttore dell’Ente Parco Castelli Romani si augura che grazie alle fattive proposte delle tantissime associazioni che hanno aderito all’iniziativa, «sempre più persone vivano il Parco in maniera consapevole e rispettosa, e che diventino sostenitori attivi delle politiche di gestione dell’area protetta.»

«L’ambiente può essere considerato uno dei principali mercati emergenti: la tutela può diventare un incentivo all’affermazione di settori nuovi, di grandi potenzialità, e alla qualificazione di quelli tradizionali» queste le dichiarazioni del presidente del Parco, Gianluigi Peduto.

La Riserva Naturale Regionale della Sughereta di Pomezia rappresenta un esempio di habitat sopravvissuto all’agricoltura intensiva, alla progressiva scomparsa della pastorizia e allo sviluppo edilizio.

In occasione dell’evento Cose Mai Viste alcune associazioni hanno programmato degli eventi davvero molto interessanti; alcuni gratuiti e altri con una piccola quota di partecipazione.
Per ulteriori informazioni riguardo a ciascun singolo evento, si consiglia vivamente di inviare una email all’associazione che organizza.

Si ricorda che per ciascun evento è necessaria la prenotazione. Si consiglia abbigliamento comodo, scarpe da ginnastica, cappellino, borraccia e merenda.

 

 

 

I SEGRETI DEL BOSCO E LE SENSAZIONI PERDUTE
Associazione Comunità Pontina Parchi e Sistemi naturali CPPS – segretario@associazionecpps.it 

L’attività si struttura in due itinerari che si svolgono nella stessa giornata all’interno della Riserva.
Nel primo itinerario verranno sottolineati i valori botanici e zoologici della Riserva mentre con il secondo si effettuerà un percorso ideale di ascolto, di comprensione e di connessione con il bosco.

CALENDARIO sabato 19 giugno – Domenica 18 luglio – Sabato 21 agosto – Domenica 26 settembre – Sabato 23 ottobre  – Domenica 14 novembre
APPUNTAMENTO ore 9,45
DURATA 3 ore
QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 2,00 adulti, gratuito bambini

 

 

ALLA SCOPERTA DELLA SUGHERETA
Associazione Amici della Sughereta –
signor.gabriele22@gmail.com

Una visita guidata in bicicletta sui sentieri all’interno della Riserva, con informazioni sulla flora e sulla flora. È necessario indossare il casco. Portare la propria bicicletta.

CALENDARIO Domenica 13 giugno – Domenica 1 agosto – Sabato 17 luglio – Sabato 11 settembre – Domenica 3 ottobre – Sabato 6 novembre
APPUNTAMENTO ore 9,30
DURATA 3 ore
QUOTA DI PARTECIPAZIONE gratuito

 

 

LA SUGHERETA: TRA MITO E NATURA
Ecomuseo Lazio Virgiliano –
infosegreterialaziovirgiliano@gmail.com

Le escursioni si svolgeranno secondo il criterio della “visita animata”. Verranno narrati i miti di Pomona, da cui deriva il nome della città di Pomezia ed il mito di Pico che, come ci riferisce Virgilio, sono ambientati proprio in quest’area. Al termine delle escursioni verrà presentato un libro, ogni volta diverso, avente per tema l’ambiente naturale, il mito e la storia locale.

A richiesta dei partecipanti e senza ulteriori contributi, sarà possibile concludere ogni appuntamento con una visita guidata presso i luoghi limitrofi al Borgo di Pratica di Mare da svolgersi nel pomeriggio, dopo la colazione al sacco da consumarsi presso la Sughereta.

CALENDARIO Sabato 10 luglio Domenica 5 settembre
APPUNTAMENTO ore 9,45 – facoltativo dalle 15,00 alle 17,30
DURATA 3 ore
QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 2,00 adulti, gratuito bambini

 

 

VISITA ARCHEOLOGICO-PAESAGGISTICA DELLA SUGHERETA DI POMEZIA
Associazione Latium Vetus –
associazionelatiumvetus@gmail.com

La visita, guidata da una guida turistica e un geologo, si propone di svelare i segreti e i rilevanti valori identitati, naturalistici e storici di quest’area verde.

