Banchieri – Federico Rampini

Federico Rampini è forse uno dei giornalisti italiani con la maggiore esperienza in paesi esteri. Editorialista de La Repubblica, già Vicedirettore de Il Sole24ore, ha passato gran parte della sua carriera professionale in giro per il mondo, ma sono le sue corrispondenze dagli Stati Uniti d’America e dall’Asia, in particolare dalla Cina, che lo hanno reso noto ai lettori. La sua notorietà è cresciuta notevolmente nel 2007 con la pubblicazione del libro L’Impero di Cindia, a mio avviso, una delle narrazioni dei nuovi giganti del futuro, Cina e India, più complete e avvincenti che abbia mai letto. Attualmente Rampini vive a New York, da lì scrive l’interessantissimo blog Estremo Occidente, analisi sintetica ma punturale dell’America delle opportunità, dei cambiamenti repentini ma anche quella delle contraddizioni e delle ingiustizie sociali. Per chi volesse dare un’occhiata, questo è il link  http://rampini.blogautore.repubblica.it.

L’ultima fatica letteraria di Federico Rampini, uscito in libreria in questo ultimo mese, è Banchieri, edito da Mondadori, 180 pagine, prezzo consigliato 16,50 euro. Come si intuisce dalla copertina, il sottotitolo non lascia dubbi: “Storie dal nuovo banditismo globale”, quest’opera è una sorta di invettiva nei confronti dei grandi banchieri americani, ma direi anche europei, che secondo l’autore sono i veri responsabili della crisi iniziata nel 2008. Una crisi superata negli Stati Uniti, solo nelle statistiche, ma che ancora oggi lascia una scia di disagio sociale, di nuove e vecchie povertà ma principalmente di prospettive di nuovo sviluppo economico, compromesse per molto tempo. L’autore quindi, non si sottrae dal manifestare chiaramente le sue opinioni. Le sue tesi, corrette, o errate che siano, sono ben in vista. Comunque il nostro autore, non si lascia mai tentare dalla denuncia sterile, in ogni suo libro, si trovano sempre suggerimenti sull’iniziative da prendere per cercare di migliorare la situazione economica e politica. Inoltre la scelta di raccontare storie veramente accadute, testimonianze attuali rende la narrazione sempre ancorata alla realtà, tante volte i discorsi troppo astratti rischiano di allontanare la gente pratica dalla lettura. Chi legge Rampini sui giornali sa che l’astrattismo è un’accusa che non gli può essere mossa, tante volte per trasmettere il senso di quotidianità di certi problemi, racconta esperienze personali, vissute cioè in prima persona dal cittadino Federico e dalla sua famiglia.

Tornando a Banchieri, la parte che secondo me va letta con molta attenzione è la quarta, intitolata il Danno Sociale. Forse il fatto che io sia politicizzato mi rende sensibile al racconto dei mutamenti degli stili di vita delle vittime della crisi, ma vi assicuro che colpirà anche voi, anche perchè nessuno dei cittadini comuni può considerarsi al sicuro da fenomeni di questo tipo. La scrittura di Rampini è sempre semplice e scorrevole, anche la struttura del libro ed in particolare delle pagine, rende la lettura piacevole. Capitoli brevi, dimensione del carattere e una abbondante interlinea possono essere un buon incentivo a leggerlo la sera prima di andare a dormire o durante la giornata in un attimo di riposo.

BIBLIOGRAFIA DI FEDERICO RAMPINI tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Rampini

