Fabbricante di lacrime, un adattamento deludente

“Fabbricante di lacrime”, il nuovo film tratto dal romanzo di Erin Doom, è sbarcato su Netflix solo pochi giorni fa e ha già ricevuto numerose critiche dal pubblico.

L’adattamento ci racconta la storia dell’amore proibito tra Nica e Rigel, che, seppure uniti da un’infanzia dolorosa, non riescono a sopportare l’un l’altra, finché qualcosa non cambia.

Per quanto la trama sia originale e intrigante, possiamo dire che il cast non è sicuramente all’altezza. Simone Baldasseroni, in arte “Biondo”, è senza dubbio infatti più portato per il canto che per la recitazione, risultando quasi fuori posto nel ruolo di Rigel, che interpreta in maniera forzata. Stesso si può dire per Caterina Ferioli, Nica, la quale in egual modo appare poco naturale e quasi buffa.

Nonostante il libro sia interamente ambientato in una cittadina del Minnesota, il regista, Alessandro Genovesi, ha deciso di spostare il set in Italia, più precisamente a Roma, il Grave è infatti il complesso del Buon Pastore. Vi sono però anche molte scene girate in Abbruzzo, come quella del ponte di ferro di Pescara. Ahimè, troviamo anche qui una regia poco attenta ai dettagli, a tal punto che nella ripresa all’interno degli studi di Cinecittà Word a Roma viene inquadrata persino l’entrata del parco divertimenti.

Insomma, agli occhi della critica questo film non può di sicuro essere definito come ben riuscito, in quanto si rivela a tratti addirittura ridicolo, anche se la trama è un punto a favore. L’idea di Erin Doom è infatti un successo, essendo stato il suo libro il più venduto del 2022 e amato dai giovani. Ciò che dunque non è del tutto di esito felice è proprio l’adattamento cinematografico del romanzo, che tuttavia suscita comunque curiosità tra fans del libro e non, rimanendo al primo posto nella classifica dei film più visti in Italia.

Esso ci commuove con la tenerezza di una storia romantica ma ci lascia anche per molti aspetti delusi per la sua banalità.

Virginia Porcelli