Il Capitale Umano

Il capitale dis-umano di Paolo Virzì

Ritmo incalzante tra thriller e noir, atmosfere cupe e tanta ma tanta miseria umana.

Paolo Virzì abbandona il tono scanzonato e romantico della commedia di costume, per raccontare il profondo nord, le trame meschine di un manipolo di trafficoni italioti, attingendo dall’omonimo libro di Stephen Amidon. Operazione di sceneggiatura complessa e ardimentosa, ma straordinariamente efficace, con il fedele Francesco Bruni che ha da sempre firmato gli script di Virzì, coadiuvato da Francesco Piccolo che con quel tocco di cinismo cinefilo e “Morettiano” fa da efficace collante alla storia e ai personaggi.

Il film, diviso in quattro capitoli ben distinti racconta gli intrecci economico-amorosi di Dino e Giovanni, uno immobiliarista l’altro squalo della finanza e di Carla, moglie di Giovanni, donna intellettuale e sfinita da tanta pochezza morale da rifugiarsi non senza conseguenze nell’amore segreto per il Professor Donato, intreccio che si completa con i figli dei due protagonisti fidanzati tra loro o presunti tali.

Un “Capitale dis-umano”fatto di facili arricchimenti a scapito di tutto e tutti, persone vuote o troppo piene apparentemente legate dal nulla, se non da quel dio-denaro che tutto regola e che spietatamente deciderà le vite di tutti i protagonisti.

Amaro questo nuovo Virzì, questa Brianza sfacciata e senza pietà che il regista toscano con mano ferma e abilissima trasferisce con straordinaria precisione, confezionando un film maturo e imperdibile, arricchito dal montaggio splendidamente narrativo di Cecilia Zanuso, un montaggio complesso che ricorda il capolavoro di Ettore Scola “La terrazza”, visto che nei capitoli distinti le stesse scene sono riprese da angolazioni opposte, in soggettiva rispetto agli eventi che si susseguono, scoprendo intime nefandezze umane ed il perbenismo insopportabile di quel mondo borghese.

Ed in questo mondo senza pietà, quello che restituisce speranza sono i tre giovani protagonisti, ancora capaci di amare e di appassionarsi, schiacciati per protezione o per ingordigia dagli adulti che li circondano, ma capaci di reazioni che forse diventeranno uomini e donne migliori dei loro genitori.

Personaggi cinici e dolenti dunque, affidati ad un cast quasi da “Dream Team” italiano, con Fabrizio Bentivoglio straordinariamente meschino, Fabrizio Gifuni e Valeria Golino perfetti nel ruolo, anche se gli sguardi più accecanti li regalano Valeria Bruni Tedeschi e Luigi Lo Cascio, toccanti nella loro angosciosa ricerca di un senso più alto della vita. Molto bravi come detto anche i tre giovanissimi interpreti, Matilde Gioli, Guglielmo Pinelli e Giovanni Anzaldo.

Un film bellissimo, che riflette quelle che sono le miserie umane di questo inizio secolo, uno sguardo attonito quello di Virzì su questi omuncoli dai conti correnti a 7 cifre, un grido di dolore di chi non si rassegna alla deriva e non può fare a meno di raccontarla.

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Ciambellone alla Vaniglia

 

Ciambellone_Emanuela

Per una buona colazione o una merenda naturale, il CIAMBELLONE ALLA VANIGLIA

INGREDIENTI:

 

  • 6 uova
  • 400gr di farina
  • 200 gr di zucchero
  • 2 buste di vanillina
  • un pizzico di sale
  • 1 bicchiere di latte
  • 1 bicchiere di olio di semi
  • 2 bustine di lievito

PREPARAZIONE

Dividere gli albumi dai tuorli e montarli a neve ferma, poi in un’altra terrina mettere gli albumi e lo zucchero, montarli ed aggiungere l’olio, il latte e la vanillina, mescolare con un cucchiaio di legno e aggiungere la farina.

Mescolare il lievito e in ultimo gli albumi montati, girando sempre dal basso verso l’alto.

Infornare in forno preriscaldato per 50 minuti a 180°.

 




Lega Navale Italiana di Pomezia 10 anni

foto 4La Lega Navale Italiana di Pomezia festeggia i 10 anni di presidenza di Mauro Zecca in occasione del terzo incontro “Storie e racconti del mare” dedicato alla vela solidale.
Sabato 11 gennaio presso la sala Gatti di Torvaianica Mauro Zecca ha festeggiato i suoi 10 anni di presidenza della Lega Navale Italiana della sezione di Pomezia. Nel ringraziare gli amici e le associazioni presenti Zecca ha definito questi anni da presidente come “dieci anni impegnativi, a volte difficili ma comunque splendidi.”
L’evento si e’ svolto all’interno della seconda edizione della rassegna “Storie e racconti del mare” organizzata dalla Lega Navale di Pomezia e patrocinata dal Comune, ed ha dedicato i primi tre incontri alle donne ed al loro rapporto con il mare .

