A Pomezia non paga IMU chi concede in comodato gratuito la casa a figli o genitori

euro casa - euro houseA pochi giorni dalla scadenza della prima rata IMU (16 giugno 2014), vediamo quando NON si paga.

Anche i muri sanno che e’ stata abolita l’IMU sull’abitazione principale, ma attenzione per  abitazione principale si intende l’immobile che risulta dimora abituale e dove il contribuente risiede anagraficamente.

Fare attenzione quindi che l’indirizzo dell’immobile e l’indirizzo di residenza coincidano.

Le abitazione principali di lusso, quelle accatastate nella categorie catastali A/1, A/8 e A/9, pagano l’imposta seppur con l’aliquota agevolata del 3,5 per mille.

L’esenzione si applica anche alle pertinenze dell’abitazione principale (box, posti auto, cantine, magazzini e depositi), ma nella misura massima di una unità per ciascuna categoria catastale C/2 C/6 C/7.

Significa che chi ha due box di pertinenza dell’abitazione principale, dovrà pagare l’IMU su uno dei due.

Il regolamento comunale approvato il 22 maggio 2014 ha anche previsto alcune agevolazioni:

ha assimilato ad abitazione principale quella di proprietà di anziani o disabili che acquisiscono la residenza permanente in istituti di ricovero, a condizione che la stessa non risulti locata;

non pagano l’imposta anche i cittadini italiani che non vivono in Italia, iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, a condizione che l’abitazione in Italia non risulti locata;

Viene agevolata anche l’abitazione concessa in comodato ai parenti in linea retta entro il primo grado (genitori o figli) che la utilizzano come abitazione principale, limitatamente alla quota di rendita risultante in catasto non eccedente il valore di 500 euro.

Per usufruire delle suddette agevolazioni, occorrerà presentare la dichiarazione IUC entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello interessato.




Quando l’unione fa la forza

mareimmagine31may2014Nei giorni dal 31 maggio al 2 giugno si è tenuta a Torvaianica, presso la sede della Lega Navale Italiana, sezione di Pomezia, una tre giorni di arte, musica, sport e cultura, patrocinata dal Comune di Pomezia, che ha visto impegnati cittadini e associazioni del territorio.

La manifestazione è iniziata con il concorso fotografico e con l’estemporanea di pittura, entrambe finalizzate a “catturare” il nostro mare e l’ambiente nell’immaginario dell’artista. Sono seguite varie manifestazioni musicali, giochi, attività ludiche e sportive, tra cui due regate, bruschette, frittelle e pop corn, sfilate di moda, il tutto nella cornice di un mare che iniziava a prendere i colori dell’estate ormai imminente.

L’elenco di chi ha dedicato tempo ed energie è lungo. In ordine sparso, oltre ovviamente alla Lega Navale, le associazioni Family Time, CdQ Nuova Lavinium, Fare Verde, La Casa dell’Albero, Le mamme di Pomezia, Galleria Hesperia, poi Claudio Mazza con le sue sculture, il teatro de ‘Il cassetto nel sogno’, canti e balli della tradizione rumena con ‘Spirit Romanesc’ e i giochi della ‘Thyrrenum’ e di ‘Fare verde’, Città Giardino, Casafamiglia Chiara e Francesco, Sordi di Torvaianica, Marilù, Libera e Croce Rossa Italiana.

Inoltre i gruppi sportivi “Kite Power”, “Black Arrow Team” ed Europaradise, eventi musicali proposti da Ilaria Bruno, Carmen Giglio, Mario Guarino e Salvatore Pignalosa, le band The News e il QJazz Quintett.

2014-06-02 16.55.28La giornata di chiusura ha visto anche la presenza del sindaco Fabio Fucci che ha consegnato i premi ai partecipanti della regata del 2 giugno e ai vincitori del concorso fotografico. L’assessore Mattias ha invece presenziato alla premiazione della regata svoltasi il 1 giugno.

Ma al di là dell’elenco degli eventi e dei partecipanti, il vero messaggio è stato eloquentemente riassunto da Mauro Zecca, presidente della locale sezione della Lega Navale Italiana:

“Il Mare di Torvaianica è stata una grande dimostrazione di forza delle associazioni del territorio, che, quando agiscono isolate, faticano talvolta ad organizzare eventi o a ritagliarsi degli spazi di visibilità. Se, invece, si mettono insieme e lavorano spalla a spalla, diventano un esercito inarrestabile.

Sono molto felice di aver stabilito con tutti dei rapporti di fiducia e di amicizia, un patrimonio che darà, sicuramente, altri frutti in futuro e che sarà il presupposto per tante altre occasioni in cui potremo inseguire idee e progetti da sviluppare insieme”.

2014-05-31 20.07.482014-06-01 16.50.45

2014-06-02 17.00.59 2014-06-02 12.22.51 2014-06-02 16.13.17 2014-06-02 16.27.14 2014-06-02 16.47.52Questo concetto è stato ben ribadito da tutti gli altri partecipanti, che hanno volontariamente dedicato tre giorni del loro tempo trasmettendo il concetto che solo viaggiando coesi, pur ognuno con le proprie caratteristiche, finalità e possibilità, si può contribuire a creare quello che forse ancora manca a Pomezia, ovvero il concetto di “comunità“.




I dubbi di Vita ed Emanuela sul prossimo menu della mensa scolastica

Vita Soldati ed Emanuela Sossella, sono due mamme del Trilussa, sensibili e sempre presenti, un punto di riferimento nella loro scuola.