CALENDARIO domenica 10 ottobre
APPUNTAMENTO ore 10,00
DURATA 3 ore
QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 8,00 adulti, gratuito per i minorenni

 

 

VISITA ALLA SUGHERETA
Meles Melese –
beatrice@melesmeles.it

Visita guidata alla Sughereta di Pomezia durante la quale verranno descritte le numerose forme di vita vegetale e animale che convivono nel biotopo.

CALENDARIO Sabato 18 settembre Sabato 16 ottobre Sabato 13 novembre
APPUNTAMENTO ore 9,00
DURATA 4 ore
QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 10,00

 

 

COLORI IN-NATURALI
AssoPleaidiArte – delucaroberto567@gmail.com ingridlazzarini1955çgmail.com
Questa proposta prevede 2 giornata di laboratorio artistico in fase ideativa e attuativa per realizzare un intervento di land-art (espressione artistica che interviene nell’ambiente per creare nuove forme di significati).

CALENDARIO sabato 26 e Domenica 27 giugno
APPUNTAMENTO ore 9,00
DURATA prima giornata 8 ore; seconda giornata 4 ore
QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 20,00 – gratuito per bambini accompagnati da un adulto

 

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Foto di Amici della Riserva Naturale della Sughereta di Pomezia

 




Plastic Free e Cittadinanza Attiva a Torvajanica

Insieme per rimuovere i rifiuti sulla spiaggia di Torvajanica

 

Sabato 27 febbraio il belvedere in via Francoforte a Torvajanica era carico di energia positiva e di tantissimi volontari.

Oltre 150 persone, tra adulti e bambini, indossando tutti le ormai consuete mascherine, salutandosi con i gomiti e mantenendo le distanze minime di prevenzione al Covid-19, hanno risposto all’appello di Plastic Free per rimuovere i rifiuti di plastica, vetro e alluminio che vengono, purtroppo, abbandonati direttamente in spiaggia o riportati a riva dal mare soprattutto dopo le mareggiate.

L’evento è stato organizzato dalla nuova referente di Pomezia per Plastic Free, Luzi Cristiana, professoressa di lettere presso il liceo Pascal di Pomezia, insieme al Comune di Pomezia che ha preso parte all’evento con la sottoscrizione di un patto di collaborazione con Cittadinanza Attiva mettendo a disposizione i sacchi e l’immediato smaltimento dei rifiuti raccolti.

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I volontari, dopo la fotografia di rito, si sono divisi in gruppi ripulendo i diversi passaggi a mare antistanti il centro di Torvajanica mentre altri si sono spostati in automobile per raggiungere, ad esempio, il passaggio a mare 51 in direzione di Ardea.

La rimozione dei rifiuti dall’ambiente è un tema di vitale importanza per la salvaguardia del futuro di tutti. Eventi come quello di stamattina non sono importanti soltanto per la reale cura dei beni comuni ma servono anche a sensibilizzare tutti coloro che hanno avuto modo di vedere un esercito di volontari chini a raccogliere ciò che altri hanno gettato per terra con disprezzo.

Se anche un solo passante ha potuto farsi un esame di coscienza tenendo in tasca l’incarto di una merendina o il mozzicone di una sigaretta invece di abbandonarlo al suolo, allora l’evento ha ottenuto molto di più di decine di sacchi di rifiuti raccolti.

La cura dei beni comuni. La salvaguardia di ciò che appartiene a tutti, come il mare, l’aria, la terra e il cielo, è quanto di più civile si possa avere e il significato di partecipare come cittadini attivi alla cura e la manutenzione di ciò che appartiene a tutti è quanto di più vicino esista alla civiltà.




“La luce che accende la luce”: come sfruttare l’energia solare

La scienza si impara a scuola anche a distanza

Martedì 22 dicembre (ore 12.15) gli studenti del Liceo Pascal di Pomezia in video-incontro con il chimico del CNR di Bologna, Raffaello Mazzaro, che illustrerà le novità su come usare la più importante fonte rinnovabile.
Gli studenti potranno assistere dai loro smartphone, tablet e pc.

