L’autografo di Johnny Depp e di Eddie Redmayne…

per Martina ( e per Pomezianews!)

Dovete sapere che i giorni ad un festival cinematografico sono uno diverso dall’altro. Sembra strano, ma è così. E per me lo sono stati, in maniera diversa, questi ultimi tre alla 72.a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Il perché è semplice: mi sono ritrovata più fan che critica. Ogni tanto succede, ed è meraviglioso. Difficile rimanere indifferenti se il Lido si trasforma in una bolgia per l’arrivo di Johnny Depp o se uno dei tuoi attori preferiti, Eddie Redmayne, presenta il film da te – stranamente – più atteso. Perché, quindi, privarsi dell’entusiasmo e della gioia nel volere un autografo o nel provare a scambiarci due parole? In fondo, siamo qui per questo, per vivere il nostro sogno. Così, quando venerdì mattina ti accingi a seguire la prima proiezione mattutina (alle 8.30, per l’esattezza), ti accorgi che nell’aria c’è qualcosa di diverso, c’è più movimento… e molta più gente!

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Perché sì, per l’arrivo di Johnny Depp, c’è perfino chi ha passato la notte sul red carpet per riuscire ad assicurarsi la prima fila. Ma il delirio generale – in senso positivo –  è aumentato di ora in ora, quando ormai anche la conferenza stampa era gremita di giornalisti. E allora anch’io, trascinata dall’entusiasmo generale, non ho resistito e ho sfidato la sorte nel tentativo di riuscire a strappargli un autografo, che dopo quasi un’ora di attesa è prontamente arrivato.

Ma chi non lo farebbe per Johnny Depp? E se ve lo state chiedendo, sì, non era al suo massimo della forma, ma chi se ne importa! Niente a che vedere, però, con l’emozione provata per l’arrivo in conferenza stampa di Eddie Redmayne, quasi commosso dall’accoglienza trionfale ricevuta.

Il nostro privilegio, infatti, è proprio quello di vederli – per quel poco che ci è concesso – nella loro vita reale, senza interpretazioni che tengano, a confermare o smentire l’idea che ci eravamo fatti di loro. E Eddie si è prontamente rivelato per la bella persona che immaginavo fosse, timido e dolce allo stesso tempo, quasi imbarazzato da tanta attenzione. Quindi riuscire a farsi fare l’autografo, o a dirgli “your performance is incredibile!”, è solo il coronamento di una giornata già perfetta, dove i tuoi sogni per una volta sono diventati realtà. Se a questo, poi, si aggiunge l’emozione per la toccante visione di The Danish Girl – ad ora il miglior film visto – in cui regala un’altra interpretazione da Oscar, è facile comprendere con quanta felicità e gioia abbia vissuto il tutto. E sono giorni come questo che ci ricordano perché siamo qui e perché amiamo il cinema. Dei film vi parlerò la prossima volta, questo era il mio momento fan girl, scusate!




Un’escursione sull’Everest in 3 D

Pomezianews a Venezia 72 – Un’escursione sull’Everest in 3 D

 

spotlightveneziaEverest ha ufficialmente inaugurato la 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e dato il via così a proiezioni, red carpet e conferenze stampa. Questi primi due giorni, però, sono serviti principalmente a riassaporare il clima festivaliero, dove i ritmi quotidiani sono scanditi da un programma pieno di impegni, nell’ardua impresa di riuscire ad incastrare perfettamente quello che si dovrebbe e si vorrebbe fare.

Perché l’imprevedibilità è sempre dietro l’angolo, sia in senso negativo che positivo, ma fa parte del gioco. Così in fila per le proiezioni si spera di entrare senza rimanere fuori, come riuscire a prendere un autografo senza venire sommersi. Il bello, però, è proprio questo, quello di condividere con persone il tuo stesso sogno e ritrovare in loro la tua stessa passione. Perché tutti siamo stati  fan una volta, e allora quando alle 8.30 del mattino trovi già ragazzine appostate davanti al red carpet per Jake Gyllenhaal non puoi che sorridere, e ritenerti fortunata a vedere il film in anteprima stampa, seguito anche dalla conferenza in cui è presente il cast.

Ti rendi conto, così, di essere una privilegiata e di sognare ad occhi aperti, almeno per qualche giorno all’anno. Quello che alla fine rimane, però, oltre al ricordo e all’esperienza personale, è la visione di tanti, troppi film, che magari lasceranno il segno nella storia del cinema, o almeno nella corsa ai premi importanti. Di quelli visti finora si può già fare un primo bilancio, ovvero che la gran parte è tratta da fatti realmente accaduti. Questo, però, non significa una mancanza di idee, ma piuttosto un bisogno di attenersi ad una realtà che ci sta sfuggendo di mano.