Mi hanno chiesto di pubblicare questa loro lettera che, oltre allo sfogo per essere state chiamate in causa da molti genitori in qualità di membri della commissione mensa, contiene alcune indicazioni importanti sulla composizione dei futuri menu che andranno predisposti tenendo conto evidentemente del fatto che la merendina andrà consumata in classe e non nel refettorio.

Questo il testo:

La commissione mensa è stata chiamata in causa nella recente questione del doppio menu previsto dal nuovo capitolato mensa scolastica.

 Facciamo un po’ di chiarezza, sia sui compiti della commissione stessa, sia sul nuovo capitolato relativo al servizio di refezione scolastica.

 La commissione mensa scolastica è l’organismo, formato da genitori volontari, deputato alla verifica della qualità del servizio inerente la ristorazione scolastica che il comune eroga agli utenti della scuola.

 Il Comune non nomina alcun preposto che abbia funzioni di organizzazione o coordinamento dei compiti affidati ai membri commissione nella verifica delle segnalazioni per tutto il loro ciclo fino all’ammenda amministrativa.

 La commissione mensa svolge un ruolo di monitoraggio in merito al buon andamento della somministrazione dei pasti ed alla qualità del servizio.

 In particolare la commissione mensa valuta la pulizia ed igiene nei locali, verifica se gli arredi e le attrezzature sono idonei, controlla che il personale addetto mensa sia del numero stabilito e che sia puntuale, verifica che pasti rispettino l’orario di consegna nel refettorio e che la consegna sia completa nelle quantità prescritte. Inoltre controlla il rispetto delle diete particolari previste per alcuni bambini, la gradibilità del pasto e l’idoneità delle temperature del cibo servito.

 Le anomalie riscontrate dalla commissione mensa vengono comunicate per iscritto al Dirigente Scolastico e all’Ufficio della Pubblica Istruzione del Comune. In caso di adempienze, l’Amministrazione comunale provvede ad inviare formale diffida all’impresa e provvede a trattenere l’importo dell’eventuale sanzione sul corrispettivo dovuto per il servizio in appalto.

 Coinvolgimento della commissione mensa per questo capitolato

 Nella riunione del 13 marzo scorso, la commissione mensa è stata informata dall’amministrazione comunale, che il nuovo capitolato avrebbe previsto la libertà di scelta alle famiglie tra un pasto completo e un pasto ridotto.

 Il Menù completo avrebbe previsto: 1 primo piatto; 1 secondo piatto; 1 contorno; pane; frutta fresca di stagione lavata; dolce; acqua della rete idrica.

Il Menù ridotto, le stesse portate del menù completo ma senza dolce.

 Facciamo presente che i membri della commissione mensa non hanno alcun potere decisionale e/o di indirizzo nelle decisioni (peraltro già prese a dicembre) dell’amministrazione.

 Non scriviamo questa lettera, per esonerarci da responsabilità, dopo le polemiche generate dalla scelta di adottore un doppio menù. Responsabilità che non ha la commissione mensa perché non assume alcuna decisione.

 Vogliamo piuttosto far presente come opereremo in qualità di membri della commissione mensa, nella nostra scuola.

 Vigileremo affinché il dolce non venga consumato nel refettorio (nonostante nulla in teoria potrebbe uscire dal refettorio), allo scopo di evitare contrasti di qualsiasi natura con i bambini che porteranno la merendina da casa e che secondo quanto indicato nella riunione dovranno obbligatoriamente consumare la merendina in classe.

 CI AUSPICHIAMO quindi che che yogurt e gelato, NON VENGANO inseriti nei futuri menù, dovendo necessariamente essere conservati e serviti a determinate temperature.

 Facciamo inoltre presente che il consumo in classe della “merendina” è sempre stato possibile e che la vera novità non è rappresentata dalla possibilità di portare la merendina da casa, ma dalla circostanza che il dolce dopo il pasto non sarà più consumato nel refettorio bensì in classe.

 Ricordiamo inoltre che quando nel mese di marzo la commissione mensa  è stata portata a conoscenza di una decisione già assunta a dicembre, ha, sin da subito, manifestato le proprie perplessità suggerendo di EVITARE FORME DI “DISTINZIONE” E DI OFFRIRE IL SOLO MENU’ RIDOTTO SENZA CIOE’ DOLCE PER TUTTI.

 Questa scelta, a parere della commissione mensa avrebbe consentito il raggiungimento di molteplici obiettivi quali:

–         contenimento (anche se minimo) della spesa per le famiglie

–         la mancata somministrazione di poco salutari merendine

–         consumare merende preparate a casa insieme ai genitori.

 RIBADIAMO ancora una volta in puro spirito collaborativo con l’amministrazione che le richieste pervenute da tantissimi genitori ad inizio anno scolastico, delle quali la commissione mensa si è fatta carico e portavoce, erano e rimangono le seguenti:

 –         LIBERTA’ NELLA SCELTA DI CONSUMARE IL PASTO PORTATO DA CASA

–         RIVALUTAZIONE DELLE FASCE ISEE CONCEDENDO RIDUZIONI, GIA’ A PARTIRE DAL 2 FIGLIO PER TUTTE LE FASCE.

