Wednesday, July 3, 2024

La lezione di Tsipras

image_pdfimage_print
Non abbiamo ancora finito di manifestare per Charlie Hedbo che subito ci sentiamo chiamati a esultare per la vittoria di Tsipras.

Esultano i detrattori dell’Europa, anche se Tsipras ha affermato di volervi restare; brindano quelli contrari all’Euro, anche se, pure su questo fronte, emergono le prime cautele; Si sentono vincitori quelli di sinistra, anche se, qui in Italia, fanno gli accordi con Berlusconi; esulta SEL, che si sente il gruppo più titolato a farlo, per avere sostenuto Tsipras alle elezioni europee, ma nasconde di essere ingorda di alleanze con poteri centrali e periferici, purché si governi; esulta persino l’estrema destra, nascondendo di avere ben troppe diversità di vedute e poche condivisioni.

Tutte questi “endorsement” rivelano solo una nuova modalità di fare politica: il posizionamento emotivo.

Non si tratta di schierarsi a favore delle idee di qualcuno, solo di posizionarsi a favore, finchè ciò conviene. Gli stessi che oggi lo hanno applaudito, nel caso di insuccesso sono pronti a pubblicare il coccodrillo sulla sua debacle e a illustrare le ragioni degli insuccessi.

Tutto accade in superficie e con sforzi di pancia, non di cervello, senza il bisogno di approfondire ragioni politiche, scelte ideologiche, prospettive di impegno.

E chiunque è pronto a interpretare ogni evento come la conferma della propria posizione: se avesse vinto il partito tradizionale, gli stessi avrebbero esultato per confermare la stabilità delle politiche moderate; se avesse vinto la destra, avrebbero esultato affermando che era per colpa di “certa sinistra” a loro contrario, ecc.

Nel frullatore delle ideologie ogni evento viene consumato e tritato per renderlo digeribile anche per gli stomaci pesanti, privandolo dei significati profondi che potrebbero impensierire.

Non so se Tsipras sarà all’altezza di ciò che annuncia e delle speranze che accende. Ma tutti noi abbiamo interesse che abbia successo e riesca a rappresentare il giusto contrappeso nei confronti di politiche dissennate orientate al disfacimento sociale, a favore delle logiche del profitto.

Tuttavia, credo che, se sgombriamo il campo dai facili entusiasmi e dalle letture emotive o strumentali, Tsipras lascia comunque un insegnamento che potrebbe segnare persino una svolta.

In un sistema politico europeo (e non solo) caratterizzato dalla ricerca del compromesso, pur di andare al potere, piuttosto che dall’affermazione di valori e ideali, il leader greco ha avuto il coraggio di partire da posizioni minoritarie e “perdenti” per cavalcare la coerenza, piuttosto che il compromesso.

Si possono non condividere le posizioni di Tsipras, ma certo bisogna riconoscere che le sue affermazioni, sin dalla prima ora, sono state forti e determinate. Per quella determinatezza ha perso le elezioni europee. Ma per la stessa determinatezza ha vinto quelle più importanti, nel momento più importante: quando il suo Paese aveva bisogno di un riferimento per una svolta.

Non sappiamo ancora come andrà a finire. Ma possiamo, sin da ora, trarre occasioni di riflessione per comprendere che la determinazione, oltre che essere appagante, da un punto di vista etico, può pagare anche in termini di consenso, in un sistema sociale, ormai, alla ricerca di significati e di autenticità.

Forse è finita la stagione dei tatticismi e delle compravendite delle coscienze. Forse, in ciascuno di noi, comincia a emergere il bisogno di concretezza e di valore.

E’ una lezione per tutti. Ma lo è soprattutto per quei partiti che si sono fregiati del sostegno a Tsipras, ma non hanno saputo provare l’emozione di condividerne le posizioni di distanza rispetto al potere. E hanno ripiegato verso alleanze con tutti, pur di partecipare al governo e ai benefici che ne derivano, sia a livello centrale, sia a livello locale.

Se le cose resteranno così, non serve a nulla apparire suoi sostenitori. E finchè resteranno così non servirà a nulla sperare di lucrare sull’onda greca per avere qualche consenso.

Anche in Italia c’è desiderio di cambiamento, ma non può incarnarlo chi di giorno sta nei palazzi e la notte si veste da alternativo. Il cambiamento richiede investimenti di coerenza e costanza. E adesso sappiamo che sa ripagarle adeguatamente.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *