Come sopravvivere ai lavori in casa” di Michele Caputo in trasferta a Roma

Al Teatro Testaccio di Roma, la divertente commedia di una coppia che ristrutturando il proprio appartamento si scopre di nuovo innamorata!
Domenica 15 ottobre alle ore 18.30, presso il Teatro Testaccio di Roma, va in scena “Come sopravvivere ai lavori in casa”, una commedia scritta da Michele Caputo, con la regia di Paolo Migone. Sul palco, ad affiancare Caputo, protagonista della commedia, la bella attrice e cantante Benedetta Valanzano, Jury Monaco e Vincenzo De Lucia. Dopo due anni di successi in giro nei teatri della città di Napoli, Michele Caputo ha deciso di proporre lo spettacolo per la prima volta nella città di Roma.
“Come sopravvivere ai lavori in casa” è una divertente commedia che mette sotto la lente di ingrandimento un rapporto a due e gioca con il tema dell’incomunicabilità e delle incomprensioni di coppia, portando in scena tutta una serie di situazioni paradossali.
TRAMA- Mario e Silvia sono sposati, ma da qualche tempo il rapporto è minato da incomunicabilità ed incomprensioni. La coppia decide pertanto di dare una rinfrescataall’appartamento: perché no, magari “casa nuova, vita nuova”. I due si affidano a un amico architetto, il quale tra i vari strampalati consigli su come cambiare volto all’ambiente, suggerisce loro l’impresa di un suo amico, rassicurandoli che si tratta di “persone affidabili e veloci, che risolveranno tutto in una settimana”. Invece, come quasi sempre accade, i muratori si piazzano in casa per mesi e mesi, generando disagi e disaccordi e soprattutto costringendo Mario e Silvia a vivere a lungo senza comodità in una casa svuotata ed impolverata. Eppure, sarà proprio in questo caotico scenario che i due giovani sposi si confronteranno, riuscendo a far emergere i problemi e i dissapori che li stavano allontanando: paradossalmente, i lavori in casa segnano il rinascere di un nuovo equilibrio e nonostante i reiterati ritardi degli operai e lo stress che il tutto comporta, Mario e Silvia si ritrovano uniti a dormire in un letto improvvisato, ma felici.



Elezioni regionali 2018: a tu per tu con Valentina Corrado

Donna determinata e caparbia, ma allo stesso tempo dolce e di grande umanità: è Valentina Corrado, consigliere del Movimento 5 stelle alla Regione Lazio e candidata alla Presidenza nelle elezioni regionali del prossimo anno.

Valentina Corrado, consigliere 5 Stelle della Regione Lazio, ci dice qualcosa di lei: com’è nata la sua passione per la politica?

“Sono nata e cresciuta in Calabria, a Crotone. Una terra meravigliosa ma estremamente difficile. Ho sempre covato dentro di me la voglia di attivarmi e di fare qualcosa. Fin da bambina mi rifiutavo di accettare passivamente le prepotenze e le ingiustizie. Forse è nato lì il mio percorso che mi ha portato ora in Regione Lazio. Mi sono trasferita a Pomezia nel 2007 e in poco tempo iniziai a amare questo territorio, a sentirlo mio, a sentirlo casa. Ricordo ancora le parole di Beppe Grillo “Attivatevi…dedicate un po’ del vostro tempo alla collettività”. Questo messaggio mi risuonava in testa e mi ha spronato a cercare il modo per fare qualcosa in prima persona per la cosa pubblica. Cercai il meetup di Pomezia e proprio ad un banchetto conobbi Fabio Fucci, allora consigliere comunale neo eletto. Rimasi colpita dal fatto che un “politico” stava per strada a dare volantini e a parlare con le persone. Io non ne avevo mai visti così! Entrai così nel gruppo di Pomezia e capii che dietro quel giovane consigliere comunale c’erano tanti cittadini che, nonostante gli impegni di lavoro e di famiglia, si riunivano la sera non per piangersi addosso ma per ragionare su soluzioni da proporre all’Amministrazione. Mi sentivo a casa. Ho vissuto diversi momenti di difficoltà con la mia famiglia: i miei genitori da operai hanno cresciuto da soli 4 figlie e io, essendo la prima, sono stata responsabilizzata sin da piccola per dare una mano a loro che dovevano lavorare notte e giorno. Questo pragmatismo, che fin da bambina ho dovuto sviluppare, l’ho ritrovato nel gruppo dei Grilli Pometini. A cambiare era solo il contesto e da quel momento ci si prendeva cura di una famiglia più grande: la collettività. Scoprire di poter fare politica con entusiasmo, restando sé stessi, facendo tesoro del proprio bagaglio di vita, condividendo idee, progetti con persone che hanno a cuore il benessere altrui, mi ha fatto innamorare di questa politica”

Il suo impegno e la sua dedizione alla gestione della cosa pubblica sono fattori ormai noti anche alla Pisana: ci racconta una battaglia vinta nell’aula e una che sta portando avanti a cui tiene particolarmente?

“Davvero non saprei quale scegliere. Le battaglie sono state centinaia e le vittorie le abbiamo sudate millimetro dopo millimetro: l’istituzione del fondo per il Microcredito per le pmi dove il gruppo consiliare m5s ha versato gli accantonamenti del taglio delle indennità, il finanziamento della legge regionale sulle case circondariali, l’aumento degli stanziamenti destinati ai Comuni in dissesto, il finanziamento della legge regionale sul monitoraggio e la mitigazione del gas radon. Una battaglia in particolare mi ha commossa: quella per l’istituzione della Riserva Naturale della Sughereta. Nel programma comunale avevamo scritto che ci saremmo attivati per far sì che la Sughereta divenisse una Riserva Naturale Protetta e, mantenendo fede a questa promessa, in Regione presentai la proposta di legge. Da lì è iniziata la battaglia, insieme all’Amministrazione, al comitato promotore e alle associazioni che chiesi di ascoltare, per calendarizzare la legge nella competente commissione consiliare. Anche se ci eravamo riusciti però il percorso della legge si era fermato. Il Presidente della commissione ambiente chiese una conferenza tra  Comune, Regione e Città metropolitana a ratifica del progetto presentato. Grazie al lavoro di coordinamento tra Virginia Raggi, Fabio Fucci e gli uffici della Direzione ambiente regionale si giunse alla sottoscrizione di un documento condiviso.

Anche se questo ulteriore ostacolo era stato affrontato i lavori in commissione non decollavano. Per questo motivo lo scorso agosto durante una manovra omnibus ho così inserito la proposta di legge come proposta emendativa ad una legge più ampia che conteneva anche norme di carattere ambientale. Non dimenticherò mai quella seduta di aula: 25 lunghe ore di trepida attesa con la speranza di riuscire a convincere i miei colleghi di altri schieramenti della bontà e della necessità di quella approvazione, frutto della volontà di cittadini che avevano speso 25 anni della loro vita dietro a questo sogno. 

Non le nego di aver pianto lacrime di gioia quando ho sentito l’esito della votazione.

Altre battaglie rimangono in campo: una tra tutte quelle dell’abolizione dei vitalizi in erogazione per gli ex assessori ed ex consiglieri regionali. A gennaio 2018 la spesa aumenterà oltre i 20 milioni di euro: 1/3 del bilancio del consiglio regionale! Istituire un sistema contributivo, come accade per tutti i lavoratori, è una battaglia per ripristinare equità nei confronti dei cittadini in un contesto socio economico che non tollera più un privilegio anacronistico come quello del vitalizio”

Veniamo alla sua decisione di correre per la Presidenza della Regione Lazio alle ormai prossime elezioni: ci racconta come ha maturato questo importante passo?

“In questi anni di attività istituzionali e sui territori regionali, molti cittadini e attivisti mi hanno manifestato l’apprezzamento per il lavoro svolto e la speranza di una mia disponibilità per la candidatura alla Presidenza. Con l’avvicinarsi delle elezioni questi messaggi di stima sono aumentati. Non per ultimo il mio gruppo di Pomezia, vista l’esperienza maturata in questi anni in opposizione in Regione e la collaborazione insieme alla maggioranza e al Sindaco per il governo della Città, mi ha spronato a fare questo passo.

Durante la pausa estiva ci ho riflettuto perché sento tutto il peso e la responsabilità che questo ruolo impone. Sono cosciente delle difficoltà che esistono nel governare una macchina come quella Regionale, ma ho deciso di accettare la sfida perché penso che ciò che è stato realizzato a Pomezia, il metodo di lavoro e i risultati avuti possono essere portati in Regione Lazio e di conseguenza tradursi in risultati positivi per i cittadini del Lazio”

Il “modello Pomezia”. Come può essere esportato in Regione Lazio?

“Lavoro di squadra mirato al raggiungimento degli obiettivi condivisi e non personali. Questo è quello che è stato il lavoro a Pomezia in questi anni. Quando ci sono scelte difficili il nostro principio guida è stato sempre quello della valutazione degli effetti delle nostre scelte nei confronti dei cittadini. La scelta è sempre ricaduta su ciò che era meglio per la collettività. Questo è il modo di operare che vorrei venisse portato in Regione: si è rivelato vincente e Pomezia ne è la prova. Purtroppo il criterio che ha guidato le scelte di chi ci ha governato fino ad ora in Regione è stato tutt’altro che rivolto agli interessi dei cittadini”

 




Lamento pometino …. se ci sei c’è troppa luce

Dopo aver letto l’ironica protesta del lettore de “Il Caffè'” sul tema dell’illuminazione pubblica a Campo Jemini, occorre far alcune precisazioni.