 

Pomezia 30 maggio 2014

                                                                                      Vita Soldati

                                                                                     Emanuela Sossella




Grande successo per l’iniziativa “Salviamo Tor Maggiore”

imageRiceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’associazione Latium Vetus relativo al CONVEGNO “SALVIAMO TOR MAGGIORE! LA STORIA ED IL RECUPERO POSSIBILE DI UN MONUMENTO IN PERICOLO” – ASS. LATIUM VETUS, COMUNE E UNIVERSITA’ “LA SAPIENZA” INSIEME PER TOR MAGGIORE

<< Si è svolto sabato scorso 31 maggio nell’aula consiliare di Pomezia alla presenza di moltissimi cittadini il convegno “Salviamo Tor Maggiore! La storia ed il recupero possibile di un monumento in pericolo” organizzato dall’Associazione Latium Vetus, dal Comune di Pomezia e dall’Università “La Sapienza” di Roma in occasione del centenario del vincolo monumentale del complesso di Tor Maggiore, monumento architettonico importantissimo della zona di Santa Palomba.

Nel corso del convegno sono stati presentati alla cittadinanza gli studi relativamente allo stato di conservazione del monumento dei giovani architetti F. Rossin e H. Safariesfanjani, seguiti dalla nota docente Arch. Daniela Esposito, ricercatrice nell’ambito dei casali e delle torri della campagna romana nonché direttrice della Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio de l’Università “La Sapienza” di Roma. Nel corso del convegno sono stati altresì presentati lo studio di fattibilità del restauro del monumento ed il Protocollo di Intesa che Comune di Pomezia, Associazione Latium Vetus e Università “La Sapienza” firmeranno a breve e con il quale gli stessi enti si impegnano a perseguire la tutela e la valorizzazione del monumento.

“Il 21 maggio scorso è ricorso un importante anniversario nella storia di Pomezia e della tutela dei suoi beni culturali: il centenario del vincolo monumentale del complesso di Tor Maggiore” – dichiara Giacomo Castro, presidente dell’Associazione Latium Vetus – “L’apposizione di un vincolo cosi forte – continua il rappresentante di Latium Vetus – in un’epoca cosi remota nel settore dei beni culturali rende l’idea dell’estrema importanza di questo monumento, percepito già cent’anni fa come un qualcosa di assolutamente unico ed irripetibile. E’ la prova dell’estrema responsabilità che il nostro territorio e i suoi cittadini hanno verso se stessi, verso la propria memoria storica e verso la propria identità. In tutti questi anni purtroppo nulla è stato fatto per scongiurare il crollo del monumento e quindi la sua perdita. Come è emerso chiaramente dagli studi condotti dagli studiosi dall’Università “La Sapienza”, Tor Maggiore è un monumento davvero unico, capace con la sua valorizzazione di rappresentare un vero e proprio volano turistico e di riqualificazione dell’intero comparto territoriale di Santa Palomba; purtroppo tuttavia il degrado del complesso architettonico sta aumentando esponenzialmente di anno in anno e rischia di compromettere da un momento all’altro la sua stabilità. Siamo molto felici della disponibilità dell’amministrazione comunale attuale, guidata dal sindaco Fucci, ad appoggiare questo importantissimo progetto e di promuovere la tutela di questo monumento da sempre dimenticato; abbiamo trovato nel Comune e nell’Università “La Sapienza” l’entusiasmo e la volontà giuste e con questi ingredienti salvare Tor Maggiore sarà un operazione possibile che perseguiremo con ogni mezzo.

La presenza di cosi tante persone durante il convegno, dei consiglieri comunali di maggioranza e anche di opposizione che ringraziamo per la loro presenza, dimostra che la salvaguardia di Tor Maggiore dev’essere giustamente percepita come battaglia collettiva di civiltà, un impegno che tutti dobbiamo perseguire per la salvaguardia della nostra memoria storica e della nostra identità. >>

Associazione Latium Vetus




Un mare di idee a Torvaianica

mareimmagine31may2014Si apre sabato 31 maggio, e terminerà il 2 giugno 2014, la manifestazione “Il Mare di Torvaianica” una tre giorni di arte, musica, sport e cultura, patrocinata dal Comune di Pomezia, che vedrà impegnati cittadini e associazioni del territorio presso la sede della Lega Navale Italiana, Lungomare delle Sirene 109b.

Mare Torvajanica

foto: Domenico Tricarico

In programma attività ed intrattenimento per tutti i gusti, a partire dal baratto dei libri curato dall’associazione ‘La casa dell’albero’ e dallo spazio per bambini ‘Letture animate’ dell’associazione ‘Le mamme di Pomezia’.

Tra i tanti e diversificati momenti creativi, c’è la mostra fotografica e l’estemporanea di pittura organizzata dalla ‘Galleria Hesperia’ di Giovanna Alfeo e Paola Di Giovanni, le sculture di frutta di Claudio Mazza, il teatro de ‘Il cassetto nel sogno’, canti e balli della tradizione rumena con ‘Spirit Romanesc’ e i giochi della ‘Thyrrenum’ e di ‘Fare verde’.
Performance sportive verranno presentate dai gruppi “Kite Power”, “Black Arrow Team” ed Europaradise.
Oltre alle iniziative, non solo gastronomiche, del Comitato di Quartiere Nuova Lavinium, vari appuntamenti musicali allieteranno la manifestazione: da Ilaria Bruno e Carmen Giglio a Mario Guarino e Salvatore Pignalosa, alle band The News e il QJazz Quintett.
Hanno aderito all’evento anche le associazioni: Assorider, Marilù, Family Time, Città Giardino, Casafamiglia Chiara e Francesco, Sordi di Torvaianica, Libera.
Tutte le info su www.ilmareditorvaianica.it

fototorva29may2014




“Salviamo Tor Maggiore! “

imageRiceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’associazione Latium Vetus  relativo al Convegno “Salviamo Tor Maggiore! La storia ed il recupero possibile di un bene in pericolo” che si terrà sabato 31 maggio alle ore 16.30 nell’Aula Consiliare di Pomezia.

