Crusca, a domanda risponde

Qual è o qual’ è? Perché in soqquadro ci vanno due ‘q’? Si può dire ‘la ministra’? La risposta a questi e a circa altri 200 dubbi sul lessico e la grammatica dell’italiano sono contenuti nel volume ‘La Crusca risponde. Dalla carta al web 1995-2005’, a cura di Marco Biffi e Raffaella Setti (Edizione Le Lettere).
In più di dieci anni, l’Accademia della Crusca ha risposto a oltre 6.000 domande attraverso il semestrale ’La Crusca per voi’, rivista fondata nel ’90 da Giovanni Nencioni e diretta dal 2002 da Francesco Sabatini, e via web tramite il Clic (Centro di consulenza sulla lingua italiana contemporanea), registrando oltre 7 milioni di visite al sito. Gli italiani si rivolgono alla Crusca per una consulenza soprattutto per motivi professionali, divergenze di opinioni tra amici o colleghi in merito a una forma o a un particolare uso linguistico, e all’incertezza di fronte alla diffusione di nuovi usi linguistici sotto la pressione dell’attualità.
I pareri dispensati da linguisti, accademici e giovani ricercatori cercano di far capire che l’italiano è una lingua viva proprio perché cambia, malgrado dal 1582 la Crusca cerchi di preservarne la ‘purezza’.Conservare l’italiano non significa fossilizzarlo, ma mantenerlo elastico, e con questo libro l’Accademia vuole essere una bussola di orientamento che aiuti a eliminare molte paure spesso infondate, per diffondere una maggiore consapevolezza dei valori e delle potenzialità dell’italiano.
Vengono sfatati molti miti. Non è sbagliato scrivere ‘il zucchero’, mettere la ‘e’ a inizio frase o scrivere ‘la ministra’. Nel volume viene ribadita l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali (la ministra, la presidente, ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio (chirurga, magistrata, ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, attrice ecc).
Ma perché il nome Crusca? L’Accademia della Crusca sorse nel 1582 a Firenze, per lo studio e la conservazione della lingua nazionale italiana, con il decisivo contributo del letterato L. Salviati che desiderò separare il ‘fior di farina’ (cioè la buona lingua, identificata con il fiorentino del Trecento), dalla ‘crusca’. Nel 1590 cominciò la preparazione del vocabolario della lingua italiana, che uscì a Venezia nel 1612. Per rivolgere una domanda alla Crusca, si compila un modulo on line, nella sezione ‘poni un quesito’ del sito www.accademiadellacrusca.it. La redazione quotidianamente esamina i quesiti e risponde a quelli che ricorrono con più frequenza. Tra le nuove parole, si trovano anche whatsappare, apericena, fleggare.




Pipistrelli, casette comunali per i piccoli operatori ambientali

bat-boxfotoNell’immaginario collettivo i pipistrelli sono ciechi, più simili a topi volanti che ad uccelli, si attaccano ai capelli, succhiano il sangue e per questo sono spesso associati ai vampiri. In realtà sono mammiferi intelligenti e socievoli e al buio sono capaci di individuare gli insetti nocivi, lanciando e raccogliendo segnali acustici come un radar.
E proprio per utilizzare le caratteristiche di questi ‘divoratori di insetti’ che il Comune di Pomezia, seguendo iniziative analoghe di altri Comuni italiani, installerà in questi giorni 30 bat box, le ‘casette per pipistrelli’ che verranno posizionate su edifici comunali e alberi per cercare di combattere zanzare e altri insetti in modo naturale e non dannoso per ambiente e persone. I piccoli mammiferi avranno il ruolo di ‘operatori ambientali’ naturali all’ interno dell’iniziativa dell’amministrazione comunale, gratuita, che rientra nelle offerte dell’appalto del servizio di disinfestazione.
Questo è il periodo più adatto per collocare le bat box in quanto escono dal letargo, ma bisogna ricordare che, pur mangiando circa 2500 zanzare a notte, i pipistrelli non sono una soluzione all’eliminazione definitiva delle zanzare, ma un buon sostituto naturale e a costo zero di spray e zampironi. Le ‘casette-nido’ possono essere collocate tranquillamente anche nei giardini delle nostre case, in spazi aperti e condominiali, acquistate a pochi euro nei supermercati di bricolage o costruite facilmente con le nostre mani, seguendo le poche semplici istruzioni, reperibili anche sui siti web dedicati.
I servizi ecosistemici che i pipistrelli offrono sono tanti: dal ruolo fondamentale per l’agricoltura nell’eliminazione degli insetti nocivi all’impollinazione, fino alla disseminazione nelle aree tropicali. Ma pesticidi, disboscamento, alterazione o scomparsa dei loro rifugi ne stanno mettendo a rischio l’esistenza.