Nell’incontro che il Sindaco Fucci ebbe con i residenti di Campo Jemini, ormai qualche anno fa, la prima criticità emersa fu  proprio la mancanza di illuminazione pubblica nelle strade interne del quartiere che rappresentava e rappresenta tuttora un ostacolo a garantire la sicurezza stradale e residenziale.

Infatti, nonostante i lavori procedano, i pali della luce già istallati non sono stati collegati all’energia elettrica e quindi sono ancora spenti.

L’illuminazione pubblica, da sempre, rappresenta un deterrente per i malintenzionati, oltre a costituire un valido elemento per la sicurezza stradale.

Grazie alla sensibilità’ dei residenti sul tema sulla sicurezza, nel 2015 nacque a Campo Jemini il primo gruppo di controllo del vicinato nel territorio pometino.

In tutti gli incontri e le riunioni quello dell’illuminazione pubblica e’ risultato sempre essere una delle più frequenti richieste all’Amministrazione Comunale essendo anche uno dei principi fondamentali sul quale si basa il controllo del vicinato.

Nelle riunioni tecniche inoltre e’ anche emerso che le strade hanno una loro classificazione e parametri illuminotecnici e pertanto anche i pali già istallati rispettano le normative di settore.

All’anonimo residente che ironicamente parla di una fastidiosa futura illuminazione, rivolgiamo l’invito a scrivere al gruppo controllo del vicinato ([email protected]) per collaborare sui temi comuni della sicurezza del quartiere e porre all’attenzione del Sindaco le altre criticità.

 

 

 

 




Management and maintenance: la gestione della manutenzione degli edifici pubblici a Pomezia

Anche quest’anno Pomezia è stata premiata nell’ambito della rassegna 2017 del Forum P.A. a Roma.

Una menzione speciale nell’ambito del premio Best Practice Patrimoni Pubblici per la piattaforma “Management and maintenance – Gestione Manutentiva Integrata degli Edifici Pubblici del Comune di Pomezia”: un sistema integrato e tecnologicamente avanzato, capace di gestire tutti gli aspetti della manutenzione degli immobili comunali,  dagli uffici comunali agli impianti sportivi, dai centri anziani alle scuole.

Il progetto, nato qualche tempo fa in tema di razionalizzazione della spesa pubblica con l’obiettivo di razionalizzare i processi gestionali e di costituire una dettagliata anagrafica tecnica degli spazi e delle apparecchiature di proprietà comunale, è basato su un sistema informativo modulare e automatizzato, una sorta di piattaforma integrata web-based, capace di gestire tutti gli aspetti della manutenzione del patrimonio immobiliare.

Già nel 2016 questo progetto era stato premiato, perché riconosciuto tra i più innovativi nell’ambito delle esperienze di partnership tra Enti Pubblici e operatori privati, una buona pratica per la diffusione di una nuova cultura nella gestione dei beni immobiliari, urbani e territoriali pubblici: tutto questo con un risparmio del 40% dei costi di gestione degli immobili e una sensibile riduzione dei tempi di intervento.

“Pomezia è l’unico Comune del Lazio ad utilizzare questo sistema di gestione avanzata della manutenzione – afferma il Sindaco Fabio Fucci – e riusciamo già oggi ad intervenire entro 24 ore dalla segnalazione, potendo inoltre, monitorare e controllare tutti gli interventi effettuati. Un progetto di cui la Città deve andare orgogliosa, perché esempio per altre Amministrazioni locali e dimostrazione di un lavoro di ottimizzazione dei processi gestionali e razionalizzazione della spesa pubblica”.




“Moovit” in arrivo anche a Pomezia

Moovit è una delle migliori app per il trasporto pubblico, con oltre 50 milioni di utenti in più di 1200 città, che permette di avere il controllo totale sul viaggio, grazie ad un aggiornamento costante di tutte le informazioni adattandole alle modifiche degli orari o dei percorsi da parte degli operatori.

Il Sindaco e la Giunta hanno deliberato l’atto di indirizzo per attivare l’applicazione gratuita per smartphone Moovit sul servizio di trasporto pubblico locale della nostra Città: l’intento è quello di fornire, in tempi brevi, alla cittadinanza tutte le informazioni sulla mobilità e sulla rete di trasporto territoriale e la possibilità di ottimizzare tempi e movimenti.

Per la città di Pomezia quella di Moovit è al tempo stesso una soluzione e uno strumento per la mobilità sostenibile: in questo modo, infatti, si incentivano gli spostamenti con i mezzi pubblici o si “condivide” il proprio mezzo privato come opzione alternativa e complementare.

“Stiamo lavorando da tempo sulla mobilità sostenibile – spiega l’Assessore Giuliano Piccotti.  Moovit consentirà a cittadini, studenti, pendolari e turisti di avere informazioni sempre aggiornate sui collegamenti e gli orari, all’interno della Città e con i territori limitrofi. Un’occasione importante che, attraverso un sistema telematico integrato collettivo, flessibile e gratuito, permetterà a tutti di pianificare il proprio viaggio in maniera semplice e, come si dice, a portata di click”.

“Pomezia è sempre più una Città all’avanguardia – afferma il Sindaco Fabio Fucci – Il nostro obiettivo è incentivare la mobilità collettiva e l’utilizzo del trasporto pubblico, a cui associare i nuovi servizi di condivisione delle automobili per i viaggi collettivi. In questo la tecnologia è indispensabile”

“Moovit è un vero progetto di cooperazione basato sulla condivisione – spiega Samuel Sed Piazza, country manager di Moovit  Italia – che semplifica l’utilizzo del trasporto locale. Essendo una piattaforma generata dalla comunità che la utilizza, più persone usano Moovit, più precisi sono i dati forniti in tempo reale a tutti gli utenti. Tra poco anche a Pomezia si beneficerà di questa modalità di aggiornamento delle informazioni e si consentirà all’azienda di potenziare ulteriormente la qualità dei servizi offerti”.




L’Eco (X) del sensazionalismo social

Il 5 maggio 2017 è una data che sicuramente ricorderemo tutti: l’incendio allo stabilimento “Eco X – Servizi per l’ambiente” di via Pontina Vecchia.

Un rogo terribile, sulle cui cause si sta indagando, che ha bruciato plastica e altri materiali, minando la nostra salute.

Il mio focus, però, non vuole essere centrato sull’incidente, ma sui risvolti mediatici e soprattutto social che si sono sviluppati fin dai minuti immediatamente successivi all’incendio.

Pomezia, in pochi giorni, per alcuni era diventata una città fantasma e sui social, in particolare su Facebook, montava la paura per una nuova Chernobyl in salsa agro-pontina: Associazioni, Onlus, giornali locali e chi più ne ha più ne metta, tutti insieme, a diffondere previsioni nefaste sulle salute dei cittadini, senza però avere conoscenza o leggere con la dovuta attenzione i dati ufficiali certificati degli enti preposti al monitoraggio dell’inquinamento, Arpa e Asl.

E questi dati, già dalle prime pubblicazioni anche sul sito del comune di Pomezia, fornivano invece segnali incoraggianti: nessuna anomalia, se non nelle immediate vicinanze del sito (raggio 2/300 mt.) e nelle prime ore dall’incendio.

 

Tutto sommato un qualcosa di normale e assolutamente prevedibile.

Ma sui social si faceva quasi a gara per ribadire “non è possibile, ci stanno nascondendo qualcosa”; oppure “non ci credo, sarò costretto a lasciare per sempre la mia Città”: una folle corsa del sensazionalismo 2.0, al costo di credere più ad una news su Facebook piuttosto che ad un Sindaco o a un’ente pubblico.

La testimonianza più incredibile di questo bizzarro comportamento è sulle notizie che rimbalzavano con cadenza giornaliera sulla presenza dell’amianto: l’amianto c’è, l’amianto non c’è, si è disperso nell’aria, è rimasto nel sito.

Inizia il ministro della Salute, che afferma la non presenza di fibre di amianto disperse nell’aria; sui social rimbalza invece la notizia “vecchia” della presenza di amianto sul tetto del capannone della Eco X…e allora vai con i post “non so a chi credere!”, oppure “ma l’amianto allora c’è o non c’è”.

Bastava leggere con un minimo di attenzione: l’amianto era sul tetto del capannone e incapsulato, ma non si era disperso nell’aria.

A distanza di due settimane dall’incidente, dopo l’iniziale voglia di protagonismo di tanti “tagliatori di teste”, attenti alla ricerca del responsabile invece che al superamento dell’emergenza, passata l’ondata social di coloro (sempre tanti) che “è sempre colpa della politica e degli Amministratori locali”e in attesa di conoscere l’esito delle indagini delle autorità preposte, il chiacchiericcio da catastrofe sembra quasi finito: l’unica aria irrespirabile da combattere davvero rimane quella dei social, troppo democratici nel concedere a tutti la possibilità di usare la tastiera e praticamente ingestibili per fare informazione o diffondere, almeno, un po’ di sano buon senso.

 




E luce fu!

Il quartiere di Campo Jemini finalmente avrà la tanto sospirata illuminazione pubblica.

Dopo l’incontro con i cittadini di due anni fa a Villa Sanna, in cui il Sindaco promise quest’opera che tutti i residenti ormai richiedevano e aspettavano da molti anni, il 4 maggio scorso sono partiti  i primi lavori di scavo a via dei Papaveri.

In totale saranno installati 140 nuovi pali della luce nel primo tratto di via delle Orchidee e traverse e questo primo stralcio

verrà finanziato con fondi comunali per un valore di circa 197mila euro.