E’ un appuntamento del ciclo La Scienza a Scuola 2020 di Zanichelli. Video-incontri con oltre 40 ricercatori e personalità del mondo scientifico e licei ed istituti di diverse regioni italiane per raccontare a studenti e insegnanti le storie di chi lavora alle frontiere della ricerca. Sono storie che comunicano passione per la scienza e danno idee su cosa sappiamo e su che cosa stiamo per scoprire in matematica, fisica, chimica, biologia e medicina con particolare attenzione agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Il sole ci fornisce ogni giorno un quantitativo di energia tale da poter sopperire in eccesso al fabbisogno globale giornaliero, ma solo una piccola parte di essa viene effettivamente sfruttata dall’ uomo. Come fare? Abbiamo gli strumenti adeguati a sfruttarla?
Ne parlerà Raffaello Mazzaro, Chimico del CNR – IMM (Istituto Microelettronica e Microsistemi) nel video-incontro La luce che accende la luce: l’energia solare e i dispositivi in grado di sfruttarla, con gli studenti del Liceo Pascal di Pomezia.

L’energia solare, infatti, ci viene fornita sotto forma di luce, perciò abbiamo bisogno di strumenti che ci permettano di catturarla e convertirla in calore, corrente elettrica o molecole interessanti dal punto di vista umano. Mentre l’energia eolica o idrogeologica può essere raccolta mediante mezzi meccanici, la conversione dell’energia solare avviene attraverso l’interazione della radiazione luminosa con un materiale e la successiva produzione di cariche elettriche, calore o potenziale chimico. Nell’incontro si parlerà dei maggiori sistemi di conversione dell’energia solare e, nello specifico, di dispositivi avanzati che sfruttano le proprietà di specifici nanomateriali per lo sviluppo di applicazioni innovative. Dai dispositivi fotovoltaici convenzionali a quelli di nuova generazione a base di materiali nanometrici e alle prospettive future che questi dispositivi permettono di immaginare, quali finestre fotovoltaiche o fabbriche solari.
Particolare attenzione sarà inoltre rivolta al ruolo sociale delle energie rinnovabili e, in particolare, dell’energia solare. A differenza dell’energia da combustibili fossili infatti, essa è uniformemente distribuita a livello globale e il suo sfruttamento nei paesi in via di sviluppo garantisce maggiore equilibrio socio-economico globale e minor impatto ambientale.

Raffaello Mazzaro è attualmente ricercatore presso l’Istituto di Microelettronica e Microsistemi del CNR di Bologna. Ha svolto in passato attività di ricerca presso diverse università italiane e straniere, fra cui la Luleå University of Technology (Svezia), l’iNRS-EMT (Canada) e l’ Università di Bologna. La sua attività di ricerca è focalizzata sul studio di processi di conversione dell’energia solare effettuati da materiali nanostrutturati, producendo più di 45 pubblicazioni come coautore su riviste internazionali, 2 domande di brevetto e numerose partecipazioni come relatore a conferenze nel settore. Mazzaro è stato inoltre recentemente insignito dal Gruppo italiano di Fotochimica come miglior giovane ricercatore dell’anno.

L’incontro fa parte del ciclo La Scienza a Scuola 2020 di Zanichelli. Video-incontri con oltre 40 ricercatori e personalità del mondo scientifico per licei ed istituti di diverse regioni italiane per raccontare a studenti e insegnanti le storie di chi lavora alle frontiere della ricerca. Sono storie che comunicano passione per la scienza e danno idee su cosa sappiamo e su che cosa stiamo per scoprire in matematica, fisica, chimica, biologia e medicina con particolare attenzione agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Gli incontri sono riservati agli studenti e ai docenti delle singole scuole.