Il primo appuntamento ha ospitato Macrina Marilena Maffei, antropologa, scrittrice e studiosa di culturafoto 1 marinara, autrice del libro “Donne di mare” in cui racconta la storia delle pescatrici delle isole Eolie, una realtà diffusa fino al secolo scorso di cui era rimasta solo la memoria orale e che, grazie al lavoro della professoressa Maffei, ritorna ad essere patrimonio di tutti.

Del secondo incontro ė stata protagonista Susanne Beyer, la velista di Zoagli (Genova) che nel 2011 ha partecipato insieme alla sua imbarcazione “Penelope” alla Mini Transat 6.50, la traversata atlantica in solitaria, lunga oltre 4200 miglia, dalla Francia al Brasile con unica tappa Madeira, che ha visto la Beyer raggiungere il traguardo di Salvador de Bahia prima tra gli italiani.
L’impresa è narrata nel libro “La scia di Penelope” scritto dalla velista.

foto 2Sabato 11 gennaio in concomitanza con i dieci anni di Mauro Zecca, Giovanna Caratelli, professoressa e scrittrice che unisce il suo amore per il mare al volontariato, ha presentato nel terzo incontro il suo libro “Nessuno resti a terra” in cui racconta un progetto di vela solidale realizzato grazie all’associazione Amici della Darsena Romana, che da un decennio mette a disposizione l’esperienza, la passione ed il tempo libero dei propri volontari per portare in barca ragazzi con disagio sociale, psichico o con problemi legati alla disabilità e che oggi è diventata il punto di riferimento per le strutture sanitarie del Lazio e della Toscana per la “velaterapia”.

Il libro “Nessuno resti a terra” racconta le attività dell’Associazione degli Amici della Darsena Romana e del restauro della barca Eea, un’Alpa Maica abbandonata e in condizioni decrepite, rimessa a nuovo grazie all’aiuto dei volontari ed ora perfettamente in grado di navigare. Uno degli obiettivi dell’associazione è quello di far percepire la vela non come un lusso esclusivo riservato a pochi, ma come vela “inclusiva” a cui tutti si possono avvicinare e che possa essere di supporto per aiutare chi si trova a vivere situazioni di disagio a reintegrarsi nel tessuto sociale e umano.

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Gioco della Befana

Grande successo per la prima edizione del “Gioco della Befana”.

Befana Pomezia

Pompiere Befana vola sul cielo di Pomezia

Il 6 Gennaio 2014  Pomezia ha festeggiato l’ Epifania con la prima edizione del “Gioco della Befana”. Si sono chiuse così, in una piazza Indipendenza affollatissima, le manifestazioni del Natale pometino.
L’evento è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale con la partecipazione dei Vigili del Fuoco e con la collaborazione del Comitato di Quartiere Nuova Lavinium, che per l’occasione ha lasciato la sede storica di Piazza Aldo Moro portando la befana “Nonna Lavinia” in centro per la distribuzione delle calze e dei giocattoli ai bambini di tutta la città.

La manifestazione si è aperta alle 15.30 con la “corsa delle Befane” dove gruppi di cittadini travestiti dalla famosa vecchina sono partiti da piazza San Benedetto e da via Roma  per poi incontrarsi in piazza Indipendenza per dare una mano a Nonna Lavinia nella distribuzione dei doni e delle caramelle ai numerosissimi bambini accorsi per festeggiare insieme alle loro famiglie l’Epifania.
Il pomeriggio è poi proseguito con un divertente show delle simpatiche vecchine sul palco, incitate dal bravo Gianni Pilla e con la proclamazione delle tre “befane dell’anno”, scelte per acclamazione dal pubblico della piazza e premiate dal sindaco Fabio Fucci, mentre a tutti i partecipanti muniti di scopa è stato dato dal Comune un attestato di partecipazione.

La serata si è poi conclusa con la Befana dei Vigili del fuoco e, nell’atmosfera di una piazza Indipendenza a luci spente, grandi e piccini hanno potuto ammirare la vecchina munita di scopa e sacco calarsi dalla Torre Civica inquadrata da un cerchio di luce che ne ha reso più suggestiva la discesa.

Il Comitato di Quartiere Nuova Lavinium, che ha collaborato nell’organizzazione, nel coordinamento e nella realizzazione dell’evento, vuole ringraziare tutte quelle persone ed associazioni che con il loro contributo hanno portato la prima edizione del “Gioco della Befana” ad avere un grande riscontro di pubblico tra gli abitanti pometini e che ha consentito di chiudere le festività natalizie con una grande festa di piazza che ha coinvolto i cittadini di tutte le età.