 

La copertura totale del quartiere avverrà in due step: il primo, come detto, è partito pochi giorni fa e durerà circa 90 giorni; il secondo si realizzerà nel 2018 e consegnerà ai residenti un quartiere più sicuro e meno degradato, in attesa di un’altra opera fondamentale, la prima area pubblica di aggregazione di Campo Jemini all’incrocio tra via delle Campanule e via dei Fiordalisi, resa possibile grazie al protocollo d’intesa firmato alcuni mesi fa tra Amministrazione comunale e Comitato di quartiere che ha donato il terreno di sua proprietà.

L’impegno del Comune, insieme a quello dei residenti i quali, mettendosi in gioco in prima persona per amore del proprio territorio, hanno costituito, tra le altre cose, un gruppo numeroso e molto attivo di Controllo del Vicinato, sta iniziando a dare i suoi frutti.

 

 

 




18 mesi per pensare al futuro di Pomezia: quali prospettive per i 5 Stelle?

Manca poco, un anno e mezzo alla fine della consiliatura Fucci.
E’ giunto il momento di bilanci e di analisi delle prospettive future.
A mio modesto avviso due sono stati i grandi meriti di questa prima Amministrazione penta-stellata: il primo, senza ombra di dubbio, quello di far (ri)appassionare i cittadini alla politica; il secondo, quello di alcuni risultati apprezzabili, tangibili.
Il rinnovato entusiasmo verso la gestione della cosa pubblica è stato possibile con il modo di far politica dei grillini: banchetti informativi nelle piazze, gruppi di lavoro, inclusione dei cittadini nei progetti territoriali, interazione costante tramite i più diffusi social network.
In pratica sono state utilizzate tutte le modalità di condivisione a disposizione, andando a pescare tra i più giovani con facebook e twitter; tra gli adulti con l’impegno dei gruppi di lavoro tematici e i progetti territoriali; tra i “meno giovani” con gli incontri nelle piazze.
Hanno fatto cioè quello che tutti gli altri partiti avrebbero potuto e dovuto fare e che non hanno fatto per una serie complessa di motivi, tra i quali quello di aver preferito una politica “da salotto”, distante dal quotidiano della gente.
Quanto ai risultati raggiunti potrei citare, tanto per fare qualche esempio, quello dell’estensione all’intero territorio comunale della raccolta rifiuti porta a porta, la migliore manutenzione delle strade, la maggiore attenzione verso Torvaianica e il litorale in generale.
In altre parole, il sindaco Fucci piace e la sua gestione sta ricevendo apprezzamenti: ora poi, che ha assunto anche l’impegno nell’ex Provincia, come Vice-Sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale, l’esperienza amministrativa sta addirittura diventando più completa.
E allora occorre fare una riflessione anche sul futuro, a questo punto.
Cosa farà Fabio Fucci tra 18 mesi, quando sarà terminato il suo primo mandato da Sindaco e il suo secondo all’interno del comune di Pomezia?
Sarà costretto a lasciare spazio ad altri esponenti, considerata anche la “regola” sui due mandati totali del Movimento 5 Stelle? Oppure in qualche modo, superando quello che è di fatto un “paletto” restrittivo e davvero poco comprensibile, riuscirà a convincere tutti che per il bene di Pomezia è opportuno e conveniente continuare l’opera iniziata nel 2013?
Queste domande avranno la loro risposta – immagino – tra poche settimane, ma una cosa occorrerebbe programmare fin da subito: dovesse essere ancora il M5S a governare la nostra Città, ci vuole una Giunta più competente e che ogni suo esponente sia espressione di eccellenze del territorio pometino e non solo di questo.
In questa squadra di Governo ci sono stati, infatti, parecchi onesti ma “anonimi” lavoratori e poche “stelle”: una buona semina è stata fatta, ora bisogna raccogliere i frutti e avere la prospettiva chiara di altri 5 anni, cambiando decisamente passo e consolidando l’idea che il Movimento sia davvero in grado di portare avanti la rinascita della nostra Pomezia.



Marta Russo. Il Mistero della Sapienza

Il 26 novembre la presentazione del nuovo libro

dello scrittore e giornalista Mauro Valentini

La redazione di Pomezianews ha incontrato e intervistato lo scrittore e giornalista Mauro Valentini, in vista della presentazione del suo ultimo libro, “Marta Russo. Il Mistero della Sapienza”, in programma – in anteprima nazionale – il prossimo 26 novembre alle ore 17, presso la sala consiliare “Sandro Pertini” del comune di Ardea.

Mauro Valentini, perché un libro su Marta Russo?

“Perché forse dopo quasi vent’anni da quell’assurda morte, si può tornare a ragionare con calma e con la giusta serenità su uno dei fatti più incredibili della nostra Repubblica ed anche e soprattutto su quel processo che ne seguì, forse il più grande processo mediatico di tutti i tempi”

9 maggio 1997: si ricorda come apprese di questo fatto tragico?

