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Addio professor Bellavista

By Massimiliano Villani on 19 Luglio 2019
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Addio professor Bellavista

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Si è spento ieri a quasi 91 anni, a Roma, Luciano De Crescenzo, artista napoletano doc, scrittore, regista e interprete di film cult come “Così parlo Bellavista” e “32 dicembre”.

Il professor Bellavista – questo era uno dei personaggi che ha reso celebre De Crescenzo – se n’è andato qualche ora dopo un altro grande addio, quello del maestro Camilleri.

Ingegnere idraulico, De Crescenzo lavorò per molti anni all’Ibm Italia, diventandone dirigente nella sede di Roma, ma la sua enorme passione per i libri, la filosofia e la divulgazione si tradusse nel 1977 con la pubblicazione del libro, sua opera prima, “Così parlò Bellavista”.

Un romanzo che, attraverso i dialoghi tra l’ingegner De Crescenzo, il professor Bellavista, il “vice sostituto portiere” Salvatore, il “poeta” Luigino, il dottor Palluotto, napoletano trapiantato a Milano, ed altri personaggi, descrive la città di Napoli sotto i suoi aspetti più disparati, con ironia e intelligenza.

Nemmeno la notorietà e il successo acquisiti con questo libro convinsero però l’autore ad abbandonare il posto fisso: ci volle una fortunata partecipazione a “Bontà loro”, il talk show di Maurizio Costanzo, per persuaderlo definitivamente.

Da quel momento, Luciano De Crescenzo divenne autore di successo internazionale: una cinquantina di libri pubblicati, 18 milioni di copie vendute nel mondo tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 Paesi.

Nel film a episodi del 1988 “32 dicembre”, che valse anche un nastro d’argento a Enzo Cannavale come migliore attore non protagonista, divenne quasi un cult la famosa disquisizione comico-filosofica sul tempo come “astrazione mentale”

Luciano De Crescenzo, nonostante un legame solido e passionale con la sua Napoli – celebre la sua frase “A me Napoli manca sempre, persino quando sono lì!” – decise poi di vivere nella Capitale e proprio stamani, all’interno della Protomoteca in Campidoglio, in occasione della camera ardente allestita dall’Amministrazione comunale, tantissime persone hanno voluto rendergli omaggio, personaggi noti e normali cittadini.

“Con la scomparsa di Luciano De Crescenzo perdiamo tutti un grande amico – ha ricordato un commosso Renzo Arbore – un maestro per tutte le cose belle che c’ha fatto conoscere. Una gravissima perdita per la cultura italiana e per la città di Napoli di cui era un esponente fiero ed orgoglioso”.

“Quando lui scriveva i suoi libri – continua Arbore – spesso io li presentavo. E in tanti anni non abbiamo mai avuto nemmeno una discussione, come due persone che si vogliono molto bene. Luciano era persona buonissima, non l’ho mai sentito parlare male di qualcuno, nemmeno quando un critico bocciava una sua opera. Gli unici litigi li faceva con i computer, con cui lui aveva a che fare, quando ancora noi non sapevamo nemmeno cosa erano”.

“Luciano era la mia famiglia – ha dichiarato Marisa Laurito – è stato mio padre, mio figlio, un parente stretto, tutti i Natali li abbiamo passati insieme. Era un uomo straordinario che ha illuminato il mondo con i suoi libri fantastici, con la sua cultura e con la sua ironia unite a bontà, allegria e al grande amore per Napoli”.

Un uomo anche coraggioso quando sempre nel film “Così parlò Bellavista” affrontò il tema della camorra, definendo quella dei camorristi “tutto sommato” una vita di merda.

“Il bene è il dubbio e quando incontrate una persona che ha dei dubbi vuol dire che è una brava persona, che è democratica, tollerante “, affermava Luciano De Crescenzo.

Ma sul fatto che resterà per sempre nei cuori di tutti i napoletani e di tutti gli italiani, non si possono avere dubbi.

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