Parliamo di Everest di Baltasar Kormàkur, interpretato da Jason Clarke, Josh Brolin e Jake Gyllenhaal, e della conquista della montagna più alta del mondo, che grazie ad un 3D spettacolare, fa provare la sensazione dell’altezza, e di Beats of No Nations, film in concorso del regista della prima stagione di True Detective, Cary Fukunaga, che racconta la tragica storia di un bambino africano educato per diventare soldato.

everestscenaA strappare applausi convinti, però, ci ha pensato Spotlight (fuori concorso), film di Thomas McCarthy che racconta lo scandalo dei preti pedofili a Boston. Una storia forte ma necessaria, interpretata da un grandissimo cast, nel quale spiaccano Michael Keatoon, Rachel McAdams, Stanley Tucci e Mark Ruffalo, questi ultimi due presenti al Lido e disponibilissimi con stampa e fan – oltre che molto eleganti. La 72.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, quindi, si appresta ad entrare nel vivo con quello si preannuncia un weekend di fuoco, dove sono attesi Johnny Depp, Kristen Stewart e Eddie Redmayne, oltre al primo film italiano in concorso, L’attesa, di Piero Messina, con Juliette Binoche. Ah, dimenticavo, Robert Pattinson ha dovuto dare forfait all’ultimo minuto. Peccato, perché un Festival vive anche di questo.




A proposito di Rom

1Partiamo da un primo assioma: io non sono d’accordo con nessuno, eppure sono in accordo con tutti. Seguitiamo con il secondo: io detesto parlare di politica, semmai scelgo di parlare di politiche sociali. Ora posso andare al punto.

Esiste una bellissima iniziativa a Roma, che ammiro per il suo spiccato senso di umanità e solidarietà (qualità ormai quasi morte ammazzate) e di cui desidero parlare qui. Qui, in provincia, a pochi chilometri da Roma e a pochissimi passi da un campo Rom.

Beninteso, ho detto Rom e non ho intenzione di parlarne con razzismo, né arroganza, né tantomeno con intolleranza, pertanto siete ancora in tempo per chiudere qui l’articolo e rifiutare un’apertura mentale. L’iniziativa è una raccolta di firme importanti, iniziata già da un po’ grazie al progetto “Accogliamoci senza ghetti né ruspe”, che terminerà mercoledì 8 settembre con un concerto gratuito ad Eutropia – L’Altra Città Festival.

La delibera di iniziativa popolare (di cui riporto qui il testo integrale: delibera-popolare-superamento-campi_DEF_9-giugno.pdf) riguarda il superamento progressivo e la chiusura degli insediamenti per Rom presenti nella città di Roma, nell’ottica della loro inclusione sociale. La finalità della delibera è di <<superare la “politica dei campi” attraverso la progressiva chiusura dei “villaggi della solidarietà” e dei “centri di raccolta” presenti a Roma, garantendo alle famiglie Rom e Sinte l’accesso a percorsi di inclusione abitativa e sociale.>>

Io dico che leggere queste delibere sia segno di apertura verso il mondo intero, che il concerto è pure gratuito e fico ed è un’esperienza di condivisione e crescita, che possiamo essere degli esseri migliori di come ci apostrofiamo ogni giorno. Io dico che andare a firmare sia un segno di libertà, di amore, di accoglienza, di solidarietà e di umanità.

Ci vediamo ad Eutropia. Ciao.

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1629080274031469/

Sito ufficiale del progetto: http://accogliamoci.it/




72° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Pomezianews alla 72° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Si sa, le occasioni vanno prese al volo…

Così, quando mi è stata data l’opportunità –grazie a Mauro Valentini – di raccontarvi la 72.a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, non ho avuto esitazioni.

Sarò io, quindi, per quel che può valere, a farvi rivivere quello che accadrà al Lido, tra film, red carpet, conferenze stampa e aneddoti vari, senza soffermarmi però troppo sull’aspetto tecnico, ma più su quello che percepisce il pubblico.

venezia72fotolidoPerché sì, anch’io una volta sono stata dall’altra parte, a fare ore di attesa per l’autografo di una star o semplicemente per immortalarla nella mia macchina fotografica. E anche se il “lavoro” adesso chiama, non ho perso comunque quella gioia nell’incontrare da vicino qualcuno che si ammiri a prescindere.

E come ogni buon festival internazionale può permettersi, anche quest’anno sfileranno al Lido i nomi importanti della Hollywood che conta, primo fra tutti un Johnny Depp sempre sulla cresta dell’onda, seguito dagli idoli dei teenager, Robert Pattinson e Kristen Stewart, per arrivare all’ultimo Premio Oscar, Eddie Redmayne. Non mancheranno, però, neanche Dakota Johnson, Juliette Binoche, Ralph Fiennes e Anthony Hopkins.

Ce n’è per tutti, compreso un programma fitto fitto di film, che il Direttore Artistico Alberto Barbera ha definito “sorprendente e per niente scontato”. Il Concorso, infatti, è composto da ben 21 film,  tra cui quattro italiani (Marco Bellocchio con Sangue del mio sangue, Giuseppe M. Gaudino e il suo Per amor vostro, Luca Guadagnino con A Bigger Splash e l’esordiente Piero Messina con L’attesa) e l’attesissimo The Danish Girl di Tom Hooper, oltre al ritorno al Lido di Aleksandr Sokurov con Francofonia e al debutto del Sud Africa con The Endless River di Oliver Hermanus. Fuori Concorso spiccano il nuovo lavoro di Scott Cooper, Black Mass, con Johny Depp e Joel Edgerton,  Spotlight, di Thomas McCarthy, con Michael Keaton e Mark Ruffalo e il documentario su Brian De Palma di Noah Bambach e Jake Paltrow.

Impossibile, quindi, non trovare qualcosa – o qualcuno – che catturi la curiosità, anche perché ad inaugurare la 72.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ci penserà Jake Gyllenhaal con Everest di Baltasar Kormákur. E se questo è solo l’inizio… ci sarà da divertirsi!




