Nuova Lavinium in festa per il Carnevale Pometino 2014

Sabato 1 marzo 2014 dalle ore 15.00, presso la sede di piazza Aldo Moro, il CdQ Nuova Lavinium presenterà il carro allegorico che sfilerà alla parata dei carri domenica 2 marzo 2014 a Torvajanica in occasione della 38a Edizione del Carnevale Pometino.

Il CdQ Nuova Lavinium quest’anno dedicherà il carro allegorico ad uno dei personaggi più amati dai bambini: Peppa Pig.

Per i bambini, nel pomeriggio di sabato 1 marzo, sarà organizzata una grande festa “Pazze Pazzie in piazza Aldo Moro”, un evento dedicato alla famiglia per festeggiare il carnevale nel proprio quartiere.

Inoltre il CdQ Nuova Lavinium invita tutti i bambini a partecipare alla sfilata dei carri domenica 2 marzo a Torvajanica e il 4 marzo in Piazza Indipendenza, per la “Festa di Martedì Grasso”, dove insieme alle altre Associazioni proporrà intrattenimento e giochi per i più piccoli.

Il programma completo del Carnevale Pometino 2014 è visibile sul sito del comune al seguente link:

http://www.comune.pomezia.rm.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2395

Sul sito del comune, è inoltre possibile votare le locandine realizzate dagli studenti del Liceo Artistico di Pomezia in occasione della 38a edizione del Carnevale Pometino.

Riportiamo il comunicato ufficiale pubblicato sul sito del Comune di Pomezia:

In occasione del Carnevale pometino 2014, 38^ Edizione, l’Amministrazione, al fine di valorizzare le notevoli competenze, già ampiamente dimostrate, anche nell’ambito di manifestazioni di livello nazionale, dal Liceo Artistico di Pomezia, ha chiesto agli studenti, coordinati dalla prof.ssa Simonetta Trabocchini, l’elaborazione della grafica delle locandine pubblicitarie dell’evento. L’entusiastica partecipazione è stata dimostrata con l’elaborazione addirittura di 14 grafiche diverse.

Si è quindi deciso, da un lato, di premiarle tutte utilizzando tutte le grafiche per la stampa delle locandine e dall’altro di lanciare un sondaggio per consentire di esprimere la propria preferenza artistica, scegliendo la locandina che sarà il simbolo del nostro Carnevale”.

http://www.comune.pomezia.rm.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2395

Locandina Carnevale Nuova Lavinium

Locandina Carnevale Nuova Lavinium

 

 




Smart Tv e PC Tv

E’ da un po’ di tempo che si iniziano a vedere offerte e prezzi accessibili, per comprare una famigerata SMART TV.

http://www.youtube.com/watch?v=CgAaiG9GLrM

Ma cosa sono, cosa fanno e a cosa servono o potrebbero servire ? Il termine non è proprio nuovo, il primo brevetto risale al 1994, ma negli ultimi anni ha visto un boom grazie all’evolversi sempre più veloce delle tecnologie.

Questi dispositivi, grazie alla possibilità di collegarsi alla rete, offrono servizi online, come navigazione internet, video on demand, Internet TV, multimedialità, servizi in streaming, social network, giochi ed applicazioni di utilità varia.

Ma conviene prendere uno SMART TV? Il prezzo si aggira tra i 400 e gli 800 euro, ma può superare anche i 1000 e questo dipende da :

  1. – dimensione
  2. – risoluzione
  3. – qualità audio
  4. – qualità video
  5. – compatibilità
  6. – design

Mediamente una Smart Tv costa circa il 30% in più rispetto ad una Tv classica, oltre al fatto di avere uno gingillo tecnologico di ultima generazione, siamo sicuri di vole spendere tutti questi soldi?

Le possibilità sono infinite, come tutti i device equipaggiati con android, il semplice smart-tv, è un potenziale centro multimediale e grazie alla possibilità di installare app, o di comunicare con altri oggetti, potrebbe diventare il portale di accesso alla propria casa domotica.

Ne è un esempio doorbot, un piccolo citofono dotato di webcam, che permette di rispondere tramite l’utilizzo di uno smartphone o di un device android con l’app installata e collegato alla rete.

Altro esempio è Sonos, che permette di avere in ogni stanza la musica che si desidera.

A questo possiamo aggiungere inoltre il DNLA, che permette lo streaming di quello che si sta vedendo, su dispositivi come tablet e smartphone collegati alla stessa wifi.

Ultimamente, sempre grazie al grande lavoro delle aziende nella tecnologia e sopratutto grazie ad android, si sono presentati sul mercato i primi PC TV, che a dirla tutta sono i componenti integrati nella smarttv, riuniti un uno spazio poco piu grande di una chiavetta usb, o in un box.

Sono l’alternativa più valida alle smart tv, consentendo l’implementazione di qualsiasi “semplice” tv, a prezzi decisamente più convenienti, soprattutto nella vita a medio o lungo termine del dispositivo.

Assunta la velocità con cui, si aggiornano o modificano i nuovi prodotti, comprare una smart tv è una spesa eccessiva e soprattutto definitiva, cioè comprando una smart tv, non posso avere la possibilità di aggiornare o cambiare i componenti che la rendono smart, mentre con un pctv o un box esterno, ho possibilità di cambiarlo e aggiornarlo con nuove versioni, visto anche il costo meno esoso.

Di questi modelli ce ne sono parecchi, i più famosi ed utilizzati sono i RIKOMAGIC  serie MK800, il primo device che ufficialmente ha sdoganato l’utilizzo del PC TV.

Ma oltre a i PC TV, ultimamente esistono anche altri device, su base android, che danno la possibilità di ricevere il segnale digitale terrestre come skystreamx, o addirittua il segnale satellitare, come qviart unidro (compatibile SKY).

Partendo dal presupposto che una casa domotica non può non avere un media center, e sapendo che con la spesa di uno smart tv posso rendere smart piu di un monitor (o Tv) grazie ai PC TV, ad oggi grazie ai PC TV, si può iniziare a pensare realmente all’integrazione della domotica nella vita di tutti e quanto dico tutti, intendo chiunque non sia nerd come me!

Per i più smanettoni lascio il tuotorial di Elettronica Open Source, per creare uno smart tv a partire da raspberry   e la tbsdtv con i suoi tuner con CI integrata e i suoi mini pc.