L’Agenda 2030 è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. https://www.unric.org/it/agenda-2030

Da oltre 150 anni impegnata nella didattica scolastica e nella divulgazione scientifica, la casa editrice Zanichelli con questa iniziativa intende offrire agli studenti l’occasione di acquisire conoscenze su argomenti affascinanti e di stretta attualità scientifica direttamente dagli “addetti ai lavori”.

Riceviamo e pubblichiamo Comunicato Stampa da Ufficio Stampa Zanichelli
Foto di Freepik



Il problema dell’abbandono dei rifiuti: Pomezianews intervista l’Assessore Stefano Ielmini

Pomezianews incontra l’assessore al bilancio e alla raccolta differenziata del comune di Pomezia dopo i recenti abbandoni di rifiuti in strada

 

Assessore Ielmini, lei è in carica da poche settimane, ma da subito ha avuto modo di rendersi conto del fenomeno dell’abbandono di rifiuti: ci dice cosa sta facendo l’amministrazione Zuccalà per contrastare questi comportamenti?

“L’abbandono dei rifiuti è un problema ambientale. Spesso il rifiuto abbandonato è rappresentato da agenti inquinanti ad esempio batterie, plastica, oppure materiale infiammabile altrettanto pericoloso. L’Amministrazione comunale ha cercato di prevenire il fenomeno, installando nel 2016 a Torvaianica tre eco stazioni riservate ai proprietari delle seconde case che, almeno sulla carta, dovrebbero avere maggiore difficoltà a rispettare il calendario dei conferimenti.

Tuttavia la Polizia locale, monitorando le telecamere di sorveglianza, ci riferisce un dato allarmante e cioè che la maggior parte dei “maleducati”, identificati dalle targhe delle auto, sono residenti nelle zone adiacenti alle ecostazioni.

Il problema quindi diventa sopratutto culturale e deve essere risolto da una parte con le sanzioni e dall’altra con una costante educazione alla corretta raccolta differenziata e, in generale, al rispetto dell’ambiente e del territorio nel quale si vive”

 

Quante violazioni sono state accertate ad oggi?

“Nel solo mese di luglio sono state accertate circa 60 violazioni identificando le targhe riprese dalle telecamere di chi non conferisce in maniera corretta. Altre volte si parte dalla segnalazione di singoli cittadini che hanno un ruolo determinante”

 

Secondo lei sarebbe possibile pensare all’introduzione, già a partire dalle scuole elementari, di programmi specifici di educazione civica, coinvolgendo operatori del settore ambientale e Polizia Locale?

“Sono importanti le sanzioni o il timore delle sanzioni, ma anche l’educazione civica e le campagne informative, come ad esempio quella di qualche settimana fa, organizzata in spiaggia distribuendo portacenere portatili. Però mi faccia dire che la battaglia del futuro non si vincerà con multe sempre più salate o eco stazioni sempre più capienti, ma riducendo la produzione dei rifiuti anche in ambito domestico, con piccoli accorgimenti, ad esempio il compostaggio, l’acqua in vetro oppure i prodotti sfusi o comunque preferendo quelli con il minor imballo possibile.

Per questo motivo uno dei punti del programma dell’Amministrazione è la graduale introduzione della tariffa premiale, che consentirà alle famiglie più virtuose, che cioè conferiscono meno quantità di rifiuti, di risparmiare sulle tasse con le quali si copre il costo della raccolta differenziata”




Finisce l’era della plastica monouso

Una direttiva europea ci farà molto probabilmente dire addio, dal 2019, a cannucce, piatti e stoviglie

Le materie plastiche nel mondo costituiscono l’85% dei rifiuti marini, micro-plastiche presenti anche nell’aria, nell’acqua e sulle nostre tavole: l’Europa finalmente se ne accorge e, dopo aver messo al bando i sacchetti di plastica nel 2015, sta cercando ora di portare avanti una strategia sull’economia circolare, proponendo anche una tassa sulla plastica.

Tale iniziativa ha l’obiettivo di affrontare con un intervento legislativo il dispendioso problema dei rifiuti di plastica e dei relativi danni: le misure proposte aiuteranno l’Europa a compiere la transizione verso un’economia circolare, a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a onorare gli impegni assunti sul fronte del clima e della politica industriale.