Befana Pomezia

Sindaco di Pomezia Fabio Fucci e Befana vincitrice

Si ringraziano il Sig. Romano Zecchi per la generosa donazione dei giocattoli, Michele Scafetta figura storica dell’organizzazione della corsa podistica “Sulle orme di Enea” per i gadgets, Franco Mondazzi presidente dell’associazione Amici di Singen settore auto storiche, per la bellissima Fiat Balilla esposta in piazza Indipendenza, Giovanni Cazzorla e Francesca Cucchi di  Libera Presidio di Pomezia, Mauro Zecca della Lega Navale, Maria Grazia Artieri e Giusy Cuter di Twirling Pomezia, l’Associazione  Le mamme di Pomezia, Daniela Hondrea e l’Associazione Spirit Romanesc e Claudio Mazza per il grande attivismo che hanno dimostrato nell ‘ organizzazione dell’evento.

Si ringrazia  infine l’Amministrazione Comunale e l’ Ufficio Cultura per la fiducia accordata al Comitato di Quartiere Nuova Lavinium,la Polizia Municipale ed in particolare il Corpo dei Vigili del Fuoco per il significativo contributo dato alla manifestazione.

Foto di Gianfranco Petriachi e Giulio Giuliani.




I sogni segreti di Walter Mitty – Ben Stiller e la ricerca della felicità

Gli ultimi giorni di vita di “LIFE” il più importante magazine del mondo, visti con gli occhi di un dipendente archivista di immagini, romantico e sognatore.

Ben Stiller nella non consueta veste di regista si affida a Steve Conrad, sceneggiatore abile nel modellare il “sogno americano” che ha scritto film di grande impatto emotivo come “The Weather Man” e il Mucciniano “La ricerca della felicità“.

Ecco appunto, anche qui quello che manca è la felicità,  quella che sogna nelle sue fughe dalla realtà il protagonista, la sua personale ricerca dentro  “I sogni segreti di Walter Mitty“.

Prendendo liberamente spunto dai racconti di James Thurber, si racconta di Walter, eccentrico custode dell’archivio dei negativi della celebre rivista, che è travolta dopo anni di fasti dalle bramosie di potere di un indisponente tagliatore di teste, che si occuperà di chiudere l’edizione cartacea per pubblicare solo on line, lasciando a casa la metà dei dipendenti.

Il tenero Mitty, che nutre un amore inconfessato per una sua collega (non riesce a dichiararsi neanche attraverso i social network)  vola con l’ immaginazione sognando ad occhi aperti rocambolesche vendette contro il despota neo-direttore e amorevoli scene con l’ inconsapevole donna dei suoi sogni in pieno stile Bogart- Bergman, in un crescendo di sorprese le quali restano però tutte nella mente del nostro sognatore, che si risveglia dai suoi “sogni segreti” ad occhi aperti tra lo scherno feroce di chi lo circonda.

E poi tutto cambia, lo scatto numero 25 dell’ultimo rullino del grande fotografo Sean O’Connel che non si trova, manca solo quello e proprio quello il fotografo ha indicato quale ultima copertina di LIFE, e questa ricerca costringerà Walter Mitty ad una meravigliosa avventura, tra  viaggi emozionanti e tumultuosi intorno al mondo, alla ricerca del fotogramma e di se stesso, attraversando luoghi incredibili e pericolosi, stavolta tutti veri.

Un film poetico, diretto con maestria insospettata da Stiller, che racchiude in due ore tanto cinema, grandi effetti speciali e romantica nostalgia, sfiorando temi molto attuali come la solitudine nell’era del Web e la ferocia del neo-new deal mondiale che strapazza dignità e posti di lavoro.

Un Ben Stiller in grande forma, anche davanti e non solo dietro la macchina da presa, al suo film migliore da protagonista, con mille trovate che incollano lo spettatore a partire dai titoli di testa davvero geniali, alle visioni in stile-Marvel della mente sognante di Walter e alla stupenda fotografia di Stuart Dryburgh che accompagna il nostro eroe al cospetto del misterioso O’Connel interpretato da uno straordinario Sean Penn.

Nel cast anche Shirley McLaine, splendida mamma di Walter, mentre sembrano un po’ fuori sincrono rispetto al ritmo del film le prove di Adam Scott e di Kristen Wiig che pure erano centrali nello script, surclassati dalla vena di Ben Stiller che confeziona un personaggio sognante e bellissimo.

Mauro Valentini




Appello a tutte le Befane di Pomezia !!!!

Il prossimo 6 gennaio 2014 si svolgerà per le vie di Pomezia il “Gioco della Befana”, organizzato dall’Amministrazione con la collaborazione gratuita del Comitato di Quartiere Nuova Lavinium ed il locale Corpo dei Vigili del Fuoco.