In un posto bellissimo

Gli ostacoli del cuore di una vita (apparentemente) serena

Il successo de “Il primo incarico” cinque anni fa aveva sorpreso forse anche lei; Giorgia Cecere (da anni dietro le quinte del cinema italiano a scrivere dialoghi finissimi per un certo Gianni Amelio) si era goduta tutti i complimenti e le nomination italiane per quel piccolo film. E dopo un lustro di silenzi ci riprova, sempre insieme alla brava Isabella Ragonese, spostandosi al nord, in un paesaggio bellissimo e appannato di nebbia per tornare a raccontare gli ostacoli del cuore e le complicazioni di una vita solo apparentemente serena e realizzata.

La vita sull’orlo del precipizio è quella di Lucia, sposata con Andrea, e con un figlio, Tommaso. Sono quella sorta di trittico classico “Papà Mamma e Figlio-centro del mondo” di cui sono pieni i centri commerciali e le scuole calcio di tutto il paese, sono una famiglia realizzata, benestante e felice, almeno così sembra.

Eh si perché Lucia, che di mestiere vende fiori con una socia in affari divertentissima e giunonica, nasconde un dolore, cupo e disturbante, che emerge piano piano nel racconto e che le mina l’equilibrio. Equilibrio preso anche a spallate dal marito, che qualcuno sussurra abbia un’amante in ufficio e da un giovane immigrato, che vende cianfrusaglie sotto i portici storici della città piemontese. Questa scossa data dagli eventi che la porterà fuori di colpo dal suo tran tran quotidiano sarà, seppur  non senza sorprese ed eventi dolorosi la svolta della sua vita e del ritrovarsi per quello che è realmente.

In un posto bellissimo sassanelli In un posto bellissimo ragonesi IN UN POSTO BELLISSIMO locandina

Un film che vuole essere un ritratto di donna del nostro tempo, che però inciampa qua e là in una sceneggiatura non all’altezza del precedente film e ricca di situazioni spesso poco credibili.

Un percorso narrativo fitto di dialoghi e di silenzi a tratti troppo teatrali, misurato e solenne anche nelle frasi intimistiche, troppo “scritto” si potrebbe quasi obiettare, senza però riuscire a disegnare completamente una donna, Lucia, che invece avrebbe potuto raccontare a tutti molto di più.

Un film ricco e composito dunque, ma forse troppo composto, senza acuti, che si accende non tanto per la protagonista, una Isabella Ragonese insolitamente immobile per tre quarti di film, quanto per Paolo Sassanelli (troppo sottovalutato questo grande attore italiano) che, seppur da sparring partner, accende immediatamente la scena, portando empatia immediata in chi guarda.

In ombra Alessio Boni, anche per colpa di un personaggio scritto con  poca verve, come non convince assolutamente il maghrebino Faeysal Abbaoui, non all’altezza di un film così importante e dotto come questo. Oltre al già citato Sassanelli, bravissima è come sempre Piera Degli Esposti in un ruolo lucente che solo attrici come lei possono sostenere.




Quando c’era Marnie – Hiromasa Yonebayashi nei cinema italiani soltanto per tre giorni!

Anna è una ragazza dodicenne timida ed introversa che vive a Sapporo con la madre adottiva Yokiro. Da anni, però, soffre di asma e quando la malattia peggiora, viene mandata nell’Hokkaido orientale, in un villaggio vicino al mare, nella speranza che ritrovi salute e serenità. Qui si imbatte in una villa sulla spiaggia, che si dice infestata dai fantasmi, dove fa la conoscenza di Marnie, sua coetanea dai bellissimi capelli biondi. Anna ne diventa ossessionata, tanto da iniziare a confondere i sogni con la realtà.

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Quando c’era Marnie è l’ultimo lavoro dello Studio Ghibli e arriva in Italia un anno esatto dopo l’uscita giapponese, al cinema solo per tre giorni  (24, 25 e 26 agosto). Il film è la prima opera realizzata senza il contributo dei due pilastri dello Studio, Hayao Miyazaki e Isao Takahata, ma il regista Hiroshima Yonebayashi riesce comunque a firmarne un degno testamento.

Quando c’era Marnie, infatti, tratto dall’omonimo libro del 1967 e considerato uno dei maggiori capolavori della letteratura inglese per l’infanzia, rispecchia le caratteristiche principali dei lavori precedenti, dove la magia è quintessenza dell’animo e i sentimenti toccano il cuore. Protagonista è Anna, una dodicenne che più che soffrire di asma soffre di mal di vivere, non accettando se stessa e gli altri. Il suo malessere ci parla attraverso i disegni e i colori di Yonebayashi – cha ha realizzato da solo sia la sceneggiatura sia gli storyboard del film – creando un ambiente nel quale le acque limpide della laguna riflettono problemi e speranze, amicizia e sogni. Realtà e fantasia, quindi, si mescolano, perdendosi e ritrovandosi nella testa di Anna, aiutata da quella Marnie che rappresenta tutto quello che vorrebbe avere e vorrebbe essere. Storie intrecciate, passato presente e futuro, dipinte in un acquerello con colori che sfumano in diverse tonalità, a rispecchiare i cambiamenti dell’animo e della vita stessa.