“Ero al lavoro, mi muovevo proprio attorno all’area della Sapienza, ricordo lo sgomento degli studenti che uscivano, lo smarrimento anche delle forze del’ordine che cercavano alla cieca tra i cestini, i cassonetti e sotto le auto un’arma, come un ago nel pagliaio”                                                             valentini

Lei parla di una contro-inchiesta: quali sono i punti del processo, secondo la sua opinione, non chiari?

“Tanti sono i punti oscuri, alcune cose non tornano nella ricostruzione ufficiale. Per prima cosa la particella sul davanzale della famosa aula 6, scambiata in un primo momento per polvere da sparo dal primo perito nominato dal PM, che indirizzò le indagini verso quella stanza. Successive perizie esclusero fosse residuo da sparo, ma tanto bastò per deviare per sempre l’indagine. E poi quello che più colpì l’opinione pubblica furono le modalità con cui i testimoni chiave di questa vicenda verbalizzarono le loro dichiarazioni: tali modalità furono fortemente censurate da tutti, anche dal Presidente della Camera Violante che disse in una celebre intervista che “la verità non si cerca passando sulle vite degli altri”. Una presa di posizione forte, ma che fu più che giustificata dalla visione della famosa videocassetta consegnata alla stampa, in cui molti videro delle pressioni fortissime contro la testimone chiave, Gabriella Alletto”

Secondo lei chi sono veramente i personaggi chiave, Scattone, condannato per omicidio colposo aggravato, Ferraro, condannato per favoreggiamento personale e Liparota, assolto dall’accusa di favoreggiamento?

“Chi sono? Posso rispondere chi erano, perché da allora e per sempre anche a tanti anni di distanza sono additati come mostri. Mostri che l’ultima sentenza definitiva, lo vorrei ricordare a chi ha perso la memoria storica di quel processo, ha condannato Scattone per un errore e Ferraro per averlo aiutato e protetto, mentre Liparota appunto nessuno lo ricorda non è neanche nominato nel dispositivo delle condanne. Chi erano Scattone e Ferraro? Erano due talenti accademici, due ragazzi giovani ma con un futuro da insegnanti e da ricercatori, due ragazzi che vivevano una vita normale. Liparota era un dipendente della Sapienza, un ragazzo schivo, chiuso, travolto
nell’anima da un’accusa che poi non fu neanche confermata dalla Cassazione”

Cosa vorrebbe dire ai genitori di Marta Russo?

“Alla famiglia di Marta ho parlato tanto nelle pagine del libro. Ogni pensiero di quella vicenda è dedicato alla memoria di Marta, al suo sfortunato destino e al segno che loro, come famiglia hanno lasciato nella storia dei trapianti in Italia e all’estero. La loro fondazione si è prodigata moltissimo per la causa della donazione degli organi, dando un senso e un seguito al “regalo” di vita che fecero consentendo l’espianto con Marta. Pensi che si parlò all’epoca di un vero e proprio “effetto Marta Russo” con un incremento delle iscrizioni alle varie associazioni di più del 20% . Forse le parole più tenere e che ho tenuto per me le avrei rivolte però a Marta, a quella ragazza che amava Eros Ramazzotti e che sognava di diventare Magistrato. A lei il libro è dedicato insieme al mio anno e mezzo di ricerche”




Fucci raddoppia e va in Provincia

Fabio Fucci è diventato Vice Sindaco.

Si, avete capito bene, ma forse non del tutto: Virginia Raggi, Sindaca di Roma e della Città Metropolitana di Roma Capitale, ha nominato suo vice il nostro Sindaco pentastellato.

Le elezioni, senza elettori veri (ahimè!), dell’ente territoriale che ha preso il posto della Provincia di Roma hanno, infatti, decretato lo scorso 9 ottobre la vittoria del M5S che, però, si troverà a governare senza maggioranza e, quindi, dovrà obbligatoriamente cercare accordi politici con i rappresentati delle altre forze politiche per atti importanti come, ad esempio, il bilancio metropolitano.fucci

Ma facciamo un passo indietro: cos’è la Città Metropolitana di Roma Capitale?

E’ un ente territoriale di area vasta che persegue alcune finalità di carattere generale: la cura dello sviluppo del territorio; la promozione e la gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione territoriali; la cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee.

Il territorio della Città metropolitana di Roma Capitale coincide con quello della Provincia di Roma, che comprende 121 Comuni, inclusa Roma Capitale.

La Sindaca di Roma Capitale è di diritto sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale.

Da aprile 2014, infatti, con l’entrata in vigore della Legge n. 56 (la c.d. “legge Del Rio”),  il “nuovo assetto politico italiano” è stato ridisegnato con l’abolizione delle Province, sostituite proprio dalle Città Metropolitane, passando così dall’impegno alla cancellazione di enti inutili e costosi all’ “effetto restyling del nome” con la permanenza delle Province, sotto pseudonimo,  in alcune grandi aree urbane con i loro rappresentanti che non vengono più eletti dai cittadini.