La vita di questi chirotteri, che vivono fino a 40 anni, hanno una storia evolutiva di oltre 50 milioni di anni, e si trovano su una gran varietà di ambienti del pianeta, può essere approfondita nel libro ‘La vita segreta dei pipistrelli’, di Danilo Russo, chirotterologo di fama internazionale, docente dell’Università di Napoli ‘Federico II’ e membro del ‘Bat Specialist Group’ dell’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Non dimentichiamo che sono sempre i pipistrelli che scelgono il loro rifugio e che si può aspettare del tempo prima di vedere le ‘casette’ occupate per la nidificazione, ma ne vale certamente la pena in quanto sono ottimi bio-indicatori della qualità dell’ambiente e quindi la loro presenza indica che ‘si sta bene’ in quel posto!




CRI, vieni anche tu a conoscerci!

Si svolgerà domenica 26 aprile dalle ore 10 alle 19, a Pomezia, presso il centro commerciale ‘Sedici Pini’, una giornata organizzata dai Giovani della Croce Rossa Italiana – Comitato Locale di Pomezia rivolta a tutta la popolazione del territorio.

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L’evento vuole far conoscere le attività della Croce Rossa in cui i giovani volontari (di età compresa tra i 14 e i 31 anni compiuti), sono impegnati all’interno del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa per informare, condividere e divulgare ‘azioni’ importanti per la promozione della tutela della salute e di una cultura della pace e della non violenza.

Stand attrezzati saranno allestiti per coinvolgere tutti i cittadini nelle seguenti iniziative:
Club 25 per informare i giovani tra i 18 e i 25 anni sulla donazione del sangue;
Educazione alla sicurezza stradale, per informare e sensibilizzare sulla guida sicura, coinvolgendo i ragazzi in attività esperienziali come la simulazione di uno stato di ebbrezza attraverso gli occhiali “alcoolvista”;
Educazione alla sessualità e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili: per informare i più giovani, i volontari di CRI daranno informazioni ai più giovani sui rischi delle malattie che si trasmettono con i rapporti sessuali, e i modi per prevenirli;
Educazione alla pace, con attività esperienziali di sensibilizzazione su temi come il pregiudizio e la discriminazione;
Raid Cross, per presentare le attività del Diritto Internazionale Umanitario tra i giovani;
Promozione associativa e attività di raccolta fondi: progetto ‘HandMade’ (Porta a casa un po’ di noi), per far conoscere meglio le attività del Comitato Locale;
PreventivaMente, misurazione gratuita di pressione arteriosa (nel pomeriggio) e glicemia (di mattina) da parte di volontari qualificati del Comitato;
Manovre di disostruzione in età pediatrica, con relative sessioni dimostrative e possibilità di provare la manovra sui manichini;
Raccolta alimentare:, in favore degli assistiti del Comitato Locale presso la Coop, che ha dato la sua piena disponibilità.
Il Comitato Locale è stato costituito da circa quattro anni, con l’unico obiettivo di aiutare il prossimo, grazie ai volontari che, diversi tra loro per età, status sociale e istruzione, ma uniti nello scopo di ascoltare e far sentire meno sole le persone più bisognose e in difficoltà, i cosiddetti ‘vulnerabili’” sostiene Tiziana Palermo, Commissario del Comitato Locale di Pomezia. ”Portiamo avanti molte attività sul territorio tra cui la raccolta alimentare, molto importante in questo periodo di forte crisi e distribuiamo agli assistiti il cibo donato, come per esempio pasta e latte a lunga conservazione. E’ un piccolo gesto, ma un momento di grande umanità, che può alleviare la fame e la tensione in tante famiglie. Colgo l’occasione per ringraziare il Dott. Modestino Meoli, direttore del Centro Commerciale ‘Sedici Pini’ per aver autorizzato l’uso degli spazi per la manifestazione, e il supermercato Coop per aver aderito con la consueta generosità, alla nostra iniziativa della raccolta alimentare”.




