Latina – ARTE e MECCANICA, Carmine Cerbone espone alla Stoà. Inaugurazione il 27 gennaio alle 18

Sarà inaugurata sabato 27 gennaio alle 18 la mostra di pittura itinerante ARTE e MECCANICA dell’artista pontino Carmine Cerbone a cura di Claudio Futmani.

 

L’esposizione, presso la Galleria STOÀ, in Via Cesare Battisti 23 a Latina, sarà visitabile fino al 10 febbraio.

 

Le parole del curatore

“Il percorso artistico di Carmine Cerbone esplora le possibilità creative in ambito pittorico offerte dall’uso di uno strumento di riproduzione meccanica in serie: Il ciclostile, sistema di stampa meccanico basato sulla tecnica dello Stencil.

(…)

Questa ingegnosa invenzione meccanica ormai legata a un lontano passato viene qui utilizzata come strumento al servizio dell’artista per la creazione di opere uniche e non replicabili: un approccio che attribuisce ad uno strumento meccanico del tutto dimenticato (perché travolto dal progresso), una nuova funzione d’uso, e dunque un suo valore nella contemporaneità. Il trasferimento dell’inchiostro su carta, che nell’uso consueto della macchina ciclostile avviene attraverso una matrice sagomata costituita da un foglio di carta di riso e cera, qui avviene direttamente attraverso l’uso dei rulli.

La tela, piegata e ripiegata su sé stessa a seconda dei livelli di vuoto e di pieno che si intendono realizzare, viene fatta passare più e più volte attraverso i rulli della macchina, che imprimono l’inchiostro sulle zone della tela forzatamente orientate dalla mano dell’artista. Il risultato, una volta ripiegata la tela, è una scomposizione dell’inchiostro in numerosi piani prospettici, e dunque una tridimensionalità “reale” (nel senso di ottenuta lavorando effettivamente in un’ottica tridimensionale) che diventa bidimensionalità, ricordando in qualche modo la scomposizione delle forme in un piano bidimensionale di matrice cubista

(…)

Dopo gli studi sulla fotografia in bianco e nero o sulla conservazione degli oggetti della memoria, Carmine Cerbone si ispira ancora una volta ad uno strumento di conservazione e riproduzione dei ricordi collettivi, restituendolo alla modernità tramite il suo ri-utilizzo al servizio dell’Arte Contemporanea.

 

Chi è Carmine Cerbone

Nato a Gaeta, frequenta il Liceo Artistico Statale di Latina come allievo di Claudio Cintoli, diplomandosi nel 1972.

Un anno più tardi entra a far parte del corpo docenti dello stesso istituto insegnando discipline pittoriche.

La sua carriera artistica riceve ulteriori esperienze didattiche con Achille Bonito Oliva e Massimo Bignardi, e integra le sue conoscenze artistiche con esperienze scenografiche. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, ed è presidente dell’associazione Culturale “Lingua del Camaleonte”.

 

 

Carmine Cerbone

mostra di pittura itinerante

a cura di Claudio Futmani

Inaugurazione sabato 27 gennaio ore 18,00

dal 27 gennaio al 10 febbraio 2024

 




Latina – sabato al circolo cittadino Daniele Scannapieco 4tet

Circolo Cittadino di Latina

sabato 20 gennaio ore 21.00

Daniele Scannapieco 4tet

Daniele Scannapieco – sax tenore

Michele Di Martino – pianoforte

 Tommaso Scannapieco – contrabbasso

Luigi Del Prete – batteria

 

Al via la seconda parte della stagione di Latina in Jazz che debutta con Daniele Scannapieco 4et. Appuntamento questo sabato 20 gennaio alle 21, come di consueto sul palco del Circolo Cittadino di Piazza del Popolo a Latina.

Con Daniele Scannapieco al sax tenore, Michele Di Martino al pianoforte, Tommaso Scannapieco al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria.