Valutate voi se ci abbiamo guadagnato qualcosa…

Sta di fatto che il nostro Fucci va a ricoprire un altro incarico che lo vedrà impegnato ogni qualvolta Virginia Raggi non sarà disponibile a causa di altre incombenze istituzionali: è lo stesso Sindaco pometino a dirsi “onorato di poter mettere a disposizione della sindaca Raggi e di tutto il gruppo consiliare metropolitano del M5S  l’esperienza e i risultati maturati nel governo della città di Pomezia”.

A lui va il nostro in bocca al lupo per questa nuova avventura.

 




Il “triste” destino del cittadino attivo, accadde ad Ardea

Il cittadino attivo è, per definizione, una persona attenta al territorio, partecipe della cosa pubblica, dotato di spiccato senso civico: uno di quelli, insomma, che ogni Amministrazione comunale, dotata di buon senso, vorrebbe tra le fila dei propri residenti.

E il motivo è tanto banale, quanto strategico per un Comune.

Il cittadino attivo è come una sentinella sul territorio, è quasi un “consigliere civico aggiunto”, attento ai temi ambientali, sociali, alla sicurezza: le Amministrazioni virtuose se ne servono, ad esempio, attraverso progetti che non solo fanno risparmiare le casse comunali, ma rendono anche un servizio all’intera comunità cittadina.

Potremmo citare il progetto del Controllo del Vicinato, ormai attivo in più di 100 Comuni italiani, dove un gruppo di cittadini può costituire un vero e proprio ponte comunicativo tra loro, le forze dell’ordine e gli amministratori locali per il controllo del proprio quartiere, attraverso segnalazioni qualificate di eventi legati alla sicurezza.

Cittadini attivi che, in questo caso, per puro spirito di appartenenza al territorio e per senso civico collaborano con Polizia locale e Carabinieri di zona per una convivenza sicura  e consapevole, nella convinzione che non è possibile mettere una volante a presidio di ogni strada e che la partecipazione sia, al momento, l’unica strada percorribile.

Fin qui tutto bene, ma…ci sono anche quelle Amministrazioni che, sebbene bisognose “di aiuto” da parte dei cittadini,  si auto-convincono di bastare a se stesse.

Succede infatti nel Comune di Ardea – appena qualche giorno fa – che, nonostante una buca (voragine) stradale fosse stata prontamente segnalata alle Istituzioni, questa rimanesse lì nella sua autentica bellezza concava per mesi (le mail che segnalavano la pericolosità della situazione erano state inoltrate più volte in almeno tre mesi): segreteria del Sindaco, ufficio Lavori pubblici e Polizia locale forse nemmeno avevano fatto caso alle insistenze dei cittadini opprimenti che nulla hanno da fare se non “disturbare” la quiete operosità dell’Amministrazione comunale.

E quando questi si svegliano dal torpore invernale che li aveva colti mesi addietro, ecco la efficace, tempestiva e tanto attesa risposta: la competenza non è nostra!

Un mix di grave menefreghismo e di scarsissima conoscenza del proprio territorio.

Perché il caso vuole che in quella buca ci va a cadere una ignara motociclista, che per poco non ci rimette l’osso del collo e se la cava con una visita al pronto soccorso: volete sapere come va a finire?

Va a finire che la buca, prontamente – si fa per dire –  rattoppata, trova finalmente il suo responsabile (il Comune che aveva negato la propria competenza territoriale) e che il cittadino attivo, che tanto si era prodigato per la comunità, rimane sbigottito per quanto accaduto e per quanto poteva essere semplicemente evitato.

Ma la storia, come recita il titolo di questo articolo, è triste: rimangono, infatti, a dieci metri di distanza dalla prima voragine rattoppata almeno altre due buche pericolose, ovviamente già segnalate da tempo…che Dio ce la mandi buona pure stavolta!




Intervista ai consiglieri Raspa e Petriachi

Pomezianews ha incontrato i due consiglieri del Movimento 5 Stelle al centro delle polemiche di questi ultimi giorni per presunte illegittimità degli edifici di loro proprietà, siti a Torvaianica Alta: Giuseppe Raspa e Gianfranco Petriachi rispondono alle nostre domande per tentare di far luce su una vicenda ancora dai contorni poco chiari.

Partiamo dall’esposto fatto da un costruttore locale alla Regione Lazio: cosa chiede e perché?