Consultori, le donne chiedono il buon funzionamento della ASL RM/H

Riceviamo e pubblichiamo l’appello che Sportello Donne Pomezia, insieme ad altre associazioni di donne del territorio (Ardea, Castelli e Litorale), lancia ai Sindaci della ASL RM/H.
I consultori sono servizi strategici per la cittadinanza, in particolare per le donne. La legge che li istituisce nel 1975 (n. 405 del 29 luglio) e quelle che sono seguite, disegnano un servizio centrale per la salute sessuale e riproduttiva, per la tutela sociale della maternità, per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, ecc.
La legge n. 34 del 1996 prevede una riqualificazione dei consultori e dispone che ne venga costituito in ogni città uno ogni 20mila abitanti. Una densità necessaria, ribadita inoltre dal P.O.M.I. – Piano Sanitario Nazionale – 1998/2000, che indica anche con estrema chiarezza proposte operative:
– Integrare i servizi di primo livello (promozione della salute), di secondo livello (cure specialistiche e diagnostica ambulatoriale), e di terzo livello (cure intensive e diagnostica complessa), per garantire l’azione sinergica ed evitare inversioni e sovrapposizione di ruoli.
– Operare all’interno dei consultori con progetti strategici di promozione della salute su obiettivi prioritari
Operare secondo il modello dell’empowerment e con la modalità dell’offerta attiva
– Costituire un circolo virtuoso tra programmazione, valutazione e formazione
Nella A.S.L. RM/H, a fronte di 26 consultori necessari, ne esistono 17. La gran parte di questi sono costantemente sottoposti a una politica aziendale di tagli, trasferimenti, chiusure o accorpamenti che trasformano i consultori in trincee, dove il personale – costantemente sotto organico – tenta come può di rispondere alle istanze delle cittadine e dei cittadini.
Non è accettabile agire la politica del risparmio sulla salute delle persone. La rete consultoriale, di fondamentale importanza per la prevenzione di malattie e la promozione della salute, deve essere mantenuta e potenziata.
Affinché questo avvenga è indispensabile garantire la presenza delle operatrici e degli operatori: ginecologi/he, psicologi/he, assistenti sociali, ostetriche, assistenti sanitari o infermieri/e, così come previsto dalla legge.
La realtà è che ad oggi il numero di operatori all’interno dei consultori si è fortemente ridotto a causa di trasferimenti o pensionamenti a cui non è seguita una sostituzione (ad esempio nei Consultori di Marino e Rocca di Papa mancano le/gli infermiere/i; il consultorio di Pomezia attualmente è privo di ostetrica e per la cessazione della locazione attuale rischia la chiusura; ad Ardea addirittura il consultorio è chiuso; a Rocca Priora e a Lanuvio mancano le ostetriche; ad Anzio, Rocca di Papa e Lanuvio manco gli/le assistenti sociali).
Le direttive regionali sono chiare: raccomandano alle aziende sanitarie di distribuire nei consultori il personale ostetrico, infermieristico e ginecologico a seguito dell’accorpamento di reparti ospedalieri. La A.S.L. RM/H non ha inserito nei consultori neanche un’ostetrica, un/a infermiere/a o un/a ginecologo/a dopo la chiusura di tre reparti di Ostetricia, Pediatria e Neonatologia presso l’ospedale di Marino.
Quello che chiediamo è che venga rispettata la legge e che si applichi la normativa esistente in ambito sanitario. E’ urgente garantire a tutti i consultori della A.S.L. RMH l’equipe completa minima per operare e garantire che almeno i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) vengano garantiti, e i consultori possano rispondere alle richieste della cittadinanza. A questo aggiungiamo che è necessario potenziale la rete dei consultori del distretto raggiungendo in tempi ragionevoli il numero di 26, così come previsto dalla normativa.
Chiediamo espressamente ai Sindaci, in qualità di primi cittadini e autorità sanitarie locali, di farsi carico della questione urgente e imprescindibile che interessa i consultori del nostro bacino e di farsi portavoce con l’azienda sanitaria affinché venga garantito il diritto alla salute e alla prevenzione di donne, uomini e bambine/i.
In particolare, portiamo all’attenzione alcune questioni da affrontare urgentemente:
– Garantire la permanenza dei consultori esistenti e il loro potenziamento
– Garantire l’apertura di almeno un consultorio nei Distretti H3, H4, H5 e H6
– Individuare risorse in termini di strutture e personale da mettere a disposizione dei consultori, anche nell’ottica della lotta agli sprechi di denaro pubblico
– Garantire la presenza di personale non obiettore all’interno dei consultori
– Garantire i modelli operativi definiti dal P.O.M.I. (Corsi di Accompagnamento alla Nascita- CAN, Pap-test, Corsi di Educazione sessuale nelle scuole, ecc)
– Tutelare e condividere la “cultura” prodotta dai/lle operatori/trici dei consultori in anni di attività e coinvolgere l’assemblea delle donne dei consultori, soggetto essenziale all’interno delle strutture a garanzia dell’autodeterminazione femminile e della gratuità del servizio
– Attivare collaborazioni virtuose con le scuole dei territori e sensibilizzare le parti sociali sull’importanza e il ruolo dei consultori.
Questo non è un appello al sostegno simbolico, ma una precisa richiesta alle massime autorità locali a farsi carico di una questione che ci vede ancora una volta a difendere diritti già acquisiti. Ci rivolgiamo a Voi con proposte concrete da discutere e condividere, invitandoVi a sottoscrivere quanto sopra e ad attivare immediatamente un dialogo costruttivo con la Asl RM/H, nonché a portare avanti tutte le azioni necessarie affinché venga tutelato il diritto alla salute della cittadinanza che rappresentate.
Assemblea delle Donne dei Consultori
La Goccia Magica – Genzano
Sportello Donne Pomezia
Le Mamme di Pomezia
Le donne di Ardea
Associazione Alzaia Anzio-Nettuno




Quando la fava fa male

É tempo di fave, e la presenza di questo ortaggio negli esercizi ortofrutticoli viene segnalata con cartelli e avvisi per tutelare quanti soffrono di favismo.
Ma cos’è il favismo? Si tratta di una patologia congenita ed ereditaria, che interessa il glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6pd), un enzima contenuto nei globuli rossi che comporta l’assoluta necessità di evitare l’assunzione soprattutto di fave, ma anche di altri alimenti come piselli e verbena, alcuni farmaci come antipiretici, analgesici e sulfamidici e sostanze particolari come la naftalina.

