Sarebbe un crimine ammettere di aver aspettato, quest’anno, più il 26 dicembre che il Natale stesso, eppure, per molti di noi, questo è innegabile.
Alla giornata di Santo Stefano 2024, infatti, era stata dedicata l’uscita della tanto attesa seconda stagione di Squid Game, la serie in assoluto più vista a livello globale.
È stata in realtà una questione di soldi a spingere il regista Hwang Dong-hyuk a continuare la storia, in quanto, stando a ciò che afferma, non aveva guadagnato molto dalla prima stagione, durante la quale ha persino rivelato di aver perso otto o nove denti a causa dello stress.
In questo secondo capitolo, che sembrava non arrivasse mai, Gi-hun, vincitore della scorsa edizione dei giochi, è ormai un uomo traumatizzato e ossessionato dall’idea di smascherare l’organizzazione dietro a tale crudeltà. Decide dunque di prendere coraggio e rientrare nel gioco, determinato a porgli fine una volta per tutte.
Nei panni di Gi-hun troviamo ancora una volta Lee Jung-jae, che vediamo totalmente trasformato in un uomo distrutto, dall’aspetto quasi irriconoscibile. In questa stagione l’attore supera se stesso, interpretando un personaggio che, al contrario dello scorso anno, non ha paura, ma che, al contrario, è sempre in prima linea per aiutare gli altri, rischiando la propria vita per farlo.
Al suo fianco riconosciamo volti familiari, come quello di Gong Yoo, lo spietato reclutatore che ci stupisce stavolta con un’interpretazione eccellente, oltre a quello di Lee Byung-hun, il Front Man senza pietà e quello di Wi Ha-joon, il poliziotto impavido. Oltre a questi, però, ci saranno anche molte new entries e nuove dinamiche, ancora più interessanti rispetto a quelle dello scorso anno.
Che dire, la serie ci lascia ancora una volta a bocca aperta rispetto a scelte e atteggiamenti dei giocatori, che ci sembrano surreali, ma purtroppo sono tutt’altro. Anche in questa stagione, infatti, troviamo una brutale critica al capitalismo, oltre che il tema della forte disuguaglianza economica, che porta le persone a rischiare la propria vita in un gioco in cui, alla fine, avranno lo stesso destino che avrebbero fuori, quello di morire divorati dai debiti.
Tuttavia, la novità sostanziale di questo secondo capitolo è un’attenzione particolare al voto, tra le scene con più suspense e, anche in questo caso, metafora della politica contemporanea e delle elezioni. I giocatori infatti, al contrario degli anni precedenti, hanno questa volta la possibilità di votare al termine di ogni gioco e decidere se tornare a casa o meno, per vincere, però, è necessaria la maggioranza. Anche in questo caso c’è la dimostrazione di quanto, quando si tratta di denaro, non ci si accontenta mai, si desidera sempre di più, rimanendo ciechi e non riuscendo a convincersi rispetto alla realtà della minaccia che incombe su tutti.
La serie, ahimè, non porta ancora ad una vera e propria conclusione, lasciando un finale aperto e incuriosendo ancora di più lo spettatore. Tuttavia, almeno questa volta, l’attesa sarà breve e potremo disporre dell’ultima stagione già nel 2025. Certo che, dopo tutto ciò a cui abbiamo assistito, sarà difficile aspettare o, almeno, non pensare ad un ipotetico finale. Che cosa succederà? Abbiamo così tante domande in testa che sarà meglio che questi mesi passino in fretta.
Virginia Porcelli
Diploma di liceo classico presso il Liceo Blaise Pascal di Pomezia.
Studentessa di Scienze Linguistiche presso l’Università Cattolica di Milano.