Classe 1970, sassofonista salernitano, musicista e compositore, Daniele Scannapieco è conosciuto in Italia e nel mondo e preso da esempio dalle giovani leve di musicisti. Ha vinto il prestigioso premio europeo “Djando d’or” ed il premio “Positano” come miglior musicista campano. Inoltre, per due anni consecutivi (2002 – 2003) è stato tra i primi classificati di Top Jazz della rivista Musica Jazz. Tante sono le collaborazioni di Daniele Scannapieco, tra cui ricordiamo Fabrizio Bosso con cui ha fondato gli High Five Quintet, storica formazione Jazz che ha come componenti Julian Oliver Mazzariello al piano, Luca Mannutza al piano, Pietro Ciancaglini al contrabbasso, Tommaso Scannapieco al contrabbasso, Lorenzo Tucci alla batteria. Collabora inoltre con Danilo Rea, Boltro, Dado Moroni, Greg Hutchinson e Ira Coleman, Dario Rosciglione, André Ceccarelli, Eric Legnini, Dee Dee Bridgewater.

Info e prenotazioni: 3501959933 / 3387961980

Sarà possibile inoltre l’acquisto dei biglietti presso il botteghino del Circolo Cittadino che sarà aperto la sera del concerto, dalle 19.00 in poi.




Wonder: White Bird, il coraggio di essere gentili

L’ultimo mese è stato per il cinema decisamente fruttuoso, ricco di nuove uscite e tra queste, anche se poco conosciuto, merita un’attenzione particolare Wonder: White Bird.

Il film, diretto da Marc Forster e ambientato durante la seconda guerra mondiale, è uno spin-off del celebre Wonder con protagonista il personaggio di Julian Albans, a cui la nonna racconta un episodio doloroso del suo passato.

Quando iniziano i rastrellamenti in Alsazia, la giovane di quindici anni Sara viene salvata dalla famiglia di Julien, un ragazzo affetto da poliomelite con cui nel tempo nascerà un forte legame.

Helen Mirren, che recita la parte della nonna, è semplicemente strepitosa, riuscendo a far trasparire la sofferenza nel raccontare una storia così straziante e la forza nel cercare di conservarne il ricordo. Altrettanto commoventi le interpretazioni dei due protagonisti, sorprendentemente naturali nonostante la giovane età.

La pellicola ci mostra gli orrori del nazismo e della shoah, le crudeltà e le ingiustizie che milioni di ebrei subirono ogni giorno, in quanto privati di ogni tipo di libertà e costretti a separarsi dalle proprie famiglie e a morire per la propria religione. Presentandoci diversi esempi di umanità contrapposta alla malvagità, ci conferma come al mondo ci sia sempre un po’ di bene anche nel male, incitandoci ad aiutare sempre l’altro e, senza dubbio, a non ripetere in futuro gli stessi errori.

Altra tematica importante è inoltre quella del bullismo, tema di fondo e motivo del racconto. Il film infatti, ci presenta l’insensatezza di una cattiveria simile, che non fa altro che generare dolore nella persona presa di mira. Mai si dovrebbe giudicare o isolare qualcuno sulla base del suo aspetto o modo di fare, ma al contrario provare a parlarci, per poi sicuramente scoprire quanto i giudizi fossero infondati.

Oltre a ciò, in uno sfondo così cupo e drammatico che rende le lacrime inevitabili, a far luce è la storia d’amore tra i protagonisti, così innocente, pura ed estremamente tenera. Questa è il chiaro esempio che l’amore è in tutte le cose, in tutti i gesti e in ognuno di noi.

Dunque, è per tutte le tematiche toccate, particolarmente delicate ma fondamentali, che si consiglia la visione ad un pubblico giovane, che potrebbe imparare molto da tali lezioni su come comportarsi nel rapporto con l’altro, sull’importanza di essere sempre gentili e coraggiosi.

Virginia Porcelli

 




Umberto Boccioni e il Futurismo

Umberto Boccioni: Una Visione Dinamica dell’Arte Moderna

Nel tumultuoso panorama dell’arte moderna, pochi artisti possono vantare una visione tanto audace e rivoluzionaria quanto Umberto Boccioni.

Nato nel 1882 a Reggio Calabria, Boccioni si affermò come uno dei principali esponenti del Futurismo, un movimento artistico che sfidava le convenzioni e celebrava il dinamismo della vita moderna.

La Vita di Boccioni: Un Percorso Verso la Modernità

 

La formazione artistica di Boccioni iniziò all’Accademia di Belle Arti di Roma, ma il suo spirito ribelle e desiderio di esplorare nuove direzioni lo portarono a entrare in contatto con le idee rivoluzionarie dei futuristi.