La direttiva presentata oggi poggia su norme esistenti, come la direttiva quadro sulla strategia marina e le direttive sui rifiuti, e va a integrare altre misure adottate per contrastare l’inquinamento dei mari, come la direttiva sugli impianti portuali di raccolta, e le proposte di restrizioni della microplastica e della plastica oxodegradabile. L’approccio seguito ricalca quello, rivelatosi vincente, della direttiva del 2015 sulle borse di plastica: accolta con favore, la direttiva ha di fatto cambiato rapidamente il comportamento dei consumatori.

Alla fine del mese di maggio scorso la Commissione Europea ha infatti reso note le nuove norme comunitarie per ridurre i rifiuti marini: con la direttiva proposta si eviterebbe l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 e si produrrebbe un risparmio per i consumatori di 6,5 miliardi di euro.

Per giungere a queste proposizioni si è tenuta una consultazione aperta tra dicembre 2017 e febbraio 2018, nella quale il 95% dei partecipanti riteneva necessario e urgente affrontare il problema della plastica monouso, per il 79% occorreva intervenire a livello di UE perché le misure fossero efficaci; lato fabbricanti, il 70% di questi riteneva necessario e urgente intervenire.

Ma quali sono questi prodotti in plastica messi al bando dall’Europa?

L’attenzione si è focalizzata su alcuni prodotti di plastica monouso, come cotton fioc, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini e sugli attrezzi da pesca perduti e abbandonati in mare che, insieme, rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa.

Ecco cosa prevedono le regole:

  • divieto di commercializzare alcuni prodotti di plastica: saranno banditi i prodotti di cui si diceva e questi dovranno essere fabbricati solo con materiali sostenibili. Inoltre, i contenitori per bevande monouso saranno tollerati solo se i tappi e i coperchi resteranno attaccati al contenitore;
  • riduzione del consumo: gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica, fissando obiettivi nazionali di riduzione, mettendo a disposizione prodotti alternativi e impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente;
  • obblighi per i produttori: questi dovranno parzialmente coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti e quelli delle misure di sensibilizzazione per i contenitori per alimenti, pacchetti e involucri, contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro, salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Di contro, saranno previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti;
  • obiettivi di raccolta: entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, introducendo sistemi di cauzione-deposito;
  • prescrizioni di etichettatura: alcuni prodotti, come gli assorbenti igienici, le salviette umidificate e i palloncini, dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata con le indicazioni su smaltimento, impatto negativo sull’ambiente e sulla presenza di plastica.

Le proposte della Commissione passeranno ora al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio, al fine di esortare anche le altre istituzioni a trattarle in via prioritaria e a dare ai cittadini europei risultati tangibili prima delle elezioni di maggio 2019.

La direttiva europea

Documento sintetico informativo




Acqua, non sprechiamola

Tutti noi, insieme alle istituzioni, siamo chiamati a non sprecare l’acqua,a partire dai piccoli accorgimenti quotidiani

 

Tra i buoni propositi di inizio anno che molte persone fanno per migliorare la qualità della propria vita, dalla dieta all’attività fisica, dai viaggi ad un nuovo lavoro/partner, dal troncare amicizie al convolare a nozze, inseriamo anche quello di non sprecare l’acqua, bene fondamentale per la nostra esistenza.

In molte zone del mondo scarseggia, in altre è del tutto assente e come bene economico diventa sempre più caro (vedi bolletta). In occidente si consumano annualmente circa 250 litri di acqua pro-capite: imparare a rispettare e risparmiare l’acqua è quindi sia un gesto di civiltà sia di convenienza economica. E’ necessario sviluppare una nuova coscienza e correggere certi nostri abituali comportamenti, che parecchie volte ci portano ad abusare di questa preziosa ed insostituibile risorsa.

