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La notte degli Oscar

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Finalmente la scorsa settimana si è svolto l’evento tanto atteso dai cinefili, gli Oscar 2023, presentati dal famoso conduttore televisivo Jimmy Kimmel.

Con mia grande delusione, tuttavia, lo storico red carpet quest’anno è stato sostituito da uno “champagne carpet”, colore che avrebbe consentito di creare “l’effetto notte”, nonostante la cerimonia si tenesse di giorno. Il conduttore, infatti, ha dichiarato che su questo colore non si sarebbe versato sangue, riferendosi all’iconico schiaffo di Will Smith a Chris Rock dell’anno prima.

Tra i film favoriti quest’anno “All Quiet on the Western Front” (Niente di nuovo sul Fronte Occidentale), con bel 9 nomination e 4 premi vinti e “Everything Everywhere All At Once”, con 11 nomination e 7 premi vinti.

Mentre è comprensibile come il primo abbia ricevuto tanti riconoscimenti, trattandosi di un film sulla prima guerra mondiale con strabilianti effetti speciali, purtroppo non riesco ancora ad accettare il grande successo del secondo, non essendo una particolare amante del genere fantascienza, che però sta sempre più diventando parte della nostra realtà.

Strameritato invece il premio come migliore attore vinto da Brendan Fraser per “The whale”; una grande interpretazione per un film altrettanto commovente e dal significato particolarmente profondo. L’attore mi è sembrato inoltre il più commosso per aver ricevuto il premio, con le lacrime agli occhi e la voce che tremava ha reso evidente il suo amore per il cinema, cosa che purtroppo è sempre più rara tra i mille volti costruiti del giorno d’oggi.

Altrettanto commossa Michelle Yeoh, migliore attrice protagonista per “Everything Everywhere All At Once”, la quale, con il suo discorso, ha lanciato il magnifico messaggio di credere sempre nei propri sogni e di non arrendersi mai.

Giusta anche l’attribuzione del premio di miglior sonoro per “Top Gun: Maverick”, di migliori costumi per “Black Panther: Wakanda Forever” e di migliori effetti speciali per “Avatar 2”.

Inoltre, nonostante molti possano non essere d’accordo, ritengo meritata anche la vittoria di “Naatu Naatu” come miglior canzone originale, scelta molto criticata, essendo la canzone in competizione con artiste come Rihanna e Lady Gaga. Tuttavia, il motivo dell’incredibile successo di Naatu Naatu è la sua vitalità e originalità, componente fondamentale per un premio di questo tipo.

Dunque, per riassumere, questi Oscar non ci hanno deluso nemmeno quest’anno, anzi, ci hanno ricordato ancora una volta il potere del cinema, quello di trasmettere messaggi che possano unire le persone e farle riflettere su quanto le circonda, sia reale che virtuale.

Virginia Porcelli

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