Questa anomalia genetica viene trasmessa con il cromosoma X del sesso (i più colpiti sono i maschi) e le persone che ne soffrono hanno una carenza di G6pd, che entra nel metabolismo degli zuccheri e comporta la distruzione dei globuli rossi (si tratta di un enzima essenziale per il loro corretto funzionamento e per la loro sopravvivenza).
La conseguenza della carenza di G6pd è una crisi emolitica. Il disturbo compare in media nel giro di 12-72 ore con pallore, stanchezza, aumento della frequenza cardiaca, ittero, fino ad arrivare, in qualche caso, all’anemia emolitica acuta, che necessita di una trasfusione di sangue.

Il favismo non è ancora curabile e attualmente l’unico trattamento consiste nella prevenzione delle crisi emolitiche. Chi ne è affetto deve imparare a evitare i cibi e i farmaci che, notoriamente, sono in grado d’innescare una crisi emolitica.
Generalmente il favismo viene diagnosticato in tenera età, ma può insorgere anche in età adulta. Colpisce circa 400 milioni di soggetti al mondo, principalmente in Africa, Asia e bacino del Mediterraneo, tra cui Sardegna e Italia del Sud. La diffusione di tale difetto, noto fin dall’antichità come ‘malattia delle fave’ sembra faccia parte dell’evoluzione della specie umana come risposta immunitaria.
Nell’antica Grecia le fave venivano impiegate nelle elezioni politiche: per la votazione positiva si usava la fava bianca, mentre la nera indicava il voto negativo. Anche nelle tombe egiziane risalenti al 2.400 a.C. sono stati trovati resti di fave.




A Pomezia, calciatori special ones

Si svolgerà domenica 29 marzo dalle ore 10, presso il Valeas Club di Castagnetta (Pomezia) un triangolare di Calcio integrato, organizzato da ‘La Cicala e la Formica onlus’, un’associazione di Pomezia che dal 2012 sostiene la ‘Enrica’s Team’, che per l’occasione incontrerà la squadra de ‘I Giganti’ di Nettuno, e la ‘A.S.D. ragazzi di vita’ di Ostia.
Un torneo di calcio integrato è una gara con calciatori speciali: nella ‘rosa’ delle squadre sono previsti sia ragazzi abili che diversamente abili, per integrare e valorizzare le diversità di quest’ultimi e favorire l’inclusione sociale e la partecipazione attiva dei giovani volontari.
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Per ‘La Cicala e la Formica onlus’ (www.lacicalaelaformicaonlus.it) l’attività sportiva non è soltanto uno strumento per lo sviluppo psico-motorio dei giovani, ma è anche un importante collante per lo sviluppo delle relazioni tra i ragazzi, dove si valorizza l’integrazione piuttosto che la disabilità.
Il mio messaggio ai ragazzi è chiaro: durante tutto l’allenamento devono essere concentrati, sentirsi e comportarsi come atleti, anche se l’obiettivo del mio lavoro è rivolto principalmente all’aspetto ludico e alla socializzazione”. Queste le parole del signor Oliviero, che dal 2012 è alla guida tecnica della Enrica’s Team, (in memoria di Enrica, una giovane volontaria dell’associazione scomparsa di recente),che ogni sabato mattina si allena presso il campo comunale di Via Varrone, ospite della Pomezia Calcio.
“Con il programma di esercizi tecnico-atletici stimolo e tendo a potenziare le abilità cognitive e di coordinazione di ognuno. Cerco di tirar fuori da ogni ‘atleta’ il meglio di sé, facendo loro apprezzare il piacere di calciare e controllare un pallone” aggiunge l’allenatore.fotocicala1triangolare
Sono lontani i tempi dei primi allenamenti quando alcuni ragazzi arrivavano al campo impacciati e insicuri.
“Li ho sempre incitati ad impegnarsi e a sacrificarsi. Ricordo che all’inizio non volevano correre o partecipare alla ‘partitella’. Ora invece, con mia grande soddisfazione, si impegnano come campioni, si aiutano l’un l’altro e li ringrazierò sempre per rendermi partecipe del loro mondo fantastico” conclude il sig. Oliviero, apprezzato professionista, benvoluto da tutti.
In squadra attualmente ci sono 15 ragazzi con varie disabilità cognitive dai 17 ai 25 anni e circa 15 volontari, dai 17 ai 22 anni. Tra questi anche Daniele, 22 anni, studente di antropologia, da quattro anni volontario nell’associazione che ci racconta la sua esperienza nella Enrica’s Team. “Inizialmente non è stato facile entrare in questo mondo del tutto nuovo per me, dove il termine ‘diverso’ è senz’altro improprio, in quanto io ho scoperto l’armonia del ‘noi’. Sembra paradossale ma con loro mi sento libero di poter essere ciò che sono”.