L’ASSOCIAZIONE LATIUM VETUS, L’UNIVERSITÀ’ “LA SAPIENZA” ED IL COMUNE DI POMEZIA INSIEME PER TOR MAGGIORE.

Il 21 maggio scorso è ricorso un importante anniversario nella storia di Pomezia e della tutela dei suoi beni culturali: si trattava del centenario del vincolo monumentale del complesso di Tor Maggiore.

Il 21 maggio del 1914 Tor Maggiore veniva vincolata ai sensi della primissima legge di tutela dei beni culturali del Regno d’Italia, la Legge Rosadi del 1909. L’apposizione di un vincolo cosi forte in un’epoca cosi remota nel settore dei beni culturali rende l’idea dell’estrema importanza di questo monumento, percepito già cent’anni fa come un qualcosa di assolutamente unico ed irripetibile. E’ la prova dell’estrema responsabilità che il nostro territorio e i suoi cittadini hanno verso se stessi, verso la propria memoria storica e verso la propria identità.

Il complesso di Tor Maggiore è semplicemente unico, un’architettura difensiva medievale, un “castrum” dell’agro romano sorto sui resti di un complesso romano, poi domusculta dell’VIII sec. d.C. ricostruita nell’XII secolo. Il complesso è costituito da una cinta muraria merlata, da un edificio religioso e da una torre, considerata dalle fonti la più bella ed importante della campagna romana.

Nonostante i numerosi provvedimenti di tutela dello Stato Italiano a difesa del monumento, il cui vincolo apposto come si diceva il 21 maggio 1914 è stato poi reiterato in altre 4 distinte occasioni, (nel 1917, nel 1920, nel 1940 e infine nel 1995), la torre versa in gravissime condizioni di conservazione ed in tutti questi anni nulla di concreto è stato fatto per scongiurarne il crollo ed il rischio di perdita.

Sabato 31 Maggio a partire dalle ore 16,30 nell’Aula Consiliare di Pomezia, l’Associazione Latium Vetus in collaborazione con l’Università “La Sapienza” di Roma e la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio e con il Patrocinio del Comune di Pomezia terrà un importante convegno dal titolo “Salviamo Tor Maggiore! La Storia ed il recupero possibile di un monumento in pericolo”.

Nel corso del convegno il Comune di Pomezia, l’Associazione Latium Vetus e l’Università sigleranno un importante Protocollo di Intesa con il quale questi enti si impegnano a perseguire e favorire il recupero, il restauro e la valorizzazione di Tor Maggiore; contestualmente verranno presentate alla cittadinanza di Pomezia le ricerche e le tesi compiute dall’importante università romana, sotto la guida della Prof.ssa Daniela Esposito, nota ricercatrice dei monumenti della Campagna Romana e lo studio di fattibilità del restauro della torre medievale.

La tutela e la valorizzazione di questo importantissimo complesso monumentale è una battaglia di civiltà perseguita costantemente dall’Associazione Latium Vetus che continuerà a battersi insieme all’Università “La Sapienza” di Roma e al Comune di Pomezia per la tutela ed il rispetto delle meraviglie che la storia ci ha faticosamente consegnato a vantaggio di una maggiore identità culturale della nostra cittadinanza.

L’Appuntamento per il convegno “Salviamo Tor Maggiore! La Storia ed il recupero possibile di un monumento in pericolo” è in Aula Consiliare in Piazza Indipendenza a Pomezia a partire dalle ore 16.30 sabato 31 maggio.

Latium Vetus




Nasce l’associazione “Viviamo Pomezia”

Viviamo Pomezia

Viviamo Pomezia

Immaginate Pomezia come una città attraversata da tanti fili in cui passa energia, molti di questi fili sono però scoperti, non collegati tra loro e così l’energia si disperde. Ma se proviamo a collegare questi fili possiamo creare una rete dove tutta l’energia può essere usata per migliorare la nostra città.

Questo è uno degli scopi principali della neonata associazione “Viviamo Pomezia“, ossia creare una rete sociale tra cittadini, associazioni e istituzioni locali che possa portare ad un miglioramento del tessuto sociale di Pomezia proprio tramite l’interazione di persone diverse, connesse tra loro, che si incontrano per unire esperienze e idee per incentivare i cittadini a vivere ed amare la propria città, nella consapevolezza che sono le relazioni sociali a definire e migliorare il contesto in cui si vive.

I fondatori di quest’associazione di promozione sociale Claudio Mazza, Roberto Mazza, Alberto Pierotti, Francesca Pinna, Bartolino Savioli, Stefano Ielmini, Romano Zecchi e Raffaele Faiulo, sono tutti cittadini che hanno deciso di unire i loro percorsi individuali perché consapevoli dell’energia che si può sprigionare camminando insieme.

Rivolgono quindi lo stesso invito a tutti i cittadini che vogliono collaborare con idee, progetti e supporto attivo, perché  l’identità è qualcosa che ereditiamo ma, indubbiamente, è anche qualcosa che muta nel tempo e che dobbiamo essere capaci di costruire ogni giorno.




