Si svolgerà l’8 giugno 2019, nella Capitale, il venticinquesimo Roma Pride, evento per ribadire non solo i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt), ma anche per promuovere dibattiti, spettacolo, politica ed arte. Organizzato dal Coordinamento Roma Pride (https://www.romapride.it/), il corteo partirà alle ore 16,00 da P.za della Repubblica e si concluderà a P.za della Madonna di Loreto. La manifestazione è stata ‘preannunciata’ da una settimana di eventi, mostre e concerti gratuiti come la mostra fotografica di artisti internazionali, Queer Nation e ’Discriminazioni e inclusioni nel mondo del lavoro’ con Maurizio Landini. L’edizione di quest’anno è arricchita dalle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del primo Gay Pride, che fa riferimento al 28 giugno 1969 quando la comunità gay di New York organizzò una sfilata dopo la rivolta di Stonewall, un bar frequentato da donne lesbiche e uomini gay dove i poliziotti usarono la forza e che portò ad una rivolta durata 5 giorni, ma che fu l’inizio della presa di coscienza da parte della società dell’emancipazione di tutti i gay e le lesbiche.
Oltre a Roma, anche altre città ospiteranno eventi e manifestazioni, come Trieste, Palermo, Cagliari, Matera, Napoli, Pavia a cui parteciperanno non solo esponenti della comunità Lgbt, ma tutti i cittadini che vogliono manifestare la voglia di trasmettere un messaggio di parità, di diritti e libertà di espressione. Nel mese di giugno in tante altre nazioni del mondo, dalla Francia al Brasile, verranno organizzati cortei per la parità e per i diritti a sostegno del concetto che non essere etero non è sinonimo di malattia, perversione e derisione. Spesso le persone Lgbt, specialmente giovani e studenti, subiscono violenza fisica e psicologica e vengono derise e vessate in ambito scolastico. Anche in Italia, negli ultimi tempi, si sono registrati attacchi e aggressioni contro di loro, in un momento storico-sociale in cui poca è l’attenzione nei confronti dei bisogni dei cittadini, ma tanta è l’arroganza che cavalca l’onda del razzismo e dell’omofobia. Peggio avviene nei Paesi dove è forte la presenza di esponenti politici dittatoriali o conservatori dove prevale la convinzione che avere una sessualità non etero equivalga ad essere un malato, un depravato, perseguibile dalla legge ed anche arrestato, abusato o addirittura ucciso per le vie della città, per essere d’esempio per tutti coloro con il medesimo atteggiamento.
L’acronimo Lgbt, in uso dagli anni Novanta, enfatizza la diversità delle culture basate su sessualità e identità di genere e a volte è utilizzato per riferirsi a chiunque sia non-eterosessuale; è un riadattamento dell’acronimo Lgb che negli anni Ottanta sostituì il termine gay, utilizzato poi convenzionalmente dalla maggior parte di media e centri che si occupano di questo tipo di diritti. Una variante è rappresentata dalla lettera Q, Queer o ‘questioning’ (in dubbio) per indicare una persona non identificabile sotto le altre lettere dell’acronimo, e che dà origine a Lgbtq.
Google, per i 50 anni dal primo Gay Pride, ha dedicato un Doodle speciale, realizzato da Nate Swinehart che ha voluto sottolineare l’aumento progressivo dei partecipanti alle parate, attraverso l’uso dei colori.