Quando c’era Marnie, quindi, si rivela un film toccante e commovente, capace di portare speranza e gioia anche dove le fantasie oniriche prendono il sopravvento, impreziosito dalla poetica colonna sonora di Takatsugu Muramatsu e che trova nella canzone di Priscilla Ahn il tema portante del film. Tema che potrebbe racchiudere tutto il lavoro dello Studio Ghibli, nell’auspicio che questa non sia una fine ma un convincete e promettente nuovo inizio.

(Grazie a Martina Farci)

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Salvabimbi, applicazione per la gestione delle emergenze

Da qualche giorno è disponibile per Android (presto anche su IOS) l'applicazione gratuita salvabimbi.

Questa la descizione ufficiale di Google play
"SalvaBimbi" è l’app ufficiale del sito ManovreDisostruzionePediatriche.com, sviluppata dal Centro di Formazione Elis, in collaborazione con Italtel, nata per assistere e insegnare a chiunque come salvare la vita di un bambino!
Puoi consultare le news del sito ufficiale, vedere i video tutorial sulle manovre e sui tagli dei cibi, o sfogliare e condividere i poster delle manovre per bambini e lattanti in 17 lingue diverse!

C’è un'emergenza? Effettua le manovre che hai imparato e intanto lascia all’app la ricerca degli ospedali più vicini a te e la guida con il navigatore oppure contatta il numero di emergenza locale.

Principali funzioni:

• Supporto d'emergenza in tempo reale grazie allo sliding delle manovre da effettuare e le spiegazioni vocali;
• Geolocalizzazione degli ospedali più vicini, calcolo delle distanze e ordinamento;
• Poster delle manovre lattante e bambino in 17 lingue con possibilità di condivisione;
• Ultime News dal portale ManovreDisostruzionePediatriche.com;
• Canale YouTube dedicato con video tutorial condivisibili su Facebook;
• Ricerca del Centro di Formazione più vicino, dove poter frequentare (o consigliare) un corso di salvamento;
• Widget per richiesta di soccorso immediata.

L'applicazione nasce da un idea del Dott. Marco Squacciarini che lavora per la croce rossa ed è impegnato nella divulgazione delle manovre di disostruzione pediatriche.
E' stata progettata da Cristiano Capobianco in collaborazione con Elis e patrocinata da ITALTEL

L'applicazione è “…dedicata a Giulio, un bimbo di 3 anni volato in cielo troppo presto, a Bari, il 20 agosto 2013, che ha aspettato i soccorsi per troppo tempo, a poco più di un chilometro dall’ospedale più vicino… e nessuno lo aveva detto ai genitori”


Ma veniamo ai dettagli
In home page troviamo la sezione Notizie, costantemente aggiornata con articoli che informano i genitori sui vari pericoli quotidiani e collegata al sito www.manovredidisostruzionepediatriche.com
La sezione Poster dove sono indicati con fotografia e descrizione tutti gli Step per effettuare una manovra di disostruzione su un lattante o su un bambino (disponibile in 17 lingue)
La sezione Video con filmati che illustrano come tagliare i cibi per evitare il soffocamento e tanto altro.

La funzione più importante è quella di SOS, ovvero, in caso di pericolo si può lanciare l'SOS generando una chiamata al 118. 
L'applicazione utilizza il geolocalizzatore per verificare la disponibilità dell'ospedale più vicino con tanto di indicazioni stradali fornite da google map,
ovviamente bisogna essere sotto copertura di rete dati ed avere acceso il GPS altrimenti è consigliabile contattare immediamente il 118 ed intanto visualizzare i video tutorial per effettuare le manovre.

Nel momento in cui scarichiamo l'app riceviamo le seguenti avvertenze:
1 L'app NON è sostitutiva del corso di manovre ma solo un ulteriore aiuto in caso di emergenza.
2. Il servizio di ricerca ospedali e calcolo della distanza è fornito da Google, pertanto potresti trovare nei risultati anche altre strutture come case di cura, preferisci sempre gli ospedali. Inoltre, tale servizio ha un numero limitato di richieste effettuabii, pertanto, per salvaguardare il funzionamento del servizio ti preghiamo di non lanciare un'emergenza senza una reale necessità.
3. L'app è preimpostata per chiamare il 118. Se non sei in Italia, informati sul numero di emergenza locale e impostalo nella sezione preferenze.
4 Si declina ogni responsabilità in caso di malfunzionamenti della rete, del GPS e di un uso errato dell'applicazione.
 
 
Nella speranza che non debba mai servire è un'applicazione che tutti i genitori dovrebbero avere a disposizione.
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EX MACHINA – La seduzione del Robot

La seduzione del Robot

Un concorso, una gara tra dipendenti della grande azienda informatica per cui lavora;  Caleb lo vince, è lui il migliore tra i colleghi.  Dunque può ritirare il premio: una “vacanza” di lavoro presso il cottage del suo grande capo Nathan.

Il premio sarà un’occasione per il giovane programmatore per mettersi in mostra e fare carriera, solo che dopo aver raggiunto quella casa misteriosa tra i fiordi norvegesi, comprende che in realtà lui, più che un premiato, sarà  la cavia per un esperimento: la gestione delle relazioni e delle emozioni di un uomo quando si ha difronte un robot perfetto, speciale, e con le gambe, le forme e il sorriso seducente della splendida Ava.

Inizia così “Ex Machina”, produzione anglo-statunitense di prestigio e di alto budget, nuova frontiera del cinema futurista e futuribile, anche se dal tema già affrontato per la verità.