Dal MediaCenter alla Console


Questo passo, sta portando ad un’altro interrogativo: conviene comprare delle console di gioco? Nell’ultimo periodo si è notata l’escalation relativa alla realizzazione di giochi ed applicazioni di intrattenimento, nel mondo android.

Unendo questo alla possibilità di avere un dispositivo (abbastanza potente, in continua espansione) come un pctv della rikomagic o unidro, il dubbio sorge spontaneo.

Certo non ci sono ancora titoli di alto livello, ma con il tempo e soprattutto con l’avanzare della tecnologia, sono sicuro che android andrà ad intaccare anche il mondo delle console.

Ad oggi esistono piu di una console con android ocn  giochi scaricabili dal play store, come :

  1. Ouya
  2. Gamestick
  3. M.O.J.O.

ma nel paniere delle novità esiste anche snakebyte che dà una nuova concezione della console e della smart tv, riunendo il tutto in un solo device.




Occupazione della scuola Trilussa: politica nazionale e locale

La sera del 17 febbraio 2014 mi sono recato personalmente presso la scuola Trilussa in via Giacomo Matteotti insieme a mio fratello (Adriano Velli, consigliere comunale Movimento 5 Stelle) appena ricevuta la notizia (verso le ore 21:30 circa) dell’occupazione da parte dei lavoratori ex LSU di Pomezia. Giunti sul posto abbiamo incontrato il sindaco Fucci, gli assessori Filippone, Avesani, Sbizzera ed i consiglieri Sorrentino e Monni. “Stranamente”, nessun consigliere di opposizione o segretario di partito. Fuori stazionava una volante dei Carabinieri ed una decina di cittadini incuriositi dai lampeggianti e dagli striscioni affissi sul cancello di ingresso. Ho atteso fuori dall’edificio in compagnia del marito di una manifestante, il quale mi ha spiegato dettagliatamente le motivazioni della protesta e le ragioni per le quali questi lavoratori (già ignorati dai “palazzi romani”) hanno deciso insieme ad altre decine di migliaia di colleghi in tutta Italia di occupare alcuni istituti scolastici (loro sedi lavorative) in diverse regioni.

Dopo circa un’ora di dialogo, sindaco, assessori e consiglieri sono stati invitati dai lavoratori a lasciare l’edificio in quanto si era deciso che la protesta sarebbe comunque proseguita in quella maniera.

Il primo cittadino, oltre ad esternare la propria vicinanza ai manifestanti, ha consigliato loro più volte di non proseguire la contestazione occupando la scuola perché in tal modo sarebbero andati incontro alle proteste dei genitori degli alunni (a causa del servizio interrotto) e avrebbero infine costretto le autorità competenti a procedere con lo sgombero previsto dalle disposizioni riguardanti l’ordine pubblico (dipendenti dalle forze dell’ordine e non dal sindaco). La risposta dei lavoratori, come già anticipato, è stata negativa dal momento che la loro volontà, comprensibile nonostante i tentativi insistenti di mediazione, restava quella di protestare con le medesime modalità degli altri lavoratori ex LSU, esattamente come nelle stesse ore stava accadendo ad esempio nella limitrofa Campania.

Facciamo un passo indietro: qual è stato il motivo che ha indotto i lavoratori ad occupare una scuola?

Nel Decreto del Fare, approvato dal Governo Letta (PD) nel giugno 2013, è stabilita l’esternalizzazione dei servizi di pulizia negli istituti scolastici pubblici a seguito dei tagli effettuati da un discutibile piano di  spending review. La riduzione degli orari lavorativi già part time (36 ore settimanali ridotte a  6 ore settimanali) e la conseguente drastica riduzione dei salari, suona non solo come una beffa, bensì, a parer mio, come un insulto alla dignità dei lavoratori che arriverebbero (nella migliore delle ipotesi, evitando il licenziamento) a percepire non più di 400 euro mensili.

Cosa ha fatto il governo nel frattempo? Niente o quasi. Mentre il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) tra finanziamenti di appalti e cassa integrazione del personale spende circa 320 milioni di euro annui,  Il Movimento 5 Stelle ha presentato già in estate, in commissione bilancio, una proposta volta a non esternalizzare il servizio di pulizia, dimostrando che l’assunzione dei lavoratori ex LSU come personale ATA garantirebbe una spesa non superiore ai 270 milioni di euro annui (e certamente un servizio di qualità superiore), arginando in gran parte il problema che ancora oggi aleggia sulle spalle di migliaia di famiglie. La proposta è stata bocciata “senza replica alcuna” (ha spiegato il portavoce della Camera del Movimento 5 Stelle Luigi Gallo) da PD e PDL.

La “battaglia” in Parlamento è proseguita ed il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento sul Decreto Istruzione (riguardante la situazione di emergenza nella quale si trova la scuola pubblica ed il personale impiegato), giudicato “inammissibile” (PD e PDL non ritengono evidentemente gli ex LSU un’emergenza). Stesso “spettacolo” si è verificato quando i “grillini” hanno proposto un emendamento al Decreto della Pubblica Amministrazione: ancora una volta “emendamento inammissibile” è stata la risposta.  Il pressing dei parlamentari del Movimento 5 Stelle non è terminato: a dicembre 2013 la portavoce Maria Marzana (Movimento 5 Stelle), con un ordine del giorno, ha presentato due proposte che impegnavano il Governo a risolvere il problema: la prima mirata a ridurre progressivamente le esternalizzazioni dal momento che lo Stato ha accertato un aggravio di spesa rispetto all’assegnazione delle stesse mansioni al personale già presente, la seconda finalizzata all’ inserimento di  questi lavoratori nella graduatoria del personale ATA, riconoscendo l’esperienza professionale maturata durante i tanti anni di lavoro esercitato ricoprendo i posti accantonati del personale ATA; ciò avrebbe garantito 11000 assunzioni nell’immediato. Risoluzioni bocciate (da PD e PDL).

Azioni queste verificabili sugli atti pubblicati riguardanti la Camera dei Deputati.