Un’armonia che in campo cancella le differenze e le gerarchie. Al loro posto ci sono il gruppo, i cross, la tenacia e la stanchezza. “Sono un volontario a metà, anzi non sono nemmeno un volontario, sono ‘loro’: sono i loro occhi, i loro piedi, i loro goal, i loro sorrisi e i loro abbracci” prosegue Daniele. “ Subire una rete ‘avversaria’ non è mai stato così emozionante, qui vincono tutti. Non esistono sconfitte, si vince quando tutti gli scarpini scendono in campo e si urla ’Noi siamo la Enrica’s Team’’’.
Non prendete impegni per la prossima domenica, siete tutti invitati al Valeas Club (www.valeasclub.it) per assistere ad uno spettacolo di calcio, con interpreti unici, e a cui non potete di certo mancare!




Pomezia, quello che le donne vogliono

Per la Giornata internazionale della donna, ogni anno si spendono commenti e opinioni, si lanciano anatemi e perle di ‘saggezza’ sul modo di essere donna-compagna-moglie-madre-figlia-sorella, con numerosi eventi in ogni parte del mondo. Per l’8 marzo,festa sempre più commerciale, consumata tra mimose e cene per ‘sole donne’,molte di noi però non festeggiano, perché pensano non sia giusto ricordarsi della donna solo un giorno l’anno, e molte altre invece lo usano come spazio di riflessione e discussione comune sulla condizione femminile.
A Pomezia tra le varie iniziative, il 7 marzo Sportello Donne Pomezia, insieme alla Libreria Odradek, ha presentato ‘Che bello essere noi’ un incontro all’insegna di musica, balli (danze in cerchio), letture (Eleonora Napolitano) e pittura, con la proiezione del video “Sportello Donne: interviste al mercato di Pomezia”, realizzato dalle stesse operatrici (con i ringraziamenti a Carmelo Mammoliti per il montaggio) che hanno incontrato alcune concittadine al mercato la scorsa settimana, a cui hanno posto la domanda: “Secondo te, di cosa ha bisogno una donna a Pomezia?”

https://www.youtube.com/watch?v=yMu6_WtCPpk

Tra le risposte, i bisogni più diverse delle intervistatedai luoghi dove poter incontrare altre donne, al potersi muovere in città anche senza macchina, all’ uscire dall’isolamento, ai consultori, ai servizi per le madri, al coworking, al farsi ascoltare. Il video è un dono che le operatrici hanno voluto fare a tutte le donne del territorio.

Attivo sul territorio dal gennaio 2013, lo Sportello è ospitato dallo scorso anno presso i Servizi sociali comunali e offre ascolto informazione e consulenza alle donne. Le otto volontarie, con percorsi formativi ed esperienze diverse in ambito psico-socio-culturale, educativo, e degli studi di genere, sono affiancate da professioniste in campo medico-sanitario, psicologico, socio-assistenziale e legale.

Abbiamo accolto finora circa 70 donne, con un’età media di 40 anni, il 20% delle quali straniere, che hanno riportato vari casi di violenza: dal mobbing, alle botte, allo stalking e tanta altra violenza privata” affermano le operatrici di Sportello Donne. “Tra le attività che stiamo portando avanti, c’è la formalizzazione di un protocollo d’intesa con i Servizi Sociali del Comune e altre realtà territoriali, per contrastare la violenza di genere,e la realizzazione di progetti sulla differenza di genere nelle scuole di ogni ordine e grado della nostra cittadina, perché, per fare un cambio culturale, si deve partire dai banchi di scuola. Vorremmo fare molto di più, ma siamo volontarie che si autofinanziano e allora tutto è più complicato”.
A tutte,un Otto marzo per tutto l’anno!

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Dove e quando: Ufficio Politiche Sociali, P.zza San Benedetto da Norcia 1, Pomezia. Merc. ore 9.00-11.00/Giov. ore 15.30-17.30
Contatti:tel:06.91146273-3881586901 (attivi solo in orario di ricevimento);
email:[email protected]/blog: www.sportellodonnepomezia.wordpress.com/fb:www.facebook.com/SportelloDonnePomezia




Pomezia-Guatemala, una storia di volontariato

Sono rientrata dalla mia prima missione umanitaria all’estero, in Guatemala, in un villaggio Maya, a circa cento km. dalla capitale, organizzata da una onlus italiana che fornisce assistenza medica gratuita alla popolazione locale (che vive con meno di un euro al giorno!). Per tre settimane, ho affiancato medici e infermieri nel poliambulatorio rurale gestito dall’associazione e nell’ospedale, struttura aperta solo per poche settimane all’anno per interventi chirurgici e consulenze mediche (gestita da alcune ong internazionali e partner locali).