Ex-Machinawallpaper Ex-Machinascena1 exmachinafotoscena ex+machinaisaacSi perché la lotta emozionale con la “tecnologia intelligente” è un gioco delle parti che abbiamo già filosoficamente affrontato, sia con l’antesignano Hal di “2001 odissea nello spazio”, passando per la Rachael di “Blade Runner” fino al meraviglioso “Her” vincitore al Roma Film Festival.

Qui però, il regista, l’esordiente  Alex Garland, ci mette la componente erotica a complicare la trama, si perché Ava ha le fattezze stupefacenti di Alicia Vikander, ed il triangolo emotivo e psicologico che si creerà tra chi sembra gestire il gioco e chi sembra soltanto subirlo sarà abbagliante per la suspance del film, in un susseguirsi di sorprese e di kilobyte.

Ottimo il cast, oltre la già citata Vikander, premiata anche dal pubblico a Bari Fest dove il film è stato presentato in anteprima, molto bene anche il duo Caleb-Nathan formato da Oscar Isaac e Donhall Gleeson, il primo che ripete la grande prova di “A proposito di Davis” anche se non ha dietro la macchina da presa il duo Fratelli-Coen, mentre Gleeson ha lo sguardo della simpatica canaglia vista in quella maratona di “Harry Potter e i doni della morte” e che, tanto per rimanere nel tema fantascientifico, ritornerà nel nuovo (vecchio) Star Wars di prossima uscita.

Uscito in sedici sale a Roma, “Ex Machina” si può prevedere sarà il film dell’agosto romano, un bel film che lascia spazio anche per una sana riflessione sui limiti dell’uomo nei confronti delle sue creature tecnologiche, o del suo contrario.




Lo strano caso di Sergio Russo

Il mistero e la burocrazia. Intervista alla moglie Fiorella

Sergio Russo è un uomo di quelli che non passa inosservato. Curato nel fisico, sorriso accattivante e una loquacità che lo rendono protagonista in ogni situazione. Vive a Prato, la città del tessile, meglio dire quella che era la patria nostrana del tessile “made in Italy” prima dell’avvento degli imprenditori cinesi, che si sono mangiati lo spazio e il benessere di questa cittadina stSergio Russo1orica alle porte della “magnifica” Firenze.

Un istrione, chi lo conosce così dipinge Sergio. Aveva un’azienda che effettuava movimento e trasporto macchine tessili…appunto, aveva. La crisi che ha fatto chiudere le aziende dell’indotto ha decretato la crisi anche della sua e Sergio, come molti altri imprenditori della sua zona si è trovato spiazzato, alla ricerca di una ricostruzione professionale che non sempre è facile. Anzi, non lo è quasi mai.

Ci sono contrasti anche in famiglia, nei primi mesi di quest’anno si parla espressamente di separazione con la moglie Fiorella. Lui inizia ad isolarsi dal suo nucleo familiare e a frequentare chissà chi, i suoi amici di sempre lo vedono sfuggente, poco chiaro. Si vede spesso soltanto nella casa dei suoi genitori, va spessissimo da loro a pranzo e a cena, poi esce e non si sa dove vada. Sembra ormai una rottura irreversibile con Fiorella, poi, il 17 marzo, con un colpo di teatro degno del suo modo di essere, chiede a Fiorella un chiarimento. E la spiazza, perché le chiede scusa, per le sue mancanze di uomo e di marito, le propone di riprendere la vita familiare e di coppia, di riprovare, promette di esser diventato un uomo diverso, migliore e che quel suo nervosismo dipende soltanto  dal fallimento dei progetti lavorativi ed economici.

E Fiorella lo ascolta, vuole dare ancora una chance a quest’uomo con cui ha costruito faticosamente la sua vita.

sergiorussofiorellaProblemi in casa con i soldi, fortunatamente non ce ne sono. Tutto però ruota intorno a Sergio, la gestione dei conti correnti, delle utenze e delle auto in famiglia, Sergio non fa mancare nulla a sua moglie e ai suoi figli, uno maggiorenne  ed in corsa verso la carriera militare, l’altro minorenne che studia e fa la vita che tutti gli adolescenti fanno. Non manca nulla, ma manca la serenità.

Fiorella pensa di averla ritrovata, l’uomo che ha amato e troppo spesso perdonato negli ultimi tempi sembra voler tornare quello che era, con lei e con i figli.

Ma la serenità dura poco, tre settimane. Poi, il pomeriggio dell’11 aprile 2015 Sergio, che sta lavorando alla costruzione addirittura di un drone, nel garage della sua villetta, apre la porta e senza far rumore esce. E non torna più.

In casa c’è il figlio e la moglie, pensano che sia ancora in garage, poi quando si accorgono della sua assenza lo cercano, ma di Sergio non c’è più traccia.

«Me ne ha combinate tante Sergio, un carattere difficile, imprevedibile. Aveva mille progetti ma poi non ne portava a termine nessuno. Un uomo inquieto». Fiorella ormai aspetta notizie da tre mesi, la nostra conversazione corre subito sul doppio binario della preoccupazione e della recriminazione, impossibile prendere una strada univoca per lei, divisa tra la possibilità che Sergio si sia allontanato volontariamente «lasciandomi in questo caos in cui è difficile restare a galla» e il timore che invece qualcuno abbia fatto del male a quest’uomo robusto, atletico e tutt’altro che guardingo nella vita.