Date le circostanze a dir poco drammatiche, volute da un “Governo Letta” (PD) che, alla luce dei fatti,  si è dimostrato assolutamente sordo, disinteressato ed incapace di risolvere una enorme falla creata da un esecutivo perennemente barcollante, risultano a dir poco strumentali le visite e le dichiarazioni degli esponenti locali di PD e SEL. Il tentativo di screditare l’amministrazione locale per l’intervento dei reparti mobili della Polizia di Stato (controllata esclusivamente da Questore e Prefetto) ricorda più un atto di bieco opportunismo che di reale vicinanza e comprensione di una situazione voluta da loro “compagni” di partito, lautamente ricompensati a Roma per avallare decreti di questa portata e bocciare in commissione o in Aula le proposte risolutive. Sono stati chiesti tavoli di lavoro ad un sindaco, quando gli unici potenziali risolutori, deputati del PD e del PDL che rappresentano “la maggioranza di governo”, da oltre 8 mesi tergiversano sulla questione, “forse” più interessati ai futuri appalti che al futuro di questi lavoratori. Lo stesso sindaco, accusato di immobilismo sulla stampa locale, ha inoltre dichiarato che l’amministrazione già a dicembre, tramite una lettera, ha sollecitato tutte le autorità interessate dalla vertenza (Ministro Carrozza compreso) ad agire in tempi brevi sulla problematica degli ex  LSU.

Facile supporre che gli stessi che si lamentano dello “sgombero”, addossando le responsabilità del comportamento degli agenti al primo cittadino, probabilmente sono gli stessi che, in caso contrario, si sarebbero lamentati per l’interruzione delle lezioni. Sarebbe interessante inoltre sapere se questi esponenti politici locali fossero in piazza Montecitorio, al fianco dei lavoratori, durante le proteste dei mesi scorsi.  E’ chiaro che anche in questa occasione, alcuni “politici” non hanno perso occasione per entrare in una campagna elettorale anticipata (di circa quattro anni e mezzo)  e per dar segni di vita tramite la stampa locale. “Confido” che coloro che si sono confrontati direttamente con questi lavoratori, abbiano almeno illustrato i motivi che spingono il Partito Democratico (che rappresentano) ad insistere sulle disposizioni folli previste dal Decreto del Fare e resto della convinzione che se lo spigassero a tutti gli italiani, capiremmo perché le risoluzioni proposte in Parlamento vengono da mesi ripetutamente ignorate. Infine mi chiedo quale siano i motivi che inducono Giuseppe Cappucci (segretario generale CGIL Roma Sud-Pomezia-Castelli) ad inviare continuamente lettere alla stampa pometina (e non al Prefetto, vista la lamentela sul modus operandi della Polizia di Stato) invece di spiegare  (magari tramite la stessa) il ruolo della CGIL nella tutela di questi lavoratori che da mesi versano in questa situazione tanto critica quanto grottesca e le intenzioni del sindacato visto l’evidente programmato smantellamento della scuola pubblica italiana in corso da diversi anni.

Da comune cittadino, mi aspetto queste risposte.

 




Wearable Gadgets

Ironman tra un po’ sarà dei nostri, questo mi è venuto in mente quando ho iniziato a cercare e a capire cosa fossero i Wearable Gadgets.

Questi gadgets, sono un passo successivo allo smartphone e invece di essere oggetti da portarsi dietro, diventano accessori  indossabili.

In questo ultimo periodo le varie tecnologie si sono susseguite, a partire dagli smartwatch, cioè orologi intelligenti che si connettono allo smartphone, sui quali far arrivare notifiche, rispondere al telefono o semplicemente cambiare la musica che si sta ascoltando, fino ad arrivare ai chip stampabili su pelle, per monitorare le condizioni fisiche.

Ad oggi gli Wearable gadgets si stanno moltiplicando, anche grazie all’evoluzione della tecnologia e quelli presenti ad oggi sono :

  1.  smart watch
  2.  smart glass
  3.  smart braclet
  4.  smart ring

Gli utilizzi sono molteplici, dal monitorare le condizioni della salute alla possibilità di aprire porte o accreditare sul proprio conto un acquisto, per non parlare dell’uso di questi gadgets nella domotica.

Gli Smart Watches

Il primo orologio digitale ha debuttato nel 1972, è stato il Pulsar prodotto dalla Hamilton Watch Company,  aquistato poi dalla Seiko nel 1978.

Nel 1982, un orologio Pulsar (NL C01) poteva memorizzare 24 cifre, il che lo rende il primo orologio con la memoria programmabile dall’utente.

Nel 1980, grazie all’introduzione dei pc, Seiko ha incominciato a sviluppare orologi con capacità di calcolo.

Il modello D409 è stato il primo modello Seiko con l’immissione dei dati on-board tramite una tastiera.

Questi modelli sono stati seguiti da molti altri da parte di Seiko durante il 1980.

Durante il 1980 anche Casio ha iniziato a commercializzare dei prodotti.

1984, RC-1000 è stato il primo modello Seiko ad interfacciarsi con un computer, successivamente L’RC-20  è stato rilasciato nel 1985 sotto il marchio comune “Seiko Epson” e aveva un 8-bit Z-80 microprocessore SMC84C00, 8 Kb di ROM e 2 Kb di RAM.

Poi il lancio del modello RC-4000 nel 1985, con 2Kb di spazio di archiviazione.

Nel giugno del 2000 IBM tentò di mostrare un prototipo di orologio da polso con supporto Linux, la durata della batteria non riusciva a coprire un giorno di utilizzo ed il progetto venne interrotto tra il 2001 ed il 2002.

A partire dal luglio 2013, l’elenco delle società che sono state impegnate in attività di sviluppo per Smart Watch si moltiplica.

Dal  settembre 2013, sono stati lanciati tre nuovi smartwatches : il Sony SmartWatch (rilasciato in 2 versioni) , il Galaxy Gear Samsung ,  e il Qualcomm Toq .

Ad oggi ci sono molteplici società , che producono smartwatch e che offrono interazioni e possibilità diverse.

alcuni esempi:

  1. Pebble Smartwatch
  2. Sony SmartWatch 2
  3. I’m Watch
  4.  Samsung Galaxy Gear
  5.  MyKronoz ZeWatch
  6. TOQ

Gli Smart Glasses

Gli smart glasses sono occhiali, che grazie alla realtà aumentata e alla tecnologia, riescono a sovrapporre dati e informazioni a quello che stiamo vedendo, per non parlare della possibilità di compiere azioni come scattare una foto, o fare una video chiamata.

Questo tipo di device è relativamente nuovo, ma già adesso diverse società si sono messe al lavoro per capire come poter migliorare e renderli utili nelle vita di ogni giorno.