Ognuno dovrebbe ridurre gli sprechi di acqua a partire dai piccoli gesti quotidiani, tra cui: a) scegliere di fare la doccia invece del bagno, limitando così di 1/5 il consumo d’acqua; b) usare solo l’acqua necessaria quando ci si lavano mani, denti o ci si fa la barba; c) acqua ‘quanto basta’ per lavare verdure e piatti e usare l’acqua di cottura della pasta, che è un ottimo sgrassante, per lavare le stoviglie senza uso esagerato di detersivo; d) raccogliere l’acqua piovana per annaffiare le piante, o per altri usi non alimentari o igienici; e) preferire l’acqua del rubinetto a casa e nei locali pubblici; f) preferite l’uso di lavatrice e lavastoviglie, e sempre a pieno carico, piuttosto che lavare i piatti a mano; g) lo sciacquone dovrebbe avere il doppio scarico, per ridurre il consumo di acqua; h) mangiare meno carne, prediligendo nella dieta anche altri alimenti, per ridurre il dispendio idrico.

Accanto ai comportamenti messi in atto in ambito domestico per non sprecarla si può installare un frangigetto ai rubinetti, una retina che riduce la fuoriuscita dell’acqua e ci fa risparmiare tanti litri all’anno, ed anche guardare all’utilizzo dell’innovazione come App.  e schede elettroniche per ridurre gli sprechi.

Alla XXIII Conferenza delle parti (Cop23), svoltasi lo scorso 17 novembre a Bonn (Germania), i rappresentanti di circa 200 Paesi che si sono confrontati sulle modalità di attivazione dell’Accordo di Parigi (in vigore dal novembre 2016), si è dibattuto anche di acqua e dell’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche legate al suo uso.




L’Eco (X) del sensazionalismo social

Il 5 maggio 2017 è una data che sicuramente ricorderemo tutti: l’incendio allo stabilimento “Eco X – Servizi per l’ambiente” di via Pontina Vecchia.

Un rogo terribile, sulle cui cause si sta indagando, che ha bruciato plastica e altri materiali, minando la nostra salute.

Il mio focus, però, non vuole essere centrato sull’incidente, ma sui risvolti mediatici e soprattutto social che si sono sviluppati fin dai minuti immediatamente successivi all’incendio.

Pomezia, in pochi giorni, per alcuni era diventata una città fantasma e sui social, in particolare su Facebook, montava la paura per una nuova Chernobyl in salsa agro-pontina: Associazioni, Onlus, giornali locali e chi più ne ha più ne metta, tutti insieme, a diffondere previsioni nefaste sulle salute dei cittadini, senza però avere conoscenza o leggere con la dovuta attenzione i dati ufficiali certificati degli enti preposti al monitoraggio dell’inquinamento, Arpa e Asl.

E questi dati, già dalle prime pubblicazioni anche sul sito del comune di Pomezia, fornivano invece segnali incoraggianti: nessuna anomalia, se non nelle immediate vicinanze del sito (raggio 2/300 mt.) e nelle prime ore dall’incendio.

 

Tutto sommato un qualcosa di normale e assolutamente prevedibile.

Ma sui social si faceva quasi a gara per ribadire “non è possibile, ci stanno nascondendo qualcosa”; oppure “non ci credo, sarò costretto a lasciare per sempre la mia Città”: una folle corsa del sensazionalismo 2.0, al costo di credere più ad una news su Facebook piuttosto che ad un Sindaco o a un’ente pubblico.

La testimonianza più incredibile di questo bizzarro comportamento è sulle notizie che rimbalzavano con cadenza giornaliera sulla presenza dell’amianto: l’amianto c’è, l’amianto non c’è, si è disperso nell’aria, è rimasto nel sito.

Inizia il ministro della Salute, che afferma la non presenza di fibre di amianto disperse nell’aria; sui social rimbalza invece la notizia “vecchia” della presenza di amianto sul tetto del capannone della Eco X…e allora vai con i post “non so a chi credere!”, oppure “ma l’amianto allora c’è o non c’è”.

Bastava leggere con un minimo di attenzione: l’amianto era sul tetto del capannone e incapsulato, ma non si era disperso nell’aria.

