Heartstopper 3, una stagione più profonda ed emozionante

È solo pochi giorni fa che la terza stagione della serie Heartstopper è stata rilasciata su Netflix, conquistando già molti giovani.

In questi otto episodi rincontriamo Nick e Charlie, che, a detta della creatrice Alice Oseman, non sono più bambini, ma adolescenti con sfide e problemi da affrontare. Per questo la serie diventa ancora più matura ed emozionante, approfondendo la relazione tra i due giovani.

Naturalmente ritroviamo Kit Connor e Joe Locke nei ruoli principali, ai quali si aggiungono però nuovi volti come quelli di Hayley Atwell e di Eddie Marsan, oltre al tanto atteso cameo dell’attore di Bridgerton Jonathan Bailey.

Si sa, Heartstopper è tra le serie più amate di Netflix e questo perché ogni volta riesce a trattare il tema dell’omosessualità con estrema delicatezza, prediligendo sempre l’emotività all’approccio fisico. 

Questa stagione, inoltre, è ancora più profonda delle precedenti, troviamo infatti, come ci era già stato anticipato nel secondo capitolo, il tema del disturbo alimentare. Ci imbattiamo in Charlie, che si chiude sempre più in se stesso, temendo di esternare ciò che gli sta accadendo e in Nick, che, nonostante la giovane età, gli rimane accanto in ogni momento. Il giovane si mette in secondo piano per aiutare il proprio ragazzo, anche se allo stesso tempo affronta egli stesso un dissidio interiore, una costante paura di toccare l’argomento in modo sbagliato.

L’aspetto più straordinario di questa serie è proprio il fatto che vengono mostrate tutte le realtà degli adolescenti, tutto quello con cui devono fare i conti ogni giorno: dalla paura di andare all’università alle mille paranoie all’interno delle prime relazioni, per sfociare poi anche in tematiche più profonde come l’anoressia e la propria sessualità.

Se vi steste poi chiedendo se ci sarà una quarta stagione, questa purtroppo non è stata ancora confermata. Siamo però fiduciosi, in quanto i romanzi da cui la serie è tratta hanno un seguito, sono infatti ben cinque. Non ci resta dunque che aspettare e sperare.

Questa, intanto, è di sicuro una stagione in cui i giovani si rivedranno molto, realizzando di non essere gli unici a vivere e a provare emozioni simili ed è per questo che tutti dovrebbero vederla, in quanto l’amore, l’amicizia e la salute mentale riguardano ognuno di noi.


Virginia Porcelli




Murder Mystery 2, un ritorno col botto

Adam Sandler e Jennifer Aniston tornano finalmente con il sequel di Murder Mystery, tipica commedia americana esilarante e senza impegno.

Nick e Audrey Spitz, ormai investigatori privati a tempo pieno, accettano l’invito di un amico a partecipare al suo matrimonio su un’isola privata, tuttavia, a seguito del rapimento di quest’ultimo, si ritrovano al centro di una nuova indagine. Seguiamo quindi i due coniugi fino a Parigi, dove daranno del filo da torcere ai temibili criminali grazie alla loro astuzia e gioco di squadra.

 

Il film ci lascia fino all’ultimo con la suspense e il desiderio di scoprire il colpevole del rapimento, tensione accompagnata dal tipico mal di pancia che una commedia come si deve dovrebbe provocare. Il cast infatti è più che competente e i due attori protagonisti insieme formano ancora una volta una coppia buffa ma affiatata, che proprio per la sua comicità appassiona tanto il pubblico.

 

 

La sceneggiatura è dunque geniale, in quanto unisce scene di agitazione e drammaticità, tipiche dei film gialli, a scene spassose e a tratti assurde, ma nonostante questa sia sempre firmata da James Vanderbilt, la regia è invece cambiata tra i due film. Kyle Newacheck, infatti, ha lasciato il posto a Jeremy Garelick, il quale ha inserito all’interno della pellicola più elementi d’azione quali spettacolari effetti speciali, evoluzione che può essere apprezzata come non, ma che è sicuramente evidente ai nostri occhi.

 

Significativa è inoltre la lezione che il film ci dà, ossia che non bisogna solamente conoscere a memoria tutte le nozioni che un’occupazione richiede per eccellere in un determinato lavoro, poiché quello che ci rende unici è la passione e l’amore che ci mettiamo, unito in questo caso ad una grande intesa tra i due coniugi, che credono sempre nelle loro potenzialità, non arrendendosi mai.

La pellicola ha ovviamente riscontrato un enorme successo, essendo ancora, a quasi un mese dall’uscita, nella top dieci dei film più visti da Netflix. Numerosi anche i rewatch del primo film, tornato in classifica nelle prime settimane a distanza di quattro anni.

Si può quindi affermare che il sequel sia sicuramente all’altezza del primo film e speriamo di incontrare di nuovo Nick e Audrey in una nuova avventura all’insegna del mistero e della comicità.