La tecnologia indossabile sta facendo passi da gigante, come sempre il voto finale sarà dato dal grande pubblico e per questo è ancora presto per capire se gli occhiali intelligenti possano essere considerati un semplice gadget tecnologico, oppure come un prodotto utile e con interessanti risvolti nell’applicazione della vita di tutti i giorni.

Alcuni esempi:

  1. Google glass
  2. vouzix m100
  3. GLASS UP
  4. EPSON MOVERIO BT-200

Gli Smart Bracelet

Dopo i braccialetti magnetici, di rame o agli ioni attivi, che promettevano poteri curativi e rigenerativi, arriva il turno del braccialetto intelligente.
Al contrario degli altri Wearable gadgets, i bracciali vengono usati per misurare ogni momento della giornata, come sta il tuo corpo, se ti stai allenando bene e se mangi in modo corretto.
Principalmente vengono usati nell’health care, o dagli sportivi, che grazie a questi bracciali con sensori riescono a tenere traccia del lavoro effettuato, delle calorie bruciate o delle condizioni cliniche; ultimamente si stanno sviluppando bracciali che aiutano nella gestione delle notifiche .

alcuni esempi:

  1. embrace+
  2. UP
  3. MEMI
  4. FITBIT
  5. VYBE

Gli Smart Ring

Infine, ci sono gli smart ring, relativamente nuovi, vengono utilizzati un po’ come i bracciali, non per l’health care, ma per le notifiche e sono meno ingombranti e più discreti.
Gli anelli “intelligenti” dialogano con lo smartphone, segnalando telefonate o sms in arrivo e permettendo addirittura di chiamare.

L’utilizzo ad ora che siamo agli inizi, sembra un po’ limitato, ma sono sicuro che nel futuro ci saranno risvolti interessanti anche per questi piccoli gadgets.

alcuni esempi:

  1. smartyring
  2. NFCring

Fuori elenco, perché ancora non sul mercato, ci sarebbero anche le cuffie smart, si chiamano Dash e sono delle cuffie wireless, dotate di tecnologia bluetooth, in grado di svolgere molte e varie funzioni. Sembrano interessanti, lascio a voi il giudizio.




Roger Waters ad Aprilia

Per chi non lo sapesse Roger Waters è uno dei fondatori dei Pink Floyd, gruppo in cui ha svolto il ruolo di bassista, cantante e compositore.

roger-waters-family-anzio-apriliaWaters- primo pianoQuello che forse non sapevamo è il nome di suo padre: Eric Fletcher Waters e la sua storia. Parliamo di un sottufficiale delle forze armate britanniche morto durante la seconda guerra mondiale nelle campagne apriliane. Questa scoperta si deve alle ricerche dell’inglese Harry Shindler, che è riuscito a risalire al preciso ritrovamento del punto geografico dove morirono molti del suo reparto dei Fucilieri Reali Inglesi, tra questi Eric Fletcher Waters.

Shindler, con la collaborazione dell’amministrazione apriliana, ed in seguito dell’Istituto Rosselli e di altre organizzazioni, ha fortemente voluto la costruzione di un monumento simbolico in onore del padre di Waters e di tutti i caduti nel territorio di Aprilia che non trovarono sepoltura poichè i loro corpi non vennero mai ritrovati.

E ieri Roger Waters è stato ad Aprilia proprio per commemorare suo padre, nel giorno esatto del 70° anniversario della sua morte in battaglia.

Waters-300x225Il culmine della cerimonia si è svolto ieri presso l’Istituto Rosselli di Aprilia, cerimonia che vi voglio raccontare con gli occhi di chi l’ha vissuta da vicino, uno dei protagonisti di questa giornata, il Maestro Pietro Deiana, che da anni dirige il coro multietnico della scuola, con una breve “intervista a caldo”.

“Qualche settimana fa il Preside mi ha annunciato l’evento e mi sono subito messo a lavoro, ho passato una notte intera a documentarmi e studiarmi la biografia di Waters e i suoi pezzi.. fino a che mi sono imbattuto in questo brano bellissimo e molto toccante che non conoscevo “When the Tigers broke free”… scritta da Waters proprio sul tema della morte del padre in guerra…

Non potevi scegliere un pezzo più adatto alla circostanza, come nasce l’idea del nuovo arrangiamento?

“L’ho subito pensato adattissimo all’evento in questione… la struttura del brano è composta da tre strofe, coro più solista, ho dovuto trovare una soluzione al fatto che il pezzo era costruito su una voce maschile con estensione vocale straordinaria per raggiungere le tonalità più acute, quindi il lampo di genio di far provare la parte solista ad una ex allieva del Coro Rosselli che ora studia al Conservatorio… Luisiana De Marco”

Come si è svolta la giornata?

“L’inaugurazione della stele commemorativa si è svolta fuori dall’auditorium, nello spazio antistante l’ingresso del Rosselli ed è stato un momento ricco di segni… l’esecuzione del Silenzio in onore dei militari caduti, la mano di Waters sulla stele, le preghiere e la benedizione di don Lorenzo… Il monumento è stato scoperto, sono state deposte corone delle ambasciate inglesi, canadesi e italiani”

Come ha reagito Waters alla vostra performance?

“Alla fine della nostra performance, Waters è schizzato in piedi, commosso e al tempo stesso felice, ringraziando ed applaudendo lungamente, l’emozione è stata davvero immensa… Addirittura durante la successiva conferenza stampa ha voluto rivolgere un sorprendente, ulteriore specifico ringraziamento…”

Cosa ti rimane di questa esperienza?

“Al di là della mia soddisfazione che è cosa di poco conto, quella che a mio avviso è la cosa più importante, è il valore della memoria di quanto avvenuto… siamo abituati a dare per scontate certe cose… sapere, studiare e ricordare, che per la nostra libertà si sono immolate decine di migliaia di vite di giovani soldati è una cosa dalla quale non possiamo prescindere… la stele all’interno della Scuola ricorderà a tutti gli studenti e alle loro famiglie che dobbiamo essere grati a quanti sacrificarono la propria vita per salvare quella del nostro popolo… non dobbiamo dimenticarlo mai… e lavorare affinchè non venga dimenticato mai…”




Internet of things

Comunicazione, il motore dello sviluppo.