LA MERENDINA, LA BUFALA E IL MOSTRO DA SBATTERE IN PRIMA PAGINA

Racconto semiserio di un vecchio bando e di un Sindaco dal cuore di pietra… alla vigilia delle elezioni europee

foto articolo

Diciamolo chiaramente: il Sindaco Fucci ama discriminare le povere famiglie e, proprio per questa sua incontrollabile mania, ha deciso di premiare i bambini buoni e ricchi delle scuole di Pomezia con una bella merendina.

Per gli altri, poveri e cattivi…niente merendina…a dieta!

E i genitori come l’hanno presa? Beh…alcuni di loro, interpellati qualche tempo fa dall’Amministrazione comunale, si erano fatti addirittura promotori del doppio menù, quello con dolce e quello senza dolce, accogliendo positivamente la possibilità di prepararlo in casa e di farlo portare in classe.

Ma Fucci, il “discriminatore”, aveva capito male: infatti, i commenti di molti genitori, alla scoperta del doppio menù della refezione scolastica, sono stati a dir poco critici…”non si discriminano i bambini!”…”la discriminazione economica in una scuola pubblica non è tollerabile!”…”l’uguaglianza non si tocca!”

Per fortuna c’è la stampa, locale e nazionale, a fare chiarezza sul misunderstanding pometino: ad un tratto la notizia del “Sindaco pentastellato senza cuore” si è fatta più importante delle cronache, dei fatti economici e di quelli sportivi, scalando posizioni anche nelle scalette di alcuni tg!

Per non parlare delle forze politiche e di alcuni politici che ricoprono importanti incarichi istituzionali che, distolti dal loro pesante lavoro quotidiano, si sono affannati nel condannare l’accaduto e nel definire il cattivo Fucci come l’autore di una “scelta ignobile”.

E allora che importa se i parametri economici del nostro Paese sono tornati ad essere tutti negativi, se i fatti dell’Expo di Milano ci riportano agli anni di Mani Pulite e Tangentopoli, se quasi quotidianamente vengono arrestati politici e politicanti più o meno famosi, se tra qualche ora saremo chiamati ad esprimere la nostra scelta sull’Europa futura?

Ancora meno importa il fatto che il “bando del doppio menù scolastico” sia datato e rimandi ad una Delibera consiliare di indirizzo del dicembre 2013 e che, a scuola, in mensa, i bambini – tutti – avranno lo stesso trattamento e a merenda qualcuno usufruirà di un prodotto per così dire “confezionato”, qualcun altro di un dolcetto magari fatto in casa.

Ma se del dolce facessimo a meno tutti, magari in cambio di un frutto in più?

Pensiamoci: la salute dei nostri piccoli ne gioverebbe e le nostre coscienze sarebbero impegnate in qualcosa di più serio: ad esempio, capire che il voto di domenica prossima sarà importantissimo, nonostante qualcuno cerchi, in tutti i modi, di distrarci

Il video di chiarimento del Sindaco 

 

 

 




Pomezia o paghi o muori: dittatura M5S

malnutrizione-pianta-tropicaleAmministrazione M5S: niente dolci ai bambini poveri non ne hanno bisogno.

Si urla allo scandalo, l’amministrazione grillina condotta dal sindaco pentastellato Fabio Fucci con un giro di parole inserisce la divisione sociale nelle mense delle scuole pometine, ricchi da una parte e poveri dall’altra, non essendo abituati ad un’alimentazione da nobili rinunceranno al dolce, facendo risparmiare alle famiglie una cifra che potrebbe essere importante, essendo già allo stremo delle risorse economiche. Un’amministrazione comunale degna delle più crude dittature.

SCANDALO lo dico io, ma non per quello che ho scritto sopra, che ovviamente è la realtà distorta di questi giorni, una come tante che sto leggendo sui giornali. Articoli scritti da quelle persone che spavaldamente ti sventolano il tesserino come se fossero unici depositari della verità.

Ordine giornalistiQuando leggo queste notizie la prima cosa che mi viene in mente è il motivo per il quale un individuo dovrebbe diventare giornalista in Italia, quello di divulgare l’informazione dando la possibilità di aggiornarsi anche a distanza, di far sapere cosa succede, questo dovrebbe essere il loro spirito. E invece no, succede il contrario, sfruttano il potere che hanno per disinformare le masse, dare informazioni da un punto di vista diverso da quello che è la realtà. E’ vero che il giornalista è un lavoro duro, soprattutto a pochi giorni dalle elezioni europee e sapere che una notizia possa avere una risonanza per loro è una “preda”, il giornalista italiano inizia a sbavare e capisce che è il momento di sfruttare l’occasione per raggiungere i propri obbiettivi, annientando l’unico per il quale dovrebbe aver ottenuto quel tesserino, INFORMARE  LA MASSA IN MODO EQUO E SUPER PARTES.

E’ SCANDALOSO che l’ordine dei giornalisti lasci la libertà di scrivere ciò che vogliono.

Perché è assente il controllo? Che motivi ci sono per non  allontanare i giornalisti politicizzati che si fingono superpartes sfruttando il potere dell’informazione per creare caos e confusione?

mensa_poveri

Non che io condivida la scelta dell’amministrazione, sono il primo a criticarla, non tanto la scelta del dolce, quanto aver ascoltato i cittadini, si proprio così; la verità è che l’anno scorso i genitori chiesero la possibilità di poter portare il pasto da casa, cosa negata, faccenda per la quale si sta muovendo il CODACONS  (leggi articolo).  Molte sono state le proposte per abbassare il costo della mensa ma nessuna era attuabile, quindi l’amministrazione, che non è una dittatura del sindaco Fabio Fucci e che quinidi non “comanda” nulla, ha accolto la richiesta di eliminare l’unico alimento non utile al fabbisogno giornaliero e anzi controproducente per il problema di obesità infantile. Fin qui tutto bene, il grosso sbaglio dell’amministrazione è stato quello di accettare l’introduzione a pagamento della merenda, creando così disparità tra chi può permettersela o semplicemente non ha voglia di metterla nello zaino di suo figlio e chi invece non può permettersela, oppure potrebbe ma vuole dare al bambino una merenda più sana portandola da casa.

Questa è una recriminazione nei confronti dell’amministrazione, composta da persone votate dalla maggioranza dei cittadini che ha riposto in loro la fiducia; lodevole il fatto che ascoltino la popolazione, ma poi le scelte devono essere assolutamente le loro, questo è anche un problema dovuto alla poca esperienza politica.

Non è stato condannato a morte nessuno e c’è ancora possibilità di togliere definitivamente la merendina a tutti, così come avviene in altre regioni dove preferiscono evitarla per motivi inerenti l’alimentazione.

Alla fine della storia, i giornalisti sono riusciti a trasformare una merendina in un atto antisemita, peggio delll’Ebreo Internazionale di Henry Ford!




Fiscal Compact

Europa_bandiera14Cosa condizionerà la nostra vita in futuro.

Siamo nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo. I leader e i maggiori esponenti politici dei partiti in lizza imperversano ovunque, in tutte le trasmissioni televisive, nelle piazze e addirittura nei cantieri. C’è chi attacca l’euro, chi se la prende con la Germania, chi invece preferisce gridare al complotto e infine chi tenta di limitare i danni cercando di convincere gli elettori che una revisione delle scelte passate è possibile. A prescindere da come la pensino tutti, i discorsi pro o contro l’Europa fanno un uso o un abuso spropositato del termine inglese fiscal compact. Ma che cosa si nasconde dietro questa parola?

Innanzitutto  per fare chiarezza dovremmo parlare di Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea. Accordo europeo firmato il 2 Marzo 2012 da 25 paesi dell’UE tra cui l’Italia. Gli unici paesi a non firmarlo sono stati  la Gran Bretagna, guidata dal conservatore David Cameron e la Repubblica Ceca. Il nostro paese ha approvato il trattato al Senato il 12 Luglio 2012 e alla Camera dei Deputati il 19 Luglio 2012.

Alla base di questo accordo c’è l’esigenza di rafforzare gli obiettivi di stabilità economica e finanziaria dell’Unione Europea attraverso il rispetto di alcune regole vincolanti per tutti i paesi dell’unione. I sostenitori dei «conti in ordine» sono fermamente convinti che l’equilibrio finanziario dei bilanci sia una condizione essenziale per affrontare al meglio gli effetti negativi dei cicli economici. Per amore della verità non tutti gli economisti ed esperti di politiche pubbliche condividono il proposito. Molti pensano che in periodi di grandi crisi l’obiettivo fondamentale sia  la riduzione della disoccupazione attraverso l’aumento della spesa pubblica che può aumentare deficit e debito pubblico. Il grande economista Keynes sottolineava come ci si dovesse occupare dei «conti in ordine» solo in periodi di crescita economica sostenuta.

Sono molti i precetti e le definizioni  che si possono estrapolare dalla lettura dei 16 articoli che compongono il Trattato, i più significativi possono essere sintetizzati in questa lista:

1. Il bilancio delle amministrazioni pubbliche deve essere in pareggio o in avanzo. Il pareggio dei conti è rispettato se il saldo strutturale annuo è pari all’obiettivo di medio periodo specifico per il paese. E’ previsto un margine di sforamento della regola nella misura dello 0,5% del Pil a prezzi di mercato per gli stati che hanno un rapporto debito pubblico/pil maggiore del 60%, per gli altri esiste la possibilità di un sforamento dell’1%. Per saldo strutturale annuo si intende il saldo annuo corretto per il ciclo al netto di misure una tantum e temporanee. L’obiettivo di medio periodo diverso per ogni singolo paese europeo può essere modificato in base a circostanze eccezionali.

2.  I paesi con un rapporto debito pubblico/pil superiore al 60% hanno l’obbligo, da rispettare in 20 anni, di  ridurre il  rapporto nella misura di un ventesimo della parte eccedente il parametro di Maastricht, ovvero eccedente il 60%.

3. Il piano d’emissione del debito pubblico dei paesi aderenti al Trattato deve essere coordinato con il Consiglio dell’Unione e con la Commissione Europea.

Seguendo la campagna elettorale è il punto 2 della lista che suscita più preoccupazioni e risentimenti nei confronti delle istituzioni europee. Il rispetto di tale punto viene considerato una salasso per i cittadini italiani. Le cifre che girano in rete o in tv nei talk show,  si attestano all’incirca tra i 40 e 50 miliardi di euro di risparmi pubblici o aumenti della tassazione per il primo anno. Prendendo le stime del Fondo Monetario Internazionale per l’economia italiana nel 2014 otteniamo il seguente risultato che molto si avvicina alle cifre dichiarate dai politici.

( D )

Debito Pubblico

2134*

( P )

Pil

1586*

D/P(%)

134,6 %

( A )

Parte eccedente il 60%

74,6 %

1/20 di A

3,7 %

Manovra per il rispetto del Fiscal C.

59,158**

*cifre in miliardi di euro  ** è il risultato dell’applicazione della percentuale del 3,7% al Pil.