Le befane si sfideranno in sella alla propria scopa in una corsa sul percorso cittadino, lo start avverra’ alle 15:30 con arrivo previsto in Piazza Indipendenza, dove verrà premiata la “Miglior maschera“, la “Befana piu’ simpatica” e la “Befana piu’ fortunata”.

Ecco il regolamento ed il programma della festa !!

 

 

 




Giocattoli né rosa né celesti

Sotto l’albero di Natale (e già pronti a riempire anche le calze con l’arrivo della Befana) i bambini hanno trovato tanti regali “adatti” a loro: dalle bambole, ai  ferri da stiro per le bambine, passando per giochi d’azione e macchinine per i bambini. Purtroppo la scelta dei giocattoli innesca la solita discriminazione fatta di stereotipi ancora oggi troppo forti da abbattere e che confinano maschi e femmine dentro artificiali recinti di genere: un esempio su tutti è la vendita per le bambine dei make up, comprati  anche per le piccolissime, che veicolano un modello estetico falso e fuorviante, per non dire assurdo.

I condizionamenti culturali iniziano fin dai primi mesi di vita (anzi già nella pancia con il corredino rosa e celeste) con la scelta dei giocattoli che indirizzano i bambini verso il ruolo assegnato all’uno o all’altro sesso dalla cultura. Ovviamente ci sono anche i giochi neutri come puzzle, giochi elettronici, costruzioni e strumenti musicali, ma per i  giochi che identificano il ruolo la differenza è netta. Le bambine giocano  con le bambole per addestrarsi alle future funzioni materne e si occupano della spesa e della pulizia della casa, per imparare così da subito i ruoli nella gestione dei compiti familiari; i bambini spaziano dai giochi di forza e abilità, a quelli di movimento.

Può sembrare superfluo, ma per superare questi cliché è bene ribadire ancora una volta che non esistono giochi da maschio e da femmina, che si tratta solo di una distinzione culturale (e non naturale) e se come si dice ‘il gioco è cibo per la mente’, perché un bambino non dovrebbe divertirsi e giocare con una bambola e una bambina fare per esempio esperimenti per diventare una scienziata?

I genitori si pongono la questione, ma non abbastanza. Anche quelli più sensibili hanno momenti di ripensamento e indecisione, pur seguendo le inclinazione dei propri figli come fa Mauro, papà di Alberto di 5 anni “Seguo le sue indicazioni  rispetto ai personaggi televisivi della Disney che preferisce. Senz’altro le sue richieste vengono veicolate dalla pubblicità all’interno di Rai Yoyo e di Disney Junior, vero pozzo senza fondo dei bambini in età pre-scolare”.

Sulla libertà di scelta si è espressa, tramite l’Huffington Post, anche la dott.ssa Federica Zanetti, dell’Università di Bologna: ”Il giocattolo dovrebbe poter effettivamente rappresentare una possibilità per il bambino e per la bambina di scegliere ciò che si vuole essere. La libertà di decidere ciò che si vuole diventare. Ciò che si sta sognando. Anche questo è l’aspetto interessante dell’infanzia”. Anche il blog “Un altro genere di comunicazione”, che ha lanciato recentemente la campagna “La discriminazione non è un gioco” e si batte contro il sessismo, si è mobilitato sulla scelta dei regali; dai dati di un’indagine condotta per alcuni mesi sui prodotti dell’infanzia, è stato sottolineato che alle bambine si riservano giocattoli per la cura della casa e della famiglia, mentre ai bambini giochi che simulano il lavoro e la forza fisica.

Anche se non è facile spezzare questa catena di condizionamenti, ognuno può provarci nel suo piccolo, rovesciando la legge del rosa e del celeste e lasciare la libertà ai bambini di tirare fuori creatività e fantasia al di là del genere di appartenenza. Loro saranno più liberi e tutti noi più ricchi.




Banchieri – Federico Rampini

Federico Rampini è forse uno dei giornalisti italiani con la maggiore esperienza in paesi esteri. Editorialista de La Repubblica, già Vicedirettore de Il Sole24ore, ha passato gran parte della sua carriera professionale in giro per il mondo, ma sono le sue corrispondenze dagli Stati Uniti d’America e dall’Asia, in particolare dalla Cina, che lo hanno reso noto ai lettori. La sua notorietà è cresciuta notevolmente nel 2007 con la pubblicazione del libro L’Impero di Cindia, a mio avviso, una delle narrazioni dei nuovi giganti del futuro, Cina e India, più complete e avvincenti che abbia mai letto. Attualmente Rampini vive a New York, da lì scrive l’interessantissimo blog Estremo Occidente, analisi sintetica ma punturale dell’America delle opportunità, dei cambiamenti repentini ma anche quella delle contraddizioni e delle ingiustizie sociali. Per chi volesse dare un’occhiata, questo è il link  http://rampini.blogautore.repubblica.it.