Boccioni divenne uno dei principali teorici del movimento, contribuendo in modo significativo al “Manifesto dei Pittori Futuristi” nel 1910, insieme a artisti del calibro di Giacomo Balla e Gino Severini.

Le Opere Rivoluzionarie di Boccioni: Un Inno al Movimento

Le opere di Boccioni, spesso caratterizzate da una fusione di forma e movimento, riflettono la sua concezione dinamica del mondo. Tra le sue creazioni più celebri, “La città che sale” e “Dinamismo di un ciclista” evidenziano la sua abilità nel catturare il ritmo frenetico della vita urbana e il dinamismo della modernità.

“La città che sale” del 1910, ad esempio, ritrae una città in crescita, con edifici che sembrano emergere come manifestazione di energia e progresso. Boccioni utilizza colori vibranti e forme astratte per rappresentare l’esperienza futurista della metropoli in rapido sviluppo.

 

“Dinamismo di un ciclista” (1913), invece, coglie il movimento inarrestabile di un ciclista in corsa. Le linee spezzate e i colori intensi comunicano la velocità e la forza centrifuga, trasmettendo l’idea che l’arte non dovrebbe essere statica, ma dovrebbe riflettere la dinamica sempre in evoluzione della società moderna.

Il Futurismo e il Contributo Duraturo di Boccioni all’Arte

Il Futurismo di Boccioni è un movimento che abbraccia il progresso, la tecnologia e il dinamismo, ma è anche un invito a riconsiderare la percezione stessa dell’arte. La sua influenza si estende ben oltre il periodo futurista, e il suo impatto sull’arte moderna è ancora evidente oggi.

Umberto Boccioni morì prematuramente nel 1916, ma il suo lascito persiste attraverso le sue opere rivoluzionarie e la sua visione audace. Oggi, i dipinti di Boccioni sono oggetto di studio e ammirazione, dimostrando che la sua concezione dinamica dell’arte ha resistito al passare del tempo, continuando a ispirare generazioni di artisti e appassionati d’arte in tutto il mondo.




IL TEATRODANZA DI MARIA CONCETTA BORGESE SBARCA A LANUVIO

 

Presso la Sala delle Colonne della biblioteca “F.Dionisi” di Lanuvio,  nell’ambito del Natale Lanuvino, si terrà venerdì 29 dicembre alle 16,30, lo spettacolo “Soli d’Autunno” di Maria Concetta Borgese, danzatrice e performer, tratto dall’omonimo libro di poesie di Claudio Marrucci (Edizioni Ensemble).

Le musiche verranno eseguite dal vivo al pianoforte da Alessandro De Santis. Il libro verrà presentato dall’autore e dalla poetessa Antonella Rizzo durante lo stesso spettacolo di teatrodanza. Spettacolo che è organizzato dal Gruppo E-Motion, da Mrdart e dallo stesso comune di Lanuvio. 

I temi

Eccoli i temi che ha analizzato Marrucci in questo libro: l’impatto antropico, l’abitare, la natura, la città, la campagna, le migrazioni e la ricerca scientifica. Temi che sono gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In pratica, l’autore tratta il rapporto uomo-natura mediato dall’elemento urbano. E lo tratta ricorrendo al “prosimetro”, un genere non molto praticato, che prevede l’utilizzo nella stessa opera della scrittura in versi e di quella in prosa. In particolare, la città è vissuta come il luogo di rigenerazione della memoria, prima di tutto emotiva, ma anche olfattiva, tattile, sinestetica. Il libro è composto da settantasette poesie. Nello spettacolo di Maria Concetta Borgese poesia e tematiche ambientali sublimano nella danza. Danza che, con l’attenzione assoluta verso il corpo, attraverso il movimento dello stesso corpo, abita lo spazio e poi lo agisce, lo trasforma, lo fa vivere. Mentre la suggestiva location della Sala delle Colonne riporta la natura al centro dell’esperienza artistica, in continuo dialogo con la parola.

“Il rispetto dell’ambiente – scrive Marrucci – ormai riguarda tutti noi, ma non è più possibile barricarsi dietro una opposizione uomo-natura. In questo senso la città e più in particolare il borgo, gli antichi borghi sono luoghi, da riscoprire in chiave moderna, nei quali la vita nella natura sfumava nella vita di città e viceversa”. 