Il caos di cui parla Fiorella, è il centro di questo nostro incontro, non siamo qui per fare le indagini ma per sentire dalla viva voce di chi soffre quali sono i problemi pratici e burocratici di una famiglia che subisce una disgrazia come questa, volontaria o involontaria che sia questa sparizione.

«Il conto corrente che abbiamo è a nome di Sergio, io di fatto non posso prendere nessun soldo da tre mesi, ma devo mandare avanti una casa, i figli, devo potermi muovere per le ricerche effettuando anche azioni che comportano delle spese non indifferenti. Tutto è bloccato, tutto nell’attesa che Sergio ritorni o che sia ritrovato».

La legge parla chiaro, Sergio non è deceduto e non ci sono segni chiari ed inequivocabili di una sua impossibilità al ritorno, lui si è volatilizzato da tutto e da tutti, ma per la banca, per la società di assicurazioni delle auto, per le aziende che inviano i bollettini delle utenze Sergio esiste, con il suo codice fiscale e il suo PIN segreto e Fiorella non è nessuno.

«Mi sono arrivate delle multe da Equitalia, cifre non impossibili, per carità, ma non posso pagarle, rischiando così anche provvedimenti oppositivi che proprio non ci vorrebbero adesso».

Ma perché Sergio dovrebbe esser andato via così, senza un biglietto, senza una telefonata di spiegazione alla moglie, ai figli che lo aspettano combattuti anche loro tra la delusione e lo sgomento, perché non dare un cenno ai genitori con cui era legato a doppio filo, anche troppo qualcuno sussurra in giro tra chi lo conosce.

Qualche motivo in effetti per pensare all’allontanamento volontario ci sarebbe: «Sergio è un uomo a cui piace l’avventura, la sfida. Si era messo in testa di progettare un nuovo drone che potesse anche, in scala più grande portare anche delle persone, era li a lavorare a progetti, viaggiava spesso, anche attraverso contatti misteriosi, almeno misteriosi per noi, in Polonia, in Ungheria e anche in Cina. Pensa anche in Cina, una volta andò anche lì, raccontando agli amici che era andato per lavorare con una nota azienda ma poi le nostre ricerche ci hanno fatto scoprire che non era vero». Quindi, un uomo che potrebbe aver architettato una fuga magari sfruttando le conoscenze fatte in questi misteriosi viaggi tra lavoro e forse qualcos’altro?

Le uniche due cose che sono emerse a livello d’indagine, hanno portato a scoprire che Sergio Russo, ultimamente frequentava con assiduità e senza rivelarlo a nessuno un’associazione culturale di Agliana, la “Grandidee” che si occupa di benessere dell’anima e del corpo. Qualcuno ha subito pensato a qualcosa di estremamente misterioso, ma basta affacciarsi nelle pagine web dell’associazione per capire che tutto sembra esser limpido e chiaramente meritorio. L’associazione organizza convegni dal titolo: “violenza di genere, manipolazione e dipendenza affettiva”, oppure serate a tema vario anche di spettacolo. Curiosando nella loro pagina Facebook, qualcosa ci colpisce: il giorno prima della scomparsa di Sergio, l’associazione posta una foto in cui è raffigurato un bivio con due cartelli sullo stile di quelli delle indicazioni stradali. In uno c’è scritto “Successo” nell’altro”Fallimento”. Sergio forse si è sentito, a 52 anni, davanti a quel bivio, e ha deciso di scegliere una via misteriosa che per lui potrebbe significare aver di nuovo successo?

C’è quasi da sperarlo, anche perché questo silenzio è agghiacciante: «non abbiamo avuto segnalazioni dopo la sua scomparsa, nessuno lo ha visto, non ha ritirato neanche un euro dalla banca e allora come fa a vivere? C’è qualcuno che lo aspettava e che lo aiuta? Si è nascosto lontano così che nessuno lo possa vedere?». Fiorella è un leone, però dopo tre mesi passati a cercarlo, a darsi una spiegazione passando per i giornali locali, nazionali e anche nella trasmissione “Chi l’ha visto?” che ha dato molto spazio al suo caso, è sfiduciata.

«è dura, sia economicamente che psicologicamente. Ho trovato un lavoretto per tre mesi, sperando di poterlo mantenere più in la, altrimenti sarei davvero in difficoltà. Sto aspettando che si sblocchi qualcosa dopo l’istanza fatta al tribunale. Con lo sblocco dei beni di Sergio, potrei diventare tutrice dei suoi beni, cosi da poter far fronte alle esigenze primarie della famiglia».

Certo che, facendo un’analisi delle circostanze che hanno determinato la scomparsa, segnali di un epilogo tragico, di una qualche situazione in cui Sergio si è cacciato inconsapevolmente rimanendone vittima ci sono, purtroppo.

In primis l’assenza di avvistamenti, strano per un uomo così appariscente e vivace, impossibile passare inosservato, poi l’evidente mancanza di premeditazione della fuga, visto che non ha portato documenti con se, solo il cellulare che è spento da allora, non ha preso soldi e ha lasciato quel drone li, come se dovesse tornare a lavorarci di li a poco. «L’ultimo contatto del suo cellulare è nella cella di Agliana, qui vicino, proprio dove ha sede l’associazione Grandidee, che si dovesse vedere con qualcuno conosciuto proprio li? Chi lo sa..».