Sin dai tempi più antichi, il passo più importante che abbia potuto fare l’uomo è la comunicazione, sia scritta che verbale e la possibilità di condividere idee.

Tutto inizia al Massachusetts Institute of Technology (MIT) più precisamente all’Auto-ID Center.
Fondato nel 1999, questo gruppo operava nel campo dell’RFID.

Il centro era costituito da sette università di ricerca ubicate in quattro continenti.
Questi istituti sono stati scelti dall’Auto-ID Center per progettare l’architettura dell’Internet delle cose.

Prima di parlare dell’Internet delle cose, cerchiamo di spiegarlo, secondo Cisco IBSG (Internet Business Solutions Group), l’Internet delle cose indica semplicemente il momento in cui ad Internet hanno iniziato ad essere connesse più “cose (o oggetti)” che persone.

lg2

Nel 2003 sulla Terra ci sono meno di un dispositivo per ogni persona.

Perciò, nel 2003 l’Internet delle cose non esisteva ancora, gli oggetti dispositivi connessi, utilizzabili da qualsiasi luogo, come gli smartphone, erano relativamente nuovi.

Nel 2005 viene pubblicato un report che prende il nome dall’omonimo ITU (International Telecommunication Union)

Tra il 2007, anno in cui Steve Jobs, in occasione della Macworld Conference & Expo, presentò l’iPhone e il 2010, anno del boom di smartphone e tablet, i dispositivi connessi a Internet si elevano a 12,5 miliardi, mentre la popolazione mondiale sale a 6,8 miliardi.

IOT

Per la prima volta nella storia, quindi, il numero di dispositivi connessi per persona, ha superato
quota uno.

Giunti al 2014, grazie a sistemi integrati e alla domotica, la logica prende piede.
Al momento ci sono 1,9 miliardi di oggetti che sono in grado di accedere a internet, dare informazioni e dati utili, o eseguire comandi a distanza.
Si stima che nel 2018 , diventeranno 9 miliardi.

Non saranno più gli esseri viventi a comunicare, ma gli oggetti, gli ambienti si renderanno riconoscibili e acquisiranno intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di terzi.

Nella visione dell’Internet delle cose, gli oggetti creano un sistema interconnesso, avvalendosi di molteplici tecnologie di comunicazione quali WI-FI, RFID, NFC.

Queste tecnologie di più basso livello, quando integrate in architetture basate sul protocollo IP, possono dar vita alla visione dell’Internet delle cose, essendo in grado di dialogare con i nodi della rete, di richiedere informazioni ad ogni singolo oggetto e di interagire con altri oggetti.

Le applicazioni dell’internet delle cose sono molteplici, per il mondo dell’industria. Possiamo ad esempio elencare le seguenti aree di utilizzo:
1) logistica e gestione magazzino
2) controllo antifrode anticontraffazioni
3) controllo bagagli
4) acquisto
5) sicurezza e controlli accessi
6) gestione energetica
7) gestione della produzione
8) gestione parchi macchine
9) localizzazione e navigazione

Ad oggi LG sembra aver preso alla lettera la definizione di Internet of things, creando elettrodomestici e un applicativo che consente di dialogare con essi.
Al CES, LG ha infatti presentato una serie di tecnologie intelligenti che consentono di comunicare, monitorare e condividere contenuti con gli elettrodomestici tramite l’app gratuita di messaggistica mobile Line e il servizio LG Home Chat, gli utenti “chatteranno” con tutti gli elettrodomestici presenti in casa, impartendo loro comandi diretti. Come chiedere al frigorifero quali alimenti siano presenti e ricevere consigli su una ricetta da poter eseguire, oppure chiedere al forno quale sia la temperatura corretta per il timballo, lasciando al forno stesso la selezione automatica delle impostazioni per la cottura.




I lavoratori delle cooperative tornano a scuola, tra solidarietà e diritti/doveri

Ho provato a spiegare a Elena il motivo per il quale oggi non sarebbe entrata a scuola, ma avrebbe accompagnato il papà a fare colazione al bar e poi sarebbe andata a casa dei nonni.

Non che fosse dispiaciuta, solo non riusciva a capire il motivo per il quale i grandi si erano chiusi dentro la sua scuola, mentre i piccoli ne dovevano rimanere fuori.

Allora tra i “dipendenti” delle cooperative, che ieri sera hanno “occupato” le aule preoccupati di perdere il posto di lavoro, tra i genitori inferociti perché non gli viene permesso di lasciare entrare i bambini per recarsi al lavoro, tra forze dell’ordine al lavoro per cercare di non far degenerare la protesta e l’amministrazione comunale al lavoro per trovare la migliore soluzione possibile, ho pensato di scrivere due righe utili ai soci di molte cooperative che potrebbero, spero per loro più tardi possibile, trovarsi nelle stesse condizioni dei colleghi della Cooperativa Activity e della Cooperativa Roma Petrus asserragliati nelle aule delle elementari del Trilussa.

Cari amici soci di cooperative sappiate che:

Con la vostra domanda di ammissione , non avete solo firmato la premessa per un lavoro, ma qualcosa di molto più importante, siete entrati a far parte attiva di un’impresa dove lo scopo principale e’ quello di ottenere un vantaggio comune tra i soci, quale ad esempio quello di assicurare il lavoro fra tutti.

Gira una storiella che racconta di presidenti di coop (spesso veri e propri imprenditori) che contestualmente alla lettera di ammissione, fanno firmare una lettera di dimissioni in bianco (senza data) da utilizzare all’occorrenza.

Qualora qualcuno si fosse trovato a sottoscrivere una lettera simile, un buon avvocato potrà consigliare come preparare ed autenticare una dichiarazione contraria in modo da rendere inefficace l’eventuale utilizzo delle dimissioni in bianco.

Ma c’e’ molto di più nell’essere  socio di cooperativa.

Si partecipa attivamente alla gestione dell’impresa, si realizza il diritto/dovere di voto ed ognuno vale “un” voto, senza distinzione di quote versate o cariche ricoperte.

Si e’ chiamati ad approvare il bilancio ed a valutare la reale capacita’ degli amministratori.

Si ha diritto/dovere, di partecipare alla nomina degli amministratori ed alla revoca qualora se ne ravvisi la giusta causa  prima della scadenza del loro mandato.

Leggete il regolamento interno che le cooperative sono tenute ad avere e che, approvato dall’assemblea e depositato presso la Direzione provinciale del lavoro,  definisce in concreto i tipi di rapporto di lavoro che si instaurano tra soci.

