Afganistan: mille volti di una terra raccontata da Khaled Hosseini

Tre romanzi per conoscere un popolo e le sue tradizioni millenarie

 

Questo agosto 2021 sarà sicuramente ricordato anche per la caduta di Kabul, la capitale dell’Afganistan, per la presa del potere dei talebani e per le immagini terribili che abbiamo visto scorrere sui telegiornali, sui diversi canali social e per quello stato di impotenza e sgomento che abbiamo vissuto mentre trascorriamo sotto l’ombrellone o in montagna, la nostra pausa estiva.

Troppo spesso non ci rendiamo conto di quale fortuna sia essere nati in luogo dove la libertà dell’individuo sia sancita a chiare lettere nella Costituzione e, tralasciando le diverse parentesi che potrebbero aprirsi con questa mia dichiarazione, per la rubrica dei libri della settimana, ho pensato fosse giusto onorare un popolo con la proposta di lettura di tre libri dello scrittore afgano Khaled Hosseini.

Il cacciatore di aquiloni, sicuramente ne avrete sentito parlare e, se non avete letto il libro, magari avrete visto la versione cinematografica uscita nel 2007.

Gli altri due suoi libri sono Mille splendidi soli, del 2007 e E l’eco rispose del 2013.

 

 

Ne Mille splendidi soli, le protagoniste sono Mariam e Laila, due figure femminili diverse per nascita ma che il destino farà incontrare e dove l’amicizia e l’amore diverrà salvezza.

In E l’eco rispose l’Afganistan è raccontato attraverso la storia di due bambini legatissimi che non vogliono separarsi. Attraverso il romanzo Hosseini mette in risalto la profondità del loro rapporto e la forza del loro sentimento.

Ma, a prescindere da quale dei tre romanzi vogliate iniziare a scoprire l’Afganistan, nelle parole di Hosseini resta sempre vivido e ben impresso l’amore per la sua terra, per le sue tradizioni e la storia millenaria che traspare da ogni volto, da ogni gesto e da ogni scelta.

È sicuramente una ben piccola cosa sentirsi vicini a un popolo leggendo solo dei libri ma è proprio curiosando tra le pagine di questi libri che si entra in contatto con un popolo, con le sue tradizioni, con la miseria, con la guerra e con le terribili conseguenze che tutto ciò apporta alla vita dei singoli individui e ai loro destini.

Ferma restando che la guerra, ovunque sia, è di per sé inutile e vana.