Fiorella ha in questi giorni saputo che qualcuno lo aveva visto, giorni prima della scomparsa in compagnia di una ragazza dell’Est, molto giovane con cui parlava così fitto e così disinvolto da far pensare che fosse quella una conoscenza non occasionale. Chi era questa donna? Qualcuno la conosce e può dare informazioni più dettagliate?

«Per me se è andato via volontariamente può dirmelo e basta. Ci mettiamo l’anima in pace. Io sono convinta che questa è una delle tante che mi ha fatto Sergio in tutti questi anni, la più brutta che mi ha fatto. Io ma soprattutto i suoi figli non ce lo meritavamo».

Rinnova l’appello, Fiorella:«chiunque lo abbia visto, in qualsiasi parte del mondo, ora che poi ci sono le vacanze e la gente viaggia moltissimo, può accadere che qualcuno lo veda, lo riconosca, vi prego allora, di contattare le autorità o anche la redazione di “Chi l’ha visto?” allo 068262 o via email a 8262@rai.it ».

Ama il mare Sergio, le immagini che sono girate nelle televisioni lo ritraggono sempre in costume e all’aria aperta: «potrebbe esser in una località marittima, non ci rinuncia al nuoto lui per niente al mondo».

Il grande aiuto Fiorella lo sta avendo dall’associazione “Penelope”, che tutela le famiglie degli scomparsi in Italia. «Senza di loro sarebbe stata dura, mi assistono legalmente e gratuitamente grazie all’Avv. Nicodemo Gentile e ho l’appoggio incondizionato del Presidente Antonio La Scala».

Sergio quindi è andato via volontariamente?

Fiorella ne è convinta, mi guarda con quegli occhi profondi, sente che è così, sento la forza e la rabbia di questa donna operosa e volitiva che dimostra almeno 10 anni in meno dell’età che ha.

Fiorella ne è convinta, noi possiamo solo sperare che davvero Sergio sia vivo, non sia caduto in un’imboscata tesagli dalle circostanze o dalla sua stessa voglia di vivere, che sia vivo Sergio, nascosto in un paese dell’Est europeo, a rifarsi un’identità, a scegliere ancora di prendere l’altra strada di quel bivio e di quell’immagine nella pagina Facebook di “Grandidee”.

In quella strada, che tutti hanno il diritto di percorrere manca solo un suo piccolo cenno, per dar pace ad una moglie, a due figli e a due genitori che vivono ormai da tre mesi nell’incertezza ed anche nella difficoltà proprio a causa di questa sua improvvisa e silenziosa dipartita..

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Jurassic World – Quando la natura si ribella alla genetica-spettacolo

Sono passati più di venti anni, il sogno di John Hammond è diventato realtà: In quel luogo lontano e misterioso chiamato Isla Nublar il Jurassic World richiama ogni giorno migliaia di visitatori e, si cerca sempre di inserire spettacolari e nuove attrazioni . Dopo qualche anno però, il terribile T-Rex, i Velociraptor, e gli enormi erbivori sembrano non richiamare più la stessa mole di visitatori. Ci si abitua a tutto, anche all’esistenza di un parco con dinosauri.

JurassicWorldlocandinaEd allora, per ravvivarne l’interesse, la responsabile delle operazioni del parco Claire Dearing e quel monello di un genetista capo Henry Wuche già si era distinto in follie all’epoca del mitico “Jurassic Park” decidono di creare un nuovo dinosauro usando tecniche di ingegneria genetica, combinando i DNA di diverse specie.

Il nuovo mostro che dovrà sorprendere tutti, nascerà da questa fusione folle e sarà l’agghiacciante Indominus Rex. Cresciuto in isolamento dopo aver divorato il suo unico fratello, l’Indominus sta per essere presentato al pubblico. Ma proprio sul più bello, il gigantesco dinosauro riuscirà a fuggire dal suo imponente recinto, scatenando il panico tra le migliaia di visitatori del parco.

In poche parole la nuova creatura dell’ex regista, ora produttore Steven Spielberg è tutta qui. Una prosecuzione ideale del primo Jurassic Park, questo imponente kolossal promette di battere tutti i recod dei film di genere. Sono lontani i tempi di “Godzilla” eppure il plot narrativo esplode sempre allo stesso modo, con questa ribellione della natura (in questo caso della manipolazione genetica diremmo meglio) contro l’uomo, sempre avido di emozioni nuove e senza nessun limite etico e ecologico.

Sicuramente questo progetto, perché chiamarlo film sarebbe riduttivo, riaccenderà nei giovanissimi la nuova “dinosauro-mania”, così come la generazione dei genitori di adesso fu folgorata da quel primo epico film diretto dal Maestro Spielberg, che sembra giocare con le sue creature più mostruose della sua carriera, addirittura facendo in una sequenza divorare il “suo” squalo, quasi un tenero peluche a confronto del mostruoso “Indominus Rex” di adesso.

Diretto con anonima mano da  Colin Trevorrow , il film ha il cast giusto per arrivare in quota, con Chris Pratt JurassicWorldscena1su tutti, che dopo la caccia a Bin Laden in “Zero dark thirty” si cimenterà in una cattura ancor più spietata, brava anche Bryce Dallas Howard, già vista in “Spiderman 3” e nel meraviglioso “Hereafter” del grande Clint, qui direttrice del terrificante parco sempre schiacciata tra le regole del business e le sue emozioni più intime.