L’ultima fatica letteraria di Federico Rampini, uscito in libreria in questo ultimo mese, è Banchieri, edito da Mondadori, 180 pagine, prezzo consigliato 16,50 euro. Come si intuisce dalla copertina, il sottotitolo non lascia dubbi: “Storie dal nuovo banditismo globale”, quest’opera è una sorta di invettiva nei confronti dei grandi banchieri americani, ma direi anche europei, che secondo l’autore sono i veri responsabili della crisi iniziata nel 2008. Una crisi superata negli Stati Uniti, solo nelle statistiche, ma che ancora oggi lascia una scia di disagio sociale, di nuove e vecchie povertà ma principalmente di prospettive di nuovo sviluppo economico, compromesse per molto tempo. L’autore quindi, non si sottrae dal manifestare chiaramente le sue opinioni. Le sue tesi, corrette, o errate che siano, sono ben in vista. Comunque il nostro autore, non si lascia mai tentare dalla denuncia sterile, in ogni suo libro, si trovano sempre suggerimenti sull’iniziative da prendere per cercare di migliorare la situazione economica e politica. Inoltre la scelta di raccontare storie veramente accadute, testimonianze attuali rende la narrazione sempre ancorata alla realtà, tante volte i discorsi troppo astratti rischiano di allontanare la gente pratica dalla lettura. Chi legge Rampini sui giornali sa che l’astrattismo è un’accusa che non gli può essere mossa, tante volte per trasmettere il senso di quotidianità di certi problemi, racconta esperienze personali, vissute cioè in prima persona dal cittadino Federico e dalla sua famiglia.

Tornando a Banchieri, la parte che secondo me va letta con molta attenzione è la quarta, intitolata il Danno Sociale. Forse il fatto che io sia politicizzato mi rende sensibile al racconto dei mutamenti degli stili di vita delle vittime della crisi, ma vi assicuro che colpirà anche voi, anche perchè nessuno dei cittadini comuni può considerarsi al sicuro da fenomeni di questo tipo. La scrittura di Rampini è sempre semplice e scorrevole, anche la struttura del libro ed in particolare delle pagine, rende la lettura piacevole. Capitoli brevi, dimensione del carattere e una abbondante interlinea possono essere un buon incentivo a leggerlo la sera prima di andare a dormire o durante la giornata in un attimo di riposo.

BIBLIOGRAFIA DI FEDERICO RAMPINI tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Rampini

  • “La comunicazione aziendale. All’interno dell’impresa, nel contesto sociale, nel quadro europeo“, Milano, ETAS libri, 1990. ISBN 88-453-0404-3
  • “Il crack delle nostre pensioni“, Milano, Rizzoli, 1994. ISBN 88-17-84362-8
  • “Imprenditori italiani nel mondo. Ieri e oggi“, con Duccio Bigazzi (a cura di), Milano, Libri Scheiwiller, 1996. ISBN 88-7644-241-3
  • “Germanizzazione. Come cambierà l’Italia“, Roma, Laterza, 1996. ISBN 88-420-4909-3
  • “Kosovo. Gli italiani e la guerra“, intervista a Massimo D’Alema, Milano, Mondadori, 1999ISBN 88-04-47302-9
  • “Per adesso. Intervista con Carlo de Benedetti“, Milano, Longanesi, 1999. ISBN 88-304-1473-5
  • “New economy. Una rivoluzione in corso“, Roma, Laterza, 2000. ISBN 88-420-6110-7
  • “Dall’euforia al crollo. La seconda vita della new economy“, Roma, Laterza, 2001. ISBN 88-420-6821-7
  • “Effetto euro“, Milano, Longanesi, 2002. ISBN 88-304-1934-6
  • “Le paure dell’America“, Milano, Longanesi, 2003. ISBN 88-420-7167-6
  • “San Francisco-Milano“, Roma, Laterza, Laterza 2004. ISBN 88-420-7441-1
  • “Tutti gli uomini del presidente. George W. Bush e la nuova destra americana“, Roma, Carocci, 2004. ISBN 88-430-3013-2
  • Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo“, Milano, Mondadori, 2005. ISBN 88-04-54482-1
  • “L’impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e mezzo di persone“, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-55130-5
  • “L’ombra di Mao. Sulle tracce del grande timoniere per capire il presente di Cina, Tibet, Corea del Nord e il futuro del mondo“, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-56048-7
  • “La speranza indiana. Storie di uomini, città e denaro dalla più grande democrazia del mondo“, Milano, Mondadori 2007. ISBN 88-04-57298-1
  • “Centomila punture di spillo. Come l’Italia può tornare a correre“, con Carlo De Benedetti e Francesco Daveri, Milano, Mondadori 2008. ISBN 88-04-58366-5
  • “Con gli occhi dell’Oriente“, Milano, A. Mondadori scuola, 2009.
  • “Le dieci cose che non saranno più le stesse. Tutto quello che la crisi sta cambiando“, Roma, Gruppo editoriale L’Espresso, 2009.
  • “Slow Economy. Rinascere con saggezza. Tutto quello che noi occidentali possiamo imparare dall’Oriente“, Milano, Mondadori 2009. ISBN 978-88-04-59368-3
  • “Occidente estremo. Il nostro futuro tra l’ascesa dell’impero cinese e il declino della potenza americana“, Milano, Mondadori 2010. ISBN 978-88-04-60333-7 [1]
  • “San Francisco-Milano. Un italiano nell’altra America”, Laterza, 2011. ISBN 978-88-420-9517-0
  • “Alla mia sinistra”, Mondadori, 2011 ISBN 978-88-04-61372-5
  • “Non ci possiamo più permettere uno Stato sociale”. Falso!coll. IdòlaLaterza, 2012 ISBN 978-88-420-9502-6
  • “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo. Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro”, Mondadori, 2012 ISBN 978-88-04-62518-6
  • “Banchieri. Storie dal nuovo banditismo globale” Mondadori, 2013 ISBN 978-88-04-63350-1