Svolgere una missione medica richiede tanta energia e spirito di adattamento, ma dà anche soddisfazione, perché ogni volontario mette a disposizione degli altri esperienze, capacità e voglia di fare bene.
Tanti e diversi sono i motivi per cui si fa volontariato, da quelli più nobili di solidarietà e giustizia sociale, al semplice altruismo; ma lo si fa anche per se stessi, perché, come si sente spesso dire, si riceve molto più di quello che si dà e non sempre si è spinti da uno spirito altruistico. In effetti sono parecchi i benefici che se ne possono trarre sotto l’aspetto personale, dalla fiducia in se stessi, (ci si sente bene ‘facendo del bene’), alla riduzione del proprio disagio di fronte alle sofferenze altrui. Il volontariato consente, inoltre, di avere anche un riconoscimento sociale all’interno della società, che fa accrescere quella parte di narcisismo che si alimenta e trae benessere dagli elogi degli altri.

Per quanto mi riguarda, è la voglia di fare, per cambiare situazioni di disagio e di difficoltà, che mi spinge a dedicare tempo agli altri, perché credo nel cambiamento, e lo vorrei vedere realizzato intorno a me. Ragione per cui ho affrontato il lungo viaggio fino al villaggio dei Maya Caqchikel, poveri, emarginati, analfabeti, senza assistenza medica e servizi di base (fonte Onu per lo sviluppo: circa il 60% dei bambini soffre di denutrizione cronica e si calcolano 40 decessi per ogni 1000 nati vivi). Ho preso la decisione di partire lo scorso gennaio, su invito di un’amica infermiera in procinto di partire per la missione. Scelta importante, caratterizzata da un groviglio di pensieri, emozioni e paure, legati a sfide personali, curiosità, difficoltà varie (anche economiche), e solidarietà per chi è stato meno fortunato di me.

Indietro ho riportato un grande dono, la dignità dei loro sguardi, la compostezza, la gratitudine e la pazienza di questa gente, sempre col sorriso sulle labbra, come quando, ad esempio, aspettavano di essere visitati dai medici. Tante le storie personali fatte di stenti e privazioni. Le donne hanno tanti figli, ognuno allattato al seno per circa due anni, che fin da piccolissimi lavorano, occupati spesso nella pericolosa costruzione dei fuochi d’artificio, perché hanno mani piccole e veloci. I figli piccoli li portano legati con un foulard sulle spalle, anche quando lavorano nei campi o nelle misere baracche dove vivono con i mariti per lo più agricoltori, spesso con problemi di alcol. In media non sono alti di statura, hanno capelli neri, occhi scuri a mandorla e naso largo. Guardarli nei loro tradizionali costumi colorati, sentirli parlare la loro lingua quasi totalmente estinta, e pensare che sono il vivo della cultura degli antichi Maya, mi ha fatto un certo effetto.

In attesa che sviluppino la consapevolezza della loro eredità culturale, io mi porto gelosamente negli occhi e nel cuore il loro sguardo che viene da lontano, ma che guarda inevitabilmente a un futuro migliore.

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A Pomezia, una sinfonia di danze speciali

Si svolgerà sabato 24 gennaio 2015,alle ore 17, presso l’ Hotel Principe di Pomezia (Via dei Castelli Romani, 14/A)l’evento ‘Concerto di Danza’, organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale della Asl RomaH, con la collaborazione dell’ Associazione dei Familiari “Insieme Oggi per il Futuro” onlus.
“Questa iniziativa fa parte di un programma di attività terapeutico-riabilitative riguardanti l’assistenza, la cura e la riabilitazione del disagio psichico, attivo presso il Centro Diurno del Dipartimento di Salute Mentale ed è rivolta a circa 40 pazienti” afferma il dott. Eduardo Ferri, primario del DSM.
Presso le strutture del Dipartimento si realizzano percorsi per lo sviluppo di abilità sociali e cognitive idonee ad una migliore ‘recovery’ del paziente, per una identità e un ruolo sociale attivo nella società.

L’iniziativa rappresenta una bella e importante occasione di incontro del Centro Diurno con il territorio e la comunità di riferimento.
Lo spettacolo viene offerto da ‘La Ventana’, Centro di formazione professionale di Danza, con coreografie di Lily de Cordoba e Antonio Di Vaio a utenti, operatori, familiari e cittadini di Pomezia e Ardea.