  • “La comunicazione aziendale. All’interno dell’impresa, nel contesto sociale, nel quadro europeo“, Milano, ETAS libri, 1990. ISBN 88-453-0404-3
  • “Il crack delle nostre pensioni“, Milano, Rizzoli, 1994. ISBN 88-17-84362-8
  • “Imprenditori italiani nel mondo. Ieri e oggi“, con Duccio Bigazzi (a cura di), Milano, Libri Scheiwiller, 1996. ISBN 88-7644-241-3
  • “Germanizzazione. Come cambierà l’Italia“, Roma, Laterza, 1996. ISBN 88-420-4909-3
  • “Kosovo. Gli italiani e la guerra“, intervista a Massimo D’Alema, Milano, Mondadori, 1999ISBN 88-04-47302-9
  • “Per adesso. Intervista con Carlo de Benedetti“, Milano, Longanesi, 1999. ISBN 88-304-1473-5
  • “New economy. Una rivoluzione in corso“, Roma, Laterza, 2000. ISBN 88-420-6110-7
  • “Dall’euforia al crollo. La seconda vita della new economy“, Roma, Laterza, 2001. ISBN 88-420-6821-7
  • “Effetto euro“, Milano, Longanesi, 2002. ISBN 88-304-1934-6
  • “Le paure dell’America“, Milano, Longanesi, 2003. ISBN 88-420-7167-6
  • “San Francisco-Milano“, Roma, Laterza, Laterza 2004. ISBN 88-420-7441-1
  • “Tutti gli uomini del presidente. George W. Bush e la nuova destra americana“, Roma, Carocci, 2004. ISBN 88-430-3013-2
  • Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo“, Milano, Mondadori, 2005. ISBN 88-04-54482-1
  • “L’impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e mezzo di persone“, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-55130-5
  • “L’ombra di Mao. Sulle tracce del grande timoniere per capire il presente di Cina, Tibet, Corea del Nord e il futuro del mondo“, Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-56048-7
  • “La speranza indiana. Storie di uomini, città e denaro dalla più grande democrazia del mondo“, Milano, Mondadori 2007. ISBN 88-04-57298-1
  • “Centomila punture di spillo. Come l’Italia può tornare a correre“, con Carlo De Benedetti e Francesco Daveri, Milano, Mondadori 2008. ISBN 88-04-58366-5
  • “Con gli occhi dell’Oriente“, Milano, A. Mondadori scuola, 2009.
  • “Le dieci cose che non saranno più le stesse. Tutto quello che la crisi sta cambiando“, Roma, Gruppo editoriale L’Espresso, 2009.
  • “Slow Economy. Rinascere con saggezza. Tutto quello che noi occidentali possiamo imparare dall’Oriente“, Milano, Mondadori 2009. ISBN 978-88-04-59368-3
  • “Occidente estremo. Il nostro futuro tra l’ascesa dell’impero cinese e il declino della potenza americana“, Milano, Mondadori 2010. ISBN 978-88-04-60333-7 [1]
  • “San Francisco-Milano. Un italiano nell’altra America”, Laterza, 2011. ISBN 978-88-420-9517-0
  • “Alla mia sinistra”, Mondadori, 2011 ISBN 978-88-04-61372-5
  • “Non ci possiamo più permettere uno Stato sociale”. Falso!coll. IdòlaLaterza, 2012 ISBN 978-88-420-9502-6
  • “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo. Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro”, Mondadori, 2012 ISBN 978-88-04-62518-6
  • “Banchieri. Storie dal nuovo banditismo globale” Mondadori, 2013 ISBN 978-88-04-63350-1



Il Comune dichiara guerra alla cattiva gestione

La gestione dell’Università di Pomezia, nel 2011 vide una situazione di scollamento tra i gestori e l’amministrazione De Fusco. La situazione si era creata, sia per obiettive scelte di gestione non condivise dalla amministrazione, sia perché la maggioranza aveva deciso di rinnovare le cariche.

Dopo un braccio di ferro e polemiche tra chi era stato responsabile della gestione e l’amministrazione, fu nominato il nuovo Cda.

L’amministrazione De Fusco nel 2012 aveva iniziato un’azione di responsabilità sociale ex art 2476 nei confronti di amministratori e dirigenti del Consorzio dell’Università, in carica fino al luglio 2011.

A quanto pare, il legale nominato a quel tempo è stato revocato il 6 dicembre 2013 per inadempimento, non avendo in pratica fatto nulla. Che spiegazione avrà dato ?

L’amministrazione attuale pertanto, ha tempestivamente dato nuovo incarico ad altri due avvocati coadiuvati dall’avvocatura del Comune.

E’ stato perso pero’ più di un anno.

Una azione decisa da parte del Sindaco per dare il segnale che il Comune non può accettare che vi sia una gestione non oculata nella amministrazione pubblica. La decisione è importante perché non è fine solo al singolo problema, ma serve, crediamo, anche a dare un esempio e pretendere che tutti i soggetti, che operano direttamente o attraverso enti del comune, gestiscano con oculatezza e nell’interesse pubblico. Si spera ora che i nuovi professionisti lavorino con rapidità, compatibilmente con i tempi della giustizia, affinchè i cittadini  al più presto abbiano l’esempio che è possibile far pagare chi ha sbagliato.




L’amministrazione di Pomezia vara il Bilancio

Pomezia ha approvato il bilancio di previsione del 2013.

La maggioranza a Cinque Stelle guidata dal sindaco Fabio Fucci, ha concluso un lavoro di precisione con una ricognizione dei conti pubblici ed ha varato il documento previsionale di quest’anno. Nonostante le incertezze della  finanziaria, grazie ai capricci di una certa destra.