Virginia Porcelli

 

 

 




Adolescenti, tra voglia di vita spericolata e normalità

Si trovano spesso a vivere situazioni a rischio, tra alcol,droghe e gioco d’azzardo come riportano le ricerche dell’Ifc-Cnr. Ma i ragazzi sono soprattutto focalizzati sulla loro crescita, tra limiti e libertà

È durante l’adolescenza che ci costruiamo la nostra identità di persona, ci ‘separiamo’ dai genitori, sperimentiamo i cambiamenti del corpo e della mente. Il lavoro è faticoso e molti ragazzi e ragazze, per differenziarsi dagli altri ed esprimere la propria unicità, si spingono oltre, verso situazioni ‘a rischio’. Un piercing o un tatuaggio rientrano nelle regole del gruppo, mentre ben diverso è l’uso e abuso di droghe, alcol e gioco d’azzardo che evidenziano la ricerca dello stordimento, la fuga di fronte alla nuova identità, alle responsabilità, con i pericoli che sono sempre dietro l’angolo. Come lo ‘spinello’, la sigaretta che contiene sostanze ricavate dalla cannabis come l’hashish e la marijuana, che un adolescente sceglie di provare presto. Per i giovani l’hashish è chiamato ‘fumo’ e la marijuana ‘erba’: entrambe contengono il Thc (tetraidrocannabinolo), un principio attivo che genera l’effetto stupefacente. La cannabis risulta essere la sostanza illegale più utilizzata, seguita da cocaina e droghe sintetiche come emerge dallo studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) e Espad Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) condotto nel 2014. Circa 54mila studenti delle scuole medie superiori, il 2,3% dei 15-19enni, hanno assunto sostanze psicotrope: oltre 600mila adolescenti hanno consumato cannabis, 60mila cocaina, 27mila eroina e circa 60mila allucinogeni, stimolanti ed anche psicofarmaci (uso illegale) assunti soprattutto dalle ragazze.

Tra gli studenti è molto diffuso anche l’uso dell’alcol, considerato un ‘elemento socializzante’ che consumano regolarmente in famiglia e fuori casa. Il consumo di birra e vino nella fascia di età 15-19 anni mostra un trend decrescente negli ultimi 10 anni, anche se il 70% dei ragazzi dichiara di bere fuori casa, con i maggiorenni che preferiscono i superalcolici. È quanto rileva lo studio promosso dall’Osservatorio permanente giovani e alcol (Opga) e realizzato dall’ Ifc-Cnr, che ha registrato come le ragazze bevano meno dei maschi, perché bere fa ingrassare: tendono a digiunare per 1 o 2 giorni per potersi poi sballare la sera, bilanciando così la quantità di calorie (il fenomeno si chiama ‘drunkoressia’, unione tra alcol e anoressia).

Anche il fenomeno delle ludopatie, che il Ministero della salute definisce come ‘l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze’, è da includere tra i comportamenti ‘a rischio’ per i giovani. Il gioco d’azzardo è diffuso prevalentemente fra i maschi (70%) ed è socialmente accettato, ma è preoccupante perché può portare alla dipendenza. Il fantacalcio e le scommesse sportive sono i giochi preferiti dai ragazzi, mentre le ragazze prediligono il gratta e vinci (Ministero della salute,Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave’, 2014).

Gli adolescenti non sono solo attratti da situazioni di vita spericolata, ma vivono anche nella normalità, come Riccardo, Emma e Marta di Pomezia e che ho intervistato per sul tema. Riccardo è uno studente universitario di 19 anni, ama stare con gli amici, anche se non disdegna di vedere qualche buon film a casa. “Faccio parte di due associazioni di volontariato del nostro territorio, ‘La cicala e la formica onlus’ e ‘Assoraider’” afferma Riccardo. “Non giudico chi beve o si fa le ‘canne’ perché credo che ognuno debba essere padrone della propria vita. Molti ragazzi sono attratti dall’aspetto ribelle della trasgressione, ma non penso che il fenomeno si possa debellare del tutto”. Emma, 17 anni, volontaria nella stessa associazione onlus di Riccardo, ama viaggiare e leggere. “Penso che gli adolescenti che passano il tempo tra spinelli, alcolici e scommesse cerchino un modo per trascorrere il tempo e farsi accettare dal gruppo” sostiene la studentessa del liceo Pascal. “Per contrastare questi atteggiamenti ‘distorti’ bisognerebbe coinvolgerli in attività interessanti e concrete’.

Marta, 18 anni, anche lei liceale e volontaria, adora stare con gli amici e nuotare. “Tanti ragazzi si avvicinano alla droga perché frequentano amicizie sbagliate, o dopo una delusione amorosa o magari solo per curiosità. Si dovrebbe far capire loro quanto le droghe e l’alcol siano deleteri per la salute prima che sia troppo tardi, facendo informazione per dare un’alternativa a tanti giovani”.

Un mondo dai cento volti e dalle mille solitudini che, oltre a farci pensare alla necessità di adottare misure di intervento precoce del disagio giovanile, ci devono suggerire di non stare con la testa girata altrove, ma metterci in ascolto in modo autentico ed effettivo delle loro esigenze, soprattutto delle insicurezze e delle difficoltà di cui è pieno il loro percorso di crescita.