L’ ingresso è gratuito, con sottoscrizione a favore dell’Associazione dei Familiari ‘Insieme Oggi per il Futuro’. Per informazioni e prenotazioni:tel. 06 93274664-5-3.concerto danza a3




Uno Sportello da due anni a fianco delle donne

Sportello Donne Pomezia festeggia domani, 22 gennaio, il suo secondo compleanno. Un cammino iniziato presso la Camera del lavoro della Cgil di P.zza Bellini e proseguito, dal 19 marzo 2013, presso i locali dei Servizi sociali dell’amministrazione comunale dove, due giorni a settimana, si svolgono attività di informazione, ascolto e consulenza per le donne del territorio.

Allo Sportello, promosso dall’associazione culturale Iaph Italia, vi si alternano 8 operatrici – Anna, Serena, Claudia, Serena, Marina, Serena, Teresa e Valeria – che mettono a disposizione le loro competenze (gratuite) in psicologia, sociologia, mediazione culturale, filosofia e comunicazione, per le cittadine italiane e straniere del territorio, con la possibilità di consulenze in ambito legale, psicologico, sindacale e socio-sanitario da parte di professioniste.‘Stiamo vicino alle donne, le sosteniamo per la soluzione di varie problematiche: dalle varie forme di violenza (fisica, psicologica, economica, sessuale) che si trovano ad affrontare all’interno della sfera familiare, lavorativa, sessuale, alle informazioni utili su luoghi, centri, associazioni e istituzioni locali e non, attive per le donne” affermano le volontarie.

”Il nostro obiettivo, oltre ad essere quello di offrire un servizio al territorio, è anche quello di tracciare una mappatura misurata alle esigenze e alle problematiche delle donne e dei loro vissuti”. Tra le varie iniziative organizzate sul territorio da Sportello Donne, ci sono le partecipazioni a eventi a favore dei diritti delle donne e contro la violenza sulle donne, ma anche interventi sull’educazione alla differenza di genere, tra cui recentemente, attività a favore degli studenti delle scuole di Pomezia.

Importante è incidere a livello legislativo e sociale, ma il contrasto agli stereotipi di genere e alla violenza, va giocato sul piano culturale, rivolgendosi soprattutto ai più giovani.“La strada è lunga e non facile, ma siamo convinte che ‘prevenire è meglio che curare‘ e allora noi, che come volontarie interveniamo nelle scuole, (ma non solo), vorremmo essere più incisive con i nostri progetti e attività. Ma, per fare ciò, abbiamo bisogno di finanziamenti concreti: per le risorse,la formazione e le consulenze” concludono le volontarie. In attesa che le attività a favore della cultura di genere trovino i giusti e importanti spazi e finanziamenti, per educare, prevenire e promuovere comportamenti responsabili, specialmente tra i più giovani, auguriamo buon compleanno a Sportello Donne Pomezia e alle sue operatrici che con passione, competenza e impegno si dedicano alle donne del territorio.

Dove e quando: Ufficio Politiche Sociali, P.zza San Benedetto da Norcia 1, Pomezia. Merc. ore 9.00-11.00/Giov. ore 15.30-17.30
Contatti:tel:06.91146270-3881586901 (attivi solo in orario di ricevimento);
email:[email protected]/blog: www.sportellodonnepomezia.wordpress.com/fb:www.facebook.com/SportelloDonnePomezia




A Pomezia nasce una squadra di calcio speciale

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Le è stata dedicata la squadra di calcio integrato dell’associazione ‘La cicale e la formica’ Onlus, durante la manifestazione che si è svolta in P.zza Indipendenza, a Pomezia, lo scorso 20 dicembre, a cui hanno partecipato tante persone, oltre a familiari, amici, atleti e volontari.