Destra che ha fatto dell’IMU la sua battaglia, facendo lievitare così le tasse con aumenti per tutti e non solo per i proprietari di casa. Il bilancio è stato approvato soltanto a pochi giorni dalla fine dell’anno solare.

Un bilancio, quello votato in modo compatto dai 16 della maggioranza, che ha visto numerose discussioni in aula, con i consiglieri d’opposizione presenti che hanno espresso la loro contrarietà al documento presentato dai pentastellati, non mancando di sollevare aspre polemiche come le accuse al passato del sindaco e un atteggiamento considerato forte verso i dipendenti. Tra gli assenti, al momento di deliberare, i consiglieri Schiumarini, Lupo, Mugnaini e Capodimonti per una scelta politica.

Il bilancio da approvare era stato illustrato in una conferenza stampa e dopo l’approvazione in Consiglio Comunale è stato presentato ai cittadini in una manifestazione in piazza.

Sono drammatiche le cifre del bilancio di previsione 2013 e il sindaco Fabio Fucci, ovviamente, contesta l’operato della passata amministrazione. “Non vogliamo sanare le anomalie prodotte da altri, ma denunciare quegli atti manifestamente illegali che hanno portato a danni già confermati“.

L’amministrazione  ha rimarcato: la problematica della questione del personale, in riferimento al concorso del 2010, che con l’assunzione con contratto a tempo determinato di 150 lavoratori ha prodotto uno sforamento di 350 mila euro; la soddisfazione per essere riusciti a varare un difficile bilancio; un’analisi del servizio a domanda individuale, al trasporto scolastico che costa oltre 2 milioni di euro, mentre la nettezza urbana, 13 milioni e mezzo, costi attualmente non comprimibili perché dovuti alla disorganizzazione dei servizi  ed alla necessità di nuove gare per ottenere notevoli risparmi . I numeri del bilancio di previsione 2103  che si basano anche sui tributi con un incasso previsto di 73 miloni di euro (Imu, Tares, evasione fiscale…).

Attenzione particolare è stata data anche al piano di alienazione che verrà inserito nel bilancio, un tesoretto per scongiurare il dissesto?

Tutti i cittadini potranno sapere in modo chiaro e semplice come, dove e quando vengono spesi e ricavati i soldi del comune di Pomezia. Altro punto ribadito nelle varie sedi dall’amministrazione : l’impegno e il sacrificio che il Comune e la cittadinanza dovranno affrontare sulla base di un bilancio di previsione, che sarà propedeutico alla richiesta di un probabile bilancio di riequilibrio per scongiurare l’ipotesi di dissesto che pesa come un macigno sulle casse comunali.

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Pubbliche Amministrazioni e Trasparenza

 In appendice al recente post di Massimiliano Villani sul principio della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e sulla perfetta accessibilità della cittadinanza alle informazioni, vorrei brevemente fare un cenno all’analisi e quindi alla misura del grado di raggiungimento di questi obiettivi. Ricercando in rete, uno degli apporti più importanti è forse il progetto Bussola della Trasparenza dei Siti Web, che si può trovare all’indirizzo http://www.magellanopa.It/bussola.

Una volta raggiunta la pagina possiamo leggere le finalità, cito testualmente : La bussola della trasparenza consente alle pubbliche amministrazioni e ai cittadini di utilizzare strumenti per l’analisi ed il monitoraggio dei siti web. Il principale obiettivo è di accompagnare le amministrazioni anche attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, nel miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi digitali.

egovContinuando nella lettura si può constatare che il progetto è in linea con i principi dell’OPEN GOVERNMENT che tendono a ribadire e rafforzare gli aspetti della Trasparenza, della Partecipazione e dell’Accountability. Questo significa che le pubbliche amministrazioni possono usare il Progetto Bussola per varie finalità tra la quali spiccano: la misura del grado di trasparenza dei propri atti e delle proprie procedure, la misura delle proprie capacità di coinvolgimento dei cittadini (questo aspetto, a mio avviso, è uno dei più importanti, perché è essenziale che i cittadini possano partecipare al processo formativo dei provvedimenti da prendere) ed infine la misura della propria accountability, ovvero la capacità di un’amministrazione di utilizzare in modo corretto le risorse attraverso, essenzialmente, la responsabilizzazione del management. Dunque il Progetto Bussola è un’iniziativa utile a svariati soggetti, non solo amministrazioni pubbliche e cittadini ma anche studiosi e analisti della materia, perché  possono avere a disposizione dati e ricerche non sempre di facile reperimento.