In realtà ci sono molti osservatori che fanno notare che il calcolo precedente è  semplicistico perché non prende in considerazione alcuni aspetti della questione. Innanzitutto la manovra del governo per il rispetto del fiscal compact non è fissa ma cala al calare del rapporto debito/pil. Va inoltre sottolineato che il prodotto interno lordo da usare per il calcolo del rapporto con il debito è in termini nominali e non reali come siamo stati abituati a pensare. Questo implica un effetto benefico dell’inflazione sulla crescita del prodotto interno, effetto che aiuta ad alleviare la portata dell’intervento governativo.  In questa pagina è possibile consultare un fact checking sulle dichiarazioni degli euro scettici, dove si possono trovare alcuni calcoli  più sofisticati   http://www.linkiesta.it/fiscal-compact-fact-checking-vere-cifre.

Ora mettendo da parte la discussione sulla reale portata degli interventi degli amministratori pubblici italiani possiamo trarre alcune considerazioni del tutto generali. La qualità della nostra esistenza dipenderà sempre di più dalle scelte fatte dalle istituzioni europee, credo sia fondamentale che i cittadini possano comprendere a pieno le conseguenze economiche e sociali di tali scelte. Spero che il parlamento italiano e il parlamento europeo si facciano carico dell’esigenza di informare in modo sempre più chiaro e accessibile tutte le persone che vogliono partecipare alle consultazioni elettorali in piena coscienza. Spero inoltre che prima o poi i nostri governanti permettano ai cittadini di partecipare alle scelte economiche che hanno un forte impatto come il fiscal compact, attraverso gli strumenti della democrazia diretta e della partecipazione.

 

 

 




“Tu non puoi passare”

barriere architettonicheQuante persone al giorno d’oggi sono libere di uscire dalla propria abitazione per raggiungere il centro città, in piena sicurezza, senza l’utilizzo di un’automobile?

Certamente tante, ma non tutte. Molti addirittura si chiederanno che senso abbia questa domanda, semplicemente perché inconsapevoli di quei limiti che i loro occhi non riescono a percepire.

Questi limiti sono chiamati barriere architettoniche.

Generalmente siamo abituati ad associare la barriera architettonica ad uno o più gradini che non consentono alle carrozzelle di salire o scendere da piani posti a quote differenti; in realtà questo non è che uno tra i molteplici impedimenti in grado di sbarrare la via all’utenza debole che mette, inoltre, in risalto la scarsa informazione della cittadinanza su questa tematica.

Cos’è quindi una barriera architettonica? Generalmente con questo termine si indicano tutti gli ostacoli che non permettono una completa e sicura mobilità alle persone in condizioni limitate di movimento; di conseguenza esse costituiscono un problema anche per coloro che per vari motivi, non sono in grado di muoversi liberamente (ad esempio bambini, anziani, cardiopatici, gestanti).
Sorvolando l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”) e senza soffermarsi sulle diverse norme che dagli anni ’60 agli anni ’90 si sono succedute con il fine di regolamentare la materia, uno sguardo alla più recente legge D.P.R. 503/96 è sufficiente a riassumere brevemente il tutto.

Essa integra alla legge 236/89 il concetto di barriera negli spazi pubblici e all’articolo 1 descrive in maniera precisa il significato di barriera architettonica:
Art.1 Definizione ed oggetto​
1. Le norme del presente regolamento sono volte ad eliminare gli impedimenti comunemente definiti “barriere architettoniche”.
2. Per barriere architettoniche si intendono:

  • gli ostacoli fisici che sono fonte di disagi o per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
  • gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti;
  • la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque ed in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

Focalizzando l’attenzione solamente su questa prima parte dell’ articolo 1, possono esser presi in considerazione due casi di disabilità: quella motoria e quella della vista. Nel primo caso, un suolo pubblico che non mostra una continuità altimetrica regolare (quali gradini, rampe o superfici con pendenze eccessive, buche, interruzioni, dissesti) è considerato una barriera fisica, in quanto non permette ad una carrozzella il passaggio.

Nel secondo caso, la mancanza di idonei ausili informativi (ad esempio una pavimentazione provvista di codice LOGES), ausili acustici (in prossimità dei semafori) o la presenza di ostacoli (segnaletica stradale, pali dell’illuminazione, alberi) è considerata una barriera percettiva, la quale rende difficile e pericolosa la mobilità dei non vedenti.

Un intero regolamento circa i parametri standard da adottare nell’edilizia e nei lavori pubblici è quindi disponibile oramai da diversi anni e di conseguenza una domanda nasce spontanea: per quale motivo, dopo diciotto anni da queste (ulteriori e precise) indicazioni legislative, gran parte delle città mostrano ancora evidenti lacune nell’abbattimento delle barriere architettoniche?

Probabilmente le amministrazioni locali, considerando ciò un problema di “serie C” o forse un optional più che una necessità, hanno avuto un ruolo determinante nella pessima gestione della mobilità garantita; spesso impreparati nel reperire i numerosi fondi messi a disposizione (fondi regionali o europei), o addirittura incapaci di controllare che i lavori di ammodernamento o manutenzione rispettino le normative vigenti, i comuni italiani non si distinguono certamente per il rispetto di questi diritti e di queste leggi.
Pomezia non è esente da queste problematiche, le quali si sono moltiplicate nel tempo con l’espandersi della città e nessuno in questi anni è stato in grado di rimediare agli errori di progettazione commessi: ad esempio percorrendo il perimetro di un paio di isolati del quartiere Nuova Lavinium (tra i più recenti della città) per una lunghezza totale di circa 1500 metri, ci si imbatte in più di una cinquantina di macroscopiche barriere architettoniche, alcune delle quali ostacolano addirittura il passaggio di soggetti senza alcuna difficoltà motoria.

