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Parigi, la città lumière

By Marina Landolfi on 19 Ottobre 2020
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Parigi, la città lumière

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Marta è una ragazza di Torvaianica che ama i gatti, i tatuaggi e cucinare. Tra i viaggi che ha fatto sin da piccola con la famiglia ricorda con molto piacere le vacanze in Italia: al mare nel Salento, tra il divertimento dei lunghi bagni al mare, le amicizie in campeggio e le bellezze di questo splendido territorio pugliese, e quelle in montagna d’estate, tra passeggiate, avvistamenti di animali in libertà e paesaggi con le vette innevate.  Anche quelli all’estero li ricorda con piacere, a partire dal primo soggiorno in Inghilterra come studentessa delle superiori. Oggi condivide gentilmente con noi il suo viaggio a Parigi fatto quando era adolescente, assieme alla mamma, evidenziando accanto alla città più turistica anche quella un po’ più ‘nascosta’, ma ugualmente bella.

Perché proprio la capitale francese?

Il viaggio a Parigi l’ho fatto con mia madre qualche anno fa in occasione del suo compleanno; siamo andate da una sua amica che vive lì. Ho accettato di buon grado di passare un lungo week end nella capitale francese in quanto era uno di quei periodi ’no’ ed avevo proprio voglia di staccare qualche giorno dalla routine. Il viaggio lo ha organizzato mia madre, anche se tra le due dovrei essere io la più tecnologica, ma lei è davvero un asso nel programmare le vacanze, lunghe o corte che siano. Non è stata proprio la mia primo volta a Parigi: infatti quando avevo 11 mesi i miei mi hanno portato con mio fratello al parco  divertimenti di Disneyland, di cui ovviamente non ricordo nulla, ma dalle foto risulta essere stato un soggiorno estivo piuttosto piovoso! Ho viaggiato con il solo bagaglio a mano. Seppur facesse freddino, era marzo, ho cercato di portare l’’essenziale’, cercando di far entrare più cose possibili e mantenere il trolley nel peso consentito dalla compagnia aerea.

Con che occhi hai guardato la città?

È stato un soggiorno ricco di emozioni e osservazioni che ho riportato a casa attraverso i miei ‘appunti di viaggio’ che di solito scrivo e ‘clicco’ quando vado in giro: infatti mi piace annotare piccole frasi o magari scrivere ciò che mi ha particolarmente colpito durante la giornata e le associo a fotografie fatte con il cellulare o con la macchinetta fotografica. Per il soggiorno in questione avevo portato una vecchia macchina fotografica digitale ancora con le batterie al litio ed ho fatto molte foto, alcune delle quali le allego a questa intervista. In quel periodo studiavo francese a scuola e potevo parlarlo benissimo, ma non ho sfruttato l’occasione per mettermi alla prova, complice la mia timidezza. Per fare shopping, chiedere informazioni, mangiare o per prendere un caffè mi sono affidata a mia madre…parlava sempre lei!

Cosa ti ha colpito di questa capitale dalle mille luci?

Parigi è una città ricca di sfaccettature. Ci sono le attrattive più turistiche tra cui la cattedrale di Notre Dame, la Torre Eiffel, il museo del Louvre, la Basilica del Sacro Cuore, l’Arco di Trionfo, Avenue des Champs-Élysée, il Museo d’Orsay, la Galerie Lafayette e le vie dello shopping. C’è anche la ‘famosa’ metropolitana, molto usata e amata dai parigini che però ha tante scale, e poche stazioni provviste di ascensori, che diventano dei veri e propri ostacoli, anche solo per spostarsi con i borsoni o con il trolley.

Ho visto anche tanti angoli cittadini non turistici che me l’hanno fatta apprezzare di più, soprattutto sotto la guida della nostra amica che ci ha fatto vedere scorci nascosti e  molto belli. Un’altra particolarità sono stati gli artisti di strada lungo la darsena, pittoreschi e molto talentuosi, che riuscivano a farti rivivere per alcuni istanti la Parigi dei primi del Novecento. Mi sono molto piaciute anche le innumerevoli vie piene zeppe di graffiti, simboli o vignette satiriche.

Ma il luogo più significativo della città è stata la visita al cimitero monumentale cittadino di Père-Lachaise dove sono sepolti artisti e cittadini famosi di ogni epoca e  appartenenza sociale,  e dove i parigini vanno a passeggiare e a trascorrere momenti di relax. Tra i vari personaggi si possono omaggiare Molière, Marcel Proust, Oscar Wilde e Jim Morison. C’è anche August Comte, il padre della sociologia che mia madre e la sua amica, da brave sociologhe, hanno onorato durante la nostra visita. Una ‘scoperta’ gastronomica, se così posso dire, sono state le crepe molto buone che ho mangiato a Montmatre, presso una creperie che si trova a Place du Tertre, la famosa piazza degli ‘artisti’.

Nel vivo della coloratissima Belleville

Ho soggiornato nel quartiere di Belleville e Ménilmontant, XX arrondissement nella zona nord est della città, ai piedi della collina di Belleville. È una zona molto viva, cosmopolita e colorata dove convivono ebrei, musulmani, cattolici e buddisti e dove abbiamo fatto belle passeggiate. Il quartiere è famoso anche per la street art, come in Rue Desnoyer, con le varie associazioni culturali che l’hanno reso come un museo a cielo aperto. Dal belvedere del parco di Belleville si può ammirare uno dei più bei panorami di Parigi. Tra i personaggi famosi nati e vissuti lì c’è la cantante Edith Piaf. Ci siamo spostate molto a piedi, ma per arrivare in centro usavamo il ‘mitico’ autobus 96, che passa poco lontano da dove abitavamo e attraversa molti quartieri parigini.

Cosa hai riportato a casa?

Oltre alla bella esperienza di aver conosciuto aspetti, colori e profumi della città poco noti, come al solito ho comprato souvenir e le calamite per gli amici  o da tenere per me. Al rientro a casa non vedevo l’ora di distribuirli come faccio di solito quando torno dai viaggi. Ho raccontato il viaggio, mostrato le foto che avevo fatto chiacchierando con chi, parenti o amici, già erano stati a Parigi e con i quali ho condiviso la mia indimenticabile esperienza di viaggiatrice.

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