Il progetto nasce dopo l’emanazione delle linee guida sui siti web delle Pubbliche Amministrazioni e si concretizza in un sistema di software ed algoritmi matematici che monitorizzano i siti web ad intervalli temporali e confrontano i dati registrati con degli standard stabili. E’ inoltre utile osservare che sfogliando le pagine del sito web della Bussola si può accedere ad una classificazione delle PA in base  al grado di osservanza degli standard qualitativi. Ricercando nella classifica il Comune di Pomezia si può constatare che questo, stando alle ultime osservazioni che risalgono ai primi del mese di Dicembre, è al primo posto insieme a tutte quelle amministrazioni comunali che rispecchiano al 100% i criteri posti, ovvero 64 parametri soddisfatti su 64. Questo lo si può riscontrare nella pagina web del comune pometino, perché in fondo sulla sinistra riporta il logo certificativo della verifica effettuata. Per completezza di informazione, i criteri di giudizio non sono presi a caso, ma come riporta la classifica sono correlati alla realizzazione della struttura così come definito dall’Allegato A al D.lgs. n.33/2013.




“Un fantastico via vai” …e non chiamatelo Cine-Panettone…

Si era un po’ perso Leonardo Pieraccioni in questi anni alla ricerca di quel tocco magico, di quel “Ciclone” comico dei primi anni della sua carriera di regista.

Troppe sono state infatti le “stecche” che hanno costellato le ultime uscite del talento toscano, come se il connubio con Giovanni Veronesi alla sceneggiatura si fosse smarrito nei meandri di una protervia piena di improvvisazione e rincorsa al grottesco, di cui lo stesso Pieraccioni in conferenza stampa a Roma ha fatto mea culpa.

Gli ci voleva un cambio di rotta, uno sceneggiatore esperto e ispirato come il bravissimo Paolo Genovese, campione di incassi con “Immaturi” che gestisse prima di tutto l’esuberanza a volte ridondante, non solo sua, ma anche del gruppo di “Toscanacci” amici di sempre, come Massimo Ceccherini e Giorgio Panariello e che facesse correre nei binari rigorosi la storia, dal principio alla fine.

Perché fare la commedia, farla bene, far ridere, è arte difficile, che basta un niente per smarrirsi perdendosi nel cabaret, che non è fare Cinema.

Un fantastico via vai” centra invece l’obiettivo, il duo Genovese-Pieraccioni scrive una bellissima storia, semplice e senza inutili ammiccanti volgarità, navigando sicura verso la meta della risata e della commozione, con un bel cast, forte in ogni reparto a cui lo stesso Pieraccioni fin qui molto Cine-Egocentrico lascia spazio e scena amplificando la coralità di questo film riuscitissimo.

Arnaldo è un 40enne fortunato, un bel lavoro, una casa da mulino bianco, una bella moglie e due gemelle di 9 anni splendide e affettuose.

Tutto procede però in un tran tran cosi poco emozionante che quando per un malinteso la moglie lo caccia di casa, lui prende la palla al balzo per scappare via, staccare da tutto e da tutti e viversi una vacanza dalla vita, coabitando un appartamento con altri quattro studenti universitari, che dopo l’iniziale perplessità, scopriranno che questo giocherellone “fuori corso” che combina un sacco di guai, ha un’anima delicata e soprattutto, risolverà molti dei loro problemi esistenziali.

Girato quasi interamente nel centro storico di Arezzo, tra i saliscendi suggestivi del borgo antico, il film scorre con eleganza e grande divertimento, Pieraccioni dimostra ancora una volta che il Cinema lo sa “navigare”, dosando commedia e commozione e con un montaggio ed una colonna sonora che qualche David di Donatello se lo porteranno sicuramente a casa.

I quattro ragazzi (più una quinta, fidanzata di uno dei ragazzi coinquilini) sono diretti benissimo, oltre che molto bravi, su tutti Marianna Di Martino che dimostra qualità drammatiche inaspettate, mentre il contorno è di sicuro richiamo, due toscani collaudati come i già citati Panariello e Ceccherini a cui Pieraccioni aggiunge due romani già “coppia comica di fatto” come Marco Marzocca e lo straripante Maurizio Battista.

…e non chiamatelo Cine-Panettone…


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All you need is Love

Tutto il mondo, come ogni anno da 33 anni, ricorda e celebra uno dei personaggi che hanno fatto la storia del nostro ventesimo secolo.