Mensa scolastica: Le sue realtà e le possibili prospettive

Quando parliamo di mensa scolastica dobbiamo ricordare sempre due elementi fondamentali, il primo è che stiamo parlando di un ambiente nel quale si consumano una moltitudine di pasti in comune e il secondo che ci sono tre soggetti che devono trovare una linea di intesa: i bambini, i genitori ed i nutrizionisti. Va anche detto che, consumare un pasto a casa è certamente differente dal pasto consumato in refettorio, dove putroppo i cibi spesso,  vengono cucinati in luoghi lontani e trasportati successivamente a scuola.

Ottenere una valida mensa scolastica però, non deve essere un obiettivo impossibile. Il punto di partenza è la prepazione di una buona gara d’appalto, qui dovranno essere chiaramente richiesti, tutti quei requisiti  necessari alla realizzazione di una buona ed efficiente mensa scolastica. La valutazione economica non dovrà essere trascurata, specialmente in questo momento di crisi, ma che non sia vincolante sul “come e cosa” verrà somministrato agli alunni nelle scuole.

La gestione e le esperienze delle mense scolastiche ci danno un quadro negativo di questo servizio, ma in alcuni casi si riesce a trovare anche qualche  eccellenza che può essere presa ad esempio. A Castenaso in provincia di Bologna, la scuola Fresu ha adottato una nuova modalità di distribuzione pasti, il “sistema self-service”. Gli alunni attendono il loro turno, in fila, per prendere dal banco self-service della refezione scolastica le pietanze per il pranzo, poi si siedono nei posti prestabiliti per ogni classe e a fine pranzo svuotano il vassoio in un contenitore, gettando il residuo organico, insieme al tovagliolo di carta biodegradabile, mentre posate, vassoio e bicchiere vengono riposti su un ripiano apposito per il lavaggio, eseguito dal personale preposto. Questo procedimento, non solo permette di soddisfare i gusti alimentari degli alunni, ma risulta anche economico ed ecologico, in quanto  le quantità di cibo consumate sono misurate e non vi è l’uso dei piatti di plastica, con una notevole  riduzione dei rifiuti. Questo sistema ha obiettivi educativi, condivisi con gli insegnanti ed i genitori, i bambini nel momento della refezione imparano così ad autogestirsi ed a collaborare, a non sprecare cibo  e a praticare la raccolta differenziata.

Anche l’esperienza “self service” per la scuola media “Salvemini-La Pira” di Montemurlo a Prato ha avuto esiti positivi. Negli ultimi anni la scuola aveva notato non solo che un crescente numero di studenti preferiva abitualmente il panino ad un pranzo completo, ma anche un aumento dello spreco di cibo alla mensa scolastica da parte di coloro che ne usufruivano. Al “self service” i ragazzi hanno risposto positivamente, questa mensa scolastica li diverte perché si possono alzare e prendere ciò che vogliono e li  rende anche più responsabili delle loro scelte.

Ma una mensa funziona, se non ci diemntichiamo delle aspettative e dei bisogni differenti tra bambini, genitori e  nutrizionisti. Queste tre categorie a volte sono alleate tra di loro, a volte si scontrano per esigenze e visioni differenti.

I nutrizionisti, ad esempio affermano che è buona regola proporre ai bambini piatti variegati, in modo che  assaggino un po’ di tutto e non solo i cibi di loro gusto, in linea con le raccomandazioni del ministero della Salute e dell’Inran, ma i bambini non sempre si adeguano a queste disposizioni. Troviamo quelli che mangiano di tutto, altri invece che gettano il cibo senza neanche aver visto cosa ci sia nel piatto, diciamo che spesso i bambini amano pochi e semplici piatti e che nel loro conservatorismo gastronomico, tendono a nutrirsi solo di quelli.