“Il costruttore, tutto di un tratto, insinua abusi, tramite un accesso agli atti, guarda caso nelle case di due consiglieri comunali che hanno votato l’annullamento del piano di Torvaianica Alta, annullamento al quale si è opposto. Fa il paio con le accuse di abuso ad una altro consigliere M5S, denunciate sempre dopo l’annullamento del Piano di Torvaianica dal suo “amico di famiglia” (a suo stesso dire) nonché consigliere comunale di Pomezia . Da quando abbiamo annullato il piano di Torvaianica Alta (annullamento necessario per poi ripianificare) in funzione della dettagliata relazione tecnica che spiegava lo sbilanciamento a favore del privato ed a discapito del pubblico, siamo stati oggetto della attenzioni del costruttore, del consigliere comunale “amico di famiglia” e della Regione Lazio. Tutto di un tratto queste puntuali attenzioni alle case dei consiglieri M5S. Non siamo giornalisti, ma queste sono coincidenze interessanti, non trova? Evidentemente per la carta stampata, no”raspa1

Cosa risponde il settore urbanistica del comune di Pomezia?

“La relazione specifica che dalle carte e dai sopralluoghi effettuati non sono state rilevate irregolarità su nessuno dei due edifici. E’ stato dunque preso un grande abbaglio. Semmai si tratterà di rimuovere una piccola cabina box in legno semplicemente poggiata nel giardino, utilizzata per custodire gli attrezzi da floricultura”.

Cosa chiede la Regione Lazio dopo aver acquisito materiale documentale e dopo aver effettuato il sopralluogo?

“Chiede al Comune di fare le verifiche. Il Comune le ha effettuate ed ha risposto…curioso che in appena 5 giorni, conteggiando anche i giorni di sabato e domenica, la Regione Lazio ha preso i documenti in Comune, ha fatto i sopralluoghi, ha redatto la relazione e ha scritto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, nonché per conoscenza al costruttore, avendo constatato, a loro dire, la presenza di manufatti posti in condizione di abuso”

Qual è la vostra versione dei fatti? si è parlato anche di un errore di valutazione, cioè di edifici non di vostra proprietà…

“Noi ci atteniamo a ciò che dice il Comune, non esiste una versione nostra. Il Comune spiega che, oltre ad aver confuso i progetti delle singole proprietà a sostegno del proprio teorema, la Regione ha anche allegato fotografie raffiguranti le case di un vicino anziché una delle nostre, con tanto di freccia indicante l’immobile, confermando quindi l’erroneità della propria tesi”

Come avete intenzione di procedere?

“Noi vogliamo solo essere liberi di fare il nostro dovere, rispettando l’impegno preso e scritto nel programma elettorale anche a proposito dell’urbanistica. Il problema è che più facciamo il nostro dovere, più le pressioni aumentano. E’ ormai direttamente proporzionale. Sapevamo che, andando a toccare alcuni temi, ci avrebbero assalito. Ma noi teniamo duro. Dei problemi creati dalla cementificazione del nostro territorio tutti i cittadini ne hanno contezza. Noi ce ne occupiamo da tempo, anche per la zona di Torvaianica Alta, da semplici cittadini ben prima di diventare consiglieri comunali. Già da allora chiedevamo interventi atti a modificare la mobilità e spazi verdi pubblici attrezzati. E con noi tanti altri cittadini. Un esempio su tutti? Nel 2009 circa 200 persone sottoscrissero una petizione presentata da Giuseppe Raspa per rendere più sicura la mobilità per i pedoni proprio a Torvaianica Alta”

Quali saranno i passi che intraprenderà l’Amministrazione comunale?

Il passo è sempre lo stesso, dal 2013. Noi, insieme a tutti i colleghi Consiglieri del M5S, al Sindaco e agli Assessori, porteremo fino in fondo e senza esitazioni l’impegno che abbiamo preso con il programma elettorale partecipato con i Cittadini di Pomezia. Se ne facciano tutti una ragione” petriachi2
 

Quale futuro per l’urbanistica a Pomezia?

“Per il passato abbiamo proceduto a fare verifiche su diversi piani urbanistici in itinere, sempre con l’ottica della corretta ripartizione tra l’interesse pubblico e quello privato. Torvaianica Alta è solo una parte delle zone verificate. Siamo sicuri che, nell’interesse generale della comunità, la maggior parte degli operatori edilizi saranno pronti a fare la propria parte per migliorare gli standard di qualità della vita dei cittadini. Il futuro non si promette. Il futuro si programma e si attua. Abbiamo deliberato oltre un anno fa l’indirizzo per il Nuovo Piano Regolatore, fermo ormai dal 1974. Pensi che gli ultimi dati Istat noti registrano che i nuclei familiari di Pomezia sono diminuiti e che c’è una drastica diminuzione nel trend del numero degli abitanti. Ma qui si pianificava l’urbanistica con una visione di oltre 40 anni fa…  Alcuni obiettivi deliberati sono la tutela paesaggistica ambientale, quella del patrimonio storico archeologico, limitare al massimo il consumo del territorio sia in termini di edificazione che di infrastrutture, senza negare la necessità di prevedere ulteriori possibilità di crescita, limitate alle effettive esigenze della popolazione e nell’assoluto rispetto del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), con riguardo anche ad un’equa ripartizione delle possibilità edificatorie tra le varie aree del territorio secondo le leggi vigenti”