Non un politico, non uno statista, non un poeta, o peggio un “mostro criminale”, ma soloun cantante di rock and roll, John Lennon.

 L’8 dicembre 2013 il mondo lo ha ricordato come ogni anno: al Central Park di New York con lo Strawberry Fields Memorial, ornato di tutti gli omaggi floreali dei fans. A Broadway il consueto Tributo con molti artisti, mentre Bob Dylan giorni fa ha presentato il brano Roll On John, che ha scritto per lui. E così via, l’elenco delle celebrazioni è lungo.

 

John Lennon è l’uomo che disse “…non voglio che si faccia di me un martire cazzo, ho solo da dire delle cose e le dico”. Di cose ne ha dette tante, all’apparenza semplici, quasi banali: “Tutto ciò di cui hai bisogno è Amore”, “Date una speranza alla Pace” e così via. E’ anche l’uomo nato durante l’ultimo conflitto mondiale e che ha odiato la guerra fino in fondo e che disse: “ci hanno dato le nostre MBE (cavaliere dell’ordine dell’impero britannico, n.d.a.) per aver fatto musica e non per aver guidato carri armati”. Si può cantare “immagina tutta la gente”, ma è impossibile cantare “immagina il mondo senza John Lennon”.

 John Lennon assieme ai suoi amici Paul, George e Ringo, ha cambiato la musica moderna e soprattutto ne ha modificate le regole fino a quel momento applicate. Ancora oggi è un punto di riferimento, nonché tappa obbligata per chiunque inizi ad approcciarsi al mondo delle sette note. Chi non ha imparato a cantare ascoltando Come Together, o ha iniziato a suonare la chitarra cercando di seguire gli accordi di Help? Generazioni di musicisti passati, presenti e futuri. Ancora oggi le note di copertina di moltissimi lavori di artisti riportano la frase “thanks to John, Paul, George and Ringo”. Grazie ragazzi per esserci stati e esserci ancora.

 Ricordo un film dove il protagonista, un professore di musica, ottiene questa risposta dal figlio che era sordo dalla nascita: “…papà credi che IO non sappia chi sia stato John Lennon”?

 Ecco la questione. Sfido chiunque, al mondo, a non sapere chi sia John Lennon per ciascuno di noi. Ognuno ci può mettere quello che sente, perché la sua grandezza è stata proprio questa.

 Lui voleva “solo” dire delle cose. Le ha dette a tutti quanti e noi le porteremo dentro sempre, in un modo o nell’altro. L’8 dicembre 1980 e i colpi di pistola di Mark Chapman sono stati un nuovo punto di partenza, non la fine.

 Thank you John. (..e Paul, George e Ringo, naturalmente!)




Associazione Spirit Romanesc ONLUS

Spirit RomanescIl sostegno all’integrazione dell’Associazione Spirit Romanesc ONLUS.

Oggi sono piu’ di 4.000 i cittadini romeni che vivono nel territorio di Pomezia, un dato in crescita, che rispecchia quello nazionale, dove l’Italia detiene il primato europeo per la presenza di cittadini romeni sul proprio territorio: ben 1.071.342 sul totale di 2,5 milioni presenti in tutta l’Ue. I dati emersi dal Centro Studi e Ricerche Idos e Dossier statistico Immigrazione Caritas parlano di un processo di integrazione graduale che ha avuto la sua accelerazione grazie al ruolo della famiglia e del lavoro, ogni anno sono infatti circa 1.300 le acquisizioni di cittadinanza (il 71% per matrimonio misto) e i romeni rappresentano il 22,8% della forza lavoro straniera in Italia .

Un percorso, quello dell’ integrazione, che pur potendo contare oggi su consolidati punti di forza come l’ inserimento nel mondo del lavoro, i matrimoni misti, una buona presenza dei romeni nelle istituzioni scolastiche e un apporto alla crescita demografica in Italia (tra il 2000 e il 2011 sono stati 89.093 i bambini nati in Italia da madre romena e padre straniero) non mancano però difficoltà inerenti la lingua, la burocrazia, l’accesso all’informazione, i pregiudizi della società, lo sfruttamento, o gli abusi sul lavoro e gli effetti negativi dovuti alla scelta di emigrare: dagli anziani abbandonati nei villaggi rurali, ai circa 350 mila ”orfani sociali”, ai problemi di ricongiungimento per minori e familiari.

A sostegno del processo di integrazione dei cittadini romeni nel nostro territorio, opera l’ Associazione Spirit Romanesc ONLUS con sede centrale a Roma e 5 sedi operative: Lanuvio, Aprilia, Riano, Guidonia e Pomezia.