Anche  la categoria dei genitori è variegata,  spesso si preoccupano se i loro figli non mangiano a sufficienza, altri sperano che il figlio controlli la sua voracità nella mensa scolastica, quelli che tentano di delegare la scuola nel  ruolo educativo alimentare che a casa non riesce e in ultimo anche quelli a cui poco importa cosa abbiano mangiato a scuola. Non bisogna  infine dimenticare, che sia la famiglia che gli stessi docenti, hanno un  ruolo determinante  nell’educazione alimentare dei figli/alunni.

I nutrizionisti chiedono spesso ai genitori una migliore gestione dei pasti consumati fuori dall’ambiente scolastico, perchè anche questi condizionano il buon funzionamento di una mensa scolastica, ad esempio a casa si dovrebbe fare una buona colazione che permetta di sostenere  la mattinata;  la merenda della mattina durante l’intervallo,  non dovrebbe essere abbondante per non rovinare il pranzo e la cena dovrebbe essere differente dal pranzo. Queste sono tutte attenzioni importanti per una buona educazione alimentare.

Non da ultimo gli insegnanti, che hanno un importante ruolo educativo e sociale all’interno di una mensa  scolastica. Anche durante il pranzo si può insegnare, la conoscenza degli alimenti, il rispetto delle buone maniere, la collaborazione e l’educazione ecologica; e non meno importante, la loro partecipazione attiva alla refezione scolastica.

Sulla qualità,  la stagionalità, e la territorialità dei prodotti alimentari non serve  soffermarci, poichè questi requisiti dovrebbero essere sempre certi e garantiti.

Per una mensa scolastica  più buona, pulita e giusta.




Il Comune dichiara guerra alla cattiva gestione

La gestione dell’Università di Pomezia, nel 2011 vide una situazione di scollamento tra i gestori e l’amministrazione De Fusco. La situazione si era creata, sia per obiettive scelte di gestione non condivise dalla amministrazione, sia perché la maggioranza aveva deciso di rinnovare le cariche.

Dopo un braccio di ferro e polemiche tra chi era stato responsabile della gestione e l’amministrazione, fu nominato il nuovo Cda.

L’amministrazione De Fusco nel 2012 aveva iniziato un’azione di responsabilità sociale ex art 2476 nei confronti di amministratori e dirigenti del Consorzio dell’Università, in carica fino al luglio 2011.

A quanto pare, il legale nominato a quel tempo è stato revocato il 6 dicembre 2013 per inadempimento, non avendo in pratica fatto nulla. Che spiegazione avrà dato ?

L’amministrazione attuale pertanto, ha tempestivamente dato nuovo incarico ad altri due avvocati coadiuvati dall’avvocatura del Comune.

E’ stato perso pero’ più di un anno.

Una azione decisa da parte del Sindaco per dare il segnale che il Comune non può accettare che vi sia una gestione non oculata nella amministrazione pubblica. La decisione è importante perché non è fine solo al singolo problema, ma serve, crediamo, anche a dare un esempio e pretendere che tutti i soggetti, che operano direttamente o attraverso enti del comune, gestiscano con oculatezza e nell’interesse pubblico. Si spera ora che i nuovi professionisti lavorino con rapidità, compatibilmente con i tempi della giustizia, affinchè i cittadini  al più presto abbiano l’esempio che è possibile far pagare chi ha sbagliato.




L’amministrazione di Pomezia vara il Bilancio

Pomezia ha approvato il bilancio di previsione del 2013.

La maggioranza a Cinque Stelle guidata dal sindaco Fabio Fucci, ha concluso un lavoro di precisione con una ricognizione dei conti pubblici ed ha varato il documento previsionale di quest’anno. Nonostante le incertezze della  finanziaria, grazie ai capricci di una certa destra.

Destra che ha fatto dell’IMU la sua battaglia, facendo lievitare così le tasse con aumenti per tutti e non solo per i proprietari di casa. Il bilancio è stato approvato soltanto a pochi giorni dalla fine dell’anno solare.

Un bilancio, quello votato in modo compatto dai 16 della maggioranza, che ha visto numerose discussioni in aula, con i consiglieri d’opposizione presenti che hanno espresso la loro contrarietà al documento presentato dai pentastellati, non mancando di sollevare aspre polemiche come le accuse al passato del sindaco e un atteggiamento considerato forte verso i dipendenti. Tra gli assenti, al momento di deliberare, i consiglieri Schiumarini, Lupo, Mugnaini e Capodimonti per una scelta politica.