I protagonisti

Claudio Marrucci è ricercatore, scrittore, traduttore e poeta. Ha pubblicato diversi libri, tra cui il romanzo “Ammettiamo che l’albero parli”, la silloge “Miles – poesie in presa diretta”, la raccolta di racconti “Fantasme”, diventato poi uno spettacolo teatrale. Maria Concetta Borgese invece è danzatrice, coreografa e performer. Ha danzato per varie compagnie, in molti festival nazionali e internazionali,  tra cui il Romaeuropa Festival, lo Spoleto Danza, il Vignale, la Certosa di Padula, La Versiliana, il Festival delle Ville Vesuviane e il Festival Internacional de Teatro Contemporáneo de Madrid. E’ stata regista e interprete di diversi spettacoli/performance, che si sono tenuti in numerosi “luoghi altri”, come siti archeologici, musei, gallerie d’arte, dimore storiche, chiese sconsacrate e posti istituzionali.  Con i video-danza “Bifurcating Futures” (Danimarca) e “Virgins” (Olanda), ha partecipato a numerosi festival internazionali, vincendo vari premi.




Wonka, un Natale più magico

Ebbene sì, solo pochi giorni fa, il 14 dicembre, è finalmente approdato in tutte le sale cinematografiche il tanto atteso “Wonka”, che solo questo weekend ha raggiunto la vetta del box office italiano raggiungendo i tre milioni di incassi.

Il film diretto da Paul King, regista di Paddington, si presenta come un prequel che ripercorre la storia del giovane Willy Wonka, personaggio inventato da Roald Dahl in “La fabbrica di cioccolato” e già interpretato da Gene Wilder e Johnny Depp.

L’attore protagonista, Timothée Chalamet, ha sorprendentemente ottenuto la parte senza alcun provino. Il regista infatti, dopo aver guardato su YouTube le esibizioni musicali del ragazzo al liceo, era rimasto colpito dalle sue doti di cantante e ballerino e quindi perfetto per la parte. Nonostante io sia di parte, essendo Chalamet il mio attore preferito, posso dire che questa scelta si è rivelata giusta, in quanto egli si cala attentamente nel ruolo, risultando divertente, e anche un po’ ingenuo, agli occhi dei bambini.

Altro personaggio alquanto bizzarro è quello dell’Umpa Lumpa intepretato da Hugh Grant, il quale ha affermato di aver odiato il suo ruolo, essendo costretto ad indossare una tuta speciale, a suo dire insopportabile, perché la tecnologia lo potesse rimpicciolire. Malgrado ciò, la canzone cantata dall’attore è uno dei dettagli più simpatici del film e non si può uscire dalla sala senza canticchiarla.

Wonka è girato interamente in Inghilterra, paese d’origine di King, prevalentemente a Bath, Londra, Oxford e presso gli studi della Warner Bros a Leavesden, dove furono ricostruiti anche gli interni di Hogwarts in Harry Potter.

Insomma, questo film, perfetto per le famiglie durante il periodo natalizio, immerge il pubblico in un’atmosfera magica, spensierata e allegra. Questo Wonka ci viene presentato in modo diverso rispetto ai precedenti, questo è un sognatore, convinto del potere del suo cioccolato e determinato a farsi strada, spinto dal ricordo della madre.

Benché il film possa risultare a tratti lento o noioso per chi non è amante dei musical, ci trasmette un messaggio importante, come “ogni cosa bella comincia con un sogno”, stimolo a credere sempre in noi stessi e a trasformare le nostre ambizioni in realtà.

Virginia Porcelli




Tintoretto: Il Genio Ribelle della Rinascita Veneziana

La Vita

Jacopo Robusti, noto come Tintoretto, è una delle figure più affascinanti e ribelli del panorama artistico della Venezia rinascimentale. Nato nel 1518, Tintoretto ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte, con la sua straordinaria capacità di catturare l’intensità delle emozioni umane attraverso il colore e il dinamismo delle sue composizioni. In questo articolo, esploreremo la vita e le opere di questo maestro veneziano, analizzando il suo stile distintivo e il suo impatto duraturo sulla storia dell’arte.