Abbiamo chiesto a Daniela Hondrea, responsabile della sede operativa di Pomezia e mediatrice interculturale laureata in psicologia, di descriverci le attività e i progetti portati avanti dalla sua associazione:

L’ Associazione Spirit Romanesc ONLUS è un’ associazione di promozione sociale e culturale, senza scopo di lucro, le cui principali attività sono la mediazione, la traduzione e l’interpretariato, la consulenza sui temi dell’immigrazione, i corsi di lingua, le conferenze e i seminari sulla migrazione romena e le altre comunità, la sensibilizzazione, i servizi sociali e i progetti di carattere socio-culturale. Gli obiettivi principali perseguiti sono la tutela dei diritti civili per i romeni che vivono in Italia e la difesa dei diritti dei bambini, in particolare l’integrazione dei minori vulnerabili (progetti per l’integrazione, mediazione nelle scuole) così come la diffusione della cultura e della lingua rumena e scambi culturali con la Romania.

L’Associazione collabora con l’Amministrazione locale, i Consigli locali, gli enti governativi e non governativi a livello locale, nazionale ed internazionale. Effettua scambi culturali tra cittadini italiani e stranieri; promuove con ogni mezzo legale l’uguaglianza dei diritti tra uomo e donna affinché vengono sconfitte le discriminazioni sessuali; svolge attività che richiamino l’attenzione e lotta per sconfiggere lo sfruttamento sessuale dei minori, il traffico di persone, il traffico d’armi e della droga, porge particolare attenzione agli effetti della violenza nella società ed all’interno della famiglia.

L’associazione infine mette a disposizione un team di mediatori interculturali ed altri collaboratori. I mediatori sono specializzati in problematiche del fenomeno dell’immigrazione della comunità rumena, ma anche delle altre comunità. Il nostro scopo e’ quello di facilitare il dialogo tra le persone straniere e la comunità autoctona ed offrire strumenti idonei per facilitare l’integrazione.

Daniela Hondrea attualmente lavora come mediatrice sociale abitativa nel progetto “AMAR”, il cui obiettivo è di sostenere i migranti nel loro percorso di ricerca della casa e tentare di affrontare le discriminazioni etnico-razziali nell’accesso all’alloggio ed e’ responsabile del Progetto “Nessuno può crescere solo” sul territorio di Pomezia e Torvaianica, che si concentra sul fenomeno degli “abbandoni bianchi” e sulle difficoltà legate alla separazione madre-figlio dal punto di vista delle donne che sono costrette, per motivi economici, a lasciare i propri figli nel paese d’origine e vivere da lontano la loro crescita ed educazione .

Un ruolo fondamentale, quello dell’ Associazione Spirit Romanesc ONLUS, che richiama le indicazioni dal MAE (Ministero degli Affari Esteri) che ribadisce come ” […] i rappresentanti della comunità romena possono costituire un elemento di coesione tra i due stati“, ed esprime la sua convizione che: “[…] l’ambiente associativo romeno in Italia può contribuire in modo fondamentale nell’integrazione all’interno dello stato in cui è ospite, mantenendo e affermando la propria identità etnica, culturale, linguistica e religiosa.




Sulle Primarie e sulla Partecipazione

Corre l’obbligo, per amore della trasparenza e per rispetto di chi legge, premettere che chi scrive è un iscritto al Partito Democratico di Torvajanica e che al congresso locale ha sostenuto in prima persona la mozione rinnovatrice della lista In Campo per Cambiare.

La fine della fase congressuale, che ha raggiunto il suo apice con la celebrazione delle elezioni primarie per la scelta del segretario nazionale, ci permette di fare delle brevi e modeste considerazioni politiche. La prima cosa che possiamo affermare con una certa sicurezza è che bene o male tutta la fase congressuale del Partito Democratico è stato un fenomeno mediatico non indifferente. Per almeno due mesi, telegiornali, trasmissioni televisive di approfondimento e testate giornalistiche cartacee ed online ci hanno inondato di informazioni ed analisi sui concorrenti e sui loro programmi, senza  risparmiarci  il  minimo particolare.

Questo è sicuramente un fatto positivo, sia per chi ha fatto parte della macchina organizzativa, sia per chi semplicemente ha espresso una preferenza, ma non deve essere né un fatto consolatorio, né un punto di arrivo.

