Time Cut, un horror deludente ma profondo

In occasione di questo Halloween, il 30 ottobre Netflix ha rilasciato “Time Cut”, diretto da Hannah Macpherson. 

Il film, che si presenta come un horror ma che non ne ha in effetti le caratteristiche, ci racconta il viaggio nel tempo dell’adolescente Lucy, che torna nel 2003 per cercare di impedire il tragico omicidio della sorella mai conosciuta.

Le due attrici protagoniste: Madison Bailey e Antonia Gentry, rispettivamente Lucy e Summer, sono spaventosamente simili. La prima è la famosa Kiara della serie Outer Banks, mentre conosciamo senza dubbio la Gentry come Ginny in Ginny e Georgia. Le due si cimentano in ruoli totalmente nuovi e diversi da quelli precedentemente interpretati, mostrandosi però sempre all’altezza delle aspettative.

Il film tuttavia, inizialmente promettente, si rivela in realtà manchevole. L’idea di base, infatti, era alquanto avvincente e interessante, ma si ripiega in una trama piatta che non porta effettivamente da nessuna parte. Oltre a non fare paura, Time Cut presenta inoltre una risoluzione prevedibile, con una conclusione piuttosto amara. 

Sia chiaro, il film è comunque piacevole per una serata di svago, semplicemente non è il migliore tra quelli del suo genere. È intrigante seguire i movimenti di Lucy per cambiare il corso degli eventi e tentare di indovinare chi ne sia l’artefice, ma il risultato può deludere.

L’elemento sicuramente più riuscito, invece, è il tema centrale dell’amore fraterno. Nel film, viene infatti mostrato il valore di tale legame, quanto avere una sorella o un fratello sia come avere un complice per la vita, qualcuno che ci faccia sentire sempre meno soli e più compresi. Si tratta di un legame senza il quale non potremmo sopravvivere e per cui sacrificheremmo noi stessi. Questo tema è particolarmente sottolineato fino alla fine, l’amore fraterno è il motore che muove la trama.

Virginia Porcelli