Tintoretto visse in un periodo di fervente attività artistica a Venezia, città rinomata per la sua prosperità e la sua apertura alle influenze culturali. La sua formazione iniziò nella bottega del padre tintore, da cui derivò il suo soprannome “Tintoretto”. Tuttavia, la sua vera ispirazione venne dalla scoperta delle opere di Michelangelo e Tiziano, che lo spinsero a sviluppare uno stile unico e audace.

Lo Stile Distintivo di Tintoretto

L’arte di Tintoretto è caratterizzata da un’energia e un dinamismo straordinari. Le sue opere sono pervase da movimenti ardenti e drammatici, spesso con figure in pose contorte e illuminate da giochi di luce intensi. La sua abilità nel dipingere giochi di chiaroscuro, unita a una padronanza sorprendente del colore, conferisce alle sue opere un’atmosfera unica e coinvolgente. Il suo stile è un connubio di realismo e visione espressiva, rivelando una profonda comprensione delle emozioni umane.

Le Opere

 

“L’Ultima Cena”

Una delle opere più celebri di Tintoretto è “L’Ultima Cena”, situata nella Chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. In questa rappresentazione unica dell’evento biblico, Tintoretto rompe con la tradizione, posizionando le figure in un’atmosfera carica di tensione e drammaticità. I personaggi sembrano in procinto di muoversi, catturando un momento di grande intensità emotiva.

“Il Paradiso”

Un’altra opera iconica è “Il Paradiso” nel Palazzo Ducale di Venezia. Questo affresco monumentale, rappresentante una visione celeste, è un capolavoro di dimensioni epiche. Le figure angeliche, le sfumature di colore e la prospettiva ardita conferiscono a quest’opera una grandiosità senza pari.

Eredità e Influenza

Nonostante le sue innovazioni e il suo spirito ribelle, Tintoretto ottenne grande riconoscimento durante la sua vita, diventando uno degli artisti più richiesti della sua epoca. La sua influenza si estese oltre i confini veneziani, influenzando generazioni successive di pittori. Il Caravaggio, ad esempio, si ispirò al suo uso audace del chiaroscuro.

Tintoretto rimane un gigante nell’ambito dell’arte rinascimentale veneziana, il cui spirito ribelle e innovativo ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte. La sua capacità di catturare l’essenza umana con una tale intensità e la sua abilità tecnica straordinaria ne fanno uno dei maestri indiscussi dell’arte occidentale. Attraverso le sue opere, Tintoretto ci invita a esplorare l’umanità in tutte le sue sfaccettature, dimostrando che la vera grandezza artistica risiede nell’abilità di cogliere l’essenza dell’esperienza umana.




C’è ancora domani, il film dedicato a noi donne

Il nuovo film della Cortellesi, uscito nelle sale a fine ottobre, sta ottenendo sempre più successo. Dopo aver vinto tre premi al Festival del cinema di Roma, infatti, negli ultimi giorni è rientrato nella top 10 dei film italiani con più incassi, sfiorando quota 27 milioni e diventando il miglior titolo della stagione 23/24.

Ambientato a Roma nei tempi del dopoguerra, ci racconta la toccante storia di Delia, donna di casa costretta ad occuparsi ogni giorno dei tre figli, del suocero e dell’irascibile marito, che ritiene giusto riempirla di schiaffi e umiliarla. “Ho voluto realizzare un film contemporaneo ambientato nel passato, perché penso che purtroppo molte cose siano rimaste le stesse. Naturalmente ci sono stati dei progressi, sono cambiati i diritti, sono cambiate le leggi, ma non del tutto, non nella mentalità”, spiega l’attrice e regista in un’intervista.

La Cortellesi è impeccabile su tutti i fronti. Che fosse una magnifica attrice era già ben noto a chiunque, ma il suo esordio come regista è stato di certo pieno di sorprese. Non solo interpreta il suo ruolo alla perfezione, accompagnata tra l’altro da un cast spettacolare, ma tratta anche temi come la violenza domestica e i diritti delle donne in modo estremamente delicato e commovente.

Infatti, tra la comicità di alcune scene che strappano un sorriso e la drammaticità di altre, che provocano nel pubblico tristezza e compassione, ci tiene fissi allo schermo con gli occhi lucidi.