Lei, Enrica Dal Zotto, studentessa del liceo Pascal e volontaria dell’associazione, è venuta a mancare di recente, lasciando un grande vuoto non solo nei cuori dei suoi cari, ma anche in quelli di tutti i ragazzi e le ragazze dell’associazione che la ricorderanno sempre con affetto, insieme al suo sorriso e al suo coraggio. I genitori hanno voluto proseguire nel segno della generosità della figlia, devolvendo a ‘La cicala e la formica’ una raccolta di denaro destinata alla loro famiglia. “Enrica svolgeva tante attività e tra queste il volontariato era molto importante. Sin da piccola aveva dimostrato uno spiccato senso di solidarietà nei confronti delle persone bisognose. Al liceo aveva conosciuto l’associazione e ne era divenuta volontaria, dedicando molto tempo ad attività e progetti con i ragazzi”, dicono mamma e papà Dal Zotto.” Tutti le volevano bene, tanto che la squadra di calcio integrato, a cui lei era molto affezionata, è stata chiamata con il suo nome. Cogliamo l’occasione per ringraziare, ancora una volta, tutti i ragazzi e i collaboratori per il calore e l’affetto dimostrato”. É nata così la ‘Enrica’s team’ che, come ogni squadra di calcio integrato, prevede nella ‘rosa’ sia ragazzi abili che diversamente abili. L’obiettivo è quello di integrare e valorizzare le diversità di quest’ultimi e favorire l’inclusione sociale e la partecipazione attiva dei volontari che sono una quindicina, scendono in campo dopo un corso di formazione per adolescenti organizzato da Officine Spontanee, e dal 2012 danno vita a una squadra, oggi ‘Enrica’s team’.1fotocicala
Gli allenamenti si tengono il sabato mattina dalle 10,30 alle 12,00 al campo comunale di Pomezia, agli ordini del mister, sig. Oliviero, stimato e apprezzato allenatore dei pulcini del Real Pomezia che si dedica a questi ragazzi a titolo gratuito, con molta professionalità e passione. Le divise sono messe a disposizione dagli sponsor Publimas Allestimenti e Brando Antincendio.
La squadra partecipa a varie iniziative sportive. In primavera è prevista un’amichevole con la prima squadra del Real Pomezia, sempre in ricordo di Enrica, e un triangolare al Valeas, struttura sportiva pometina, che nel prossimo giugno ospiterà il corso di nuoto integrato ‘Stile libero’, per far acquisire ai ragazzi le abilità di base natatorie (galleggiamento, scivolamento e le basi dei due stili crawl e dorso), non senza dare spazio a momenti ludico-espressivi.

‘La cicala e la formica’ Onlus nasce nel 2007 e ha sempre operato nel territorio di Pomezia e Ardea con tante attività, con l’ obiettivo principale di tutela dei minori e delle loro famiglie, con particolare riferimento ai minori diversamente abili e alle situazioni di disagio sociale. Una di queste iniziative è il progetto di TeatroDanza, ‘Parole in movimento’, che partirà il prossimo mese di febbraio, destinato ad adolescenti con deficit cognitivo-comportamentali.
Contatti:
[email protected];www.lacicalaelaformicaonlus.it;
fb la cicala e la formica Onlus




Cambiamenti climatici: storico accordo Usa-Cina

cambiamento-climaticoIl 12 dicembre si è conclusa a Lima (Perù) la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici per la riduzione di emissioni di gas serra che ha visto la partecipazione di tutti gli Stati del mondo, dopo la pubblicazione, nello scorso novembre a Copenhagen, del documento di sintesi del nuovo rapporto Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) del Gruppo di esperti sul clima dell’Onu, che chiama in causa la responsabilità dell’ uomo sulla reversibilità e pericolosità delle emissioni mondiali di gas serra, da ridursi dal 40 al 70% entro il 2050, e sparire dal 2100.

Con il trattato d Kyoto (1997) i paesi industrializzati, tra i responsabili delle grandi emissioni di gas serra, dovevano dare il ‘buon esempio’. Ora che il riscaldamento globale è avanzato, ciò non basta più e non c’è più tempo, come sostiene il segretario generale delle Nazioni Unite BanKi-moon: “Se si continua come adesso, l’opportunità di contenere l’aumento delle temperature al di sotto di due gradi centigradi svanirà entro il prossimo decennio. La buona notizia è che se agiamo adesso, avremo i mezzi per costruire un mondo migliore e più sostenibile”.

Ma qualcosa, nelle ultime settimane, sta cambiando: a partire dai Paesi europei che hanno formalizzato un impegno sugli obiettivi climatici per il 2030, per la diminuzione delle emissioni del 40% e un incremento della produzione di energia alternativa, e un accordo sulla riduzione di gas serra che è stato stipulato tra il Presidente degli Stati Uniti Obama e il Presidente della Cina Xi Jinping a Pechino.
Con questo storico accordo gli Stati Uniti si impegnano a ridurre una quantità di gas serra tra il 26 e il 28% rispetto al livello del 2005, mentre la Cina si impegna a farlo entro il 2030 e a produrre il 20% dell’energia da fonti alternative. Da tempo, all’Onu si discuteva su come mettere in pratica il principio di responsabilità comune, ma differenziata, secondo il quale tutti devono essere responsabili per le emissioni di gas serra, ma in maniera diversa: chi inquina di più, deve mettere in pratica azioni più incisive di riduzione.

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Se negli Usa, Obama ha già registrato l’opposizione repubblicana e farà fatica a far passare questo accordo alle Camere, la Cina sembra aver fatto una grande concessione rispetto alla posizione precedente, con i vertici cinesi che si sono sensibilizzati al tema ambientale. Ma gli accordi non bastano a limitare il riscaldamento globale. Per raggiungere questo obiettivo e, in vista della conferenza di Parigi del dicembre 2015, che ha l’obbligo di trovare un’ intesa che sostituisca dal 2020 il protocollo di Kyoto, è necessario che soprattutto i Paesi a forte sviluppo come India, Brasile e Corea, inizino anche loro a diminuire le emissioni.