Monsters – La storia di Lyle ed Erik Menendez, malvagità o legittima difesa?
Ryan Murphy, ideatore di “Dahmer”, colpisce ancora con un secondo capitolo della serie “Monsters”, questa volta raccontando la storia di Lyle ed Erik Menendez.
Il pubblico ancora una volta rimane affascinato dalle vicende di alcuni tra i killer più famosi d’America, sempre più appassionato al genere crime.
La sera del 20 agosto 1989, a Beverly Hills, Kitty e José Menendez sono seduti sul divano a guardare la televisione, quando i figli irrompono in casa con dei fucili e uccidono i due con diversi colpi d’arma da fuoco. Data la brutalità del caso, gli investigatori pensano subito che sia opera della mafia, ma solo dopo sette mesi scopriranno la crudele verità.
Ad interpretare i due fratelli troviamo Cooper Kock e Nicholas Chavez, incredibilmente somiglianti ai giovani Menendez, i quali, nonostante la poca esperienza, ci sorprendono, facendoci persino commuovere. Essi sono inoltre affiancati dal celebre Javier Bardem e da Chloë Sevigny nei ruoli degli sventurati genitori.
Tuttavia, c’è anche chi la serie non l’ha del tutto apprezzata, proprio Erik Menendez e la moglie Tammi, infatti, si sono scagliati contro Murphy, accusandolo di aver distorto totalmente la storia dei due fratelli e dipinto il loro rapporto come addirittura morboso e intimo.
Per chi, quindi, volesse indagare più su questa vicenda, il 7 ottobre Netflix rilascerà un nuovo documentario su Lyle ed Erik, in cui, per la prima volta dopo trent’anni, saranno proprio loro a raccontare la loro storia.
Su una cosa però non c’è dubbio, ogni volta che Murphy si dedica alla rappresentazione di un fatto di cronaca nera, riesce inevitabilmente a portare il pubblico dalla parte degli assassini, ripercorrendo tutti gli eventi che li portano a compiere tali azioni e spiegandone i motivi.
Ovviamente non si tratta di giustificare tali comportamenti, ma di presentarli da un altro punto di vista, in quanto, per poter dare un giudizio, sarebbe bene conoscere ogni aspetto della vicenda. Il regista ci mostra, infatti, un intero passato di abusi all’interno della famiglia Menendez e dei ragazzi profondamente feriti fin da piccoli, lasciando a noi il compito di giudicarli o meno.
Virginia Porcelli