Tutto ciò, inoltre, arriva in un momento in cui tutta Italia soffre ancora per l’omicidio di Giulia Cecchettin, l’ennesima vittima di una cieca gelosia e violenza che non dovrebbe essere propria dell’amore, ma che purtroppo lo è sempre più spesso.

Insomma, il film è un vero e proprio omaggio alle donne, alla solidarietà femminile, all’amicizia e, in particolare, al rapporto madre figlia. La Cortellesi, infatti, ha deciso di dedicarlo a sua figlia Laura, o meglio “Lauretta”, come possiamo leggere prima dei titoli di coda; dedica in cui possiamo scorgere l’amore materno, più forte di qualsiasi altro legame.

“C’è ancora domani” dà forza a ognuna di noi e ci ricorda l’importanza di reagire, di avere coraggio e soprattutto di chiedere aiuto quando ci viene fatto del male o quando veniamo private dei nostri diritti. Alla prima offesa, al primo schiaffo, dobbiamo tenere in mente che c’è sempre domani e che meritiamo molto di più di qualcuno che ci tarpa le ali. È per questo che ogni donna dovrebbe vederlo, per imparare ad amare sé stessa e per far sì che tutte quelle morti non siano state vane.

Virginia Porcelli




UNA NUOVA CASA EDITRICE NASCE AD APRILIA

Le “Edizioni del Roveto” verranno presentate domenica 10 dicembre, alle 17.00, presso l’Hotel Enea di Aprila

Le Edizioni Roveto

Le Edizioni del Roveto nascono su iniziativa di una famiglia siciliana, i cui membri sono da sempre appassionati di poesia e letteratura, ma soprattutto sono convinti che la diffusione della cultura rappresenti la vera trincea ultima, contro l’imbarbarimento sociale. Il nome, lo deve all’amore e all’attaccamento che gli stessi editori, nutrono nei confronti della propria terra e del proprio territorio d’origine.

Le dichiarazioni degli editori

L’intento della casa editrice

In particolare, l’intento della casa editrice è quello di creare uno spazio editoriale nel quale le voci, la sensibilità e la scrittura di nuovi autori possano esprimersi al massimo, unitamente alla riedizione di opere importanti contemporanee o del passato, senza dimenticare la letteratura per l’infanzia e i grandi temi sociali.

Le collane

Sei le collane: “Uni-versi” (Poesia), “Cartoline” (Racconti), “Gran Tour (Narrativa), “Ypsilon A” (Young Adult), “Girandole” (Letteratura Bambini) e “Sapiens” (Storie Sociali). Quest’ultima è dedicata al disagio sociale e alle più svariate esperienze di vita, per mostrare e spiegare tutti i sommovimenti dell’animo umano che da sempre abitano l’Homo Sapiens. Quella sulla poesia invece è rivolta ai poeti, vecchi e nuovi, affermati o esordienti, dove i versi raccontano mondi interiori, che nascendo da esperienze particolari, si fanno messaggi universali. Circa i racconti, come le cartoline, che rispetto alle lettere necessitano di un sentito lavoro di sintesi, essi condensano, in un numero relativamente breve di pagine, intere storie. È un genere che in Italia patisce troppo spesso il pregiudizio degli editori, ma che a questa nuova casa editrice piace coltivare e valorizzare. Mentre la collana sul romanzo apre le porte a nuovi scrittori, senza tralasciare gli autori importanti e i classici che hanno segnato la storia della letteratura.

Tra gli intenti delle “Edizioni del Roveto” c’è anche quello di scoprire o riscoprire autori e autrici talvolta dimenticati. “Grand tour” perché attraverso i libri il lettore possa compiere un viaggio meraviglioso alla scoperta di nuove esperienze e conoscenze. Invece la “Ypsilon A” è una collana pensata per quei lettori che hanno lasciato l’infanzia e si incamminano verso l’età adulta. L’idea è quella di rompere lo schema che vede la letteratura per ragazzi come letteratura minore, puntando sulla qualità delle opere e degli autori. Grande attenzione anche nella scoperta di nuovi autori esordienti. L’ultima, quella per i bambini, è dedicata alla letteratura illustrata o meno per l’infanzia, affinché a qualunque età si possa essere aiutati a sviluppare un sincero e costante amore per la lettura. 