Potrete scoprire se sono stati rispettati i profili professionali,  se sono stati applicati correttamente i contratti previsti, cosa si prevede in caso di crisi aziendale.

Mi rendo conto che spesso e’ un prendere o lasciare e molti accettano le condizioni di socio lavoratore senza capirne il significato, ma forse alcune situazioni, con la consapevolezza dei propri diritti/doveri si potrebbero affrontare prima e meglio.




Monuments Men – Salvare l’arte per salvare il mondo

Questa è la storia di un manipolo di romantici esperti d’arte, che non si rassegnarono al saccheggio di opere d’arte che i Tedeschi stavano perpetrando in tutta Europa. Salvare l’arte per salvare la storia e la Cultura, eroi straordinari realmente esistiti che George Clooney porta sullo schermo con grandissima abilità, per raccontarci come per l’arte vale la pena morire.

Una prova da grande regista questa del “più bello del reame” Hollywoodiano, che quando si tratta di gridare “ Ciak – Azione!” non sbaglia mai.

Un Kolossal questo “Monuments Men”, ambizioso e dalle immagini mozzafiato con al centro la bellezza dell’arte, le opere di Veermer e di Michelangelo da salvare dalle grinfie dei nazisti, che nel delirio di onnipotenza volevano riempire delle opere di tutta Europa il loro sinistro “Führermuseum“  di Linz.

Tratto dal libro di Robert M. Edsel e Bret Witter, è la vera storia di questi soldati non più giovani, chi direttore di museo, chi storico dell’arte, che sbarcando un mese dopo il “D-Day” in Normandia, corrono dietro le truppe che accerchiano i tedeschi in ritirata, cercando di recuperare quello che spariva dai musei del nord Europa e dall’Italia.

Un bellissimo omaggio all’Italia Clooney lo regala quando mostra (decontestualizzato dalla vicenda del film che si svolge dal Belgio a Monaco di Baviera), la difesa dai bombardamenti dell’affresco Milanese del Cenacolo di Leonardo da Vinci, un atto d’amore, uno sguardo verso la patria della Cultura nel mondo, vilipesa in questi ultimi anni non dalle bombe, ma dal degrado e dal taglio dei fondi… ma questa è un’altra storia.

Trama avvincente, ricostruzioni minuziose degli scenari di guerra, una fotografia quella di Phedon Papamichael (che aveva già “fotografato” Clooney in “Paradiso amaro” e “ Le idi di Marzo”)  bellissima e luccicante che sfiora con la stessa dolcezza i colori dei quadri di Monet e di Picasso ed i paesaggi, splendidi e feriti dai bombardamenti, che i nostri eroi attraversano nel loro pellegrinaggio salvifico, oltre ad un cast ricco di divi che non gareggia per primeggiare, ma che fa un gioco di squadra straordinario, altro merito di abilità e personalità del regista.

Vale la pena dunque rischiare la vita di uomini per salvare opere d’arte di inestimabile valore culturale? Questa è la domanda che accompagna tutto il film e la risposta che Clooney  ci da è tutta negli sguardi rapiti dei soldati intorno alla “Madonna di Bruges”, scolpita da Michelangelo nel 1505 e centro simbolico della missione.

Grandissimi attori per un grande film dunque, con George Clooney che si ritaglia un personaggio centrale che sembra dirigere il resto del cast, quasi un regista in scena, direttore di un gruppo fantastico, da Matt Damon a Jean Dujardin per cui trovare difetti vedrete, sarà impossibile;  possiamo solo spendere due parole in più per la personalità di Bill Murray e la leggiadria con cui Cate Blanchett si trasforma in una eroina francese seducente e dolente.

Ultimo omaggio per la colonna sonora, affidata ad un fuoriclasse del calibro del parigino Alexandre Desplat, che a scorrere il suo curriculum si rimane storditi, da “Il discorso del Re” ad “Argo” solo per dirne alcuni e che ha musicato il già citato “ Le idi di Marzo” con Clooney, che con un’epica sinfonia accompagna il gruppo di eroi a cui il mondo deve dire grazie.

Un film questo che George Clooney consegna alla Storia, un atto d’amore verso l’umanità e la Cultura, che non potete perdere.

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Un mostro ( innocente ) chiamato Girolimoni

” Non sono mai riuscito a farmi una famiglia. Non ho mai avuto il coraggio di chiedere a una donna se voleva assumere il mio cognome..”

Per chi è romano, l’appellativo di ” Girolimoni” suona come sinistro aggettivo, irriverente, scherzoso e terribile. Lo si usa per schernire qualche attempato dagli amori inconfessabili per le donne giovanissime, o è offesa inguaribile lanciata a chi si sospetta di pratiche immonde.

Eppure, più della metà dei romani non sa che Gino Girolimoni è il più famoso caso di errore giudiziario della storia.

Girolimoni è un innocente.

girolimonidipintodiantoniomolino girolimonicopertina girolimoni-giornaleditaliaFabio Sanvitale e Armando Palmegiani affrontano questo caso di inizio ventennio, ripercorrendo in una sorta di libro “on the road” le vie e i luoghi teatro dal 1924 al 1927 e con il loro acume investigativo confezionano un libro bellissimo e completo, un racconto che galleggia tra l’innocenza delle vittime e un serial killer che si muove come “un’Ombra”: questo è ” Un mostro chiamato Girolimoni“.

Il libro è diviso essenzialmente in tre parti, la prima che scandisce con sinistra cronologia i fatti, ricostruiti sia attraverso le testimonianze dei documenti dell’epoca, sia percorrendo quei “sanpietrini” del centro storico di Roma, in quel triangolo che parte da via dei Coronari e che attraverso il Tevere arriva a Borgo Pio e a Piazza Cavour.

Quel dedalo di vicoli teatro dell’orrore, pieni di dignitosa povertà prima dello squasso che (fors’anche per bonificare la zona) generò poi i lavori di Via della Conciliazione.

La seconda parte rilegge le carte delle indagini, e degli assurdi motivi che portarono ad arrestare ” er Sor Gino“, mentre la terza ed ultima cerca con gli elementi a disposizione di “riaprire l’incheista”, spunto letterario, per dare una spiegazione con gli occhi dell’esperienza degli autori a quello che fu il caso più terribile del secolo.