A distanza di due settimane dall’incidente, dopo l’iniziale voglia di protagonismo di tanti “tagliatori di teste”, attenti alla ricerca del responsabile invece che al superamento dell’emergenza, passata l’ondata social di coloro (sempre tanti) che “è sempre colpa della politica e degli Amministratori locali”e in attesa di conoscere l’esito delle indagini delle autorità preposte, il chiacchiericcio da catastrofe sembra quasi finito: l’unica aria irrespirabile da combattere davvero rimane quella dei social, troppo democratici nel concedere a tutti la possibilità di usare la tastiera e praticamente ingestibili per fare informazione o diffondere, almeno, un po’ di sano buon senso.

 




Before the flood

Leonardo di Caprio come portavoce dei problemi ambientali

Before the flood- punto di non ritorno” è un documentario prodotto dalla National Geographic Channel incentrato sui cambiamenti climatici che stanno drammaticamente sconvolgendo il nostro pianeta. Leonardo di Caprio è il narratore di questa triste e -purtroppo- veritiera storia. Egli dimostra così di essere non solo un uomo di estremo talento, ma anche un uomo con un’enorme sensibilità. Ha girato gran parte del globo negli ultimi due anni partendo dalla sua patria, l’America, raggiungendo perfino l’Italia, per poter testimoniare ciò che sta avvenendo ai nostri giorni e mostrarci il male che noi umani stiamo provocando alla nostra Terra.

Quante volte abbiamo sentito citare parole come “surriscaldamento”, “deforestazione”, “siccità” o ancora “inquinamento”? Fin dal secolo scorso l’uomo ha preso coscienza del fatto che tutti questi fattori stanno modificando drasticamente il pianeta, uccidendo habitat naturali, ecosistemi e intere specie viventi, riducendo così in macerie quella che è la nostra origine e la nostra casa.

Il capitalismo, la frenetica produzione di massa, l’irrefrenabile sfruttamento del territorio sono solo alcuni dei fattori che stanno risucchiando a questo pianeta ogni risorsa e ogni bellezza che esso custodisce. Tutto viene proiettato nell’ottica dell’assiduo consumismo che erode sempre più questo mondo e con esso la nostra umanità.

Le potenze mondiali conoscono alla perfezione tutto questo e, a tale scopo, spesso si riuniscono “sforzandosi” di fare summit, conferenze, protocolli, in modo tale da porsi degli obiettivi e delle regole per poter contenere questo incessante sfruttamento. Ma alla fine, nella maggior parte dei casi, quegli obiettivi non vengono mai raggiunti e rimandati ad un’altra data.

Spesso molte multinazionali, protagoniste indiscusse di questa vergogna, sono appoggiate dai governi stessi. Le politiche vigenti sono quindi sufficienti ad aiutare a contenere l’inquinamento che produciamo ogni giorno?

Risulterebbe comunque troppo comodo dar solo la colpa agli altri. Tutti noi potremmo fare la differenza se ci impegnassimo maggiormente e se dimostrassimo più attenzione a questo tema. Possiamo dimostrarlo in base alle scelte che compiamo quotidianamente, in base alla persona che scegliamo di voler essere quando ci guardiamo nello specchio della nostra coscienza. Basta fare le giuste scelte. Basta scegliere di essere migliori, per noi, per le future generazioni, per tutti gli animali e le piante, per la Terra stessa.

Perché è la nostra casa, il nostro centro, il nostro nido. Scegliamo di non autodistruggerci.




Trivelle in mare

E il potere della disinformazione

Il 17 aprile 2016 i cittadini italiani potranno andare a votare per il referendum riguardante le trivellazioni in mare. Le estrazioni di petrolio e gas si intrecciano a molteplici interessi, senza mai però prendere alcuna considerazione i giganteschi danni provocati sull’ambiente. Lo sfruttamento dell’uomo delle risorse naturali è ormai -purtroppo- un argomento sentito e risentito e questa non ne è che l’ennesima dimostrazione. Danni di questo tipo disastrano da troppo tempo l’habitat di moltissimi organismi, compresi noi stessi in quanto il mondo che ci circonda è anche il nostro habitat e, come tale, dobbiamo salvaguardarlo.