L’appuntamento

In programma anche un intrattenimento musicale. L’incontro si chiuderà con una degustazione di vini dell’Azienda agricola Casale del Giglio de Le Ferriere.




Il laboratorio esperenziale delle detenute della Casa Circondariale di Latina

CPIA 9 LATINA – Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne

 

In occasione della ricorrenza del 25 novembre, le istituzioni scolastiche, su invito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sono state chiamate a organizzare iniziative sulle tematiche della lotta contro la violenza sulle donne, coinvolgendo attivamente studentesse e studenti con riflessioni, dibattiti e considerazioni.

Il CPIA 9 Latina, Centro Provinciale Istruzione Adulti che, oltre alla sede di Latina e Aprilia ha una sede carceraria nella struttura di Via Aspromonte,  ha celebrato lo scorso lunedì 27 novembre, la ricorrenza organizzando un laboratorio esperienziale con le detenute della Casa Circondariale, al fine di riflettere sul tema.

Perché ogni donna deve avere una storia da ascoltare. Il percorso contro la violenza non può essere solitario.

«Nella giornata del 27 novembre – hanno riferito le detenute – ci è stato permesso di dare voce alle nostre storie di donne e dare voce a tutte quelle donne che non hanno potuto gridare, ma anche nel silenzio la loro anima gridava così forte che ognuna di noi si è svestita e ha indossato i loro abiti, le loro storie, i loro dolori. Nei nostri cuori c’era un loro battito, nei nostri polmoni ha echeggiato il loro respiro…anche noi abbiamo potuto gridare: no alla violenza sulle donne”

«Abbiamo selezionato – spiega la professoressa Vincenza Sanseverino, referente della sede carceraria del CPIA 9 Latina – letture e video che spaziano tra letteratura, musica, cinema e cronaca. Nel carcere si vive un’esperienza di classi solo femminili o solo maschili, un unicum nel sistema italiano. Abbiamo quindi voluto sottolineare questa specificità  con una selezione che vuole parlare da donna a donna per maturare in noi consapevolezza da trasmettere a nostra volta».

 

«Come sempre le docenti della sede carceraria – dichiara la Dirigente Scolastica del CPIA 9 Latina, Prof.ssa Viviana Bombonati – riescono a essere coinvolgenti e a veicolare contenuti didattici attingendo dall’attualità. Si tratta di celebrare una ricorrenza importante e sicuramente l’arte e la letteratura possono dire molto sull’animo femminile».

 

I brani interpretati dalle detenute hanno spaziato da Dante a Paola Cortellesi, da Mia Martini a Jean Bertozzo, a Fiorella Mannoia, a Noemi a Gigi D’Alessio.




Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente, il nuovo prequel tanto atteso

Da poco nelle sale cinematografiche, “Hunger Games- La ballata dell’usignolo e del serpente” è il nuovo prequel ispirato ai celebri romanzi di Suzanne Collins. Diretto ancora una volta da Francis Lawrence e realizzato otto anni dopo l’uscita della pellicola conclusiva della saga, ci racconta l’ascesa di Coriolanus Snow, costretto a fare da mentore a Lucy Gray Baird, tributo del distretto 12, nella decima edizione degli Hunger Games.

È proprio la versione diciottenne di Snow ad essere interpretata dal giovane attore britannico Tom Blyth, il quale riesce perfettamente a rappresentare sullo schermo la personalità controversa del futuro presidente tirannico di Panem. I produttori hanno infatti voluto adottare un diverso punto di vista, essendo affascinati sulle ragioni che avevano spinto una persona come lui a scegliere l’autoritarismo.

A dare un volto all’impavida Lucy Gray è invece Rachel Zegler, conosciuta per il suo esordio in West Side Story, film di Spielberg del 2021 e scelta per interpretare Biancaneve nel nuovo live-action programmato per il 2025. L’attrice statunitense, sempre più di successo, ci incanta con la sua voce angelica, facendoci immedesimare nel suo personaggio: quello di una giovane costretta a combattere per la paura di morire.

Non a caso, a parere di chi scrive, l’elemento più affascinante e apprezzato dal pubblico, oltre ai magnifici effetti speciali, è proprio la musica. Ogni canzone all’interno del film è originale e orecchiabile, a tal punto da non riuscire a smettere di canticchiarle una volta concluso. In particolare il brano principale “The Hanging Tree”, interpretato da Rachel Zegler stessa ha avuto un grande successo, come lo ebbe l’originale musicato da James Newton Howard nel 2014. Inoltre i titoli di coda sono accompagnati persino, per la gioia dei fan, dal nuovo singolo di Olivia Rodrigo “Can’t Catch Me Now”, scritto per la colonna sonora.

Insomma, possiamo dunque dire che il nuovo Hunger Games si è sicuramente dimostrato all’altezza delle aspettative, se non addirittura superiore. Oltre ad essere fortemente fedele al romanzo, coinvolge lo spettatore fin dal primo minuto, trasportandolo in un’atmosfera da cui non vuole uscire.

Il pubblico, ad ogni modo, non riesce proprio ad abbandonare l’amata saga, sperando sempre in nuovi capitoli. Ciò, per fortuna, non è da escludere del tutto. Il regista ha infatti recentemente dichiarato: “Se Suzanne ha un’altra idea che pensa si adatti al mondo di Panem, che sia con nuovi personaggi o con personaggi che già conosciamo, sarei davvero interessato”. Confidiamo dunque di rivivere presto gli Hunger Games, che sia tra le pagine di un libro o sul grande schermo.

Virginia Porcelli

 




IN TUTTE LE LIBRERIE “CERCHI CONCENTRCI”, RACCOLTA DI POESIE DI MAURIZIO VALTIERI

Pubblicato da Edizioni Ensemble, è uscito il nuovo libro di Maurizio Valtieri, drammaturgo e scrittore di Nettuno.

Intitolato “Cerchi Concentrici”, è una raccolta di poesie, intime, che affondano nelle profondità dell’animo umano, partendo dalla sua esperienza personale per toccare corde universali con cui ciascun lettore potrà identificarsi. In particolare, ogni poesia, con le sue riflessioni sulla vita, la morte, la natura, la solitudine e il distacco, è come un riflesso di un’esperienza condivisa, un’opportunità per i lettori di connettersi con le sfumature più profonde della propria esistenza.

“I suoi versi – si legge nella prefazione di Bruno Forzan – seguono un movimento ondivago, andando avanti e indietro con un ritmo incalzante, incantando l’anima e catturando l’attenzione, con parole che s’intrecciano e volutamente si ripetono. Le sue poesie, a volte brevi e scarne come frammenti di pensiero, a volte più lunghe e liriche, ci conducono lungo itinerari emotivi densi di significato. La loro bellezza risiede nella capacità di evocare immagini vivide che si propagano nella nostra mente come anelli di acqua increspata. E come le onde del mare che si infrangono sulla riva, i suoi ritmi ripetitivi ci cullano e ci sussurrano segreti antichi, riportando alla mente i flussi e riflussi della nostra esistenza, le gioie e le tristezze che si alternano come i passi di un’eterna danza”.

L’opera

Valtieri eccelle per la sua capacità di esplorare la psiche umana attraverso la parola scritta.

“Cerchi concentrici” segna un’evoluzione naturale della sua carriera artistica, un ritorno alle radici della propria espressione creativa. La bellezza di questa raccolta risiede nella sua capacità di evocare immagini vivide e sentimenti universali. Lui utilizza una lingua ricca e potente che cattura l’attenzione del lettore sin dalla prima pagina, invitandolo in un viaggio poetico che affonda nelle profondità dell’animo umano. Gli amanti della poesia, così come coloro che cercano una lettura profonda e coinvolgente, non possono perdere questa interessante raccolta.

L’autore

Maurizio Valtieri è docente presso il Pantheon Institute in Rome – Architecture and Liberal Arts. Inizia a scrivere in qualità di autore teatrale. L’opera più significativa rappresentata è “Solitudini, Luigi Tenco e Dalida”, a Roma presso il Teatro Greco. Nel 2007 pubblica il suo primo romanzo “120”, nel 2013 il romanzo “L’albero dei rosari”, nel 2017 la raccolta di racconti “Confini di pelle”, nel 2019 il romanzo “La conversione dell’arcobaleno” e nel 2022 “La signora M – Ercole Luigi Morselli nei ricordi della moglie Bianca”.  Suoi racconti sono presenti in varie antologie.