È tanto ricco questo libro; è un documento prezioso ma è anche e soprattutto un grande romanzo storico, un affresco di una Roma che non c’è più, che disorientata cercava di adattarsi a una dittatura giovane e inquieta, una dittatura che aveva urgenza di trovare un colpevole da sbattere in prima pagina, uno qualunque, colpevole o innocente che sia.

Si districano benissimo Palmegiani e Sanvitale tra i tanti personaggi coinvolti nella storia, alcuni davvero sinistri come il sospetto reverendo Brydges, inglese e anglicano insopportabilmente perverso, e altri virtuosi, come il poliziotto Dosi, che per questa indagine perderà tutto (salvo poi riavere onori e dignità nel dopoguerra, essendo tra gli artefici dell’istituzione dell’ Interpol ).

Si percepisce quanto i due autori siano rimasti coinvolti e quanta poesia si cela tra l’eleganza del racconto delle vittime e l”urgenza morale dell’investigatore, il tutto con una cura stilistica inconsueta in libri d’inchiesta.

Una qualità che lascia in alcuni tratti attoniti e storditi quasi fossimo davanti ad un racconto di Edgar Allan Poe.

Si legge anche tra queste belle pagine tanta nostalgia per quella Roma di allora, popolana, ingenua, ricca di botteghe artigiane e di relazioni sociali strette e rispettose, che in quegli anni persero l’innocenza e la sicurezza.

E Girolimoni? Lui ebbe la vita distrutta da questo errore giudiziario, accusato per indizi che con gli occhi di adesso appaiono risibili, tra testimoni che tergiversavano e prove che non c’erano, accuse costruite ad arte e date in pasto a giornali compiacenti al potere, il potere delle camicie nere. Non si rifece mai una vita per davvero una volta uscito di galera, l’unico caso di “Mostro innocente” finì per sparire nell’oblio della modernità post-bellica, sempre rimanendo sulla bocca di tutti; un cognome usato come aggettivo dispregiativo, a cui Sanvitale e Palmegiani con questa opera preziosissima restituiscono postuma dignità e pace.

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Realtà aumentata

A volte penso che già solo la realtà normale basti e avanzi,

ma poi penso a tutto quello che si potrebbe realizzare e ai servizi o gli svaghi che la realtà aumentata comporta.

Fasi storiche

Nel 1962 un signore di nome Morton Helig, iniziò la costruzione di una macchina chiamata Sensorama.
Sensorama è un simulatore che utilizza suoni, odori e vibrazioni in una camera cinematografica, per dare l’illusione di essere presenti nel posto, fu il primo che capì l’interattività  dello spettatore.

Il principio, molti anni dopo, della Realtà Aumentata.

1966: il professor Ivan Sutherland dell’Università di Harvard inventa il primo modello di uno dei più importanti dispositivi utilizzati nella Realtà Aumentata e nella Realtà Virtuale: l’head-mounted display o HMD.

1975: Myron Krueger crea Videoplace che permette per la prima volta  di interagire con gli oggetti virtuali.

1989: Jaron Lanier crea la prima azienda commerciale attorno ai mondi virtuali.

1990: Tom Caudelle conia il termine Augmented Reality o Realtà Aumentata, aiutando i lavoratori della Boeing ad assemblare i cavi a bordo degli aeromobili.

1997: Azuma pubblica uno studio che definisce il campo della Realtà Aumentata.

2002: Steven Feiner, autore del primo articolo sul tema, pubblicato sulla più importante e seria rivista scientifica del Mondo, Scientific America.

2005: s’iniziano a sviluppare le parti a videocamera e Daniel Palanker, Alexander Vankov e Phil Huie sviluppano un “occhio bionico”.

2007:  sperimentazioni, la Realtà Aumentata come software da installare nel PC.

2010:  sistemi di ricognizione facciale.

2011:  è l’anno dell’Augmented Reality con prodotti dedicati, allo shopping.

Dal 2011 ad oggi, la realtà aumentata è diventata possibile attraverso l’uso di un semplice device che funziona da filtro, per accedere ad un mondo parallelo che fornisce informazioni ed un nuovo modo di interagire con quello che ci circonda.

Un po’ come un binocolo, lo guardi per vedere piu lontano, usi lo smartphone o una webcam, per avere più informazioni e magari più interazioni.

Di realtà aumentata ce ne sono 2 tipi: una “statica” e una “geolocalizzata“.

La realtà aumentata “statica“, prevede l’utilizzo di un pc ed una webcam, capaci di riconoscere dei marcatori detti TAG  ai quali vengono sovrapposti in tempo reale i contenuti multimediali quali video, audio, oggetti 3D, ecc.

La realtà aumentata “geolocalizzata“, è quella che prevede l’uso di un device con cam, gps, bussola e connessione dati (uno smartphone di ultima generazione) con almeno un app installata.

Possiamo usare la realtà aumentata in tutti i campi, dal ludico, allo sport, al biomedico, o meccanico, alla sicurezza, ecc…

Glasses2 asdrfh maxresdefault (1) maxresdefault (2) maxresdefault Project-Glass_2 Screen_shot_2012-04-06_at_2.35.57_PM screen-shot-2012-04-04-at-4-01-35-pm Sight-An-8-Minute-Augmented-Reality-Journey_04-@-GenCept Will_New_Augmented_Reality_Devices_Give_You_Terminator_Vision_L’app utilizzando la cam mostrerà in tempo reale l’ambiente circostante, sovrapponendo i livelli di contenuto, dai dati per Punti di Interesse (POI) geolocalizzati agli elementi 3D.

Grazie a questo si potrebbero organizzare dei percorsi storici, atletici, amorosi, a premi, a tema, con caccia al tesoro, maratone, o passeggiate, per le vie delle città.

Con la realtà aumentata si apre un nuovo business, le aziende promotrici potrebbero sponsorizzare i percorsi mettendo in palio premi, buoni sconti in prossimità dei propri locali e la pubblicità diventerebbe parte integrante della realtà aumentata, incrementando proprio l’esperienza del fruitore .




Carnevale 2014: la Dea Pomona vi invita a sfilare!

 Dal 22 febbraio al 9 marzo 2014 il Comune di Pomezia organizzerà, in collaborazione con le diverse realtà del territorio (associazioni, enti, pro loco, comitati, istituzioni scolastiche), la 38° edizione del “Carnevale Pometino” .
La scelta del tema sul quale comporre carri e gruppi mascherati è lasciata alla libera iniziativa dei partecipanti, in modo da valorizzare le capacità creative e realizzative delle diverse realtà del territorio.