Il Commissario Ricciardi

Il Commissario Ricciardi, il suo straordinario sguardo  sulla sua Napoli

 

La Napoli anni 30 rivive nella nostalgia, nel crimine e nella musica attraverso la creatura letteraria del più talentuosa tra i giallisti italiani

 

degiovannilocandinaSabato 11 luglio, in Prima assoluta, la pièce teatrale Lo sguardo di Ricciardi, una nuova produzione de I Concerti nel Parco, protagonista MAURIZIO DE GIOVANNI, napoletano doc, lo scrittore più venduto in Italia insieme ad Andrea Camilleri e Gianrico Carofiglio, la cui fama è esplosa nel 2005 con la presentazione al pubblico del bel tenebroso e inquieto commissario Luigi Alfredo Ricciardi, salernitano di nobili origini, che vive e lavora nella Napoli degli anni ’30, in pieno periodo fascista.

In questa Napoli, di cui de Giovanni riesce a cogliere profumi, sapori, colori, suoni, attorno alla figura del commissario si agita un’eterogenea umanità. Un’umanità mossa, come dice Ricciardi, da due ragioni fondamentali, “fame” e “amore”: il fedele brigadiere Maione, la balia Rosa che l’ha cresciuto essendo rimasto orfano da piccolo, la giovane e timida Enrica contrapposta alla sexy e fatale Livia, il femminiello Bambinella e l’integerrimo Dott. Modo che paga il suo antifascismo con il confino.

Su drammaturgia e regia di Brunella Caputo, sarà proprio Maurizio de Giovanni a salire sul  palco, insieme agli attori della Compagnia del Giullare e ai musicisti dell’Electric Ethno Jazz Trio, per raccontare il suo protagonista in concomitanza con l’uscita del suo nuovo e attesissimo libro incentrato proprio sulle nuove indagini del commissario Ricciardi (‘Anime di vetro’ – ed. Einaudi).

L’intuito straordinario e la natura integerrima sono le caratteristiche di questo straordinario personaggio, che è capace di stabilire misteriosamente un ponte con l’aldilà tramite le sue visioni, una caratteristica, venuta fuori già da bambino ed ereditata dalla madre e che lui si è abituato a chiamare “il Fatto”. Il Commissario Ricciardi vede i morti, ma solo quelli di morte violenta, con l’espressione dell’ultimo attimo prima della fine. Ne sente “le ultime parole ripetute incessantemente, come a voler finire un lavoro cominciato dall’anima prima di essere strappata via”. “Il Fatto” però gli infetta l’anima e l’esistenza, non gli consente di avere amici né di amare una donna.  “Il Fatto” è quindi la sua condanna.

degiovannicaputoQuesto spettacolo parte proprio dal “Fatto”, analizzandolo attraverso il pensiero e gli occhi di Ricciardi. Prosegue poi con la Passione: la passione fisica attraverso il personaggio di Livia, la passione come riconoscenza attraverso il personaggio di Bambinella, la passione che può condurre al delitto. Termina con l’Amore, quello di Enrica, quello per Enrica. L’amore che non si riesce a dire, l’amore che non si riesce a toccare.

Un viaggio attraverso tutti i romanzi della serie creata da Maurizio de Giovanni, che segue un percorso intervallato da liriche e da brani musicali.  Durante questo percorso una voce, quella dell’autore, si unirà a quella degli attori a dimostrazione che l’anima di ogni personaggio sta in quella di chi lo crea.

Prima assoluta

Produzione I Concerti nel Parco

in collaborazione con Compagnia del Giullare

INFO LINE  06. 58.16.987 (attivo dal lun al ven dalle 11 alle 18)

INFO BOTTEGHINO 339 80.41.777

www.iconcertinelparco.it

 

INDIRIZZO:                    

Villa Doria Pamphilj – Area antistante Casa dei Teatri        

Via di San Pancrazio, 10 – Roma

 

ORARIO SPETTACOLI  h. 21.30

 In caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno al Teatro Vascello – Via G. Carini 72

 

 

 

Hanno detto di Maurizio de Giovanni e del “Commissario Ricciardi”:

I numerosi personaggi sono così credibili nelle loro debolezze, desideri e ipocrisie da moltiplicare il numero dei possibili colpevoli lasciando intatta la suspence.

Corrado Augias

La capacità di commerciare tra la vita e la morte, questo continuo dar voce a dei fantasmi, fa di Maurizio de Giovanni un grande scrittore napoletano.

Toni Servillo




Enea ed il Palladio di Lavinium

Sabato prossimo 27 giugno 2015 a partire dalle ore 10.30 l’Associazione Latium Vetus ha organizzato la conferenza tenuta dall’esimio Prof. Filippo Coarelli, membro dell’Accademia dei Lincei ed emerito di Storia Romana ed Antichità Greche e Romane, che torna a Pomezia a due anni di distanza dalla sua magnifica conferenza del 2013.
La conferenza “Enea ed il Palladio di Lavinium sarà tenuta presso il Museo civico archeologico “Lavinium” di Pratica di Mare – Pomezia (Rm) in via Pratica di Mare Sabato 27 giugno 2015 a partire dalle ore 10.30 e fino alle 12.30 con il patrocinio del Comune di Pomezia.
Si tratta di un evento di notevole portata culturale ai fini della valorizzazione e della comprensione della nostra storia locale, dei nostri miti, delle nostre legende e delle attestazioni archeologiche del Latium Vetus che la nostra Associazione è orgogliosa di aver organizzato!
Vi aspettiamo al Museo civico archeologico “Lavinium”!