E’ vero la politica è in crisi. E’ in crisi in ogni parte del mondo perché le persone hanno sempre più la sensazione che le decisioni fondamentali di una comunità, non vengano prese dai legittimi rappresentanti della sovranità popolare, ma fuori dalle istituzioni, lì dove si annidano forti interessi economici, o dove freddi burocrati applicano la tecnica, privi di una coscienza sociale o semplicemente privi di moderazione. Se la politica vuole tornare a scaldare i cuori dei cittadini deve aprirsi alla partecipazione dal basso .

Il concetto della partecipazione è diventato così ovvio che rischia di rimanere solo uno slogan se non lo mettiamo in pratica. Nessuno oggi si sognerebbe di contestarlo, perfino le grandi organizzazioni si sono rese conto che data la situazione attuale, è essenziale dare potere decisionale a chi realmente interagisce nella società. E’ dal basso quindi che devono essere prese le decisioni secondo una logica “Bottom Up” da contrapporre alla vecchia visione organizzativa “Top Down”, dove tutte le informazioni e le scelte venivano prese dai vertici dell’organizzazione.

Ma tornando a concentrarsi sul campo della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica, è fondamentale, dicevamo, che si passi dalla partecipazione democratica come slogan, alla sua applicazione pratica.

Le elezioni primarie sono un’applicazione pratica di quanto abbiamo detto?

La mia risposta è che lo sono solo in parte. Esistono vari gradi di coinvolgimento dei cittadini alla politica. Scegliere il segretario di un partito, o il candidato premier alla carica di presidente del consiglio dei ministri è un primo passo, ma è un passo leggero, che rimane un po’ in superficie nel terreno, un passo che non penetra a fondo l’essenza del concetto di partecipazione. I cittadini devono, non solo scegliere tra la soluzione A o la soluzione B, tra Renzi, Cuperlo e Civati, tra il consigliere x e quello y, devono poter determinare radicalmente i programmi, le candidature, addirittura i provvedimenti di un sindaco, o di un gruppo consiliare. Questa è partecipazione allo stato puro. Limitarsi a permettere all’elettore di mettere una crocetta una volta ogni tanto, sottoponendo agli interessati scatole preconfezionate non basta. Semplificando brutalmente, il Partito Democratico deve essere partecipativo 365 giorni all’anno. Deve aprirsi alla discussione ed alla determinazione dei cittadini su qualsiasi aspetto della vita politica.

Esiste un modello partecipativo che secondo me funziona, è il meetup, implementato dal Movimento Cinque Stelle. Ecco, non dobbiamo snobbare uno strumento solo perché lo usa un avversario politico. Si deve avere l’intelligenza di utilizzare qualcosa che funziona, magari adattandolo al proprio contesto.

(Questa idea di coinvolgimento tra l’altro è alla base della mozione presentata all’ultimo congresso locale dalla mia lista, mozione che vuole mettere al centro della vita politica del Partito Democratico del comune pometino, l’Assemblea degli Iscritti come massimo organo deliberativo nei fatti e non a parole).

Riassumendo quindi, la partecipazione non è solo una possibilità di scelta una tantum, ma è  la possibilità concreta di determinare realmente le decisioni da prendere, aggiungendo però un altro aspetto, che secondo me, è l’ essenza  del concetto partecipativo, ovvero aggiungendo il fatto che la partecipazione è legata, fortemente, alla possibilità di veder realizzato quello che si è determinato. Ecco il principio attivo che debella qualsiasi malattia della politica: la realizzazione concreta di quello che si è scelto attivamente. Un cittadino che decide e vede realizzato ciò che ha scelto, non solo ritrova fiducia nella politica, non solo aumenta il proprio interesse per l’amministrazione della cosa pubblica, ma acquisisce responsabilità sociale, combatte le tentazioni egoistiche di pensare solo al proprio benessere personale senza curarsi delle sorti degli altri.

Le primarie per concludere, sono un punto di partenza, sono una forma blanda di partecipazione, se non accompagnate da una rivoluzione strutturale dei partiti, un cambiamento radicale che trasformi le vecchie organizzazioni gerarchiche come le conosciamo noi, in cellule fondamentali  del tessuto sociale, nonché in luoghi decisori dove chiunque associandosi possa rappresentare veramente le proprie istanze, sentendosi parte attiva della comunità. Ora spetta al gruppo dirigente che si è recentemente affermato nel PD, accontentarsi di un’illusoria vittoria elettorale, o decidersi finalmente ad accendere la miccia del cambiamento radicale. Ai posteri l’ardua sentenza.




L’isola ecologica va verso i cittadini

Una iniziativa utile e funzionale da propagandare con tutti mezzi, web, stampa locale, locandine da giornalai e bar: è quella dell’isola ecologica itinerante che eviterà la vergogna, si spera, dei cumuli di rifiuti normali ed ingombranti all’angolo delle strade.