Per la sfilata del 2 marzo a Torvajanica, il gruppo del “Pomona” sta realizzando un carro allegorico a tema e vuole rivolgere un invito a tutti i cittadini interessati al progetto a prendere parte alla preparazione del carro e alla realizzazione dei costumi oppure semplicemente a sfilare in occasione della parata dei carri.

La protagonista sarà appunto Pomona, la dea romana dei frutti, ed intorno a lei ruoterà il tema della natura con  allegorie e maschere che meglio la rappresentano, dalla flora (alberi, rami, foglie, fiori ecc..) alla fauna, per interpretare con creatività il risveglio della nostra terra: l’Agro Romano.

L’obiettivo del “Pomona” è quello di coinvolgere i cittadini mettendo a frutto la loro creatività e la loro voglia di partecipazione, coniugando idee e voglia di fare ad un tema importante come la natura.

Chiunque volesse partecipare a questo progetto e raccogliere l’invito della dea Pomona a proporre, nel clima ludico del Carnevale Pometino, un messaggio di risveglio della natura del nostro territorio, può contattare direttamente Claudio Mazza, organizzatore, al 347 1985332.

Partecipate! Pomona con la sua florida bellezza vi aspetta!

statua pomona




Paolo Moscogiuri e “La città fragile”

 copertina la citta fragileSabato 15 febbraio 2014 a Pomezia, presso il centro culturale Spazio Durango, Paolo Moscogiuri ha presentato il suo libro: “LA CITTÁ FRAGILE“. All’evento, che ha riscosso un grande successo di pubblico, hanno partecipato il sindaco Fabio Fucci e una nutrita rappresentanza dell’Amministrazione Comunale.

Partendo dalla domanda “Come restituire dignità alla città e ai suoi cittadini?” Paolo Moscogiuri, architetto che vede la sua professione più legata alla sociologia che alla tecnica, ha dato vita ad un’interessante presentazione in cui ha illustrato la sua ricerca sulle nuove metodologie urbanistiche ed architettoniche per l’attuazione di regole di progettazione attente ad ogni categoria di persona, affinché gli interventi su una città non siano solo di tipo tecnico ma capaci di trasformare la stessa in una città vivibile per tutti.

Paolo MoscogiuriUn progetto possibile se si pone al centro delle progettazioni la conoscenza “del materiale umano”, a cui le opere sono destinate e potenziando il legame fra cittadino e città, con particolare attenzione a fattori come età, sesso, grado di mobilità ed in particolar modo alla cosiddetta Utenza Debole.

I fattori che rendono una città fragile sono molteplici, strettamente connessi tra loro, ed hanno una matrice comune nella crescita edilizia incontrollata, spesso votata alla speculazione, con Piani Regolatori poco incentrati sul controllo del territorio e con la perdita di ogni motivazione del potere politico nel creare consenso anche attraverso l’abbellimento della città.

Una conseguenza diretta a questo boom edilizio è il capovolgimento del concetto di strada, che da “area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, degli animali e dei veicoli” (art. 2 del Codice della Strada) è diventata ormai ad uso esclusivo delle automobili, a totale discapito delle categorie più deboli.

Un altro elemento che incide negativamente è la trasformazione dell’organizzazione familiare in funzione del lavoro, che ha portato il decadimento della città italiana da luogo relazionale ad agglomerato di spazi di transito e dormitorio. Un decadimento accelerato dalla crisi economica, che ha inciso sulla qualità della vita delle famiglie, non solo dal punto di vista economico, ma anche sullo sviluppo psico-sociale del bambino, che spesso vede ridotto il tempo che almeno un genitore può dedicargli, per vivere gran parte della sua giornata a scuola, dai nonni o in casa, riducendo così il tempo per poter frequentare quegli spazi cittadini più idonei alle relazioni e al gioco.

La città viene quindi abbandonata dal cittadino e gli spazi relazionali si trasformano in spazi di transito e parcheggio, creando impedimento alla mobilità autonoma ai pedoni e in particolare alle categorie più fragili, come i bambini, gli anziani e alle persone con disabilità.

È fragile una città che fa perdere, non ponendo in essere interventi e soluzioni che garantiscono un’adeguata mobilità, l’accesso autonomo ai luoghi ai disabili. Impedendo la mobilità ai disabili si impedisce loro una vita autonoma e dignitosa, infatti, un disabile non è fragile se gli vengono messi a disposizione i mezzi per muoversi liberamente, ma è la città, con le sue carenze, a renderlo tale.

Gli esempi possono essere tantissimi, dai marciapiedi stretti, con pali della luce, alberi, cartelli pubblicitari piantati nel mezzo, automobili parcheggiate sulle strisce pedonali, occupazione impropria dei parcheggi destinati ai disabili, cassonetti posizionati sui marciapiedi, griglie dei tombini posizionate nel senso del camminamento, barriere architettoniche eliminate con incompetenza, rampe realizzate da un lato della strada ma non dall’altra, spesso con pendenze pericolose, piastrelle del codice Loges per non vedenti posizionate al ciglio del marciapiede e tantissimi altri esempi che tutti i giorni rendono le città italiane, a differenza di quelle del nord Europa, invivibili ed ingestibili.

Migliorare è possibile partendo da una conoscenza approfondita del comportamento del cittadino nella città intesa non come semplice spazio architettonico, ma come spazio esistenziale. Lo spazio architettonico deve essere in funzione di quello esistenziale e prima di prendere decisioni urbanistiche ed infrastrutturali occorre tener conto del “contenuto umano” delle città. Le moderne impostazioni urbanistiche oggi offrono soluzioni già sperimentate in tanti paesi del nord Europa da almeno un ventennio: dalle isole ambientali, alla moderazione del traffico, al car sharing, al car pooling, all’intermodalità, alla ciclabilità, ecc.

Per ottenere risultati occorre una sinergia tra amministrazioni locali e cittadini, perché oltre all’eliminazione fisica delle barriere attuabile con le leggi, è necessaria un’eliminazione delle barriere culturali per attuare una riqualificazione degli spazi pubblici di una città e trasformarli da semplici luoghi di transito a veri e propri spazi relazionali.