Le trivellazioni in mare provocano enormi danni all’ambiente circostante. Bastano i pochi dati forniti dal ministero dell’ambiente per farci riflettere su quanto sia grave la situazione. Essi dimostrano che gran parte delle piattaforme di trivellazione superano spesso i limiti prefissati per quanto riguarda il rilascio di “sostanze pericolose” e, di conseguenza, di inquinamento. Inoltre, i dati raccolti riguardano solo una parte delle piattaforme operative. Immaginate, quindi, quanto potrebbero aumentare ulteriormente questi danni. Aggiungiamo a questo anche la manutenzione degli impianti stessi, la quale richiede costose operazioni che colpiscono e inquinano le nostre acque. Idrocarburi, metalli pesanti, sostanze cancerogene… queste sono solo alcune delle sostanze che vengono rilasciate nel mare, a danno della fauna marina e dell’uomo stesso.

A un mese dal 16 Aprile gran parte degli italiani non sono neanche a conoscenza del referendum in questione. Per quale motivo? Perché media, giornali, politici non ne parlano? Dopotutto, la disinformazione è sempre risultata un’arma potentissima che le nostre istituzioni hanno usato (e usano tuttora) per manipolare la realtà.

Dal momento che il referendum ha valore abrogativo, dovrete votare “si” se volete porre fine alle trivellazioni in mare e al conseguente inquinamento da esse provocato, nella speranza che sempre più parte della popolazione si sensibilizzi ai temi riguardanti per il rispetto per l’ambiente.




“Non sono stato io”

Da circa un mese è iniziata la raccolta differenziata a Pomezia. C’è chi ne è entusiasta e c’è chi, invece, se ne lamenta per via del “grande impegno” che essa implica. Vedere le strade senza più i secchioni dell’immondizia che trasbordano di buste piene di rifiuti rimane, in ogni caso, una visione assai gradita.

Il problema reale sorge quando determinati soggetti decidono di sporcare comunque piazze e luoghi pubblici. Se si esce per fare una semplice passeggiata ci si accorge di cosa sto parlando. Parcheggi, piazze, strade, parchi.. Ogni parte della città viene segnata dalla scia di inciviltà e rifiuti da parte di molti gruppi di ragazzi e non solo.

Si è fatto tanto per creare una città più pulita e sensibile ai problemi dell’ambiente, ma il problema più grave e difficile da sradicare rimane sempre uno: la mentalità delle persone.

La mentalità delle persone difatti è molto difficile da cambiare e nella maggior parte dei casi il ragionamento si riduce ad uno solo. In questo contesto, il pensiero tipico dei suddetti soggetti è qualcosa del tipo “che sarà mai un cartone di pizza o una lattina di birra lasciata per strada”. Infatti, è sempre più diffusa la tendenza di levarsi le responsabilità di dosso, dal momento che tenere una città pulita è un compito che spetta alle istituzioni. Questo tipo di pensiero, in realtà, poi può essere applicato a molte altre occasioni e contesti. Si pensa sempre troppo spesso che non possiamo fare nulla per cambiare, che non c’è uguaglianza e nessuna garanzia dei diritti, che è sempre colpa di qualcun altro.. Ma forse è proprio per via di questo tipo di ragionamento che la società di oggi si trova in questa situazione.

Per cui, non è affatto vero che nel nostro piccolo non possiamo fare qualcosa. Nel nostro piccolo, possiamo evitare di buttare le cartacce a terra, possiamo cercare di collaborare gli uni con gli altri, possiamo trovare delle soluzioni. E’ arrivato il momento di smettere di scaricare le responsabilità sugli altri. Se vogliamo cambiare la società il cambiamento deve partire in primis dai cittadini stessi. Basta lamentarsi di ogni cosa, basta rimanere fermi e basta pensare che non si può fare nulla.

Alla fine, basta solo un po’ di civiltà e rispetto.