L’isola ecologica mobile, dal martedì al venerdì, sarà attiva in città dalle ore 8 alle ore 12.

In particolare, il mese è stato suddiviso in quattro settimane: nella prima, il martedì l’isola sosterà in via Fellini (angolo via della Tecnica); il mercoledì in via Polonia (nuovo parcheggio); il giovedì a Campo Jemini (strada nuova) ed il venerdì in piazzale Kennedy (mercato Torvajanica). Nella seconda settimana, il martedì appuntamento a Nuova Lavinium (via Pietro Nenni); il mercoledì in via Pola (giardini Montevideo); il giovedì a Torvajanica Alta (via Mar Tirreno) ed il venerdì a Campo Ascolano (via Garigliano). Nella terza settimana, invece, si replicherà con il programma della prima, mentre nella quarta si inizierà il martedì a Nuova Lavinium (via Pietro Nenni); il mercoledì a via Pola (giardini Montevideo); il giovedì ancora a Torvajanica Alta (via Mar Tirreno) ed infine, il venerdì a Santa Palomba (piazza Nervi). In ogni occasione, un incaricato vigilerà sul materiale conferito e faciliterà le operazioni di carico.

Per il servizio di RITIRO A DOMICILIO dei materiali ingombranti relativi alle utenze domestiche, prenotatarsi al numero verde 800.67.82.29.




Fetta al Latte

Fetta a Latte

Maxi Fetta al Latte per una colazione in famiglia

Un dolce semplice da preparare, buono e da proporre a tutte le ore, per grandi e piccini.

 

INGREDIENTI:

  • 3 uova
  • 150g zucchero
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 1/2 bicchiere di olio di semi
  • 1 pizzico di sale
  • 100g di cacao amaro in polvere
  • 1 cucchiaino di lievito
  • 200 ml panna montata
  • 30g di miele
  • zucchero a velo q.b.


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PREPARAZIONE

Mettere in una terrina le uova intere con lo zucchero e montarli con una frusta. Aggiungere a questo punto un pizzico di sale, il latte e l’olio e riprendere a mescolare; dopodiché aggiungere il cacao in polvere, la farina e il lievito e amalgamare bene il tutto. A questo punto versare il composto in una teglia precedentemente imburrata e infarinata ed infornare a forno già caldo per 30 minuti a 180°.

Una volta sfornata far raffreddare su una griglia, nel frattempo montare la panna ed aggiungere il miele solamente quando la stessa sarà ben montata.

Tagliare a metà la torta, farcirla e decorarla con una spolverata di zucchero a velo.




Amministrazione e Sportello Donne Pomezia

“Amministrazione e Sportello Donne Pomezia per la creazione di una rete contro la violenza sulle donne.”

 

il 5 dicembrefoto inconrtro sportello donne

Incontro Sportello Donne Comune di Pomezia

 situazioni di violenza escano dall’omertà e vengano denunciate.

  

Torta Verde

torta verde

Torta Verde

Vi propongo una ricetta di un dolce talmente facile da realizzare e che e’ piaciuto al 98% di persone alle quali l’ho fatto assaggiare…. Possono provare a cucinarla anche gli uomini per fare (perche no?) una sorpresa alle loro dolci metà…

La Torta Verde

 

(come unità di misura si usa il vasetto di uno yogurt)

INGREDIENTI:

  •  3 uova
  •  2 vasetti yogurt al cocco
  •  3 vasetti e 1/2 di farina
  •  1 vasetto e 1/2 di zucchero
  •  3/4 di vasetto di olio di semi
  •  1/2 vasetto di sciroppo alla menta ( fabbri)
  •  una bustina di lievito
  •  farina di cocco
  •  nutella

PREPARAZIONE

– accendere il forno (ventilato 170* – statico 180* ) .
– sbattere le uova con lo zucchero fino a far diventare il composto chiaro e spumoso, a questo punto aggiungere mano a mano lo yogurt, la farina , l’olio e lo sciroppo.

Risultando l’impasto abbastanza fluido, si può aggiungere una manciata di farina di cocco e solo a questo punto inserire il lievito setacciato e versare il tutto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata e infornare.

A cottura ultimata ( si controlla inserendo uno spaghetto nella parte centrale della torta che dovrà uscire asciutto) si impiatta subito la torta e ancora calda la si ricopre con uno strato di nutella e sopra a pioggia la farina di cocco.

Buon appetito!!!