Marciapiedi stretti e cosparsi di ostacoli, assenza di rampe lungo gli attraversamenti pedonali, rampe con pendenza irregolare, dissesti nella pavimentazione e dislivelli di vario genere sono solo alcune delle barriere che non permetterebbero a gran parte dell’utenza debole di uscire di casa e muoversi nel proprio quartiere in sicurezza. Di conseguenza, raggiungere il centro storico autonomamente è quasi un’utopia.

A queste barriere fisiche e percettive descritte, si aggiunge infine l’inciviltà di molti altri cittadini che occupando irregolarmente i parcheggi riservati ai disabili e sostando davanti alle rampe degli attraversamenti, rendono ulteriormente complicata la situazione, mettendo in pericolo l’incolumità di coloro che sono costretti ad aggirare l’ostacolo.
Per quanto ancora nel nostro Paese saremo costretti ad assistere a situazioni del genere? Com’è possibile che nel 2014 delle città moderne non sono in grado di garantire un diritto fondamentale a tutta la sua cittadinanza?
Senza il rispetto delle leggi da parte delle amministrazioni (le quali dovrebbero garantire una regolarità dei lavori pubblici) per nuove opere e per l’abbattimento, dove possibile, delle barriere architettoniche, e senza un’adeguata sensibilizzazione ed educazione civica, tali problemi sono destinati ad aumentare, demolendo di fatto il diritto di uguaglianza tra tutti i cittadini.




Le Dissolute Assolute

Locandina dello spettacolo

Locandina dello spettacolo

Le dissolute assolte – (ovvero le donne del Don Giovanni) – Nel Teatro di Luca Gaeta il pubblico è protagonista.

Una via flebilmente illuminata da pochi lampioni, ragazze che sfacciate e sensuali sorridono e adescano i passanti, allusive e splendidamente seminude…

Inizia così, già prima di iniziare fuori dal teatro lo spettacolo ideato scritto e diretto da Luca Gaeta, artista e Regista Pometino che dopo il successo di “Confessioni di un Burattino” porta in scena una “pièce teatrale” molto originale che interagisce avvolge e letteralmente coinvolge.

Si diceva fuori dal teatro dunque e lì dov’è appeso un cartello con il “Listino prezzi” delle prestazioni svolte da un bordello senza tempo e con la “Maman” tenutaria (così bella da scompigliare e disorientare i turisti e i passanti intorno all’ingresso del Teatro) che chiama a gran voce il “Servo Leporello“ fedele di un Don Giovanni quanto mai metaforico e che poi in scena non comparirà mai.

E Leporello che dopo una breve e divertentissima apologia del suo padrone ci introduce nel cuore scuro e perverso della scena, dove ad una ad una incontreremo le vittime adoranti eppur ferite a morte nell’anima e nella virtù dal fantasma dai mille volti di Don Giovanni. Tutto si dipanerà in un duetto continuo con il pubblico che rimane prima sorpreso e poi coinvolto e parte attiva che vibra in scena e determina con le sue reazioni il ritmo tra dramma comicità e farsa e  come nella più alta tradizione della commedia dell’arte.

Un momento dello spettacolo

Un momento dello spettacolo

Le ragazze (di una bellezza quasi imbarazzante) racconteranno l’incontro fugace con la felicità amorosa e il suo dissolvimento pagato a caro prezzo, tutte vittime di quel Don Giovanni capro espiatorio dell’“amour fou” e simbolica incarnazione dell’egoismo e della sfacciata ricerca del piacere che alberga in ogni uomo.
Uno spettacolo quello scritto da Luca Gaeta che incanta, che costringe ad interrogarci sull’amore e su cosa si fa per amore, tutto a contatto diretto e attivo con le attrici (tutte bravissime) che formano un gruppo stupendo abilmente scelto e diretto dal Regista che le rende protagoniste tutte di un’esperienza teatrale che per lo spettatore non dimenticherà facilmente.

Un testo curato in ogni parola da Gaeta che dimostra di essere artista vero, interpretato con abilissimo ritmo e creatività da Marco Giustini che nel ruolo di Leporello regala bagliori di bravura eccelsa con movenze divertenti e divertite che ne fanno un predestinato a grandi palcoscenici

Uno spettacolo da non perdere.

Il Regista Pometino Luca Gaeta

Il Regista Pometino Luca Gaeta

Piccolo Teatro Campo d’Arte
via dei Cappellari, 93 – Roma

spettacolo è scritto, ideato e diretto da Luca Gaeta.

Il cast: Laura Gigante, Nela Lucic, Valentina Ghetti, Valeria Pistillo, Lucia Rossi, Mariaelena Masetti Zannini, Janet De Nardis, Annamaria Zuccaro, Glenda Canino, Giulia Morgani, Eleonora Gnazi, Claudia Donzelli, Melody Kueiros e Marco Giustini.

prossime date:

MAGGIO: dal 14 al 17, dal 28 al 31
GIUGNO: dal 4 al 7, dall’11 al 14 e dal 18 al 21.

Ogni giorno due spettacoli: alle 21 e alle 22.30
Produzione Marc Produzioni!

Per informazioni : pagina face book:

https://www.facebook.com/pages/LE-Dissolute-Assolte/392994234154271