Il bilancio da approvare era stato illustrato in una conferenza stampa e dopo l’approvazione in Consiglio Comunale è stato presentato ai cittadini in una manifestazione in piazza.

Sono drammatiche le cifre del bilancio di previsione 2013 e il sindaco Fabio Fucci, ovviamente, contesta l’operato della passata amministrazione. “Non vogliamo sanare le anomalie prodotte da altri, ma denunciare quegli atti manifestamente illegali che hanno portato a danni già confermati“.

L’amministrazione  ha rimarcato: la problematica della questione del personale, in riferimento al concorso del 2010, che con l’assunzione con contratto a tempo determinato di 150 lavoratori ha prodotto uno sforamento di 350 mila euro; la soddisfazione per essere riusciti a varare un difficile bilancio; un’analisi del servizio a domanda individuale, al trasporto scolastico che costa oltre 2 milioni di euro, mentre la nettezza urbana, 13 milioni e mezzo, costi attualmente non comprimibili perché dovuti alla disorganizzazione dei servizi  ed alla necessità di nuove gare per ottenere notevoli risparmi . I numeri del bilancio di previsione 2103  che si basano anche sui tributi con un incasso previsto di 73 miloni di euro (Imu, Tares, evasione fiscale…).

Attenzione particolare è stata data anche al piano di alienazione che verrà inserito nel bilancio, un tesoretto per scongiurare il dissesto?

Tutti i cittadini potranno sapere in modo chiaro e semplice come, dove e quando vengono spesi e ricavati i soldi del comune di Pomezia. Altro punto ribadito nelle varie sedi dall’amministrazione : l’impegno e il sacrificio che il Comune e la cittadinanza dovranno affrontare sulla base di un bilancio di previsione, che sarà propedeutico alla richiesta di un probabile bilancio di riequilibrio per scongiurare l’ipotesi di dissesto che pesa come un macigno sulle casse comunali.

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Pubbliche Amministrazioni e Trasparenza

 In appendice al recente post di Massimiliano Villani sul principio della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e sulla perfetta accessibilità della cittadinanza alle informazioni, vorrei brevemente fare un cenno all’analisi e quindi alla misura del grado di raggiungimento di questi obiettivi. Ricercando in rete, uno degli apporti più importanti è forse il progetto Bussola della Trasparenza dei Siti Web, che si può trovare all’indirizzo http://www.magellanopa.It/bussola.

Una volta raggiunta la pagina possiamo leggere le finalità, cito testualmente : La bussola della trasparenza consente alle pubbliche amministrazioni e ai cittadini di utilizzare strumenti per l’analisi ed il monitoraggio dei siti web. Il principale obiettivo è di accompagnare le amministrazioni anche attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, nel miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi digitali.

egovContinuando nella lettura si può constatare che il progetto è in linea con i principi dell’OPEN GOVERNMENT che tendono a ribadire e rafforzare gli aspetti della Trasparenza, della Partecipazione e dell’Accountability. Questo significa che le pubbliche amministrazioni possono usare il Progetto Bussola per varie finalità tra la quali spiccano: la misura del grado di trasparenza dei propri atti e delle proprie procedure, la misura delle proprie capacità di coinvolgimento dei cittadini (questo aspetto, a mio avviso, è uno dei più importanti, perché è essenziale che i cittadini possano partecipare al processo formativo dei provvedimenti da prendere) ed infine la misura della propria accountability, ovvero la capacità di un’amministrazione di utilizzare in modo corretto le risorse attraverso, essenzialmente, la responsabilizzazione del management. Dunque il Progetto Bussola è un’iniziativa utile a svariati soggetti, non solo amministrazioni pubbliche e cittadini ma anche studiosi e analisti della materia, perché  possono avere a disposizione dati e ricerche non sempre di facile reperimento.

Il progetto nasce dopo l’emanazione delle linee guida sui siti web delle Pubbliche Amministrazioni e si concretizza in un sistema di software ed algoritmi matematici che monitorizzano i siti web ad intervalli temporali e confrontano i dati registrati con degli standard stabili. E’ inoltre utile osservare che sfogliando le pagine del sito web della Bussola si può accedere ad una classificazione delle PA in base  al grado di osservanza degli standard qualitativi. Ricercando nella classifica il Comune di Pomezia si può constatare che questo, stando alle ultime osservazioni che risalgono ai primi del mese di Dicembre, è al primo posto insieme a tutte quelle amministrazioni comunali che rispecchiano al 100% i criteri posti, ovvero 64 parametri soddisfatti su 64. Questo lo si può riscontrare nella pagina web del comune pometino, perché in fondo sulla sinistra riporta il logo certificativo della verifica effettuata. Per completezza di informazione, i criteri di giudizio non sono presi a caso, ma come riporta la classifica sono correlati alla realizzazione della struttura così come definito dall’Allegato A al D.lgs. n.33/2013.